rassegna stampa 9 febbraio 2017

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Transcript rassegna stampa 9 febbraio 2017

Cod.: IL.1-Mod.1
Rev. 1
MODULO
Piazza Ospitale, 10 - 26900 Lodi
RASSEGNA STAMPA
Ufficio per le Relazioni
con il Pubblico
e Servizio Accoglienza
Data: 02/02/2017
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rassegna stampa
9 Febbraio 2017
IL CITTADINO
•
Letti introvabili: viaggio nel caos del Maggiore sovraffollato
•
Nasce una “task force” per liberare i reparti
•
Cercasi gestore che curi il bar dell’ospedale invasione
IL GIORNO
Responsabile del procedimento:
Referente del procedimento:
Dott. Davide Archi
Maurizio Pancerasa
℡
℡
2145
2975
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Ci sono pazienti che attendono di essere ricoverati da 60 ore
Letti introvabili: viaggio nel caos del Maggiore sovraffollato
di Cristina Vercellone
Pazienti anche da 60 ore in pronto soccorso, in attesa di essere
ricoverati. Undici in tutto. I letti sono completamente pieni e non c’è
più posto. Martedì è stata forzata anche l’apertura, come misura
d’urgenza, di 5 letti in più a Sant’Angelo .Ad essere ormai chiaro è
che non c’entra non é l’influenza né il gelicidio. La situazione di
sovraffollamento è ormai strutturale. OGGIMA NON SOLO Le 15 sale
del Pronto soccorso sono tutte piene. Nelle ultime 24 ore tra Lodi e
Codogno sono passati nel reparto di emergenza urgenza
242persone.ALodi i pazienti in attesa di ricovero hanno preso il posto
dei codici minori. Le sale utilizzate per visitare 10milapazientiall’anno
sono diventate l’area “on boarding”, quella dei malati in attesa di
collocazione nel reparto giusto per loro. Sono le14.05, in Pronto
soccorso, tra sala d’attesa e malati in cura,cisono42persone. I9 letti
dell’osservazione breve, per far fronte al sovraffollamento,
sonodiventati15. Il primario Stefano Paglia ha fatto portare delle
barelle in più. A seconda della gravità i pazienti vengono posizionati
nella stanza dotata di monitoraggio costante, con il bagno o senza
bagno. I malati ricevono anche il carrello con il pranzo e sono
sottoposti alle terapie che verrebbero loro somministrate in reparto. I
15 letti,però, invistadellaseradevono tornare9,per riequilibrare i
rapporti
con
il
personale
notturno.
L’equipe
assegnata
all’osservazione breve è fatta da un medico, due infermieri giorno e
notte e un operatore socio sanitario nelle ore diurne. Non sono solo i
letti ad essere saturi. Sono anche le misure messe in campo tempo fa
dalla direzione sanitaria nel piano di gestione del sovraffollamento».
Paglia mostra un foglio. Indica il numero dei pazienti che possono
essere ricoverati in appoggio in reparti diversi da quello indicato.
L’unità con più capacità ricettiva,si fa per dire,è la medicina che può
arrivare finoa9 appoggi. I numeri però vanno ben oltre. Ogni mattina
la responsabile dell’Obi guarda i letti liberi sul Pc. Il Pronto soccorso di
Lodi è uno dei pochi in Lombardia che lo può fare, incrocia i dati con il
piano operatorio e pianifica minuziosamente l’attività. NEANCHEIL
TEMPO PER UN CAFFÈ «Il maxi afflusso dei pazienti è strutturaleannotano Paglia e il responsabile della Terapia intensiva e sub
intensiva Enrico Storti-,dobbiamo trovare la risposta ai bisogni di
tutti, ma attualmente questa risposta non è ancora completamente
adeguata alle necessità emergenti. La complessità del paziente
aumenta e l’organizzazione sanitaria va rivista. Ci stiamo ragionando.
Responsabile del procedimento:
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Dott. Davide Archi
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Dopo la riforma l’ospedale si deve prendere cura del
pazientea360gradi». Il lavoro da fare è molto. Gli operatori del Pronto
soccorso non hanno neanche il tempoperuncaffèesequalcunodopo12
ore di attività si ferma per un panino rischia di essere bollato come
“impiegato pubblico nullafacente”. In realtà il Pronto soccorso di Lodi
e Codogno ha dei tempi di attesa inferiori a quelli di tutta
l’Ats(exAsl)e il clima si vede entrando, è tutt’altro che di relax.
