Hey caboto, l`album di Nicola Caboto: Un nostos

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Transcript Hey caboto, l`album di Nicola Caboto: Un nostos

GIOVEDì 2 FEBBRAIO 2017
Hey caboto, l'album di Nicola
Caboto: Un nostos sonoro, dove
musica e testi sono perfettamente
calibrati all'unisono
CRISTIAN PEDRAZZINI
[email protected]
SPETTACOLINEWS.IT
Hey caboto è l'album di esordio di Nicola Caboto; composto da nove
tracce registrate nell'arco di nove mesi a cavallo tra il 2015 e il 2016.
L'album è fortemente influenzato da situazioni legate alla quotidianità
dell'artista, concepito in un periodo di "frequenti traslochi" in cui Nicola
ha vissuto al La Spezia prima e a Torino poi.
Il tema della partenza, del viaggio come esplorazione esterna ed
introspettiva si percepisce nota dopo nota.
Alcune canzoni parlano della partenza (Casa casetta; Non una parola;
Nebbia ho nel cuor; Piccola famelica zanzara), altre di chi è salpato e ora
si trova a fare i conti con le tempeste interne ed esterne (Gelo siberiano),
e infine è affrontato anche il tema del ritorno, quando si tirano le
somme e si fanno i conti del proprio percorso (Romanzo esistenziale;
Hey caboto).
L'album stilisticamente è caratterizzato da melodie decise e da una
particolare attenzione alle armonie e alla fusione con i testi. La chitarra
elettrica, nonostante sia caratterizzante negli arrangiamenti, lascia
anche molto spazio alle tastiere con cui Caboto compone sempre più
spesso le sue canzoni.
Tracklist
Casa Casetta. In questo brano rock-blues si parla con ironia del
cambiamento e del bisogno di costruzione del proprio spazio. Scritta in
un periodo di frequenti traslochi, il protagonista lascia la sua "cameretta"
al sud per trasferirsi nell' appartamento lasciato libero da una anziana
signora da tempo ricoverata in ospedale, che una volta guarita costringe
il protagonista ad un nuovo trasloco.
Non una parola. Una ragazza parte per realizzare i propri sogni. Ma il
protagonista della canzone è il vicino di casa, 15enne che assiste attonito
ai preparativi del trasferimento senza avere il coraggio di dirle la
nostalgia che prova nel vederla partire.
Romanzo esistenziale. E' una canzone rock con qualche riferimento
funky-jazz, la tematica fondamentale è l'introspezione. E' il bilancio di
una vita vista come un romanzo, dove il protagonista si accorge di avere
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vissuto una vita che senza consapevolezza e senza empatia. Un invito a
vivere pienamente.
E nebbia ho nel cuor. E' una ballata lenta che racconta di una
separazione. Un addio che lascia senza parole. La sensazione che il brano
vuole lasciare all'ascoltatore è proprio quella della fredda solitudine che
rievoca il titolo del pezzo.
Hey caboto. E' la canzone con l'anima più rock dell'album. Con un groove
sorretto da una chitarra elettrica in overdrive semplice e graffiante,
racconta il ritorno a casa di Caboto dal suo viaggio. E si tratta di un
viaggio amaro, senza gloria: solo la bellezza di averci provato. Ed è
questo che dice a se stesso caboto, di rialzarsi, mettersi a nuovo e
riprendere il largo.
Gelo siberiano. Un pezzo swing dolce-amaro, in cui l'artista si rivolge al
gelo siberiano personificandolo, chiedendogli di "andarci piano" e
mettersi in coda dopo tutti gli altri piccoli problemi quotidiani.
Confine su confine. Si parla di riscatto, di riuscire nella vita laddove
qualcuno ti aveva ostacolato, messo i bastoni tra le ruote, sottovalutato.
È un pezzo allegro, ritmato, scritto al pianoforte e arrangiato dando
spazio all'elettronica.
Vintage. Una canzone rock, veloce e diretta. Così come una vecchia
giacca di pelle può tornare di moda, anche un vecchio amore può
tornare a far battere il cuore di qualche donna. Almeno secondo l'artista.
Piccola (famelica) zanzara. Puro divertimento in un pezzo chitarra bossa
nove e voce. Il protagonista si sveglia una mattina con un buco al centro
del petto, scoprendo che la sua piccola famelica zanzara è fuggita
portandosi come souvenir il suo cuore.
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