DOCUMENTARIO “ALBERTO SPADOLINI”

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2017
DOCUMENTARIO “ALBERTO SPADOLINI”
dei registi Riccardo De Angelis e Romeo Marconi
Marco Travaglini, biografo e nipote di Alberto Spadolini
“Un cartone con la scritta ‘Alberto Spadolini’ cattura la mia
attenzione ... Ho quella vaga ma tenace percezione di aver
scoperto un tesoro; è così: “l’archivio Spadolini” contiene un
centinaio di splendide fotografie degli anni ’30, manifesti,
libri, articoli di giornale, spartiti musicali, brochure degli
spettacoli di danza e delle esposizioni di pittura provenienti
da tutti i continenti …
Solo ora scopro il talento ed il ruolo da protagonista di zio
Alberto in quel crogiolo di artisti, faro e punto di riferimento
di tutta Europa, che è la Ville Lumière. I riflettori lo hanno
accompagnato per mezzo secolo nei teatri, nei cinema, nei
cabaret, nelle gallerie d’arte, nella vita privata. Eppure, di
tutto questo, racconta ben poco alla madre e alle sorelle che
nel dopoguerra visita regolarmente ogni anno ...”
Stefano Papetti nel Palazzo dei Priori di Fermo
“… l’amicizia con Anton Giulio Bragaglia, che lo conobbe e
sostenne nei primi anni romani, si manifesta nel cinetismo
delle figure che discende da una personale revisione del
dinamismo caro ai futuristi. Negli anni della gioventù di
Spadolini le Marche avevano vissuto una stagione artistica
caratterizzata dal diffondersi fra gli artisti più giovani di un
esasperato desiderio di rinnovamento: a Macerata, in
particolare, pittori come Monachesi, Tulli e Pannaggi
avevano raccolto il testimone di Boccioni dando vita ad una
tarda stagione futurista in seno alla quale può iscriversi anche
l’esordio di Spadolini ...”
Intervista a Giordano Bruno Guerri al “Vittoriale”
“Nel 1924 lavorava al Vittoriale Alberto Spadolini, figura
eclettica del Novecento italiano, da poco riscoperto. Pittore,
danzatore, scenografo e attore, aveva diciassette anni e
conobbe d’Annunzio come addetto alle decorazioni di scena
del primo teatro all’aperto organizzato dal Poeta. Nel corso
di una passeggiata nel parco con Gabriele, che lo intratteneva
descrivendogli lo splendore delle statue greche, Spadolini
avrebbe ricevuto l’ordine di spogliarsi. Alla replica: ‘Ma … i
giardinieri …’, Gabriele avrebbe risposto: ‘I giardinieri non
vedranno quello che io vedo, io solo conto. Guardami in
faccia. Il peccato è guardare se ci guardano, poiché in questo
caso tu ti associ alla bassezza degli altri. Alza le braccia … che
bellezza!!!”
Giordano Bruno Guerri “La mia vita carnale, amori e passioni
di Gabriele d’Annunzio”, Mondadori 2013
Intervista a Stefano Travaglini, jazzista e nipote di Alberto Spadolini
“… Se potessi fare una considerazione un po’ azzardata direi
che in tutte le produzioni artistiche di Spadolini risuona una
musica di sottofondo che ritma e dà movimento, ora
aggraziato ora vigoroso, alla sua pittura, alla sua scultura ed
anche al suo modo di approcciarsi alla vita. Quando,
adolescente, iniziai a strimpellare la chitarra, lui mi guardò
con simpatica circospezione e mi disse le fatidiche parole:
‘Bene, fammi sentire qualcosa!’ E prima che tentassi qualche
impacciato accordo mi tolse dall’imbarazzo raccontandomi
di un fantastico gruppo di Parigi e di Jacques Brel che, solo
davanti allo schermo, improvvisava con la chitarra e con la
voce la colonna sonora di un film …”
Intervista ad Elsa Ravaglia sul mistero Spadolini
Nella cornice del Fortino Napoleonico di Portonovo,
Elsa Ravaglia e Fabio Filippetti hanno ricordato come
Alberto Spadolini non si limitò ad essere il famoso ballerino
dell’epopea parigina o il pittore della danza apprezzato da
Jean Cocteau e Max Jacob. C’è anche uno Spadolini più
misterioso, strettamente connesso con il terziario
francescano che cerca i perché della vita e che si riconosce
nella profonda spiritualità del francescanesimo come
necessità dell’essere.
Fabio Filippetti, animatore delle Serate del Mistero a Portonovo
Intervista a Mario Spadellini, nipote di Alberto Spadolini
“ … il ricordo che vorrei cancellare: qualcuno che avvisa mia
madre della morte dello zio Alberto Spadolini, l’attesa del
rientro di mio padre, la mamma che cerca di trovare il
coraggio per comunicargli la morte del fratello, poi la sua
partenza per il funerale a Parigi, i giorni seguenti al suo
ritorno tristi e taciturni.
In seguito mio padre comincerà a dipingere e a costruire
cornici abbellendole con conchiglie che andava a recuperare
sulle spiagge dell’Adriatico.
Non so quale collegamento possa esserci tra la sequenza
degli eventi, purtroppo non ho fatto in tempo a
domandarglielo, o non ho trovato il coraggio, mio padre è
morto dopo alcuni anni ...”
Nicoletta Fabbri Quartet, musiche Parigi anni ‘30
Ad accompagnare le immagini di Spadolini è il “Nicoletta
Fabbri Quartet” con musiche di Joséphine Baker, Edith Piaf,
Mistinguett, Maurice Chevalier e Charles Trenet.
Voce: Nicoletta Fabbri
Pianoforte: Roberto Stefanelli
Fisarmonica: Gabriele Zanchini
Contrabbasso: Stefano Travaglini
Chitarra: Roberto Monti
Batteria: Gianluca Nanni
Nicoletta Fabbri Quartet, musiche Parigi anni ‘30
www.albertospadolini.it