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Il direttore socio sanitario bernocchi: «la cabina di regia coinvolgerà i plessi
di s. Angelo e casale»
Nasce una “task force” per liberare i reparti
Una task force si fa avanti per liberare i posti letto. Il nome è
altisonante, “Cabina di orientamento”. In concreto però si tratta di
una squadra formata da personale ospedaliero e dell’ex Asl, 2medici,
2 infermieri professionali e 3 assistenti sociali. «Vogliamo farla
diventare una squadra dotata persino di una divisa ad hoc», spiega il
coordinatore Paolo Bernocchi, direttore socio sanitario in arrivo da
una lunga esperienza nel campo della riabilitazione e delle cure sub
acute. Il lavoro è complesso,ma «appassionante», dice lui. Si tratta di
guardare ogni giorno quanti sono i letti disponibili, come sono
occupati, quanti sono gli interventi chirurgici, quanti i pazienti
ricoverati fuori reparto e poi valutare. I letti sono occupati in modo
appropriato?Come mai ci sono letti vuoti a Casale e Sant’Angelo che
non sono ancora stati occupati? «Il progetto è in fase di avvio, ma già
operativo - spiega Bernocchi -. Si tratta di uno strumento clinico,
oltre che di appropriatezza. Ogni mattina l’assistente sociale va nei
reparti di medicina, neurologia e nefrologia e chiede se ci sono dei
pazienti fragili. Si tratta dei casi sociali che necessitano di un ricovero
diverso,magari a domicilio, in riabilitazione, o con i sub acuti. In
futuro pensiamo di posizionare la sede della cabina di orientamento
direttamente in Pronto soccorso. In questo modo i pazienti fragili,
l’etilista che vive per strada, per esempio, e l’uomo che sta male e
non ha parenti a casa vengono seguiti da subito, senza bisogno di
essere inviati in un reparto per acuti se non ce n’è bisogno. Stiamo
parlando di un cambiamento culturale. Questo progetto sta
producendo già dei risultati. Non è la bacchetta magica e soprattutto
è portato avanti con la collaborazione di tutte le strutture che si sono
rese disponibili». Attualmente, spiega Bernocchi, «i letti sono
completamente pieni, in tutti e 4 gli ospedali. Martedì abbiamo aperto
5 letti in più a Sant’Angelo e se sarà necessario faremo i ricoveri
anche il sabato». La direzione si sta interrogando: se la situazione in
Pronto soccorso è questa, con il 35 per cento dei pazienti sopra gli 80
anni da ricoverare e i letti pieni, ha senso occupare spazio per gli
interventi di routine? Medici e chirurghine stanno discutendo. Paglia
mostra l’applicazione del sistema di emergenza urgenza. L’ago del
sovraffollamento per Lodi è sul rosso, molto vicino alla linea del “non
c’è più niente da fare”. «La terapia intensiva e il Pronto soccorso
lavorano in stretto accordo - annota il primario della Tis Enrico Storti
-. Se la Terapia intensiva, che effettua 300 ricoveri all’anno,non può
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dimettere i pazienti perché i letti della medicina sono occupati e non
può ricoverare quelli in attesa in Pronto soccorso è un problema.
Stiamo cercando una soluzione per rispondere alle dimensioni della
domanda e per ampliare i letti sub intensivi all’interno della Tis.
Dobbiamo programmare una risposta di qualità che sia sostenibile dal
punto di vista economico. Per fortuna in ospedale c’è gente che non
guarda al proprio orticello,ma lavora con una visuale a 360 gradi. La
direzione generale dal canto suo guarda lontano». «E le nostre equipe
- concludono Storti e il primario del pronto soccorso Stefano Paglia si fanno in quattro. A loro dobbiamo dire grazie. Qui si opera con una
logica di flessibilità. La gente si impegna molto più del suo orario di
lavoro».
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Cercasi gestore che curi il bar dell’ospedale invasione
L’Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Lodi cerca un nuovo gestore
per il bar dell’ospedale di Codogno. Il rinnovo della concessione d’uso
dei locali avverrà tramite un’asta pubblica a offerte segrete, che
dovranno pervenire al protocollo dell’Azienda, a Lodi, entro le ore 15
del prossimo 31 marzo. I locali sono quelli attualmente adibiti a bar,
nel piano seminterrato dell’ospedale. L’aggiudicazione riguarda il
servizio di bar-tavola calda e rivendita di quotidiani e periodici, e
andrà al miglior offerente, a patto che l’offerta sia pari o superiore
alla base d’asta fissata per il canone annuo d’affitto, pari a 18mila
euro, al netto di Iva. Inoltre il rapporto economico con l’ente prevede
anche un rimborso spese forfettario di 5mila euro l’anno e un
ulteriore canone annuo variabile pari a una percentuale non inferiore
all’1 per cento (da assoggettare a Iva) del volume d’affari generato.
Nel disciplinare poi sono previste anche alcune opere edili e
impiantistiche per la messa a norma dei locali rispetto - soprattutto alla normativa sulla prevenzione esistente in materia di antincendio.
La gara non sarà ritenuta valida in presenza di una sola offerta. I
plichi con le offerte saranno aperti alle 11 del giorno 5 aprile 2017,
dopodiché il vincitore sottoscriverà un’apposita convenzione con
l’ente. La durata della concessione è di 9 anni eventualmente
rinnovabile per altri 9, e l’attività dovrà partire entro 90 giorni dalla
stipula della convenzione stessa.
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