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TRIMESTRALE DELL’UNIONE
APOSTOLICA DEL CLERO
ANNO XXXII
UNIONE APOSTOLICA DEL CLERO
FEDERAZIONE ITALIANA
Spedizione in aabbonamento postale Regime libero 70% Poste di Roma Aut. Trib. di Padova n. 828 del 20/05/1984
4 2016
“GRAZIE FRANCESCO”
Speciale Assemblea Generale 2016
Editoriale
SOMMARIO
EDITORIALE
✠ S. E. Mons. Luigi Mansi
LETTERA DEL PRESIDENTE
1
✠ S. E. Mons. Luigi Mansi 3
SPECIALE ASSEMBLEA GENERALE 5
TRIMESTRALE DELL’UNIONE APOSTOLICA
DEL CLERO ANNO XXXII
N. 4 OTTOBRE - DICEMBRE 2016
TRIMESTRALE DELL’UNIONE
APOSTOLICA DEL CLERO
ANNO XXXII
4 2016
UNIONE APOSTOLICA DEL CLERO
FEDERAZIONE ITALIANA
Spedizione in aabbonamento postale Regime libero 70% Poste di Roma Aut. Trib. di Padova n. 828 del 20/05/1984
Ancora e sempre: Spiritualità Diocesana
“GRAZIE FRANCESCO”
Speciale Assemblea Generale 2016
UDIENZA SANTO PADRE 18
Spedizione in abbonamento postale
Regime libero 70%
Poste di Roma
Aut. Trib. di Padova n. 828 del 20/05/1984
MAGISTERO E MINISTERO ORDINATO
Un cuore aperto capace di realizzare
Gian Paolo Cassano
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DIACONATO PERMANENTE
Roberto Massimo Caporedattore: Albino Sanna
29
Direttore responsabile: Gino Brunello
31
Redazione: Luigi Mansi, Albino Sanna, Nino
Carta, Stefano Rosati, Ninè Valdini, Massimo
Goni
ESPERIENZE DI ANIMAZIONE
Un gruppo di amici preti
Progetto grafico e impaginazione:
Tau Editrice Srl – www.taueditrice.com
LO STUDIO (1)
La liturgia luogo privilegiato
della spiritualita’ diocesana
don Vittorio Peri
32
LO STUDIO (2)
UNIONE APOSTOLICA DEL CLERO
FEDERAZIONE ITALIANA
Il ministro ordinato servo
della misericordia: il volto materno
di Dio e della Chiesa
Via Teodoro Valfrè, 11/9 - 00165 Roma
Tel/Fax 06/39367106
[email protected]
www.uac-italia.it
don Nunzio Valdini 35
VITA ASSOCIATIVA
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GUTERBERG, IL LIBRO AMICO
Gian Paolo Cassano
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AGENDA 46
Copertina: Il nostro Presidente S. E. Mons. Luigi Mansi saluta e ringrazia Papa Francesco (al centro); il nuovo Consiglio saluta il Papa (dall’alto a sinistra): don Stefano Rosati,
Mons. Alberto d’Urso, don Luigino Scarponi, don Ninè Valdini, don Nino Carta, Mons. Albino Sanna.
II
Ottobre/Dicembre 2016
Direttore: Luigi Mansi
C.C.P. 47453006
IBAN: IT 74 I 0200805180 000001339751
presso Unicredit Agenzia Roma 1 Pio XI.
Quote annuali:
- ordinario
e 25,00
con la rivista Presbyteri e 65,00
- sostenitore
e 35,00
con la rivista Presbyteri e 75,00
- benemerito
e 50,00
con la rivista Presbyteri e 85,00
Finito di stampare nel mese di dicembre 2016
per conto di Tau Editrice Srl
EDITORIALE
ANCORA E SEMPRE:
SPIRITUALITÀ DIOCESANA
S. E. Mons. Luigi Mansi
Vescovo di Andria
Presidente Nazionale UAC
O
gni Assemblea è come un ritorno alle proprie radici e così è stato,
per la nostra UAC celebrare la recente Assemblea triennale per il
rinnovo delle cariche associative. Infatti i Direttori dei Circoli Diocesani in buon numero si sono ritrovati, insieme a diversi soci, a Sassone,
alle porte di Roma, nei giorni 21-22 e 23 novembre. Tutto è andato per il
meglio, clima fraterno, direi festoso, da far venire in mente a tutti le belle
espressioni del Salmo: «Come è bello e gioioso che i fratelli siano insieme».
Ancora una volta l’Uac ha proclamato e proclama il suo desiderio di
non darsi programmi e percorsi propri, ma di volersi mettere, laddove
ogni circolo si trova ad operare, a pieno e completo servizio della pastorale della propria Chiesa particolare. Lo scopo della nostra Associazione,
lo ribadiamo ancora una volta è solo e semplicemente questo: Aiutare
i suoi membri a servire sempre con immutato affetto ed entusiasmo la
propria chiesa, con spirito di sposi, di pastori, di ministri dedicati al servizio del Popolo santo di Dio.
L’amore grande dei Ministri ordinati associati all’UAC non può essere
altro che questo: La propria Chiesa, con la sua gente, la sua storia, i suoi
santi, le belle figure sacerdotali che ne hanno segnato il cammino, il suo
vescovo, le sue perle di santità e le sue ombre di umanità. Sappiamo che
la Chiesa universale e nessuna chiesa particolare è perfetta, ma noi siaOttobre/Dicembre 2016
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Editoriale
mo decisi più che mai ad amarla sempre di più, senza pretendere nulla
da nessuno, ma desiderando dare il massimo di noi stessi perché essa
sia santa, come la vuole il suo Signore e, diciamoci pure, come la vuole
il mondo.
Perciò, ancora e sempre: SPIRITUALITÀ DIOCESANA!
E buon triennio 2017-2020 a tutti i confratelli: Vescovi, preti e diaconi
dell’UAC.♦
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Ottobre/Dicembre 2016
LETTERA
DEL PRESIDENTE
Carissimi Confratelli,
eccoci a questo appuntamento del dialogo del presidente con tutti i
soci dell’UAC. Appena qualche giorno fa’ il voto quasi unanime dell’Assemblea ha voluto riconfermarmi come Presidente della nostra Associazione. Mi sento onorato di tanta e diffusa fiducia, per la quale ringrazio
vivamente tutti, e ovviamente mi sento stimolato a donarmi con rinnovato amore e slancio al suo servizio, sperando, come amo sempre dire, di
“non fare troppi danni”.
Ma intanto penso che sia bene dedicare questa lettera a raccontare i
lavori dell’Assemblea a tutti i soci che non hanno avuto la possibilità di
parteciparvi.
Nel primo pomeriggio del 21 novembre 2016 i partecipanti sono arrivati alla spicciolata e per le 16.00 eravamo quasi al completo per cominciare. Come presidente uscente ho tenuto un primo intervento con
il quale ho cercato di collocare l’Assemblea nel cammino triennale che
con questo anno si chiude, pronti a ripartire poi con il nuovo triennio.
Il tema era così delineato: “Pastori di una chiesa per il mondo”. Tutta
la nostra attenzione, dicevo, si deve concentrare su quel “per”. Siamo
ministri ordinati non per noi, per soddisfare le nostre aspirazioni, giuste
o sbagliate che siano, per inseguire sogni o segreti desideri di carriera o
di raggiungere posti in vista. Le anime - come si diceva una volta - sono
tutte uguali, sia che dimorino in avveniristiche città o in sperduti paesi
di montagna. E tutte sono amate alla stessa maniera, cioè totalmente, dal
padrone della messe, per tutte egli ha dato la vita.
Siamo ministri ordinati per servire il mondo. E si tratta di questo
mondo che oggi ci circonda, nel quale il Signore ci ha posti. Senza fughe
nostalgiche verso un mondo che ormai non c’è più, ma anche senza farci
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Lettera del Presidente
prendere dal panico per le difficoltà dell’ora presente. Anche per i nostri
tempi il Signore è vivo ed operante nella sua Chiesa. Ma in tema di servizio, ci siamo detti ancora una volta che vogliamo esser consapevoli che
il servo, proprio perché è tale, non si sceglie il servizio, attende indicazioni per fare ciò che gli vien chiesto. E facendo questo trova la pace, la
felicità.
Il secondo giorno nella mattinata ci siamo dedicati ad ascoltare una
relazione a due voci proprio sul tema suindicato. Ci hanno accompagnato due voci di grande valore: Il Direttore di Avvenire, il dott. Marco Tarquinio, e la professoressa Pina De Simone, che col marito Franco Miano,
ex presidente dell’Azione Cattolica, ha partecipato ai due sinodi sulla
famiglia. Nel dettaglio, nelle pagine che seguono troverete una ampia
relazione su questa mattinata di studio, a firma di don Stefano Rosati,
che ha moderato la discussione.
Sono quindi iniziate nel primo pomeriggio le operazioni elettorali con
la relazione associativa del sottoscritto. Poi si è insediato il seggio, affidato alla presidenza di Mons. Franco Costa e al servizio di tre giovani
confratelli come segretario e scrutatori. Tutti hanno svolto egregiamente il loro servizio. Questi gli eletti: Vice-presidenti: per l’area nord don
Massimo Goni, per l’area centro don Nino Carta e per l’area sud don Nunzio Valdini; come Consiglieri: don Stefano Rosati per l’area Nord; don
Luigino Scarponi per l’area Centro e don Alberto d’Urso per l’area Sud.
La giornata si è chiusa con un concerto di musica sacra offerta dal
Coro “Vox et Anima” proveniente da Andria, la mia diocesi. Ci hanno offerto un momento di vero godimento spirituale.
Il mercoledì siamo stati in Vaticano per l’udienza del Santo Padre. Penso che per il giubileo tanti di noi hanno fatto di recente una esperienza di
questo tipo, ma vi assicuro ogni volta si rinnova una gioia incredibile. Ho
potuto salutare personalmente il Papa e gli ho detto che i preti dell’UAC
vogliono bene al Papa, accolgono con gioia il suo magistero e pregano
sempre per lui. Papa Francesco ha mostrato di gradire tanto quanto gli
dicevo. Poi ha salutato personalmente i membri del nuovo Consiglio.
Cari confratelli, mentre ringrazio ancora per la fiducia accordatami,
concludo questa lettera con gli auguri per questo anno che da poco è
iniziato.
Un abbraccio e una benedizione a tutti con grande affetto! Vostro
✠ S. E. Mons. Luigi Mansi,
Presidente Nazionale UAC -Vescovo di Andria
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Ottobre/Dicembre 2016
Speciale Assemblea Generale
RELAZIONE
DEL PRESIDENTE USCENTE
A CONCLUSIONE DEL TRIENNIO
DI VITA ASSOCIATIVA 2013-2016
SASSONE (RM) - 22 NOVEMBRE 2016
S. E. Mons. Luigi Mansi
Carissimi Confratelli,
il nostro Statuto prevede che l’Assemblea elettiva triennale inizi con la
relazione del Presidente uscente. Mi accingo, perciò, a presentare quello
che è accaduto in questo triennio trascorso, dal 2013 al 2016.
Nel novembre 2013 ad Assisi è iniziata la mia presidenza. Nel primo
anno son rimasto a svolgere il mio ufficio di Padre Spirituale nel Pontificio Seminario Regionale Pugliese di Molfetta. Appena terminato l’anno scolastico mi sono trasferito a Roma per essere stabilmente presente
nella nostra sede in via Teodoro Valfré.
Appena eletto ho desiderato prendere contatto con le varie espressioni locali della nostra Associazione e così ho visitato diversi Cenacoli sia
diocesani che regionali, nella mia regione, la Puglia, come anche la Sardegna, la Sicilia, l’Emilia Romagna, le Marche, la Campania...Ho potuto
rilevare che certamente i numeri della nostra Associazione si sono notevolmente contratti, rispetti ai tempi passati, il nostro Segretario, a riguardo, ci dirà qualcosa di più preciso, ma ho trovato dovunque dei gruppi di Confratelli più che mai motivati a portare avanti questa esperienza
di fraternità sacerdotale, col desiderio di far crescere in tutti i soci, ma in
definitiva a beneficio dei nostri presbiteri, il senso di appartenenza alla
Chiesa Diocesana e il senso del servizio ad essa come primo valore fonOttobre/Dicembre 2016
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Speciale Assemblea Generale
damentale del ministero ordinato. Ho visto anche come in genere tanti
vescovi siano attenti alla nostra realtà e in vario modo la sostengono.
Un segno di grande attenzione da parte della CEI è stato l’invito rivolto
alla mia persona, in qualità di presidente UAC, quando ancora non ero
vescovo, a partecipare all’assemblea generale che trattava appunto dei
problemi relativi alla situazione del Clero. Come anche un altro segno
dell’attenzione della CEI e della fiducia che essa ripone nella nostra azione a favore del clero italiano, è stata la costante erogazione, ogni anno,
di un sostanzioso contributo a favore delle nostre attività. Contributo
che si rivela per noi quanto mai prezioso, visto il calo del numero delle
iscrizioni che ha provocato un calo delle entrate e quindi delle risorse
disponibili.
