Adorazione - Confraternite Bergamo

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Transcript Adorazione - Confraternite Bergamo

“E subito uscì sangue e acqua”Gv 19,34
TRIDUO
dei MORTI
2017
I due discepoli
di Emmaus
Gesù morto
in croce è vivo,
è risorto
da morte
Per l’anno pastorale 2016-2017 la nostra Diocesi di Bergamo ha scelto
come icona di riferimento il testo di Luca dei “Due discepoli di
Emmaus”. Il Triduo dei Morti per molte parrocchie è un punto fermo e
atteso ogni anno. Nella tradizione locale, in diverse parrocchie, il
Triduo ha una squisita e ricca prospettiva eucaristica nel segno
dell’esposizione del Santissimo Sacramento “nella raggia” della
macchina del Triduo dove, le tante candele accese indicano le anime
accese dal Risorto, le anime purganti di quanti ci hanno preceduto nel
segno della fede e sono nel bisogno d’amore della preghiera di suffragio
della Chiesa perché possano vedere il volto del Risorto ed essere nella
gioia.
Vangelo di Luca
24,13-35
Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un
villaggio distante circa sette miglia (undici chilometri) da Gerusalemme,
di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto.
Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e
camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi
durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di
nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da
non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò: «Che
cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu
profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo;
come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo
condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse
lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste
cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti;
recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son
venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali
affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e
hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto».
Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei
profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per
entrare nella sua gloria?». E cominciando da Mosè e da tutti i profeti
spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se
dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché
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si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con
loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione,
lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo
riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista.
Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto
mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le
Scritture?». E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme,
dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali
dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». Essi
poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano
riconosciuto nello spezzare il pane.
1.
Adorazione eucaristica
In quello stesso giorno
Canto
Signore, sei tu il mio Pastor,
nulla mi può mancar nei tuoi pascoli.
Tra l’erbe verdeggianti mi guidi a riposar;
all’acque tue tranquille mi fai tu dissetar.
Se in valle tutta oscura io camminar dovrò
vicino a Te, Signore, più nulla temerò.
Per me hai preparato il pane tuo immortal
il calice mi hai colmo di vino celestial
La luce e la tua grazia mi guideranno ognor
da te mi introdurranno per sempre, o mio Signor.
Sia lodato e ringraziato ogni ora e ogni momento
Il Santissimo e Divinissimo Gran Sacramento
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
L’eterno riposo dona loro, o Signore.
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E splenda ad essi la luce perpetua, riposino in pace. Amen.
1.1 (24,13-16) Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano
in cammino per un villaggio distante circa sette miglia (undici
chilometri) da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano
di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e
discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava
con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo.
Il Triduo dei Morti richiama il tuo Triduo Pasquale, Gesù, quando nella
tua Morte hai salvato l’umanità dal peccato e dalla morte.
Il primo giorno della settimana, chiamato Dies Domini, Domenica,
Giorno del Signore risorto è il terzo giorno dalla tua morte. Sei risorto
il terzo giorno.
Nel giorno della tua risurrezione per i tuoi due discepoli sei ancora
morto, o meglio sei morto, hai terminato, e terminato in modo
terribile sulla croce, il tuo pellegrinaggio terreno.
E’ così, quando la morte segna la vita, si diventa incapaci di vedere,
l’orizzonte si restringe a ciò che è accaduto di angosciante.
La morte tocca la vita e tocca gli affetti. Infatti, quando muore
qualcuno del giro della propria esistenza, risuonano le domande:
perché vivere se si deve morire? Non poteva rimanere qui ancora un
po’? Era così giovane. Era così bravo. Perché, prima non muoiono i
mascalzoni, i lavativi, i lazzaroni?
Per essere precisi, Tu, Gesù, sei morto in mezzo a due ladroni e sei
morto prima di loro. Ti hanno visto morire, “in quel modo”. Sei morto
accanto a gente pericolosa, che aveva fatto molto male nella vita, che
aveva ucciso per rubare. Tu, invece, sei morto per dare a tutti il
perdono e la pace, l’amore e la vita eterna. Cose piene di vita,
certamente, ma per loro è come se fossero cose morte.
Davanti alla morte si cerca sempre qualcuno o qualcosa che porti via
la colpa della morte per rimanere ancora tranquilli. Quando le morti,
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poi, sono tante in poco tempo, non si hanno più parole o ci si illude
con battute da “sopravvissuti” nel ritenersi ancora “fortunati”.
Fortunati di che cosa? Fortunati perché si ha ancora del tempo per
convertirsi a Te, Fine della vita? O fortunati perché si è scampati alla
morte? Se fosse solo così, saremmo dei poveracci, perché è solo
questione di tempo. Occorre, invece, fare bene i conti con il tuo
giorno, il primo giorno dopo il sabato, quando tu sei risorto. E’ il
giorno della Fede e della Speranza, è il giorno del trionfo della tua
Carità ed il giorno della nostra conversione. Bisogna approfittare
della tua inaspettata e sorprendente presenza che apre e arricchisce
la compagnia del cammino.
SILENZIO
Responsorio
Verranno i giorni in cui verrà loro tolto lo sposo
Allora digiuneranno
Verranno i giorni della mia morte in croce
Allora digiuneranno
Verranno i giorni del lutto e della conversione
Allora faranno il lamento come si piange il figlio unico
Verranno i giorni di un amore che purifica e illumina
Allora canteranno un canto nuovo
Canto
Non m’abbandonare, mio Signore,
non mi lasciare, io confido in Te. (bis)
Tu sei un Dio fedel, Dio d’amore,
Tu mi puoi salvare: io confido in te.
Tu conosci il cuore di chi ti chiama.
Tu lo puoi salvare se confida in te.
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1.2 (24,17-19)
Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che
state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col
volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei
così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è
accaduto in questi giorni?». Domandò: «Che cosa?».
Tu sei risorto! Sei colui che è entrato nella morte e l’ha vinta. Tu solo
hai parole di vita eterna. Inizi a dialogare ponendo una domanda: “Di
che cosa parlate?”. Gli uomini vivi parlano degli uomini morti. I vivi
parlano delle generazioni passate. Si ricordano i propri morti.
