Anche l`Anas chiude il Compartimento Se mancano i presidi pubblici

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anno ii- n° 0 mercoledì 25 gennaio 2017
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Manzo-Federico
L’Oscar del giorno lo assegniamo ai
consiglieri regionali Cinque Stelle,
Patrizia Manzo e Antonio Federico.
Dopo un lungo tribolare, sono riusciti
a far tirare fuori dalla Regione i soldi
non utilizzati per le scuole sicure. Si
tratta di un milione di euro del quale i
molisani non hanno usufruito per migliorare qualche edificio scolastico.
L’Ardire
Quando al buio
restava il Molise
Ritorno, al pubblico
di Giuseppe Saluppo
M
i ha fatto pensare, e non
poco, la risposta data da un
dirigente dell'Enel per la
mancanza, ancora, di energia elettrica in un paesino delle Marche.
"Non c'è convenienza commerciale", la risposta e, dunque, impianti realizzati al minimo. L'infelice, ma realistica, risposta mi
ha riportato indietro nel tempo. Ricordate,
quando anche il Molise, a seguito di nevicate o maltempo restava al buio? Si avevano situazioni tali fino ai primi anni '90.
Poi, un massiccio intervento finanziario
per la realizzazione di opportune cabine.
Progettate dall'allora capo compartimento
Enel Molise (allora c'era), Domenico
Mantegna. Ricordo, ancora, nell'intervista
che gli feci, che sottolineava l'importanza
di quell'intervento che avrebbe risolto il
problema della mancanza di energia elettrica con la neve o forte maltempo. Così è
stato. Certo, allora, non si parlava di "convenienza commerciale". C'era ancora l'intervento pubblico quello capace di
garantire gli interessi generali e i valori
diffusi, divisi e condivisi. Oggi, invece, è
tutto nelle mani della tecnica nel nome
dei mercati. La finalità non è il bene comune ma l’apparato. Attenzione, torniamo
a riflettere su questi aspetti. La politica
riacquisti il suo ruolo e provi a riequilibrare il quadro. Perchè, più cresce l’effetto della tecnica e l’espansione del
mercato, più avvertiamo la necessità di
colmare la carenza di principi, destini,
orizzonti, ambiti qualitativi che diano
senso ed altezza e non solo larghezza e
strumenti alla nostra vita, alla nostra comunità. Le calamità naturali ci insegnano
che non si possono abbandonare i territori
al loro destino perchè manca la "convenienza commerciale". Quell'ossatura istituzionale unitaria, che ha assicurato la
modernizzazione del nostro paese ha
smesso di funzionare quando la partitocrazia ha perso gli ultimi argini civili e
morali, quando la demagogia dei sindacati
e la follia delle Regioni ha distrutto il restante. A sostituire il tutto, una liberalizzazione senza senso che guarda solo al
profitto. Oggi, ci vuole una compensazione. Per non restare al buio.
IL NOSTRO
TAPIRO
IL NOSTRO
OSCAR
Quotidiano - Registrato al Tribunale di Campobasso atto in attesa di registrazione
Direttore Responsabile: giuseppe Saluppo
VimarFa ediZioni sede legale via Normanno, 14 86100 campobasso
redazione tel: 0874.484486
email: [email protected]
Micaela Fanelli
Il Tapiro del giorno lo diamo a Micaela Fanelli. Il sindaco di Riccia è
stata chiamata in causa dai consiglieri dei Cinque Stelle, per i ritardi
burocratici che avrebbero fatto perdere i finanziamenti (560mila euro)
destinati all’auditorium facente parte
del complesso della scuola media” di
Riccia
Anche l’Anas chiude il Compartimento
Se mancano i presidi pubblici
le logiche di mercato sono distruttive
Servizio a pag.3
regione
Territorio
“Scuole sicure,
il Molise perde
un milione di euro”
A denunciare la situazione, i
consiglieri regionali dei Cinque Stelle.
Cgil: “Calamità naturali,
e i precari della Protezione
civile restano a casa”
E’ la Cgil del Molise a rilanciare il
tema dei precari della Protezione civile rimasti senza lavoro.
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25 gennaio 2017
La denuncia della Uilpa
Il Segretario Generale della
UILPA ANAS Molise, Carmine
Battaglia, vuole segnalare nuovamente alla pubblica opinione
la situazione della viabilità molisana.
Le difficili condizioni meteorologiche che in questi giorni
hanno colpito il territorio molisano sottolineano, ancora una
volta, come la viabilità di questa regione si trovi in una situazione di profonda criticità.
Condizione data senz’altro
anche dalla mancanza di una
riorganizzazione della rete stradale regionale, problematica segnalata da mesi dalla UILPA
ANAS Molise.
Sebbene sia trascorso più di un
anno dall’incontro sul tema organizzato dalla UILPA ANAS
Molise, incontro a cui aderirono
la Regione Molise, la Provincia
di Campobasso e le altre Istituzioni interessate, la situazione,
nel concreto, non si è evoluta.
