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Giovedì 9 Febbraio 2017
7
Non tiene conto delle critiche di nessuno. Nemmeno di quelle di Umberto Bossi e di Maroni
Matteo Salvini è in fuga da solo
Il suo obiettivo è quello di capeggiare il centrodestra
DI
MARCO BERTONCINI
N
onostante le critiche,
pesanti, giunte da
esponenti di primo
piano nel suo partito (il fondatore, Umberto
Bossi, e il presidente della
Lombardia, Roberto Maroni), Matteo
Salvini non
mostra intenzione alcuna
di recedere
dall’obiettivo
che persegue.
Salvo ripensamenti che oggi
paiono difficili, lo scopo è
schiettamente personale:
capeggiare il
centrodestra.
Vuole imporre
la propria linea, il proprio
programma,
ma soprattutto la propria
candidatura a palazzo Chigi.
Bossi e Maroni, consci
della necessità di trattare
con Silvio Berlusconi e quindi di mediare, comprendono
come il trionfalismo salvinia-
no trovi limiti oggettivi. La
Lega può arrivare a livelli
mai prima raggiunti, considerati stratosferici fino a
un paio d’anni fa; ma senza
un’intesa con Fi non ha alcuna speranza di governare.
Bossi e Maroni (e non soltanto loro) hanno invece costan-
Vignetta di Claudio Cadei
temente puntato sulla Lega
di governo, oltre che di lotta,
persuasi che un minor seguito elettorale fosse compensato dalla conquista del potere,
nazionale e locale.
Salvini procede altresì
nella conquista del Sud.
Ha lanciato il tentativo ormai da anni, nonostante
che in passato fosse stato
compiuto dallo stesso Bossi
senza apprezzabili risultati.
Fra l’altro urta gravemente
con la concorrenza di Fd’It.
Infatti Giorgia Meloni si
rivela di quando in quando
insofferente per
il protagonismo
di Salvini, che
le fa ombra due
volte: politicamente e personalmente.
È tuttavia
fuori discussione il rafforzamento del
polo sovranista,
un cartello che
può comprendere sia i leghisti, sia Fratelli
d’Italia, sia il
nascituro movimento di Alemanno & Storace, erede della cosiddetta destra sociale.
Siamo arrivati al punto che
l’entusiasmo per Donald
Trump genera perfino un
trumpismo municipale, di cui
l’esempio più recente è costi-
GIANNI MACHEDA’S TURNAROUND
Il palco di Sanremo somiglia a una procura della Repubblica. Ci si parla tanto ma quelli che cantano sono
pochi.
***
In Italia due cose non cambiano mai: il festival di
Sanremo e i conti pubblici aggiustati aumentando
benzina e sigarette.
***
Tiziano Ferro a Sanremo canta «quasi 30 anni per amarci». La storia dell’alleanza Pd-Forza Italia.
***
Fiorella Mannoia sul palco dell’Ariston. Qualcuno veramente di Sinistra in una prima serata Rai non si vedeva
da un pezzo.
tuito dall’annuncio di una
«Lista Trump» che potrebbe
presentarsi alle imminenti
elezioni comunali di Carrara,
promossa da Gianni Musetti, trentenne ex consigliere comunale di An, passato poi alla
Destra di Storace. Francamente, non parrebbe trionfale
un contrassegno tricolore col
nome di Trump legato a «per
Carrara»; ma il curioso evento
indica un clima.
Contemporaneamente, Fi
è divisa fra chi vorrebbe stringere un’immediata intesa con i
sovranisti e chi rimanda ogni
possibile incontro a dopo che
si abbia certezza sul sistema
elettorale. Ovviamente il Cav
è su quest’ultima posizione, anche se è conscio che lo spazio
elettorale di un centrodestra
di nuovo federato potrebbe superare un terzo dei voti validi,
mentre una corsa solitaria di
Fi otterrebbe un risultato utile
esclusivamente per un accordo
post elettorale col Pd. Sempre
ammesso che tale risultato fosse sufficiente.
© Riproduzione riservata
IN CONTROLUCE
In Imagine John Lennon propone il suo sogno (tutti eguali,
tutti felici, tutti fumati e contenti). Era, in realtà, un incubo
DIEGO GABUTTI
sul collo e da un pezzo, infine, aveva
smesso di credere nelle sciocchezze
anifesto utopista, l’hit di metafisiche dei guru indiani miliardari
John Lennon Imagine, (che avevano imbambolato definitivauna delle canzonette più mente solo uno dei Fab Four, George
fortunate della storia del Harrison, il più schivo e boccalone dei
pop, presenta gli stessi bug intellet- quattro).
