COMUNICATO ESITO RIUNIONE RIORDINO 13.2-Flattened

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Comunicato13febbraio2017
PROGETTO RIORDINO
L’USPP CHIEDE DI CORREGGERE IL TESTO PROPOSTO
Si è concluso in serata l’atteso incontro con l’Amministrazione Penitenziaria per l’illustrazione del
testo di riordino delle carriere giunto ormai ad uno stadio così avanzato da far pensare che sarà
difficile modificarne i contenuti.
Siamo convinti che allo stato non si può pensare di bloccare un processo che finalmente potrebbe
vedere (tra qualche settimana) la luce a distanza siderale dal suo avvio, ma se c’è un margine su cui
lavorare noi saremo pronti a rivendicare una nuova diversa qualificazione del personale di Polizia
Penitenziaria.
Siamo anche convinti che il lavoro fatto dall’Amministrazione sia stato encomiabile rispetto a
quello che altre amministrazioni avrebbero voluto concedere al Corpo di Polizia Penitenziaria, ma
tale opera non trapela affatto dal testo presentato che, a differenza di quello della Polizia di Stato,
presenta molte sfaccettature incomprensibili e si compone di diversi giri pindarici per non
riconoscere quello che dovrebbe essere riconosciuto al personale e quello da noi richiesto da
sempre : un’armonica progressione in carriera e non una semplice distribuzione di risorse che,
peraltro, sono quasi azzerate nei ruoli intermedi.
In sostanza abbiamo ribadito che, a nostro avviso, il testo presentato oggi dal DAP relativo al
D.Lgs. sul riordino dei ruoli e delle carriere del Corpo oltre contenere in molti passaggi delle vere e
proprie violazioni della legge delega Madia e in altri degli orientamenti dell’Amministrazione
inaccettabili che mortificano la Polizia Penitenziaria, tradisce il senso della Riforma del Corpo del
1990 e ridurrebbe così come articolato ulteriormente lo spazio di autonomia professionale del
personale direttivo e dirigenziale della Polizia Penitenziaria, schiacciando conseguentemente - in
modo intollerabile – anche il ruolo degli Ispettori.
In primo luogo tutte le risorse economiche previste dalla legge sul riordino delle forze di
polizia deve andare esclusivamente agli appartenenti a tali Corpi, del resto sarebbe
assolutamente fuori dalla legge delega e quindi incostituzionale, confermare nel testo di
decreto sul riordino delle carriere delle forze di polizia qualsiasi riferimento alla carriera dei
dirigenti penitenziari, poiché NON appartenenti ad alcun Corpo di Polizia. Anche se sul punto
il DGPR Dr. Buffa si è affrettato a smentire che siano intaccate risorse per la Dirigenza
Penitenziaria i numeri insignificanti riservati alla Polizia Penitenzia (5 DIRIGENTI
GENERALI) fanno presupporre esattamente il contrario.
Del resto nella bozza della PS non c’è nessun riferimento ala carriera prefettizia: i prefetti, pur
essendo Autorità di Pubblica Sicurezza, hanno la loro disciplina e trovano le loro risorse in altre
fonti di legge, alle quali dovranno attingere anche i dirigenti penitenziari.
L’USPP (ad onor del vero non è stata la sola O.S.) ha evidenziato che l’insoddisfazione è dovuta
principalmente alla sproporzione dei numeri nei vari ruoli che emerge dalla bozza di progetto
rispetto a quelli della Polizia di Stato. Ciò non riguarda solo i ruoli apicali sui quali sarà necessario
un approfondimento, ma soprattutto i numeri di incremento riservati al ruolo dei sovrintendenti (800)
e a quello degli ispettori (500) non sembrano in linea con quelli concessi alla Polizia di Stato.
Anche le procedure concorsuali risultano molto più complesse di quelle precedenti mentre
l’abbreviazione dei periodi per il conseguimento della qualifica superiore nello stesso ruolo appare
come una concessione risibile come il riconoscimento della responsabilità data ad alcuni assistenti
capo.
