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SUSSIDIO MESE DELLA PACE - GENNAIO 2017
IL PRESENTE SUSSIDIO CHE CONTIENE MATERIALE E ATTIVITA' PER VIVERE IL MESE DELLA PACE
2017, E' RIVOLTO A GRUPPI DI BAMBINI, GIOVANI, ADULTI, A GRUPPI CLASSE, SCUOLE,
PARROCCHIE, ASSOCIAZIONI... E A CHIUNQUE VOGLIA METTERSI IN GIOCO PER MIGLIORARE IL
MONDO DIVENTANDO COSTRUTTORE DI PACE.
1
INDICE
Introduzione
pag. 3
Il progetto di pace 2017
pag. 4
SUSSIDIO BAMBINI E RAGAZZI
Primo Incontro
Secondo Incontro
pag. 5
pag. 6
SUSSIDIO GIOVANISSIMI E GIOVANI
Primo Incontro
Secondo Incontro
pag. 10
pag. 11
SUSSIDIO ADULTI
Primo Incontro
Secondo Incontro
pag. 14
pag. 15
FESTA DELLA PACE
pag. 17
ALLEGATI
pag. 18
Link siti di approfondimento
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Introduzione
Carissimi, ancora una volta all’apertura dell’anno vi scriviamo per progettare, pensare e vivere
insieme il Mese della Pace 2017.
E’fondamentale tornare a riflettere e a confrontarci su un tema così attuale e importante come
quello della Pace perché crediamo fortemente che sempre la pace sia possibile. La pace è infatti
un «dono di Dio» da invocare, ma anche «un’opera da costruire» insieme, dai bambini ai ragazzi,
dai giovani agli adulti.
In modo particolare in questo anno, desideriamo accompagnare tutti a riscoprire la gioia di essere
operatori di pace, nella consapevolezza grande che imparare a costruire tale dono ci aiuta a fare
esperienza della bellezza di essere figli di Dio, pensati e amati da Lui.
Il presente sussidio curato dalla Tavola della Pace offre una proposta di cammino in preparazione
alla grande FESTA della PACE sabato 28 gennaio 2017 con alcuni incontri liberamente modificabili
e/o integrabili a seconda dello specifico.
A partire dal Messaggio del Papa di quest’anno per la 50a Giornata Mondiale della Pace “La non
violenza: stile di una politica per la pace” e dal passo evangelico delle Beatitudini abbiamo anche
creato un itinerario personale di preghiera che accompagni ciascuno giornalmente a vivere ed
essere costruttore di pace. Desideriamo essere “laici beati” capaci di accogliere la verità di noi
stessi, la bellezza di essere uomini e donne chiamati a vivere relazioni autentiche e vere, la
responsabilità della creazione di un mondo nuovo e bello.
Il giorno della Festa ci ritroveremo tutti insieme per continuare ad invocare in silenzio e con il
canto il dono della pace.
Lo slogan che abbiamo scelto “Costruiamo la Pace”, intende richiamare l’attenzione alla cura
dell’altro e all’importanza di non lasciare indietro nessuno nella costruzione di un mondo più bello
che può essere ancora casa per tutti e per ciascuno.
Buon Mese da Costruttori della Pace a tutti.
Gli amici della Tavola della Pace
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Il progetto di Pace 2017
“Costruiamo la Pace” lo slogan che abbiamo scelto quest’anno vuole ridirci la bellezza di costruire
la Pace insieme piccoli e grandi sostenendo chi si impegna ogni giorno per comprendere come
realizzare un mondo più bello.
L’anno scorso abbiamo conosciuto Ernesto Olivero, fondatore del SERMIG (Servizio Missionario
Giovani) che insieme ad altri amici si impegna a favore degli ultimi nella instancabile ricerca della
giustizia, della solidarietà, del bene comune e soprattutto della pace.
Abbiamo pensato che fosse bello e significativo continuare a sostenere il SERMIG ed in particolare
un progetto che ci coinvolge da vicino: il Coro dei giovani della Pace istituito in occasione del 5°
appuntamento mondiale dei Giovani per la Pace che si svolgerà a Padova il prossimo 13 maggio.
Il coro formato da 1000 persone, ha l'intento di portare una testimonianza di pace, dialogo e
amore attraverso la musica. Il coro non è un semplice progetto musicale, ma una metafora, un
metodo, uno spazio educativo e formativo. È l'immagine di una piccola comunità che per
comunicare sé stessa deve ricercare l'armonia, guardarsi dentro, guardare il volto dell'altro,
imparare a camminare allo stesso passo, per raggiungere così la "meta” e il cuore degli altri.
