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Transcript settimanale - Regione Piemonte

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ilcorsivo
I macigni
del terzo
valico
di Andrea Vignoli
Sono anni che sul tema di
terzo valico si confrontano
due opposti schieramenti.
Chi dice che non s'ha da
fare, senza se e senza ma,
e chi dice che si può fare
perché porterà un qualche
benessere al nostro territorio.
Tra gli argomenti di chi si
è opposto il disastro ambientale, la presenza di
amianto nelle rocce di scavo, la possibile infiltrazione di interessi malavitosi
negli appalti . Tra gli argomenti di chi si è schierato
a favore, le ricadute occupazionali dei lavori sul territorio. Speranze di lavoro
che erano anche nel cuore
di moltissimi disoccupati
locali.
In questi giorni di inizio
anno, ci sono eventi che
pesano come macigni in
questa discussione.
Sulla possibile infiltrazione di interessi malavitosi,
è successo e lo dimostrano
gli arresti dei vertici del
Cociv. Sull'amianto, l'intercettazione choc del vicepresidente di Cociv Ettore
Pagani che tranquillizzava
un interlocutore preoccupato del ritrovamento della fibra killer con un terrificante «Tanto la malattia
arriva fra trent’anni...» la
dice lunga sulla serietà
con cui si stava affrontando il problema.
L'ultimo macigno, enorme,
è il licenziamento dei lavoratori della Cementir di
Arquata. Per fare una galleria lunga 37 chilometri
serve una quantità enorme
di cemento. A poche centinaia di metri da cantiere
c'è uno storico cementificio che lo produce. Cosa
volere di più? Ovvio pensare che per la Cementir e i
suoi lavoratori non si presentino anni di difficoltà.
Invece, accade l'esatto
contrario.
Come parlare ancora delle
benefiche ricadute occupazionali del terzo valico,
quando non si riesce a salvare neppure un cementificio che è sul posto?
Ad oggi, le tristi previsioni
degli oppositori si stanno
avverando puntualmente,
mentre le speranze dei favorevoli sono pienamente
disilluse.
“L'avevi creduto davvero o
l'avevi soltanto sperato col
cuore?” cantava De Gregori 20 anni fa. Chissà?
settimanale
valliscriviaborberalemme
Giovedì 26 gennaio 2017 · N. 3 · Anno 55 - euro 1,00 Poste Italiane s.p.a. - spedizione in abb. postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art.1, comma 1, DCB/AL - Edizioni SIC s.r.l. - Novi Ligure · Iscr. al Registro
Stampa Tribunale Alessandria al n. 149 del 27/8/1963 · ISSN 2499-1899 · Direttore Resp.: Andrea Vignoli
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CONTIENE I.P.
LOTTA DURA
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Sono in sciopero da più di
una settimana e in presidio
permanente all'interno della fabbrica i lavoratori dello stabilimento Cementir di
Arquata Scrivia. Al freddo
perché l'azienda ha spento
il riscaldamento, ma confortati dal tepore delle stufette messe a disposizione
dall'amministrazione comunale e soprattutto dai gesti
di solidarietà ricevuti da cittadini e istituzioni.
Nei giorni scorsi una delegazione di parlamentari,
consiglieri regionali e amministratori pubblici si sono recati presso lo stabilimento per portare la loro
solidarietà ai lavoratori in
lotta per il loro posto di lavoro e per confrontarsi
con loro sulle possibili soluzioni.
Le risposte potrebbero arrivare oggi, giovedì 26 gennaio, da un nuovo incontro
in prefettura tra azienda e
sindacati. Davanti al prefetto Romilda Tafuri, le due
parti dovranno dialogare e
trovare un punto d'incontro
dopo le promesse durate
mesi e l'ultimo atto che invece si è consumato una
settimana fa con l'invio delle 23 lettere di licenziamento.
PAGINA 12
L’INCHIESTA
TERZO VALICO
IL LUTTO
Velo ok:
sono
tutti finti?
Comune
si costituisca
parte civile
Addio
a Walter
Delfini
PAGINA 4
PAGINE 8-9
Addio a Piero Bovone
Portò il rugby a Novi
VAL LEMME
Migranti,
ma quanti
sono?
PAGINA 7
PAGINA 12
«Ha passato la palla troppo presto». Dicono così i rugbisti quando uno di
di loro se ne va prima del tempo. E davvero prima del tempo se n’è andato Piero Bovone, 59 anni, morto dopo quasi sette mesi di sofferenze.
Bovone – 59 anni, impiegato presso la filiale Intesa San Paolo di Novi Ligure, fondatore ed ex presidente della società sportiva Rugby Novi – all’inizio del mese di giugno dello scorso anno era rimasto vittima di un
grave incidente domestico, cadendo da una scala mentre cercava di cogliere alcune ciliegie dall’albero del suo giardino, in via Cavallotti. Piero
Bovone fu il primo a portare la palla ovale a Novi, raccogliendo intorno a
sé un gruppo di liceali che divenne poi il nucleo storico del Rugby Novi.
Da lì partì l’avventura sportiva che da oltre trent’anni porta i colori del rugby novese in giro per l’Italia. «Un uomo timido e schivo, ma pronto ad aiutare chiunque di noi ne avesse bisogno – lo ricordano i compagni di allora
– Un signore vero che in campo si trasformava in un guerriero».
I funerali si svolgeranno questa mattina alle 10.30 nella chiesa S. Antonio
a Novi.
MEMORIA
POZZOLO
NOVESE
Lettera
a un prof
‘negazionista’
Multe
agli
ambulanti
Levis
“mata”
il luserna
PAGINE 2-3
PAGINA 12
PAGINA 23
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