Gennaio - febbraio 2017

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Transcript Gennaio - febbraio 2017

In libreria dal 19 gennaio
Allen Ginsberg
Non finché vivo
Poesie inedite 1942-1996
€ 28,00
pp. 392
Allen Ginsberg (Newark 1926 – New York
1997) è stato il massimo poeta della Beat Generation. Il Saggiatore ha pubblicato: Parigi Roma Tangeri (2000), Poesie scelte 1947-1995
(2005), Morte e fama (2009), Saluti cosmopoliti (2011), Primi blues (2011), Bloodsong
(2013), La caduta dell’America (2014), Urlo &
Kaddish (2015), Diario indiano (2015).
Traduzione di Leopoldo Carra
A cura di Bill Morgan
Prefazione di Rachel Zucker
Con testo a fronte
Per cinquant’anni – da quando era un ragazzo fino a pochi giorni
prima di morire, nell’aprile del 1997 – Allen Ginsberg non ha mai
smesso di scrivere. La sua opera è un unico, ininterrotto flusso
d’inchiostro che scorre in opere come Urlo, Kaddish e La caduta
dell’America, riversandosi con la stessa forza in una produzione intensa e fino a oggi introvabile, affidata a riviste, fogli di
protesta, reading improvvisati e lettere ad amici come Kerouac e
Snyder. Poesie scritte di giorno e di notte, a casa, a bordo di un
aereo, in Cina o in Colorado, a Parigi o a Lima: Non finché vivo
raccoglie per la prima volta questi testi, inediti in Italia, componendo un’autobiografia letteraria, un’intera vita in versi.
Lo sguardo talmudico e beat, buddhista e whitmaniano di Ginsberg
si posa con inquietudine sulle violenze della polizia e l’oppressione politica; si allarga sulle vastità dell’America con toni visionari;
ripiega nei ricordi struggenti dell’infanzia nel New Jersey; resta ipnotizzato dalla fiamma della candela che lo accompagna nella veglia mentre il padre, appena morto, trascorre la prima notte nella
sua «nuova eternità». Il suo profondo senso dell’amicizia nutre
poesie come quelle in memoria di Carl Solomon, dedicatario di Urlo; la sua lingua proteiforme, ironica e allucinata precipita nell’angoscia dei paesaggi metropolitani o si fa rapire dalla sensualità di
corpi che insieme si muovono, «invisibilmente sognando».
A vent’anni dalla morte di Allen Ginsberg, il Saggiatore organizza eventi a lui dedicati in diverse città e propone questa raccolta
inedita, testimonianza unica di uno dei maggiori poeti del Novecento, capace di vivere il proprio tempo e di trascenderlo in versi
in cui la realtà finisce per deflagrare nell’incanto della materia,
guidato dalla consapevolezza che «La luna nella goccia di rugiada
è quella vera / La luna in cielo è illusione».
Allen Ginsberg sarà
il protagonista del prossimo
Writers Festival che si terrà
a Milano in febbraio.
www.writersfestival.it
In libreria dal 19 gennaio
Alberto Cadioli
Letterati editori
Attività editoriale e modelli letterari
nel Novecento
€ 21,00
pp. 384
Alberto Cadioli (Milano, 1952) è professore
di Letteratura italiana contemporanea all’Università degli Studi di Milano, dove insegna
anche Filologia dei testi a stampa. Tra i suoi
libri si ricordano La storia finta, Il silenzio della
parola e Le diverse pagine. Nel 2012 ha pubblicato (con Giovanni Biancardi) un’edizione
critica di Dei Sepolcri di Ugo Foscolo
In questa edizione completamente rinnovata di Letterati editori
– a un tempo saggio di storia della cultura letteraria e fortunata incursione teorica nei meccanismi dell’editoria – Alberto Cadioli ridefinisce la categoria del «letterato editore» da lui stesso
coniata: homme de lettres a vario titolo impegnato in una casa
editrice, il cui intervento può essere considerato da una parte la
testimonianza della sua personalità artistica, dall’altra il segno
della sua militanza, della volontà di incidere sul tempo in cui vive.
All’inizio del secolo scorso, quando l’era del mecenatismo è ormai
un lontano ricordo e l’intellettuale in crisi deve arrabattarsi per
trovare nuovo status e nuovi mezzi di sostentamento, Papini e
Prezzolini si danno all’editoria loro malgrado, esplorando la contraddizione tra missione e mercato col timore che le Muse della
creatività vengano cacciate dalle Sirene dell’industria. A cavallo
degli anni venti e trenta, invece, gli scrittori legati a Solaria fanno
dell’editoria uno strumento di intervento nel mondo, un mezzo
attraverso cui proporre un modello di cultura alternativo rispetto a
quello diffuso dai programmi delle grandi case editrici. A Seconda
guerra mondiale conclusa, la creazione della Biblioteca Universale
Rizzoli su iniziativa di Luigi Rusca amplia il pubblico dei lettori e
dà la possibilità di leggere a chi fino a quel momento non se l’è
potuto permettere.