A questo ambizioso e bellissimo progetto hanno aderito anche i giovani della nostra diocesi
(appartenenti e non all’orchestra coro del’Azione cattolica) e noi vorremmo sostenerli anche
economicamente.
La raccolta dei fondi in questo mese della Pace verrà perciò devoluta al SERMIG ed ai giovani che
prenderanno parte al Coro.
I soldi verranno raccolti come ogni anno all’interno di un bussolotto che costruiremo a forma di
LANTERNA (cfr. Attività ragazzi 9-11 anni) e consegnati il giorno della Festa.
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SUSSIDIO BAMBINI E RAGAZZI
(età 4-14 anni)
IDEA DI FONDO: Nel mese della Pace, i ragazzi riscoprono la bellezza della pace come dono e come
impegno. In casa, con gli amici, ma anche con le persone più lontane, i ragazzi e i bambini
capiscono che c’è bisogno di allenarsi per essere veri operatori di pace e che la pace è frutto santo
del silenzio e della preghiera.
Primo incontro
ATTIVITA’ PER BAMBINI DAI 4 AI 5 ANNI (DETTI “PICCOLISSIMI”) E DAI 6 AGLI 8 ANNI
Obiettivo: La pace è innanzitutto un regalo da accogliere, da scartare sempre con nuovo stupore.
Vivere la pace in famiglia è un grande mosaico ricco di piccoli e importantissimi tasselli.
Gli educatori/catechisti/insegnanti arrivano al gruppo con un grande pacco regalo. Il tempo di
Natale è passato, alberi e presepi sono stati tolti dalle nostre case. Ma noi vogliamo continuare a
regalare e fare festa, pieni di gioia per Gesù nato fra noi.
Per iniziare, si racconta ai ragazzi questa storia:
Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli:
“Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?”
“Gridano perché perdono la calma” rispose uno di loro.
“Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?” disse nuovamente il pensatore.
“Bene, gridiamo perché desideriamo che l’altra persona ci ascolti” replicò un altro discepolo.
E il maestro tornò a domandare: “Allora non è possibile parlargli a voce bassa?”
Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore.
Allora egli esclamò: “Voi sapete perché si grida contro un’altra persona quando si è arrabbiati?
Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto.
Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare.
Quanto più arrabbiati sono, tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l’uno con l’altro.
D’altra parte, che succede quando due persone sono innamorate?
Loro non gridano, parlano soavemente. E perché?
Perché i loro cuori sono molto vicini.
La distanza tra loro è piccola.
A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano,
solamente sussurrano.
E quando l’amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi.
I loro cuori si intendono.
E’ questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano.”
Infine il pensatore concluse dicendo:
“Quando voi discuterete, non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li
possano distanziare di più, perché arriverà un giorno
in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare.”
Anche noi vogliamo imparare a sussurrare, a capire che la pace di Dio è quella di tanti piccoli gesti.
5
Proprio per questo ai ragazzi viene chiesto di riempire questo misterioso pacco regalo arrivato al
gruppo. Lo riempiranno con tutti i doni che sono stati capaci di fare in famiglia durante il tempo di
Natale. Doni semplici come l’aver sorriso alla mamma tanto indaffarata, all’aver giocato con un
cuginetto che faceva i capricci, etc… (Sempre spazio alla fantasia dei bambini che ci sono affidati!)
Per i piccolissimi sarebbe opportuno che l’educatore porti un po’ di materiale che rappresenti quel
dono (sotto forma di disegno da colorare che poi i ragazzi sceglieranno in base al proprio dono),
per i 6-8 invece si può lasciare la scelta fra un disegno o un piccolo scritto o una frase.
Il pacco regalo è ora pieno di bellissimi doni, che sembrano non fare rumore, ma sono molto
preziosi per chi ci è vicino.
ATTIVITA’ PER RAGAZZI DAI 9 AI 14 ANNI
Obiettivo: Bisogna allenarsi per la pace. Come gli acrobati del circo, i ragazzi sperimentano col
corpo e col cuore che tutto ciò che ci circonda ha bisogno di noi.
Ai ragazzi viene proposto il gioco del… Limbo! Un gioco apparentemente semplice, ma nel quale
saranno chiamati a coordinare corpo e cuore.
