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Diocesi di Bergamo QUARESIMA 2017| Schede per l’animazione liturgica domenicale

V domenica di Quaresima

LAZZARO VIENI FUORI

sguardi capaci di VITA

L’ Eucaristia ha inizio con la processione d’ingresso, opportunamente accompagnata da un canto. Le luci possono essere poche o soffuse nell’aula, mentre il Crocifisso del presbiterio è ben illuminato. Giunto alla sede, il presidente si rivolge ai fedeli con segno di croce ed il consueto saluto. Invita, quindi, l’assemblea all’atto penitenziale. Il sacerdote introduce la preghiera invocando il Signore Gesù. Segue la richiesta di perdono letta da un lettore che, al termine della lettura, getta pochi grani di incenso nel braciere ai piedi del Crocifisso. Dopo un breve momento di silenzio, il sacerdote (o il cantore) intona il Signore, pietà, cui fa eco l’assemblea.

Presidente: Fratelli e sorelle, contempliamo oggi lo sguardo di Gesù innalzato verso il Padre. Quello sguardo è la fonte della vita vera; è l’espressione compiuta e piena della fede del Figlio ed esprime il senso della vita che è abbandono alla volontà del Padre. Nella certezza che Egli sempre si prende cura di tutti i suoi figli. Il sepolcro di Lazzaro è anticipazione del sepolcro di Cristo: la vita nuova del Risorto invada tutti noi e ci faccia uscire dai nostri sepolcri in cui, non di rado, ci troviamo come morti, legati e non liberi, incapaci di spandere il buon profumo di Cristo. Imploriamo ora la sua misericordia.

I tre lettori salgono sul presbiterio e si recano ai piedi della croce.

Sacerdote: Signore Gesù, tu sei la risurrezione e la vita per chi crede in te e si affida alla tua Parola. Lettore: Riconosciamo la fragilità della nostra fede nella promessa della resurrezione della carne, indissolubilmente legata alla fede nella resurrezione di Gesù.

Il lettore offre incenso nel braciere.

Sacerdote (o cantore): Signore, pietà! Assemblea: Signore, pieta! Sacerdote: Signore Gesù, nel tuo amore infinito comunichi agli uomini la vita di Dio. Lettore: Nelle prove della vita facciamo fatica ad affidarci a te, amico fedele che vissuto e condiviso con noi il dolore e la morte.

Il lettore offre incenso nel braciere.

Sacerdote (o cantore): Signore, pietà! Assemblea: Signore, pieta!

Sacerdote: Signore Gesù, tu hai liberato la vita dal male e dalla morte. Lettore: Confessiamo che spesso viviamo rinchiusi nell’incredulità che inaridisce la nostra vita e ci porta a non avere fiducia nel tuo amore

Il lettore offre incenso nel braciere.

Sacerdote (o cantore): Signore, pietà! Assemblea: Signore, pieta! Sacerdote: Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. Assemblea: Amen

SUGGERIMENTI PER L’OMELIA A PARTIRE DALL’IMMAGINE

La vita vera viene dallo sguardo innalzato da Gesù verso il Padre. Gesù alza gli occhi al cielo e, rendendo grazie, rivela in senso della vita: l’abbandono alla volontà del Padre, nella certezza del suo amore per ogni figlio. La preghiera è ringraziamento che libera la vita. Le parole grate rivolte al Padre, ci insegnano a ricordare sempre che in ogni uomo il creatore ha iscritto la promessa di una vita che non può morire con la morte. Il corpo di Lazzaro riemerge dalle tenebre e ritorna in vita. È segno straordinario dell'amore fecondo di Dio verso l'umanità, dell’esistenza nuova, libera e compiuta che la attende. Un’esistenza fedele ad un amore che ci chiede di uscire, di vincere la morte che ci attanaglia e che ci ripete come a Lazzaro: “Viene fuori!”(Gv 11,43). CHIAVI DI LETTURA 1. Il colore dominante è un azzurro-bluastro, simbolo della luce che vince le tenebre. 2. Lazzaro riemerge non dal sepolcro, ma da un contorno scuro in riferimento alla morte e alle tenebre. 3. Il particolare più significativo è il volto di Gesù perché è possibile “vedere” in lui la trinità: il capo è rivolto in alto “Padre ti rendo grazie perché mi hai ascoltato” (Gv 11,41), mentre i capelli denotano la presenza del vento simbolo dello Spirito. Padre, Figlio e Spirito sono presenti. 4. La mano di Gesù denota la sua umanità e la forte passione che riemerge da questo brano in cui il Signore si commuove più volte.