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Venerdì 10 Febbraio 2017
5
Ecco perché, anziché le elezioni anticipate, è preferibile che il Pd scelga il Congresso
Nessuno proprio sa che cosa fare
Una situazione confusa quando si dovrebbe decidere
DI
DOMENICO CACOPARDO
S
enza una leadership, il
Partito democratico si
avvia verso il disastro.
Eppure, il momento
politico sarebbe favorevole,
visti i problemi dei 5Stelle e la conferma
quotidiana della
follia collettiva
che ha indotto gli
italiani a votare «No». Invece,
si è verificato il
crollo di Matteo
Renzi, incapace
di indicare una
plausibile rotta ai
suoi amici, ai suoi
nemici e al partito
che tre anni fa è
stato chiamato a
dirigere: prima il
Mattarellum e il
voto, poi le coalizioni, ma sempre
quest’idea fissa
delle elezioni subito, subitissimo,
a dispetto dei paletti posti dal presidente della
Repubblica e delle oggettive
difficoltà di far quadrare i
due Consultellum, quello del
gennaio 2014 sul Senato e
quello del gennaio 2017 sulla
Camera.
Per il giovane fiorentino, il più giovane primo ministro della storia unitaria (il
che l’ha indotto a esagerare
e scatenare il proprio egotismo autocelebrativo, di cui
la disgraziata personalizzazione del referendum è stata
solo una delle espressioni), il
ritorno negli uffici di via S.
Andrea delle Fratte è stato
del tutto infelice: come un
giocatore di scacchi principiante non è riuscito a calcolare gli effetti di ogni mossa
(un bravo giocatore prevede
l’evoluzione del gioco per
almeno tre mosse, un fuoriclasse per quattro) e, spinto
dal desiderio di rifarsi dallo
smacco subito, anche per apporti interni al Pd, ha dato
al palazzo l’idea di essere
come un pugile suonato, che
si rialza dopo il colpo del ko
e reagisce mulinando braccia
e pugni in aria senza colpire
nessuno.
Era immaginabile che
si scatenassero soprattutto gli alleati interni (Franceschini, Orlando, Mancina
e tanti altri, compresa mezza
corrente dei «giovani turchi»)
e che le sue chanches di controllo del Pd crollassero rapidamente, più rapidamente
di quanto è salito lo spread
(che registra il sostanziale
fallimento della politica delle riforme, visto che quella,
cruciale, del monocameralismo s’è incagliata nel referendum).
È incredibile che Matteo
Renzi si sia rivolto per un
aiuto (per le elezioni a giu-
gno) ad Angelino Alfano:
come se un leone chiedesse
aiuto a un gatto. Ed è evidente che questa richiesta di soccorso abbia sollevato un mare
di critiche tra i suoi uomini,
anche tra i fedelissimi. Rimane –forse- in piedi con lui il gi-
Vignetta di Claudio Cadei
glio magico. Perciò, nonostante il cretinismo ontologico da
cui è affetto, il Movimento a
5Stelle ha un compito facilitato nelle prossime settimane, almeno finché Roma e la
sua improbabile sindaca non
imploderanno con disdoro di
tutta la nomenclatura penta-
stellata.
Tutto questo non aiuta
a definire su quali prospettive ci stiamo muovendo, in
difficoltà con l’Europa e all’interno, senza un apprezzabile
idea di come si risolverà la
questione «legge elettorale
Camera-Senato».
Dal Mattarellum
alle coalizioni, con un
acritico susseguirsi di
ipotesi, nessuna delle
quali vagliata con attenzione per le
conseguenze
che potrebbe
avere per il
Paese, non
per il Pd o
per i 5Stelle.
Uno statista,
ancorché
principiante,
dei difetti
e dei pregi di ogni proposta
dovrebbe essere consapevole sino in fondo, non giocare
con le frasi in attesa di trovare quella che produca una
promessa di consenso che mai
arriverà, proprio per l’inaffidabilità del proponente.
Come bene sappiamo
noi che siamo vissuti nella
seconda Repubblica, il Mattarellum nacque come una
copertina, un «plaid» per
garantire ciò che restava
della Democrazia Cristiana
diventata il Partito popolare
del crepuscolare Martinazzoli. E le coalizioni (Ulivo
per esempio, o centro-destra)
vanno ricordate, più per la
rissosità, che come esempio
della stabilità di cui avrebbe
bisogno la Nazione.
Un altro tira e molla, Renzi
l’ha messo in scena per i capi
lista bloccati, proponendo di
estenderli al Senato. L’utilità
di una simile proposta per gli
italiani non è uguale a zero,
ma è negativo: in questo modo
le segreterie dei partiti possono imporre i capilista in tutte
le circoscrizioni, esercizio di
potere fuori dai canoni della
democrazia parlamentare.
Così va ricordato a chi non
sa che il maggioritario del
Senato è su base regionale,
ragione per la quale non può
garantire l’omogeneità (la
conformazione) dei risultati
con la Camera.
Certo, se guardiamo al
Pd ed esaminiamo il nome
dei possibili pretendenti alla
successione di Renzi non possono non venirci i brividi: una
classe dirigente inventata da
Bersani (il vero responsabile
INDISCREZIONARIO
na per l’Unesco. E Unesco Giovani presenterà
Box 336 am, progetto finalizzato alla realizzazione di container sociali e culturali da inviare
Ci sarà il ministro della Giustizia Andrea presso le zone colpite dal sisma.