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Ciò per non parlare dell’istituendo ruolo dei funzionari ad esaurimento che prevede un organico
talmente esiguo da non soddisfare minimamente le esigenze dei 300 sostituti commissari attuali, in
quanto sono previsti solo 50 posti a dispetto della Polizia di Stato che ne prevede 1500 da subito
con concorso agevolato.
Inoltre si riscontra una palese violazione del principio di equiordinazione espressamente
sancito dalla legge delega, poiché la bozza del decreto relativo alla PP prevede un numero di
Primi dirigenti della Polizia Penitenziaria assolutamente irrisorio e sproporzionato in
negativo in assoluto - rispetto alle esigenze del Corpo – nonché in relativo, confrontandosi con
tuttte le altre FFPP e FFAA; infatti, se nella Polizia di Stato è previsto – grazie alle nuove risorse
stanziate proprio dal riordino – un consistente incremento dei numeri dei primi dirigenti di PS ( 1
primo dirigente ogni 110 agenti) e la stessa cosa avviene per Carabinieri e Guardia di Finanza, per
la Polizia Penitenziaria sono stati previsti solo 96 posti da primo dirigente, con una assurda
sproprozione di 1 primo dirigente di PP ogni 420 agenti di PP:
Ancor più svilenti sono le qualifiche dirigenziali dei Funzionari che l’Amministrazione si
ostina a non rendere armoniche con le altre FFPP: mentre per la PS abbiamo i vice questori
aggiunti ed i vice questori, la nostra Amministrazione intende mantenere ancora una
denominazione che richiama le qualifiche inferiori, con ridicole acrobazie e cacofonie lessicali
(rispettivamente: Commissario Coordinatore e – udite udite - Commissario Coordinatore Superiore).
Vi è poi il capitolo in cui si tenta di modificare indiscriminatamente il D.lgs. 449/92 facendo di fatto
sparire la Commissione regionale di Disciplina e rendendo più dure le sanzioni disciplinari che
possono essere irrogate in gran parte anche da organi monocratici, trascurando il fatto che da
sempre stiamo chiedendo una modifica del testo che renda più bilanciato il rapporto tra accusa e
difesa.
Per questi motivi abbiamo chiesto di espungere tutta la parte riguardante le modifiche al D.LGS. in
questione rinviandole ad un testo da concordare in altro tavolo da aprire immediatamente dopo
l’approvazione del riordino.
Dal testo, inoltre, emerge altresì che il personale con qualifica dirigenziale (Comm. Coord.; comm.
Coord superiore, Primo dirigente) deve essere ancora sottoposto al giudizio del Direttore
consistente nel rapporto informativo annuale. Tale previsione, oltre a essere contraria alla
normativa generale sui dirigenti dello Stato, che prevede invece la necessità che il dirigente sia
sottoposto ad una valutazione complessiva da parte di una Commissione, è assurda ed inaccettabile
perché – oltre a segnare un passo indietro rispetto alla disciplina oggi vigente per al PP, dato che
dalla qualifica di commissario capo il vigente dlgs 146 prevede il giudizio del Provveditore in prima
istanza e del Capo DAP in seconda istanza – non rispetta la disciplina prevista dall’attuale
riordino per tutti gli altri dirigenti della Forze di Polizia.
In conclusione a cominciare dai numeri per finire alle denominazioni e passando per le previsioni
delle progressioni nelle qualifiche, il giudizio espresso è stato del tutto negativo anche da parte
delle altre sigle sindacale e per tale ragione si è chiesto al Dr. Buffa (reduce nella delegazione
inizialmente formata anche dal Capo DAP Santi Consolo), di sollecitare il ministro ad un
incontro congiunto.
Al termine della riunione è stata formulata un’apposita richiesta unitaria al Ministro Orlando con
l’intento di ripristinare degli equilibri nel testo e dare concretezza ad un riordino che non lasci
nessuno indietro.
LA SEGRETERIA NAZIONALE
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