Ad oggi il progetto comune allora immaginato ancora non è
stato portato a compimento e,
sebbene l’ Assessorato ai Lavori
pubblici ed Infrastrutture abbia
inviato il carteggio al Compartimento della Viabilità per il
Molise, nulla di più è stato fatto
e mancano ancora quella riclassificazione ed il passaggio di
gestione a favore dell’ ANAS
delle ex Strade Statali e strade
provinciali, così come già da
tempo fatto in altre virtuosissime Regioni italiane. Passaggio
che, lo si ricorda, risolverebbe
Strade impercorribili e rotte,
ma si decide di accorpare
il compartimento Anas
Nonostante le sollecitazioni, la politica molisana resta a guardare
non pochi problemi di gestione
ad Enti che, come le Province,
per problemi di risorse economiche, sono state costrette a diminuire
le
attività
di
manutenzione ordinaria e straordinaria. E vi è di più
L’avvenuto incorporamento del
Compartimento della Viabilità
per il Molise nel Coordinamento Territoriale Adriatica
(Macro-area Adriatica Abruzzo,
Molise, Puglia), nell’ambito
dell’ apparato riorganizzativo
“Ho formalmente inviato al Ministro
della Salute On. Beatrice Lorenzin e al
Ministro dell’Ambiente On. Gian Luca
Galletti, una lettera informativa e di
sollecito affinché incontrino al più presto le associazioni e le istituzioni del
Venafrano. Le popolazioni locali sono
fortemente preoccupate e c’è bisogno
di un intervento tempestivo affinché si
possano raccogliere tutti i dati possibili
ed eventualmente porre in essere soluzioni concrete. A tal proposito, già
entro la giornata di domani, presenterò
una interrogazione ai ministeri competenti per chiedere che vengano valutati
tutti i dati attualmente in possesso sulla
qualità dell’aria e quelli relativi all’incidenza, nell’area del venafrano, di
tutte quelle patologie connesse all’inquinamento ambientale. È necessario
fare chiarezza anche alla luce della imminente e a mio parere ingiustificata,
dismissione di una delle due centraline
di monitoraggio della qualità dell’aria
dell’ARPAM presenti nel territorio di
Venafro, così’ come previsto dalla de-
aziendale ANAS, potrebbe limitare non poco l’incisività del già
piccolo e spesso dimenticato
territorio molisano a livello nazionale, soprattutto dinanzi alla
grande lacuna conseguente all’inerzia burocratico-amministrativa, che ancora non
consente alla viabilità molisana
di avere un idoneo riassetto
della rete stradale. Mancanza
che potrebbe essere vista come
una profonda inefficienza dell’attività degli Enti coinvolti.
La
UILPA
ANAS Molise,
nel sollecitare
nuovamente la
proficua collaborazione della
Regione Molise e dell ’ A N A S ,
auspica la costituzione di un
Tavolo tecnico
presso il Ministero delle Infrastrutture e
dei Trasporti,
per un celere
accoglimento
del progetto originario in materia di riorganizzazione della rete
stradale regionale.
La UILPA ANAS Molise, inoltre, chiede la politica molisana
difenda con forza la presenza
sul territorio del Compartimento
della Viabilità per il Molise, opponendosi alla creazione delle
macro aree, deleterie per la presenza di servizi sul nostro territorio,
come
ampiamente
dimostrato dal caso della Telecom, delle Ferrovie, dell’Enel.
Il disservizio potrebbe essere
amplificato , nel caso dell’ANAS, per diverse motivazioni, tutte di pari importanza ed
in particolare se si considera che
l’ANAS deve garantire la sicurezza degli utenti delle strade,
coadiuvare i soccorsi in caso di
emergenza neve, anche apportando un proficuo supporto ai
Comuni e alle centrali Enel per
il ripristino dell’energia elettrica, evitare lo spopolamento
dei piccoli comuni, migliorando
la viabilità e promuovere lo sviluppo infrastrutturale, messo a
rischio dalla perdurante inerzia
delle Istituzioni.
La presenza del Compartimento
della Viabilità per il Molise è un
dato fondamentale per la nostra
regione, che va difeso con le unghie e con i denti, con la collaborazione di tutti i soggetti
istituzionalmente preposti, delle
Organizzazioni Sindacali, dei
lavoratori e degli utenti tutti.
Solo insieme, protestando nelle
sedi opportune e ciascuno per la
propria competenza, si può credere in un risultato positivo per
il nostro Molise
“Inquinamento area di Venafro,
intervengano i ministri Lorenzin e Galletti”
I parlamentari Leva e Venittelli, chiamano in causa il Governo
libera di Giunta Regionale n. 451 del
07/10/2016.” dall’onorevole dem Laura
Ve nittelli.
“Sono anni che ci impegniamo e battiamo per tutelare il territorio e le persone che vivono in Molise, per questo
ho ritenuto opportuno interrogare sia il
Ministro dell’Ambiente che quello
della Salute per sapere se siano a conoscenza delle criticità del territorio,
anche per la presenza di impianti rilevanti in termini di emissione come Herambiente e Colacem e se non
ritengano di assumere, con urgenza,
iniziative per monitorare, anche per il
tramite del comando dei Carabinieri per
la tutela dell’ambiente, dell’Ispra e dell’Istituto superiore della sanità, i rischi
ambientali e sanitari dei due siti. Con
attenzione abbiamo ascoltato le rivendicazioni legittime delle migliaia di
persone che dieci giorni fa hanno partecipato alla manifestazione per sensibilizzare sulle tematiche ambientali a
Venafro. In tempi non sospetti, appena
venuto fuori che la piana venafrana
fosse considerata una sorta di appendice molisana della Terra dei fuochi abbiamo promosso iniziative di carattere
parlamentare per tutelare quella parte
della regione, compreso un ordine del
giorno trasmesso a tutti e 136 i comuni.