Si parla dei tanti morti nelle guerre, nelle disgrazie, nelle tragedie
della vita. Si parla dei tanti morti che fanno vedere alla televisione. La
televisione? Mortificante per un verso, banalizzante per l’altro, ma
lasciamo perdere adesso, è bene vivere della tua compagnia.
Tu dove eri? Ti viene risposto. Non sei al corrente della morte
improvvisa, tragica, terribile che è avvenuta a Gerusalemme? Una
morte per la quale tutti si sono dati da fare. Chi in un modo e chi
nell’altro e tutti ne sono rimasti coinvolti.
Tu sei forestiero? Arrivi adesso? Da dove vieni?
Vieni dal mondo della morte e dei morti, vieni come vincitore della
morte per illuminare con la tua Gloria la vita e la morte dei nostri
giorni. Vieni dentro un cammino perché l’esistenza è un cammino in
cerca della meta. In questo viaggio c’è chi fugge, c’è chi ritiene che la
strada sia a fondo chiuso, c’è chi cammina cercando il dove della vita.
In questo viaggio ci sei Tu, in cammino, per condurre a casa, dove
abita il Padre, la fonte della vita.
Per un breve esame di coscienza, è interessante, nel cammino dei due
di Emmaus, pensare a come ci si comporta e che cosa si dice nelle
processioni dei funerali.
SILENZIO
Responsorio
Che cosa è accaduto?
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E’ morto Gesù.
Che cosa è accaduto?
E’ morto Gesù in croce
Che cosa è accaduto?
E’ morto Gesù in croce tra due malfattori
Che cosa è accaduto?
E’ morto il Cristo, il Re dei Giudei.
Canto
Gesù perdonaci, che abbiam peccato, abbi pietà, o Signore.
Tu per salvarci non hai disdegnato
di sopportare questa nostra vita.
Fino alla morte ti sei umiliato.
1.3
(24,19-24) Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù
Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a
Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo
hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno
crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con
tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono
accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti;
recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo,
son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i
quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al
sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui
non l'hanno visto».
Un racconto vero.
Un racconto dove prima eri un profeta potente in opere e in parole,
poi sei morto in croce, sei stato sepolto, adesso disperso. Una vita
piena di segni belli, ma con un termine bruttissimo: condannato da
tutti e morto in croce. Ora? Non si sa dove sia andato a finire il tuo
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corpo. La tua tomba nuova, scavata nella roccia, offerta da Giuseppe
d’Arimatea, sigillata di sabato da alcuni capi del Sinedrio, custodita
dalle guardie del tempio, è vuota!
La tua tomba posta fuori dalle mura di Gerusalemme, vicino al
Calvario dove sei morto in croce, è l’oggetto dei discorsi. E’ stata
trovata vuota. Il tuo corpo dove è andato a finire? Chi l’avrà portato
via? Inoltre c’è il racconto delle donne che dicono che hanno
incontrato angeli che dicono che sei vivo. Roba da non credere. La
tomba è vuota, come hanno detto le donne e come è stato
confermato dagli altri discepoli, ma di Te, niente. La tua tomba
aperta è come il discorso aperto su di Te. Un discorso che non si riesce
a chiudere. Un discorso che provoca.
Il discorso sulla tua morte è l’unico discorso aperto sulla morte.
Come può una vita così ricca di parole vere e misteriose, di miracoli di
vita, di promesse finire in quel modo?
La tua morte e la tua sepoltura sono luoghi di riflessione perché sei
vivo. La tua morte e la tua sepoltura sono verità che hanno in sé la
propria forza; sono come il seme che ha in sé la propria forza di vita
che si sprigiona nella sepoltura della terra. Il seme, la tua parabola!
Tutto parla della tua morte e risurrezione, occorre soltanto mettersi in
ascolto di un silenzio che porta in sé “il canto nuovo”.
A riguardo della tua tomba ci sono due particolari che fanno pensare:
il profumo intenso della mistura di mirra e aloe portata in
abbondanza da Nicodemo, e non il fetore di morte, che può dar
fastidio anche ai più forti di stomaco; secondo particolare: le bende,
la sindone “sgonfiata” per terra e il sudario piegato e messo in parte.
Una tomba che sa più di vita che di morte. Una tomba svuotata che
mette in cammino.
SILENZIO
Responsorio
Tu, Cristo Gesù,
Condannato a morte perché hai detto di essere il Figlio di Dio
Tu, Cristo Gesù,
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Condannato a morte perché hai detto che con il Padre sei una cosa
sola
Tu, Cristo Gesù,
Condannato a morte come un agnello condotto al macello
Tu, Cristo Gesù,
Cadi nella terra come un seme che muore
Canto
Signore, dolce volto di pena e di dolor,
o volto pien di luce colpito per amor.
Avvolto nella morte perduto sei per noi.
Accogli il nostro pianto, o nostro Salvator.
Nell’ombra della morte resistere non puoi.
O Verbo, nostro Dio, in croce sei per noi.
Nell’ora del dolore ci rivolgiamo a te.
Accogli il nostro pianto, o nostro Salvator.
O capo insanguinato del dolce mio Signor,
di spine incoronato, trafitto dal dolor.
Perché son si spietati gli uomini con te?
Ah, sono i miei peccati! Gesù, pietà di me!
2.
Adorazione eucaristica
Queste sofferenze
Canto
T’adoriam, Ostia divina, t’adoriam, Ostia d’amor.
Tu degli Angeli il sospiro, Tu la pace d’ogni cuor.
T’adoriam, Ostia divina, t’adoriam, Ostia d’amor.
Tu dei forti la dolcezza, Tu dei deboli il vigor.
Tu salute dei viventi, Tu speranza di chi muor.
Ti conosca il mondo e t’ami, Tu la gioia d’ogni cuor.
-9-
Ave, o Dio nascosto e grande, Tu dei secoli il Signor.
Sia lodato e ringraziato ogni ora e ogni momento
Il Santissimo e Divinissimo Gran Sacramento
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
L’eterno riposo dona loro, o Signore.
E splenda ad essi la luce perpetua, riposino in pace. Amen.
2.1 (24,25)
Ed egli disse loro: “Sciocchi e tardi di cuore nel
credere alla parola dei profeti!”
Sei morto con le braccia aperte sulla croce.
