Puglia Piano ospedaliero di nuovo bocciato da

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Puglia. Piano ospedaliero di nuovo bocciato
da Commissione Sanità. Emiliano: “Esigenze
localistiche non possono cambiare legge
nazionale”
Il piano ha ottenuto 5 voti favorevoli e 6 contrari, tra cui quello di Paolo
Campo, consigliere dello stesso partito del presidente, che dichiara: “Ho
votato contro il provvedimento, ma non è in discussione la lealtà verso
Emiliano”. Il presidente della Commissione, Pino Romano, ha annunciato le
dimissioni.
Ancora un no della Commissione sanità al Piano di riordino ospedaliero della Regione Puglia. La
delibera relativa al riordino ospedaliero e della rete emergenza urgenza, modificata rispetto al testo che
aveva già ricevuto un esito negativo, non ha superato l’esame in Commissione sanità.
Sei i voti contrari, tra i quali quelli di Cosimo Borraccino (SI) e Paolo Campo (Pd), oltre a i quattro
commissari di opposizione Mario Conca e Marco Galante (M5S), Nino Marmo (FI) e Luigi
Manca (Cor).
La delibera ha ottenuto i cinque voti favorevoli dei commissari di maggioranza.
All’esito della votazione il presidente della Commissione sanità, Pino Romano, ha annunciato le
dimissioni, come riferisce una nota del Consiglio Regionale.
Non sono bastate, dunque, le rassicurazioni del neo direttore generale del Dipartimento Salute della
Regione Giancarlo Ruscitti (che ha preso da poco il posto di Giovanni Gorgoni) a convincere i
commissari sul piano ospedaliero. “Ruscitti ha fatto una presentazione di ampio respiro partendo dal
Piano operativo, per arrivare ai Livelli essenziali di assistenza (LEA) recentemente aggiornati, agli atti
aziendali da approvare da parte da ciascun direttore generale con l’imprimatur dello stesso
Dipartimento Salute e con l’impegno dello stesso Ruscitti a incontrare Direttore generali delle aziende
sanitarie e sindaci per possibili aggiustamenti in progress”, riferisce la nota consigliare. Ma tutto questo
non è stato sufficiente.
Dopo gli interventi di ben 14 consiglieri di maggioranza e opposizione (Marmo, Zullo, Borracino, Perrini,
Ventola, Gatta, Galante, Conca, Manca, Damascelli, Pentassuglia, Campo, Pendinelli e Pellegrino) in
cui sono stati posti diversi rilievi circa il rischio concreto di accentuare le disomogeneità nell’assistenza
sanitaria tra le varie province, le perplessità di diversi commissari sono rimaste: oltre a quelle già note
di Cosimo Borracino che ha presentato diversi emendamenti, si sono aggiunte quelle di Paolo Campo
(PD). Le due defezioni nella maggioranza hanno avuto buon gioco nel determinare, con le opposizioni,
il voto finale contrario al provvedimento e le conseguenti dimissioni del presidente della III commissione
Pino Romano.
Per il presidente della Giunta, Michele Emiliano, è stata “la protesta contro il piano di riordino da
parte del Sindaco di Manfredonia” a indurre “il consigliere regionale della città a votare in
Commissione contro il suddetto piano. Entrambi chiedevano che le strutture complesse (in pratica
l'esistenza dei primariati) fossero rese compatibili con gli ospedali di base, in modo da poter istituire in
futuro nuove strutture di tal tipo”.
“Purtroppo – prosegue Emiliano nella nota - la legge nazionale, non il piano di riordino, non consente
per il futuro agli ospedali di base di istituire nuove strutture complesse, ma al massimo di semplici o
dipartimentali assegnate a primari aventi sede in diverse città. Tuttavia, è stato spiegato in
commissione dal dott. Ruscitti, è possibile lasciar sopravvivere le strutture complesse esistenti (anche
se l’ospedale è di base) a seguito dell’adozione dell’atto aziendale che opera una ricognizione del
fabbisogno decretando la necessità del permanere delle strutture complesse. Questa disponibilità a
precisare il piano di riordino anche mediante l’atto aziendale è stata verbalizzata in commissione”.
Per Emiliano “è dunque incomprensibile la decisione del consigliere Campo di votare, solo per questa
ragione, contro un provvedimento di ben più vasta portata e importanza. Tale voto del consigliere
Campo non cambierà nulla del piano di riordino. Le esigenze localistiche, pur apprezzabili, non
possono cambiare una legge nazionale che il nostro piano di riordino deve rispettare”.
Campo difende la propria scelta, confermando però la “lealtà” vero Emiliano. “Ho espresso il mio
voto contrario al regolamento di attuazione del Piano di riordino ospedaliero in piena coscienza ed a
tutela della funzione degli ospedali di base”, spiega su Facebook.
“E' la prima volta in 25 anni di attività istituzionale che voto in modo difforme dal gruppo a cui
appartengo e l'ho fatto con grande rammarico, ancor più considerando che proprio il mio voto contrario
ha determinato il parere negativo della Commissione. Francamente, però – spiega il consigliere -, non
ho avuto alternative di fronte al rischio che nei 12 ospedali di base pugliesi, compreso quello di
Manfredonia, non si possano istituire o mantenere le strutture organizzative complesse. Una norma
introdotta nell'ultima versione del regolamento che contrasta con la normativa nazionale, da ultimo il
decreto ministeriale 70, e determina il pratico venir meno della funzione stessa di questi presìdi di
salute. A mio parere, invece – argomenta Campo -, gli ospedali di base devono essere dotati di almeno
4 strutture - chirurgia generale, medicina generale, ortopedia e pronto soccorso - salvo riconoscerne
ulteriori utili al bacino di riferimento”.