Adesso, anche alla luce di quanto evidenziato pubblicamente, occorre davvero mantenere alta la guardia”.
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“Tornare ad immaginare il futuro è il primo passo per conseguire il cambiamento. Una
nuova stagione in cui il Molise
sarà davvero di tutti, finalmente
una regione normale, a misura
d’uomo, con istituzioni amiche
di chi lavora e di chi non ha un
impiego, dei più deboli, dei
meno fortunati, dei giovani,
delle donne, degli anziani e
delle imprese che scommettono
senza timore sul domani. Un
Molise capace di difendere i
beni comuni, troppo spesso sacrificati sull’altare degli egoismi privati, delle lottizzazioni
che paghiamo a caro prezzo.
Vogliamo lasciarci alle spalle
l’era del debito pubblico in costante espansione, di una tassazione che strangola le iniziative
della piccola imprenditoria, affossando le famiglie. È ora di
andare oltre un decennio di
false promesse, in cui il merito
e le competenze sono stati calpestati, l’onestà soppiantata
dalla furbizia, il coraggio vituperato dalle clientele, la flessibilità ridotta al precariato.
Facciamo insieme i cinque
passi che ci separano dal Molise di domani, perché la speranza muti in iniziativa e questo
torni ad essere il Molise di tutti.
Con Paolo Frattura presidente”.
Questa straordinaria pagina di
immaginifica illusione, questo
spaccato letterario da primi
della classe, questa prefigurazione di futuro redatta da menti
25 gennaio 2017
A cinque passi
dal baratro
sotto
l’effetto dell’anti iorismo e in
prossimità della conquista del
potere, l’hanno sottoscritta i
Comunisti Italiani, il Guerriero
Sannita, l’Italia dei Valori, Noi
per il Molise, il Partito democratico, il Partito socialista,
Rialzati Molise, Sinistra ecologia e libertà, Uniti per il Molise e l’Udeur popolari.
Qualcuna delle sigle non ha più
titolo a fregiarsi della sottoscrizione, qualch’altra non ha laalcuna
sé
di
sciato
testimonianza, qualch’altra ha
emendato il peccato di presunzione e sta pagando il debito di
credulità. Quella lista è bene sia
presente agli occhi dei molisani
e soprattutto nella loro mente in
prossimità, di qui a 14 mesi, dal
compiere altri cinque passi,
questa volta per finire nel baratro verso cui ci stanno conducendo i cinque passi richiesti ed
ottenuti alle urne nel febbraio
2013. La storia non fa inganni.
Il Molise di tutti s’è trasformato
nel Molise di pochi, che sulla
povertà altrui stanno accrescendo la ricchezza propria. Il
Molise a misura d’uomo e le
istituzioni amiche sono svaniti
nella nebbia della inconcludenza, della falsità elevata a
dettato, peggio, a comportamento. Il Molise che s’è detto
capace di difendere i beni comuni si ritrova spogliato, denudato, depredato, e solo in
e x tremis, grazie all’autorevolezza
e alla determinazione del magistrato Enzo Di Giacomo, pare
abbia salvato la Corte d’Appello, piegato a dismisura dagli
egoismi e dalla lottizzazione
del potere, con il PD nella parte
del leone e i satelliti a mendicare le briciole. Alla spalle, il
Molise, si ritrova un debito
pubblico ancora maggiore di
quello ereditato, una tassazione
sconfinata nella intollerabilità,
migliaia di lavoratori in cassa
integrazione, in mobilità, e i
giovani in balia del destino,
l’industria in disarmo e le imprese edili incollate alla speranza di vedersi pagate almeno
i lavori della ricostruzione
post/terremoto se solo questo governo
fosse almeno capace di utilizzare l’organizzazione di chi
l’ha preceduto. Quei cinque
passi richiesti ed ottenuti alle
urne ormai sono incerti, pesanti, si trascinano sotto il peso
del fallimento e a nulla valgono
le dosi ricostituenti di una
nuova ulteriore immaginazione
di futuro fondata sulle aree di
crisi industriale complessa e
non complessa, sul Patto per il
Molise, sui fondi strutturali europei: risorse riposte nel borsone del capo, che verranno
fuori a tempo debito, nel corso
di quest’anno e in prossimità
delle prossime elezioni regionali, per alimentare promesse di
finanziamento e richieste di
voto. L’accrocco politico/programmatico che ha sottoscritto
quelle righe imbevute di illusione, di retorica e di bolsaggine non ha niente che lo possa
giustificare qualora volesse ripresentarsi ad ingannare il popolo e le sue speranze.
Quell’accrocco, peraltro disgregato e contraddittorio, si porta
sulle spalle le furbizie più ingannevoli, il carico delle cliene la
tele più smaccate
flessibilità del lavoro ridotta a
disoccupazione endemica. A
cinque passi dal baratro.
Dardo
“Un bilancio regionale senza capo nè coda”
Il Consigliere del Partito Democratico
Francesco Totaro, in una nota esprime più
di qualche perplessità in merito ai contenuti del bilancio regionale 2017 di prossima approvazione dall’Assise. In
particolare, evidenzia come l’idea di politica e di futuro per il Molise necessitino
di finanziamenti specifici che interessino
il mondo del lavoro, i trasporti regionali,
la sanità, una politica agricola piu’ vicina
alle piccole realtà di settore ed un’azione
mirata nel campo delle politiche sociali,
favorendo il sostegno alla povertà.