I ragazzi, giocando uno alla volta, riflettono su una particolare situazione di pace/non pace.
Chiaramente il filo sarà tenuto molto alto in una situazione “semplice” (e quindi per il ragazzo sarà
molto facile passare sotto), mentre molto basso in una situazione difficile.
Esempi (da variare in base all’età dei ragazzi e delle situazioni dei nostri gruppi, da inventare come
sempre per dar spazio alla fantasia e all’unicità di ogni ragazzo che ci è affidato):
- Mi alzo e mamma è sorridente, mi ha preparato la colazione. Gioco e parlo con lei (Filo
alto)
- Hanno preso in giro un mio amico e lui ha sofferto molto (ho fatto qualcosa/sono stato a
guardare?) Filo basso
- So che potrei fare qualcosa per un amico, ma non credo sia nulla di urgente e non so
ancora cosa fare… (Filo a metà)
Gli esempi possono essere moltiplicati all’infinito. Sarebbe bello se, non riuscendo a passare sotto
un filo molto basso, i ragazzi ci chiedessero di riprovare. Infatti la pace ci chiede tanto
allenamento, quindi lo stesso impegno messo per riuscire a non cadere sotto il filo andrebbe in
realtà riportato nella vita di tutti i giorni, nelle situazioni generali che gli educatori ci hanno
proposto.
Una volta terminato questo momento di gioco, i ragazzi possono raccontare come lo hanno
vissuto, se hanno pensato a qualcuno in particolare, a loro stessi, a un episodio accaduto
realmente, per passare quindi dal generale al particolare.
Essere operatori di pace non è facile! La pace non è frutto di urla o di clamore. Per questo
l’educatore/insegnante chiede ai ragazzi di seguirlo in un altro luogo (una stanza a parte, meglio
ancora la chiesa, davanti il tabernacolo) per affidare a Gesù nella preghiera tutte le situazioni
scoperte-riscoperte durante l’incontro. Con una piccola preghiera, un canto, o nel silenzio il
gruppo prega insieme, nella semplicità.
Secondo incontro
ATTIVITA’ PER BAMBINI DAI 4 AI 5 ANNI (DETTI “PICCOLISSIMI”) E DAI 6 AGLI 8 ANNI
OBIETTIVO: La pace ci chiede di impegnarci non solo in famiglia, ma in tutti gli ambienti che
viviamo. Come degli acrobati, è il momento di metterci in gioco.
6
Per iniziare si giocherà a campana.
5
gior
6
gior
4
gior
2gi
3
orn
gior
(Esempio di bellissima campana )
Se i ragazzi non conoscono il gioco, fare qualche giro di prova
è un’ottima idea!
1gi
orn
Ogni ragazzo sarà chiamato a lanciare un dado. Facendo tutto il giro della campana, sarà chiamato
a posizionarsi “al ritorno” sul numero corrispondente a quello che il dato ha …dato.
Ad ogni casella corrisponde una persona che i ragazzi nella loro vita hanno visto o incontrato, ma
che diversamente dell’incontro precedente, non fa parte della sua stretta cerchia familiare.
Casella 1: Amici stranieri (all’asilo/a scuola/ nello sport…)
Casella 2: I nonni, gli anziani
Casella 3: I bambini che vivono nelle zone di guerra
Casella 4: Il nostro parroco/ un sacerdote che vediamo spesso
Casella 5: Le persone povere e bisognose
Casella 6: Chi è triste
A differenza del primo incontro in cui hanno riempito loro un pacco dono, questa volta saranno gli
educatori a portare loro un regalo. In esso troveranno quattro atteggiamenti che, una volta
posizionati nella casella, scelgono di avere verso queste persone.
Sole: una parola bella,
una parola di conforto
Un sorriso
Un fiore: un gesto
7
Una nuvola
Nessuno di questi
invece farei/direi
Esempio: un ragazzo lancia il dado ed esce il numero 2. Fa tutto il giro della campana e al ritorno si
posiziona sulla casella che gli è capitata. Il numero due corrisponde ai nonni, agli anziani.
L’educatore mostra il contenuto di questo pacco dono e il ragazzo sceglie liberamente quale
atteggiamento voler avere verso queste persone (Esempio: Lo abbraccerei: dunque fare un gesto,
scelgo il fiore.)
