Padre Turoldo: un Profeta del nostro tempo

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Padre Turoldo: un Profeta del nostro tempo | 1 mercoledì 01 febbraio 2017, 16:00

Video-reportage

Padre Turoldo: un Profeta del nostro tempo

A colloquio con il regista-attore Massimo Tarducci, coautore insieme a don Andrea Bigalli di Marcello Lazzerini “Il Progresso è crescere in umanità, noi tutti come singoli individui e società, dobbiamo chiederci ogni giorno se ciò che

facciamo serve alla crescita dell’umanità….” Sono parole pronunciate molto tempo fa da un religioso, appartenuto all’Ordine dei Servi di Maria, un uomo coraggioso, punto di riferimento durante la Resistenza, un visionario ed un poeta, un poeta vero tant’è che gli fu assegnato il Premio S.Vincent per la poesia: David Maria Turoldo. Di questa straordinaria figura profetica del nostro tempo ricorre quest’anno il 25 anniversario della scomparsa mentre il 2016 è stato il centenario della sua nascita. Ebbene, proprio a cavallo tra i due i due anniversari, circola un docufilm dal titolo: David Maria Turoldo,

viaggio alla ricerca di un Profeta, a cura di don Andrea Bigalli e Massimo Tarducci, che ne è anche il regista, un video realizzato con il contributo della Provincia Veneta dei Servi di Maria e in collaborazione con la Terza Prattica (il video si avvale della partecipazione di Emma Tarducci, di Carla Pastacaldi, organizzazione e aiuto

regia, riprese e montaggio di Alessio Lavacchi). Un docu-reportage che è stato presentato a Firenze al cinema-teatro La Compagnia, a due passi dal Duomo, la cui programmazione particolare va sempre più affermandosi, e che ha visto la partecipazione di un pubblico giovanile che ha potuto conoscere e confrontarsi con i due co-autori su questa straordinaria figura di religioso, poeta, comunicatore, grande affabulatore, la cui Parola ha lasciato il segno. Di questo singolare viaggio nel mondo di Padre David Maria Turoldo, ne parliamo con Massimo Tarducci, regista (e voce recitante in alcuni momenti del film). Attore di lungo corso, dalla Bottega teatrale di Vittorio Gassman (tenutasi a Firenze negli anni ’80) ha Massimo spiccato il volo calcando le scene con varie Compagnie Teatrali e lavorando con registi che hanno fatto la storia del teatro (uno fra tutti, Orazio Costa), ha preso parte a numerosi film e da alcuni anni a questa parte si cimenta con la regia. Massimo qual è il senso di questo viaggio e come si sviluppa? Il senso è nel titolo, è quello di andare alla ricerca di un Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/padre-turoldo-un-profeta-del-nostro-tempo/ L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.