A partire da un’ampia messe di dati, e con grande chiarezza ed
efficacia espositiva, Letterati editori è una guida attraverso la letteratura del Novecento italiano, che mostra come i più grandi
autori che il nostro paese abbia espresso – Elio Vittorini e Vittorio
Sereni, Giacomo Debenedetti e Italo Calvino – siano stati forse
ancora più grandi innovatori della cultura e della sensibilità poetica, ispiratori del cambiamento sociale e plasmatori dell’orizzonte
nel quale ancora oggi ci muoviamo.
In libreria dal 26 gennaio
Vincenzo Pardini
Grande secolo d’oro
e di dolore
€ 21,00
pp. 360
Vincenzo Pardini è nato a Fabbriche di Vallico (Lucca) nel 1950. Collabora al Quotidiano Nazionale e alla riviste Nuovi Argomenti e
Paragone.
Tra tetti di ardesia ricoperti di muschio, nei panorami silvestri della Garfagnana e della Media Valle del Serchio, sorgeva un tempo
l’antica casata dei Longobardi, animalesca e irridente stirpe discesa forse da Liutprando e dagli dèi germanici dell’ebbrezza e della
guerra, e scomparsa nel 1983, con la morte dell’ultima erede,
Leonide Francesca Lusetti.
Segnate di sangue e sfortuna, le vicende di Leonide e della sua
famiglia attraversano come una fantasmagoria tutto il Novecento.
Generazione dopo generazione, sentono la terra tremare sotto le
bombe e la voce di Hitler saettare, tremenda, nei cieli d’Europa.
Dividono il pane nelle osterie con i partigiani e fuggono dai bastoni degli squadristi. Vedono nascere la Repubblica italiana, mentre
nel- le città appaiono le prime automobili sportive e le televisioni,
e il cemento si estende come una ma- rea arrivando a minacciare
i loro territori. Eppure, la Storia sembra solo un’eco che giunge di
lontano mescolandosi ai muggiti che riempiono la Valle, mentre
uno dopo l’altro i Longobardi abbandonano la casa: feriti a morte
dagli spettri e dal gelo, fuggiti in Sudamerica o schiacciati da un
treno, divorati dall’alcol o consumati dalle epidemie.
In Grande secolo d’oro e di dolore Vincenzo Pardini narra l’epopea
di una famiglia condotta all’estinzione, e la storia rapsodica di
un’Italia aurea e dolente, celebrata, spesso ingiuriata, da chi l’ha
vissuta nella penombra di terre remote. Una scrittura che coglie,
nei suoi accenti e ritmi primitivi, nei suoi riverberi pascoliani e
sonnambulismi onirici, la voce autentica degli ultimi discendenti
di una stirpe mitica. Perché, come amava ripetere Leonide, soltanto chi sa raccontare storie non muore mai.
–
«La sua opera è uno spaccato vertiginoso della storia del nostro
paese, a partire da una geografia molto circoscritta. Pardini ha
preferito l’intensità del “locale” all’estensione del “globale”. Una
forma spontanea di resistenza.»
Nazione Indiana
In libreria dal 2 febbraio
Tom Holland
Dynasty
Ascesa e caduta dei Cesari di Roma
€ 26,00
pp. 480
Tom Holland (Oxford, 1968) è uno scrittore e
storico inglese. Ha adattato per la BBC Radio
Erodoto, Omero, Tucidide e Virgilio. Per il Saggiatore ha pubblicato Rubicone (2006, HesselTiltman Prize for History), Millenium (2013) e
Fuoco persiano (2015).
Traduzione di Camilla Pieretti
La storia di Roma comincia con uno stupro: è dalla violenza di
Marte, dio della guerra, su una giovane vestale, che nascono Romolo e Remo, i fondatori della città. Raccolti e allattati da una
lupa, macchiati dall’infamia del fratricidio, i due gemelli iniettano
nel corpo dell’impero più grandioso della storia la natura doppia
delle loro origini divine e bestiali: grazia e violenza, sensualità e
ferocia plasmano un popolo di poeti sublimi, guerrieri sanguinari e condottieri rapiti dalla vertigine del potere. Il lampo giallo,
ferino del lupo attraversa lo sguardo di Giulio Cesare davanti ai
cadaveri smembrati della guerra civile; luccica in quello di Tiberio
mentre osserva i corpi nudi dei giovani nobili romani, avvinghiati
in un’orgia per soddisfare i desideri di un imperatore anziano e
decaduto; si confonde, negli occhi di Nerone, con le fiamme che
divampano radendo al suolo la città.