“Sono fermamente convinto del fatto che
si possa uscire da questo momento di
crisi strutturale che interessa tutta la Regione soltanto mettendo nelle poste del
bilancio regionale risorse importanti che
servano a rilanciare il mondo del lavoro.
Risorse che devono poter essere impiegate per dare risposte ai lavoratori, e
penso a quelli dell’ormai ex Zuccherificio del Molise, a quelli della
Gam,il Korai,ai dipendenti dell’ ex Ittierre, al personale dei Centri per l’im-
Nel dibattito entra il capogruppo del Pd, Francesco Totaro che chiede modifiche
piego ed ai tanti giovani che non riescono
a trovare lavoro nella nostra regione.
Risorse che possano favorire l’inserimento lavorativo, sfruttando anche l’istituzione dell’area di crisi non complessa
del Basso Molise e quella della restante
area di crisi complessa di Venafro-Bojano. Nel bilancio della nostra Regione
non meno importanti dovranno risultare
i fondi stanziati per i trasporti e per la viabilità regionale. Sono consapevole del
fatto che la materia è complessa ma occorre, d’intesa con gli uffici preposti, stabilire le priorità da finanziare così da
assicurare alla popolazione trasporti che
siano rispondenti ai reali bisogni dei molisani insieme a strade percorribili.
Per quanto riguarda le politiche sociali
bisogna rimpinguare la voce di bilancio
già presente e riguardante il sostegno alla
povertà, inserendo un robusto aiuto economico destinato ai tanti nostri corregio-
nali
che vivono ormai nella cosiddetta soglia
di povertà. In ultimo, ribadisco per l’ennesima volta, l’importanza di rimettere
mano al riordino della sanità molisana.
Bisogna trovare le risorse per assicurare
nel basso Molise un sistema sanitario più
efficiente che sappia utilizzare gli spazi e
le strutture pubbliche presenti in modo da
ampliare l’offerta sanitaria che, con la
trasformazione del Vietri ad ospedale di
comunità e lo stesso ridimensionamento
del San Timoteo, risulta fortemente ridimensionata. Ritengo che redigere un bilancio regionale pensando di poter, in
qualche modo, sottovalutare le tre suddette istanze sia come voler lasciare irrisolti i problemi della nostra Regione.
Abbiamo urgentemente bisogno di strade
che siano percorribili, di fabbriche che
diano lavoro e ospedali che garantiscano
i livelli di assistenza alla popolazione, e
perché no, anche eccellenze tali da poter
essere punto di riferimento anche per le
regioni limitrofe. Questi, a mio avviso,
sono i punti cardine da inserire all’interno
del bilancio regionale grazie ai quali,se
verranno rispettati e portati a termine, sicuramente non farò mancare il mio apporto”.
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25 gennaio 2017
La Cgil Molise interviene sul caso della Protezione civile
L’ondata di maltempo che nei
giorni scorsi ha interessato il Molise con abbondanti nevicate e
piogge cadute su gran parte del
territorio, i conseguenti disagi che
si sono registrati in numerosi centri - in particolar modo nelle aree
interne del territorio regionale –
ancora una volta hanno messo a
nudo le carenze strutturali del Sistema Regionale di Protezione
Civile.
In più occasioni la Funzione Pubblica CGIL Molise, che rappresenta una parte consistente degli
oltre duecento vincitori del concorso espletato nel 2012 dalla ex
Agenzia di Protezione Civile
della Regione Molise, ha posto
l’accento sui rischi per il territorio
e per la pubblica e privata incolumità, causati dal progressivo
smantellamento del sistema di
Protezione Civile e dal licenziamento in tronco del personale
precario, le cui competenze e la
elevata professionalità maturate
nel corso degli anni non sono
state tenute in alcuna considerazione da parte dell’attuale governo regionale. Va ribadito che il
licenziamento in tronco di questi
lavoratori ha comportato di fatto
lo smantellamento della Protezione Civile nel territorio regionale: ossia oggi la regione Molise
in caso di calamità naturali non
ha mezzi e personale da inviare
sul territorio per far fronte alle
emergenze! Ciò è il triste dato
degli ultimi accadimenti che certificano l’assenza degli uomini e
“Maltempo e calamità
e i precari restano fuori”
dei mezzi della Protezione Civile
Molise sia nel territorio regionale
che, per solidarietà, nelle regioni
limitrofe. E’ bene che i cittadini
sappiano che in caso di qualsivoglia calamità naturale gli unici interventi oggi possibili sono
rimessi alla buona volontà delle
organizzazioni di volontariato e
all’operato di amministratori locali. Ma tali interventi comunque
mancano inevitabilmente di una
regia e di un coordinamento regionale. Cosa ancor più grave è
che ad oggi, presso la regione
Molise non vi è uno studio preventivo e coordinato diretto alla
di Angela Fusco Perrella*
Abbiamo ancora negli occhi le immagini della tragedia che ha colpito
l’Abruzzo e l’Hotel Rigopiano di Farindola, travolto da una slavina che ha
trasformato quel paradiso in un vero e
proprio inferno di neve.