Ma, aggiunge Campo, “dopo aver spiegato i miei ragionevoli rilievi al direttore generale del
dipartimento, presente in Commissione al posto del presidente Emiliano a Roma per importanti impegni
istituzionali, e nonostante le sollecitazioni del presidente della Commissione Pino Romano, ho ottenuto
solo che "laddove esistenti" le strutture complesse potranno continuare ad operare. L'ambiguità della
norma non mi ha consentito di ritenere superato il merito della questione sollevata, di ordine generale e
non campanilistica, e per tale ragione ho espresso il voto contrario”.
Il consigliere del Pd conclude ribandendo che “la mia opposizione è stata sul merito del provvedimento,
anche se non mi sfugge il suo significato politico. Per cui ritengo necessario confermare esplicitamente
la mia lealtà al presidente Michele Emiliano, con il quale avrò modo di chiarirmi a brevissimo, e alla
maggioranza di cui sono parte. Ed invito il presidente della Commissione, che ha condotto con
equilibrio e sagacia il confronto, a recedere dall'intento annunciato di presentare le dimissioni”.
Cosimo Borraccino in una lunga nota ha spiegato: “La seconda bocciatura del Piano di riordino
ospedaliero è un dato politico molto forte di cui il presidente Emiliano deve tener assolutamente conto
in futuro. Hanno votato contro oltre al sottoscritto, i due consiglieri del Movimento 5 Stelle, un
consigliere di Forza Italia, un consigliere dei CoR, e un consigliere del PD, Paolo Campo. Il presidente
della III Commissione, Giuseppe Romano, si è dimesso. Ci siamo presentati con ben 16 proposte
emendative per cercare di risolvere almeno le criticità macroscopiche, sollecitate a viva voce in primis
dai cittadini e poi dagli operatori del settore, dalle associazioni di categoria, dai sindacati”.
“Il nostro voto - prosegue Borraccino - si è confermato contrario, innanzitutto per la decisione di
chiudere 8 ospedali in tutta la regione. Per la scelta di adottare un rapporto tra posti letto per ogni mille
abitanti (2,75 PL/1000ab.) di gran lunga inferiore rispetto a quanto previsto dal DM 70/2015,
3,00PL/1000ab. Si rinunciava quindi senza nessuna logica, senza alcuna sensibilità, ad oltre 1000
posti letto in totale in tutta la Puglia. Tutto ciò a danno soprattutto delle province di Taranto, Brindisi e
Lecce, territori carichi di criticità ma che presentano anche un richiamo turistico rilevante per la nostra
regione e di cui dobbiamo andare fieri. Ma tutto ciò va assolutamente considerato nel momento in cui
si pianifica la gestione della sanità territoriale : da amministratori regionali non possiamo dimenticare
che questi territori stagionalmente si trovano a ospitare bacini di utenze elevati o che risultano già
gravati da altre drammatiche situazioni ambientali oltre ad essere punti hotspot per migranti. È
dunque assolutamente sbagliato che tali territori si fossero ritrovati con un rapporto posti letto/ 1000
abitanti pari a 2,56 e dunque ancora maggiormente al di sotto di quanto previsto dal DM 70/2015".
"Avevamo inoltre proposto - continua il consigliere - di lasciare invariata la Neurochirurgia del "Di
Venere" di Bari, il Presidio Ospedaliero di Molfetta, i reparti funzionanti dell’Ospedale di Triggiano e di
quello di Casarano, senza dimenticare il nostro ribadito no alla chiusura degli Ospedali di Grottaglie e di
quello di Trani. Inoltre una cosi drastica chiusura di molti reparti e presidi risultava a mio parere ancora
prematura, data la mancanza della predisposizione di una rete di servizi sostitutivi, per non parlare
della prevista costruzione ex novo di nosocomi come il San Cataldo di Taranto ormai attesa da anni!
Tutto ciò era ed è stato evidentemente ritenuto fondamentale assieme alle altre criticità : stiamo
parlando della salute dei bambini pugliesi, della donne pugliesi, degli uomini pugliesi! Abbiamo ragione
quando diciamo che è più appropriato intervenire sulla Sanità privata che dovrebbe funzionare più con
le proprie risorse e non con quelle pubbliche. Quando parliamo di contrastare la mobilità passiva, che
pesa sul bilancio per ben 250 milioni di euro. La nostra regione è ricca di eccellenze che sarebbero
ancora più efficienti se venissero supportate anche minimamente!".
Per Borraccino "a questo punto è necessario un confronto serio all’interno della maggioranza
nell’interesse dei pugliesi che attendono una seria programmazione sanitaria. Il grosso movimento di
base della popolazione pugliese ha trovato una giusta rispondenza all'interno della Commissione
Sanità, adesso al presidente/ assessore Michele Emiliano il compito di ricomporre la frattura tra la
politica e la comunità pugliese. Sinistra italiana ha mantenuto coerentemente le cose dette da
settembre scorso, da quando bocciamo per la prima volta il Piano in Commissione. Non rinunciamo a
lottare per una Sanità migliore".
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