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Alberto Di Vita
02/02/2017
Ammetto di non aver visto la partita tra Roma e Cesena se non, distrattamente, nei video degli
highlights qualche ora dopo la fine della partita, quindi la valutazione che ne ho fatto al momento
della visione non era “a caldo”, perché non c’era l’adrenalina di una partita che a quanto pare è
stata bella e molto combattuta, pur lasciando il gusto di un furto ai danni del Cesena che, parlo
sempre di highlights, sembrava meritare decisamente più dei giallorossi.
Ha fatto molto discutere, piuttosto, il rigore assegnato alla Roma a pochi secondi dallo scadere del
5° minuto di recupero. Sapete che da diversi mesi ormai proviamo ad approfondire l’argomento
“regolamento del giuoco del calcio” (c’è ancora la “u” nella versione ufficiale), pertanto ne ho
approfittato per raccattare in giro le obiezioni sul rigore che sembrano essere queste:
è scandaloso dare un rigore a pochi secondi dalla fine
ho visto non dare rigori più evidenti
i due si toccano per inerzia: cos’altro avrebbe dovuto fare il portiere?
Da portiere, se io esco per coprire lo specchio della porta e l’attaccante dopo che calcia la
palla mi viene addosso, non è rigore.
Un conto è il difensore, uno è il portiere. Se ogni volta che viene puntato il portiere si deve
spostare, allora è sempre gol.
Strootman ha già giocato la palla, che era lontana, e quindi il contatto è ininfluente
Vediamo cosa dice il regolamento in proposito, dicendo l’ovvietà che tutti sappiamo: il contatto tra i
due c’è stato e non è stato neanche così “leggero” come qualcuno vorrebbe far credere.
Detto questo, altra premessa: questo rigore è raro che si conceda, ma è un errore non darlo, non
certo fischiarlo.
Partiamo dalla prima obiezione, ovvero quella relativa al momento in cui è stato assegnato il rigore:
per quanto possa “far male” (ai tifosi del Cesena e agli haters della Roma), i rigori si possono
concedere dal minuto 00:01 al minuto 95:00 se previsto che ci siano 5 minuti di recupero,
come in questo caso. Anche l’eventuale obiezione sull’entità del recupero ha poco senso: pur
obbligatorio, rimane discrezionale.
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Certo che andrebbero stabilite delle regole più certe sui minuti di recupero che per adesso sono
labili e senza precise indicazioni sull’entità degli stessi. Esiste una casistica che è anche ben
evidenziata:
Ma non c’è da nessuna parte l’indicazione del’ammontare di ogni singola casistica. La cosiddetta
“regola dei 30 secondi” altro non è che un semplice suggerimento, una usanza di “best
practice” per dirla all’ingelse. C’è stato un tentativo di inserire nelle regole IFAB la durata di 15
secondi (non 30) poi però lasciata decadere: questo significa che per ogni situazione l’arbitro può
decidere autonomamente. Una sostituzione può durare 15 secondi o 45, rimane
discrezionale, pur obbligatorio. Inter-Lazio, ad esempio, ha avuto solo 4 minuti di recupero, in
parte giustificabili per via delle 2 sostituzioni effettuate da Pioli nella ripresa, ma non congrui
soprattutto per le tante perdite di tempo laziali e le due espulsioni, che da sole sono costate non
meno di 2 minuti. Diventa ingiusto se si fa un raffronto, ma questo è un ambito in cui l’arbitro non
deve entrare mai: il metro di giudizio è gara per gara, fatte salve le raccomandazioni di massima e i
regolamenti in senso stretto.
L’ultima considerazione annulla anche la seconda obiezione, ovvero “ne ho visti non dati di più
scandalosi”: all’arbitro deve importare praticamente zero.
Le prossime tre chiamano in causa tutte la specificità del portiere. Sarà per la maglia diversa, sarà
per l’impossibilità di averne più d’uno in campo, sarà perché vivono in una solitudine speciale, sarà
perché è solo lui che può prendere con le mani in un gioco che si chiama “calcio”, ma il portiere
viene sempre visto quasi come un elemento a parte. In effetti ci sono delle specificità, come
quella di interrompere immediatametne il gioco nel caso in cui fosse inabilitato a continuare dopo
uno scontro, fatta eccezione per gli istanti successivi al contatto con palla che va in rete.