“Nella speranza di trovare sotto quel
cumulo di macerie altre persone in vita
e che al momento ancora mancano all’appello, oltre a quelle già estratte nei
giorni scorsi, resta impresso in noi il
grandissimo impegno, la profonda abnegazione e la grande umanità di tutti
i soccorritori e i volontari che imperterriti, nonostante le enormi difficoltà
del caso, continuano a lavorare senza
sosta; tra questi “angeli della neve”, e
per noi è motivo di profondo orgoglio,
ci sono anche quattro unità del Soccorso Alpino del Molise.
A loro vanno i nostri più sinceri ringraziamenti per quanto stanno facendo, la professionalità, l’esperienza
e la fermezza messe a disposizione in
questo tragico evento meritano un
plauso, un riconoscimento profondo e,
soprattutto, concreto. Per queste ra-
gestione efficiente del territorio,
nonché agli interventi mirati nel
caso di calamità naturali.
Nonostante i continui silenzi e il
palese immobilismo che si è registrato da parte dei vertici della
Regione Molise, la FP CGIL Molise ha continuato in questi mesi
a tenere accesi i riflettori sulla delicata vertenza della Protezione
Civile, allo scopo di tutelare la dignità dei lavoratori che della
stessa hanno rappresentato un
vanto e perché riteniamo che il
territorio molisano, per le sue caratteristiche geomorfologiche e
per la sua sostanziale fragilità,
non
possa fare a meno di una efficiente ed efficace macchina di
pronto intervento in casi di emergenza o di calamità naturali, più
che mai frequenti. In tal senso
crediamo che continuare a fare
affidamento prevalentemente sull’apporto pur lodevole delle associazioni di volontariato, non basti
a mascherare le mancanze e le carenze evidenti della struttura regionale di Protezione Civile.
Per questo nei giorni scorsi abbiamo nuovamente sollecitato il
Presidente della Giunta Regionale del Molise ad aprire un
nuovo tavolo di confronto per
dare finalmente soluzione alla
vertenza dei precari della Protezione Civile, a partire da coloro
che per il tramite di questa Organizzazione hanno promosso ricorso davanti al Giudice del
Lavoro per il riconoscimento del
rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Parliamo di professionisti ai quali non è stato neppure
riconosciuto il diritto di svolgere
i 36 mesi di impiego frutto di una
selezione concorsuale vinta a fine
2012 e che nel corso della loro
esperienza lavorativa hanno
svolto funzioni di carattere ordi-
nario
oltre che di natura straordinaria a
seguito degli eventi sismici del
2002.
La FP CGIL Molise chiede che in
funzione della risoluzione della
vertenza dei precari della Protezione Civile, si registri il massimo sforzo da parte di tutte le
istituzioni interessate, a partire
dai sindaci del territorio, al consiglio regionale fino alla deputazione parlamentare. La nostra
Organizzazione è pronta a portare in sede di concertazione proposte progettuali concrete per
dare soluzione definitiva alla vertenza, e con la caparbietà e serietà
che ci contraddistingue anche trovare con i vostri uffici, i possibili
canali di finanziamento per la realizzazione di tali obbiettivi, come
quelli, ad esempio, presenti all’interno del Patto per il Molise per il reimpiego dei professionisti, consapevole del fatto che oggi
più che mai la vera priorità è rappresentata dall’attuazione di un
serio programma di investimenti
finalizzati alla prevenzione del rischio idrogeologico e alla messa
in sicurezza del territorio, che ribadiamo gli eventi ultimi continuano a testimoniarci.
La Regione Molise non ha ancora
una legge sul Soccorso alpino
gioni,
consapevoli da tempo dell’importanza
e del ruolo del Soccorso Alpino in una
regione geograficamente connotata
come la nostra, già nello scorso mese
di ottobre, insieme alla collega Lattanzio, prima firmataria del testo, abbiamo presentato un’apposita proposta
di legge volta a tutelare le attività rea-
lizzate e con l’intenzione precisa,
tra le altre cose, di
non
assicurare
solo la prevenzione dagli inforin
ma
tuni
particolar modo
l’efficacia del soccorso alpino e
speleologico, mettendo a disposizione di esso gli
strumenti e le risorse necessarie.
La regione Molise
difatti, pur avendo
un ampio territorio montano con zone
impervie di alta estensione, è l’unica
regione italiana a non aver ancora
provveduto alla stipulazione di accordi
con il CNSAS secondo quanto disposto dalla legge n. 74/2001 (Disposizioni per favorire l’attività svolta dal
corpo nazionale soccorso alpino e speleologico), e in quest’ottica la propo-
sta
di legge rappresenta uno strumento necessario per garantire quelle risorse
tecniche e professionali indispensabili
per un servizio adeguato.
Un intervento normativo che non si
pone solo l’obiettivo di valorizzare le
attività di soccorso e di favorire la prevenzione e la vigilanza nell’esercizio
delle attività alpinistiche, escursionistiche e speleologiche, o in analoghe
attività sportive o turistiche praticate
nell’ambiente montano, comprese
quelle di protezione civile, ritenendo
il recupero e il salvataggio di persone
infortunate o in situazioni di emergenza obiettivo di fondamentale importanza, ma anche di incentivare la
promozione e la fruizione delle zone
montane. Una proposta da discutere e
approvare il prima possibile, perchè
necessaria per garantire la sicurezza di
tutti coloro che usufruiscono della bellezza e della natura incontaminata
delle nostre montagne”.
