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Il Sole 24 Ore
Venerdì 27 Gennaio 2017 ­ N. 26
20 Politica e società
Dopo l’esordio del 2013 per il Pd si apre un nuovo bivio di fine legislatura
u Continua da pagina 1
L
POLITICA 2.0
Economia & Società
e due stagioni non sono esattamente
sovrapponibili ma, sia l’inizio che i tito­
li di coda di questa legislatura, hanno
degli aspetti per certi versi simili. Tutto è co­
minciato nel 2013 con una sconfitta elettorale di Lina Palmerini
di Pierluigi Bersani anche se il Pd, grazie al Porcellum, prese il premio di maggioranza con cui riuscì a portare in Parlamento poco più di 400 tra deputati a senatori. Il risultato però non consentì di formare un Governo di
centro­sinistra e le votazioni per la scelta del
nuovo capo dello Stato diventarono l’occa­
sione per vendette trasversali. E per una cla­
Il gruppo Pd alla Camera
morosa “sfiducia” al segretario che infatti si I deputati che fanno parte del gruppo Pd a
dimise dopo aver preso atto che non aveva Montecitorio
303
più dietro il “suo” gruppo parlamentare. Quello stesso gruppo ha poi votato la riele­
zione di Giorgio Napolitano, poi le larghe in­
tese con il premier Letta e poi la fiducia a Mat­
teo Renzi nel 2014 e infine a Paolo Gentiloni nel dicembre 2016. Nel frattempo le maggio­
ranze sono diventate minoranze – quella di Bersani, appunto – e le componenti principa­
li del partito sono confluite nell’area dei ren­
ziani. Oggi, questo “viaggio” – in molti tratti tortuoso ­ è arrivato a un nuovo bivio: seguire
o no Renzi sulla corsa al voto a giugno. Anche adesso, come fu nel 2013, il Pd è re­
duce da una sconfitta referendaria, anche ora il tema è se proseguire nella legislatura oppure richiedere un voto agli italiani. È vero
che questa scelta non è stata ancora messa sul tavolo, in modo chiaro, da Matteo Renzi e
che tutti aspettano quello che dirà sabato alla
convention di Rimini. Ma fare un passo verso
la direzione delle urne diventa un test delica­
to per l’attuale segretario che potrebbe – pu­
re lui – correre il rischio di lanciarsi in una battaglia e poi girarsi e trovare solo la sua pat­
tuglia di fedelissimi.
Raccontano, per esempio, che in questi
giorni ci sia molto nervosismo nel gruppo parlamentare. E che non ci si accontenta del­
le dichiarazioni sui giornali o delle conven­
tion ma si vorrebbe, alle Camere, un con­
fronto più stringente sul tema del voto e della
legge elettorale per cominciare a contare i fa­
vorevoli e contrari su quale bivio imboccare.
La parola d’ordine che regna in Commissio­
ne Affari costituzionali della Camera è, infat­
ti, avanti con calma. Prendere tempo, atten­
dere di leggere le motivazioni della sentenza
della Consulta per non precipitare i fatti e non spianare la strada al voto. Insomma, la sensazione è che non ci sia più una delega in bianco al segretario come è accaduto in tutta
la vicenda che dall’Italicum è passata attra­
verso la riforma costituzionale ed è finita nella sconfitta referendaria. Il tema di fondo non è solo il calcolo dei ri­
schi di una nuova avventura ma anche le con­
seguenze delle poche cose sicure. E una è certa: che, venuto meno il premio del Porcel­
