Biografie Artisti

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G A L L E R I A R A M O presenta
This is Not a Curated Exhibition
Tommaso Donati, nato nel 1988, vive e lavora a Lugano. Nel 2013 si diploma all’École internationale de création
audiovisuelle et de réalisation (EICAR) a Parigi. Il suo lavoro si divide tra la fotografia, il documentario e il cinema
sperimentale. I suoi temi ricorrenti sono le relazioni tra l’uomo, l’animale e lo spazio-natura in cui vivono.
Partecipa a varie mostre collettive con i suoi lavori fotografici come La Biennale dell'immagine di Chiasso e Le Prix
Mobilière a Ginevra e suoi cortometraggi sono presentati in vari festival internazionali come Il Festival del Film
Locarno, Les Rencontres Internationales Paris/Berlin e Torino Film Festival.
——————————————————————————————————————————————Luca Marziale was born in 1991 in Lugano, Switzerland and graduated with a BFA from the School of Visual Arts
in New York City. He lives and works in London. He has participated in numerous important solo and group
exhibitions including SCOPE Basel, SCOPE Miami, The Other Art Fair London and CONTEXT New York.
——————————————————————————————————————————————Jonny Briggs, born 1985 in England where he lives and works“In search of lost parts of my childhood I try to think
outside the reality I was socialised into and create new ones with my parents and self. Through these I explore the
constructed reality of the family and question the boundaries between us, between child/adult, self/other, nature/
culture, real/fake in attempt to revive my unconditioned self, beyond the family bubble. Although easily assumed
to be photoshopped or faked, upon closer inspection the images are often realised to be more real than first
expected. Involving staged installations, the cartoonesque and the performative, I look back to my younger self
and attempt to re-capture childhood nature through my assuming adult eyes.”
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Con la nascita dell’Atelier Viandanti Francesco Maria Gamba conclude nel 2016, dopo sei anni, il suo ruolo come
docente assistente presso gli atelier di progettazione dell’Accademia di architettura di Mendrisio (USI/AAM). In
questo periodo divide l’esperienza didattica in due team distinti e rispettivi corsi d’atelier: quello di master sotto
la guida del professore e architetto Michele Arnaboldi, e quello al primo anno diretto dall’architetto Mario Botta
sotto la guida del docente architetto Paolo Canevascini. Formato nella stessa Accademia si laurea nel 2002 con gli
architetti Esteban Bonell e Josep Maria Gil (Barcellona) Massimo Laffranchi ingegnere e Jacques Gubler storico
dell’architettura. Nel suo percorso accademico ha frequentato gli atelier di Esteban Bonell e Josep Maria Gil,
Panos Koulermos, Alfredo Pini, Kenneth Frampton, Aurelio Galfetti, Peter Zumthor, Antonio Citterio, Oliviero
Toscani e Harald Szeemann.
Conclusi gli studi si reca in Arizona per ampliare i suoi orizzonti sul concetto del vivere e fare architettura. Ad
Arcosanti, città ecologica e sperimentale lavora per il Maestro architetto, urbanista, filosofo e artista Paolo Soleri
(1919-2013) nell’uffcio di pianifcazione.
Dopo questa parentesi la sua visione dell’architettura diventa cosa più complessa. Consolida la visione
multidisciplinare del mestiere dell’architetto per rispondere alla sua vena creativa e artistica.
Sono seguite numerose mostre personali e dal 2016 é membro del collettivo artistico MAG, e dal 2017 è membro
fondatore dello spazio espositivo 1b a Lugano (Central Park).
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Nadir Valente, 1982, vive e lavora a Torino. Valente riproduce la realtà. Il pregio di Nadir Valente è essere
anacronisticamente contemporaneo rispetto all’odierna tecnocrazia: anziché duplicare il mondo in alta definizione
– soddisfacendo così la pretesa di “un vero più vero del vero”
——————————————————————————————————————————————Ruben Brulat, approche par mouvements et évidences, utilisant ce qui est, des gestes, des histoires. Sa pratique
est pluridisciplinaire, vers les origines, il suit le Grand Rift, faille qui coupe l’Afrique, dans les zones reculées entre
Éthiopie, Érythrée et Djibouti, et tente la symbiose de son corps et ce qui l’entoure, vers un ‘sentiment
océanique’.
Par nécessité, les mains plongent dans des bains d’acides, une trace. Dans l’inconnu à l’instinct, filmer à la lumière
de la Lune, dévoiler dans le silence et le sable, les Pyramides du Soudan.
Recherches de matières et retour sur les volcans de la ceinture du Pacifique, peintures in situ, le corps dans les
bruits et odeurs, toiles à même le sol, outils prélevés sur place, forces qui submergent jusqu’à l’épuisement, dans
l’expérience de la sphère, du grand Tout, entre abandon et quête de soi. Questionner la condition d’espèce
humaine, en chercher ses racines, depuis ce présent, et tenter de saisir ce qui est.
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