In questo triennio, poi, il Consiglio Nazionale, spesso allargato ai delegati regionali, si è regolarmente riunito secondo quanto stabilito dallo
Statuto, quattro volte l’anno. Tali riunioni si sono tenute a Roma e qualche volta anche in sedi decentrate, come una volta in Sardegna, un’altra
in Sicilia, un’altra ancora a Faenza, un’altra in Puglia.
Il cammino tematico svolto in questo triennio ha visto la nostra Associazione riflettere, sia nei convegni annuali, sia sulle pagine della nostra
rivista, su questa frase programmatica: PASTORI DI UNA CHIESA NEL
MONDO, COL MONDO, PER IL MONDO.
Questo itinerario programmatico lo abbiamo scandito, come ben sapete, in tre tappe, così indicate:
1. Nel mondo. Abbiamo cioè, attraverso il Convegno avvenuto proprio due anni fa’ qui a Sassone, dato attenzione al principio della presenza della Chiesa nel mondo, una chiesa che è “dentro” la realtà degli
uomini e delle donne del nostro tempo. In quel momento si era da poco
concluso il Sinodo straordinario sulle tematiche relative alla famiglia e
testimone privilegiato del sinodo venne a parlarci Mons. Solmi, Vescovo
di Parma, come pure venne a tenerci una interessante lezione sulla pastorale familiare Don Angelo Panzetta, docente di morale nonché Preside della Facoltà Teologica Pugliese;
2. Col mondo. L’anno scorso abbiamo dedicato il nostro convegno
al tema della compagnia che i ministri ordinati esercitano nei confronti
degli uomini di questo tempo. Son venuti a parlarci Mons. Galantino,
Segretario generale della CEI e il Direttore Nazione della Caritas don
Francesco Soddu. Il tema è stato poi illustrato attraverso i racconti della
tavola rotonda: “Storie di condivisione e di compagnia nella Chiesa diocesana”.
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Ottobre/Dicembre 2016
Relazione del Presidente
3. Per il mondo. Ed è il nostro convegno di quest’anno, che stiamo celebrando. Gli interventi tematici sono ridotti, perché ci sono le operazioni elettive che prendono il loro spazio. Questa mattina abbiamo ascoltato un discorso a due voci, entrambi autorevoli. Quella della Professoressa
Pina De Simone, Docente di filosofia, che col marito Franco Miano, ex
presidente nazionale dell’Azione Cattolica, è stata presente come invitata ai due sinodi sulla famiglia e quella del Direttore di Avvenire il dott.
Marco Tarquinio, anch’egli per il servizio che svolge attraverso il quotidiano Avvenire è certamente una voce interessante da ascoltare. Naturalmente a entrambi il più vivo grazie della nostra associazione per aver
accolto il nostro invito.
Non vorrei dilungarmi a parlare di me, ma mi tocca raccontare quello
che mi riguarda e che inevitabilmente riguarda anche la nostra famiglia
dell’UAC. Come sapete a fine del gennaio scorso sono stato raggiunto
dalla nomina a Vescovo di Andria, in Puglia. Sono stato ordinato il 12
marzo nella cattedrale di Cerignola, la mia diocesi di origine, e ho iniziato il mio ministero episcopale il 3 aprile, domenica in Albis. Per inciso,
voglio approfittare di questo spazio per dire il mio commosso grazie ai
membri del Consiglio che mi sono stati vicini e a tanti confratelli nostri
soci che in vario modo mi sono stati vicini in quei giorni. Tutto questo
è stato certamente motivo di orgoglio e di onore per l’intera UAC. Ma,
al di là dell’onore che ha investito la nostra associazione, mi ha portato
subito a interrogarmi se fosse opportuno che continuassi nell’ufficio di
presidente o se non fosse più giusto passare la mano, visto che c’era ancora un anno intero da far scorrere per completare il mandato affidatomi.
Non ho voluto decidere da solo, ho convocato un Consiglio straordinario, allargato ai delegati regionali, che si è tenuto a Roma il 3 maggio
per discutere della questione. Aperta la riunione sono uscito per lasciare
piena libertà di discussione ai presenti. Dopo ampia discussione sono
rientrato in Consiglio e sono stato informato del fatto che i Consiglieri,
all’unanimità hanno espresso il desiderio che continuassi nell’ufficio di
Presidente dell’Associazione, magari con un più intenso impegno di collaborazione da parte del Consiglio stesso e del Segretario, soprattutto
per quel che riguarda la redazione della rivista “UAC Notizie”.
Preso atto di questo desiderio, tenendo conto che la nostra associazione, che pur si chiama Unione Apostolica del Clero, non è pensata per
essere di soli preti, ma di Ministri Ordinati, nella accezione più completa
e cioè Vescovi, Preti e Diaconi, e preso atto che non ci sono norme statutario che lo impediscano, ho accettato di portare a termine il mio manda-
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Speciale Assemblea Generale
to triennale, almeno fino alla sua scadenza naturale. Questa Assemblea
deciderà in piena autonomia sul dopo.
- Centro Studi. Il Centro Studi si è regolarmente riunito due volte
l’anno, ad eccezione di questo ultimo anno in corso, a causa della mia
nomina episcopale che mi ha causato un notevole nuovo impegno nel
disporre del mio tempo. Ma è stato di grande e valido sostegno per delineare il disegno tematico che abbiamo portato avanti nel triennio che si
sta concludendo ed anche in quello che si sta per aprire. Solo in questo
ultimo anno, a causa degli avvenimenti che mi hanno riguardato siamo
riusciti a fare una sola riunione. Speriamo di poter recuperare in avvenire.
Per quanto riguarda il servizio del presidente esso si è espletato,
come in parte è stato detto, in vari modi:
- la Presidenza delle riunioni della presidenza e del Consiglio;
- la guida di ritiri mensili ai presbitèri di diverse diocesi;
- la predicazione di esercizi spirituali per Ministri Ordinati presso Case
di spiritualità o a presbitèri diocesani, come è avvenuto ultimamente per
i presbiteri di Parma, Teramo, San Benedetto del Tronto.
- visita ai seminari teologici e incontri con i seminaristi. Sono stati visitati i seminari di Palermo, Cagliari, Bologna, Regionale e propedeutica,
Ancona, Molfetta, Parma. Il Presidente ha inoltre tenuto una lezione ai
seminaristi teologi di vari seminari d’Italia sui temi del Sovvenire, in cui
ampi e articolati sono stati i riferimenti alla spiritualità diocesana.
- la partecipazione alla redazione e la preparazione di vari articoli della rivista PRESBYTERI.
A proposito di quest’ultima, ricordo che la Rivista è preparata da una
Redazione nella quale confluiscono varie componenti. C’è innanzitutto la componente dei Padri Venturini, poi ci sono i Padri Gesuiti, poi ci
siamo noi dell’UAC e siamo presenti con diverse figure: il sottoscritto
Presidente, don Stefano Rosati e don Alberto D’Urso, del Consiglio, don
Fernando Bellelli di Modena. C’è poi la presenza di alcuni presbiteri diocesani. In questi ultimi tempi per impegni sopraggiunti si è fatta molto diradata la presenza di don Pino Zito di Taranto. Tenendo conto che
Mons. D’Urso ha chiesto di lasciare, essendo oberato da altri impegni, si
rende necessario che almeno un nuovo presbitero proveniente dall’UAC
si inserisca nella redazione.
Alle nostre pubblicazioni ho voluto aggiungere il libretto “PASTORI
DI UNA CHIESA IN USCITA”, Meditazioni per Ministri Ordinati sui passi
della Evangelii Gaudium di Papa Francesco. È andato a ruba e un vescovo mio confratello mi ha chiesto di poterlo ristampare per farne dono a
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Ottobre/Dicembre 2016
Relazione del Presidente
tutti i suoi preti. In segreteria sono disponibili ancora un po’ di copie.
È chiaro che noi ci poniamo nel solco di una fedeltà gioiosa e creativa
al magistero pastorale di Papa Francesco, non potrebbe essere in alcun
modo diversamente.
A proposito del Segretario Mons. Albino Sanna, vorrei dire che l’UAC
è davvero grata a lui per il servizio puntuale e preciso che egli svolge
a servizio della nostra Associazione. Egli assicura una presenza stabile
in sede nel tempo delle iscrizioni (gennaio/febbraio/marzo e novembre).
Negli altri tempi, pur stando nella sua Diocesi, in Sardegna si rende presente periodicamente in sede per alcuni giorni al mese. In ogni caso, attraverso la gestione computerizzata, segue anche puntualmente da casa
tutta la vita della segreteria. Anche la linea telefonica, dopo i primi squilli, è dirottata alla sua linea personale. Per cui dovunque si trovi è sempre
in grado di rispondere e interagire.
Una parola di gratitudine va detta anche all’Ufficio CEI che si occupa
del sostegno economico alla Chiesa. Un segno concreto sono le cartelline
che tutti avete e la quarta pagina di copertina che puntualmente sulla
nostra rivista pubblicizza i temi del Sovvenire. Anche questo Ufficio ci
sostiene con un contributo annuale per le nostre attività.
L’UAC italiana coltiva, ovviamente, buoni rapporti con l’UAC internazionale e il suo Presidente don Giuseppe Magrin si mostra sempre attento alle nostre cose. Nei Convegni annuali non è mai mancata la sua attiva
e stimolante presenza. Anche quest’anno è con noi per questi giorni di
Assemblea e lo ringraziamo per questo. Noi a nostra volta non facciamo
mancare il contributo annuale all’UAC internazionale.
Buoni e cordiali sono i rapporti con la FACI, anche se talvolta ho costatato che qua e là viene un po’ confusa con la nostra associazione. La
FACI, rispetto alla nostra vocazione specifica - che è quella di far crescere
la spiritualità diocesana - è invece una associazione che affianca i presbiteri con una preziosa consulenza che riguarda soprattutto questioni di
carattere più amministrativo, legale e gestionale. A testimonianza di ciò
posso dire che nel periodo in cui sono stato residente a Roma spesso ci
siamo trovati a pranzare insieme con i responsabili nazionali della FACI.
Concludendo questa relazione vorrei semplicemente dire a tutti un
caldo e affettuoso grazie per la fiducia accordatami e per la pazienza
avuta davanti ai miei limiti. Per quel che mi riguarda io rimetto il mio
mandato nelle mani di questa Assemblea elettiva, pronto ad accogliere
serenamente quanto essa in piena autonomia deciderà.
Grazie!
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Speciale Assemblea Generale
ASSEMBLEA GENERALE UAC
ISTITUTO MADONNA DEL CARMELO
21 - 23 NOVEMBRE 2016
SASSONE – CIAMPINO RM
L’Assemblea generale elettiva dell’UAC si è tenuta nell’Istituto Madonna del Carmelo a Sassone-Ciampino RM il 21 – 23 novembre 2016.
Il tema di riflessione: “Ministri Ordinati di una Chiesa «per» il mondo”
si colloca a conclusione di quello triennale: 1. “Ministri Ordinati di una
Chiesa «nel» mondo. 2. “Ministri d Ordinati di una Chiesa «col» mondo”.
3. “Ministri Ordinati di una Chiesa «per» il mondo.
21 NOVEMBRE 2016
L’Assemblea, alla quale partecipano 47 convegnisti provenienti da
tutte le parti d’Italia dei quali 16 Direttori diocesani, 4 Responsabili Regionali, oltre i 9 componenti il Consiglio nazionale e gli altri tra soci e
amici, inizia alle ore 16.00 con la preghiera dell’Ora media e quindi la
presentazione del cammino triennale da parte del Presidente nazionale
S.E. Mons. Luigi Mansi che nello stesso intervento saluta i presenti e comunica i tempi e gli orari dell’Assemblea.
Alle ore 18.00 interviene il Responsabile di “Sovvenire” il dott. Gasseri che parla dell’importanza e della organizzazione di questo strumento
economico e pastorale allo stesso tempo della Chiesa italiana.
Alle 19.00 si concelebra l’Eucaristia con i vespri, presieduta dal Presidente S.E. Mons. Luigi Mansi.
Nel dopo cena si svolge un interessante momento di fraternità nel
quale ogni convegnista si presenta e manifesta una propria riflessione
sul suo servizio, le difficoltà e i propositi per il futuro. L’incontro è vissuto in uno spirito di fraternità e di ascolto vicendevole nello stile del
“cenacolo”. Prende la parola anche il Presidente internazionale don Giuseppe Magrin.
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Speciale Assemblea Generale
22 NOVEMBRE 2016
La giornata si prevede molto intensa. Si inizia con la concelebrazione
dell’Eucaristia e le Lodi.
Alle 9.30 si tiene la relazione a due voci sulla tematica dell’Assemblea “Ministri Ordinati di una Chiesa <<per>> il mondo. I relatori sono
due persone prestigiose: la dott.ssa Pina de Simone, docente di Filosofia
all’Università di Roma e il Dott. Marco Tarquinio, Direttore di Avvenire.
Modera gli interventi don Stefano Rosati, uno dei vice Presidenti. I relatori non deludono le attese e i convegnisti intervengono ripetutamente
nel dialogo interessante e profondo. (Si rimanda alla riflessione di sintesi
da parte del vice Presidente don Stefano Rosati).
