Licenziare per profitto ora è possibile Non è l`evasione IVA il solo

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SABATO 25 FEBBRAIO 2017

DAL QUOTIDIANO OGGI

FISCO

• Non è l’evasione IVA il solo grande problema dell’Italia - pag. 2 • Dichiarazione d’intento: si può indicare un plafond superiore a quello disponibile - pag. 4 • Antiriciclaggio e compro oro con nuove regole - pag. 6 • Pagamento con bollettino postale solo se il conto è intestato al percipiente - pag. 9 • Modificata la disciplina dell’Iva di gruppo - pag. 10

LAVORO E PREVIDENZA

• Licenziare per profitto ... ora è possibile - pag. 11 • Spesa per la “non autosufficienza”: verso un sistema di contribuzione obbligatoria? - pag. 13 • Rottamazione dei ruoli: DURC positivo solo dopo il pagamento della prima rata - pag. 15

BILANCIO & CONTABILITÀ

• Errori in bilancio: correzione nel patrimonio netto o nel conto economico? - pag. 16

FINANZIAMENTI

• Iperammortamento, ammessa anche l’attestazione di conformità da enti di certificazione - pag. 19 • Tutela ambientale: domande per l’efficientamento energetico dal 26 aprile - pag. 22 • Nuova Sabatini: ulteriori chiarimenti e modifiche all’allegato 6A - pag. 23

IN EVIDENZA Licenziare per profitto ... ora è possibile

di Luca Failla - Professore a contratto presso l’Università LUM Jean Monnet di Casamassima (Bari)

Con una decisione rivoluzionaria la Corte di cassazione ha stabilito che il licenziamento per giustificato motivo oggettivo è legittimo anche quando sia legato al raggiungimento di un “profitto” o, meglio, al raggiungimento di una migliore efficienza gestionale e produttiva. Purché tale motivazione sia effettiva e non pretestuosa. D’ora in poi, quindi, il licenziamento per motivo oggettivo potrà essere di fatto svincolato da operazioni di riorganizzazione che nascano necessariamente da una situazione congiunturale negativa. Le implicazioni sul piano organizzativo di tale decisione hanno un peso notevole per le aziende.

Una innovativa sentenza della Corte di Cassazione - 7 dicembre 2016 n. 25201 - è intervenuta a fornire un più preciso significato al motivo oggettivo di licenzia- mento, così come previsto dall’art. 3 della legge n. 604/1966: ragio ni inerenti all’attività produttiva, all’organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa.

La Corte afferma in pratica che, sul piano della esegesi testuale della norma, è sufficiente che il licen ziamento sia determinato da ragio ni inerenti all’attività produttiva, all’organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa. Tra queste ragioni, tuttavia, non possono essere aprioristicamente e pregiudizialmente escluse quelle che attengono ad una migliore ef- ficienza gestionale o produttiva ovvero anche quelle dirette ad un

aumento della redditività

Non è l’evasione IVA il solo grande problema dell’Italia

di Mario Damiani - Professore straordinario di diritto tributario Università LUM - Bari

Evasione e crescita economica: un binomio - e un corto circuito - “perverso”. Secondo una recente dichiarazione del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, l’elevata evasione dell’IVA costituisce “il grande problema per l’Italia” perché la perdita di gettito si accompagna alla perdita di competitività, oltre che al potenziale aumento delle aliquote; il problema dovrebbe essere, quindi, affrontato con mezzi moderni, che consentano l’incrocio di dati. L’approccio appare, però, troppo generico e semplificatorio e merita un approfondimento.

Che l’evasione fiscale, soprattutto nel versante dell’IVA, ma con ri flessi anche sulle imposte sui red diti, costituisca un male endemico della nostra economia, che registra un gap di livello doppio della me dia UE, non vi sono dubbi. Ma che sia addirittura il “problema” del paese desta qualche perplessità e comunque induce ad una sorta di corto circuito. Orbene, anche se il livello di evasione si adeguasse miracolosamente a quello medio (o anche al secondo quartile) dei pae si UE, resterebbero aperti gli altret tanto atavici problemi nazionali di una spesa pubblica inefficiente ed eccessiva, che segue (anzi, antici pa e induce) gli incrementi delle entrate. Soprattutto non permette di abbattere il vero Moloch dell’e conomia italiana: l’ingente

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