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PRIMO PIANO
Venerdì 27 Gennaio 2017
Può essere politicamente inopportuno. Ma non è un argomento di competenza della Consulta
Ballottaggio anticostituzionale?
Art. 48: «Il voto è personale ed eguale, libero e segreto»
DI
GIANFRANCO MORRA
M
olto rumore per
nulla. Era meglio non farlo.
La Consulta ha
sentenziato sull’Italicum.
Ma era una materia di sua
competenza? C’è da dubitarne. La Costituzione assegna ai giudici della Corte
il giudizio «sulle controversie relative alla legittimità
costituzionale delle leggi»
(art. 134). Anche la legge
elettorale doveva dunque
rispettare quanto si afferma all’art. 48: «Il voto è
personale ed eguale, libero
e segreto». Il parlamento,
unico autorizzato a definire una legge elettorale, con
l’Italicum non aveva negato
nessuno di questi princìpi (o
forse uno soltanto).
La sua filosofia era
quella di ogni legge elettorale: il rispetto della rappresentatività e una sua
riduzione per favorire la governabilità. Come avviene,
in diverse maniere, dovunque. Tre dei quattro punti
formulati per raggiungere
questo obiettivo sono ovviamente discutibili, ma li troviamo usati in alcuni paesi,
senza che nessuno parli di
scandali anticostituzionali.
La decisione più saggia
della Consulta, a mio parere, sarebbe stata quella
di non discutere l’Italicum.
Che oltretutto è una legge
non ancora applicata, di
modo che ogni accusa contro di essa si basa su ipotesi
astratte e sul processo alle
intenzioni, non su dei fatti
accaduti. I 15 giudici hanno
deciso di occuparsene, ma
per fortuna hanno sentenziato poco, purtroppo non
proprio nel senso migliore.
Quattro erano le controversie.
1. Premio di maggioranza. Che in Italia fu
legge tre volte: con Acerbo
nel 1923 (a chi superava il
25%), con Scelba nel 1953
(oltre il 50%), con Calderoli nel 2005 (nessuna indicazione di percentuale).
E che vige tuttora in molte
elezioni regionali (il premio
di un quinto dei voti alla lista più votata). La Consulta
non l’ha toccato, anche perché la cifra da raggiungere
per averlo è piuttosto alta
(40%).
2. Ballottaggio. Da noi
non c’è mai stato nelle elezioni politiche, ma è previsto nelle elezioni comu-
nali per eleggere i sindaci,
se nessuno supera il 50%.
Anche in Toscana c’è il ballottaggio, se nessun candidato alla Presidenza della
regione raggiunge il 40%
dei voti. Sul ballottaggio
si basano sistemi elettorali che funzionano, come in
Francia. Di certo appare
difficile definirlo anticostituzionale. E’ solo una forma
di democrazia diretta: tutti
i cittadini decidono quale
dei candidati o dei partiti
debba vincere.
3. Capilista in 10 collegi. In una democrazia digitale, dove la politica viene
personalizzata, la presenza
in più collegi diventa una
passerella per i vip del web,
principale strumento con
cui gli elettori conoscono i
candidati. Un espediente
anticostituzionale? In nessun modo. La Consulta li
ha mantenuti. Ma chi viene eletto non potrà scegliere
il collegio, sarà deciso per
sorteggio.
4. Nomina obbligata del
capolista. Si tratta certo
dell’articolo più puzzolente
(di partitocrazia) dell’Italicum. Su 630 seggi alla Camera poco meno della metà
potrebbero essere assegnati
in ciascuno dei 100 collegi a
dei predestinati obbedienti al segretario del partito
e al suo sinedrio, premiati
perciò con il primo posto in
lista. Era forse l’unico punto in cui un giudizio di anticostituzionalità appariva
giustificato, dato che questo
privilegio calpesta la democrazia e la sovranità popolare, sostituendo al voto
degli elettori i calcoli delle
segreterie dei partiti. Ma i
chirurghi della Consulta si
sono confusi. Hanno tagliato
la gamba sana del ballottaggio e lasciata quella marcia
del clientelismo delle segreterie.
La nostra Repubblica,
nata parlamentare, divenuta assembleare, vede
così accentuarsi il suo esito partitocratico. Non è un
caso che tutti i partiti sono
felici della sentenza, tutti
dicono aver vinto. Anche se
ora c’è chi vuole ingranare
la quarta e chi temporeggia
con la scusa di armonizzare
le due leggi elettorali della
Camera e del Senato.
Come indica la legge
sui compiti della Consulta
(11 marzo 1953, n. 87) «il
controllo di legittimità su
una legge esclude ogni va-
SEGUE DA PAG. 3
lutazione di natura politica
e ogni sindacato sull’uso
del potere discrezionale del
Parlamento». Solo quando
avremo la motivazione della
sentenza potremo leggere e
forse anche capire per quali
motivi il ballottaggio è anticostituzionale. Di certo i giudici non si sono preoccupati
delle conseguenze politiche
della sua cancellazione, che
invece ci saranno.
