di Michele Emiliano aumenta la tensione fra gli scissionisti del Pd

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Transcript di Michele Emiliano aumenta la tensione fra gli scissionisti del Pd

Il “doppiogiochismo”di Michele
Emiliano aumenta la tensione fra
gli scissionisti del Pd
di Politik*
Adesso che l’assemblea
nazionale del Pd si è conclusa non resta che apettare la nuova, che
sarà eletta da un congresso di “rito abbreviato”, come lo hanno
definito gli oppositori di Matteo Renzi adottando il linguaggio del
magistrato (in aspettativa) Michele Emiliano.
Bisogna solo capire
quando si potranno “pesare” le reali
dimensioni della scissione
lungamente minacciata e non ancora formalizzata.
L’ intervento a sorpresa pronunciato verso la fine del dibattito
nell’assemblea nazionale dal governatore pugliese Emiliano sembrava
qualcosa di surreale, non sapevamo ad un certo punto se intravedere
nel suo retro-pensiero di più l’inusuale mitezza o la sfacciataggine
mediatica. Per mesi e mesi non ha fatto altro che sferrare attacchi
durissimi e scorretti, al segretario del suo partito, Matteo Renzi. Ha
affidato ai social network, ai soliti giornalisti creduloni tante
roboanti mancate promesse di fargli vedere di che cosa
sarebbero capaci lui e gli altri avversari. Ha minacciato ed avviato
raccolta di firme e di minacce di ricorsi giudiziari persino“le carte
bollate” (convinto di essere ancora un magistrato in servizio) , per
obbligarlo ad avviare le procedure congressuali,
Poi all’improvviso Emiliano è andato
ciondolante con la testa china verso il podio chiedendo di fatto
scusa davanti alla platea
incredula e rumoreggiante all’ormai ex
segretario Renzi, dimessosi appunto per andare al congresso. Sì, ha
chiesto scusa per l’”equivoco” in cui il governatore pugliese, prima
di rendersene conto parlando al telefono con l’interessato, era caduto
immaginando insieme agli altri avversari, che Renzi avesse premuto
sull’ accelleratore alla convocazione del congresso e quindi anche
alle
elezioni, anticipando di sei mesi e rotti la fine della
legislatura cominciata nel 2013.
Emiliano con i suoi abbondanti capelli grigi che sembravano
letteralmente cosparsi di cenere ha chiesto a Renzi di essere generoso
con i suoi rivali, anticipando di una decina di giorni la fine del
Carnevale. “Tu sicuramente vincerai”, ha riconosciuto a Renzi il
governatore pugliese (facente funzione…) chiedendosi e chiedendo che
cosa potesse mai costargli la generosità di allungare i tempi del
congresso per togliere l’ “alibi” – parole testuali– ” agli avversari
decisi alla rottura, cioè alla scissione” – ha aggiunto con un misto
di cautela e di furbizia se di alibi davvero si trattava.
Nella sorprendente fiction recitata da Emiliano di pentimento ,
disponibilità, umiltà, definitela come meglio vi piace , Emiliano
parlando al plurale,
è arrivato a garantire a Renzi, che se mai
fossero riusciti ad ottenere la conclusione del percorso congressuale
dopo le elezioni amministrative previste tra maggio e giugno,
riguardanti una lunga lista di città importanti e una decina di
milioni di elettori, gli avversari non avrebbero utilizzato gli
eventuali risultati negativi contro l’ormai ex segretario in corsa per
la riconferma.
E’ bastato vedere lo sguardo ironico e “divertito” di Renzi con i suoi
colleghi di palco e le sue truppe in prima fila per capire che Renzi
non gli credeva: Emiliano stava giocano il suo grande personale
“bluff” alla barese. Ma Emiliano si era persino dimenticato di essere
rimasto ormai senza interlocutore perché Renzi essendosi dimesso da
segretario, statutariamente non poteva neanche replicargli alla fine
della discussione.
Nonostante la decantata (o millantata ?) dimestichezza con le “carte
bollate”, il modesto Emiliano in questa vicenda del congresso del
Partito Democratico ha dimostrato di essere simpaticamente “scarso”
per non dire altro… . Resta solo da augurarsi che non lo sia diventato
anche per quelle giudiziarie, nel caso in cui dovesse stancarsi della
politica, o fuoriuscirne per decisione degli elettori e riprendere il
vecchio lavoro di magistrato. Peppino Caldarola, già direttore
dell’Unità, già parlamentare dei Ds-ex Pci ed ora collaboratore
dell’amico Enrico Rossi, governatore della Toscana, nei giorni
precedente
in
una
intervista
alla
Gazzetta
del
Mezzogiorno, aveva rappresentato il governatore della Regione Puglia,:
“Sta disperatamente cercando uno spazio per tornare con Renzi”– ha
dichiarato testualmente Caldarola
su Emiliano, oltre 24 ore prima
di poterne ascoltare l’intervento all’assemblea nazionale.
Aggiungendo: “E’ un irregolare della politica. E’ capace di offrire
passione, verve e anche una certa dose di ambiguità”. Come non dare
ragione a Caldarola ?
Impietoso il giudizio anche
di Massimo D’Alema , che pensava erroneamente di conoscerlo bene come
i suoi polli, oltre ai suoi vini e ai suoi cani, su Michele Emiliano.
“L’anello debole” (della cordata antirenziana n.d.a) “è Emiliano. Sa
perfettamente che non sarebbe lui il leader del nuovo partito e quindi
è tentato dal compromesso”, ha dichiarato l’ex presidente del
Consiglio D’ Alema . Dichiarazioni queste riportate da un vero
“specialista” delle vicende della sinistra italiana, il giornalista
politico
Federico Geremicca, che le pubblicate sul quotidiano La
Stampa di domenica, ancor prima che cominciasse
la seduta
dell’assemblea nazionale del Pd.