Nel dopo pranzo il Presidente nazionale svolge la sua Relazione triennale alla quale segue una serie di interventi che mettono in evidenza il
momento positivo dell’UAC, soprattutto in alcune Regioni (vedi il Trend
presentato dal segretario don Albino Sanna).
Dopo una breve pausa le Aree si incontrano per definire i candidati alle elezioni del rinnovo degli organi associativi. Subito dopo viene
costituito il seggio elettorale del quale è Presidente don Franco Costa
di Padova, segretario don Angelo Castrovilli di Andria e scrutatori don
Giommaria Canu e don Giovanni Cossu di Nuoro.
Il segretario nazionale don Albino Sanna dirige la regolarità degli
aventi diritto al voto e delle deleghe.
Le votazioni avvengono con normalità e serenità. Dopo la lettura del Verbale da parte del Presidente don Franco Costa vengono proclamati gli eletti:
Presidente nazionale S. E. Mons. Luigi Mansi;
Vice presidenti nazionali:
Area Nord: don Massimo Goni
Area Centro: don Nino Carta
Area Sud: don Ninè Valdini
Consiglieri nazionali
Area Nord: don Stefano Rosati
Area Centro: don Luigino Scarponi
Area Sud: don Alberto D’Urso
Segue un lungo e caloroso applauso e i complimenti agli eletti con
l’augurio di buon lavoro.
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11
Speciale Assemblea Generale
L’intensa giornata si chiude nel dopo cena con l’ascolto della Corale
“Vox et anima” di Andria. Molto bene.
23 NOVEMBRE
La mattinata del 23 novembre è stata meravigliosa, intensa, emozionante e soddisfacente per l’esperienza dell’Udienza con Papa Francesco.
Il Consiglio insieme al Presidente ha salutato personalmente il Papa.
Tutti contenti. Accogliamo la benedizione e l’incoraggiamento di Papa
Francesco.(Vedi la riflessione di don Nino Carta).
Il segretario don Albino Sanna
Il gruppo UAC in piazza S. Pietro in attesa dell’Udienza con Papa Francesco.
Don Antonio Albore e don Michele De Vincentis che hanno animato la Liturgia e il canto.
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Ottobre/Dicembre 2016
Speciale Assemblea Generale
PARTECIPANTI ASSEMBLEA UAC 2016
21 -­‐ 23 NOVEMBRE
ALBORE DON ANTONIO -­‐ ARIANO IRPINO
BALLAROTTO DIAC. OTTAVIO -­‐ TEMPIO
BEVILACQUA MONS. ANTONIO -­‐ CHIETI
BEVILACQUA ROSA -­‐ VASTO
BONINSEGNA DON GIORGIO -­‐ VERONA
BORRACCI DON VITTORIO -­‐ BARI
BORSARI MONS. FRANCO -­‐ MODENA
CAMPELLO GIUSTINA -­‐ PADOVA
CANU DON GIOMMARIA -­‐ OZIERI
CARTA DON NINO -­‐ OZIERI
COSTA MONS. FRANCO -­‐ PADOVA
CASTROVILLI DON ANGELO -­‐ ANDRIA
CHIARINELLI MONS. LORENZO
COZZOLINO DON GIORGIO -­‐ NAPOLI
CREUSO DON QUINTINO -­‐ PADOVA
D'ERCOLE MONS. VINCENZO -­‐ CERIGNOLA
DE VINCENTIS DON MICHELE -­‐ ARIANO IRPINO
D'URSO MONS. ALBERTO -­‐ BARI
FAEDDA DON PIETRO -­‐ SASSARI
FURNO DON GIANCARLO -­‐ LA SPEZIA
GONI DON MASSIMO -­‐ FAENZA
GUERRINI DON LUIGI -­‐ FAENZA
INFANTE DON PASQUALE -­‐ FOGGIA
LANFORTI DON GIANCARLO -­‐ FIRENZE
LEONARDI DON FRANCESCO -­‐ CATANIA
MAGRIN CAN. GIUSEPPE -­‐ PADOVA
MANIERO DON GIUSEPPE -­‐ PADOVA
MANSI S. E. MONS. LUIGI -­‐ ANDRIA
MASSARO DON GIANNI -­‐ ANDRIA
MELE BIAGIO -­‐ NAPOLI
PACI DON LUCIANO -­‐ S. BENEDETTO DEL TRONTO
PAOLONI DON GABRIELE -­‐ S. BENEDETTO DEL TRONTO
PESARESI DON PIO -­‐ MACERATA
PETRILLO DON CLEMENTE -­‐ AVERSA
PUATTO DON FRANCO -­‐ PADOVA
RIGONI DON ANDREA -­‐ FAENZA
ROSATI DON STEFANO -­‐ PARMA
ROSSI DON GUGLIELMO -­‐ PADOVA
ROSSI DON ROMANO -­‐ LA SPEZIA
RUGGIERO GENNY -­‐ BARI
SANNA MONS. ALBINO -­‐ NUORO SCARPONI DON LUIGINO -­‐ S. BENEDETTO DEL TRONTO
SCILEPPI DON SANTO -­‐ CEFALU'
SESSA DON SEBASTIANO -­‐ NOTO
TOMBA DON NATALE -­‐ IMOLA
TOMMASI DIAC. MAURO -­‐ AREZZO
TURATO DON SERGIO -­‐ PADOVA
VALDINI DON NINE' -­‐ CALTAGIRONE
WOLCZYNSKL DON PAWEL -­‐ PARMA
DIRETTORE
DIRETTORE
REGIONALE
AMICA
DIRETTORE
SOCIO
REGIONALE
AMICA
DIRETTORE
VICE PRESIDENTE
CENTRO STUDI
SOCIO
CENTRO STUDI
DIRETTORE
SOCIO
DIRETTORE
SOCIO
CONSIGLIERE
DIRETTORE
DIRETTORE
CONSIGLIERE
DIRETTORE
DIRETTORE
CONSIGLIERE
DIRETTORE
PRESIDENTE INTERNAZIONALE
DIRETTORE
PRESIDENTE
DIRETTORE
SOCIO
SOCIO
DIRETTORE
DIRETTORE
REGIONALE
SOCIO
SOCIO
VICE PRESIDENTE
SOCIO
SOCIO
AMICA
SEGRETARIO
RESPONSABILE REGIONALE
DIRETTORE
DIRETTORE
SOCIO
ECONOMO
REGIONALE
VICE PRESIDENTE
SOCIO
Istituto Madonna del Carmelo -­‐ SASSONE -­‐ CIAMPINO
Ottobre/Dicembre 2016
13
Speciale Assemblea Generale
ELEZIONI ORGANI COLLEGIALI
RISULTATO DELLE VOTAZIONI
22 novembre 2016
ELEZIONE
– DEL PRESIDENTE NAZIONALE
– DEI TRE VICE PRESIDENTI
– DEI TRE CONSIGLIERI
Presenti e votanti con diritto di voto: 31
Deleghe: 15
Schede totali con deleghe: 46
SPOGLIO DELLE SCHEDE
A – Elezione Presidente nazionale
Mons. Luigi Mansi
B- Elezione dei tre Vice presidenti nazionali
Schede valide: 46
Hanno riportato voti:
1. Area Nord:
don Massimo Goni
2. Area Centro
don Nino Carta
3. Area Sud
don Ninè Valdini
C- Elezione dei tre Consiglieri nazionali
1. Area Nord
don Stefano Rosati
2. Area Centro
don Luigino Scarponi
3. Area Sud
don Alberto D’Urso
Sassone – Ciampino 22 novembre 2016
Don Franco Costa - Presidente del seggio
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Ottobre/Dicembre 2016
Speciale Assemblea Generale
RELAZIONE A DUE VOCI
PASTORI “PER” IL MONDO
don Stefano M. Rosati
La relazione a due voci del giorno di mezzo, quello intero, era stata annunciata come il “piatto forte” dell’Assemblea. Ed ha mantenuto
appieno le attese! Grazie innanzitutto alla bravura dei due relatori: la
prof. Pina De Simone, docente di antropologia alla Lateranense, nonché,
col marito Franco Miano, invitata ai due recenti Sinodi sulla famiglia,
ed il dott. Marco Tarquinio, direttore del quotidiano Avvenire. Ma anche grazie alla partecipazione veramente corale di tutti i presenti, che il
moderatore non ha faticato a coinvolgere con risonanze e contributi che
soltanto il tempo ha impedito fossero davvero di tutti. E’ stato bello registrare dalla base associativa UAC una partecipazione così piena, attiva,
consapevole e fruttuosa,… quasi al modo della liturgia (cfr. SC 11).
I due relatori si sono perfettamente divisi il tema loro assegnato,
che era lo stesso dell’Assemblea: Ministri ordinati di una Chiesa “per” il
mondo, in modo che la prof. De Simone si è soffermata sullo “stile” e sugli “attori” (in primis i ministri ordinati) di una Chiesa in uscita e il dott.
Tarquinio sul mondo di oggi, colto nei suoi processi negativi ma anche
“generativi”.
Così De Simone, seguendo la linea tracciata da papa Francesco, che va
dalla Evangelii gaudium all’Amoris laetitia, ha delineato il volto di una
“Chiesa estroversa”, come il suo Signore, nello spirito autentico del Concilio “buona samaritana” e “casa dalle porte aperte”. In cui i pastori, vescovi, presbiteri e diaconi, tutti sono chiamati ad esprimere un modo di
essere, prima ancora che un modo di fare, maturando “novità” di sguardo
e di sentire” ed “una responsabilità nuova, fatta di gratitudine, di speranOttobre/Dicembre 2016
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Speciale Assemblea Generale
za e di ricerca della verità”. A questo fine a tutti gli “attori” ecclesiali è
chiesto di avere il coraggio della formazione: “siamo chiamati a formare
le coscienze, non a pretendere di sostituirle”, educando al discernimento
e alla saggezza della corresponsabilità. Ci è chiesto di non aver paura
della vita e della sua concretezza, ma di aiutare a pensare in grande. Ci
è chiesto di testimoniare la possibilità dell’insieme, tessendo trame di
comunione. Ci è chiesto di aiutare a ritrovare il desiderio del cuore, che
ci fa veramente umani e che rende più umano il mondo. Soltanto pastori
così possono essere davvero “per” il mondo.
Di quello di oggi Tarquinio è riuscito a “mettere a fuoco” criticità e
potenzialità, in un’analisi davvero lucida e puntuale, che ha suscitato
l’interesse di tutti i presenti.
Nel tempo della globalizzazione (ma i cattolici sono “universali” per
definizione!), viviamo una dittatura mediatica ed economica, che produce
una “guerra a pezzi” (Francesco), una economia che fa strage delle persone, una cultura dalle cinque “i”: indifferenza, isolamento, isterilimento,
incattivimento, impoverimento). Ecco allora che si produce un quadro
geo-politico mondiale allarmante in ciascuno dei diversi continenti e
sub-continenti, dove tuttavia sono presenti anche processi positivi, che
vanno in direzione “ostinata e contraria” (De Andrè). Sono come veri e
propri “antidoti” quelli promossi dall’azione dei pastori, quali l’ascolto, il
discernimento, l’importanza del “pensiero”, la differenza feconda…
Per “recuperare l’orgoglio umile della via cattolica” (De Simone)
e“continuare ad ascoltare la foresta che cresce” (Tarquinio, come recitava
il titolo del suo primo editoriale come direttore di Avvenire il 24/11/09).
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Ottobre/Dicembre 2016
Lo studio
Ottobre/Dicembre 2016
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Udienza Santo Padre
UAC UDIENZA PAPA
“Grazie Francesco”
È La terza volta che ho avuto la grazia di salutare personalmente Papa
Francesco (la prima concelebrando con lui a Santa Marta), ma ogni volta
l’emozione si fa sempre più profonda.
Il 23 novembre scorso poi la gioia è stata ancora più grande per esserci andato come cenacolo con tutto il nuovo consiglio nazionale dell’UAC.
È stata una emozione di vero presbiterio, una luce sempre nuova come
persone e come consiglio, ma anche come rappresentanti di tutti i soci
dell’ Unione Apostolica del Clero dell’ Italia e del mondo.
Il Papa ci ha salutato affettuosamente e abbiamo potuto constatare la
sua gioia illuminante e la sua stima per il nostro servizio ai sacerdoti. La
sua benedizione ci incoraggia a continuare anche perché tanti sacerdoti
hanno bisogno di riscoprire la bellezza di essere presbiterio.
È proprio vero: la presenza del Papa fa risuonare nell’anima la bellezza di Dio e senti in profondità che il più semplice è il più divino.
Ci siamo sentiti amati e la nostra risposta anche a nome di tutti i sacerdoti italiani è questa: “Grazie Francesco.... vogliamo in tutti i modi
essere fedeli al tuo carisma di Papa e al tuo magistero”.
Proprio con queste parole infatti lo ha salutato il nostro presidente
mons. Luigi Mansi.
In questi tempi di turbolenza...restare fedeli al Papa è la vera garanzia
di un cammino serio e fecondo. Le ideologie passano, la roccia di Pietro
rimane sempre.
Papa Francesco, come UAC ci siamo...