Dopo la tua morte, sulla croce ti è stato aperto il cuore. Hai aperto la
tua tomba e ora apri la mente dei tuoi interlocutori parlando della tua
morte come fonte di vita. Sei accanto ai tuoi discepoli come un morto
che è vivo. Cosa inaudita. Vivo, perché sei risorto da morte. Parli
perché sei vivo. Le tue parole sono vita. Ma essi non ti riconoscono
perché sono dentro le loro parole di morte e non sono ancora dentro
le tue parole di vita. Per riconoscerti vivo bisogna ascoltare la parola
dei profeti che ti introducono. La tua storia non è isolata, ma è stata
preparata, introdotta da una lunga storia. Altro che morte improvvisa
come una tegola sulla testa.
Le vicende dei profeti: chiamati, illuminati, mandati, incompresi,
perseguitati, alcuni uccisi, hanno preparato la tua storia di profeta
incompreso, condannato, ucciso e risorto il terzo giorno.
La tua storia porta a pensare, come si scrive sulle tombe, la data di
nascita e la data di morte, il nascere e il morire.
Si nasce per morire. L’amore per la vita ha come salario la morte? La
morte è l’ultima parola?
Bisogna ascoltare Te per lasciarsi interrogare e aprirsi poco alla volta
a una cosa inaudita: la tua risurrezione, primizia della nostra.
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Ascoltarti per entrare nel perché della tua nascita e della tua morte.
Ascoltarti per entrare in quel “per noi uomini e per la nostra salvezza
discese dal cielo”.
SILENZIO
Responsorio
Tu, Cristo Gesù
Pur essendo di natura divina,
Tu, Cristo Gesù, Dio da Dio, Luce da Luce
Non hai considerato un tesoro geloso la tua uguaglianza con Dio;
Tu, Cristo Gesù, Dio con noi
Ma spogliasti te stesso, assumendo la condizione di servo
Tu, Cristo Gesù, fatto uomo per opera dello Spirito Santo
E divenendo simile agli uomini;
Tu, Cristo Gesù, nato a Betlemme dalla Vergine Madre
Apparso in forma umana, umiliasti te stesso
Tu, Cristo Gesù, fattosi ultimo
Facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce
Tu, Cristo Gesù, ora sei vivo
Perché sei risorto da morte il terzo giorno
Canto
Se tu m’accogli, Padre buono, * prima che venga sera,
se tu mi doni il tuo perdono, * avrò la pace vera:
ti chiamerò mio Salvatore * e tornerò, Gesù, con te.
Se nell’angoscia più profonda, * quando il nemico assale,
se la tua grazia mi circonda, * non temerò alcun male;
ti invocherò, mio Redentore, * e resterò sempre con te.
Signore a te veniam fidenti: * Tu sei la vita, sei l’amor.
Dal sangue tuo siam redenti, * Gesù, Signore, Salvator.
Ascolta, Tu che tutto puoi: * vieni, Signor, resta con noi!
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2.2
(24, 26) “Non bisognava che il Cristo sopportasse queste
sofferenze per entrare nella sua gloria?”.
Che domanda!
Ci sono delle sofferenze che hanno come fine la gloria?
Quante fatiche fanno gli atleti per arrivare alla gloria della medaglia
d’oro. Ma una medaglia d’oro è il peso della vita? E’ un segno di vita e
basta. E poi? Si muore.
Quante fatiche che si fanno per raggiungere obiettivi come il
matrimonio, la famiglia, un posto di lavoro, una buona salute e poi?
Si muore.
Le tue sofferenze, come le tantissime incomprensioni e la volontà di
eliminarti, come il tradimento e l’agonia, le battiture e la
flagellazione, la coronazione di spine e lo schernimento, la croce di
legno e i chiodi nella carne sono la strada per entrare nella tua gloria,
per rivelare la tua identità, per manifestare la tua unicità?
Con le tue sofferenze, per amore nostro, sei entrato nella tua gloria di
Figlio Unigenito del Padre e nostro Redentore, di verità di ogni uomo,
mostrando il tuo amore per ogni figlio.
Entrato nella morte hai potuto vincere la morte dal di dentro e l’hai
rivelata come passaggio, come nascita al cielo.
Entrato in una morte di peccato, ucciso per invidia e incredulità, tu hai
distrutto ogni peccato.
Entrato nella morte hai vinto l’ingannatore e il seduttore, Satana.
Entrato in una morte ricolma di sofferenze, provocate dalla cattiveria
di chi ti ha ucciso, hai reso preziosa la sofferenza di chi ama la vita.
Entrato nella morte hai rivelato il volto di Dio compassionevole e
grande nell’amore nella condivisione di ogni morte.
Entrato nella morte hai raggiunto negli inferi tutti i morti, quanti ti
hanno atteso amando la vita e quanti ti hanno rifiutato disprezzando
la vita.
Entrato nella morte hai mostrato il fine della vita che è il Paradiso e il
no alla vita che è l’Inferno.
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Entrato nella morte hai illuminato il mistero della sepoltura come
attesa della risurrezione dei morti.
Entrato nella morte hai cambiato la storia, hai detto finalmente la
direzione pratica del tempo.
Occorre che la tua domanda risuoni: “Non bisognava che il Cristo
sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?”. E’ una
domanda che mette in movimento, che fa uscire dalla chiusura
dovuta alla tristezza, alla paura, alla presunzione, alla delusione. E’
una domanda che deve risuonare.
SILENZIO
Responsorio
Sei cresciuto come un virgulto
Tu, il Cristo, il Figlio del Dio vivente
Non hai apparenza, né bellezza per attirare i nostri sguardi
Tu, il Cristo, il Figlio del Dio vivente
Disprezzato e reietto dagli uomini,
Tu, il Cristo, il Figlio del Dio vivente
Uomo dei dolori che ben conosci il patire
Tu, il Cristo, il Figlio del Dio vivente
Come uno davanti al quale ci si copre la faccia,
eri disprezzato e (noi) non ne avevamo alcuna stima.
Tu, il Cristo, il Figlio del Dio vivente
Tu ti sei caricato delle nostre sofferenze, ti sei addossato i nostri
dolori
Tu, il Cristo, il Figlio del Dio vivente
E noi ti giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato.
Tu, il Cristo, il Figlio del Dio vivente
Tu ti sei stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre
iniquità.
Tu, il Cristo, il Figlio del Dio vivente
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di Te;
per le tue piaghe noi siamo stati guariti.
