MANIFESTO PER UNA ECOLOGIA INTEGRALE

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MANIFESTO PER UNA
ECOLOGIA INTEGRALE
1
Di Alessandro Perrone
Fondatore del Movimento
Ambiente Identità e Tradizione
2
Il movimento Ambiente, Identità e Tradizione,
nel
solco
della
storica
dell’ecologismo
identitario
tradizione
e
dell’ambientalismo localista del novecento,
agisce al fine di custodire, preservare e
tramandare l’ordine naturale e l’equilibrio
armonico del pianeta. Ogni individuo ha
l’obbligo d’onore e il dovere morale di
custodire le risorse naturali, paesaggistiche,
floreali e faunistiche in una concezione di
rispetto e di conservazione dei delicati equilibri
a cui le stesse risorse sono legate, mediante
azioni e stili di vita coerenti con questo
progetto.
3
Laicismo liberal-capitalista e ateismo socialmarxista, due facce della stessa medaglia,
hanno devastato l’ambiente naturale in nome
di un progressismo e di uno sviluppismo ciechi
e incoscienti, i primi per il raggiungimento di
uno sconfinato profitto, i secondi per un
illusorio miglioramento delle condizioni di vita
della classe operaia. Entrambe queste visioni
hanno
contribuito,
spesso
da
posizioni
apparentemente conflittuali e qualche volte
anche in sinergia, al vilipendio delle risorse
naturali e paesaggistiche.
4
Il fallimento di questi modelli di sviluppo e il
disastro ambientale conseguente sono coincisi,
in
particolare
a
partire
dal
secondo
dopoguerra, con il fallimento di un ecologismo
monopolizzato da una certa sinistra che lo ha
rinchiuso in gabbie ideologiche, le quali, anche
nel recente passato, hanno imbrigliato le vivaci
potenzialità
della
galassia
ambientalista,
spesso disinnescandone le enormi energie,
dirottandole, a volte dolosamente, su posizioni
di sterile protesta o peggio di strumentale
propaganda politica e sindacale.
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L’essere umano con la sua peculiare e unica
dignità non è padrone e aguzzino della natura
e non ne può disporre a piacimento in nome di
un principio indiscriminato di libertà e di
autodeterminazione. L’uomo, secondo un
principio di responsabilità e di contezza dei
suoi limiti, ha il dovere di preservare e
rispettare l’ambiente e le creature viventi
tenendo ben saldo e vivo il principio della
sacralità e inviolabilità della vita umana che
viene prima di tutto e soprattutto.
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Appare così in tutta la sua stridente incoerenza
il finto ecologismo di coloro che lottano contro
l’estinzione di un animale selvatico o contro la
mattanza degli animali da pelliccia o ancora
contro i presunti maltrattamenti degli animali
nei circhi o nelle feste e restano del tutto
indifferenti o in tanti casi favoriscono pratiche
abominevoli come l’aborto, l’eutanasia e le
manipolazioni genetiche. Altrettanto indicativa
a tal proposito la contraddittoria impostazione
ideologica di alcuni ambientalisti che, da un
lato,
mettono
in
discussione
alcune
innovazioni scientifiche in nome di una tutela
dell’ecosistema e dall’altro sono pronti a
giustificare ogni eccesso della scienza applicata
su embrioni umani.
7
Il valore intrinseco di ciascun essere umano si
estende di gran lunga oltre i confini del suo
sviluppo materiale. Il degrado ambientale è
legato in massima parte ad una schizofrenia
sociale e culturale dove ad una crescita
tecnologica, scientifica e materiale non si è
affiancata un’adeguata crescita morale degli
individui. Le risorse finite del pianeta sono
state usate e abusate egoisticamente in nome
di un presunto miglioramento della qualità
della vita dei suoi abitanti. Questo modello,
lungi dall’aver raggiunto l’obiettivo prefissato
per la stragrande maggioranza degli esseri
umani ha condotto l’umanità stessa a profondi
squilibri sociali e geografici, alle soglie di una
catastrofe
climatica
e
irreversibile.
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ambientale
forse
Urge una conversione ecologica globale che
coinvolga integralmente l’essere umano, a
partire dai piccoli gesti quotidiani e da un
cambiamento reale e progressivo di stili di vita
sbagliati
e
dannosi
per
l’ambiente.
