Voto francese e tedesco senza neanche un`idea Bersani

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I COMMENTI
Giovedì 2 Febbraio 2017
L’ANALISI
IMPROVE YOUR ENGLISH
Voto francese e tedesco
senza neanche un’idea
French and German votes
without a single idea
I
un patologico avann Francia, il
Partito sociali- DI DOMENICO CACOPARDO zo della bilancia dei
pagamenti, niente
sta sceglie Benoit Hamon, candidato della avventure. Sulla sicurezza, parole
sua sinistra, le cui ricette lo pongono di circostanza, fondate sull’efficienal quarto posto nelle preferenze. Se za (da verificare) della polizia, sul
questa è la risposta della socialde- sostanziale rallentamento, quasi
mocrazia europea ai rivolgimenti un fermo, dell’accoglienza promesche sono accaduti nel mondo e a sa a 5 milioni di profughi siriani in
quelli che accadranno prestissimo, cinque anni. E niente più, solo un
siamo messi molto male. Nemme- lavoro di intelligence che, in caso di
no altrove un’analisi condivisa né fortuna, previene qualche attacco
una strategia nei confronti della e, nel caso contrario, gli attacchi li
contemporaneità. Globalizzazione subisce.
Nessun ragionamento strateo protezionismo? Un dilemma che
non è secco, visto che ci sono infinite gico come sarebbe quello sul futupossibilità di collocare l’asticella nel ro dell’Europa oggi senza politica
estera, senza forze
modo più conveniente
armate, senza sicuai cittadini europei.
rezza comune, senza
Ma la mancanza
Il mondo corre
politica economica
di un’idea strategima i paesi europei
che non sia la vecchia
ca si sente soprattutrestano in trance
politica di bilancio,
to in Germania, dove
sublimata dal «Fiscal
la socialdemocrazia
ha la forza e il ruolo dell’antico Par- compact», un cappio al collo dei patito socialdemocratico italiano che, esi con debito elevato, che l’Italia
con Saragat, fu il sempre fedele s’è messa volontariamente addosso
alleato della Democrazia cristiana, per merito di Mario Monti. Quali
mentre i due partiti democristiani saranno i rimedi comunitari alla
convergono su Angela Merkel (il politica protezionistica di Trump,
pendant bavarese con forti mal di al vasto indebitamento cui intende ricorrere, al possibile ritiro, e
pancia).
La Cancelliera è il punto comunque, al ridimensionamento
terminale e di partenza di una della presenza americana in Eurorassicurante continuità: niente pa? Nessuno ce lo dice, nemmeno la
inflazione; niente scontri sociali; Germania che di questa Unione è
niente scioperi; attività economica l’azionista di controllo.
www.cacopardo.it
florida, così florida da determinare
DI
thological surplus balance of
payments, no adventures. On
security there were noises, based
on the efficiency of police (which
remains to be seen), on the substantial slowdown, almost a
standstill, on the reception promised to 5 million Syrian refugees in fi ve years. And nothing
more, just an intelligence work
that – if lucky - prevents some
attacks and - in the opposite case
– suffers attacks instead.
No strategic reasoning like
that on the future of Europe currently without foreign policy, without armed forces,
H o w e v e r, t h e
without common
The world runs but
lack of a strategic
security, without
idea is felt especialEuropean countries an economic policy
ly in Germany, whedifferent from the
stay in a trance
re social democracy
old fiscal policy, elehas the power and
vated by the «fiscal
the role of the ancient Italian So- compact», a noose around the
cial Democratic Party, which was neck of highly indebted countriwith Saragat the faithful ally of es, which Italy voluntarily wore
Christian Democrats, while the thanks to Mario Monti. What
two DC parties agree on Angela will be EU’s remedies to Trump’s
Merkel (the Bavarian counter- protectionist policy, the vast debt
part very reluctantly).
he wants to incur, the possible
withdrawal - and anyway- the
The Chancellor is the ar- decreasing American presence in
rival and starting point of a Europe? No one tells us, not even
reassuring continuity: no infl a- Germany, which is the controltion; no social unrest; no strikes; ling shareholder of this Union.
a booming economic activity, so
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booming as to determine a paTraduzione di Silvia De Prisco
IL PUNTO
LA NOTA POLITICA
Bersani non vuol finire
come fece finire Renzi
L’intesa per adesso
è solo sul calendario
GOFFREDO PISTELLI
C
I
n France, the Socialist Party
has chosen Benoit Hamon,
the left wing candidate, who
is forth in the polls according
to his program. If this is the European social democracy’s answer to
the upheavals that have occurred
in the world and to those that will
happen very soon, we are in trouble. Elsewhere, a shared analysis
and up-to-date strategy is also
missing. Globalization or protectionism? A dilemma that isn’t
clear-cut, since there are endless
possibilities to move standards in
the most convenient way to European citizens.
ongresso! Congresso!