Don Nino Carta - Vicepresidente nazionale
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Ottobre/Dicembre 2016
Udienza Santo Padre
RIFLESSIONE SULL’INCONTRO
CON PAPA FRANCESCO
don Albino Sanna
“Il mio incontro con Papa Francesco,
avvenuto mercoledì 23 novembre 2016
nella Sala delle Udienze in Vaticano, è
stato a dir poco emozionante e coinvolgente. Il Papa lo vediamo e lo sentiamo
alla televisione o in piazza San Pietro da
lontano, ma averlo vicino, toccargli la
mano, incrociare il suo sguardo attento,
semplice, umile e sentire alcune sue parole ti fa scoprire una persona eccezionale che non si rifugia nel suo “potere”,
ma che si sente che è a totale servizio
generoso, sincero e dentro alla realtà del
nostro tempo e soprattutto delle persone che incontra. Lo senti subito come un
amico, pronto alla battuta, che ti ascolta
senza stancarsi. Il suo ingresso nella sala delle Udienze lo ha fatto in mezzo
alla gente e dopo la sua catechesi semplice e breve, ha iniziato a salutare
tutti con calma, con ordine, dando il tempo opportuno perché ciascuno potesse dirle una parola e ricevere una esortazione paterna e una benedizione.
Percorrendo l’ala dei fedeli entusiasti si vedeva che desiderava incontrare
tutti personalmente, cosa impossibile, dato il numero della gente, ma tutti lo
sentivano e lo sentiamo come se fosse lì solo per te. “Papa Francesco ha accolto e benedetto i partecipanti dell’UAC all’Udienza del 23 novembre 2016.
Ci porta nel cuore. Grazie Papa Francesco. Confermiamo la nostra preghiera
per il tuo servizio di Pastore della Chiesa e la nostra fedeltà agli impegni
presbiterali e diaconali a beneficio del Clero italiano”.
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Magistero e Ministero ordinato
UN CUORE APERTO
CAPACE DI RELAZIONARE
Gian Paolo Cassano *
Continuando ad approfondire il Magistero di Papa Francesco sul
ministero ordinato mi soffermo questa volta su due momenti: il primo
quest’estate in Polonia, alla GMG, il secondo sabato 10 dicembre, nell’udienza tenuta alla Comunità del Pontificio Seminario Regionale Pugliese
Pio XI.
Il primo riferimento è all’incontro, nel viaggio a Cracovia (per la
Giornata Mondiale della gioventù), il 30 luglio 2016, con i presbiteri
e religiosi polacchi, durante la S.Messa nel Santuario di San Giovanni Paolo II, invitandoli ad essere sacerdoti dal cuore aperto, capaci
di uscire da sé stessi, rifuggendo dai poteri del mondo. Francesco
ha esortato gli almeno duemila presenti, a seguire l’esempio di Karol
Wojtyla, ad “aprire le porte” a Cristo per vincere la tentazione di “rimanere un po’ rinchiusi, per timore o per comodità”. Nell’omelia, Francesco
ha tracciato una sorta di profilo del buon pastore, quasi una guida. Innanzitutto si tratta di “uscire da se stessi”: occorre “compiere un esodo
dal nostro io, di perdere la vita per Lui, seguendo la via del dono di sé.
D’altra parte, Gesù non ama le strade percorse a metà, le porte lasciate
socchiuse, le vite a doppio binario. Chiede di mettersi in cammino leggeri,
di uscire rinunciando alle proprie sicurezze, saldi solo in Lui”. Ai presenti ha chiesto un “amore concreto, cioè di servizio e disponibilità (…)
dove non esistono spazi chiusi e proprietà private per i propri comodi”. Il
sacerdote sa che la casa dove abita “non gli appartiene, perché la Chiesa e il mondo sono i luoghi aperti della sua missione. Il suo tesoro è porre
Responsabile regionale Piemonte
*
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Magistero e Ministero ordinato
il Signore in mezzo alla vita, senza ricercare altro per sé”. Egli “non spreca tempo a progettare un futuro sicuro e ben retribuito, per non rischiare
di diventare isolato e cupo, rinchiuso nelle pareti anguste di un egoismo
senza speranza e senza gioia”. Per questo “non si accontenta di una vita
mediocre, ma brucia del desiderio di testimoniare e di raggiungere gli altri”. Un sacerdote così “ama rischiare ed esce, non costretto da percorsi
già tracciati, ma aperto e fedele alle rotte indicate dallo Spirito: contrario
al vivacchiare, si rallegra di evangelizzare”. Ha poi indicato due figure,
quella di San Tommaso che “ci porta più vicino a Dio, perché Dio non si
nasconde a chi lo cerca” e ci aiuta a “mettere la nostra umanità a contatto con la carne del Signore” e quella di S. Faustina Kowalska che diceva
che Gesù “è contento che gli parliamo di tutto, non si stanca delle
nostre vite che già conosce, attende la nostra condivisione”. Mettendo poi in guardia dalla “doppiezza negli atteggiamenti e nella vita” dei
consacrati, ha esortato a leggere e rileggere il Vangelo come “un libro
vivente della misericordia di Dio”. In questo compito ci aiuti la Madre
di Dio che ha “pienamente accolto la Parola di Dio nella vita” così da
“prenderci cura concretamente delle piaghe di Gesù nei nostri fratelli e
sorelle che sono nel bisogno, dei vicini come dei lontani, dell’ammalato
come del migrante, perché servendo chi soffre si onora la carne di Cristo”.
Il secondo momento è quello dell’incontro con la Comunità del
Seminario Regionale pugliese, lo scorso 10 dicembre. Ai seminaristi Francesco ha chiesto di vigilare sul rischio del narcisismo e di
non escludere nessuno, riprendendo la riflessione sul ministero dei
presbiteri, espressa già durante l’Assemblea dei vescovi italiani della scorsa primavera. Fondamentale è “l’appartenenza al Signore, alla
Chiesa e al Regno, propria del ministero del sacerdote”, che “non si improvvisa ma deve essere coltivata negli anni del Seminario.” E’ una parola che significa “sentirsi parte di un tutto”, ma occorre smettere di
“pensare che io sia il tutto della mia vita”. Ecco perché il narcisismo è
“il primo ostacolo da superare. (…) È la tentazione più pericolosa. Non
tutto inizia e finisce con me, posso e devo guardare oltre me stesso, fino ad
accorgermi della bellezza e della profondità del mistero che mi circonda,
della vita che mi supera, della fede in Dio che sostiene ogni cosa e ogni
persona, anche me”. Ora, appartenere significa anche “saper entrare in
relazione”. È questa una meta formativa che Francesco ha chiesto ai
futuri sacerdoti: “non sentitevi diversi dai vostri coetanei, non ritenete di
essere migliori degli altri giovani, imparate a stare con tutti, non abbiate
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Magistero e Ministero ordinato
paura di sporcarvi le mani. Se domani sarete preti che vivono in mezzo al
popolo santo di Dio, oggi iniziate ad essere giovani che sanno stare con
tutti, che sanno imparare qualcosa da ogni persona che incontrano, con
umiltà e intelligenza. E alla base di tutte le relazioni ci sia la relazione
con Cristo: man mano che lo conoscete, che lo ascoltate, che vi legate a
Lui nella fiducia e nell’amore, fate vostro il suo amore, mettetelo nei rapporti con gli altri, diventate ‘canali’ del suo amore attraverso la vostra
maturità relazionale”.
Il luogo in cui cresce la relazione con Cristo è poi la preghiera che
matura nella carità. Infine appartenere significa non scartare nessuno
e perdonare: “chi cresce nell’appartenenza a Cristo e scopre in Lui uno
sguardo che si rivolge a tutti, come può nel suo stile di vita essere un
uomo che esclude? Iniziate dalla vita comune che fate in seminario: c’è
qualcuno che è escluso? Che rimane ai margini? La vostra appartenenza
a Cristo vi chiede di andargli incontro, di portarlo al centro, di aiutarlo a
sentirsi anche lui parte della comunità”.
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Ottobre/Dicembre 2016
TRACCE PER I CENACOLI
INCONTRO 22
LA NOSTRA FORMAZIONE
PER LA “PASTORALE
MISSIONARIA”
IL BELLO DI INCONTRARCI
• Il tema di Oggi: i passi che ci è utile
fare per rafforzare la nostra formazione e il nostro servizio della pastorale missionaria.
RIFLETTIAMO
Gesù dichiara agli Apostoli e a noi:
«Come il Padre ha mandato me, anch’io
mando voi» (Gv 20, 21). E spiega che questa missione è perché tutto il mondo creda (cf. Gv 17, 21) e perché, così, gli uomini
abbiano vita nel suo nome (cf. Gv 20, 30).
La Chiesa universale, tutte le Chiese particolari hanno il dovere di collaborare
perché il messaggio del Signore si diffonda e arrivi fino agli estremi confini della
terra (cf. At. 1, 8), e il Corpo Mistico arrivi
alla pienezza della sua maturità in Cristo
(cf. Ef 4,13; CM 17).
La missione è, prima di tutto, compito
della Chiesa particolare, dal momento
che essa stessa è missionaria per natura
sua. Tutta la Chiesa e ogni Chiesa è inviata alle genti (cf. RMi 62). La Chiesa particolare è soggetto primario dell’evangelizzazione, in comunione con la Chiesa
universale. Le Chiese locali, di conseguenza, devono considerare l’animazione missionaria come elemento primario
nella pastorale ordinaria nelle parrocchie, associazioni e gruppi, specialmente
giovanili (cf. RMi 83).
Dentro il nostro ministero, perciò, occupa un posto molto importante la “pastorale missionaria”, che anima e forma per
la missione; porta a vivere organicamente la comunione missionaria; e promuove
la cooperazione missionaria universale
che compete alle comunità ecclesiali e
a ogni fedele cristiano. Così, la pastorale missionaria ci aiuta a “globalizzare” il
Vangelo e a far sì progressivamente che
ogni comunità cristiana sia casa e scuola
di comunione, solidarietà e missione.
Per fare in modo che i nostri fedeli e le
nostre comunità arrivino a essere missionarie, è necessario formarci e formare
molti animatori per la pastorale missionaria.
La formazione alla missione si consegue,
prima di tutto, mettendoci alla “scuola di
amore con Gesù”, in un processo ciclico
di quattro passi, che ci va configurando
come veri discepoli e missionari di Gesù:
1. “Ricevere”: catechesi missionaria,
che aiuta a conoscere la missione di
Gesù, la missione della Chiesa e la nostra stessa missione.
2.“Vivere”: spiritualità missionaria, in
modo da avere cuore, sentimenti, attitudini e opzioni realmente missionarie.
3.“Condividere” la Parola, i Sacramenti, l’amore e gli stessi doni ricevuti da
Gesù Amico, in “comunione missionaria”, “come gli Apostoli con Gesù”.
4.“Dare”: “servizi missionari”, con i
quali ci esercitiamo e ci predisponiamo alla realizzazione della nostra
missione locale e universale. Con questo riceviamo una buona formazione
pratica missionaria.
Con la luce e la forza dello Spirito Santo, organizziamo per noi e per la nostra
comunità una formazione missionaria
che:
• Sia adeguata, progressiva, sistematica
e organica.
• Tenga conto del processo evolutivo
psicologico, fisico e sociale dei fratelli.
• Promuova una formazione specificamente “missionaria” nei suoi contenuti, metodologia e prospettive, così
che ci prepari nelle sue tre aree: la teologia missionaria, la spiritualità missionaria e la metodologia missionaria.
• Realizzi una formazione “nella missione e per la missione”, portando i
cristiani ad assumere progressivamente gli impegni missionari e ad
integrarsi adeguatamente nella pastorale della propria comunità e nel
servizio missionario verso tutte le
genti del mondo.
• Aiuti a formare un presbiterio missionario e delle comunità ecclesiali missionarie.
• Integri organicamente questa formazione “missionaria” dentro la pastorale diocesana e parrocchiale.
INCONTRO 23
LA NOSTRA OBBEDIENZA
IL BELLO DI INCONTRARCI
• Il tema di oggi: L’obbedienza è una
delle virtù evangeliche che la Chiesa
ci addita come necessaria nella sequela di Lui e nel nostro ministero (cf.
PO 15a). Vogliamo intraprendere questo cammino.
RIFLETTIAMO
«L’obbedienza è la disposizione d’animo
per cui sempre i ministri ordinati sono
pronti a cercare non la soddisfazione dei
propri desideri, ma il compimento della
volontà di Dio» (cf. Gv 4,34; 5,30; 6,38;
PO 15; PDV 28), una virtù, che va unita all’umiltà e che invita a rimettere la
propria esistenza a Cristo. Ciò significa,
dunque, che non siamo padroni ma servi e amministratori dei misteri di Dio e
strumenti di Cristo per la salvezza del
mondo.