9
l’uomo
e
per
Tratto fondamentale di questa impostazione
ideologica e culturale è la critica fondamentale
al sistema globale che tende ad imporre stili di
vita e schemi di comportamento standardizzati
e protesi a sregolati ritmi di produzione e
consumo di beni a scapito della qualità
dell’ambiente e in definitiva alla qualità della
vita di ciascun individuo. E’ giunta l’ora che la
critica profonda ai pilastri del mondialismo con
le sue due facce intercambiabili della stessa
medaglia (laicismo liberista e materialismo
ateo), cominci ad uscire dai ristretti ambiti
culturali di sparute minoranze di testimonianza
ideologica
dimensione
e
politica
anche
importante.
10
per
acquisire
una
numericamente
Un forte legame ai valori della tradizione, uno
stile di vita a contatto con la natura e un
ritorno
alla
terra,
intesa
come
luogo
dell’identità di popoli e delle radici di ciascun
esser umano costituiscono i capisaldi del
nostro manifesto ambientalista. Il ritorno alla
propria identità ed alle proprie tradizioni
storico-culturali
e
religiose
sviluppa
un
sentimento di appartenenza e di familiarità
virtuoso e armonico. Viceversa l’esasperazione
della tecnologia, l’alienazione della vita nei
grandi centri urbani, il consumismo sfrenato
conducono alla mortificazione della dignità e
dell’indipendenza
di
ciascun
uomo
ricadute disastrose sulle relazioni umane.
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con
In ultima analisi riacquisire un contatto diretto
con la natura e con i propri ritmi aiuta a
modificare scorretti stili di vita.
Le risorse energetiche del pianete non sono
illimitate.
Sono
sull’equilibrio
a
tutti
climatico
noti
dovuti
gli
effetti
all’utilizzo
smodato dei combustibili fossili e della
produzione dei gas serra. E’ auspicabile
pertanto una ricerca ed un utilizzo corretto
delle
cosiddette
energie
rinnovabili
in
particolare quella solare associata ad un reale
risparmio energetico a monte mediante
moderne tecnologie abitative e nuovi mezzi di
trasporto.
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Discorso diverso per altre fonti di energia
rinnovabile quali le biomasse e l’eolico. Tali
tecnologie, in enorme espansione negli ultimi
anni, non sempre sono realmente convenienti
da un punto di vista ambientale. Ad esempio,
l’utilizzo del biogas da biomasse per produrre
energia elettrica, spesso risponde a logiche
estranee alla difesa ambientale. Il bilancio di
emissione di gas e sostanze inquinanti di questi
impianti, a ben guardare, non sempre è
favorevole rispetto alle tradizionali fonti
energetiche. Si omette spesso, nel computo
complessivo delle emissioni, quelle legate alla
movimentazione delle biomasse mediante
mezzi su gomma, per non parlare delle polveri
sottili
e
degli
ossidi
nell’ambiente.
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che
ricadono
A ben guardare, anche l’eolico, in un bilancio
ambientale complessivo, non sempre è un
sistema virtuoso. Basti pensare allo scempio
paesaggistico provocato dai cosiddetti parchi
eolici che devastano il panorama per centinaia
di chilometri e ai costi di manutenzione e di
ammortamento della rapida obsolescenza
degli stessi.
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Il paesaggio, con tutte le sue meraviglie e il suo
mirabile equilibrio, merita ammirazione e
rispetto. Dovere di ogni stato nazionale e di
ciascun individuo è quello di porre attenzione
e cura a ciascuno degli aspetti naturalistici del
territorio. A partire dalle acque, dolci e salate a
finire alla straordinaria varietà di piante e fiori.
Obiettivi prioritari e improcrastinabili deve
essere: la riforestazione e il rimboschimento
delle
aree
a
rischio
desertificazione;
l’arricchimento e arredamento delle aree
urbane ed extraurbane di alberi, piante e fiori
nelle varietà adeguate al clima, al terreno ed
alle caratteristiche peculiari del territorio; la
riqualificazione delle aree fluviali e lacustri
abbandonate e riscoperta della montagna
come risorsa ambientale principale.
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La ripopolazione delle aree interne con
politiche di incentivazione all’imprenditoria
agricola, zootecnica e agrituristica delle giovani
coppie; tutela e attenzione alle coste e al
microambiente marino con sorveglianza ala
qualità delle acque di balneazione e di diporto.
No agli OGM, si all’agricoltura biologica, alla
permacoltura biodinamica.