lum, ci sono almeno 100 parlamentari Pd che
non torneranno in Parlamento. Si trattereb­
be quindi di chiedere a loro un sacrificio pre­
maturo, una fine anticipata che mette in mo­
to molti nervosismi all’interno del gruppo. Come all’inizio della legislatura, an­
che questo scorcio finale presenta qual­
che insidia per chi – oggi ­ guida il Pd ma
potrebbe scoprire di non governare il
gruppo parlamentare. © RIPRODUZIONE RISERVATA
APPROFONDIMENTO ONLINE
«Politica 2.0 ­ Economia & Società»
di Lina Palmerini www.ilsole24ore.com
Dopo la decisione della Consulta. Il premio a Montecitorio e le soglie di sbarramento a Palazzo Madama non assicurano l’effetto maggioritario
I vescovi italiani. Il richiamo del segretario Galantino
Nuove regole di voto, governabilità più lontana
Cei: due leggi elettorali
dettate dai giudici,
non è una prassi normale
Al Senato maggioranza possibile solo con Pd e Fi ma alla Camera l’intesa non basterebbe
di Roberto D’Alimonte
u Continua da pagina 1
M
eccanismi che sono so­
pravvissuti miracolosa­
mente ai due interventi
della Corte (gennaio 2014 e gennaio
2017). Uno è il premio di maggio­
ranza alla Camera. L’altro sono le soglie di sbarramento al Senato. C’è
chi pensa che questi meccanismi possano produrre un esito maggio­
ritario, cioè che possano trasforma­
re una maggioranza relativa di voti in una maggioranza assoluta di seg­
gi nelle due camere. Se così fosse il problema della governabilità del paese sarebbe risolto. Il voto deci­
derebbe chi governa. E noi – incalliti
disproporzionalisti – ne saremmo ben felici. Ma non sarà così. Per testare il nostro pessimismo
abbiamo fatto qualche simulazione che proponiamo qui con tutte le pre­
cauzioni del caso. E qui il lettore ci dovrà scusare se entriamo in dettagli
tecnici piuttosto noiosi, ma ce lo im­
pone il dovere della trasparenza. Le nostre simulazioni combinano i dati reali delle elezioni del 2013 con i dati virtuali delle intenzioni di voto rile­
vati nell’ultimo sondaggio Cise­Il Sole 24 Ore dello scorso novembre. La base di calcolo è il comune. Nel sondaggio di novembre agli intervi­
stati sono stati chiesti sia l’intenzione
di voto a novembre 2016 che il voto espresso nel 2013. Con questi dati il Cise ha calcolato una matrice di flus­
si tra il voto 2013 e l’intenzione di voto
a novembre 2016. Questi flussi sono stati stimati separatamente per il Nord, l’ex zona rossa e il Centro­sud per tener conto delle differenze nel comportamento di voto. Con questi coefficienti di flusso per zona si sono
trasformati i voti reali nei comuni nel
2013 nelle intenzioni di voto negli stessi comuni a novembre 2016 mol­
tiplicando in ogni comune i voti otte­
nuti da ciascun partito nel 2013 per i coefficienti di zona stimati. A questo punto si sono trasformati i voti in seggi usando le formule previste dal­
la legge elettorale (per i dati completi
si veda il sito cise.luiss.it). Per la Camera le stime sono più
semplici rispetto al Senato. Se un partito arriva al 40% dei voti ottiene
automaticamente il 54% dei seggi. Questo è certamente un esito mag­
gioritario. Ma c’è oggi un partito ca­
pace di una simile performance? Un
partito, o meglio una lista, non una coalizione. Alla Camera infatti le coalizioni non sono ammesse. Re­