Gli oppositori di Matteo Renzi sono lividi
per l’idea del segretario di andare al voto senza
prima aver convocato l’assise
di iscritti ed elettori.
Il motivo politico, per gli assertori del «congresso subito»,
starebbe nella sconfitta referendaria: essendo stato bocciato dal 60% dei No il programma di riforme istituzionali, su
cui il segretario-premier aveva
investito, si renderebbe necessaria una verifica con elettorato e base che potrebbero non
gradire più la leadership.
Ragionamento del tutto teorico, come teorico potrebbe
essere quello specularmente
opposto: visto che il 40% degli
italiani pro riforme, in una
competizione tutta schiacciata
sulla persona di Renzi, il Pd potrebbe aver persino aumentato
i consensi. Gli oltre 12 milioni e
708 mila Sì sarebbero infatti di
più degli 11 milioni e 172 mila
di voti presi dal partito alle europee 2014, ma tant’è.
Il congresso anelato, oltretutto, sarebbe straordinario,
perché da statuto si dovrebbe
svolgere in dicembre.
E perché mai non si potrebbe votare senza aver fatto il
congresso?
Se lo chiedete a ognuno degli «invocanti» l’assise, ai vari
Massimo D’Alema, Pier Lu-
Vuole il congresso
perché
vuole i posti
igi Bersani, o al governatore
Michele Emiliano, che da
magistrato in aspettativa ha
minacciato il ricorso alle carte
bollate, se lo chiedete a loro,
dicevamo, risponderanno che
affrontare una tornata elettorale senza aver ridefinito programma e leadership sarebbe
un suicidio.
Nessuno risponderà quello
che tutti realisticamente temono: che si tratti del «loro»
suicidio politico.
Perché prevedono ciò che è
accaduto già: che il segretario
politico faccia le liste. Forse
anche escludendone qualcuno,
perché molti di loro, fra refe-
rendum su trivelle e senato,
sulle riforme e persino sulle
comunali di Roma, si sono
espressi pubblicamente, contro
il Pd e la sua attuale segreteria, votando di conseguenza.
D’Alema e Bersani, poi, che
han fatto i segretari Ds e Pd,
sanno come funziona.
Col Porcellum, legge elettorale che permetteva l’individuazione a priori della quasi
totalità degli eletti, sulla base
del semplice posizionamento
in lista, ai renziani furono
concessi 18 eletti sicuri su
298 deputati e 113 senatori. E
dire che Renzi aveva avuto un
po’ meno del 40% dei voti alle
primarie.
Un’altra ventina di renziani,
arrivarono in lista sgomitando e non poco alle primarie dei
candidati, che si tennero a fine
2012.
Insomma, il motivo per cui
si urla «congresso! congresso!», potrebbe essere meno
commendevole di quel che si
dice: sconfiggendo Renzi si
risolverebbe il problema, ma
anche fargli sudare la vittoria
significherebbe indurlo a più
miti consigli.
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DI
MARCO BERTONCINI
L’accordo fra i capigruppo
di Pd, M5s, Lega e Fd’It, che
ha inserito nel calendario
della camera la trattazione
della riforma elettorale, è
stato salutato come un asse
fra quei partiti. Si è così
data per chiusa la vicenda.
Molto frettolosamente, va
detto. Altro è concordare che
alla fine di febbraio andrà in
aula la nuova legge, altro è
leggere in Gazzetta Ufficiale l’articolato in vigore. Per
ora, c’è stata un’intesa sul
calendario, non sul merito.
Si parla di un accordo
per estendere, al senato,
l’italicum in vigore per la
camera. È tutto molto nebuloso, specie ove si tenga
conto che in materia elettorale basta un comma per
rovesciare una supposta intesa. Un esempio: oggi alla
camera non sono previste
coalizioni, al senato sì. La
molto ipotetica concertazione intende togliere da
palazzo Madama i premi assegnati regionalmente alle
liste apparentate o, all’op-
posto, intende estendere a
Montecitorio la possibilità
di coalizzarsi? Al senato ci
sarà un premio nazionale
(ritenuto a suo tempo incostituzionale dal presidente
Ciampi) o saranno assegnati premi regionali?
Ammettendo che si
arrivi velocemente a un
accordo a Montecitorio, ci
si chiede come agiranno le
minoranze del Pd. Si parla
perfino di posizione della fiducia, con conseguenze politiche che potrebbero non
essere indifferenti. Bisognerà poi fare i conti con i senatori. Attenzione: non con
il senato, bensì con i singoli
senatori, i quali potrebbero
non gradire né il testo arrivato dai colleghi deputati
né, e ancor meno (anzi, niente affatto), la corsa verso le
urne.
La stesura della legge
potrebbe rallentarsi, pubblicata la sentenza della Corte costituzionale. Infatti si
ignorano, oggi, gli indirizzi
per il legislatore che essa
potrebbe contenere.
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