STATI UNITI: C`È IL VERO ITALIANO AL SUPERMARKET – di

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STATI UNITI: C'È IL VERO ITALIANO AL SUPERMARKET – di Roberto Zanni
MIAMI\ aise\ - "Stanno arrivando i primi successi nella battaglia contro i falsi. Nel 2016 sono state 196 le aziende che hanno
esportato negli USA, in percentuale il +56%. Grandi catene di supermercati, a cominciare dal gigante della vendita al dettaglio
Walmart, stanno aprendo le porte all'autentico, certificato Made in Italy". Dalle pagine di Gente d’Italia, quotidiano diretto a
Montevideo da Mimmo Porpiglia, l’inviato negli Usa Roberto Zanni annuncia che "è solo l'inizio perchè il prossimo obiettivo è il
Midwest, soprattutto Michigan e Missouri, dove si prevede di aggiungere altre 520 rivendite". Di seguito il testo integrale
dell’articolo, pubblicato oggi dal giornale."In un mondo alimentare, quello USA, dove l'imitazione dell'italiano è una pratica
consolidata e che frutta miliardi di dollari ogni anno, ecco che, grazie anche alle politiche messe in mostra dal governo italiano,
forse stiamo assistendo alla prima vera, autentica, inversione di tendenza. Lo specchio della spesa è il supermercato, è lì che si
va, per comodità e per fretta, specialmente in un mondo a stelle e strisce che tra una cosa e un'altra non si ferma mai. E, vuoi
per ignoranza, nel senso di non conoscenza, oppure per pigrizia o per risparmiare, se si legge "mazzarella" (sì, con la a)
oppure parmisan, il consumatore medio non si sofferma troppo, crede, pensa, oppure spera di acquistare qualcosa di italiano.
Invece è solo l'italian sounding, quel suono che poi dentro al prodotto non ha davvero nulla di tricolore.Però le cose stanno
cambiando, piano, ma in maniera profonda. E c'è un dato soprattutto che lo conferma: paragonato ai dati del 2015, l'anno che
si è appena concluso, ha fatto registrare un +18% negli Stati Uniti per quello che riguarda l'acquisto di autentici prodotti, cibo e
bevande, italiane. Non più le noiose e pessime imitazioni, ma il Made in Italy vero, certificato. Un valore, quello del Made in Italy
gastronomico venduto negli States che è cresciuto di 24,1 milioni di dollari. Ma la popolarità di un prodotto, o di un genere di
prodotti, è data, alla fine da chi li vende. Ecco allora i "colpi" fatti registrare dagli italiani: accordi con grandi catene di
distribuzione alimentare, quei supermercati che "decidono" alla fine cosa va sulle tavole degli americani. Così HEB, Mariano's,
Wakefern, Price Chopper, catene sparse negli States, hanno raggiunto intese per mettere sui propri scaffali l'autentico cibo
italiano. E si tratta di gruppi che stazionano tutti tra i primi 20 venditori al dettaglio degli interi USA. Ma è solo l'inizio: infatti
attualmente sono 196 le aziende italiane che esportano nel settore agroalimentare negli Stati Uniti, si tratta di un incremento del
+56% e nei supermarket i nuovi prodotti italiani hanno toccato quota 818, anche qui un incremento notevole, +36%. Il logo di
"The Extraordinary Italian Taste", l'iniziativa dell'ICE e del Ministero dello Sviluppo Economico, l'anno scorso è stato visto in 841
rivendite al dettaglio, tutti supermercati, dalla costa Est fino all'Illinois e al Texas. Ma questo è solo l'inizio perchè i progetti
parlano di un "assalto" al Midwest, soprattutto Michigan e Missouri, già pronto a partire e che dovrebbe aggiungere altri 520
rivendite. E tra i "super" che già hanno il "real italian", l'autentico italiano, c'è anche la più grande catena al mondo, Walmart, sui
cui scaffali si possono già trovare e acquistare formaggi, pasta, vini. Sono i risultati, finalmente si può dire, di una politica partita
quando l'attuale ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, era ancora vice, quando un paio di anni fa ha lanciato la
sua scommessa. E grazie a un forte investimento economico, orientato in buona parte sugli Stati Uniti, la patria della "patacche
alimentari", c'è stata, si sta verificando, la tanto agognata inversione di tendenza. Calenda, creando anche "ITA", braccio
operativo con budget finanziario, è riuscito a portare avanti il progetto di "italianizzazione" se non subito delle tavole, almeno dei
supermercati più grandi degli Stati Uniti. Decisivo poi è stato l'intervento e l'opera di Michele Scannavini, presidente dell'ICE,
l'agenzia che si occupa dell'export. Scannavini, milanese, laureato alla Bocconi in Economia, è un ex manager passato
attraverso grandi aziende come Ferrari e Coty, leader mondiale nel campo dei profumi. E se il 2016 è stato altamente positivo,
il lavoro è solo all'inizio, perchè la montagna da scalare è altissima. "Nel 2017 - ha infatti ribadito Scannavini – continueremo
con la promozione dei prodotti agricoli, così come altri settori del Made in Italy, dalla moda alla gioielleria, con sempre maggior
intensità. In collaborazione con le diverse organizzazioni coinvolte, svilupperemo ulteriori progetti per il design degli interni, la
tecnologia e il settore vinicolo".Uno sforzo che continua ad avvalersi di un budget finanziario che, solo per gli Stati Uniti, sarà di
50 milioni di euro, al fine di rendere più visibili, dagli scaffali in giù, tutti i prodotti veri italiani. La battaglia al falso continua e si
stanno ottenendo anche le prime vittorie". (aise)