Visualizza in PDF

Download Report

Transcript Visualizza in PDF

14
ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
Giovedì 2 Marzo 2017
Dal 27 al 30 aprile, dopo 28 anni, ritorna in Giappone la Convention mondiale dei bonsai
Bonsaisti del mondo unitevi
Arte botanica che risale al VI secolo, oggi praticata ovunque
DI
ANGELICA RATTI
N
ata in Cina, l’arte
del bonsai è un saper fare ancestrale
sviluppato dai giapponesi dal VI secolo e che da
allora non hanno mai smesso
di praticare. Ebbene, a fine
aprile, dal 27 al 30, ritorna in
Giappone dopo 28 anni di assenza la Convention mondiale dei bonsai che ogni quattro
anni riunisce gli specialisti di
più alto livello. Si terrà a Saitama City. E questo riempie
di orgoglio Keiji Kandaka,
patron del vivaio Kandaka
Shojuen, che conserva anche
un bonsai centenario appartenuto all’ex primo ministro
nipponico Okuma Shigenobu (1838-1922). Nel vivaio lavora anche il figlio di
Kandaka, Kohei, che incarna
la quinta generazione della
famiglia di vivaisti e maestri
bonsai che vive a Kinashi, un
quartiere della città di Takamatsu, in Giappone, che raggruppa un centinaio di vivaisti specializzati nella coltura
del pino nero e bianco (mat-
su), molto apprezzati per la
loro corteccia rugosa e strutturata. Abbondano sulle colline lussureggianti dell’isola
di Shikoku nonostante l’80%
della produzione nazionale di
bonsai di queste specie provenga da Kinashi.
Kohei con grande cura
e maestria dell’arte della potatura si occupa di un
pino bianco che è uno dei capolavori che saranno esposti
nella Convention mondiale
di fine aprile. E questo riempie di orgoglio il padre, Keiji
Kandaka,60 anni, che mostra la portata del suo vivaio,
come ha riportato Le Figaro.
Tra i fiori all’occhiello oltre
all’esemplare ultracentenario dell’ex primo ministro
Shigenobu, anche un grande pino, capolavoro di arte
topiaria che ha chiamato
Dohyo-Iri (significa ingresso
nel ring di sumo) cosiddetto perchè la pianta si erige
come un lottatore di sumo
circondato da tante braccia
basse che escono dallo stesso fusto a formare un enorme
Keiji Kandaka con uno dei bonsai più belli che fanno parte
del suo vivaio specializzato, Kandaka Shojuen,
tra i cento più importanti del mondo
tappeto.
I pini neri sono tra le
piante più difficile a trasformarsi in bonsai per il
loro vigore.
Nel vivaio vengono trasportati i migliori polloni
trovati nella foresta per farli sviluppare in piena terra
almeno per cinque anni e
quando raggiungono una
certa forma saranno trasferiti nel vaso e pertanto la
loro taglia sarà fi ssata per
sempre. La raccolta segue
delle regole ben codifi cate.
Diversamente, le piante non
sopravvivono a lungo mentre i bonsai sono destinati a
diventare centenari.
I bonsai sono in tutto e
per tutto alberi così come
si vedono allo stato selvaggio, e non una varietà nana.
La miniaturizzazione delle
loro dimensioni è imposta
dalla potatura e dall’arte del
taglio che lascia uno spazio
esiguo alle radici per potersi
sviluppare.
Se l’albero viene ripiantato in piena terra ricomincerà a crescere.
Nel parco di Ritsurin, uno
dei più bei giardini del Giappone, cresce in piena terra
un magnifico pino bianco
arrivato qui nel 1833. Oggi
la sua chioma e le sue radici hanno assunto enormi
dimensioni.
La parola bonsai letteralmente significa albero
in vaso. Ed è nel vaso che
l’albero non smetterà di
crescere e di irrobustire il
proprio tronco, ma la sua
taglia resterà più o meno la
stessa. Sono sculture viventi. Il prezzo è determinato
dall’età della pianta.
© Riproduzione riservata
IL COLOSSO IBERICO GESTISCE GIÀ 2 MILA CHILOMETRI OLTRALPE
SUI CIRCUITI CEREBRALI DELLA RICOMPENSA
Autostrade francesi in mani spagnole
Abertis vuole il tunnel del M. Bianco
La musica agisce
come fosse una droga
no dire di essere diventati davvero i sovrani
incontrastati delle concessioni autostradali in
Francia (senza dimenticare che anche in Itael paese dei campioni nazionali dove lia hanno appena acquistato, a settembre, la
lo Stato è presente nell’economia Serenissima Brescia-Padova e la A31 Piovene
con un portafoglio di partecipazio- Rocchette-Badia Polesine per 235 milioni).
Ieri, illustrando con palese soddisfazione i