Nel caso dei piccolissimi (4-5 anni) il bambino può colorare il sole/fiore/nuvola/sorriso e poi
posizionarlo all’interno di un cartellone. Nel caso dei 6-8, a questo momento può essere aggiunta
una spiegazione del perché farebbero così, o se hanno pensato a qualcuno in particolare,
preparando anche loro un bellissimo cartellone colorato.
Nel primo incontro infatti abbiamo ricevuto dei doni: ma ora tocca a noi impegnarci e regalare agli
altri qualcosa di prezioso, che non fa tanto rumore, ma… Fa la differenza!
ATTIVITA’ PER I RAGAZZI DAI 9 AGLI 11 ANNI
OBIETTIVO: La pace è frutto di silenzio e impegno, ma fa tanta luce.
I ragazzi sono chiamati a preparare una bellissima lanterna. Con tanta fantasia e un po’ di aiuto
degli educatori (su internet ci sono moltissimi suggerimenti utili), i ragazzi si impegnano a
illuminare la marcia che vivranno insieme a tutta la diocesi. Andrebbe costruita per far in modo
che possa ospitare al suo interno una candela/ una torcia.
Ad essa andrebbe allegato anche il bussolotto per raccogliere le offerte di tutta la parrocchia da
portare poi alla festa della pace.
ATTIVITA’ PER I RAGAZZI DAI 12 AI 14 ANNI
OBIETTIVO: I ragazzi si aprono alla scoperta di persone che hanno fatto della pace silenziosa una
vocazione della propria vita.
Riprendiamo uno stralcio del messaggio del Papa per la giornata della Pace 2017:
“La nonviolenza praticata con decisione e coerenza ha prodotto risultati impressionanti. I successi
ottenuti dal Mahatma Gandhi e Khan Abdul Ghaffar Khan nella liberazione dell’India, e da Martin
Luther King Jr contro la discriminazione razziale non saranno mai dimenticati. Le donne, in
particolare, sono spesso leader di nonviolenza, come, ad esempio, Leymah Gbowee e migliaia di
donne liberiane, che hanno organizzato incontri di preghiera e protesta nonviolenta (pray-ins)
ottenendo negoziati di alto livello per la conclusione della seconda guerra civile in Liberia.”
Il Papa non parla solo di cattolici, anzi!
L’educatore porta al gruppo del materiale su tre personaggi a sua scelta (minibiografie, foto,
episodi curiosi/importanti, citazioni, spezzoni di film, video, etc…)
Giorgio La Pira (Pozzallo, 9 gennaio 1904 – Firenze, 5 novembre 1977), politico e docente italiano,
Sindaco di Firenze, membro dell’assemblea costituente, membro di Azione Cattolica.
Il lavoro, la casa, la salute, la pensione, la protezione dei più deboli sono dunque gli obiettivi della
politica, perché senza di essi l’uomo non è in grado di realizzare il suo fine ultimo. E, grazie a La
Pira, questi obiettivi li ritroviamo anche nella nostra Costituzione, che obbliga le istituzioni a porsi
come obiettivo l’eliminazione delle disuguaglianze di fatto fra i cittadini (art. 3, secondo comma).
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Martin Luther King Jr., nato Michael King Jr. (Atlanta, 15 gennaio 1929 – Memphis, 4 aprile 1968),
è stato un pastore protestante, politico e attivista statunitense, leader dei diritti civili.
Leymah Gbowee (Monrovia, 1º febbraio 1972) è una pacifista liberiana, organizzatrice di un
movimento pacifista che condusse alla fine della guerra civile in Liberia nel 2003.
Mahatma Gandhi (Porbandar, 2 ottobre 1869 – Nuova Delhi, 30 gennaio 1948) è stato un politico,
filosofo e avvocato indiano.
Khān Abdul Ghaffār Khān (Charsadda, 6 febbraio 1890 – Peshawar, 20 gennaio 1988), è stato un
politico pakistano. Fervido musulmano e carismatico capo dei pashtun del nordovest dell'India
britannica, nel 1929 fondò il primo esercito nonviolento della storia, i Khudai Khidmatgar[1] (i Servi
di Dio).
E di bellissimi esempi fortunatamente ne abbiamo a disposizione molti.
L’aspetto importante sarebbe far capire ai ragazzi che queste persone erano di religioni diverse,
ma la religione non separa mai: CI UNISCE! Un protestante, un induista, un cattolico, un
musulmano condividono la stessa strada verso Dio, nella pace e accanto a chi ha bisogno.
