Visualizza in PDF

Download Report

Transcript Visualizza in PDF

14
ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
Venerdì 17 Febbraio 2017
Il paese ha aperto agli investitori esteri per diventare più attrattivo rispetto a Cile e Bolivia
Argentina, Eldorado del litio
Il premier Macrì ha detassato le esportazioni dell’oro bianco
DI
ANGELICA RATTI
C
ile, Bolivia e Argentina insieme possiedono più del 70% delle
riserve mondiali di
litio, minerale presentato
come il petrolio del XXI secolo,
di facile estrazione, anche se c’è
chi dubita si tratti di un’industria verde. Questo oro bianco è utilizzato nell’industria,
anche quella farmaceutica. I
prezzi del litio sono alle stelle,
più che raddoppiati dalla fine
del 2015 e hanno raggiunto i
13 mila dollari (12.243 euro) la
tonnellata. Inoltre, la domanda globale è in forte aumento e
potrebbe superare le 170 mila
tonnellate nel 2021, secondo
la Corporazione nazionale
del rame (Codelco) a Santiago. Questo metallo morbido,
molto leggero, di colore chiaro
quasi argenteo non è soltanto
un componente essenziale delle
batterie per i telefoni cellulari.
È utilizzato dalle aziende farmaceutiche per combattere le
malattie bipolari; impiegato
anche dall’industria nucleare
e da quella automobilistica
principalmente nelle batterie
delle auto elettriche.
Il carbonato di litio si trova nelle zone desertiche, al
posto di lagune e laghi prosciugati sugli altipiani ad alta
quota. Le multinazionali minerarie si sono attrezzate in questi ultimi
anni puntando sul
cosiddetto «triangolo del litio», formato
dal deserto di sale
di Atacama in Cile,
di Uyuni in Bolivia
e d’Hombre Muerto
in Argentina, incoraggiate dai governi
di questi tre stati
confinanti del Sud
America che hanno
scommesso sugli investimenti esteri per trovare
nuove fonti di crescita.
Il Cile è stato fino ad oggi
il principale produttore di
litio, con 50 deserti di sale censiti, di cui il più grande è quello
di Atacama, nel Nord del paese, uno dei posti più aridi del
pianeta, ma anche una meta
del turismo internazionale tra
le più importanti e per questo
poco sfruttato per la produzione di litio anche se invece degli ecologisti cileni hanno denunciato il suo saccheggio. La
particolarità di queste saline,
come in Argentina o negli Sta-
denza del paese dal rame, il
cui prezzo è crollato nei mercati
globali, che finora ha assicurato più della metà delle entrate
in valuta estera. E nel gennaio
2016 ha lanciato una nuova
politica del litio che poggia sui
partenariati fra Codelco e delle
società private. Ma
il Cile non è più il
solo a scommettere
sull’oro bianco.
Adesso l’Argentina corre
per recuperare
il ritardo rispetto
ai suoi due confinanti. Il governo
di centrodestra di
Mauricio Macri
ha moltiplicato
Giacimento di litio in Argentina
l’apertura commerti Uniti, è che esse producono ciale internazionale per offrire
carbonato di litio, più facile e le migliori opportunità agli
più economico da sfruttare ri- investitori esteri. Ha deciso,
spetto al minerale di litio che a febbraio 2016, di abolire le
si trova in Australia, Brasile e tasse sulle esportazioni minerarie che incidevano per il
Zimbabwe.
Il presidente cileno, la so- 5-10%. Solo un canone del 3%
cialista Michelle Bachelet, se deve essere versato alle provinne è interessata direttamente ce dove si trovano i giacimenti.
perché vuole ridurre la dipen- Negli ultimi mesi sono arrivati
uomini d’affari dal Giappone,
Cina, Corea del Sud, Australia,
Francia.
Le riserve di litio dell’Argentina permettono di alimentare l’industria giapponese
dei computer e dei cellulari e
in genere dei portatili e delle
vetture elettriche per quattro
anni. Con la riduzione della
tassazione l’Argentina è in procinto di diventare il produttore
di oro bianco più attraente per
gli investitori esteri, mentre i
suoi due paesi vicini sono diventati più guardinghi: il Cile
ha sospeso il rilascio di nuove
concessioni alle imprese straniere e intende imporre uno
stretto controllo per motivi
ambientali. E la Bolivia ha
vietato, per motivi politici, lo
sfruttamento del litio alle multinazionali. Ragioni in più per
guardare all’Argentina come
hanno fatto il gruppo francese
Eramet, i giapponesi Toyota e
Mitsubishi, il sudcoreano Posco. E anche una importante
compagnia cilena, Sqm, lavora
in Argentina.
© Riproduzione riservata
PROPOSTA DELL’ECONOMISTA ANDY XIE, MA LA RUSSIA È UN’INCOGNITA
LA SOCIETÀ HA PERSO 5,1 MLD DI € NEL 2016
La Cina super inquinata potrebbe
comprare il gas di scisto da Trump
I motori Rolls-Royce
scontano la Brexit