*Consigliere regionale
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25 gennaio 2017
Nel campionario umano e politico che in questi giorni va svolgendo al Consiglio regionale, alla Commissione Bilancio, le audizioni, c’è di tutto e succede di tutto
Il presidente dell’Associazione degli
ex consiglieri regionali s’è rifiutato
di partecipare alla pantomina
Il Bilancio 2017 è di pura sopravvivenza, in cui le risorse per gli investimenti rasentano il ridicolo
Vanno in processione ad essere
ascoltati, alcuni speranzosi, la
maggior parte rassegnata, altri per
piaggeria. Ma c’è anche chi non
intende collaborare ad una rappresentazione del potere in chiave
falsamente democratica. Abbiamo appreso che il presidente
degli ex consiglieri regionali, Gaspero Di Lisa, ha declinato l’invito dopo essersi sgolato per
avere copia, quantomeno della relazione al Bilancio, senza risposta. Andare per andare non gli è
parso dignitoso né utile all’Associazione che presiede e alla Regione che lo avrebbe voluto
“audire” . In genere si “audiscono” coloro infornati di ciò che
fa parte dell’audizione. Nel caso
di Di Lisa, ma il caso vale per
molti altri casi che non vengono
alla luce, è stata evitata una sterile pantomima. Il rituale delle
audizioni preventive all’approvazione del Bilancio regionale è
stantio, una formalità e una perdita di tempo. Il Bilancio l’hanno
redatto le strutture regionali, ciascuna avendo cura di riservare
alle proprie esigenze operative
l’ossigeno per respirare. Gli amministratori eseguono le direttive
e si sottomettono all’imperativo
delle cifre che, anche per la Regione si vanno restringendo di
anno in anno, complice la riduzione delle rimesse del Governo,
delle entrate proprie e l’aumento
delle spese correnti. Il Bilancio è
di pura sopravvivenza, in cui le
risorse per gli investimenti rasentano il ridicolo. I consiglieri regionali lo sanno e di questo si
fanno scudo per giustificare
l’inerzia, l’inattività, il comprimersi degli spazi di programmazione. La giunta, invece, del
Bilancio ne fa uso marginale,
avendo ben altro campo da arare,
da seminare e raccogliere. La
giunta dispone dei milioni del riconoscimento dell’area di crisi industriale complessa, dei fondi
europei, e del Patto per il Molise.
Alle audizioni provvede Domenico Di Nunzio con affianco i
mastini della ragioneria e delle finanze. In genere si limita al benvenuto e a mettere le cose in
chiaro: “Si frigge con l’acqua”.
In riunione la Conferenza dei
Capigruppo Consiliari che ha
discusso della programmazione dei lavori dell’Assemblea,
con
specifico
riferimento ad argomenti di
rilievo tra cui l’approvazione
di leggi e provvedimenti in
relazione alla Manovra di Bilancio 2017 entro il 31 gennaio
prossimo.
A
tal
proposito, dopodomani 26
gennaio con inizio alle ore
15:30, sarà convocata una seduta straordinaria del Consi-
Per cui l’incontro si sposta su livelli personali, esperienze vissute, racconti di vita e problemi
per andare avanti. Chi, provvisto
di elementi di giudizio, avendo
avuto la ventura di aver letto
qualcosa del Bilancio o surrettiziamente informato, ci prova a
chiedere di essere ascoltato e
messo a verbale sapendo benissimo che quel Bilancio stilato e
all’esame del partenariato socioeconomico, amministrativo e politico, non verrà modificato di una
virgola. Gli appunti, se presi in
considerazione, potranno avere
effetti magari nel corso dell’anno,
in occasione delle variazioni degli
stanziamenti e dei favori da fare.
La figura più compromessa in
questa sorta di rappresentazione
del “vorrei ma non posso” è
quella dei sindaci. Piatiscono, si
lamentano, alcuni protestano, altri
velatamente minacciano di non
essere disposti ancora a sopportare per quieto vivere e per solidarietà di partito e/o di coalizione
di fare la figura del fesso. Nel
campionario umano e politico che
in questi giorni va svolgendo al
Consiglio regionale, alla Commissione Bilancio, le audizioni
c’è di tutto. Abbiamo letto il verbale della seduta del 19 gennaio
nel corso della quale sono stati
ascoltati i sindaci di Tufara, Bagnoli del Trigno e Petrella Tifernina.
Nella mani dello
sceneggiatore di Checco Zalone,
quel resoconto sarebbe una traccia entusiasmante per trasferire
sullo schermo la varietà delle situazioni, i personaggi, le richieste
e i dinieghi. L’incipit lo ha fornito
il consigliere (ex Pd) Michele Petraroia presente alla seduta del 19,
riassumendo il contenuto e le
conclusioni. “Lo Stato arretra
dalle aree interne ed è sempre più
difficile gestire le attività amministrative ordinarie con i tagli assestati ai trasferimenti nazionali
che si sommano al blocco delle
assunzioni, alla soppressione
delle Comunità Montane, allo
svuotamento di funzioni delle
Province e ai mancati ristorni,
rimborsi e saldi regionali per lavori pubblici eseguiti e in attesa
di completamento.
Le strade comunali e interpoderali abbandonate, i servizi essenziali accantonati, il blocco delle
borse lavoro, i contenziosi a carico dei bilanci locali per le scelte
della Regione, i problemi dell’emergenza neve, gli smottamenti, gli allagamenti, le frane, il
dissesto idrogeologico”.
