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VENERDì 10 FEBBRAIO 2017
Non sono mica la Madonna visto
al Libero
Diana Ceni e Arianna Corinne Banfi in una pièce
tra sacro e profano
VALERIA PRINA
[email protected]
SPETTACOLINEWS.IT
Maria Croce, un personaggio sopra le righe con un nome che non appare
certo casuale. È la protagonista di Non sono mica la Madonna da Stabat
Mater di Antonio Tarantino, andato in scena a Milano al Teatro Libero,
che le due attrici Diana Ceni e Arianna Corinne Banfi affrontano,
suddividendosi i momenti differenti. Prima Arianna è la Maria Croce che
incontra - lei stessa fa i diversi ruoli ben tratteggiando le diverse
personalità - l'insegnante del figlio avuto dal Giovanni, sposato con una
donna che ci viene descritta brutta e sempre più grassa. Non ha abortito
diversamente da quanto voleva lui: è una ragazza madre come più volte
ripete la Maria Croce interpretata da Diana Ceni nelle ultime due parti. Il
figlio è cresciuto, è stato arrestato per motivi politici. Di lui sapremo solo
ciò che racconta lei. Che invece impariamo a conoscere a ogni nuova
battuta. Le difficoltà non l'hanno inasprita, ma certo l'hanno resa più
battagliera, pronta a lottare per quel figlio che «c'ha un testone così», ma
non si sa bene che cosa abbia fatto. Il testo sembra procedere tra sacro
e profano. Perché Maria Croce si rivolge a un dottor Ponzio che si lava le
mani e aspetta il giudice Caifa. E il figlio ha una storia con una
Maddalena, che lei descrive come una ragazza molto facile delle case
popolari. Ed è una relazione a base di Nutella, utilizzata in modo
improprio e insieme affiorano tanti altri elementi assolutamente profani,
come la Simmenthal che dà da mangiare al figlio, come il Berruti
sinonimo di corsa a perdifiato, come il Po in cui ci si può affogare,
mentre nella Dora no (lì si muore di inquinamento), anche come le
arance o la stessa Nutella che lei mangia in scena. Nelle parole e nei
gesti Diana Ceni sa infondere tutta la carnalità possibile mista a quella
volgarità che ben si addice al personaggio, ma anche quella umanità di
una mamma, come spesso ripete. Ne esce un personaggio, Maria Croce,
giustamente sopra le righe, che Diana sa ben dominare barcamenandosi
tra quel sacro e quel profano che il testo richiama, fino a quel finale che
fonde insieme i due aspetti. E questi ben emergono, entrambi esaltati
dalla recitazione, giocata anche modulando la voce. Per il pubblico le
occasioni di risate si intersecano con i momenti più drammatici, mentre
tutti i personaggi, dalla Maria Croce che vediamo in scena fino a quelli da
lei evocati, appaiono ben delineati.
Diana Ceni sa incarnare una Maria Croce che, salvo per la combattività, le
è molto lontana, rendendola credibile e viva.
Non sono mica la Madonna
da Stabat Mater di Antonio Tarantino
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con Diana Ceni e Arianna Corinne Banfi
Progetto e regia di Alberto Oliva e Mino Manni
a Milano al Teatro Libero, 4 febbraio 2017
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