Dal Vangelo secondo Matteo 4, 12-23

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Transcript Dal Vangelo secondo Matteo 4, 12-23

III DOMENICA T.O. Anno A
Dal libro del profeta Isaia 48,23b-9,3
Dalla Lettera dai Corinti 1,10-13,17
Dal Vangelo secondo Matteo 4, 12-23
In questa 3ª domenica per anno ritorna il tema della luce che è stato centrale nel tempo
natalizio. Un tema importante che non va accantonato e le Letture odierne lo riprendono.
La profezia di Isaia nella 1ª Lettura promette un futuro migliore alle due tribù di Zabulon e
Neftali, che vivendo ai confni del territorio di Israele avevano perso la purezza
dell’osservanza della legge mosaica mischiandosi con i popoli vicini e facendosi
contaminare dalle loro usanze, fno a giungere all'umiliazione di essere deportati dagli Assiri.
Ora il profeta, in nome di Dio, promette invece un futuro di gioia, luminoso: di chi ritrova la
libertà e la vittoria sui nemici. Questa promessa, come ci dice l’evangelista Matteo, si avvera
in pienezza con l’inizio del ministero pubblico di Gesù che proprio da questa terra avvolta
dalle tenebre dell’errore inizia a portare la luce del suo Vangelo. Luce che non tramonterà
più e che nessuna oscurità potrà mai vincere, ma che si difonderà sempre più e ovunque, a
condizione di accogliere l’invito alla conversione rinunciando al peccato che allontana da
Dio e dalla sua luce. I primi ad essere attratti da questa luce sono i discepoli che Gesù
chiama mentre erano intenti al loro lavoro di pescatori sul mare di Galilea. Pronti, lasciano
tutto quanto procurava loro di che vivere consegnando così, di fatto, la propria esistenza al
Signore, inizio della conversione che li porterà ad essere testimoni e annunciatori della
stessa luce, del Vangelo di Cristo. Proprio com’è successo a Paolo che da persecutore,
accogliendo la luce abbagliante del Signore Gesù sulla via di Damasco, è diventato
evangelizzatore instancabile anche dei pagani. Nel brano della 2ª Lettura Paolo si rivolge,
infatti, ai cristiani di Corinto esortandoli a vivere uniti intorno a Cristo l’unico che è morto e
risorto per tutti e su cui si fonda l’unico Vangelo, l’unica fede, l’unica Chiesa. Qui abbiamo
anche un richiamo al tema dell’unità dei cristiani proprio nella settimana che ci vede
impegnati a pregare perché si ricompongano le divisioni e ci s’incammini verso la
riconciliazione, e anche in questo possiamo ravvisare un invito alla conversione perché è
solo cambiando cuore e mente che si può andare incontro all’altro e accoglierlo ofrendo e
ricevendo il perdono.
Proseguiamo nella rifessione con le parole di sant’Ilario vescovo.
“Abbiamo bisogno della benedizione di Dio, che il suo volto risplenda su di noi, perché la luce
della conoscenza di lui rischiari le tenebre del nostro cuore. Questa luce del suo volto che
risplende su di noi è dono della sua misericordia, la quale ebbe inizio con la remissione dei
peccati. Lo stesso nome di Gesù signifca salvezza. Lo conferma anche l’angelo parlando di
Maria a Giuseppe: ”Partorirà un fglio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo
dai suoi peccati”. Gli apostoli confessano di non essere in grado di predicarlo se non sono
illuminati, se non riescono ad irradiare la luce del volto del Signore. Luce vera, però, è il
Signore; illuminati dalla luce, perché siano luce, sono gli apostoli e i profeti. E’ necessario poi
che a questo insegnamento profetico e apostolico segua la lode dei popoli e la gioia per la
remissione dei peccati; né solo per questo,ma anche per la certezza che quegli stesso che
ha rimesso i peccati giudicherà i popoli con giustizia, e guiderà nella via della vita tutte le
nazioni della terra che abbandonato l’errore dell’idolatria, vengono istruite nella conoscenza
di Dio.” (Dai “Trattati sui salmi”, Sal 66)