Divisi i ragazzi in tre piccoli gruppi e diviso il materiale in base ai personaggi scelti, ogni gruppetto
si impegna a presentare agli altri tramite una scenetta, un dialogo o uno scritto cosa ha capito del
personaggio assegnato.
Al termine della presentazione, i ragazzi scelgono da ogni personaggio un impegno da far proprio e
da portare quindi tanto alla Festa della Pace, quanto nella vita di tutti i giorni.
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SUSSIDIO GIOVANISSIMI E GIOVANI
(età: scuola superiore e università)
IDEA DI FONDO
L’idea di fondo è il voler rimettere al centro del discorso la Pace come dono che viene dall’alto, e
che vuole trovare spazio nel cuore dell’uomo. Il messaggio del Papa, incentrato sulla non violenza
attiva, declina questa realtà come dono e impegno allo stesso tempo, e ribadisce la centralità della
pace dei cuori per la costruzione della pace nel mondo.
Cristo dice: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati”
(Giovanni 15,12). Abbiamo bisogno di silenzio per accogliere queste parole e metterle in pratica.
Quando siamo agitati e irrequieti , abbiamo così tanti argomenti e ragioni per non perdonare e per
non amare. Ma quando “abbiamo calmato e reso quieta la nostra anima”, queste ragioni ci paiono
insignificanti. Forse qualche volta rifuggiamo il silenzio, preferendo qualunque rumore, parola o
distrazione, perché la pace interiore è una cosa rischiosa: ci rende vuoti e poveri, disintegra le
amarezze e ci conduce al dono di noi stessi. Silenziosi e poveri i nostri cuori sono ricolmati dello
Spirito Santo, riempiti con un amore incondizionato. Il silenzio è un umile ma sicuro cammino
verso l’amore.
Primo Incontro: la riscoperta del silenzio e dell’ascolto
ATTIVITA’ PER I GIOVANISSIMI E I GIOVANI
Si propone una camminata silenziosa nel quartiere consegnando questa breve lettura:
Chi cammina a lungo ama il silenzio. Esso gli permette di regolare il respiro sul ritmo dei suoi passi.
Gli fa udire anche il rumore dei suoi passi, diverso su un terreno friabile o sassoso, sulla ghiaia, o
sulla morbidezza del suolo erboso. Questa percezione del rumore dei passi fa parte del ritmo del
cammino. È, in modo misterioso, conversazione, alla quale si mescolano altri rumori della strada:
quello della cascata, del ruscello, uno scampanio, o i campanacci, un frammento di voce che gli
giunge. Chi lo ha emesso e in che circostanza? Quale vita lo circonda, che segue il proprio corso,
diverso dal suo? Tutto questo à lasciato alla sua immaginazione. Ma vi può essere anche,
all’intorno, il rumore più prosaico di un motore di macchina agricola, di moto, di automobile, di
camion. Che cosa fanno, dove vanno? Lui non lo sa. Ma si sente curiosamente solidale con loro,
così come la metà della terra nascosta lo è dell’altra che è ancora, o già, nella luce. A volte può
essere anche lo stridio di un animale in un cespuglio, oppure... le prime gocce di pioggia, che lo
obbligano a sostare. “Non è la scomparsa dei suoni che fa il silenzio, ma la qualità dell’ascolto, il
leggero pulsare della vita che anima lo spazio ... Il silenzio produce un’acuta sensazione di esistere.
Segna un momento di denudamento che permette di fare il punto, di raccogliere le idee di
ritrovare un’unità interiore, di risolversi a una decisione difficile. Il silenzio sfronda la persona e la
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rende di nuovo disponibile” (David le Breton). È così che lungo il cammino il pellegrino fa
rifornimento di interiorità, e non solo per il momento in cui dovrà riprendere il ritmo del
quotidiano, con la sua agitazione, ma anche per la propria esistenza personale, che da quel
momento sarà diversa. Come dice ancora un proverbio tuareg: “Il deserto è Dio, il silenzio è la sua
parola. E il pellegrino si nutre di questa parola”. Ne risulta che il pellegrino parla poco. A modo suo
è un po’ come i monaci, che conoscono troppo bene il valore del silenzio per permettere che si
perda. La parola che si inscrive in questo silenzio è buona. Il silenzio accoglie la parola in uno
scrigno di velluto, parola che può essere semplice, ma è comunque ricca, buona, ha spessore, è
umanità che si offre in condivisione. La chiacchiera è uno spreco, e sul silenzio del pellegrino non
può fare veramente presa. La parola, invece, è arricchente. È anche vigilanza. Quelle poche parole
che il pellegrino canticchia tra sé, anche quelle che scambia o che accoglie camminando, hanno
sapore di umanità. E forse sono sempre al confine con la preghiera. Il mormorio interiore è una
modalità di veglia, sullo stile di quelle evocate dai salmi per esprimere il fatto che l’orante trova
rifugio, di giorno o di notte, in parole molto semplici, in un desiderio del cuore. E in alcuni luoghi in
qualche misura legati al silenzio, che il pellegrino ama e ricerca, egli lascia che il suo cuore parli al
ritmo dei suoi passi, al ritmo del suo respiro, a meno che non custodisca semplicemente... il
silenzio (J. Nieuviart)
Ci si interroga successivamente nel gruppo su come sia stata vissuta l’esperienza del cammino
silenzioso...