L’Italicum ha mantenuto
il premio di maggioranza ma
è stato privato del ballottaggio. Si è fortemente indebolito
e sarà difficile che possa produrre una maggioranza parlamentare solida e un governo
efficiente. Quel 40% da raggiungere per avere il premio,
che era cosa possibile in un
sistema con due grossi partiti,
è oggi del tutto irraggiungibile con tre gruppi intorno al
30% dei voti. Occorrerà, per
fare il governo, ricorrere alla
Coalizione, gestita e attuata
dai partiti, non decisa dai
cittadini. Ma le coalizioni difficilmente si formano e facilmente si disfano. La decisione
della Consulta non solo non
ha ridotto l’ingovernabilità,
ma l’ha ulteriormente accentuata.
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PILLOLE
L’Ue non sconta le spese strutturali
per il terremoto, scontro con l’Italia
Vaccini, Regioni e Governo
vogliono l’obbligatorietà
Manca meno di una settimana alla
scadenza del primo febbraio, quando il
governo dovrà rispondere alla lettera
in cui la Commissione europea chiedeva di spiegare come intende colmare
il divario, lo 0,2% del Pil pari a 3,4
miliardi, rispetto all’impegno sulla
riduzione del debito. E se la Commissione europea continua a esprimere
ottimismo su una soluzione,
torna a ribadire che quando
le spese straordinarie per
un’emergenza come quella
del terremoto si trasformano in strutturali, allora non
rientrano nella trattativa. È
di nuovo scontro sui conti
pubblici con Bruxelles. Sul
tavolo del presidente della
commissione Jean-Claude
Juncker la lettera da parte
del premier Paolo Gentiloni in cui stima in un miliardo aggiuntivo la spesa
per l’emergenza dell’ultimo
terremoto nell’Italia centrale. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan,
a Bruxelles per partecipare
all’Eurogruppo ha assicurato: «La risposta arrivera’
in tempo, in base alla richiesta (di
correggere i conti pubblici ndr) della
Commissione». Il commissario agli
Affari economici e finanziari, Pierre
Moscovici ha ribadito che le spese
che incidono proprio sul deficit «strutturale» «non fanno parte del negoziato
attualmente in corso».
Serve una legge nazionale «in tempi brevi» per stabilire l’obbligatorietà
dei vaccini. E’ la conclusione a cui si
è giunti in un incontro tra il ministro
della Salute Beatrice Lorenzin
e gli assessori delle Regioni e delle
Province autonome per la verifica
e l’avvio del nuovo Piano nazionale
della prevenzione vaccinale 2017-19.
tutte le zone del Paese. Un tema su
cui ci sarà l’opportunità di tornare nei
prossimi incontri». In generale, spiega
Antonio Saitta, assessore della regione Piemonte e coordinatore della
Commissione salute della Conferenza
delle Regioni, l’incontro è stato «utile e
importante». Un obiettivo che verrebbe raggiunto nello stesso momento in
cui si ripartiranno le risorse stanziate
a riguardo, 100 milioni di euro, dalla
legge di bilancio. Si renderà
poi necessario attivare una
campagna di comunicazione
condivisa fra il ministero e
le Regioni proprio per supportare l’offerta vaccinale.
di Pierre de Nolac
Il sindaco di Roma
Raggi: “Tra un po’
diranno che ho ucciso
qualcuno”.
Remo?
***
Grillo: “Raggi ha
rispettato il nostro
codice etico”.
I magistrati però ne usano
altri.
***
Ruby, Berlusconi di nuovo
indagato. Pagava ancora
le Olgettine
Vignetta di Claudio Cadei
«Un fatto importante, discusso e condiviso nell’incontro», hanno reso noto
le Regioni in un comunicato, «è rappresentato dalla esigenza di arrivare
in tempi relativamente brevi a una
legge nazionale sulla obbligatorietà
delle vaccinazioni, anche per garantire un’offerta vaccinale uniforme in
Nuove accuse a Silvio
Berlusconi nell’ambito
della vicenda Ruby. Il leader FI è stato iscritto nel
registro degli indagati con
l’accusa di corruzione in atti
giudiziari dalla Procura di
Milano per alcune consegne
di denaro in contanti, attraverso il ragioniere Giuseppe Spinelli. I presunti
versamenti illeciti riguardano: Elisa
Toti, Aris Espinosa, Miriam Loddo
e Giovanna Rigato. Lo sviluppo arriva dagli accertamenti fatti dopo che
Berlusconi ha denunciato Rigato per
tentata estorsione (avrebbe chiesto
all’ex Cav un milione di euro). Sabato
la decisione sul rinvio a giudizio.
Di Battista attacca i
giornalisti.
Qual è la notizia?
***
Cei: “Non è normale
dipendere dalla
magistratura”.
Se ne sono
accorti adesso?
***
Si fingeva cieco ma
guardava la tv nella
sala scommesse.
Faceva
le puntate al buio.