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Mercati
Martedì 24 Gennaio 2017
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IL GRUPPO SI AGGIUDICA UN PROGETTO IMMOBILIARE DA 200 MLN DI EURO VICINO A NEW YORK
Pizzarotti, colpo a Long Island
L’edilizia rappresenta la metà dei ricavi
esteri del gruppo, il cui fatturato totale
nel 2016 è raddoppiato a quota 500 mln
di Francesco Colamartino
N
ella corsa delle aziende di costruzioni italiane alla conquista di
nuove frontiere negli
Usa Pizzarotti ha messo a segno un primo colpo. Secondo
quanto risulta a MF-Milano
Finanza, il gruppo di Parma
si è aggiudicato una commessa da 200 milioni di euro per
la realizzazione di nuovi edifici residenziali lungo la costa
di Long Island, nello Stato
di New York, all’altezza del
Hempstead Harbor nella città
di Glen Clove. Il complesso
sorgerà su 27 ettari di parco
pubblico (lungo 2 chilometri
di costa) che ospiteranno più
di 2 mila appartamenti a basso
consumo, edifici commerciali,
ristoranti, club, 4.800 parcheggi e una marina con 240 posti
barca. Un ferry boat consentirà
ogni giorno di andare e venire
da Manhattan in poco più di
mezz’ora. Inoltre i residenti e
i visitatori potranno concedersi
lunghe passeggiate attraverso i
2 chilometri di parco fluviale e
i 10 chilometri di percorsi pedonali che conducono al Pratt
Park. E chi non avrà troppa
voglia di camminare troverà
percorsi ciclabili, parchi giochi, porticcioli per kayak e
Coima Res stipula contratto locazione con Nh Hotel
di Teresa Campo
oima Res siiq ha affittato a Nh Hotel Group la
C
porzione a uso hotel dell’immobile Gioiaotto
a Milano (in via Melchiorre Gioia, nel quartiere
Porta Nuova), di proprietà del fondo Mhrec, detenuto per l’86,7% da Coima Res. Gioiaotto, che
dispone di 13 mila metri quadri affittabili, al 31
ottobre 2016 è stato valutato 64,3 milioni di euro.
Il contratto di locazione stipulato con Nh ha una
durata di nove anni senza
possibilità di
Michele
Pizzarotti
paddle board, ristoranti e caffè. Il cliente per cui Pizzarotti
svilupperà il progetto è Rxr
Realty, una delle più importanti piattaforme di sviluppo e
gestione immobiliare di New
York e dintorni, con un patrimonio del valore di 28 miliardi
di dollari e circa 6 mila appartamenti in fase di realizzazione
nelle zone più prestigiose che
circondano la Grande Mela.
«Negli ultimi cinque anni
l’immobiliare ha rivestito per
noi un’importanza notevole»,
ha detto a MF-Milano Finanza
Eni rafforza la cooperazione con la Nigeria
di Guglielmo Valia MF-DowJones
l ministro per le Risorse Petrolifere nigeriaItroleum
no e presidente della Nigerian National PeCorporation (Nnpc) Emmanuel Ibe
Kachikwu e l’amministratore delegato di Eni
Claudio Descalzi si sono incontrati ieri a Roma
per rafforzare ulteriormente la lunga e fruttuosa
partnership. In particolare, Nnpc ed Eni hanno
siglato un accordo di cooperazione che promuove nuove attività in grado di contribuire in
misura significativa allo sviluppo economico e
sociale in Nigeria, informa una nota diffusa ieri.
Riguardo al settore upstream, le operazioni di
produzione oil e gas verranno intensificate con
un maggiore focus sulle attività di sviluppo ed
esplorazione nelle zone di operazione onshore,
offshore e Ultra Deep Water. Quanto al settore
raffinazione, le parti hanno definito i termini
della cooperazione per la ristrutturazione e
l’ampliamento della raffineria di Port Harcourt.