Tu, il Cristo, il Figlio del Dio vivente
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Canto
O capo insanguinato di Cristo, mio Signor,
di spine coronato, colpito per amor.
Perché son si spietati gli uomini con te?
Tu porti i miei peccati: Gesù, pietà di me.
Nell’ora della morte il Padre ti salvò.
Trasforma la mia sorte: con te risorgerò.
Contemplo la tua croce, trionfo del mio re,
e chiedo la tua pace: Gesù, pietà di me.
Mistero di dolore, eterna carità!
Tu doni, o Redentore, la vera libertà.
Fratello di ogni uomo, noi ritorniamo a te.
Speranza di perdono: Gesù, pietà di me.
2.3
(24,27) E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò
loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Tu sei l’interprete delle Scritture. Esse raccontano la storia di fede
d’Israele nell’attesa della tua venuta. Attraverso storie diverse, storie
di fede, di debolezza, di conflitti e sofferenze, di gioie e di speranze
segnate dal tuo Spirito, ti è stato preparato il terreno, le immagini
adeguate, i simboli per interpretare la tua storia di Primo che vieni
come l’Ultimo, dell’Unico che poteva non morire e ha voluto morire
per rivelare Dio e, nell’amore più grande quello verso i “nemici” che
chiami “amici”, liberare l’uomo dall’incredulità. Tu, morto crocifisso,
illumini ogni morte. Ogni morto ti incrocia. Come i due ladroni ti
erano vicini sulla croce e nella loro morte eri vicino a entrambi, così in
ogni morte. Quando muore qualcuno, bisogna parlare di Te che sei
morto per i nostri peccati e risorto per la nostra salvezza, altrimenti
che cosa diremo? Quando muore qualcuno, bisogna lasciare che la
tua Parola risuoni, altrimenti le nostre parole ci confondono, ci
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deviano. Quando muore qualcuno, bisogna ascoltare il tuo Vangelo
per volerti nella morte e nella vita.
Davanti alla morte bisogna fermarsi come quegli autisti di grossi
automezzi che nei nostri paesi al passaggio del funerale, dato che
bisogna attendere qualche minuto, spengono l’automezzo, scendono
dall’automezzo e stanno in raccoglimento davanti alla celebrazione
del funerale, fanno il segno della santa croce. Per quello che possono
si fermano e si mettono in sintonia e aiutano a riflettere. C’è qualcosa
di più grande della consegna dell’acqua minerale o delle mattonelle.
C’è il senso della vita e per raggiungerlo bisogna riflettere davanti alla
morte. Bisogna ricordare Abele, Abramo, Isacco, Geremia o qualcuno
dei profeti. Bisogna ricordare Te morto per tutti. Bisogna ricordare
santo Stefano, san Giacomo, santa Lucia, santa Agnese, sant’Agata,
san Massimiliano Kolbe. Ricordare i propri nonni morti, i propri
genitori, i propri cari e sentire che il cuore ha bisogno di luce, ha
bisogno di Te, Dio della vita.
SILENZIO
Responsorio
Lo Spirito del Signore è sopra di me; (Lc 4)
per questo mi ha consacrato con l'unzione,
Spiegasti loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a Te
Mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista;
Spiegasti loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a Te
Per rimettere in libertà gli oppressi,
e predicare un anno di grazia del Signore.
Spiegasti loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a Te
Deve compiersi in me questa parola della Scrittura: (Lc 22)
Spiegasti loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a Te
“E fu annoverato tra i malfattori”
Spiegasti loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a Te
Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo termine
Spiegasti loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a Te
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Canto
Nella memoria di questa passione,
noi ti chiediamo perdono, Signore,
per ogni volta che abbiamo lasciato
il tuo fratello morire da solo.
Noi ti preghiamo, Uomo della Croce,
Figlio e Fratello noi speriamo in Te.
3.
Adorazione eucaristica
Si fa sera
Canto
Nella notte, o Dio, noi veglieremo,
con le lampade vestiti a festa:
presto arriverai e sarà giorno.
Rallegratevi in attesa del Signore:
improvvisa giungerà la sua voce.
Quando lui verrà, sarete pronti,
e vi chiamerà “amici” per sempre.
Raccogliete per il giorno della vita,
dove tutto sarà giovane in eterno.
Quando lui verrà sarete pronti,
e vi chiamerà “amici” per sempre.
Sia lodato e ringraziato ogni ora e ogni momento
Il Santissimo e Divinissimo Gran Sacramento
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
L’eterno riposo dona loro, o Signore.
E splenda ad essi la luce perpetua, riposino in pace. Amen.
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3.1 (24,28 )
Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti,
egli fece come se dovesse andare più lontano.
Il cammino non termina con i due discepoli, continua. Neppure con
noi termina, continua. Il cammino dell’evangelizzazione è lungo
quanto il tempo che occorrerà per raggiungere ogni uomo.
Continuerà fino al tuo ritorno.
Non è terminato neppure l’approfondimento di tutti gli aspetti della
vita. C’è ancora tanto da dire. Il cammino di fede della tua Chiesa è
proprio la comprensione della vita nella luce della tua Pasqua di
morte e di risurrezione.
La macchina del Triduo è un segno interessante di questa
comprensione della vita in rapporto a Te, Pane di vita. Tu sei il centro.
Ogni cosa ritrova il suo posto in rapporto a Te. Ogni luce, ogni
persona, ogni anima santa del purgatorio, ogni beato, ogni santo è
tale in rapporto a Te; così ogni dannato è tale in rapporto a Te, in
quanto contro di Te.
Tu vai oltre. Ci aiuti ad andare oltre. Sei venuto per farci vedere nel
linguaggio terreno l’oltre del tempo che è l’eternità.
Alla luce della tua risurrezione è dato di comprendere come nel
linguaggio universale e comprensibile del corpo hai raccontato e
rivelato il perché dell’esistenza della vita.
Nel tuo Corpo hai mostrato in tre giorni le cose essenziali della vita: la
morte, la sepoltura e la risurrezione. La tua Chiesa le custodisce come
la storia sconvolgente e sorprendente, come una notizia che fa bene
alla vita, che la cambia. La custodia di tutto ciò è la Santissima
Eucarestia: il Memoriale del tuo Sacrificio che è celebrato nella realtà
del pane e del vino che racchiudono il processo della natura e della
cultura per la vita; celebrato dal ministro ordinato , chiamato e
consacrato per il Servizio all’altare; celebrata nell’azione dello Spirito
Santo e nella Chiesa, tua sposa e tuo corpo.