ni, dai treni all’energia all’industria
automobilistica, che ad oggi vale 57 miliardi risultati del gruppo, il patron di Abertis, Frandi euro (meno della metà rispetto ai 148 mld cisco Reynés, ha tenuto a ricordare che la
del 2008), le autostrade sono quasi tutte in Francia è il loro primo mercato e genera da
mano agli spagnoli del colosso Abertis, con- sola il 35% dell’ebitda che nel 2016 ha fatto un
trollato dalla Caixa di Barcellona e quotato balzo del 20% arrivando a 796 mln di euro. La
in Borsa. Ieri, mercoledì 1° marzo, ha annun- Francia piace ad Abertis perché ha un quadro
ciato risultati 2016 strepitosi (4,9 mld di euro giuridico stabile: espressione diplomatica per
dire che gli spagnoli sono ridi incassi, 3,2 mld di margine
usciti a piegare l’anno scorso
operativo e 796 mln di euro di
l’opposizione della ministra
utili netti, con indici in rialzo
dell’ambiente Ségolène Rodi due cifre), ha comunicato di
yal che aveva minacciato di
aver aumentato dal 63 al 72%
rivedere tutti i contratti di
la sua partecipazione nella soconcessione e di rendere gracietà francese Sanef (Société
tuite le autostrade la domenides autoroutes du Nord et de
ca. Abertis ha ottenuto il via
l’Est de la France), presieduta
libera per fare gli aumenti che
da Alain Minc (ex braccio deha voluto. Con queste nuove
stro di Carlo De Benedetti
risorse Abertis ha acquistato
ai tempi della fallita scalata a
l’ultimo 5% della concessioSociété Générale), che gestisce
naria Sanef in mano a Cassa
2 mila chilometri di autostradepositi e prestiti (versando al
de che collegano mezzo Paese,
Francisco Reynés
tesoro qualcosa come 200 midalla Normandia alla Loira,
mentre si prepara a rilevare l’Autoroute de lioni di euro) e rilevare tutta la partecipazione
Pyrénées e l’Atmb, l’importante Autoroute et di Axa (altri 200 mln), con il risultato di essere
Tunnel du Mont-Blanc che incrocia l’Autoroute ormai padrone assoluto con il 72%.
Con quali progetti? La modernizzazione
du Soleil e collega l’Italia con la Francia.
Quando queste due ultime operazioni sa- della rete: per esempio, la sperimentazione
ranno definite (entro quest’anno, secondo le di nuove tecnologie Telepass sulla A4 Parigiindiscrezioni), gli spagnoli, che hanno risorse Strasburgo, ma soprattutto l’acquisto delle
finanziarie ben maggiori degli ultimi due con- concessioni delle due autostrade (Pirenei e
correnti francesi, il gruppo Vinci e il gruppe Monte Bianco) che Ségolène aveva bloccato.
@pippocorsentino
Eiffage, al punto da aver annunciato ben 2,6
mld d’investimenti nei prossimi anni, potran© Riproduzione riservata
da Parigi
GIUSEPPE CORSENTINO
N
DI
GIOVANNI GALLI
L’
ascolto musicale attiva i cosiddetti circuiti cerebrali della ricompensa, sui quali agiscono le
droghe, il cibo e il sesso, e che creano dipendenza. La scoperta è di alcuni ricercatori dell’università canadese McGill di Montreal che hanno dato
dignità scientifica alla teoria del «sesso, droga e rock and
roll» resa popolare dal cantante Ian Dury. I ricercatori
canadesi hanno mostrato che gli oppioidi intervengono
direttamente sul piacere provocato dalla musica con lo
studio pubblicato sulla
rivista scientifica online Scientific Reports
del gruppo Nature. La
ricerca offre la prima
dimostrazione che gli
oppioidi endogeni, le
droghe prodotte a livello cerebrale, sono
essenziali per provare
emozioni positive e negative con la musica,
ha spiegato il neuroscienziato Daniel Levitin, anche musicista,
Daniel Levitin
che ha guidato lo studio
ripreso da Le Figaro.
Come controprova, gli scienziati hanno bloccato in modo
selettivo e temporaneo gli oppioidi rilasciati dal cervello utilizzando il naltrexone, un farmaco somministrato
nella terapia delle dipendenze di alcol e droga, e così
hanno potuto accertare che nelle persone che avevano
assunto il naltrexone non c’era più gioia nell’ascoltare
la musica preferita. È questa la prova che, esattamente
come il sesso e le droghe, anche l’ascolto dei propri brani preferiti attiva le vie cerebrali associate al piacere.
Questo, comunque, non comporta rischi per la salute,
ad eccezione del fatto che si può diventare sordi se non
si limitano i decibel.
© Riproduzione riservata