Un
altro
attento
osservatore
e
commentatore
della
politica, Alessandro De Angelis dell’ Huffington Post ha scritto che
“ ieri, dopo l’intervento di Emiliano in direzione, con voce rotta e
accompagnato da un vistoso “dammi il cinque” a Renzi, cellulari e mail
dei bersaniani sono stati inondati: “Scandaloso”, “questo è peggio di
Renzi”, “non ci possiamo affidare a uno così”. Roberto Speranza si è
dovuto precipitare a via Barberini, sede della Regione Puglia a Roma,
per spiegargli che così è difficile. E mettere nero su bianco un
comunicato “Renzi ha scelto la scissione”, dal sapore definitivo ma
che definitivo non è, per Emiliano“.
” Il governatore della Puglia, terra di Taranta e di astuzie
levantine, – scrive l’ Huffington Post – ha trasformato questa attesa
già in una campagna per sé, personalistica, grillina, dove i confini
tra furbizia e tradimento sono labili sotto i riflettori di questi
giorni. Nell’ultima settimana, nell’ordine, ha pranzato con Silvio
Berlusconi (come ha raccontato il Corriere della Sera, attraverso una
firma sempre affidabile) anche se lo ha smentito. Poi, nella famosa
manifestazione di Testaccio, quella di Bandiera Rossa, è stato accolto
da capo e da capo ha parlato, attaccando Renzi e quelli attorno al suo
“capezzale”, per poi dire che Bersani sì che rispettava una comunità.
Applausi che è venuta già la sala. Dialogante con Berlusconi, cuore
rosso con Ditta, dopo tre ore su un Suv è arrivato al congresso di
Sinistra Italia, proprio mentre Arturo Scotto stava concludendo il suo
discorso della vita. Lo saluta col give me five poi nell’intervento,
consapevole di non essere amato dalla sala, prova a conquistarla
lodando il partito che Scotto sta lasciando: “Nichi (Vendola, ndr) sai
che ti ho sempre stimato”, “Sei un padre politico per me”, “spero che
tuo figlio Tobia mi chiami zio Michele”. Lo stesso nome dello “zio
Michele” (Misseri) di Avetrana, quindi di cui non fidarsi troppo !
Anche nel quartiere generale di Massimo D’ Alema, la
Fondazione
ItalianiEuropei sono arrivate valanghe di messaggi, dopo il successivo
“give me five” con Matteo Renzi: “Siamo all’avanspettacolo”, “è
inaffidabile”. Imperturbabile e inappuntabilmente se stesso, col Pd
di Renzi già alle spalle, D’ Alema ha suggerito un maggiore
coordinamento politico, da affiancare all’inossidabile Roberto
Speranza. Che, in questa scissione, che vede protagonisti non
pochi affetti da narcisismo imponente da non ferire, è andato a
parlare a Milano con discrezione e senza enfasi con Giuliano Pisapia,
per creare i presupposti di un dialogo e cammino comune. A Speranza ,
Emiliano ha detto giustificandosi che ha parlato in quel modo a Renzi
per stanarlo, perché così facendo, second o il suo pensiero “alla
barese” si capisce che è lui che ha voluti rompere. Emiliano però ha
parlato con
Guerini, con Franceschini, ripetendo a tutti la
filastrocca delle ultime ore : “Io non voglio rompere, però serve un
segnale…”.
Nel terreno viscido tra astuzia e tradimento, che induce Renzi a non
dare per scontato l’ addio di emiliano. Alcuni (sopratutto il suo
modesto “clan” pugliese con Francesco Boccia in prima fila) gli
dicono : “Michele sai che spettacolo le primarie tra te e Renzi”
oppure “Michele con te facciamo due cifre” dicono gli altri. Ma tutti
i dissidenti della “trimurti” (come i renziani di stretta osservanza
hanno definito l’alleanza Rossi-Emiliano-Speranza, adesso vogliano
capire cosa farà Emiliano. I sondaggi dicono in realtà che, se c’è lui
in campo, non conviene: vince Renzi, La candidatura di Michele da Bari
si avvicina al 30% non oltre; senza di lui ci sarebbero più
possibilità di fronteggiare Renzi.
I bersaniani in serata hanno fatto sapere che non parteciperanno alla
direzione del partito convocata per nominare la commissione che dovrà
occuparsi delle regole del congresso. “No, non andiamo“, ha confermato
Nico Stumpo. Non saranno presenti, spiegano, perché la direzione
eleggerà la commissione per il congresso e loro non intendono farne
parte, dal momento che non condividono il percorso avviato. Parole
simili
arrivano da Roberto Speranza: “Per me
non ci sono le
condizioni per stare nel congresso, e non credo andrò alla prossima
direzione del Pd dopo quello che è accaduto ieri. Ci aspettavamo che
nelle repliche di Renzi ci fosse un messaggio di riapertura della
discussione. Non è avvenuto.“.
La minoranza, dopo l’assemblea, si sarebbe data 48 ore per
riflettere per verificare se Matteo Renzi è disposto a fare “una mossa
politica vera” per scongiurare la scissione. Intanto il presidente
della Toscana, Enrico Rossi, ha fatto sapere anche lui di non voler
stare “in un partito che sia ‘il partito di Renzi’. Dobbiamo lavorare
– ha agiunto – ad un altro soggetto politico con l’intento di
rafforzare il quadro del centrosinistra, un centrosinistra che sia
attrattivo che potrà allargare l’area di consenso e di raccolta di
voti verso il centrosinistra”
*Politik è un autorevole conoscitore delle vicende interne del Pd
Immancabili ed impietose le reazioni del “popolo” dem sulla pagina
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