SILENZIO
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Responsorio
Tu vai più lontano * Sei l’orizzonte della vita
Tu vai più lontano
Tu vuoi camminare accanto ad ogni uomo che cerca la vita
Tu vai più lontano * Vai oltre la morte
Tu vai più lontano * Tu conosci ogni distanza
Tu vai più lontano * Perché conosci la meta della vita
Canto
Pane del cielo sei Tu Gesù,
via d’amore: Tu ci fai come Te.
No, la morte non può farci paura:
Tu sei rimasto con noi.
E chi vive di Te vive per sempre.
Sei Dio con noi, sei Dio per noi, Dio in mezzo a noi.
3.2 (24,29) Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa
sera e il giorno già volge al declino».
L’ascolto diventa preghiera insistente: Resta con noi.
Tu sei luce e calore nella sera, nel declino del giorno.
Tu sei luce e vita nella morte e nella sepoltura.
Nell’ora della morte ti diciamo: Resta con noi.
Nell’ora della morte dei nostri cari ti diciamo: Resta con noi.
L’insistenza della preghiera è espressa, in modo particolare, nella
recita del Rosario che avviene nelle case dove c’è un defunto. In
alcune case è una corona dietro l’altra. E’ vivere la morte nella tua
preghiera.
Tu hai fatto così sulla croce. La tua morte è mistero di preghiera, di
abbandono al Padre, di donazione, di amore, di vita offerta fino alla
fine. Sulla croce hai intonato il Salmo 21, il salmo delle sofferenze e
speranze del giusto. Hai preso parole antiche già pregate per dire la
- 18 -
tua situazione davanti a Dio e davanti agli uomini. Maestro di
preghiera, abbiamo imparato da Te a pregare. I Salmi li preghiamo
con Te, con Te nell’antifona.
Così, in compagnia di Maria, la credente davanti alla tua morte,
preghiamo il Rosario meditando i fatti della tua Vita per noi e
impariamo a guardare i defunti con il suo cuore di Madre che
condivide con te la volontà del Padre e crede nella tua risurrezione.
Quanto è triste, invece, vedere persone che davanti a una persona
morta non sono “insistenti”. Non aprono la bocca. Non dicono una
preghiera. Forse, ma quasi volendo nascondersi, fanno un velocissimo
e pauroso segno di croce e basta.
Quando si va a suffragare un morto si vive una tappa importante del
cammino di fede in Te. Bisogna prepararsi a pregare bene il Santo
Rosario, le Litanie. E’ vivere l’insistenza del “resta con noi” perché si fa
sera ancora una volta, per molte volte.
SILENZIO
Responsorio
Si fa sera * Resta con noi, Signore
Fa freddo e c’è buio * Resta con noi, Signore
Si è soli * Resta con noi, Signore
Si è deboli e peccatori * Resta con noi, Signore
Si muore. Di chi saremo? * Resta con noi, Signore
Canto
Resta con noi Signore, alleluia.
Tu sei frumento, Signor, degli eletti,
Tu sei il pane disceso dal cielo.
Tu sei il vino che germina i vergini.
Sei per i deboli il pane dei forti.
Tu sei la guida al banchetto del cielo.
Tu sei il pegno di gloria futura.
Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio.
Tu solo hai parole di vita eterna.
- 19 -
Quant’è soave, Signor, la tua mensa.
Quanto son dolci le tue parole.
Sarem fratelli alla mensa del Padre.
Saremo un cuore e un’anima sola.
Tu sei la luce che illumina il mondo.
Tu sei ristoro alla nostra stanchezza.
3.3 (24, 30a) Egli entrò per rimanere con loro.
Il momento centrale di un funerale è la celebrazione della Messa, è la
celebrazione della tua Morte, o Signore Risorto!
E’ la celebrazione del tuo Sacrificio d’amore. Tu, l’unico che poteva
non morire, hai voluto morire, in quel modo, sulla croce per rivelarci
l’onnipotenza del tuo amore.
Sei morto così per entrare nella morte e distruggerla.
Sei morto così per distruggere il peccato e ogni peccato.
Sei morto così per rivelare la morte come Pasqua.
Sei morto così per entrare in comunione con tutti i morti.
Sei morto così per darci la tua vita.
Sei morto così per rimanere con noi nel tempo e così farci entrare
nell’eternità. Tu rimani con noi con il Sacramento del tuo Sacrificio
d’amore: sacrificio di espiazione e sacrificio di comunione.
Tu rimani con noi così perché è con Te che si vive la comunione con i
defunti. In Te, Gesù, c’è uno scambio di grazia. Con te si condivide la
volontà della salvezza eterna per i propri cari e per tutti i defunti. Con
te si condivide il mistero di conversione per tutti noi che siamo ancora
in cammino. Donaci di entrare nella tua Santissima Eucarestia per
vivere il mistero di carità verso i fedeli defunti.
SILENZIO
Responsorio
Rimanete in me e io in voi * Per portare frutti di vita eterna
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Rimanete in me e io in voi * Per essere una cosa sola
Rimanete in me e io in voi * Per vedere la gloria di Dio
Canto
Resta con noi, Signore, la sera,
resta con noi e avremo la pace.
Resta con noi, non ci lasciar
la notte mai più scenderà.
Resta con noi, non ci lasciar
per le vie del mondo, Signor.
3.4 (24, 30b) Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la
benedizione, lo spezzò e lo diede loro.
Durante un funerale bisogna guardare l’altare e la cassa con la
persona defunta e vederli in comunione. C’è un sopra e c’è un sotto.
Sull’altare ci sono il tuo Corpo e il tuo Sangue messi sopra la tovaglia
della mensa. Sopra perché tu sei venuto sopra, sei morto in alto e sei
risorto. Nella bara c’è il corpo del defunto che sta dentro, sta sotto.
Vedere la bara alla luce del tuo altare, guardare il defunto dentro la
luce della tua Morte che dà vita. Vedere il defunto nella prospettiva
della risurrezione dei morti. Nell’ultimo giorno anche il morto verrà
sopra. Come verrà? Beato o dannato? Si prega perché sia beato!