La nostra obbedienza è partecipazione
all’obbedienza totale di Cristo alla volontà del Padre. Molti brani del Vangelo
mettono in risalto quest’obbedienza di
Gesù Cristo: «Mio cibo è fare la volontà di
Colui che mi ha mandato e portare a compimento la sua opera» (Gv 4, 34); «Io non
posso fare nulla da me stesso… non cerco
la mia volontà, ma la volontà di Colui che
mi ha mandato» (Gv 5, 30, 6, 38; cf. anche Mt 26, 39; Gv 10, 18; Fil 2, 8; Eb 5, 8;
10, 7). Gesù Cristo fa solo ciò che vuole
il Padre. La sua missione, quella che ha
lasciato alla Chiesa e che siamo chiamati
a compiere in modo speciale, è di fare la
volontà del Padre. Essere discepoli e ministri di Cristo, significa quindi aderire
totalmente alla sua missione, lasciandosi
guidare dal Padre (cf. PO 15). Essere ministri vuol dire essere grandi nel servizio,
per costruire ed animare tutta la Chiesa, Corpo di Cristo (cf. Ef 4, 12-13). Con
questa umiltà e obbedienza responsabile
e volontaria i presbiteri si conformano
all’esempio di Cristo, e arrivano ad avere
in sé gli stessi sentimenti di Cristo Gesù,
il quale «annientò se stesso prendendo la
condizione di servo... fatto obbediente fino
alla morte» (Fil 2,7-8) (cf. PO 15) ed è stato esaltato in gloria e potere.
La comunione vissuta nel collegio degli
Apostoli intorno a Gesù Cristo, continua
nella collegialità dell’ordine episcopale
in unione con il Papa (cf. LG 22). L’obbedienza del vescovo alla Sede apostolica
garantisce l’unità del collegio episcopale
e della Chiesa (cf. PGr 56) e la fruttuosità
del suo ministero pastorale (cf. CIC, cann.
380-381). «Il ministero sacerdotale, dato
che è il ministero della Chiesa stessa, non
può essere realizzato se non nella comunione gerarchica di tutto il corpo. La carità pastorale esige pertanto che i presbiteri, lavorando in questa comunione, con
l’obbedienza facciano dono della propria
volontà nel servizio di Dio e dei fratelli,
ricevendo e mettendo in pratica con spirito di fede le prescrizioni e i consigli del
sommo Pontefice, del loro vescovo e degli altri superiori, e dando volentieri tutto di sé in ogni incarico che venga loro
affidato, anche se umile e povero» (PO
15; cf. DMVP 61). Pure il diacono promette obbedienza al vescovo, impegnandosi
così ad agire in coerenza come Cristo con
la volontà del Padre e con la Chiesa (cf.
DMVP, 8).
Inoltre, siamo chiamati a un’obbedienza
pastorale, cioè vissuta in un clima di co-
stante disponibilità alla missione, «vissuta senza servilismi… senza autoritarismi
e senza scelte demagogiche» (PDV 28). È
la ricerca della volontà di Dio, condotta
assieme al vescovo e al presbiterio, in un
clima d’amicizia, di libertà evangelica
fondata sull’amore, di cordialità e di verità (cf. ibidem). Un’obbedienza comunitaria, in quanto profondamente inserita
nella comunione della Chiesa locale per
favorire la comunione fraterna e la comunione pastorale, specialmente con
il vescovo e con il presbiterio diocesano. Un’obbedienza solidale che esprime
orientamenti e scelte all’interno dell’unica Chiesa locale riunita intorno al vescovo (cf. ibidem).
Nella formazione all’obbedienza ci aiuta:
• Lo studio della Parola di Dio e la lectio divina per contemplare l’esempio e
l’insegnamento di Cristo obbediente
(cf. Fil 2,8)
• L’assenso al magistero ecclesiastico
nel campo della dottrina: il Papa e i
vescovi, in comunione con lui, hanno
la missione di confermare, nella fede,
tutto il popolo.
• L’accettazione e la pratica di una certa
ascesi: abituarsi a non legarsi troppo alle proprie preferenze e idee, e ai
propri pareri; dare agli altri la possibilità di valorizzare i loro talenti e le
loro capacità intellettuali, senza rivalità, invidia o gelosia (cf. PDV 28).
• L’approfondimento dell’ecclesiologia
di comunione.
• Per vivere meglio l’obbedienza nel nostro presbiterio, ci sono utili esperienze di comunione e servizi di sostegno:
• Dare esempio di unità e di obbedienza
nel dialogo e nel rispetto dei confratelli.
• Obbedire in Cristo, per sapere come
richiedere, secondo il Vangelo, l’obbedienza altrui (cf. PDV 28).
• Fondare i rapporti sulla comunione di
carità basata sul sacramento dell’Ordine ricevuto e sull’unità del corpo
mistico di Cristo.
• Favorire il dialogo franco e rispetto-
so, arricchito di pazienza e di carità,
quando sorgono tensioni e contrasti
tra confratelli, nell’esercizio del ministero pastorale.
• Utilizzare e rafforzare le strutture di
collaborazione a livello diocesano e
parrocchiale come il consiglio presbiterale e i consigli pastorali, per metterci d’accordo in progetti concreti di
pastorale d’insieme.
CONFRONTIAMOCI:
1. Quanto l’obbedienza favorisce la nostra crescita personale e il ministero
pastorale?
2. Proponiamo alcuni passi e mezzi per
vivere meglio la nostra obbedienza.
INCONTRO 24
IL NOSTRO CELIBATO
IL BELLO DI INCONTRARCI
• Il tema di oggi: Il celibato sacerdotale
non si fonda su ragioni umane; non è
motivato neppure da ragioni di pura
disponibilità pastorale. Come comprenderlo e viverlo meglio, per un ministero pastorale fruttuoso e gioioso?
RIFLETTIAMO
Il celibato per il regno di Dio è un «dono
prezioso della grazia divina, dato dal Padre ad alcuni» (cf. PDV 29; cf. Mt 19, 11;
1Cor 7, 7). La carità pastorale è, in effetti,
rafforzata dal dono della castità nel celibato. Essa ha una motivazione religiosa:
è per il Regno.
L’impegno assunto nel celibato va oltre la
semplice rinuncia al matrimonio. Esso, in
effetti, invita a donarsi a Dio e ai fratelli,
e a condurre la comunità cristiana come
vergine unita ad un unico sposo, Cristo
(cf. PO 16; PDV 29). Si tratta della «scelta
di un amore più grande e senza divisioni
per Cristo e per la sua Chiesa, nella disponibilità piena e gioiosa del cuore per il
ministero pastorale» (PDV 50). È una forza di testimonianza profetica al mondo.
La dimensione cristologica del celibato
è decisiva. Il celibe partecipa al celibatocastità di Cristo, cioè al suo amore esclusivo per tutta l’umanità. Il celibato implica,
dunque, un’amicizia profonda con Cristo,
nella dedizione sponsale alla sua opera di
salvezza. Ora, con la verginità o il celibato
osservato per il regno dei cieli, i presbiteri
si consacrano a Dio con un nuovo ed eccelso titolo, aderiscono più facilmente a
Lui e con un cuore non diviso si dedicano
più liberamente in Lui e per Lui al servizio
di Dio e degli uomini (cf. PO 16).
C’è una dimensione ecclesiologica del
celibato. Il celibato invita ad essere segno dell’amore sponsale tra Cristo e la sua
Chiesa, ad amarla e servirla come Lui la
ama, a dedicare le nostre energie e tempo
al servizio della comunità a noi affidata.
(cf. PO 16).
Il celibato ha, pure, una dimensione antropologica. Quando è vissuto come segno di imitazione di Cristo nell’essere
e nell’agire, esso aiuta a raggiungere la
maturità umana e cristiana. Questa forma
di vita implica rinunce e sacrificio. C’è la
rinuncia al matrimonio, che richiede la
privazione del godimento di un amore coniugale. Tuttavia, le inclinazioni dell’affettività e le pulsioni dell’istinto rimangono. Occorre, quindi, entrare in un processo
permanente di maturazione dell’amore e
della propria capacità di vigilare ed essere
prudenti (cf. PDV 44).
Il celibato per il regno ha anche una dimensione escatologica, come preludio
dell’incontro finale con Cristo, in una nuova umanità (cf. PO 16). I pastori attestano
di fronte agli uomini di volersi dedicare
esclusivamente alla missione di fidanzare
i cristiani con l’unico Sposo e di presentarli a Cristo come vergine casta, evocando così quell’arcano sposalizio istituito da
Dio, che si manifesterà pienamente nel
futuro quando la Chiesa sarà eternamente
unita a Cristo suo unico sposo. (cf. PO 16).
Nel processo di formazione permanente riguardo al celibato (cf. PDV 29.50) ci
aiuta:
• scoprire il celibato come espressione di
un amore senza divisione per Cristo e
per la Chiesa, (cf. PDV 50); comprendere
i fondamenti delle opinioni contrarie;
• avere una vita spirituale forte, una
grande devozione eucaristica e mariana;
• essere realistici: il celibato vissuto
nella castità è un cammino difficile
che esige una costante maturazione
affettiva; occorre imparare ad amare
in modo maturo; educarsi all’amore
vero: passare dall’“amore captativo”
all’“amore oblativo”;
• coltivare l’amicizia vera e sincera sul
modello dei rapporti di fraternità e
di amicizia che Gesù ha avuto con gli
Apostoli ed altri suoi amici ed amiche
(cf. Gv 11, 5; PDV 44); vigilare sui segni
di possessività nella relazione, come
la gelosia e i modi inquisitori di comportarsi; tenere l’amicizia alla luce del
sole: nascondersi è morire;
• comportarsi degnamente con le donne, evitando negli incontri con loro
espressioni di tenerezza e d intimità legittime solo tra marito e moglie;
comportarsi bene con i ragazzi, che
hanno fiducia in noi; il processo formativo esige, quindi, l’autocontrollo;
• educarsi a vivere in un mondo abitato
da uomini e donne, eliminando ogni
atteggiamento di paura, d’arroganza,
di superiorità basata sul sesso, di freddezza eccessiva;
• assumere la nostra identità maschile,
per sviluppare rapporti normali con
tutti: avere una paternità spirituale
sugli uomini e donne che incontriamo;
• vivere la solitudine come luogo d’incontro con Dio;
• farsi accompagnare da un direttore
spirituale o da un amico maturo.
CONFRONTIAMOCI:
1. Quali mezzi ci hanno aiutato di più a
vivere pienamente il nostro celibato
sacerdotale?
2. Quali servizi diocesani conviene rafforzare per favorire il nostro rinnovamento e la nostra fedeltà in questo
campo?
Magistero e Ministero ordinato
IL DONO DELLA VOCAZIONE
PRESBITERALE
don Albino Sanna *
È stato promulgato il nuovo documento, nella solennità dell’Immacolata Concezione del 2016, dalla Congregazione per il clero dal titolo
“Il dono della vocazione presbiterale” sulla formazione dei presbiteri.
Il testo con la Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis aggiorna le
indicazioni del 1985 sulla formazione dei presbiteri e riprende le linee
guida dell’Esortazione apostolica del 1992 Pastores dabo vobis di Giovanni Paolo II. Questo documento – ha sottolineato il cardinale prefetto
Beniamino Stella – vuole essere uno strumento efficace per la «formazione integrale» del sacerdote. Il documento ben articolato offre un ampio
spazio alla vita del seminarista che precede l’ordinazione presbiterale. In
particolare si richiede una personalità ben strutturata ed equilibrata sia
dal punto di vista umano che psicologico. Da curare e fortificare è anche
la salute fisica con la pratica dello sport e dell’alimentazione corretta. Si
ritiene ugualmente fondamentale la capacità di vivere con serenità una
vita comunitaria, oltre la preparazione e la pratica della vita sacramentale. Ampio spazio viene dato alla centralità della dimensione affettiva dei
futuri presbiteri, alla formazione filosofica e teologica. Si tratta di preparare buoni preti aperti al mondo e capaci di «intessere relazioni personali» ma anche in grado di accettare armonicamente la «sfida del celibato».
«Per essere un buon prete – ha ribadito al momento della presentazione
il cardinale Stella – oltre ad avere superato tutti gli esami, occorre una
comprovata maturazione umana, spirituale e pastorale».
Segretario nazionale
*
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Magistero e Ministero ordinato
Di grande interesse – nel documento composto da più di 90 pagine – è
l’attenzione data alle vocazioni adulte e ai Seminari maggiori e minori
dove viene evidenziata, tra l’altro, la questione della «castità giovanile»
e all’accompagnamento nel «cammino di discernimento» da parte degli
esperti in materie psicologiche.
Un intero paragrafo si sofferma sulla questione delle «persone con
tendenze omosessuali» e conferma, citandola ampiamente, l’«istruzione
circa i criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con
tendenze omosessuali» emanata da Benedetto XVI il 4 novembre 2005.
Un richiamo, quest’ultimo, in linea con il magistero, – è la precisazione
della Ratio – dove pur nel rispetto delle storie particolari si invita a non
ammettere nei Seminari coloro «che praticano l’omosessualità» o «con
tendenze omosessuali profondamente radicate». I futuri preti sono chiamati ad amare la Chiesa nel solco della tradizione e, come direbbe papa
Francesco, ad essere «discepoli innamorati del Signore».
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Ottobre/Dicembre 2016
Diaconato permanente
DIACONATO, COSA DICI
DI TE STESSO?
Roberto Massimo *
Se è vero – come è vero – che fin dal suo ripristino il diaconato è stato
visto come fattore e come espressione del rinnovamento della Chiesa, c’è
da chiedersi se, a quasi cinquanta anni dalla sua reintroduzione, il diaconato possa aver iniziato a “concretizzare il servizio” nell’ottica ecclesiale
di rinnovamento ricordata.