E i sindaci? “Doppiamente esposti sia nei confronti dei problemi
concreti dei propri cittadini che
del rischio di trovarsi sul banco
degli accusati, se qualcosa non
funziona, essendo l’ultimo anello
della catena istituzionale”. Dimenticavamo. Zalone ha già
provveduto a servirsi del Molise
… per far ridere.
Dardo
Mille euro per ogni consigliere regionale
da destinare al Centro Italia
glio Regionale per esaminare
e approvare alcuni dei documenti economico-finanziari:
il Bilancio di previsione pluriennale del Consiglio, il Documento di Economia e
Finanza regionale DEFR,
Legge di Stabilita?, Bilancio
pluriennale
della
Regione, proposti dall’Esecutivo.
Nella medesima data resta
programmata la convocazione
dell’Assise per le ore 10:30,
con all’ordine del giorno gli
argomenti rinvenienti dalla
precedente seduta del 17 gennaio.
Su proposta del Presidente
Cotugno, la Conferenza dei
Capigruppo ha anche deciso
che i vari Consiglieri devol-
veranno una somma
di 1000 euro ciascuno sul conto corrente dedicato dalla
Conferenza dei Presidenti dei Consigli
Regionali per il sostegno alle aree del
centro Italia interessate dal terremoto.
6
TAaglio
lto
25 gennaio 2017
Duro affondo dei consiglieri regionali del Movimento Cinque Stelle del Molise
“Scuole sicure, persi i fondi
Ecco di chi sono le colpe”
“Dopo quasi un anno dalla nostra
richiesta sul mezzo milione di
euro perso per rendere più sicure
le scuole molisane, la Regione ci
ha risposto scaricando la colpa sui
Comuni e ammettendo che i fondi
persi sono pari a circa un milione.
Dalle carte emerge che per le annualità 2012-2013 il Municipio di
Riccia del sindaco e segretario
Pd, Micaela Fanelli, ha presentato
in ritardo la documentazione necessaria, mentre per il 2014 nessun Comune ha risposto al bando
per il finanziamento Miur. Nessuna risposta per le altre annualità”. Lo scrive, in una nota, il
gruppo regionale del Movimento
Cinque Stelle del Molise.
“Sì, il Molise si è preso il lusso di
dire no a finanziamenti da centinaia di migliaia di euro per mettere in sicurezza le proprie scuole.
Ciò, almeno, è quanto si evince
dalla risposta della Regione a una
interrogazione del Movimento 5
Stelle Molise datata febbraio
2016. Gli uffici regionali ci hanno
risposto dopo 11 mesi, scaricando
le responsabilità sui Comuni. Ma
andiamo con ordine.
Un anno fa, controllando le carte,
scopriamo che la Regione aveva
perso i 565 mila 903 euro e 80
centesimi stanziati con apposito
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per la sicurezza
dei plessi scolastici. Certo, si
tratta di briciole rispetto alle esigenze di una Regione in cui le
scuole antisismiche sono una su
cinque e la metà delle strutture risale a prima degli anni ‘60. Purtroppo la Regione non fa in
tempo ad inviare il piano di interventi sulle strutture a rischio sismico, previsto dalla legge e
indispensabile per accedere ai
fondi. Da qui parte la nostra interrogazione in Consiglio regionale.
Dopo quasi un anno (!) è arrivata
la risposta firmata dal governatore Paolo di Laura Frattura, una
replica non solo ingiustificatamente tardiva, dato che l’Agenzia
della Protezione civile aveva predisposto e inviato alla Giunta la
documentazione per il nostro atto
già il 22 febbraio 2016, ma anche
incompleta. Nell’interrogazione,
tra le altre cose, chiedevamo
l’ammontare delle somme di cui
la Regione Molise ha beneficiato
o avrebbe potuto beneficiare dal
2003 ad oggi. La risposta invece
fornisce numeri solo dal 2008 al
2014. Quindi siamo costretti ad
attenerci a quelli, non senza il sospetto legittimo che, anche negli
anni precedenti, qualcosa non sia
andato per il verso giusto.
Per l’annualità 2008 il Molise riceve 282.951, 90 euro, ma come
si legge nella risposta, a causa del
terremoto dell’Aquila (aprile
2009), “quasi tutte le Regioni non
furono in grado di presentare la
proposta di intervento”. Tuttavia,
la quota assegnata anche se non
utilizzata fu sommata alla quota
spettante per l’annualità 2011.
Per l’annualità 2009, invece, il
Molise riceve 284.945, 61 euro
per un intervento sulla scuola elementare di contrada Largo Zullo a
Baranello. Parentesi: il finanziamento è datato 2010 ma, dopo 7
anni, l’intervento è definito ancora “in fase di completamento”.
P r o s e g u i a m o .
Annualità 2010, in Molise arrivano 282.951, 90 euro per l’intervento sulla scuola materna di via
Leopardi a Campobasso. L’intervento è stato completato ma la
scuola è chiusa da mesi.
Per il 2011, il governo ci mette a
disposizione 422.903, 80 euro per
intervenire sul Liceo Classico Fascitelli di Isernia. Anche in que-
sto caso l’intervento è definito
“completato” ma il liceo ancora
non viene riaperto.