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Rispetto e protezione della fauna. Riteniamo
che sia doveroso rivolgere a tutta la fauna
attenzione e rispetto. Ripudiamo ogni forma di
inutile violenza e crudeltà nei confronti degli
animali selvatici, nella loro infinita varietà, che
hanno diritto alla tutela e all’integrità del loro
ambiente naturale dove vivere e riprodursi
secondo i cicli e le dinamiche previsti
dall’ordine
naturale.
Analogo
rispetto
è
dovuto, secondo i principi di responsabilità e
custodia agli animali domestici. L’allevamento
degli animali a scopo alimentare deve essere
condotto secondo principi per quanto possibile
aderenti ai cicli naturali evitando forzature o
eccessi al fine di aumentare artificiosamente il
profitto.
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La caccia e la pesca, nobili attività legate alla
storia evolutiva dell’essere umano, dovrebbero
essere praticati sempre secondo i principi di
rispetto, custodia tutela, nel rispetto assoluto
dell’equilibrio naturale del microambiente.
Tolleranza zero verso bracconieri o pescatori di
frodo.
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L’utilizzo degli animali all’interno dei circhi o
nelle
manifestazioni
popolari
non
sono
contrarie ai principi finora enunciati. Riteniamo
che il circo sia una forma alta e nobile di
espressione artistica, veicolo ancora attuale di
cultura e sapere. Per merito del circo molti
bambini, in zone rurali e periferiche o anche
nei grandi centri urbani, che non avrebbero
forse mai avuto la possibilità di conoscere
animali esotici e di ammirare incredibili
attrazioni di artisti originali hanno avuto
questa
opportunità.
Nella
stragrande
maggioranza dei casi, in questi ambienti gli
animali vengono adeguatamente custoditi e
rispettati.
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Analogo discorso per gli animali che vengono
utilizzati per le attività sportive, le corse e i
pali. Emblematico l’esempio del Palio di Siena,
festa antica che si celebra nella città toscana
due volte l’anno dove il rispetto, la custodia, la
cura e l’amore verso l’animale sono tratti
distintivi e innati della tradizionale carriera. No
alla mattanza degli animali selvatici per
prelevare la pelliccia. No agli eccessi di cura nei
confronti degli animali domestici con sprechi di
risorse per cibo, cosmetici e prodotti inutili.
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Nell’ambito di più generali e culturali politiche
di riduzione globale dei rifiuti, la nostra
proposta
si
basa
su
quattro
pilastri
fondamentali: la raccolta differenziata spinta
mediante sistema di raccolta porta a porta con
tracciabilità
del
rifiuto
o
mediante
conferimento diretto ovvero personalizzata
per tipologia di utente; la gestione il loco del
rifiuto umido mediante compostaggio di
comunità per il trattamento aerobico della
FORSU affiancato da un incremento del
compostaggio domestico con chiusura del ciclo
di
smaltimento
l’incremento
sullo
della
pretrattamento,
stesso
gestione
stoccaggio,
territorio;
(selezione,
imballaggio,
commercializzazione) delle materie prime
seconde soggette a riclo/riuso in loco anche
21
mediante
auspicabili
iniziative
private;
strategie di premialità tariffaria per i cittadini
virtuosi.
Un
ulteriore
approfondimento
riguarderà la gestione del rifiuto così detto
residuo (non riutilizzabile, non riciclabile, non
biodegradabile).
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Come abbiamo ampiamente descritto nei
capitoli precedenti, la raccolta differenziata,
oltre a costituire un obbligo di legge è l’unico
modello
sostenibile
smaltimento
dei
sottolineare
il
differenziata,
come
epocali,
nella
rifiuti.
fatto
Bisogna
che
tutti
rappresenta
gestione
una
la
i
dello
anche
raccolta
cambiamenti
trasformazione
copernicana di modi e stili di vita ormai
radicati in ciascuno di noi. Rappresenta quindi
un
problema
culturale
e
sociale
di
cambiamento e di presa di coscienza della sua
importanza e della sua ineluttabilità.