Risulta quanto mai ovvio che ogni partenza porta con sé incognite e
prospettive, luci ed ombre, fatica e aspettative. Ma alla precisa domanda,
peraltro risuonata in un recente convegno locale: “Diaconato cosa dici ti
te stesso?”, noi come potremmo rispondere?
Allargando la panoramica, in realtà potremmo anche parafrasare:
Presbiterio cosa dici del diaconato? E ancora: Episcopato….. E’ chiaro
che il Magistero ha già ampiamente tratteggiato il profilo del diacono,
ma quale è la valutazione, la considerazione del suo ministero? In estrema sintesi: come ci vediamo e come siamo visti?
Direi che ci troviamo di fronte a domande estremamente ardue e complesse, che - a mio parere – ci si potrebbe porre senza necessità di dar
corso ad ulteriori studi od alla ricerca di eventuali ulteriori teorie che,
pur interessanti, potrebbero far perdere di vista la situazione e le esperienze fin qui maturate che, invece, rappresentano grande ricchezza per
il divenire.
Alla luce di queste considerazioni, quindi, mi sembra importante riproporre quanto ha detto qualcuno in quel recente incontro: “La profezia,
opera dello Spirito Santo, non è mai mancata nella Chiesa; la presenza
di santi testimoni dell’amore di Dio ha attraversato i secoli: è mancato,
Diacono
*
Ottobre/Dicembre 2016
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Diaconato permanente
caso mai, l’ascolto della profezia da parte dei sacerdoti e del popolo, preoccupati da altri interessi”.
Ecco che rivisitare (per rispondere alle domande poste) il ripristino
del diaconato vuol dire, necessariamente, ritornare alla visione di Chiesa
delineata dal Concilio, dove al diaconato fu attribuito il profilo di cammino di conversione e di rinnovamento ecclesiale. Il diaconato infatti venne concepito non come sostegno quantitativo alle istituzioni ecclesiastiche, ma come forza di grazia per rendere più profonda la comunione
ecclesiale, per ravvivare l’impegno missionario, per promuovere il senso
comunitario e lo spirito familiare del popolo di Dio.
Più recentemente con il Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze
siamo stati invitati a cogliere nel nostro modo di essere Chiesa e quindi
nell’agire pastorale, quell’aspetto di nuovo umanesimo in Cristo Gesù,
per andare incontro ad ogni uomo con lo sguardo della comprensione,
della misericordia e del perdono, spogliandoci delle rigide forme istituzionali, di posizione, di ruolo, per uscire verso le povertà variegate e innumerevoli che abbiamo davanti. È stato un invito forte ad annunciare
cioè gioire e condividere la novità che ci è donata; ad abitare le relazioni
più che i luoghi; ad educare le emergenze del nostro tempo; a lasciarsi
trasfigurare per essere riflesso dello sguardo del Signore. Un’importante focalizzazione, dunque, sull’incontro con le persone, là dove la gente
vive, abita, soffre e gioisce.
In questi precisi contesti non possono non riecheggiare le parole del
Motu proprio “Ad pascendum” del Beato Paolo VI, allorquando viene definito: «Il diaconato permanente ….in qualche modo interprete delle necessità e dei desideri della comunità cristiane locali, segno o sacramento
dello stesso Cristo Signore, “il quale non venne per essere servito, ma
per servire”». Il diaconato pertanto è elemento costitutivo della struttura
della Chiesa e contiene una grazia che ne costituisce un arricchimento
nell’ottica di una comunità tutta ministeriale.
In definitiva se da un lato c’è da chiedersi a che punto è il diaconato
nelle nostre realtà, quali i percorsi del discernimento vocazionale, della
formazione previa e post ordinazione, d’altro lato occorrerebbe focalizzare, come Chiesa, la nostra visione sul servizio, sulle povertà, sulla condivisione, sulla corresponsabilità ecc.
Mi fermo qui. Sono già troppi i quesiti posti. A ciascuno il compito di
provare a darsi qualche risposta nel silenzio della propria stanza, perché
diventi patrimonio di comunione.
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Esperienze di animazione
ANIMARE LA CONDIVISIONE
DELLA PAROLA
Mi è stato chiesto di dare una breve testimonianza dell’ animazione di
un momento di condivisione tra presbiteri che dura ormai da alcuni anni,
con profitto e soddisfazione. Scrivo anche a nome degli altri partecipanti.
Siamo un gruppo di preti della diocesi di Bologna, che svolgiamo servizio in una stessa zona pastorale e che da alcuni anni ci troviamo per
stare un po’ insieme. L’idea è nata per preparare per tempo e con calma la
predicazione della domenica mettendoci in ascolto del Signore e ascoltandoci gli uni gli altri. Ci troviamo il lunedì verso le 11,30 accogliendoci
a vicenda con un saluto e chiedendoci : coma stai? Il passo successivo è
la preghiera in comune dell’ora sesta, che ci prepara il cuore all’ascolto
della Parola. Leggiamo poi le letture della domenica (compreso il salmo)
dandoci tempo per un prolungato silenzio durante il quale ciascuno rilegge la Parola mettendosi in profondo ascolto dalle stessa. Poi con la
massima libertà, tutti interveniamo dicendo ad alta voce quello che la
Parola ci suggerisce e quello che pare colpire maggiormente. Non si intende assolutamente correggere l’intervento precedente ma solamente
aggiungendo quello che la Parola ci fa dire. Il tutto con calma e con pace,
dando ampio spazio al silenzio.
Nessuno tira le conclusioni, ma semplicemente tutti parliamo. Terminiamo con la preghiera mariana dell’angelus, pensando a Maria che non
solo ha ascoltato, ma come perfetta discepola ha anche messo in pratica. Poi lacondivisione del pranzo e una scambio di pensieri e aiuti nella
pastorale prima dei saluti e l’arrivederci alla settimana prossima.
L’ultimo appuntamento di ogni anno è una giornata fuori parrocchia,
a respirare aria diversa e vedere località belle nel nostro appennino.
Consideriamo tutti questa esperienza positiva in quanto ci sta aiutando a conoscerci come persone e a relazionarci meglio come preti. Siamo
diventati amici e questo ha portato ad aiutarci e a sostenerci nella
pastorale. Una pausa settimanale in mezzo alle tante cose da fare, perstare anche meglio nell’anima e nel corpo.
Un gruppo di amici preti
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Lo studio
LO STUDIO (1)
LA LITURGIA
LUOGO PRIVILEGIATO DELLA
SPIRITUALITA’ DIOCESANA
(QUARTA PARTE)
Don Vittorio Peri*
Dopo aver posto l’accento, quest’anno, sugli aspetti cristocentrico e
su quello ecclesiale/diocesano della spiritualità (I e II parte), e sulle varie declinazioni dell’unica spiritualità diocesana (III parte), concludiamo
ora il breve itinerario teologico mettendo in evidenza il “luogo” che ci
sembra privilegiato per alimentare la personale vita di fede e, in particolare, la comunione con la Chiesa locale.
Questa comunione si manifesta nella partecipazione ad un ventaglio
di modalità tanto ampio quanto ampia è la concreta vita di una Chiesa
diocesana. Tutti siamo dentro una di queste diocesi, e tutti ne conosciamo le molteplici attività, i diversi piani pastorali a lungo o medio termine
e le programmazioni che – quando non sono eccessive – sono più che
opportune.
C’è tuttavia nella diocesi un “luogo” speciale nel quale siamo chiamati
ad esprimere la partecipazione affettiva ed effettiva ad essa, come anche
alimentare la fraternità e la vita di fede. Questo luogo è la celebrazione della liturgia: quella eucaristica domenicale, in particolare. E’ infatti
l’Eucaristia che rende la Chiesa corpo di Cristo – “la Chiesa fa l’Eucaristia
* Consigliere nazionale UAC
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Ottobre/Dicembre 2016
Lo studio
e l’Eucaristia fa la Chiesa”, secondo la felice espressione di Henry de Lubac -, ed è là soprattutto che avviene l’incontro sacramentale con Cristo
profeta, sacerdote e pastore. Ecclesia de Eucaristia come ricorda il felice
incipit dell’enciclica promulgata da san Giovanni Paolo II il 7 aprile 2003.
Determinante appare, a questo proposito, quanto prescrive la costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium che, al n. 41, scrive (le sottolineature sono redazionali): “Bisogna che tutti diano la più grande importanza
alla vita liturgica della diocesi attorno al vescovo, principalmente nella
chiesa cattedrale, convinti che la principale manifestazione della Chiesa
si ha nella partecipazione piena e attiva di tutto il popolo santo di Dio
alle medesime celebrazioni liturgiche, soprattutto alla medesima eucaristia, alla medesima preghiera, al medesimo altare cui presiede il vescovo
circondato dal suo presbiterio e dai ministri”.
La prescrizione conciliare merita un’attenzione ben diversa da quella
ricevuta fino ad ora, a vedere almeno da quello che … non è cambiato
nella prassi liturgica di tante diocesi.
C’è anzitutto da rilevare che ci si trova di fronte ad un testo non esortativo, ma chiaramente normativo: il verbo oportet (“bisogna”, “è necessario”) appare come il cardine giuridico attorno al quale gira l’intero n.
41. E non c’è da meravigliarsi, se si tiene presente la folgorante espressione conciliare che leggiamo al n. 10, ormai universalmente citata: “la
liturgia è il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, insieme, è la
fonte da cui promana tutta la sua virtù”. Come dire: in una parrocchia, di
alternativo a belle e coinvolgenti liturgie, c ‘è poco o nulla.
Si può inoltre dire che, alla luce della citata disposizione conciliare,
in alcun modo può giustificarsi l’assenza di non poche comunità di vita
consacrata – specie monastiche – dalle più significative celebrazioni liturgiche della vita diocesana presiedute dal vescovo, come ad esempio la
Veglia di Pasqua, la Veglia di Pentecoste, la presa di possesso della diocesi da parte del vescovo, la festa della Chiesa diocesana ecc. In questi casi,
non contano né secolari abitudini né appigli a particolari regolamenti o
norme costituzionali. Conta il Concilio e, più precisamente, la teologia
della Chiesa particolare riproposta dai suoi documenti.
E se tali assenze dovessero non fare alcun problema, ciò significa – lex
orandi, lex credendi – che si ritiene legittimo il fatto che la fede può essere
pienamente vissuta anche al di fuori di un rapporto umanamente completo, cioè anche fisico, oltre che morale e spirituale: un vero assurdo
teologico, alla luce della celeberrima definizione data da san Cipriano e
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Lo studio
posta al n. 4 della costituzione Lumen gentium per la quale la Chiesa “si
presenta come un popolo radunato dall’unità (de unitate) del Padre e del
Figlio e dello Spirito Santo”.
Nei primi secoli, soprattutto, era viva la coscienza che l’Eucaristia,
realizzando la communio locale, immetteva la Chiesa particolare nel più
ampio circuito della communio universale. Il “respiro diocesano” della
spiritualità, come taluno l’ha chiamata, si avvera certo partecipando alle
iniziative della Chiesa locale e inserendosi nella progettualità pastorale
indicata dal vescovo; ma si testimonia e si alimenta soprattutto attraverso le “medesime celebrazioni liturgiche”, come insegna Sarosanctum
Concilium.
Quando celebrava l’Eucaristia domenicale nel Duomo di Milano, l’arcivescovo Carlo Borromeo desiderava che tutti, fisicamente o spiritualmente, fossero con lui attorno all’altare. E per evidenziare l’importanza
ecclesiale di questa corale partecipazione, aveva disposto che, contemporaneamente, in nessun’altra chiesa cittadina dovesse celebrarsi la santa messa. La cosa potrà sembrare esagerata a noi, abituati come siamo
alla moltiplicazione delle celebrazioni domenicali ovunque e comunque,
(e non di rado inevitabilmente frettolose), nonostante le frequenti citazioni del noto slogan “meno messe e più messa”.
L’attuale calo delle ordinazioni sacerdotali, se dovesse spingerci ad
accrescere la dignità l’importanza di celebrazioni “evangelizzanti ed ecclesiali”, come insegna il Concilio, potrebbe non essere considerato una
totale sventura per la vita di fede e la rivitalizzazioni delle nostre parrocchie.
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Lo studio
LO STUDIO (2)
IL MINISTRO ORDINATO
SERVO DELLA MISERICORDIA:
IL VOLTO MATERNO DI DIO
E DELLA CHIESA
Don Nunzio Valdini *
“Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione! Egli ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere
di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio”
(2Cor 1,3-4).
In questo Anno giubilare abbiamo avuto modo di contemplare, fare
esperienza ed ascoltare l’invito di Dio a lasciarci riconciliare con Lui attraverso il ministero della Chiesa, ma la vita continua con i suoi problemi, le sue sofferenze e le sue fragilità… Una stella cometa ha illuminato
i nostri passi in questo tempo, ci siamo meravigliati al suo sorgere, ne
abbiamo goduto della sua bellezza ed ora che è passata ne sentiamo già
la nostalgia e vorremmo che ritornasse, che rimanesse per sempre!!!