Orlando, il 19 aprile, al convegno
***
«Il mondo come prigione? Carcere,
diritti, giustizia», sui confini della
L’ultimo paziente ha lasciato villa
sorveglianza e della privazione delle
Ambrogiana martedì scorso: l’ospedalibertà per motivi di giustizia o di sile psichiatrico giudiziario toscano di
curezza. Un evento che fa parte della
Montelupo ha chiuso definitivamente
mostra «Please come back. Il mondo
i battenti. Oggi pomeriggio a Firenze
come prigione?» inaugurata ieri a
l’assessore al diritto alla salute e al soRoma nel museo Maxxi da Giovanna
ciale Stefania Saccardi ripercorrerà
Melandri. E una riflessione sui temi
tutta la fase del superamento dell’Opg
dell’esposizione verrà offerta anche con
e fare il punto sulla situazione attuale.
la giornata di studio «Dalla rimozioSaranno presenti Franco Corleone,
ne alla responsabilità. Gli spazi della Andrea Orlando garante dei diritti dei detenuti della
pena oltre il carcere come «istituzione
Regione Toscana e commissario unico
totale», ad aprile, sull’architettura deldel governo per il superamento degli
le carceri e sulle ripercussioni che può
Opg, e il ministro Luca Lotti, origiavere sui detenuti e sulla città, a cura di Luca nario di Montelupo Fiorentino.
Zevi, consulente del Dipartimento amministra***
zione penitenziaria per gli spazi della pena.
In Italia uscirà il 20 marzo Come mi vesto
***
oggi?, il nuovo libro di Ines de la Fressange,
Scilla Ruffo di Calabria promuove «GoodVi- scritto con la giornalista Sophie Gachet, pubbrations», live for re-construction, un progetto blicato da L’Ippocampo Edizioni. Nelle librerie
che nasce da un gruppo di giovani professioni- francesi dal dicembre scorso, è divenuto immesti che, reduci da esperienze di volontariato nei diatamente un libro di testo per tutte coloro che
territori devastati dai terremoti, hanno deciso vedono nei suoi consigli il miglior alleato della
di organizzare una serie di attività con il fine di donna contemporanea. Ma non sono poche le vip
raccogliere fondi per le popolazioni colpite dal italiane che già hanno la copia francese. Con 160
sisma. La prima iniziativa ha in programma un pagine illustrate, si scopre che lo stile si può apconcerto all’insegna della solidarietà, a Milano prendere in maniera divertente e senza particomercoledì 22 febbraio presso i Magazzini Gene- lare sforzo. All’età di 17 anni Ines ha intrapreso
rali. L’iniziativa è promossa con il patrocinio del la carriera di modella sfilando sulle passerelle
Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, internazionali per conto di grandi firme come
e del comune di Muccia, territorio della Marche Christian Dior, Jean-Paul Gaultier e Chritragicamente colpito dal sisma. In partnership stian Lacroix, fino a diventare nel 1983, grazie
con il comitato giovani si prefigge di supportare a Karl Lagerfeld, musa e ambasciatrice della
le attività della Commissione Nazionale Italia- maison Chanel.
DI
PUCCIO D’ANIELLO
dell’affondamento –benefico,
finché è stato alimentato un
disegno riformista- del partito
erede di Pci e di Dc) i cui nomi
di spicco sono, ad esempio,
l’inesistente Speranza, per
non parlare di altri, fra i quali
spicca il governatore pugliese Michele Emiliano, la cui
voce grossa non riesce a superare l’Ofanto e che ci rimanda
alle immagini degli atticciati
leader sudamericani.
Anche per la fuffa che è riuscito a spargere nelle recenti
interviste alla Annunziata
(alla quale ha rappresentato
l’esigenza di rivedere il trattato di pace: rivuole la Dalmazia? O Briga e Tenda?)
e al Corriere (con la solita,
inattuabile idea di dissipare risorse che non ci sono in
improbabili sostegni sociali:
mentre l’Europa ci sta col fiato sul collo chi può credere a
questo genere di promesse?).
Ritengo, tuttavia, che la
situazione sia andata troppo
oltre e che, quindi, la perdita
di credibilità, autorevolezza e
peso di Matteo Renzi sia per
ora irrecuperabile. Per lui e
per un suo eventuale futuro
politico c’è un solo passo disponibile: convocare subito,
per giugno, un congresso per
la resa dei conti.
Ha combattuto una battaglia (referendum) dall’esito
incerto: errore imperdonabile per un uomo politico che
deve scegliere il terreno di
lotta in modo da essere certo
di vincere. Solo uno scontro
imposto da altri, per la vita e
per la morte (vedi Churchill
e la battaglia d’Inghilterra
contro i nazisti), può essere combattuto impegnando
tutte le proprie forze e la
propria intelligenza con l’incertezza dell’esito. E vedi,
mutatis mutandi, qui da noi
lo scontro sul taglio della
scala mobile nell’84, affrontato da Bettino Craxi che,
contro le previsioni di tutti,
compresa gente come Giugni, Amato e De Michelis,
riuscì a realizzarlo, vincendo il successivo referendum
promosso (contro l’interesse
nazionale) da Enrico Berlinguer.
Ora, se la prossima
settimana Renzi, come
sembra, si presenterà alla
direzione del partito annunciando le proprie dimissioni
e riuscendo a far convocare
un congresso (segreteria
collegiale nell’attesa), dovrà
sapere che, l’alternativa alla
vittoria è la fine del suo percorso politico.
Cosa che, ormai non
so più se sia un bene o un
male, anche se –nonostante
il possibile ritorno in auge di
personaggi condannati dalla
storia- propendo per considerare evento positivo.
www.cacopardo.it
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