Chiamiamo organi di governo le strutture organizzative

Download Report

Transcript Chiamiamo organi di governo le strutture organizzative

Li chiamiamo “organi” di governo, spesso in riferimento alla forza decisionale e all’efficienza delle azioni di ciascuno di loro. La mente in questo caso, associata naturalmente al cervello, sarebbe legata alle sue funzioni analitiche e decisionali ultime. Ma un organo in cosa è efficiente e in cosa vulnerabile? Innanzitutto stiamo parlando di esseri viventi: ovvero esseri che hanno un proprio ciclo di vita dipendente strettamente dall’interazione con l’ambiente. Gli animali si sono evoluti attraverso la selezione darwiniana e hanno come loro fondamentale caratteristica quella di potersi spostare, ovvero non sono localizzati nello spazio. Al contrario, per la maggior parte degli organi, questi sono localizzati nello spazio all’interno dell’essere e sono altamente specializzati. Eccezione la fa ad esempio la pelle, e in generale tutti i sistemi “sensoriali”. Quindi, per chi/cosa possiede “organi”, aspetti fondamentali sono 1) la capacità di adattarsi singolarmente spostandosi geograficamente per trovare condizioni favorevoli alla sopravvivenza e 2) una organizzazione interna molto localizzata e specializzata. Solitamente, nessun organo può sopravvivere da solo e tutti partecipano alle funzioni di sopravvivenza del sistema stesso nel lungo termine. E le piante? Sono organismi viventi che

non

hanno 1) la capacità di adattarsi spostandosi geograficamente per trovare condizioni favorevoli alla sopravvivenza, almeno una volta “nati”, e

non

hanno 2) una organizzazione interna molto localizzata e specializzata. Al contrario ogni singola cellula vegetale può essere pensata come una fabbrica in grado di costruire tutti i componenti della pianta, permettendo la sopravvivenza in assenza di molti pezzi della stessa. In pratica, come se piccole parti del corpo potessero contenere ancora cellule staminali in grado di riprodurre gli organi. Le cellule sono comunque gli elementi da considerarsi come base di tutta la vita sul nostro pianeta. Tuttavia, fino a pochi mesi fa, non era chiaro come le cellule animali primordiali potessero essere evolute in quelle più complesse. Un gruppo di ricerca nord europeo ha scoperto che negli abissi marini vive un organismo che può essere l’anello di collegamento tra cellule semplici e complesse, cercando di mettere luce quindi al mistero della comparsa del ribosoma come vocabolario della vita ( http://www.uib.no/en/news/88357/researchers-discover-missing-link-evolution-complex-cells ). Detto questo, potremmo riassumere che un organo è molto efficiente se e solo se in un contesto interno ben organizzato, con specifiche funzioni e controllo nonché dipendenti da un cervello e viceversa, e se in grado di modificare le condizioni sfavorevoli, spostandosi o modificando l’ambiente. La pianta invece ha ogni cellula capace di adattarsi cooperando con l’ambiente, che non può modificare. In casi estremi, affida ai semi il compito di viaggiare verso condizioni migliori. Il paragone con l’ambito socio-politico è fin troppo banale…l’apologo di Menenio Agrippa insegna.