bus sic stantibus, l’esito delle elezio­
ni alla Camera sarà proporzionale, con gli effetti che si vedono nelle due simulazioni in pagina. La prima fatta con la procedura descritta so­
pra, che probabilmente sottostima Ncd e Fdi e sovrastima i partiti mag­
giori. La seconda usando la media degli ultimi sondaggi. Il risultato è lo
stesso: nessuna maggioranza plau­
sibile. Nemmeno una maggioranza Pd, Forza Italia, Ncd. Ma il punto non è tanto questo. Alla fine una maggioranza risicata potrebbe an­
che venir fuori. Il punto è che in ogni
caso la governabilità è a rischio. E in ogni caso, se si potrà fare un gover­ La simulazione
no, dovrà tenere insieme necessa­
riamente Renzi e Berlusconi. SENATO SENZA COALIZIONI: PARTITI SINGOLI
Al Senato la situazione è più com­
plessa e il risultato delle nostre si­
Distribuzione seggi
Voti
mulazioni è diverso, ma non trop­
dispersi % Sel­Si
Pd Ncd
Fi
Fdi
Lega
po. Qui gli effetti maggioritari sono 11,06
0
9
0
3
0
3
affidati non al premio di maggioran­ Piemonte
za che non c’è, ma al fatto che ci sia Lombardia
10,05
0 19
0
6
0
11
una quota elevata di voti dispersi a Veneto
10,02
0
9
0
3
0
5
causa delle soglie di sbarramento. Friuli­Venezia
Giulia
11,01
0
3
0
1
0
1
Come è noto, al Senato le liste singo­
Liguria
10,07
0
3
0
1
0
1
le devono arrivare all’8% dei voti per avere seggi. Le liste in coalizione Emilia­Romagna
9,06
0 13
0
2
0
2
invece godono di uno sconto: basta Toscana
16,04
0
11
0
2
0
0
il 3% dei voti a condizione che la coa­
17,00
0
4
0
1
0
0
lizione di cui fanno parte arrivi al Umbria
20%. Il tutto calcolato a livello regio­ Marche
18,03
0
5
0
1
0
0
nale. Con queste soglie alcuni parti­ Lazio
14,01
0
9
0
6
0
0
ti potrebbero prendere voti ma non Abruzzo
13,09
0
2
0
2
0
0
prendere seggi: sarebbero voti di­
15,08
0
1
0
0
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0
spersi. Più sono i voti dispersi, più Molise
sono i seggi aggiuntivi che vanno ai Campania
14,07
0
9
0
7
0
0
partiti più grandi e, quindi, più forte Puglia
14,06
0
6
0
5
0
0
è l’effetto maggioritario del sistema.
14,08
0
3
0
1
0
0
L’ipotesi è che questo meccanismo Basilicata
possa produrre una maggioranza Calabria
14,06
0
3
0
2
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0
assoluta di seggi a favore del partito Sicilia
13,08
0
7
0
6
0
0
o della coalizione più votati.
Sardegna
13,06
0
3
0
1
0
0
Abbiamo controllato questa ipo­
13,06
0 119
0 50
0
23
tesi facendo due simulazioni con la Italia (18 regioni)
procedura Cise. In una tutti i partiti si presentano da soli. Non sarà così. SENATO CON LE COALIZIONI: PD­NCD E LEGA­FDI
Ma lo abbiamo fatto perché questo è
lo scenario in cui il voto disperso è Distribuzione seggi
Voti
maggiore, cioè è il caso più favore­
dispersi % Sel­Si Pd Ncd
Fi
Fdi
Lega
vole ai sostenitori dell’esito maggio­
8,04
0
8
1
3
0
3
ritario. Nell’altra simulazione ab­ Piemonte
biamo ipotizzato che il Pd faccia una Lombardia
5,01
0 18
2
6
0
11
coalizione con Ncd e la Lega con Fdi. Veneto
6,09
0
8
1
3
0
5
In entrambi i casi una maggioranza Friuli­Venezia
Giulia
7,07
0
3
0
1
0
1
c’è. E in entrambi i casi la maggioran­
Liguria
8,00
0
3
0
1
0
1
za deve comprendere Forza Italia.