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Padre Turoldo: un Profeta del nostro tempo | 2 profeta del nostro tempo, ripercorrendo le tappe e frequentando i luoghi della sua vita, dalla nascita (avvenuta il 22 novembre 1916 a Coderno, un paesino della bassa friulana vicino a Udine, alla sua morte , avvenuta a Milano il 6 febbraio 1992 ), incontrando le persone che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e frequentarlo e comprendere il suo messaggio, nonché amare la sua poesia. Con don Andrea, parroco di S.Andrea in Percussina, un piccolo centro vicino a S.Casciano ( Firenze) ed alla casa che ospitò Nicolò Machiavelli durante l’esilio, esiste da tempo un fecondo sodalizio che ci ha condotti sulle tracce sia di David Maria Turoldo, che di padre Ernesto Balducci, del quale ricorre, a 40 giorni di distanza, il suo 25 anno dalla prematura e tragica scomparsa in un incidente d’auto. Stavolta però abbiamo voluto ripercorrere i luoghi significativi della vita di David ( al secolo Giuseppe) e della sua scelta religiosa, partendo dalla sua poverissima casa di Coderno del Friuli, fino al luogo della sua sepoltura, dove riposa a Fontanella Sotto il Monte, vicino Bergamo, dove lui stesso recuperò un’abbazia diroccata, a due passi dal luogo che diede i natali a Papa Giovanni XIII . L’ empatia ci spinge a fare diverse cose insieme e stavolta ci siamo messi di nuovo sulle tracce di Turoldo, seguendo il suo percorso di vita e di crescita spirituale, che non è mai stato disgiunto dalla sua vocazione poetica. «La mia poesia - dice nel film Turoldo - è così radicata che può diventare poesia della speranza». Qual è la novità di questo vostro lavoro? Attraverso il recupero di vecchi filmati, di VHS in cui lui stesso declama le sue poesie o leva la sua voce sui mali che affliggono l’umanità, abbiamo cercato di restituire la sua presenza viva, le sue sofferenze di uomo e di religioso, spesso in contrasto con le autorità ecclesiastiche e non solo, la sua ricerca del volto di Dio, del Cristo, dell’Uomo, della Chiesa e della società: così un testimone che lo ha frequentato ha definito la sua missione, dicendo che per questo padre Turoldo appartiene all’Ordine dei visionari. Che cosa vi ha colpito e affascinato in lui? Il suo carattere profetico e di pensatore in anticipo sui tempi, addirittura un precursore. Un uomo che ha cercato con pazienza e ostinazione nuovi scenari di pace e di giustizia, prefigurando molte problematiche culturali e sociali divenute oggi di grande attualità e urgenza, come la costruzione sempre più difficile di un mondo di pace, il tema dell’accoglienza, della povertà, la necessità che l’umano si contrapponga al disumano, tema questo ben presente alla sua mente e nelle sue parole fin dalle prime predicazioni nel Duomo di Milano, dopo che era stato ordinato a sacerdote a Vicenza nel ’40, in piena seconda guerra mondiale. A Milano fu tra i primi frati dell’Ordine dei Servi ad iscriversi all’Università Cattolica del Sacro Cuore, conseguendo nel ’46 la laurea in filosofia (titolo della tesi: Per una nuova ontologia dell’uomo) e, ancora studente, ad entrare nel vivo della lotta antifascista, nel corso della quale fondò un giornale clandestino: L’uomo. Ricercato dalle milizie fasciste riuscì a mettersi in salvo utilizzando una porta secondaria. “ E’ noto che dopo la Liberazione padre Turoldo promosse iniziative rivolte al sociale (come la Messa della carità e il Centro culturale Corsia dei Servi) ed ebbe l’incarico dal cardinale arcivescovo Alfredo Ildefonso Schuster , ora Beato, di tenere le omelie domenicali in Duomo a Milano. Suscitando però la reazione dei benpensanti e dei cattolici conservatori che chiesero il suo allontanamento. La sua parola, letteraria e poetica, lo ha reso una delle figure più note dell’Ordine di appartenenza e della Chiesa. Cantore della parola di Dio, collaborò con l’allora monsignor Gianfranco Ravasi (ora cardinale) con testi poetici di commento alle Sacre Scritture. Un profeta, a volte ribelle, che andò incontro a varie incomprensioni nella stessa Chiesa, tanto che il Santo Uffizio lo fece allontanare dall’Italia a seguito del sostegno dato all’opera di don Zeno Saltini, fondatore della Comunità di Nomadelfia. Dopo aver operato nelle Case servite di Austria, Baviera, Inghilterra, Stati Uniti, Canada, facendosi apprezzare ben oltre i confini nazionali, fu per un periodo a Firenze, presso la SS.Annunziata, dal 1955 al 1961.

