Fino al 25.II.2017 AnthropoceneRiccardo

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21 febbraio 2017 delle ore 00:06
Fino al 25.II.2017
Anthropocene
Riccardo Crespi, Milano
Con "Anthropocene” s'intende una nuova era
geologica distinta dall’Olocene, ufficializzata
nel 2000 dal chimico e premio Nobel Paul
Crutzen, anche se la proposta è al centro di
controversie e polemiche. Detto ciò, non
possiamo negare che dagli anni 00, il Pianeta
malgrado lo sviluppo tecnologico sofisticato,
non sta troppo bene e le cause e gli effetti prima
del riscaldamento dell'atmosfera, poi dell'inquinamento e del buco dell'ozono sono sotto gli
occhi di tutti. E l’ L'Homo Sapiens, che dalla
sua comparsa sulla Terra ad oggi si è dimostrato
tutt'altro che sapiente nella sua inarrestabile
azione distruttiva e di dominio del Pianeta, ne
è il responsabile. L'ipotesi della "nuova era
" dominata dall'uomo (dal greco anthropos ), la
spiega il testo di Paola Cavalieri che introduce
alla mostra collettiva che prende il titolo da
questo tema di scottante attualità. La Galleria
Riccardo Crespi con questa esposizione fa capo
alla precedente intitolata "Natura e Destino
" (aprile 2010), quando gli artisti sono stati
invitati dal gallerista a rileggere l'omonima
opera di Konrad Lorenz e a porsi domande sulla
mancanza di relazione tra l'uomo e la natura.
Questa mostra raccogli le opere diverse
tecniche e linguaggi di 15 artisti nati tra gli anni
'60 e gli anni '80, (Romain Bernini, Stefano
Cagol, Simone Cametti, Emma Ciceri, Ingar
Krauss, Marcelo Moscheta, Stephanie Nava,
Gioacchino Pontrelli, Lisi Raskin, Lucas
Recchione Gentzsch, Zineb Sedira, Caterina
Silva, Veronica Smirnoff, Sebastiano Sofia,
Gael Weistein), chiamati a riflettere sulle fasi
di cambiamenti climatici e ambientali con opere
che, secondo loro dovrebbero farci pensare
sullo stato di emergenza dell’ambiente, anche
se non tutte , a dire il vero, centrano il bersaglio
critico, anzi molte , soprattutto al piano
sotterraneo della galleria sembrano "tirate per i
capelli".
riscaldamento dell'atmosfera dura meno del
solito. Funziona il passaggio della Glaciazione
inscenata all'entrata della galleria, alla seconda
sala "Wunderkammer", dove Ilaria Cuccagna
(1981) espone Ossimori, una installazione di
elementi naturali adagiati su pezzi di pietra di
diverso formato, compilano un campionario di
reperti naturali archeologici di chissà quale
catastrofe ambientale. Al piano inferiore era
necessario fare più selezione, in particolare dei
dipinti non tutti inerenti al tema, e il troppo
stroppia! Da vedere le fotografie di Ingar
Krauss (1965), il maestro tedesco per
eccellenza delle nature mostre in rigoroso
bianco e nero e la serie di cancellature su carta
con la gomma nella serie di Roghi (2013) di
Emma Ciceri (1983). Induce a riflettere su quale
futuro ci aspetta se ci sentiamo padroni e non
ospiti di questo pianeta, l'alveare vuoto Favi di
Miele (2015), di Simone Cametti (1982), certo
togliendo qua e là qualche opera non pertinente,
la mostra poteva essere più raffinata.
Jacqueline Ceresoli mostra visitata il 5 febbraio
Dal 24 novembre 2016 al 25 febbraio 2017
Anthropocene Riccardo Crespi via Mellerio 1,
Milano Orari: da lunedì a sabato dalle 11:00 alle
13:00 e dalle 15:00 alle 19:30 Info: www.
riccardocrespi.com [email protected]
È efficace la sala al primo piano della galleria,
dove quattro foto di Marcelo Moscheda (1976)
con cornice di polistirolo A Line in the Arctic
#3 (2012), raggela l'inquietante deserto di
ghiaccio attraversato da una linea rossa, che
dovrebbe indicare il punto che dimostra
l'impossibilità di misurare la terra? Dialoga con
questo "reportage" di una spedizione
nell’Artico, la fotografia di Zineb Sedira
(1963), una foto metafisica dai dalle tonalità
azzurrate trasparenti dell'Hotel di ghiaccio in
Lapponia (2016), che a quanto pare a causa del
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