Sul fronte della generazione di energia, l’accesso all’energia verrà ulteriormente ampliato
dal raddoppio della capacità di generazione di
Okpai IPP tramite lo sviluppo accelerato della
Fase-2, che la renderà una delle più grandi centrali a ciclo combinato di tutta l’Africa. Infine,
il memorandum of understanding pone le basi
per la valutazione dell’affidabilità della rete
elettrica nazionale e per la stima dei progetti
di energia rinnovabile più efficienti, in modo
da assicurare l’accesso all’energia anche nelle
zone più remote del Paese. Eni è presente in
Nigeria dal 1962 con attività sia onshore che
offshore. Nel 2016 la produzione di idrocarburi in quota Eni è stata di 125 mila barili di
olio equivalente. Da segnalare infine che ieri a
Piazza Affari il titolo Eni ha terminato le contrattazioni in calo dell’1,54% a 15,31 euro per
azione. (riproduzione riservata)
A2A, il patto di sindacato Milano-Brescia cala al 42%
di Elena Filippi
a quota di A2A legata al patto di sindacato tra
Lmente
i Comuni di Milano e Brescia scende ufficialal 42%. Dopo il via libera dello scorso novembre da parte di Brescia, ieri anche Milano ha
approvato la modifica dei patti parasociali sul capitale della multiutility lombarda. L’ok di Palazzo Marino libera così l’8% del capitale di A2A,
che potrà quindi essere immesso sul mercato.
La riduzione sarà paritetica: il 4% sarà sottratto
alla partecipazione in capo a Brescia e l’altro 4%
dalla porzione di capitale nelle mani di Milano.
In realtà, questa prospettiva vale solo per Brescia
perché Milano ha approvato all’interno della delibera un emendamento che prevede comunque
di non alienare la quota del 4% che spetta per il
prossimo triennio, mentre si invita a valutare una
possibile estensione del patto di sindacato anche
ad altri soci pubblici, come i Comuni azionisti
di Linea Group (Cremona, Crema, Lodi, Pavia
e Rovato) e quelli di Varese e Bergamo. Anche
Brescia tuttavia potrebbe adottare un approccio
attendista. Una fonte politica del Comune esclude l’intenzione di vendere quote a breve termine,
contrariamente a quanto era stato ipotizzato anche dal sindaco Emilio Del Bono qualche mese
fa per motivi di bilancio. «Anche a Brescia c’è
un ripensamento; al massimo si potrebbe cedere
una piccola quota, ma solo se lo fa anche Milano,
altrimenti resta una possibilità», ha sottolineato.
Allo stato attuale Milano e Brescia detengono
il 50% più due azioni della utility, i Comuni di
Linea Group (a seguito dell’operazione di A2A
su Lgh) detengono poco più dell’1%, mentre a
Varese e Bergamo fanno capo quote molto piccole. Da segnalare infine che ieri a Piazza Affari
il titolo A2A ha terminato le contrattazioni in
rialzo del 0,38% a 1,304 euro per azione. (riproduzione riservata)
recesso e con opzione di rinnovo per altri sei, a un
canone minimo di 1,5 milioni l’anno, aumentabile
in base al fatturato annuo dell’hotel e indicizzato
al 100%. Nh si è anche impegnata a investire,
entro il 2018, 4 milioni per l’ammodernamento e
riqualificazione dell’immobile, cui il fondo contribuirà con 1,4 milioni. Il restante 50% dell’immobile è affittato a uso uffici a Roland Berger,
Grant Thornton, Qbe Insurance e altri, per 380
euro/mq. Grazie alla locazione a Nh Hotel e ad
altri contratti dal 2019 per Gioiaotto si stimano 4
milioni di reddito da locazione e un rendimento
netto del 5,6%. (riproduzione riservata)
Michele Pizzarotti, vicepresidente del gruppo. «Ci siamo
focalizzati su Montecarlo e da
un paio d’anni anche su New
York. L’immobiliare di qualità in questi Paesi continuerà
a essere importante per noi».
