L`Italia: da meta del viaggio nello spazio a mito dell`anima nel tempo

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L’Italia: da meta del viaggio nello spazio
a mito dell’anima nel tempo
Testi, Immagini e Oggetti del Grand Tour
Intervengono
Grand’Ufficiale Cons. Fabrizio Nevola
già Direttore Generale della Presidenza della Repubblica
Goethe varcando le Alpi, diretto alla volta della sognata Italia con l’inseparabile Volkmann sotto braccio, quasi incredulo esclamava: «Credo di nuovo in Dio»; ed è sufficiente questa citazione per spiegare le varie motivazioni che spingevano i viaggiatori del Grand Tour, del Voyaye d’Italie o dell’Italienische Reise a sopportare un viaggio, che non sempre era tra i più agevoli, con quello stimolante bagaglio di interessi artistici, mondani, scientifici e via dicendo che solo il nostro paese, unitamente alle bellezze della natura e ad un clima mitissimo, poteva appagare arricchendosi di tutto ciò che nella nostra penisola rappresentava memoria dell’antico, alla scoperta prima dei musei e da lì a poco anche del paesaggio e delle modelle. Tra gli stranieri numerosissimi, pertanto, furono gli intellettuali o semplici viaggiatori che dalla permanenza a Roma ricevettero un’impronta indelebile per la loro formazione culturale, eleggendo l’Urbs per antonomasia a loro patria spirituale. Ciò perché questa lunga teoria di scrittori, poeti, letterati ma soprattutto pittori sentivano il bisogno di venire nel “Paese dove fioriscono i limoni” come cantava Mignon, perché tale viaggio, confidava il poeta Samuel Rogers all’amico George Byron, «ci restituisce in sommo grado quello che noi abbiamo perduto». Avv. Prof. Renato Mammucari
Consulente d’Arte del Tribunale
Modera
Prof. Claudio Strinati
Giovedì 2 marzo 2017 – ore 19,00
Salone della Musica
Lungotevere dell’Acqua Acetosa, 42 – Roma