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L’UNIONE SARDA mercoledì 25 gennaio 2017
www.unionesarda.it
CRONACA | STORIA DI UN DISABILE
L’episodio due anni fa ad Alghero. Il trentenne era finito nei guai per rapina a un ambulante
«Ridateci nostro figlio autistico»
Il giovane portato via ai genitori e rinchiuso in una comunità
MARIO HA SUPERATO I TRENT’ANNI E DA QUASI DUE È OSPITE DEL CENTRO AIAS DI DOMUSNOVAS. È ACCUSATO DI
RAPINA A MANO ARMATA E MI-
SEPARATI
I genitori
possono
visitarlo
ogni quindici
giorni
ma il viaggio
è ormai
un problema.
A Natale,
per la prima
volta,
hanno potuto
avere
Mario
con loro.
Il legale
della famiglia
ricorrerà
in Cassazione
NACCE GRAVI NEI CONFRONTI
DI UN AMBULANTE CINESE.
us
Pericoloso socialmente e
quindi meritevole di un
provvedimento di libertà vigilata disposto dal Gip di un
tribunale del Nord Ovest della Sardegna. Non è un caso
di cronaca nera come tanti
ne accadono nelle nostre città. Mario, come chiameremo
il protagonista di questa vicenda, è un giovane autistico, ha superato i trent’anni e
da quasi due è ospite del
centro Aias di Domusnovas.
È accusato di rapina a mano
armata e minacce gravi,
commessi nei confronti di
un ambulante cinese. Il fatto è avvenuto il 19 gennaio
del 2015.
CONSEGUENZE. Un mese dopo nell’abitazione dove Mario vive con gli anziani genitori si presentano due persone. In mano l’ordinanza del
Gip che li autorizzava a prelevare il ragazzo e portarlo
in una struttura sanitaria a
220 chilometri di distanza.
«Trattato come un delinquente» dicono i genitori.
LA STORIA. È il 19 gennaio
del 2015. Mario, i suoi genitori e alcuni amici di fami-
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glia sono ad Alghero. Il ragazzo è con il padre, gli altri
sono al supermercato. L’attenzione del giovane viene
attratta da un venditore ambulante cinese. Fra la chincaglieria in vendita c’è una
bussola. È un attimo. Mario
la vuole e chiede al padre di
comprargliela. Poi cerca di
afferrarne una. Si muove
con le braccia alzate al cielo.
Qualcuno si spaventa. Il padre riesce a calmare il ragaz-
zo, gli fa restituire la bussola ma lui si impossessa di un
coltellino (2,5 centimetri di
lunghezza) e con questo oggetto in mano crea scompiglio. Una persona si spaventa e perde i sensi. Il genitore
riesce ad afferrare il coltellino e lo rende al commerciante. Arriva la polizia. È
l’inizio del dramma del giovane e dei suoi genitori.
«DIRITTI IGNORATI». La tutela legale di Mario è assun-
ta dal penalista giurista Pietro Diaz. Per lui si è di fronte ad un caso «penalmente
inconcepibile, inammissibile, inaccettabile. È una vicenda da cui si può uscire
solo applicando il diritto finora ignorato». Diaz ha reagito al provvedimento del
Gip che ha respinto un suo
ricorso, sostenendo, con diversi richiami legislativi, che
«l’autistico è totalmente
estraneo al modello legale di
autore di reato e a quello codificato di delinquente cosciente e volontario».
Nel frattempo Mario resta
in libertà vigilata a Domusnovas. La struttura fa quel
che può ma è un centro nato per assistere spastici, non
per seguire autistici. Le giornate sono vuote, dettate dagli orari della terapia e dei
pasti. Nient’altro.
ODISSEA. I genitori possono visitarlo ogni quindici
giorni ma il viaggio è ormai
un problema. A Natale, per
la prima volta in due anni,
hanno potuto avere Mario
con loro. «Eravamo felici ma
la luce della gioia si è spenta
troppo presto», sussurrano i
due anziani. «Ma abbiamo fiducia nel nostro avvocato.
Quella che è stata fatta a Mario è una grande ingiustizia».
Il legale annuisce. Ora preparerà un altro ricorso contro il provvedimento del Gip
e poi in Cassazione: «Mario è
accusato di reati che non poteva naturalisticamente, antropicamente, psicofisicamente commettere».
FIGLI DI NESSUNO. Da questa vicenda emerge la condizione più generale in cui versano gli autistici. Figli di nessuno cui nessuno pensa perché non interessano nessuno. Una carenza anche culturale della malattia contro
cui si batte dal 2005 la Fondazione "I bambini e le fate"
voluta da Franco Antonello,
imprenditore veneto padre
di un giovane autistico. In
Sardegna ha avviato due
progetti, a Sassari e Castelsardo, un terzo lo presenta
oggi a Cagliari. Il suo giudizio
sulla storia di Mario: «Segnalazione di questi casi arrivano a decine in Fondazione,
da tutta Italia. I ragazzi con
autismo, specie raggiunta
una certa età, vengono lasciati totalmente sulle spalle
delle famiglie. Un dramma.
Gestire da soli un figlio autistico, specie se si è anziani,
può sconvolgere la vita dei
genitori e spingerli anche a
gesti estremi. Noi facciamo
quanto è nelle nostre possibilità ma le istituzioni dovrebbero fare molto di più
del nulla attuale».
Gibi Puggioni
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