Proprio a Montecarlo Pizzarotti ha svolto il duplice ruolo di promotore e costruttore
di un complesso residenziale
di lusso da 500 milioni. Il
progetto, chiamato La Petite
Afrique, è stato ultimato di
recente. Il business dell’edilizia pesa almeno per il 50% sul
fatturato estero che il gruppo
ha realizzato negli ultimi due
anni e così sarà per i prossimi due. Quanto alle iniziative
immobiliari in cui Pizzarotti
è investitore, il loro peso è
molto variabile e si colloca
tra il 10 e il 20% del fatturato
estero. Fino al 2015 il gruppo ha registrato un fatturato di
250 milioni all’estero, che ha
raddoppiato a 500 milioni nel
2016. «E per il 2017 contiamo di continuare a crescere».
Parola di Michele Pizzarotti.
(riproduzione riservata)
Quotazioni, altre news e analisi su
www.milanofinanza.it/pizzarotti
Beni Stabili investirà
altri 200 mln a Milano
di Teresa Campo
eni Stabili rilancia su Milano anche nel 2017. Con ulteriori
B
investimenti per 200 milioni di euro, sempre nel segmento
uffici, ma senza trascurare qualche attività di sviluppo. Anche
per l’anno appena iniziato, dunque, la siiq guidata da Alexei Dal
Pastro conferma le linee guida del piano strategico che prevedono
una sempre maggiore focalizzazione del patrimonio immobiliare
su immobili direzionali nel capoluogo lombardo unita a minore
esposizione verso gli immobili Telecom (1,5 miliardi di valore
rispetto ai 4,1 miliardi dell’intero patrimonio), nonché miglioramento della qualità degli asset già posseduti grazie ad attività
di riqualificazione e di rotazione del portafoglio. «Entro il 2020
vogliamo che gli uffici a Milano arrivino a costituire l’80% del
totale del patrimonio real estate rispetto al 58% attuale», ha confermato il direttore generale. Le risorse per i nuovi investimenti
arriveranno dalla vendita di una quota del 40% della sicaf cui
sono stati conferiti gli immobili di Telecom Italia. Per il nuovo
veicolo, istituito a fine 2016, si attende a giorni l’autorizzazione
di Bankitalia, mentre conferimento e ingresso dei nuovi soci dovrebbero concludersi entro il primo trimestre. Nel dettaglio, il dg
ha spiegato che dalla cessione del 40% della sicaf a Credit Agricole Assurance e a Edf Invest arriveranno circa 300 milioni, che
saranno utilizzati soprattutto per l’acquisizione di uffici a Milano,
ma anche proseguire lo sviluppo immobiliare e per riqualificare
il portafoglio. In particolare i piani di riqualificazione interesseranno cinque edifici milanesi più un altro a Torino. La cessione
del 40%, oltre a liberare nuove risorse, permetterà di abbassare
l’esposizione della società verso un singolo tenant dal 39 al 29%
e di avere un effetto positivo sull’indebitamento. A questo proposito Dal Pastro ha sottolineato che l’obiettivo finale è di portare
l’esposizione verso Telecom Italia sotto il 20% entro il 2020.
Nel frattempo procede anche lo sviluppo del progetto Symbiosis,
grande area a sud di Milano dove potranno essere costruiti fino a
100 mila metri quadri di uffici. Già stipulato un primo contratto
con Fastweb che andrà a occupare 16 mila dei 19 mila metri quadri
della prima palazzina, in via di realizzazione. Nel corso dell’anno
dovrebbero partire anche i lavori per via Schiavone, altra area da
sviluppare sempre situata nella zona sud di Milano, a ridosso di
uno degli ex scali ferroviari. A questo proposito Dal Pastro ha
confermato di essere interessato alle aree ex Fs, per le quali entro
l’anno dovrebbe partire il bando di gara relativo alla vendita. (riproduzione riservata)