Camera dei deputati – 4-15581 – Interrogazione a risposta scritta

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Camera dei deputati – 4-15581 – Interrogazione a risposta scritta
presentata dall’On. Spessotto (M5S) e altri il 15 febbraio 2017. Pagina | 1
Camera dei deputati – 4-15581 – Interrogazione a risposta scritta
presentata dall’On. Spessotto (M5S) e altri il 15 febbraio 2017.
SPESSOTTO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
la direttiva n. 97/67/CE (prima direttiva postale) prevede l'obbligo per tutti gli Stati membri di assicurare la fornitura del servizio
postale universale (SU) e prescrive altresì che la raccolta e la distribuzione degli invii postali al domicilio del destinatario siano
garantite «come minimo cinque giorni lavorativi a settimana» e che solo in presenza di circostanze o condizioni geografiche
eccezionali sia ammessa la fornitura per un numero inferiore di giorni;
per quanto l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) possa concedere una deroga, ciò deve avvenire, secondo il decreto
legislativo n. 261 del 1999, «in presenza di particolari situazioni di natura infrastrutturale e geografica»; condizioni che non
ricorrerebbero ad avviso degli interroganti nell'attuale Piano di riorganizzazione di Poste italiane S.p.a;
come noto, attraverso la legge di stabilità 2015 e il nuovo contratto di programma 2015-2019, il Governo ha di recente introdotto, in
tema di frequenza settimanale di raccolta e recapito della corrispondenza, alcune «misure di rimodulazione» della frequenza di
erogazione dei servizi sull'intero territorio nazionale e Poste ha chiesto e ottenuto (si veda al proposito la delibera dell'Autorità per le
garanzie nelle comunicazioni n. 395/15/CONS) una modifica del modello di recapito a giorni alterni degli invii postali per fasi;
ai sensi dell'articolo 3, comma 4, della delibera n. 395/15/CONS, l'attuazione del piano di recapito a giorni alterni può essere inibito o
condizionato all'introduzione di misure correttive, stabilendo particolari condizioni volte a salvaguardare la regolarità del servizio o la
realizzazione degli obiettivi previsti di contenimento dei costi;
di recente, è stata rimessa alla Corte di giustizia europea dalla Prima sezione del Tar del Lazio, la questione se la disciplina del
servizio postale universale da parte del legislatore italiano abbia o meno ridotto «le garanzie dei cittadini fissate dall'Unione europea,
incontrando un limite nella disciplina e nelle finalità rinvenibili dalle disposizioni e dai considerando delle Direttive comunitarie di
riferimento»;
difendendosi davanti al Tar, Poste italiane ha ammesso che la riduzione del servizio non dipende da particolari difficoltà nel
raggiungere le località interessate, bensì dalla scarsità di popolazione, che renderebbe eccessivamente costoso l'impegno quotidiano
di un postino –:
come il Ministro interrogato ritenga che il nuovo contratto di programma 2015-2019 siglato tra il Ministero dello sviluppo economico
e Poste italiane si concili con la normativa comunitaria di riferimento e in particolare con la direttiva 2008/6/CE per i profili in
materia di accesso degli utenti al servizio postale universale. (4-15581)
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