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I COMMENTI
Venerdì 3 Febbraio 2017
L’ANALISI
IMPROVE YOUR ENGLISH
Ballottaggio, no alle
politiche sì nei Comuni
Run-off: in general elections
no, in municipalities yes
L
a Corte costiincompiuta. Ma non
DI CARLO VALENTINI
tuzionale ha
si capisce come il balbocciato quellottaggio, considerato
la parte della legge elettorale incostituzionale dalla Corte per le
che prevedeva il ballottaggio. Biso- elezioni politiche, possa continuare ad
gnerà attendere qualche settimana esistere per quelle amministrative. Se
per leggere le motivazioni e conoscere il partito o la coalizione vincente alle
quindi cosa sta alla base della decisio- politiche col ballottaggio è da considene dei magistrati.
rarsi usurpatrice perché il meccaniÈ però presumibile che essi ab- smo non è conforme ai principi costibiano ravvisato nel ballottaggio una tuzionali, come può essere legittimo
carenza di rappresentatività, ovvero il partito o la coalizione che vince le
può accadere che risulti vincitore il elezioni amministrative con lo stesso
partito (o la coalizione) che al primo sistema e va a governare una Regione
turno ha ottenuto un consenso assai o un Comune?
limitato e poi è semplicemente riuscito Sarà materia di dibattito tra i costia racimolare, nel secondo turno, più tuzionalisti, per altro oberati di lavoro
voti contro l’avversain questo periodo. Ma è
rio e non a catalizzare
ipotizzabile che la Corte, nel caso di un ricorso
interesse sulla propria
È difficile capire
simile a quello che ha
identità politica. Il che
la ratio della Corte
riguardato l’Italicum,
non rientrerebbe nel
costituzionale
si esprima allo stesso
corretto gioco demomodo e quindi cancelcratico: il meccanismo
che consente a chi riceve, poniamo, il li il ballottaggio anche per Comuni e
20% dei voti al primo turno contro un Regioni. A meno che il parlamento non
avversario al 45% e al secondo turno intervenga nella prossima legislatura.
lo travolge finirebbe, secondo la Cor- In questa, dal finale avvelenato, è imte, per non rispecchiare l’essenza della possibile riuscire a sciogliere il nodo.
volontà degli elettori, poiché il partito Senza ballottaggio non solo avranche ha ottenuto più voti su una propria no un diverso esito le prossime eleproposta di governo si ritrova poi scon- zioni politiche (qualsiasi sistema
fitto in un secondo turno in cui magari elettorale incide sulle urne) ma si
si registra un crollo della partecipazio- ridisegnerebbe la geografia politica
ne al voto che lo penalizza.
delle amministrazioni locali, dove
La bocciatura del ballottaggio spesso il ballottaggio ha ribaltato il
dipenderebbe insomma dal fatto che risultato del primo turno.
esso configurerebbe una democrazia
© Riproduzione riservata
DI
T
he Constitutional Court re- unclear how the ballot, considered
jected the part of the elec- unconstitutional by the Court for
toral law that provided for the general elections, can continue
a runoff. We will have to to exist for local ones. If the party
wait a few weeks to read the rea- or coalition that wins the general
sons and know what is behind the elections with the run-off policy is
decision of the judges.
considered usurper because the
However, they likely identified mechanism doesn’t conform to
a lack of representativeness in the constitutional principles, how can
ballot, namely it may happen that a party or coalition that wins the
the winning party (or coalition) is local elections with the same systhe one that achieved a very lim- tem and start to rule a region or a
ited approval in the first round municipality be legitimate?
and then just managed to gather, Constitutionalists, who are
in the run-off, more votes against overworked in this period morethe opponent and not to attract over, will debate it. However, if
interest on its political identity. there were an appeal similar to
This isn’t supposed
that affecting the
to respect the correct
Italicum, the Court
It is difficult
would probably rule
democratic game:
to understand
in the same way and
the mechanism that
the
Constitutional
delete the run-off
allows those who reCourt’s rationale
also for municipaliceive, let’s say, 20% of
ties and regions. Unthe vote in the first
round against an opponent who is less the Parliament intervenes in
at 45% and overwhelms him/her the next legislature. In this legislain the run-off wouldn’t reflect the tive term with a bitter end, untymain will of the voters according ing the knot is impossible.
to the Court, because the party Without a ballot, the upcoming
that received the most votes on its general elections (any electoral
own government proposal is then system affects the polls) will not
defeated in a run-off where there only have a different outcome, but
might be a slump in turnout which also the political geography of local
administrations would be rewritpenalizes it.
