Abstract - Cafagna Editore

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Cosa resta della scuola
dello scrivere
Adolfo Scotto di Luzio
Nelle pratiche dell’alfabetizzazione popolare, a lungo, leggere e scrivere
sono andati disgiunti. A scrivere si imparava, come è noto, ad un’età
avanzata ed era un compito precipuo di una scuola ben organizzata.
Questa semplice constatazione storica comporta alcune conseguenze che vale la pena mettere in rilievo. Il carattere fortemente selettivo
dell’apprendimento della scrittura innanzitutto (si imparava a scrivere
quando l’infanzia breve dei bambini di antico regime era terminata da
un pezzo e per molti era già cominciata quella condizione di fatica che
ne avrebbe segnato il destino per tutta la durata della vita); il carattere
diacritico della scrittura rispetto alla strutturazione di percorsi formalizzati di apprendimento (alfabetizzazione popolare e scolarizzazione per
molto tempo non coincidono e si poteva imparare a leggere, nei limiti
estremamente variabili che definiscono il significato di questa attività,
fuori dalla scuola e senza dover andare a scuola, non così per la scrittura); il carattere normativo dell’apprendimento della scrittura (nella
tradizione italiana apprendere a scrivere ha significato essere messi a
confronto con le richieste e con le implicazioni dell’imponente opera
di codificazione e di grammaticalizzazione della lingua intrapresa a partire dal xvi secolo; di qui anche la lunga disputa sulla composizione, il
famigerato tema d’italiano e la tensione, veramente strutturante della
storia scolastica italiana, tra esigenze comunicative e richieste estetiche
dell’apprendimento della scrittura).
Come è facile constatare, tutte le conseguenze sopra elencate si organizzano in funzione dell’ultima e fanno di una dinamica di portata
europea un processo tipicamente italiano. La centralità che assume nella
formazione dell’Italia moderna il problema della grammatica fornisce,
infatti, alla questione scolastica tratti precipui e ribadisce, con tutte le
conseguenze del caso, il grande discrimine tra alto e basso che dà forma
Quaderni di didattica della scrittura 26, 2-2016