DI
«I
MAICOL MERCURIALI
nseguire il protezionismo è come
chiudersi in una stanza buia». Ora
quella stanza buia evocata dal presidente cinese Xi Jinping durante il
Forum di Davos, in riferimento alle politiche di
Donald Trump, potrebbe essere illuminata
dal gas americano.
Ma torniamo all’analisi dell’economista Xie. Se con lo shale gas gli Usa hanno
incrementato la loro produzione di idrocarburi, dall’altra parte del Pacifico la Cina
avrebbe fallito i suoi tentativi di dotarsi di
un’adeguata produzione petrolifera. Così,
con le industrie che reclamano energia, si
è puntato tutto sul carbone. Il risultato è
davanti agli occhi di tutti, un inquinamento
catastrofico.
A tracciare questo scenario, fatto di
Il successo americano con il gas di sciuna collaborazione più stretta tra le due
grandi economie globali, in virtù di un accor- sto, però, fa presente l’esperto cinese, ha bisogno di un mercato ricettivo,
do energetico, è l’economista
in grado di pagare e di avere
cinese Andy Xie, un passato
un approccio commerciale
in Morgan Stanley e famoso
su lungo periodo. L’identikit
per le sue uscite provocatorie.
del cliente risponde al nome
Dalle colonne del South Chidella Cina, i cui consumi
na Morning Post, Xie propone
energetici, ha aggiunto l’ecouna strategia win-win tra gli
nomista, sono destinati a creStati Uniti e la Cina, volta a
scere nell’ordine del 2-3 per
migliorare i rapporti bilaterali
cento ogni anno nei prossimi
dei due paesi e a ridurre l’invent’anni, arrivando così ai
quinamento nelle metropoli
valori odierni degli Usa. Se
del Dragone. Come? Grazie
il Dragone dovesse far fronal gas di scisto che gli Usa
te a questo incremento con il
potrebbero esportare verso
solo carbone, beh, l’aria cinePechino.
Andy Xie
se diventerebbe irrespirabile.
Già Vladimir Putin ha messo gli occhi Per Andy Xie il nucleare non è una strada
sull’appetito energetico cinese. Gazprom con il percorribile e così il gas resta l’unica soluziogasdotto Power of Siberia vuole rifornire il pa- ne possibile e proprio qui si innesterebbe la
ese asiatico e nei giorni scorsi il colosso guidato sinergia con gli Stati Uniti: per far arrivare
da Alexey Miller ha reso noto di aver avviato lo scisto americano a Pechino servono infrauna trattativa per realizzare un impianto di strutture e investimenti, che solo contratti a
stoccaggio sotterraneo nella Repubblica popo- lungo termine possono sostenere. Contratti
lare. Ad annunciarlo è stata la stessa Gazprom che il Dragone potrebbe sottoscrivere e onoin una nota, dopo che l’amministratore delega- rare, ma l’industria energetica americana
to ha incontrato Wang Yilin, presidente della dovrebbe accettare di legarsi, e in parte diChina National Petroleum Corporation, il più pendere, dai cinesi.
grande player cinese in campo petrolifero.
© Riproduzione riservata
DI
GIOVANNI GALLI
R
olls-Royce, il gruppo britannico che produce anche
motori aeronautici, ha dichiarato una perdita record
nel 2016: 4,4 miliardi di sterline (5,1 mld di euro)
nonostante il suo volume d’affari sia salito a 13,78
miliardi di sterline (16,1 miliardi di euro) l’anno scorso. Il
51% del fatturato di Rolls-Royce motori deriva dall’industria
aeronautica e la maggior parte dei contratti sono formulati
in dollari e per questo scontano in pieno la caduta della
sterlina nei confronti della divisa
americana dopo
la Brexit. Senza
tener conto di questi effetti contabili,
Rolls-Royce stacca
un utile netto di 41
milioni di sterline
(48 mln di euro).
Nel 2015 aveva raggiunto 1,5 miliardi di sterline (1,7 mld di
euro). Un altro peso nei conti di Rolls-Royce è l’ammenda di
671 milioni di sterline (785 mln di euro) relativa al caso di
corruzione avvenuto nel 2012 in vari paesi.
La redditività della Rolls-Royce è crollata in tutte
le sue divisioni: aeronautica, marina, difesa, nucleare, ma
il gruppo ha fatto dei progressi sul piano operativo. E nei
prossimi mesi aggiusterà la propria strategia secondo quanto
ha fatto sapere a Le Figaro il direttore generale del gruppo,
Warren East da un anno e mezzo alla guida del gruppo che
sta ristrutturando grazie ad un piano di tagli di costi e di
personale: 3.500 posti saranno eliminati nel mondo. Nel 2017
Rolls-Royce dovrà realizzare risparmi per una cifra fra gli 80
a 110 milioni di sterline (93-128 mln di euro), dopo i 60 milioni
risparmiati nel 2016. Poi, a partire dal 2017 verranno tagliati
costi per 200 milioni di sterline (234 mln di euro) l’anno. Il titolo in Borsa vale due volte meno rispetto al valore del 2014.
© Riproduzione riservata