In short, the rejection of the ten, as the run-off often overturned
run-off is supposed to depend on the results of the first round.
whether it amounts to an incom© Riproduzione riservata
plete democracy. Nevertheless, it is
Traduzione di Silvia De Prisco
IL PUNTO
LA NOTA POLITICA
Il Calpolicella è andato per
traverso ai truffatori in Usa
Minoranza Pd: guai
a chi ci tocca il posto
SERGIO LUCIANO
S
e qualcuno scrive «Calpolicella» sull’etichetta
di un vino, non è un errore di stampa: è una
truffa. Finita male (stavolta, e
non è frequente) per i truffatori californiani che, con buona pace della «great America»
predicata dal loro presidente
Trump, volevano emulare in
peggio le peggiori furbate della Little Italy di ieri di oggi e
di sempre. Truffa, truffa commerciale sul vino. Prendi un
vinaccio industriale da due
soldi, imbottiglialo e mettici
sopra un’etichetta che «suoni
italiano» e abbindoli i gonzi. Il
gioco è fatto: vendi dell’acqua
sporcata di rosso al prezzo che
Eataly, per dire, praticherebbe
per un gran vino.
Per fortuna, la Camera di
commercio di Verona e il Consorzio di Tutela del Valpolicella
Doc hanno bloccato sul nascere
un tentativo di imitazione del
grande vino Valpolicella negli
Usa. E ci sono riusciti per eleganti vie legali: hanno presentato opposizione presso l’ufficio
Marchi statunitense contro la
richiesta di registrazione del
marchio «Calpolicella», presentata da un’azienda californiana, e hanno ottenuto ragione.
È solo l’ultima delle battaglie
combattute contro l’impiego
di marchi confusori, come ad
esempio l’Amicone che imita
Grana Padano, i due mitici formaggi del nostro centro-nord,
che lo scorso anno finalmente
sono riusciti a ritrovare il segno più nei parametri economici chiave di prezzi ed export.
Ma si deve e si può fare di più.
Combattere la battaglia fino
in fondo.
Premiata la causa
della Camera di
commercio di Vr
Bisogna dire la verità: il ministro dell’agricoltura Maurizio Martina e il ministro dello
sviluppo economico Carlo Calenda ci hanno provato con un
impegno inedito. Ma è evidente
che occorre uno sforzo di tipo civico, di sistema, esteso non solo
alle strutture efficienti italiane
in Italia (e la Camera di commercio di Verona lo è stata, con
buona pace di chi ha provato
ad eliminarla dalla faccia istituzionale del Paese, con tutte
le consorelle!) ma anche alle
strutture di rappresentanza
all’estero: ambasciate, consolati, semplici cittadini residenti.
La contraffazione perniciosa
non è solo cinese, anzi: c’è più
correttezza nel grande portale
e-commerce di Jack Ma, AliBaba, che in tanti furbastri copiatori nordamericani ed europei.
l’Amarone ed è stato rinvenuto
a lungo ad Hong Kong.
Questa battaglia contro
il cosiddetto «italian sounding» vale 58 miliardi di euro
di export, come certificano
(indicando appunto quell’altissimo valore monetario) gli
ultimi dati di Assocamerestero,
l’associazione che riunisce le 78
camere di commercio italiane
all’estero.
Poi, si sa: i prodotti di buona qualità vincono sempre, alla
fine, e fa piacere il caso del Valpolicella tutelato come quello
del Parmigiano Reggiano e del
© Riproduzione riservata
DI
MARCO BERTONCINI
Quel che preme alle minoranze del Pd non sono
premio di governabilità,
mattarellum, collegi, quota
proporzionale, circoscrizioni
e tutti i tecnicismi legati alla
riforma elettorale. Per loro è
essenziale che scompaiano i
capilista bloccati. Una volta
che Matteo Renzi non avesse
più l’arma per sottrarre agli
oppositori l’elezione sicura
e, insieme, per garantirla
a decine e decine di amici,
gli avversari sarebbero appagati.
Si capisce bene perché
si agitino ancor più quando circola l’ipotesi non già di
cancellare l’elezione garantita ai primi in lista, bensì
di estenderla dalla Camera
al Senato. Significherebbe
graziosamente offrire al
segretario del partito un
buon numero di senatori
renziani. A queste fondate
preoccupazioni dei nemici
di Renzi altre se ne aggiungono, meno palesi tuttavia
circolanti, soprattutto fra i
compartecipi della variega-
ta maggioranza che sostiene
la segreteria. È la rottamazione, conseguenza, non della volontà di Renzi, bensì di
una norma statutaria del
Pd (art. 21: non è ricandidabile per il Parlamento «chi
ha ricoperto la carica per
la durata di due mandati»).
Sono ammesse deroghe, fino
al 10% degli eletti precedenti. Appunto sulle deroghe
puntano insigni sostenitori
della segreteria, da Franceschini a Fioroni.
Renzi deve volteggiare
fra pretese delle minoranze e richieste della maggioranza. Ovviamente non ha
alcuna intenzione di cedere,
almeno sui capilista bloccati; ma più egli pretende di
chiudere la legislatura, più
sale la protesta degli oppositori. Il vero alleato di
questi ultimi è il capo dello
Stato: la consapevolezza che
egli intenda avere una legge elettorale coerente prima di sciogliere le Camere
rinfranca gli anti renziani,
i quali alzano la voce ogni
giorno di più.
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