Benché sembrasse coltivare la
tuali di tutti i manifesti utopisti,
come spiega David Nieri in Imagi- solita speranza in un mondo miglione. Utopia o nichilismo? A una faccia re, perepè perepè, come usava all’epoca
pari, buonista e caramellosa, si con- la retorica rock’n’roll, Imagine era una
canzone desotrappone una faccia
lata, per non
dispari, inquietanT.S. Elliot immaginava che
dire disperata.
te e persino un po’
A differenza di
gotica. È un lato
finisse il mondo, «non con uno
come T.S. Eloscuro che Imagischianto ma con un lamento».
liot immaginane condivide con
Gli
anni
Sessanta
erano
fi
niti
va che finisse il
altri hit dell’epoca,
sia con uno schianto che con
mondo, «non
non meno ambigui
un lamento: lo schianto era la
con uno schiane utopistici, nessuto ma con un
strage rituale dei satanisti di
no dei quali è però
lamento», gli
mai diventato, al
Manson, come pure l’ammazanni sessanta
pari di Imagine, un
zato al concerto di Altamont
(per non farsi
inno della sinistra
dei
Rolling
Stones,
mentre
il
mancare nulla)
liberal planetaria,
lamento
erano
le
canzonette
erano finiti sia
oggi persino più
sciroppose,
Imagine
in
testa
con uno schiangettonato di We
to che con un
Shall Overcome o di
lamento: lo
Bandiera rossa.
Lennon scrisse e cantò Imagi- schianto era la strage rituale che gli
ne nel 1971. Era reduce da una brutta hippies satanisti di Charles Manson
stagione da eroinomane, i Beatles si avevano messo in opera a Bel Air, nella
erano separati per sempre, Yoko Ono villa di Roman Polanski, come pure
l’aveva trasformato da strimpellatore le coltellate e il morto ammazzato al
in attivista, l’«estate dell’amore» (peg- concerto di Altamont dei Rolling Stogio che finita) non c’era mai stata, lui nes, mentre il lamento erano le canzostava lasciando Londra per New York, nette sciroppose, Imagine in testa.
presto avrebbe avuto il fiato dell’Fbi
Avevano in sé qualcosa di caDI
M
tastrofico, come le formule magiche non sono tutti d’accordo. Essere troppo
nelle storie dell’orrore. Dai versi di amati, o troppo odiati: è quel che capicanzonette come Imagine (immagina ta a tutti gli artisti, canzonettari comun mondo senza denaro, senza infer- presi. Lennon era ammirato da donne
no né paradiso, immaginalo senza bellissime e venerato da legioni di fan
confini nazionali, senza religioni per (compreso il fan che lo uccise): questo
le quali ammazzarsi) soffiava un ven- per il troppo amore. Per il troppo odio
to d’apocalisse. David Nieri paragona citerò Guillermo Cabrera InfanImagine a 1984, al Mondo nuovo di te, dissidente cubano e romanziere:
«Lennon era
Huxley, al Signoun babbeo che
re delle mosche di
Erano
brutti
tempi
per
le
rock
fingeva d’essere
William Golding:
star,
che
a
cavallo
tra
gli
anni
un amabile arLennon vagheggia
Sessanta e Settanta morivano
tista per il suo
un mondo distopicome mosche, quasi tutte per
pubblico ma
co e non utopico,
che in privato
un mondo senza
overdose, vittime degli eccessi
era uomo d’una
memoria, schiacdell’epoca: Janis Joplin, Jimi
rozzezza volgaciato sul presente,
Hendrix, Jim Morrison. Era da
re, rampante.
condannato a gobrivido, in quel contesto, anche
Non ha stupito
dere senza freni. In
il tono lamentoso delle canzoche gli sparasImagine Lennon si
sero sei colpi e
dà del «sognatore»,
nette utopistiche che qualche
che uno soltanto
ma il suo bel sogno
anno dopo si sarebbero dette
fosse letale» (Il
(tutti eguali, tutti
politically correct
libro delle città,
felici, tutti fumati
il Saggiatore
e contenti) era in
realtà un incubo, simile a quelli che 2001). Infante, che lo detestava, e le
erano già stati sognati da molti altri ragazze urlanti, che invece l’adoravarivoluzionari. Ma per quanto fosse fi- no, avevano capito qualcosa della sua
glio della classe operaia, come cantava canzone-manifesto. Era la colonna soin Working Class Hero, una canzone nora dei sixties morenti. Una porta che
del 1970, e per quanto interpretasse dava su un film de paura, una porta
a pugno chiuso Power To The People, che sarebbe stato meglio non aprire,
un altro dei suoi brani impegnati, Len- e che invece fu aperta, oltretutto di
non non era un rivoluzionario. Era un venerdì 13.
David Nieri, Imagine. Utodandy, e un artista.
pia o nichilismo, La Vela 2016,
Su quest’ultimo punto, la natupp.128, 8,00 euro
ra, la qualità e il peso della sua arte,