Secondo incontro: La parola di Dio: tuono e silenzio
Cerca il silenzio in Dio
cerca il silenzio per Dio
vivi il silenzio in Dio
Egli scenderà presso di te
e troverà dimora come nel seno di Maria
e dal quel silenzio gravido e fecondo
Dio rinnoverà ogni cosa
dentro di te e fuori di te.
ATTIVITA’ PER I GIOVANISSIMI E I GIOVANI
Si analizza nel gruppo la figura del mediatore così come presentata nella scheda seguente
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Può essere utile la visione di uno dei seguenti film
Lettera a Padre Jacob – Postia pappi Jaakobille” (Finlandia, 2009) di Klaus Härö
Un film che lascia un forte impatto nello spettatore, dove emergono la carità cristiana, la gioia del
pentimento e del perdono, la necessità della fede, della preghiera, della direzione spirituale e della
grazia divina.
“The Good Lie” (Usa, 2014) di Philippe Phalardeau
Una riflessione su temi apparentemente superati dalla nostra società, benestante e ricca: il valore
della famiglia, il senso di gratitudine, l’umanità della fede cristiana, la forza della preghiera,
l’onestà, la fedeltà alla parola data, il sacrificio per l’altro…
“Uomini di Dio” (Francia, 2010) di Xavier Beauvois
Il film presenta un insieme di valori che difficilmente si trovano nella maggior parte dei film di oggi.
Il perdono come la più alta espressione di amore, la preghiera per gli altri e per le anime dei
defunti, la carità ai bisognosi, la comunicazione con Dio, la bellezza di essere da Lui ascoltati e
amati, e infine il martirio come ricompensa per una vita di amore e di fedeltà a Dio.
Mandariinid” (Estonia, 2013) di Zaza Urushadze
Apparentemente semplice, il film parla di temi profondi come la capacità degli esseri umani di
superare l’odio e il rancore, l’importanza della lotta per la pace e per la vita in mezzo
all’insensatezza della guerra, e l’amicizia, che può sorgere persino tra acerrimi nemici.
Si può inoltre presentare ai giovani la figura di Giorgio la Pira attraverso alcuni brani e pensieri
reperibili fcilmente on line o al link http://acr.azionecattolica.it/pace/costruiamo-la-pace-2017
Tutta l’esistenza di Giorgio La Pira èstata improntata a tradurre “politicamente” l’attenzione ai
poveri e ai deboli, la ricerca della pace, il dialogo e l’amore verso tutti.
Il suo impegno per la pace insegna che tutti possiamo essere operatori d pace: tutti abbiamo la
possibilità di costruirla attraverso l’impegno quotidiano delle nostre vite attivando e valorizzando
processi tesi a migliorare le nostre relazioni.
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SUSSIDIO ADULTI
Contenuto e idea di fondo
Se prendiamo come nostra guida il più antico libro di preghiera, il libro dei Salmi, notiamo due
principali forme di preghiera. Uno è un lamento, un grido di aiuto. L’altro è di ringraziamento e
lode a Dio. Ad un livello più nascosto c’è un terzo tipo di preghiera, senza domande o più esplicite
espressioni di lode. Nel Salmo 131, ad esempio, non c’è altro che tranquillità e fiducia: “Io sono
tranquillo e sereno …. spera nel Signore, ora e sempre.”
A volte la preghiera diventa silenziosa. Una tranquilla comunione con Dio si può trovare senza
parole. “Io sono tranquillo e sereno come un bimbo svezzato in braccio a sua madre” Come un
bambino soddisfatto che ha smesso di piangere ed è nelle braccia della madre, così può “stare la
mia anima” in presenza di Dio. La preghiera allora non ha bisogno di parole, forse neppure di
pensieri.