L’altare è al centro del presbiterio, la bara con il defunto sta al centro
della navata. Tu, morto e risorto, sei il centro nella morte, punto
focale della vita.
Tu sei la nostra salvezza. Celebrare la Messa come momento solenne
di commiato con il defunto è come dire che tra noi ancora pellegrini e
quanti sono morti il punto d’incontro è l’Eucarestia, sei Tu Gesù,
Cristo e Signore, verità di ogni figlio, luce eterna di ogni creatura.
Con Te sull’altare impariamo ad accogliere la vita così come è;
impariamo a ringraziare per i tanti benefici ricevuti; impariamo a
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donare ciò che si è ricevuto, a credere nella vita eterna e nella
risurrezione dei morti, a pregare perché i peccati siano perdonati.
In grazia di Dio, nella gioia del tuo perdono, si riceve il tuo Corpo e il
tuo Sangue nella Santa Comunione che è la confessione di fede nella
risurrezione dei morti: “Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue
ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (Gv 6).
E’ bene pensare come si riceve la santa Comunione. Pensare alle
dovute disposizioni di fede: essere in grazia di Dio (non essere in
peccato mortale); sapere e pensare chi si va a ricevere; osservare il
digiuno eucaristico. Ricevere la Santa Comunione al Tuo Corpo e al
tuo Sangue è vivere il proprio corpo e il proprio sangue nella
comunione ai tuoi comandamenti di vita, coscienza di grazia e di
peccato. E’ essere nella Comunione dei Santi.
SILENZIO
Responsorio
Quando fu a tavola con loro * Tu sei la Via che conduce a casa
Prese il pane * Tu sei la Vita che riempie di gioia
Disse la benedizione
Tu sei la Benedizione di Dio per tutte le famiglie della terra
Lo spezzò * Il chicco se muore, produce molto frutto
E lo diede loro * Sei venuto perché abbiamo la vita in abbondanza
Canto
Sei tu, Signore, il pane, - tu cibo sei per noi.
Risorto a vita nuova, - sei vivo in mezzo a noi.
Se porti la sua croce, - in lui tu regnerai.
Se muori unito a Cristo, - con lui rinascerai.
Verranno i cieli nuovi, - la terra fiorirà.
Vivremo da fratelli - e Dio sarà con noi.
- 22 -
3.5
(24, 31) Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero.
Ma lui sparì dalla loro vista.
Riconoscerti vivo dentro la morte. Vedere i morti in Te, vivo. Vedersi in
Te, risorto! Riconoscerti è vedere il corpo di un defunto dentro il tuo
Corpo e il tuo Sangue. Riconoscerti è vedere la tomba di un defunto
dentro la tua tomba aperta dalla potenza del tuo amore che vince la
morte. Vedere tutto in Te.
Con Te si comprende la tradizione genuina e tutta pasquale del:
- confessare i propri peccati per confessare il tuo amore che perdona
e rinnova per essere in comunione con Te, con se stessi, con i fratelli e
con quanti ci hanno preceduto nel segno della fede in Te, Signore, e
dormono il sonno della pace in attesa della risurrezione dei morti;
- pregare in suffragio dei defunti nella comunione dei santi;
- fare opere di bene nei confronti dei bisognosi che vivono accanto.
Infatti credere nella Tua risurrezione è amare la vita: è dar da
mangiare e dar da bere; insegnare a dar da mangiare e insegnare a
dar da bere. E’ accogliere e visitare e insegnare ad accogliere e
visitare. Credere in Te è diventare educatori di vita. I Santi ne sono
testimoni.
SILENZIO
Responsorio
Tu sei la luce vera
quella che illumina ogni uomo
Tu sei la luce del mondo
Chi cammina con te avrà la luce della vita
Tu sei venuto nel mondo come luce
Rispenda su di noi la luce del tuo volto (Salmo 4)
I tuoi comandi sono limpidi
Danno luce agli occhi (Salmo 18)
- 23 -
Canto
Crediamo in Te, Signor, crediamo in Te:
prostrati innanzi a Te, noi t’adoriam.
Sei tu la luce, la nostra gioia.
Noi ci prostriam, Signor, e ti adoriam.
Resta con noi, Signor, resta con noi.
Dona il tuo pan del ciel, pegno d’amor.
4.
Adorazione eucaristica
Il Signore è risorto
Canto
O sacro convito, di Gesù Cristo ci nutri;
sei viva memoria della sua passione;
all’anime nostre dona la vita divina
e il pegno della gloria futura.
Benedirò il Signore in ogni tempo:
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Nel Signore si glorierà l’anima mia:
l’umile ascolti e si rallegri.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore, mi ha risposto,
da ogni timore mi ha sollevato.
Gustate e vedete com’è buono il Signore:
beato chi in lui si rifugia.
Venite, figli, ascoltatemi:
vi insegnerò il timore del Signore.
Sia lodato e ringraziato ogni ora e ogni momento
Il Santissimo e Divinissimo Gran Sacramento
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
- 24 -
L’eterno riposo dona loro, o Signore.
E splenda ad essi la luce perpetua, riposino in pace. Amen.
4.1 (24,32) Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il
cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino,
quando ci spiegava le Scritture?».
Il tuo ardore d’amore è passato nel cuore dei tuoi discepoli. Il loro
cuore è segnato dal fuoco del tuo amore.
Il Vangelo è la Parola che apre e permette di vedere il mistero della
tua Morte che è Pasqua, che è passaggio. Passaggio dalla vita alla
morte e passaggio dalla morte alla Vita piena.
Tu risorgendo non sei tornato indietro, ma sei andato avanti con la
risurrezione. Questa è la Pasqua: passare dalla morte alla vita piena.
Tu sei venuto perché il nostro nascere sia un venire alla luce e con Te
camminare verso l’eternità.
Tu sei venuto perché il nostro soffrire sia un venire alla luce e con Te
vedere e interpretare le piaghe dei giorni.
Tu sei venuto perché il nostro amore sia un venire alla luce e con Te
vedere le opere della vita.
Tu sei venuto perché il nostro morire sia un venire alla luce e con Te
vedere i giorni del pellegrinaggio della vita.
Tu sei venuto perché i nostri peccati e i nostri fallimenti siano distrutti
nel tuo amore: “nelle tue piaghe siamo stati salvati!”.