Ma per Berlusconi, che grazie al Emilia­Romagna
7,07
0 13
0
2
0
2
fallimento della riforma costituzio­
Toscana
14,06
0 11
0
2
0
0
nale, è tornato a essere un attore in­
Umbria
15,03
0
4
0
1
0
0
dispensabile non sono comunque tutte rose e fiori. Il Cavaliere ha da­ Marche
16,02
0
5
0
1
0
0
vanti a sé un dilemma difficile da ri­ Lazio
11,04
0 10
0
5
0
0
solvere, come abbiamo già scritto Abruzzo
11,03
0
2
0
2
0
0
ieri. Se alle prossime elezioni si pre­
13,05
0
1
0
0
0
0
senta da solo per avere le mani libe­ Molise
re dopo il voto, rischia di apparire Campania
11,06
0
9
1
7
0
0
come un perdente e quindi di pren­ Puglia
12,01
0
6
0
5
0
0
dere meno voti di quelli stimati qui. 11,08
0
3
0
1
0
0
Se entra in coalizione con la Lega Basilicata
Nord e Fdi compromette la sua im­ Calabria
11,01
0
4
0
2
0
0
magine di leader moderato e rende Sicilia
9,09
0
7
1
6
0
0
molto più difficile fare il governo Sardegna
10,09
0
3
0
1
0
0
con Renzi dopo il voto. 10,07
0 118
6 49
0
23
Questo esempio per dire che alle Italia (18 regioni)
prossime elezioni entreranno in gioco molte variabili che possono CAMERA
cambiare le stime presentate qui. Ma questo esercizio non è inutile. I Stime su dati Cise
voti ai partiti possono essere diversi
Sel-Si Pd
Ncd M5s
Fi
Lega Fdi Altri
da quelli stimati qui o in altre sedi. Ma i partiti sono questi e le regole di 28 216
0
217 91
65
0
0
voto sono queste (a meno che non MAGGIORANZA 4.2% 32.9% 2.9% 33.1% 13.9% 9.8% 2.5% 0.5%
MAGGIORANZA
RICHIESTA:
RICHIESTA:
vengano modificate). Con questi partiti e queste regole si possono an­
deputati
316 12circoscrizione
316
che utilizzare percentuali di voto di­
“Estero” +
verse (in un range plausibile ), ma la 1 deputato
conclusione è comunque la stessa: Valle
sarà difficile dare stabilità al gover­
(*) Swg,
d’Aosta
Emg,
no nazionale, come invece è stato SEGGI
Technè,
fatto con le riforme degli anni 90 a li­
Winpoll
vello di comuni e regioni. Ci si è pro­
vato, ma è andata male. Carlo Marroni
CITTÀ DEL VATICANO
pUn richiamo forte alla poli­
M5s
Altri
7
13
7
2
3
5
5
2
2
13
3
1
13
9
3
5
12
4
109
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
M5s
Altri
7
12
7
2
3
5
5
2
2
13
3
1
12
9
3
4
11
4
105
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
22
49
24
7
8
22
18
7
8
28
7
2
29
20
7
10
25
8
301
109
50
23
0
Pd
Ncd
Fi
Lega
M5s
Nota: +6 seggi circoscrizione
“Estero”, 7 Trentino Alto Adige,
1 Valle d’Aosta
158
MAGGIORANZA
RICHIESTA:
118
105
49
23
6
Pd
Ncd
Fi
Lega
M5s
Nota: +6 seggi circoscrizione
“Estero”, 7 Trentino Alto Adige,
1 Valle d’Aosta
Stime sulla media dei sondaggi*
Sel-Si
Pd
Ncd
M5s
Fi
Lega
Fdi
21
197
21
181
82
86
29
3.2% 30.3% 3.2%
12 deputati
circoscrizione
“Estero” +
1 deputato
Valle
d’Aosta
630
© RIPRODUZIONE RISERVATA
119
Totali
22
49
24
7
8
22
18
7
8
28
7
2
29
20
7
10
25
8
301
158
MAGGIORANZA
RICHIESTA:
Totale
27.7% 12.6% 13.2%
4.5%
Altri
0
5.3%
SEGGI
630
Fonte: cise.luiss.it
tica a fare il suo mestiere. Al­
l’indomani della sentenza della
Consulta sull’Italicum il segre­
tario generale della Cei, il ve­
scovo Nunzio Galantino, è net­
to: «Mi pare che sia sotto gli oc­
chi di tutti che ci siano due leggi
elettorali frutto del lavoro del­
la magistratura. Non è normale
un Paese in cui la magistratura detta tempi e modi all’ammini­
strazione, vuol dire che la poli­
tica non ha fatto il suo mestie­
re», dice il numero due della Cei in una conferenza stampa al termine del consiglio perma­
nente. Aggiungendo: «I politi­
ci si devono domandare: venia­
mo pagati per fare queste cose e c’è altra gente che le fa al po­
sto nostro? Non è normale un Paese in cui per prendere deci­
sioni si aspetta che sia qualcun altro a decidere, io lo trovo drammatico».
Anche sul tema in questo
momento più delicato e divisi­
vo, la possibilità cioè del voto anticipato, è chiaro: «Non sta a
noi decidere la data del voto,
quel che diciamo è che è im­
portante che l’elezione non sia
un diversivo, uno strumento
con cui Tizio si prenda la rivin­
cita su Caio, o solo un modo
per misurare la forza di ciascu­
no, magari dentro una stessa
compagine politica. Occorre risolvere i problemi e non rin­
viare le soluzioni». Le elezioni
«possono cambiare il mondo,
vedete l’America ma possono essere anche un diversivo per chi si vuole contare».