Come è possibile raggiungere un silenzio interiore? Qualche volta siamo apparentemente in
silenzio, e tuttavia abbiamo grandi discussioni dentro di noi, lotte con compagni immaginari o con
noi stessi. Calmare la nostra anima richiede una specie di semplicità. “Non mi tengo occupato con
cose troppo grandi o troppo meravigliose per me”. Silenzio significa riconoscere che le mie
preoccupazioni non possono fare molto. Silenzio significa lasciare a Dio ciò che è oltre la mia
portata e le mie capacità. Un momento di silenzio, anche molto breve, è come una sosta santa, un
riposo sabbatico, una tregua dalle preoccupazioni.
Il tumulto dei nostri pensieri può essere paragonato alla tempesta che colpisce la barca dei
discepoli sul mare di Galilea, mentre Gesù stava dormendo. Come loro possiamo sentirci senza
aiuto, pieni di ansietà ed incapaci di calmarci. Ma Cristo è abile nel venire in nostro aiuto. Come
rimprovera il vento e il mare e “ci fu una grande calma”, egli può anche donare calma al nostro
cuore quando è agitato dalla paura e dalle preoccupazioni. (Marco 4)
Rimanendo nel silenzio, confidiamo e speriamo in Dio. Un salmo ci suggerisce che il silenzio è
perfino una forma di lode. Siamo soliti leggere all’inizio del Salmo 65: “A te si deve lode, o Dio”.
Questa traduzione segue il testo greco, ma effettivamente il testo ebraico dice: “Il silenzio è lode a
te, o Dio”. Quando le parole ed i pensieri si fermano, Dio è lodato in un silenzio di stupore e
ammirazione.
Il percorso disegnato vuole essere come un cammino in altura, quando prima di fare il passo
successivo si rafforza il precedente. In questo senso lo schema è stato pensato come:
Silenzio → Silenzio e Ascolto → Silenzio, Ascolto e Preghiera → Silenzio, Ascolto, Preghiera e Canto
Primo Incontro: la riscoperta del silenzio e dell’ascolto
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La proposta per il I incontro con gli adulti è quello di ribadire la necessità vitale del silenzio del
cuore così come appena descritto. Dopo una breve introduzione si possono proporre
materialmente dieci minuti (o anche meno) di silenzio fisico (scegliere luogo adatto) per poi
elaborare secondo lo stile laboratoriale un vademecum del silenzio per laici. Molti consigli
utilissimi che ci vengono dai padri della Chiesa, e che non vanno posti in secondo piano perché
sono nutrimento spirituale irrinunciabile, sono spesso frutto di esperienza monacale o religiosa e
in molti casi difficili da armonizzare, vivere ed integrare nella nostra vita di laici. Ecco allora la
necessità con creatività di trovare delle strade da sperimentare durante il mese di Gennaio per
condire le proprie giornate di un momento di silenzio. Sottolineiamo che devono essere impegni
piccoli ma concreti da sperimentare tenendosi in contatto e in comunione col gruppo e mettendo
in comune le difficoltà e i frutti del silenzio (si può pensare anche ad una condivisione giornaliera
anche tramite le nuove tecnologie del momento di silenzio che sta per iniziare e della frase del
giorno che riempirà quel momento).
Secondo incontro: La parola di Dio: tuono e silenzio
Contenuto e idea di fondo
Sul Sinai, Dio parlò a Mosè e agli Israeliti. La parola di Dio fu preceduta ed accompagnata da tuoni
e lampi ed un sempre più forte suono di tromba (Esodo 19). Secoli dopo, il profeta Elia tornò sulla
montagna di Dio. Lì sperimentò tempesta,terremoto e fuoco, come era successo ai suoi antenati,
ed fu pronto ad ascoltare Dio che parlava nel tuono. Ma il Signore non era in nessuno di quei
potenti fenomeni familiari. Quando tutto il rumore terminò, Elia udì “il mormorio di un vento
leggero” e Dio gli parlò.(1 Re 19)
Dio parla con voce forte o in un mormorio silenzioso? Dobbiamo prendere come esempio le
persone riunite sul Sinai o il profeta Elia? Potrebbe essere un’alternativa sbagliata. I terribili
fenomeni connessi con il dono dei Dieci Comandamenti servono a mettere in evidenza quanto
questi ultimi siano seri. Accoglierli o rigettarli è una questione di vita o di morte. Vedendo un
bambino correre sotto una macchina è bene gridare il più forte possibile. In situazioni analoghe i
profeti riferiscono le parole di Dio per far vibrare le nostre orecchie.