Ascoltarti significa diventare persone di speranza che parlano del
nascere, dell’amore, del soffrire e del morire come tappe di un
cammino dove Tu ci accompagni per arrivare a casa. Essere persone
di speranza è leggere tutto in Te crocifisso e risorto.
SILENZIO
Responsorio
Tu, fuoco del cuore, ci fai dire
L’eterno riposo dona a loro, Signore
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Tu, luce del cuore, ci fai pregare
Splenda ad essi la luce perpetua
Tu, gioia di ogni cuore, ci fai cantare
Riposino in pace. Amen.
Canto
Noi annunciamo la parola eterna: * Dio è amore.
Questa è la voce che ha varcato i tempi: * Dio è carità.
Passa questo mondo, passano i secoli,
solo chi ama non passerà mai.
Dio è luce e in lui non c’è la morte: * Dio è amore.
Noi camminiamo lungo il suo sentiero: * Dio è carità.
Noi ci amiamo perché lui ci ama: * Dio è amore.
Egli per primo diede a noi la vita: * Dio è carità.
4.2
(24,33) E partirono senz'indugio e fecero ritorno a
Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che
erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed
è apparso a Simone».
Credere in Te è sentirsi Chiesa, è venire in Chiesa, è vivere la Chiesa
dove la fede in Te Risorto illumina tutta l’esistenza.
Andare in chiesa la domenica è vivere la sintesi della vita. Con il tuo
segno, l’Eucarestia, è dire il senso dell’esistere, del nascere e del
morire, è vedere tutto nella prospettiva della Pasqua, della tua e
nostra Risurrezione. E’ leggere la storia dentro la tua prima venuta
nella carne nell’attesa della tua seconda venuta nella gloria.
Andare in chiesa la domenica è vedere il grembo della madre e il
cimitero nella prospettiva vincente della vita. Il cimitero sembra dire
l’illusione del grembo, ma tu sei entrato nel grembo della Vergine
Madre per poter entrare nella tomba e lì disfare la morte perché ogni
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uomo, che ascolta e si apre al Vangelo, possa avere la gioia di leggere
tutto nella luce della tua risurrezione.
SILENZIO
Responsorio
Tu, Signore, sei risorto
Sei Vita della nostra vita
Sei Luce alla nostra luce
Sei Vita più forte della morte
Sei Vita dei nostri morti
Sei il Giudice di ogni uomo
In te i nostri morti vivono
Canto
Cristo ha vinto la morte, alleluia!
Cristo è risorto a gloria, alleluia!
Dal sepolcro dischiuso * rinasce la vita;
Cristo ha vinto la morte * e regna nel cielo.
Nel mattino nascente * ricercano il corpo;
dice l’angelo ad essi: * “il Cristo è risorto”.
4.3 (24,35) Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via
e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Nel segno dello spezzare il pane, ogni domenica e ogni giorno feriale,
alimentiamo la fede nella risurrezione dei morti, di Te e di noi con Te.
Le cose essenziali sono quelle che veramente servono la vita: il sole,
l’aria, l’acqua, la terra, i semi; così la famiglia e il lavoro; così il
vangelo, i sacramenti, la carità. Nel pane, alimento necessario, hai
posto la necessità della vita, il senso della vita, che sei Tu Vivo.
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Nel vino, alimento della festa, hai posto il segno del più della vita che
è il tuo amore fedele e fecondo, Vita nella morte, Amore fino a
morire.
Tu Crocifisso e Risorto, Vivo. Tu che sei morto e hai vinto la morte,
Signore Vivo. Tu, Vivo, Figlio del Padre e datore dello Spirito Santo.
La raggia con le candele accese, che richiama il sole, con Te Pane di
vita esposto al centro, è segno che la realtà, nella luce, è tutto segno
che porta a Te. Bisogna ascoltarti, dare tempo al tuo Vangelo per
riconoscerti, vederti in modo nuovo valorizzando ogni particolare che
dice quanto è bella e viva la vita con Te.
SILENZIO
Responsorio
Il Tuo Pane spezzato * E’ il tuo Santissimo Corpo appeso alla croce
Il Tuo Pane Spezzato
E’ il tuo Santissimo Corpo inchiodato alla croce
Il Tuo Pane spezzato
E’ il tuo Santissimo Corpo trafitto sulla croce
Il tuo Pane spezzato
E’ il memoriale della tua Morte fonte di perdono e di vita
Il tuo Pane spezzato
E’ il tuo sacrificio d’espiazione per i nostri peccati
Il tuo Pane spezzato * E’ la Vita per tutti
Canto
O Corpo di Cristo, mistero d’amore:
al mondo ti ha dato, l’amore del Padre;
avendoci amato per tutta la vita,
in morte giungesti all’estremo d’amore.
Il tuo Corpo è veramente cibo.
Chi mangia questo Pane, non morirà in terno.
O Corpo di Cristo, nell’Ostia ti adoro,
sorgente di grazia, di vita divina.
Signore, il deserto ci aspetta ogni giorno,
nutriti di manna cammini con noi.
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Salmo 50 * Miserere
Miserere mei, Deus, * secundum magnam misericordiam tuam.
Pietà di me, o Dio, * secondo la tua grande misericordia
Et secundum multitudinem miserationum tuarum, *
dele iniquitatem meam.
E nel tuo grande amore * cancella il mio peccato.
Amplius lava me ab iniquitate mea: * et a peccato meo munda me.
Lavami da tutte le mie colpe: * mondami dal mio peccato.
Quoniam iniquitatem meam ego conosco: * et peccatum meum
contra me est semper.
Riconosco la mia colpa * il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Tibi soli peccavi, et malum coram te feci: * ut justificeris in
semonibus tuis, et vincas cum judicaris.
Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi io l’ho fatto
* perciò sei giusto quando parli, retto nel tuo giudizio.
Ecce enim in iniquitatibus conceptus sum: * et in peccatis
concepit me mater mea.
Ecco, nella colpa sono stato generato: * nel peccato mi ha concepito mia madre.
Ecce enim veritatem dilexisti : * incerta et occulta sapietiae tuae
manifestasti mihi.
Ma tu vuoi la sincerità del cuore * e nell’intimo m’insegni la sapienza.
Asperges me hyssopo, et mundabor : * lavabis me, et super nivem
dealbabor.
Purificami con issopo e sarò mondato: * lavami e sarò più bianco della neve.