E veniamo alle annualità 2012 e
2013. Arrivano 565.903, 60 euro
e “si valuta – leggiamo – l’ipotesi
di inserire nel programma regionale di interventi (…) la proposta
di intervento sull’auditorium facente parte del complesso della
scuola media” di Riccia. Per accedere ai fondi i Comuni hanno a
disposizione 90 giorni a partire
dalla pubblicazione del decreto
sulla Gazzetta ufficiale. Il termine
ultimo quindi è il 14 gennaio
2015. Peccato che, sempre secondo la relazione sui fondi concessi per l’adeguamento sismico
degli edifici scolastici inviataci, il
Comune del sindaco Fanelli invia
la richiesta il 26 gennaio, quindi
12 giorni dopo la scadenza. Nonostante questo, l’iter prosegue. Il
29 gennaio viene chiesto il parere
dell’Ufficio Scolastico Regionale; il 26 febbraio arriva il parere
del dirigente scolastico locale e il
2 marzo quello del dirigente dell’ufficio scolastico regionale. Il 4
marzo, come da prassi, l’Agenzia
regionale di Protezione civile propone ufficialmente al Dipartimento nazionale l’intervento alla
scuola di Riccia. Ma, come
spiega anche l’Agenzia regionale,
“già la proposta del Comune di
Riccia è pervenuta oltre i tempi
previsti”. Ma, allora, perché non
interrompere subito il procedimento? Mistero.
E arriviamo all’annualità 2014. Il
finanziamento al Molise stavolta
ammonta a 420 mila euro. Il 1 ottobre 2015 la Regione gira la segnalazione
delle
somme
disponibili al servizio regionale di
Edilizia Pubblica che solo il 21
ottobre comunica la disponibilità
di queste somme all’Agenzia di
Protezione civile, delegata alla ricerca dei soggetti interessati. Il 4
novembre l’Agenzia di Protezione Civile invita i Comuni a
presentare le proposte di intervento entro il 13 novembre, dunque dando loro solo nove giorni
di tempo. Ma alla scadenza, si
legge, “nessuna manifestazione di
interesse è pervenuta”. Niente,
nessun Comune pervenuto. In
una Regione ad altissimo rischio
sismico, in un periodo di perdurante crisi economica e fondi agli
enti locali somministrati col conta
gocce, i Comuni dicono di no ai
fondi dello Stato e le strutture regionali si rimpallano documenti
perdendo tempo prezioso. Questo, almeno - chiudono i consiglieri regionale Cinque Stelle - è
quanto si legge nella risposta alla
nostra interrogazione”.
Caro Nagni, ve ne infischiate dei pendolari?
Spina: “Piano spiaggia, balneatori dimenticati”
Caro assessore Nagni,
Che dire? Che le beffe non finiscono mai. Come può notare dalla risposta di Trenitalia al mio reclamo, per il ripristino dell’ascensore della stazione di Campobasso bisogna attendere fino a febbraio (due mesi!) e che per avere una parvenza
di videosorveglianza in un sottopassaggio vandalizzato ed insicuro si va a marzo,
dopo che si era parlato di settembre 2016. La mia domanda è: qual è il suo ruolo
in tutto questo? Ha mostrato sufficiente indignazione nei tavoli di confronto con
l’ente, così come lo avrebbe fatto un cittadino comune, che deve limitarsi ad utilizzare il modulo di reclamo? A proposito di quest’ultimo, invito i cittadini a
farne uso e a non limitarsi a parlarne solo fra sé, perché non serve a nulla.
Di parole sulla salute del nostro sistema ferroviario ne sono state spese troppe e,
glielo dico senza alcun pregiudizio, mi indigna l’assoluto nulla di fatto a quattro
anni dal suo insediamento. Consapevole del disastro che ha ereditato dall’amministrazione precedente, non giustifico tuttavia la mancanza di avanzamento nel
processo migliorativo, neanche alla lontana.
Una viaggiatrice che ha atteso invano
Mariacarmela Mastrantuono
Apprendiamo che c’è stata la presentazione del Piano Spiaggia del Comune di Petacciato, alla presenza del Presidente della Regione Molise, Paolo Di Laura Frattura e dell’assessore regionale al demanio, Pierpaolo Nagni. Un momento importante che ha visto l’assenza delle associazioni di
categoria dei balneatori molisani, nemmeno come invitati all’incontro.” Così il presidente di Confcommercio Molise, Paolo Spina e del presidente del SIB Confcommercio Molise, Domenico Venditti commentano la presentazione del documento. “Il Comune di Petacciato – dichiara Domenico
Venditti - è stato il primo dei quattro comuni molisani interessati alla redazione del Piano Spiaggia,
con l’approvazione avvenuta nello scorso anno, per il quale abbiamo registrato il mancato confronto
con gli operatori che, tra le molte difficoltà, svolgono con le loro attività sul litorale molisano un
ruolo determinante per il turismo costiero. “Appare assurdo – conferma il presidente Paolo Spina
– che su un tema così importante per il turismo molisano sia considerato non necessario o superfluo
l’intervento dell’organizzazione di categoria più rappresentativa del settore, qual è la Confcommercio Molise. Auspichiamo un confronto e siamo pronti a fornire la nostra collaborazione alle Istituzioni sui Piani Spiaggia dei Comuni di Termoli, Campomarino e Montenero di Bisaccia,
attualmente in itinere. La nostra non vuole essere una nota polemica, ma registriamo un dato di
fatto inequivocabile, ovvero il nostro mancato coinvolgimento sull’approvazione del Piano Spiaggia di Petacciato”.