Sul tema del voto da registra­
re che l’Osservatore Romano, quotidiano della Santa Sede, ha
titolato «In Italia si apre la stra­
da verso il voto» un articolo
sulla sentenza della Consulta.
«Una legge immediatamente applicabile, come specificano nel dispositivo gli stessi giudi­
ci», sottolinea il giornale vati­
cano. Al termine del consiglio permanente, Galantino ha ri­
petuto le richieste e le solleci­
tazione dei vescovi, con un’av­
vertenza iniziale, come a ri­
marcare che quanto detto non è una ingerenza: «La Chiesa
non è un potere né parallelo né
alternativo a chi ha la respon­
sabilità di governo». La Cei nell’incontro ha rimesso al centro le “emergenze” del Pae­
se, in particolare sull’aumento del tasso di povertà assoluta: «Si rischia di stravolgere un in­
vito in una ingiunzione o in una
bacchettata. Quando un vesco­
vo parla non lo fa per mettersi in alternativa a questo o quel governo, ma agisce per contri­
buire a rendere più vivibile questo nostro paese». Il parla­
mentino della Cei ha affrontato
il tema della povertà, sottoline­
ando i ritardi per l’attuazione di
provvedimenti a sostegno del­
le famiglie: rinviare le misure per dare degli aiuti concreti si­
gnifica «ritardare la vita serena
delle stesse famiglie e finire in balia del primo populista che si
alza. Non si risponde ai populi­
smi con proposte a mezz’aria»,
ha detto Galantino facendosi anche portavoce di quanto det­
to dai vescovi nella riunione di questi giorni: «Come mai sono
stati trovati 20 miliardi di euro per aiutare le banche, anche se come garanzie, e negli stessi giorni sono stati rinviati i de­
creti attuativi per i provvedi­
menti per le famiglie perché non si trovavano i soldi?». Ga­
lantino ha poi reso noto l’impe­
gno della Cei sul fronte del ter­
LA DATA DEL VOTO
Pert i vescovi non importa la
data del voto: «Le elezioni
non sono un diversivo,
occorre risolvere i problemi
e non rinviare le soluzioni»
remoto e del maltempo: alla
Caritas, braccio operativo sul territorio, sono pervenuti 21,6 milioni di euro (in buona parte frutto di una colletta naziona­
le) incluso il milione messo a disposizione direttamente dal­
la Conferenza.
A maggio prossimo (22­25) si
terrà l’assemblea annuale del­
la Cei per l’elezione del succes­
sore del cardinale Angelo Ba­
gnasco, rimasto al vertice per
un decennio. «Non dramma­
tizzate ­ ha scherzato Galanti­
no rivolto ai giornalisti ­ non sono le elezioni americane».
Infine una nomina in un posto chiave della Cei, quella del­
l’economo. È Mauro Salvatore,
arriva da Brescia, e per la prima
volta nella storia della Cei non è un sacerdote. © RIPRODUZIONE RISERVATA
RISCHIO POPULISMO
No a rinvio misure per famiglie
n Rinviare le misure per
aiutare le famiglie significa
«ritardare la vita serena delle
stesse famiglie e finire in balia
del primo populista che si alza.
Non si risponde ai populismi
con proposte a mezz’aria», ha
detto il segretario generale
della Cei,Nunzio Galantino.
Che ieri nel corso della
riunione dei vescovi si è
chiesto: «Come mai sono stati
trovati 20 miliardi di euro per
aiutare le banche e negli
stessi giorni sono stati
rinviati i decreti attuativi
per i provvedimenti
per le famiglie»
I partiti. Ma è sempre scontro sul voto anticipato ­ Renzi guarda all’11 giugno, Berlusconi prende tempo: «Non pensabile che sia un organo giurisdizionale a scrivere la legge elettorale»
Parlamento fermo, si attendono le motivazioni
Barbara Fiammeri
ROMA
pA prevalere per ora è l’inerzia.