E Papa Francesco in Misericordia et misera ci dice “La misericordia,
infatti, non può essere una parentesi (una cometa) nella vita della Chiesa,
ma costituisce la sua stessa esistenza, che rende manifesta e tangibile la
verità profonda del Vangelo. Tutto si rivela nella misericordia; tutto si
risolve nell’amore misericordioso del Padre”.
La vita futura è anche memoria del passato come affermava San Giovanni Paolo II nel discorso ai giovani di Catania il 5 novembre 1994:
* Vice Presidente Area Sud
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Lo studio
“Non perdete la memoria, perché un uomo senza memoria è un uomo senza futuro.”
Come ministri ordinati siamo chiamati in primo luogo a continuare a
mostrare il volto materno di Dio e della Chiesa nel servizio che svolgiamo sapendo guardare alle opere che il Signore ci ha dato di compiere e
che diventano memoriale della sua presenza nella vita concreta e speranza per il futuro del mondo.
Per questo mi permetto di raccontarvi alcune mie esperienze, non
diverse dalle vostre, né tanto meno eccezionali, ma che come lievito
fermentano la vita della Chiesa nel suo camminare accanto agli uomini
nella loro storia per ridare coraggio, gioia e “smalto”. È l’opera di noi
preti “comuni”, di parroci senza titoli e benemerenze, di preti contenti
di esserlo.
Alcune settimane dopo l’ordinazione presbiterale, mentre il clero del
mio paese era a tavola con il vescovo, una vecchietta bussò chiedendo
che qualcuno dei preti andasse subito da una sua amica morente per
l’Unzione. Naturalmente questo servizio toccò al più giovane. Lungo la
strada la Signora mi spiegò che quello era l’unico momento favorevole
dato che il marito dell’ammalata, convinto comunista ateo e non voleva che nessun prete entrasse a casa sua, era uscito per sbrigare alcune
faccende per la sua tenuta. La moglie, allora, aveva pregato l’amica di
affrettarsi a chiamare “u patri parrucu” perché desiderava morire con il
Signore. Fu un incontro che è rimasto fisso nel mio cuore e nella mia
mente. La signora aveva un cancro alla gola per cui non riusciva a parlare
se non a monosillabe. Alla fine dell’Unzione con una flebile e rauca voce,
con un sorriso che illuminò tutto il suo volto e sedò tutte le sue sofferenze, mi disse “grazie”. La sera morì, ma il suo grazie risuona ancora nelle
mie orecchie: è il miracolo della compassione e della consolazione che
Dio riserva ai suoi figli e che coinvolge noi suoi ministri.
In una lontana sera d’inverno alle 22,30, mi arrivò una telefonata dalla segreteria del sindaco: c’era da ospitare un giovane tossicodipendente
emigrato e ritornato al paese, senza dimora, senza parenti disposti ad
accoglierlo, senza niente… l’amministrazione era impossibilitata a fare
qualcosa, o forse… mi ritrovai ad affrontare una situazione difficile: da
un lato una persona nel bisogno più urgente di essere accolto, dall’altro
i servizi sociali incapaci di risolvere un caso di emergenza. Bastarono
alcune telefonate ai giovani della parrocchia e in poche ore approntammo nei locali parrocchiali un dignitoso alloggio. Da quella emergenza
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Lo studio
ed esperienza nacque, come volontariato parrocchiale, il Centro ascolto Kairòs per tossicodipendenti, alcolisti e ragazzi a rischio. È stato un
tempo di grazia, abbiamo toccato con mano la sofferenza dell’uomo vittima della droga, dell’alcol e di tutte quelle devianze che caratterizzano la cattiveria umana, ma nello stesso tempo la potenza dell’amore di
Dio ci dava di vedere la Sua vittoria. Anni dopo un ex tossicodipendente
presentandomi la sua famiglia diceva alle sue piccole e belle bambine:
“Vedete se non ci fosse stato questo prete voi non ci sareste state”. È l’opera
meravigliosa ed imprevedibile della comunità-Chiesa che genera la vita
spirituale e fisica.
Recentemente il Signore mi ha dato di accogliere ed accompagnare
i migranti. Ero lì al CARA (Centro di Accoglienza Richiedenti Asilo) di
Mineo, il più grande d’Europa, quando sono scesi dal primo pullman i
primi richiedenti asilo… quanti incontri, quanti pianti, quante tragedie
ascoltate (prima che i mass-media ne dessero diffusione già eravamo al
corrente delle carcasse di mare mai arrivate stipate con centinaia di persone, dei maltrattamenti subiti anche sulle barche, delle violenze ed abusi di ogni tipo!!!), quante speranze, quante gioie dalle più piccole come
prendere il caffè nelle famiglie eritree secondo i loro usi alle celebrazioni
eucaristiche di rito latino e bizantino, e alla Peregrinatio della Madonna
del Ponte, pellegrina nella diocesi.
Alla prossima notte di Pasqua, memore delle meraviglie che Dio ha
compiuto, potrò cantare “a squarcia gola e cuore aperto” con la mia nuova comunità, nella gioia e nella certezza che la Sua fedeltà all’amore
magnanimo e misericordioso continuerà ad operare attraverso l’umile, a
volte sgangherato ed imperfetto, servizio di noi ministri ordinati:
“Esulti il coro egli angeli, esulti l’assemblea celeste:
un inno di gloria saluti il trionfo del Signore risorto.
Gioisca la terra inondata da così grande splendore;
la luce del Re eterno ha vinto le tenebre del mondo.
Gioisca la madre Chiesa, splendente della gloria del suo Signore, e questo tempio tutto risuoni per le acclamazioni del popolo in festa”. Ottobre/Dicembre 2016
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VITA ASSOCIATIVA
Vita associativa
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ADESIONI UAC 2016
La valutazione delle adesioni nel 2016 è sufficientemente positiva se la si paragona agli scorsi anni. Infatti vi è stata una maggiore sollecitudine nell’invio delle
adesioni da parte dei Circoli diocesani e un aumento di
soci. A conclusione delle iscrizioni a fine novembre 2016
siamo 958, tre in più dello scorso anno, abbiamo dunque
raggiunto e superato le 955 adesioni dello scorso anno.
Vi è quindi un cambiamento di tendenza in positivo
dopo 15 anni. Abbiano notato con soddisfazione che le
nuove adesioni riguardano in particolare i preti giovani
in diverse realtà diocesane. Il calo delle adesioni dipende
in gran parte per l’età dei preti che è molto avanzata e
quindi tanti ci lasciano per decesso. Coloro che aderiscono da diversi anni sono solitamente fedeli.
Note particolari riguardano sette Regioni che aumentano o sono costanti come numero di iscritti, queste hanno in media oltre 100 iscritti. Tre Regioni sono
quasi completamenti assenti e sei regioni hanno pochi
Circoli attivi. Ciò che maggiormente incide sulla vitalità
dell’UAC è la presenza del Direttore diocesano entusiasta e attivo, ad esso è affidato il compito di “promuovere
la vita e lo sviluppo dell’Unione diocesana” (Direttorio,
art. 6, 3c); mentre la difficoltà di tanti Circoli dipende da
fatto che non vi è un Direttore diocesano e le adesioni
sono fatte da singoli preti e non come gruppo diocesano.
Quest’ultima considerazione riguarda anche le Regioni,
infatti abbiamo ben cinque Regioni senza il Responsabile regionale il quale “promuove, d’intesa con i singoli
vescovi diocesani, la costituzione e la vita delle Unioni
diocesane e convoca e presiede almeno una volta all’anno la riunione dei Direttori diocesani” (Direttorio art. 7,
3c e d). I Circoli attivi e che hanno almeno 5 adesioni
sono attualmente 46, ci auguriamo che i Circoli diocesani siano sempre più entusiasti e che vi sia una crescita in
qualità e quantità dell’UAC a beneficio del Clero italiano.
Ottobre/Dicembre 2016
Vita associativa
TREND DAL 2000 AL 2016
ANN0
2000
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
955
958
2015
2016
2017
2.300
2.200
2.206
2.100
2.000
1.900
1.800
1.700
1.600
1.601
1.500
1.523
1.400
1.389
1.300
1.301
1.200
1.100
1.000
1.053
900
800
700
600
ANNO
2000
2010
Roma 23 novembre 2016
2011
2012
2013
2014
2017
don Albino Sanna – segretario UAC
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Vita associativa
NUOVI DIRETTORI
DIOCESANI
NUORO
In data 27 ottobre 2016 S. E.
Mons. Mosè MARCIA ha nominato il
nuovo Direttore del Circolo di Nuoro
nella persona del can. Antonio Sedda, Cancelliere nella Curia, Piazza S.
Maria, 1 – 08100 NUORO NU
Predecessore: don Pasquale PEDES
REGGIO EMILIA
In data 18 novembre 2016 S. E.
mons. Massimo Camisasca ha nominato CAMELLINI don Riccardo
(2016), Parrocchia Regina Pacis
- Via Gorizia, 10 - 42124 REGGIO
EMILIA come nuovo Direttore diocesano UAC di Reggio Emilia
Predecessore don Alcide Mariotti
PALERMO
In data 11 novembre 2016 l’Arcivescovo di Palermo S.E. Mons.
Corrado Lorefice ha nominato come
nuovo Direttore diocesano dell’UAC
di Palermo per il triennio 2016-2019
il diacono don Vito FAVARA.
Predecessore: don Giuseppe Di Giovanni
• Un augurio di buon lavoro ai nuo-
vi Direttori e un grazie a quelli che
hanno lasciato dopo un generoso
e intenso servizio di animazione
UAC
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DALLA SARDEGNA
INCONTRO REGIONALE DEI
PRESBITERI E DEI DIACONI
Il 27 ottobre nella splendida
cornice del Monastero Benedettino
di San Pietro di Sorres a Borutta (SS)
si è svolto il IX Incontro Regionale
dei Presbiteri e dei Diaconi promosso
dall’UAC sarda.
A distanza di qualche settimana
dal Convegno Regionale del Clero,
svoltosi a Orosei (NU), l’UAC ha
promosso l’incontro per favorire una
ulteriore esperienza di comunione
per il clero sardo.
I partecipanti al Cenacolo Regionale della
Sardegna nel Monastero di San Pietro di
Sorres il 27 ottobre 2016
L’occasione di amicizia, fraternità e condivisione è stata accompagnata dalla presenza di Mons.
Corrado Melis, vescovo di Ozieri,
che ha tenuto una riflessione sul
tema “Presbiterio diocesano: carisma e appartenenza”. Il presule
si è soffermato in particolare sul
cambiamento che la figura del
prete sta assumendo nel nostro
tempo, con particolare riferimen-
Vita associativa
to all’orizzonte della riforma della
Chiesa. In tale cornice ha sottolineato come non basti che il singolo sia presbitero, ma occorre sempre più essere insieme presbiterio,
formato per una nuova evangelizzazione che ispirata alla prassi
di Gesù dedichi sforzi, passione e
tempo all’incontro e all’accompagnamento dei discepoli e delle
folle.
La formazione permanente, di
cu il singolo prete è soggetto attivo e responsabile, deve aiutare la persona consacrata a uscire
dall’isolamento e dalla frammentazione interiore che sono segno
di difficoltà nel sostenere l’unità
tra il ministero e la vita; a fuggire
la burocratizzazione del ministero
e le tentazioni dell’uso improprio
dei beni e del rifugio in una vita
privata che non tenga insieme autonomia e obbedienza.
La concelebrazione dell’Eucarestia e il pranzo comune hanno
permesso di tradurre in modo concreto il proposito di comunione e
condivisione che ciascun partecipante all’incontro aveva nel cuore.
Sicuramente ciascuno ha potuto riflettere e interrogarsi sulla necessitò di riscoprire la dimensione
del confronto personale, che dona
aiuto e sostegno a sé e agli altri,
dando la possibilità di ascoltare e
parlare in maniera semplice delle
dimensioni concernenti il ministero ordinato, ed avere attorno
la sensazione e la realizzazione di
essere presbiterio.
Don Paolo Baroli,
segretario regionale UAC
DA ARIANO IRPINO
Il circolo diocesano UAC di
Ariano Irpino – Lacedonia in visita
ad Andria
“Vi porto nel cuore”
Lunedì 24 ottobre 2016, di buon
mattino, un pullmino lasciava la
verde e ridente irpinia per dirigersi verso la calda e artistica Andria. È il viaggio che ha compiuto
il circolo diocesano UAC di Ariano
Irpino – Lacedonia, facendo visita
al Presidente Nazionale e Vescovo di Andria, Mons. Luigi Mansi.
Questa visita – cenacolo ha i suoi
prodromi un anno prima, quando
Don Luigi venne a Vallesaccarda
per il cenacolo diocesano irpino.
Un anno fa… con i due “superiori”: il novello Vescovo diocesano
Mons. Sergio Melillo e Don Luigi,
Presidente Nazionale. Un anno
dopo, ancora insieme, e il nostro
Il gruppo UAC di Ariano Irpino in visita ad
Andria.
Ottobre/Dicembre 2016
41
Vita associativa
Vescovo e il Vescovo andriese, con
la responsabilità anche della UAC
Italiana. Il nostro circolo era composto da 16 iscritti su 23, con alla
guida il Vescovo.
