Truffa alle assicurazioni per 635mila euro. 3 arresti e 123 persone

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Truffa alle assicurazioni per
635mila euro. 3 arresti e 123
persone denunciate a Taranto
Gli Agenti della Sezione
Polizia Stradale di Taranto e i militari del Nucleo di Polizia
Tributaria della Guardia di Finanza hanno eseguito un’ordinanza di
custodia cautelare in carcere disposto dal G.I.P. del Tribunale –
Dott. Giuseppe Tommasino su richiesta del Sostituto Procuratore della
Repubblica di Taranto Dott.ssa Marina Mannu nei confronti di Carmine
Tortorella, 58 anni , titolare di un’agenzia di disbrigo pratiche di
infortunistica stradale con sede a Taranto, e dei suoi due figli,
Antonio Tortorella
33 anni , e
Tiziana Tortorella
35 anni
anch’essi operanti nel medesimo settore. Taranto è in vetta alle
classifiche del Sud Italia per il costo dei premi assicurativi ed è
al secondo posto per “truffe”
alle assicurazioni mascherate da
sinistri stradali.
Le indagini congiunte, hanno consentito di individuare una ben
strutturata organizzazione criminale che ha beneficiato di indebiti
risarcimenti da 17 compagnie assicuratrici del settore della
responsabilità civile automobilistica, le quali sono state danneggiate
per complessivi 635 mila euro, in relazione a 39 falsi incidenti
stradali accertati in un anno di inchiesta. Una compagnia
assicuratrice si è anche affidata a una società di investigazioni
private per indagare sui sinistri che risultavano più sospetti.
Nel’inchiesta sono state
indagati altre 123 persone, tra le quali figurano medici, avvocati,
titolari di centri sanitari di diagnostica e fisioterapia, nonché
persone fittiziamente danneggiate da sinistri stradali ed altre,
reclutate all’occorrenza, come falsi testimoni nei conseguenti
procedimenti giudiziari civili e penali, ed ognuno aveva un ruolo
specifico e forniva il proprio contributo per realizzare dei falsi
incidenti che risultavano quasi perfetti. Una vera e
propria associazione per delinquere secondo gli inquirenti, composta
da 26 persone delle 126 complessivamente citate, avevano posto in
essere una filiera di falsi incidenti stradali.
Le suindicate 39 contestazioni per risarcimenti assicurativi erano
basate su presupposti di fatto falsi sia completamente (fittizi
tamponamenti, ricostruzioni cartolari con guidatori compiacenti e
diagnosi mediche false), sia parzialmente (sinistri stradali con falsi
feriti e pregresse lesioni personali denunciate come riconducibili
all’incidente). Gli introiti dei singoli risarcimenti venivano poi
suddivisi per il 50% ai promotori dell’organizzazione delinquenziale e
la restante parte per compensare i vari “attori” dell’illecita
filiera.
Tutto veniva falsificato con grande attenzione ai più piccoli
dettagli: l’incidente tra autovetture compatibili , la stima del
perito, il “puntuale” falso testimone che dichiarava di aver assistito
all’incidente, persino al paramedico che diceva di essere intervenuto
sul luogo dell’incidente, il medico che stabiliva l’entità dei danni
fisici sostenendo di aver visitato i feriti, ad arrivare persino al
fisioterapista che attestava di aver effettuato sedute terapeutiche e
riabilitative. Le pratiche delle richieste di risarcimento erano
curate da cinque avvocati (4 del Foro di Taranto e 1 del Foro di Locri
in Calabria) denunciati per associazione per delinquere insieme a 9
tra medici, fisioterapisti e titolari di centri fisioterapici.
I conseguenti accertamenti
bancari e patrimoniali eseguiti dalla Guardia di Finanza nei confronti
dell’organizzazione criminale hanno consentito altresì di contestare
il reato di riciclaggio nei confronti di due persone che hanno
“agevolato” l’acquisto da parte del predetto titolare dell’agenzia di
una villa del valore di 150 mila euro, attraverso operazioni
finanziare tali da ostacolare l’identificazione della provenienza
delittuosa del denaro, che comunque non hanno fermato o eluso i
controlli delle Fiamme Gialle.
I due soggetti, cointestatari di rapporti bancari su cui venivano
veicolati i risarcimenti di due falsi incidenti, hanno stipulato
successivamente contratti preliminari di compravendita fittizia di
immobili con il titolare medesimo, corrispondendo a lui, a titolo di
acconto, le somme occorrenti per l’acquisto della citata villa.
L’immobile in argomento è stato sottoposto a sequestro preventivo.
(notizia in aggiornamento)