La città, che aveva in Giorgio La Pira il suo punto di riferimento più alto e rappresentativo, era animata da un clero scomodo, figlio mal della grande esperienza innovativa del Cardinale Elia dalla Costa, costituito da sacerdoti in prima linea per il rinnovamento religioso come don Lorenzo Milani, padre Ernesto Balducci, don Luigi Rosadoni, don Enzo Mazzi, don Sergio Gomiti ( animatori della Comunità dell'Isolotto) don Bruno Borghi ( prete operaio) e tanti altri . Un clero mal sopportato dall’arcivescovo cardinale Florit. A questi “ribelli” si aggiunse anche David Maria Turoldo. Sia per Elia Dalla Costa che per Giorgio La Pira è in corso il processo di Beatificazione. Ebbene, padre Turoldo lo hai conosciuto nel suo periodo fiorentino? No, ma il non averlo conosciuto ha favorito il mio, il nostro lavoro, anche di don Andrea, sì da consentire l’approccio a questa straordinaria figura profetica, con mente libera, sgombra da pregiudizi, in piena autonomia di pensiero e con il necessario distacco. Devo dire che oggi si sente la mancanza di una voce come la sua, che già trent’anni fa poneva al centro della propria riflessione e azione pastorale i temi della povertà, dell’immigrazione, dell’accoglienza, della responsabilità di ognuno nella costruzione della pace, di una vita rinnovata che deve ripartire da noi stessi. In questo nostro documentario, che è un viaggio nei luoghi più significativi della sua esistenza, abbiamo cercato di ritrovare e di restituire anche attraverso la sua poesia, la grandezza della sua fede. Con questo lavoro, don Andrea ed io abbiamo cercato di rendere viva, per quanto possibile, la sua presenza, utilizzando filmati e spezzoni che ci danno la misura della sua autenticità e della sua straordinaria personalità. Di quella grande stagione del cattolicesimo progressista fiorentino David Maria Turoldo è stato uno dei più straordinari animatori. Un costruttore di pace, di cui oggi si avverte l’assenza. Ma il suo messaggio è arrivato, ha lasciato un segno, che va raccolto. Come dice don Andrea, David è stato un “innamorato dell’umano alla luce del Vangelo, di cui anche i nostri tempi avrebbero bisogno”. Come si struttura il docu-film? In questo nostro video-reportage, il cui trailer è visibile su youtube , si è cercato di riassumere la vita di padre David Maria Turoldo nelle fasi esistenziali . A cento anni dalla nascita e nel febbraio 2017 a venticinque dalla sua scomparsa si è cercato, Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/padre-turoldo-un-profeta-del-nostro-tempo/ L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.

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Padre Turoldo: un Profeta del nostro tempo | 3 partendo dalle sue origini, di ricostruire il percorso del poeta e dell’uomo di Chiesa, amato, criticato, rivisitato, riapprezzato, e di restituire al pubblico il suo modo di sentire la sofferenza dell’altro, la costante ricerca della pace e della giustizia secondo un binomio che non è possibile scindere nella società e nella Chiesa. Una ouverture di immagini e musica ci dà modo di poter affrontare la sua dimensione di fede in una composizione simile ad una struttura musicale dove il video film consente di promuovere anche con contaminazioni di genere (materiale d’archivio, documenti video e audio) la conoscenza di Padre David. Il testimone del viaggio, Don Andrea Bigalli, funge da trait d’union tra padre David e gli altri viaggiatori di questa cavalcata turoldiana, incontrando nel suo svolgersi il cibo, la fede, il lavoro, i migranti, lo studio, la predicazione nei tanti luoghi a lui cari… il Friuli, Sotto il Monte, Milano San Carlo e Corsia dei Servi, Firenze SS. Annunziata. Toccante il luogo ove scelse di essere seppellito, dopo una lunga sofferenza (tumore al pancreas) che aveva sopportato con grande dignità : Fontanella Sotto il Monte, a fianco dell’Abbazia, un tempo diroccata, che aveva recuperato e dove dal ’64 vi è stato impiantato il centro di spiritualità Casa di Emmaus”, luogo di richiamo ecumenico e di accoglienza per persone singole e gruppi. Cosa ne sarà di questo vostro documentario? Si stanno organizzando varie presentazioni in giro per il nostro Paese, all’anteprima di Bolzano sono seguite Udine, Padova, Torino, la prossima sarà a Milano, poi altre ancora se ne faranno per far conoscere la voce e la figura di questo profeta del nostro tempo al quale, consegnandogli il primo «Premio Lazzati», il Cardinale Carlo Maria Martini chiese pubblicamente scusa dei tanti torti subiti a nome della Chiesa.

di Marcello Lazzerini

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