Auditui meo dabis gaudium et laetiatiam * et exsultabunt ossa
humiliata.
Fammi sentire gioia e letizia, * esulteranno le ossa che hai spezzato.
Averte faciem tuam a peccatis meis: * et omnes iniquitates meas
dele.
Distogli lo sguardo dai miei peccati * cancella tutte le mie colpe
Cor mundum crea in me, Deus: * et spiritum rectum innova in
visceribus meis.
Crea in me, o Dio, un cuore puro, * rinnova in me uno spirito saldo.
Ne proicias me a facie tua: * et spiritum sanctum tuum ne auferas
a me.
Non respingermi dalla tua presenza * e non privarmi del tuo santo spirito.
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Redde mihi laetitiam salutaris tui; * et spiritu principali confirma
me.
Rendimi la gioia di essere salvato, * sostieni in me un animo generoso.
Docebo, iniquos vias tuas: * et impii ad te convertentur.
Insegnerò agli erranti le tue vie * e i peccatori a te ritorneranno.
Libera me de sanguinibus, Deus, Deus salutis meae: *
et exsultabit lingua mea iustitiam tuam.
Liberami dal sangue, Dio, Dio mia salvezza, * e la mia lingua esalterà la tua
giustizia.
Domine, labia mea aperies: et os meum annuntiabit laudem tuam.
Signore, apri le mie labbra * e la mia bocca proclami la tua lode;
Quoniam si voluisses sacrificium, dedissem utique: * holocaustis
non delectaberis.
poichè nn gradisci il sacrificio * e se offro olocausti non li accetti.
Sacrificium Deo spiritus contribulatus: *
cor contritum et humiliatum, Deus, non despiecies.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, *
un cuore affranto e umiliato tu, o Dio, non disprezzi.
Benigne fac, Domine, in bona voluntate tua Sion: *
ut aedificentur muri Jerusalem.
Nel tuo amore fa grazia a Sion, * rialza le mura di Gerusalemme.
Tunc acceptabis sacrificium iustitiae, oblationes, et holocausta: *
tunc imponent super altare tuum vitulos.
Allora gradirai i sacrifici prescritti, l’olocausto e l’intera oblazione, *
allora immoleranno vittime sopra il tuo altare.
Requiem aeternam * dona eis, Domine:
L’eterno riposo * dona a loro, Signore
Et lux perpetua * luceat eis.
e splenda ad essi * la luce perpetua.
La Benedizione Eucaristica
Canto
Tantum ergo Sacramentum
veneremur cernui;
et antiquum documentum
novo cedat ritui;
praestet fides supplementum
Questo grande Sacramento
veneriamo supplici,
è supremo compimento
degli antichi simboli;
viva fede ci sorregga,
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sensuum defectui
quando i sensi tacciono.
Genitori Genitoque
laus et jubilatio
salus, honor virtus quoque
sit et benedictio
procedenti ab utroque
compar sit laudatio. Amen.
All’eterno sommo Dio,
Padre, Figlio e Spirito
gloria, onore, lode piena
innalziamo unanimi
il mistero dell’amore
adoriamo umili. Amen.
Preghiera - Benedizione eucaristica
Dio sia benedetto
Benedetto il suo santo Nome
Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo
Benedetto il Nome di Gesù
Benedetto il suo sacratissimo Cuore
Benedetto il suo preziosissimo Sangue
Benedetto Gesù nel Santissimo Sacramento dell’Altare
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito
Benedetta la gran Madre di Dio Maria Santissima
Benedetta la sua santa ed immacolata Concezione
Benedetta la sua gloriosa Assunzione
Benedetto il nome di Maria Vergine e Madre
Benedetto san Giuseppe suo castissimo sposo
Benedetto Dio nei suoi Angeli e nei suoi Santi
Canto
O salutaris Hostia
quae caeli pandis ostium
bella premunt hostilia
da robur, fer auxilium
Uni trinoque Domino
sit sempiterna gloria
qui vitam sine termino
nobis donet in patria. Amen.
O salutare Vittima
del ciel le porte schiudici
le guerre ostili premono
dà forza al nostro spirito.
Noi t’invochiamo Altissimo
che regni Trino ed Unico
accogli i figli esuli
con te per sempre in Patria. Amen.
Altri Canti
Canto Lauda Sion, Salvatorem, Lauda ducem et pastorem,in hymnis et canticis.
Sit laus plena, sit sonora, sit iucunda, sit decora, Mentis iubilatio.
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Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat.
Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat.
Ecce Panis angelorum,- Factus cibus viatorum: - Non mittendus canibus.
Sit laus plena, sit sonora, sit iucunda, sit decora, Mentis iubilatio.
Bone Pastor, Panis vere, - Tu nos bona fac videre - in terra viventium.
Sit laus plena, sit sonora, sit iucunda, sit decora, Mentis iubilatio.
Canto: Io credo: risorgerò,
questo mio corpo vedrà il Salvatore.
Prima che io nascessi, * mio Dio, tu mi conosci:
ricordati, Signore * che l’uomo è come l’erba,
come il fiore del campo.
Ora è nelle tue mani * quest’anima che mi hai data:
accoglila, Signore, * da sempre tu l’hai amata,
è preziosa ai tuoi occhi.
Padre, che mi hai formato * a immagine del tuo volto:
conserva in me, Signore, * il segno della tua gloria,
che risplenda in eterno.
Cristo, mio Redentore, * risorto nella luce:
io spero in te, Signore, * hai vinto, mi hai liberato
dalle tenebre eterne.
Spirito della vita, * che abiti nel mio cuore:
rimani in me, Signore, * rimani oltre la morte,
per i secoli eterni.
Canto
Vive il mio Redentore * e nell’ultimo giorno mi darà la nuova vita.
Io ti amo, Signore mia forza,
mia rupe, mia difesa e mio liberatore.
Mi circondavano le funi degli inferi,
mi assalivano i lacci della morte.
Nella mia angoscia ho invocato il Signore,
al mio Dio ho gridato aiuto.
Dal suo tempio ha ascoltato la mia voce,
alle sue orecchie è giunto il mio grido.
Per altri sussidi vedi Sito informatico:
www.confraternitebergamo.it
Portami a casa
Manoscritto
don Maurizio Rota * febbraio 2017
assistente diocesano delle Confraternite di Bergamo
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