Le parole dette ad alta voce sono certamente ascoltate: sono di effetto. Ma sappiamo anche che
difficilmente toccano i cuori. Sono rigettate piuttosto che accolte. L’esperienza di Elia mostra che
Dio non vuole impressionare, ma vuole essere capito ed accettato. Dio sceglie “il mormorio di un
vento leggero” per parlare. Questo è un paradosso: Dio è silenzioso e tuttavia parla.
Quando la parola di Dio diventa “il mormorio di un vento leggero” è più efficiente di altre cose per
cambiare i nostri cuori. La tempesta sul Monte Sinai spaccava le rocce, ma le parole silenziose di
Dio sono capaci di fare breccia nei cuori di pietra degli uomini. Per lo stesso Elia il silenzio
improvviso era probabilmente più spaventoso della tempesta e dei tuoni. In qualche modo le
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manifestazioni potenti di Dio gli erano familiari. Il silenzio di Dio lo disorienta, una cosa così diversa
da quella che aveva sperimentato in passato.
Il silenzio ci rende pronti ad un nuovo incontro con Dio. Nel silenzio la parola di Dio può
raggiungere gli angoli più nascosti dei nostri cuori. Nel silenzio, la parola di Dio dimostra di essere
“efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione
dell’anima e dello spirito” (Ebrei 4,12). Nel silenzio smettiamo di nasconderci di fronte a Dio, e la
luce di Cristo ci può raggiungere e guarire e trasformare anche quello di cui ci vergogniamo.
ATTIVITA’ PER GLI ADULTI
Per il II incontro vogliamo fare un passo ulteriore. Pur apprezzandone e riconoscendone il valore,
per il cristiano il silenzio non è fine a se’ stesso ma è la porta d’ingresso alla Parola di Dio che
cambia il nostro cuore.
Partendo dalla constatazione delle parole di Gesù riprese nel messaggio del papa: «Dal di dentro
infatti, cioè dal cuore degli uomini , escono le intenzioni cattive» (Mc 7,21), si tratta di fare
esercizio concreto dell’Ascolto che cambia il cuore in un processo lento, graduale ma inesorabile.
Possono aiutare a comprendere questa dinamica della vita cristiana gli altri brani citati sempre nel
messaggio del papa:
Matteo 5, 38-48; Luca 6, 27-38 e Lc 6,39-45; Giovanni 8, 1-11; Romani 12, 17-21.
Tra questi brani il consiglio è di sceglierne uno (la scelta può cadere anche su altri brani) e aiutati
dall’assistente o anche dai materiali reperibili online (seguono siti consigliati), fotografare una
dinamica ben precisa della vita cristiana: la distanza più o meno grande che c’è tra la nostra vita (il
nostro cuore, i nostri pensieri, la nostra mentalità) e la meta che Gesù ci indica e ci fa’ intravedere
alla fine del cammino. L’umile constatazione di questa condizione, lungi dallo scoraggiarci, deve
porci nella vera condizione dei discepoli che ascoltano e vedono il proprio cuore e la propria vita
cambiare grazie all’opera creatrice della Parola di Dio.
Possono essere utili per guidare un momento di Lectio (ma l’incontro si può strutturare anche in
modo diverso) i link che seguono “Il pane del silenzio è la Parola” e i commenti al Vangelo di Padre
Ermes Ronchi.
http://www.taize.fr/it_article7622.html
http://www.qumran2.net/parolenuove/commenti.php?criteri=1&autore=832
campo “cerca” il brano scelto in sigla; es: Mt 5,38-48 oppure Lc 6,27-38 ecc.)
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(va’
messo
nel
SABATO 28 GENNAIO 2017
DALLA PREGHIERA... LA PACE
Ore 17,00
Ritrovo presso la Campana della Pace
a seguire tutti in marcia verso P.zza Risorgimento per la
FESTA DELLA PACE
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LINK SITI DI APPROFONDIMENTO
http://acr.azionecattolica.it/pace/costruiamo-la-pace-2017
https://w2.vatican.va/content/francesco/it/messages/peace/documents/papafrancesco_20161208_messaggio-l-giornata-mondiale-pace-2017.html
www.sermig.org
http://www.taize.fr/it
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