Giunti nella città di Andria e
accolti dal Presidente, subito ci
siamo sentiti a casa nostra, chiamandoci per nome, come se amici e conoscenti da sempre! Nella
sala capitolare della cattedrale è
iniziato il cenacolo con una meditazione di don Luigi, tratta da
un versetto della Lettera di Paolo
ai Filippesi: “vi porto nel cuore”
(Fil 1,7). Filippi è la prima città
europea evangelizzata da Paolo e
l’ epistola, appartenente al gruppo delle “lettere della prigionia”, è
tutta intrisa di pathos e amore paolino. Paolo è in prigione e scrive
loro con il vivo desiderio di vederli
presto. È una lettera a contenuto
familiare, anzi diversi esegeti la
definiscono il “testamento spirituale” dell’Apostolo. Mons. Mansi
ha sottolineato alcuni versetti ove
Paolo invita a vivere la carità in
conoscenza e pieno discernimento, non fermandosi solo a ciò che
è bene o male, ma a distinguere
ciò che è meglio. Nei rapporti tra
noi presbiteri, tra noi presbiteri
e il vescovo, tra noi e la gente, è
importante vivere questo “meglio”
che ci porta a stare in comunione.
Scegliere il meglio!
Il cenacolo è proseguito con
alcune risonanze tra noi, come è
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Ottobre/Dicembre 2016
prassi. Prima di recarci in cattedrale, abbiamo consegnato a don
Luigi un presente, che ci riporta
alla sua ordinazione episcopale:
un tondo in ceramica con sullo
sfondo la Cattedrale di Ariano ed
il Reliquiario delle Sacre Spine. Eh
sì! Ariano, come Andria, è custode
di due Sacre Spine donate da Carlo
I di Angiò, nella seconda metà del
XIII sec., alla città irpina come segno di fedeltà al Papa.
In cattedrale, dopo una illuminata spiegazione, c’è stata l’Eucarestia presieduta dai due Vescovi
con il Reliquiario della Sacra Spina di Andria. Il pranzo nella locale
Casa di Spiritualità, ci ha permesso di comunicare gioia e fraternità
tra noi. Subito dopo don Luigi ci ha
condotto a visitare il monumentale Castel del Monte. Anche qui una
guida, attraverso cortili e stanze
del Castello, ci ha fatto rivivere il
periodo in cui Federico II visse in
questi luoghi. Ma… tempus fugit!
Al primo tramonto, ringraziato don Luigi per la calorosa accoglienza e disponibilità nello stare
con noi tutto il giorno, ci siamo
salutati con affetto e gratitudine,
dandoci appuntamento al Sassone
di Ciampino per l’Assemblea elettiva di novembre.
Mentre lasciavamo Andria e le
sue bellezze, e il sole ormai tramontato, non abbiamo resistito
ad una ulteriore tappa nella città
della storica “disfida”: Barletta. Le
Vita associativa
sue chiese, le piazze con i vicoli
illuminati da caldi lampioni, hanno reso questo momento ancor
più suggestivo. Dopo una veloce
agape, abbiamo ripreso la strada
del ritorno e, con la preghiera del
rosario e di compieta, abbiamo
ringraziato Dio per questo giorno
di grazia e di comunione tra noi
presbiteri ed il nostro Vescovo,
un cammino che ci ritrovi Uniti
Assieme a Cristo, Buon Pastore e
Sommo Sacerdote.
Don Antonio Albore
DA MESSINA
SEMINARIO ARCIVESCOVILE
“S. PIO X”
Celebrazione Eucaristica presieduta da Don Niné Valdini, componente del Consiglio Nazionale
dell’UAC (Unione Apostolica del
Clero). La Santa Messa è stata
preceduta da un incontro di formazione tenuto dallo stesso Don
Valdini e rivolto all’intera comunità del Seminario, incontro che
ha avuto come tema la spiritualità
diocesana.
Il gruppo del Seminario di Messina insieme a don Ninè Valdini.
UNA VITA SACERDOTALE
DEDICATA AI POVERI E
ALLE VOCAZIONI
È morto l’11 luglio 2016 don
Mario Masneri, parroco emerito
di San Paolo, a
Pescara.
Il sacerdote, di origini lombarde,
della scuola di
don Calabria,
ma formato teologicamente nel
seminario abruzzese-molisano di
Chieti, era nato ad Adro (BS) nel
1929 ed era stato ordinato sacerdote per la diocesi di Pescara-Penne il 24 giugno del 1965.
“Eravamo nati 10 fratelli.
Trascorsi cinque anni, dal 1935
al 1940, alle scuole elementari di
Adro regolarmente e nel 1945 mi
sono ammalato di TBC polmonare.
Durante la degenza all’Ospedale ho
nutrito, ho avuto l’intenzione: “Se
guarisco mi Consacrerò a Dio, per
diventare Sacerdote o Religioso”.
Il 24 giugno 1965 venni ordinato
sacerdote a Adro (BS), sempre per le
mani del Ns. Arcivescovo Mons. Antonio Iannucci che da Pescara venne
al nostro paese – fu una grande festa.
Ringrazio sempre il Signore per il
grande dono del Sacerdozio, anche
se devo confessare, sinceramente, la
mia grande indegnità e la mia grande povertà spirituale.
Il primo incarico che mi fu dato
a Pescara: Cappellano delle Carceri
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Vita associativa
di Pescara e Insegnante di Religione, per tre anni, dal 1965 al 1968
presso l’Istituto Professionale Giovanni XXIII. Quindi nel 1968 sono
stato Cappellano dell’Ospedale Civile “Santo Spirito” di Pescara per
due anni.
Il 1° ottobre 1970, festa della
mia specialissima patrona, Maestra e Sorella fin dalla primissima
infanzia, «Santa Teresa del Bambino Gesù», fui designato Parroco di
«San Paolo Apostolo».
Il 1° ottobre 1988 Mons. Arcivescovo Antonio Iannucci consacrò la
nuova chiesa di S. Paolo Apostolo..
Grazie a Dio, ci fu un grande concorso di Popolo e di Autorità.
Inoltre abbiamo realizzato pure
un bel campo sportivo per le varie
attività sportive dei giovani.
Dalla nostra Comunità di San
Paolo Apostolo il Signore ha fatto
sorgere vocazioni.
Ora io, Don Mario, parroco Emerito di San Paolo Apostolo, sono
vecchio: 85 anni, sono malato di
cuore permanente da diversi anni,
dal 2004 in poi. Collaboro con la
Parrocchia di San Paolo Apostolo e
con le Comunità Neocatecumenali.
E così, anche se molto limitato
per la poca salute, il buon Dio mi ha
affidato diverse attività: Presbitero
della Comunità Neocatecumenale;
Canonico della Cattedrale di San
Cetteo, vescovo e martire; Umile divulgatore della «Divina misericordia» messaggio lasciatoci da Santa
Faustina Kowalska.
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Il Signore, per intercessione della Madonna, in questo periodo di
malattia permanente, mi ha fatto la
Grazia di poter Pregare con calma:
Grazie o Signore, Grazie o SS.
Trinità, Grazie o Vergine Maria SS.
Madre di Dio e Madre mia;
Grazie glorioso San Giuseppe:
specialissimo mio Patrono;
Grazie mio grande Patrono San
Paolo Apostolo;
Grazie a Te mio Angelo Custode
con tutti gli angeli e i Santi del Cielo;
Grazie speciale a Santa Teresa
del Bambino Gesù che mi hai sempre aiutato molto.
Il Signore voglia, nella Sua Infinita e Stragrande Misericordia,
accogliermi nel Suo Regno con una
buona e santa morte tra le braccia
di Gesù e di Maria e di S. Giuseppe.
Sono povero.
Quel che rimane dei soldi sia
dato tutto alle missioni per aiutare i
giovani poveri a diventare Sacerdoti.
Dal Cielo, dove spero di andare
per la infinita Misericordia di Dio,
umilmente assicuro le mie povere
preghiere per tutti: parenti, amici,
benefattori, fratelli di Comunità, fedeli della parrocchia e di tutte le mie
umili attività.
Chiedo umilmente perdono a
tutti quelli che posso aver fatto del
male involontariamente.
Se qualcuno mi ha fatto soffrire,
con l’aiuto di Dio, perdono di cuore
e pregherò per lui”.
(Alcuni stralci dal testamento di
don Mario Masneri)
GUTERBERG, IL LIBRO AMICO
a cura di Gian Paolo Cassano
ANGELO SCOLA – MARIO DELPINI – PIERANTONIO TREMOLADA – ALBERTO COZZI, Si
diedero la destra: Conversione e fraternità, Milano
Centro Ambrosiano,2016, pp. 192 € 9,00
Mi sembra molto utile segnalare il volume,
scelto per il quaderno della Formazione Permanente del Clero ambrosiano per questo anno
pastorale. I contributi autorevoli del Card. Angelo Scola (arcivescovo di Milano), di Mons. Mario Delpini (vescovo ausiliare e vicario generale di Milano), di mons. Pierantonio Tremolada
(vescovo ausiliare di Milano) e di don Alberto
Cozzi (docente alla Facoltà teologica dell’Italia
settentrionale) offrono uno strumento a tutti i
ministri ordinati nell’impegno di approfondire
la comunione e la conformazione alla Missione a cui sono chiamati in Cristo,
a servizio della Chiesa.
“I preti – scrive mons. Delpini - si rendono conto di aver bisogno di sapienza e di competenza perché le loro parole non siano solo una melassa di
buon senso, le loro risposte alle domande che inquietano la gente in momenti drammatici della vita non siano luoghi comuni, la gestione delle comunità, delle riunioni, delle istituzioni di cui sono responsabili non siano
procedure arbitrarie e istintive.”
Il libro, che può essere utilmente utilizzato in occasioni formative, ma
soprattutto nella realtà quotidiana del ministero. “”E’ la pratica – aggiunge
il vicario generale milanese -di esercizi di presbiterio che contiene la potenzialità di formare uomini di comunione pronti per la missione; è la relazione
quotidiana con la gente che contiene una chiamata del Signore a crescere in
santità, a praticare la misericordia; è l’esercizio della responsabilità e della
corresponsabilità per la vita delle comunità e delle istituzioni che incrementa la competenza, la sapienza, la lungimiranza delle scelte.”
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AGENDA 2017
ADESIONI UAC 2017
INDICAZIONI PRATICHE PER COMPILARE I MODULI DELLE ADESIONI
ANNO 2017
Il Modulo di adesioni per l’anno 2017, che viene spedito per
posta ordinaria ai Direttori diocesani, dopo essere stato compilato in tutte le sue parti, va rispedito alla segreteria nazionale preferibilmente via E-mail [email protected] oppure per posta
ordinaria entro il mese di marzo 2017.
Nel modulo è necessario che sia indicato:
1. I nominativi dei singoli aderenti verificando a) nome esatto,
b) indirizzo postale attuale, c) anno di nascita e di Ordinazione,
d) telefono, fax, e-mail, e) quantitativo della quota personale.
- per i nuovi aderenti, oltre queste indicazioni, scrivere anche NUOVO ADERENTE in calce.
2. Qualora un aderente non rinnovasse l’adesione va depennato
o, se fosse morto, scrivere DECEDUTO.
3. Le quote per il 2017 rimangono invariate e quindi:
- Socio ordinario 25,00 Euro (con la Rivista Presbyteri 65,00 Euro)
- Socio sostenitore 35,00 Euro (con la rivista Presbyteri 75,00
Euro)
- Socio benemerito 50,00 Euro (con la Rivista Presbyteri 85,00
Euro)
4.Le quote, sia quelle di singoli aderenti, sia quelle cumulative,
vanno inviate col ccp n. 47453006 intestato a UNIONE APOSTOLICA DEL CLERO, via T. Valfrè, 11 -00165 ROMA RM o
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tramite BONIFICO BANCARIO intestato a Unione Apostolica del Clero, via T. Valfrè, 11- 00165 ROMA RM: IBAN: IT 74 I
0200805180 000001339751 PRESSO Unicredit Agenzia Roma 1
Pio XI.
INDICARE SEMPRE CON PRECISIONE LA CAUSALE DEL VERSAMENTO.
5.La quota associativa dà diritto a ricevere:
- il Notiziario trimestrale (4 numeri all’anno) “UAC Notizie”;
6. Coloro che si abbonano anche a Presbyteri
- oltre il Notiziario dell’UAC riceveranno anche la Rivista Presbyteri (10 numeri all’anno).
7. Si possono accogliere anche le adesioni di laici (uomini e donne)
che hanno interesse alle attività dell’UAC e vengono classificati
come AMICI con le stesse condizione dei Ministri Ordinati.
8. Visitate e invitate a visitare il Sito rinnovato www.uac-italia.
it potete trovare tutte le notizie dell’UAC, tutti gli indirizzi, e
molte utili riflessioni su spiritualità e pastorale. Attendiamo
di ricevere in articoli brevi le vostre iniziative e attività con
fotografie che verranno pubblicate sia nel Sito che in “UAC Notizie”.
9. I Direttori diocesani sono invitati a munirsi di una E-mail e
comunicarla alla segretaria.
LA SEGRETERIA NAZIONALE RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE
Roma gennaio 2017
Don Albino Sanna, segretario
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