Inoltre:
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Il portiere, quindi, ha la possibilità di “azioni spericolate” nei confronti dell’avversario, pur
rimanendo ferma la regola che il contatto fisico viene punito. Da questo punto di vista il portiere è
uguale agli altri 10 compagni di squadra in campo, cosa che possiamo desumere anche da una
regola successiva (va ricordato che i principi spesso non vengono ripetuti per evitare ridondanze):
Stabilito che non ci sono differenze tra portiere e altri calciatori, vediamo quale regola (o secondo
quale direttiva/casistica AIA) si applica nel caso. Domanda: se al posto di Agliardi ci fosse stato
un difensore lo considerereste fallo?
Intanto scartiamo la possibilità di un calcio di punizione “indiretto” per eventuale ostruzione, perché
per realizzarsi non avrebbe dovuto esserci il contatto fisico:
Calcio di punizione diretto? Vediamo la casistica:
La casistica può ricadere in tre categorie, ovvero quella del contrasto, quella dell’ostacolo,
probabilmente quella della carica:
Per ostacolare si intende:
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E l’ostacolo con contatto fisico è chiaramente punito con un calcio di punizione diretto:
Sia Strootman che Agliardi hanno diritto a giocare il pallone, ma chi ha il possesso di palla ha il
diritto di scegliere dove andare, mentre l’altro deve aver cura di intervenire in modo tale da
evitare di “mettersi in traiettoria” causando lo scontro: è Agliardi che causa lo scontro, non
Strootman; è Agliardi che “va incontro mettendosi in traiettoria” piuttosto che “essere in
traiettoria”, sono due cose distinte e separate. L’obiezione “che dovrebbe fare il portiere?” ricorda la
difesa a oltranza di Mughini sul famoso rigore di Iuliano-Ronaldo: “che doveva fare Iuliano,
sparire?”: è esattamente il tipico ragionamento fuori da ogni regolamento.
L’unica domanda che ci si dovrebbe porre è: il contatto è causato da Agliardi, sì o no? Se
guardate la prima immagine con il contatto, Agliardi non si è neanche fermato prima del tocco di
Strootman: si ferma dopo che la palla è stata toccata dall’avversario, tanto che ha ancora un piede
non ancora a contatto col terreno. Probabilmente sarebbe stata casistica diversa se si fosse fermato
mezzo secondo prima, con entrambi i piedi per terra e già in posizione: si sarebbe “trovato in
traiettoria” mentre in questo caso si è “messo nella traiettoria”. Si punisce come tutte le altre
occasioni in cui un portiere esce e non prende il pallone ma l’avversario. Riguardandola, faccio
davvero fatica a dire che non gli va contro e che si è fermato:
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Inoltre, deve evitare un eventuale gioco pericoloso ma anche di agire con la cosiddetta “negligenza”.
Generalmente per “gioco pericoloso” si intende soltanto la rovesciata o qualche acrobazia, ma in
realtà la casistica è più ampia (espulsione di Ansaldi due settimane fa, per esempio). Non solo, nel
caso di Ansaldi abbiamo parlato di “negligenza”, che serve anche in questo caso. Strootman gioca
così quel pallone (ultima obiezione) perché l’uscita di Agliardi è spericolata e negligente, ha paura di
farsi male perché ci sono tutti i prodromi di quello che gli istruttori spesso chiamano “fallo
maldestro”:
Badate bene, quando si scrive “non è necessario alcun provvedimento disciplinare” si parla di
sanzioni come ammonizione o espulsione, è come una scala: se c’è fallo, “negligenza” non è
sanzionabile con altri provvedimenti, “imprudenza” è sanzionato con il giallo, “vigoria
sproporzionata” col rosso.
Insomma, a norma di regolamento non ci sono e non ci possono essere dubbi, perché non
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conta il tempo di recupero, non conta la volontarietà o meno (basta la negligenza), non conta la
specificità del portiere (è uguale agli altri calciatori). Non conta neanche la lontananza della palla,
perché il regolamento talvolta fa distinzione tra giocatori “a distanza di gioco” o “non a distanza di
gioco”, ma nel caso dell’ostacolo è chiaramente scritto che può anche avvenire “non a distanza di
gioco”:
Non solo, la punibilità dei contrasti
prescinde dal possesso/controllo della palla o meno.
Infine ho letto un’ultima obiezione che è davvero inapplicabile: il rigore è stato battuto al 97esimo. Il
regolamento non potrebbe essere più chiaro:
Poco fa provavo a discutere dell’evento con un amico arbitro, anche lui piuttosto dubbioso che però
mi sottolinea come un possibile utilizzo della VAR non avrebbe annullato il rigore: avrebbero potuto
solo confermarlo. Per chiudere la discussione ho utilizzato il cosiddetto “rasoio di Occam”: esiste una
qualche regola che ci dice che non si tratta di rigore? La risposta è stata no.
Il rasoio di Occam funziona sempre.
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