La parola d’ordine è «attendere le
motivazioni della Consulta». Lo conferma la decisione dell’uffi­
cio di presidenza della commis­
sione Affari costituzionali della Camera di ieri durante il quale nessun gruppo parlamentare ha chiesto di calendarizzare il con­
fronto sulla legge elettorale. An­
che al Senato tutto tace. Tant’ che
anche la scelta del nuovo presi­
dente della I commissione chia­
mata a pronunciarsi sul dopo Ita­
licum resta in stand by. Un galleg­
giamento che favorisce quanti, a partire da Matteo Renzi ma an­
che Grillo e Salvini, tifano per il ri­
torno alle urne prima dell’estate adducendo proprio lo stallo par­
lamentare. La data cerchiata in rosso dal segretario dem è l’11 giu­
gno. Obiettivo che richiederebbe
lo scioglimento delle Camere en­
tro metà aprile.
Il Capo dello Stato mantiene il
più stretto riserbo. Sergio Matta­
rella non esclude la fine anticipa­
ta della legislatura ma ha già detto
e ripetuto che fondamentale è l’omogeneità del sistema di voto tra Camera e Senato per garantire
maggiore stabilità al governo che
verrà. Una posizione non distan­
te da quella espressa ieri con forza
dalla Cei e ribadita dal presidente
del Senato Pietro Grasso che invi­
ta i partiti a trovare «un’intesa» perché i due modelli sono troppo
disomogenei e mettono a rischio la «governabilità»e che da forza a
quanti ritengono indispensabile un passaggio parlamentare. «Non è pensabile che in una de­
mocrazia sia un organo giurisdi­
zionale, e non un organo legislati­
vo, a scrivere la legge elettorale», conferma Silvio Berlusconi in un’intervista a «Il Foglio» oggi in edicola. Il Cavaliere vuole pren­
dere tempo perché costretto a giocare in difesa . E non solo e non
tanto per la nuova indagine giudi­
ziaria sul caso Ruby, quanto per il
rischio marginalizzazione. Salvi­
ni e Meloni domani a Roma lance­
ranno il nuovo listone del centro­
destra del quale una parte rile­
vante degli azzurri ­ a partire da Giovanni Toti che sarà con loro sul palco ­ non vuole essere taglia­
ta fuori. Berlusconi però non ha alcuna intenzione di rimanere ostaggio dell’asse lepenista e vuole tornare protagonista attra­
verso il confronto sulla legge elet­
torale. Una strategia che può pog­
gia sulla consapevolezza che una parte significativa del Pd, pur ri­
manendo silenziosa, è tutt’altro che entusiasta di seguire Renzi nella corsa verso le urne così co­
me anche i centristi e quanti ­ an­
che nell’opposzione ­ vorrebbero
allontanare la data del voto. Non solo perché rinunciare allo scran­
no parlamentare costa sempre fa­
tica, ma anche perché il voto con i
due Consultellum (al Senato quello uscito dalla sentenza sul Porcellum e alla Camera quello post Italicum) rende quanto mai incerta la prospettiva politica. Non a caso Giuliano Pisapia, lea­
der della nascente sinistra dialo­
gante con il Pd, insiste sulla ne­
cessità di «intervenire sulla legge
elettorale prima di andare al vo­
to». Un intervento che per Ro­
mano Prodi dovrebbe concre­
tizzarsi nel ritorno ai collegi uni­
nominali «il più possibile picco­
li, da 70mila elettori» per obbligare i partiti a mettere in competizione «persone di livel­
lo», al contrario di quanto avver­
rebbe con le preferenze. In questo stallo, continua il
pressing di Grillo che ieri ha chie­
sto al Capo dello Stato di «scio­
gliere le Camere immediatamen­
te», o di esortare tutte le forze po­
litiche ad appoggiare la proposta del M5s di estendere il sistema della Camera al Senato, convinto
di poter raggiungere il premio del 40% previsto dall’Italicum e confermato legittimo dalla sen­
tenza della Corte costituzionale. In Parlamento però anche i 5Stelle si sono ben guardati ieri
dal chiedere la calendarizzazio­
ne della legge elettorale. © RIPRODUZIONE RISERVATA