23
In questa fase di transizione verso una
gestione a regime di raccolta differenziata, è
quanto mai opportuno, a nostro avviso,
prevedere un sistema di premialità tariffaria
verso quei cittadini virtuosi e diligenti anche al
fine di stimolare al cambiamento delle
abitudini i cittadini più pigri o meno attrezzati
per
lo
svolgimento
di
una
corretta
differenziazione. Numerosi e diffusi riscontri ci
indicano che il miglior sistema è quello di far
pagare a ciascun cittadino o gruppo familiare,
una tariffa commisurata alla quantità di rifiuti
conferita. Il sistema P.A.Y.T. : Pay As You
Throw cioè pagare per quanto si conferisce è
ormai
un
collaudato
meccanismo
di
tariffazione per la raccolta dei rifiuti diffuso
negli Stati Uniti e nel Nord Europa che sta
24
trovando applicazione anche in Italia. E’
evidente
che
questo
sistema
prevede
meccanismi di tracciabilità dei rifiuti, di
controllo e sorveglianza sul territorio e di isole
ecologiche o punti di raccolta attrezzati,
efficienti e fruibili.
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Tornando al rifiuto umido, riteniamo che la
migliore soluzione sia quella di trattarlo in loco
mediante compostiere aerobiche di comunità,
di moderna tecnologia. Accanto a questo
progetto
è
indispensabile
facilitare
e
promuovere il compostaggio domestico tra
tutti coloro che hanno la possibilità e lo spazio
per praticarlo. In tal modo si ridurrebbe di gran
lunga la quantità di rifiuto organico conferito
nelle compostiere di comunità. Riteniamo che
questo progetto sia quanto mai aderente alle
caratteristiche dei territori dove numerose
famiglie vivono in ambiente rurale, sia per il
numero di abitanti e di conseguenza della
quantità di rifiuto organico prodotto e sia per
la prevalente vocazione agricola che si
contrappone
ad
impianti
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impattanti
e
inquinanti. Non trascurabile il fatto che la
compostiera aerobica produce compost di
qualità pronto per l’utilizzo in agricoltura come
fertilizzante.
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In conclusione di questo capitolo, rivolgiamo
l’attenzione a quella quota residuale di rifiuti
non riciclabili o che comunque non possono
entrare nei percorsi di smaltimento che
abbiamo descritto finora, il così detto RUR
(rifiuto
urbano
residuo).
Tale
frazione,
dovrebbe progressivamente ridursi fino a
raggiungere
quantità
trascurabili
con
l’adozione a regime delle pratiche che
abbiamo appena descritto come la raccolta
differenziata spinta con il riciclo/riuso delle
materie prime seconde e il compostaggio
comunitario e domestico. In ogni caso, è
necessario tener presente una soluzione anche
per lo smaltimento di questa frazione, quanto
meno in una fase transitoria.
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Appare ormai chiaro che il modello di sviluppo
ereditato dal novecento è insostenibile per gli
equilibri naturali del pianeta. Tuttavia questo
schema volto allo sviluppo insostenibile è, a
quanto
pare,
condiviso
dai
tradizionali
schieramenti politici, evidentemente proni e
funzionali ad un sistema globale volto al
mantenimento di enormi interessi economicofinanziari.
Pertanto
intraprendere
una
si
può
direzione
e
si
deve
alternativa,
realistica, concreta e accettabile dove trovi
posto un nuovo approccio al consumo di beni,
all’utilizzo dell’energia, all’uso delle nuove
tecnologie.
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Una nuova impostazione culturale e ideologica
prima che comportamentale. Si tratta in realtà
di un ribaltamento di quel sistema di valori
imposto dalla società dei consumi e del
profitto, tesa ad una crescita forsennata,
aprendo nuovi scenari sociali come il ritorno
alla terra come bene primario da valorizzare e
proteggere, ai valori della tradizione e del
localismo, in buona sostanza a uno stile di vita
più attento alla qualità dei prodotti che alla
quantità degli stessi.
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E’ necessario superare l’ossessione della
crescita economica a tutti i costi. Rallentare il
passo non è sinonimo di recessione o di
riduzione del prodotto interno lordo bensì di
un nuovo e razionale approccio al consumo dei
beni e dell’energia, limitando gli sprechi.
Guardare oltre il mero profitto e promuovere
comportamenti improntati alla sobrietà negli
usi e nei consumi.
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Urge una conversione ecologica globale dove
trovi post un ribaltamento della scala dei valori
in un contesto più generale di cambiamento
radicale degli stili di vita e dei comportamenti.
Consumare meno energia, produrre meno
rifiuti, aver maggiore cura dell’ambiente nelle
piccole
azioni
quotidiane,
rivolgersi
alle
meraviglie della natura con un atteggiamento
da un lato di ammirazione e contemplazione
per goderne appieno le straordinarie bellezze e
dall’altro di custodia e protezione come
sentinelle della casa comune.
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