Dynasty insegue la scia d’oro e sangue della dinastia Giulio-Claudia, penetrando tra i marmi e i conviti opulenti della dimora dei
Cesari. Qui, faide omicide e vortici di lussuria non impedivano
agli imperatori di esercitare un dominio senza limiti. Da Cesare a
Nerone, da Augusto a Caligola, Tom Holland racconta l’ascesa e la
caduta dei primi imperatori con il ritmo avvincente e fulmineo di
una corsa dei carri, e innesta nella puntuale ricostruzione storica
la potente fascinazione della materia mitica, guidato dall’idea che
solo l’intreccio di realtà e leggenda possa restituire l’immagine di
un tempo che esercita ancora una seduzione magnetica.
–
«Holland è un maestro del racconto storico.»
The Washington Post
«Dynasty assicura di diritto a Holland un posto tra i principali autori storici viventi.»
The Wall Street Journal
«Affascinante… Dynasty possiede la consueta capacità di Holland
di rendere viva una narrazione, insieme alla sua straordinaria padronanza delle fonti antiche.»
The New York Times Book Review
In libreria dal 2 febbraio
Giuseppe Marcenaro
scarti
Appunti, lettere, scartafacci
Viaggio nel regno dimenticato della
letteratura
€ 19,00
pp. 304
Giuseppe Marcenaro è nato a Genova. Tra i
suoi libri si ricordano Cimiteri, Testamenti, Una
sconosciuta moralità. Quando Verlaine sparò
a Rimbaud, Wunderkammer, Daguerréotype.
Il libro passato per le mani di Napoleone nei giorni dell’esilio a
Sant’Elena, le golosità di cui era ghiotto Leopardi durante il fatale soggiorno napoletano, i segreti che cela una cambiale di fine
Ottocento firmata da Gabriele D’Annunzio: questi e moltissimi altri frammenti di esistenza sono custoditi in lettere, scarabocchi,
dediche, biglietti da visita, vecchie foto in bianco e nero, foglietti
sparsi, bustine del tè e quant’altro subisca la sorte di essere considerato uno scarto.
L’eccedente di cui si pensa sia meglio liberarsi per non trovarsi poi
sommersi da spazzatura, o che semplicemente si butta via, senza
nemmeno pensarci su, diventa in Scarti oro grezzo, materia prima
grazie alla quale incantare il lettore in un viaggio sentimentale,
stravagante, che non teme il voyeurismo, nelle peripezie del ricordo. Lo sguardo di Giuseppe Marcenaro, che di questo divertissement letterario è l’autore, come il tocco di Re Mida salva dall’oblio
e riporta alla luce, affascinandoci, sottilissime trame di vite, famose e non, risalenti a un passato non troppo lontano dal nostro
presente. Come un graffio, il suo stile pungente libera dalle croste
degli anni e fa parlare con ironia spesso impietosa quelli che solo
all’apparenza sono frammenti muti; minutaglie che sono trama e
ordito della nostra storia.
–
«Ci saranno gli e-book d’antiquariato? E dove li andranno a cercare i bibliofili del futuro? L’attuale detentore d’una biblioteca
può nascere già carico di libri, ereditando passioni paterne o comunque avite, può trascorrere la propria vita frugando librerie e
bancarelle nella speranza di trovare un libro raro e finendo per
comprarne un altro mai sentito nominare. Tutte queste cose Giuseppe Marcenaro le ha fatte.»
Paolo Mauri, la Repubblica
In libreria dal 9 febbraio
Jean Genet
Diario del ladro
€ 23,00
pp. 264
Jean Genet è nato a Parigi nel 1910 e morto,
sempre a Parigi, nel 1986. Il Saggiatore pubblica in Italia tutte le sue opere narrative.
Traduzione di Giorgio Caproni
Pubblicato clandestinamente nel 1948, e poi in un’edizione censurata l’anno successivo, il Diario del ladro – che il Saggiatore
propone nella storica traduzione di Giorgio Caproni e con un’inedita prefazione di Walter Siti – è il più impudente, scandaloso
autoritratto di Jean Genet.
Scritto con ispirazione agiografica, raccoglie gli anni di miseria e
vagabondaggio del grande scrittore francese, che tra il 1933 e il
1939 viaggiò attraverso l’Europa vivendo di espedienti e rispondendo a leggi istintuali, in un lungo e picaresco calvario costellato
di fughe, carcerazioni e dissolute liaisons sessuali. È stato accattone nel Barrio Chino di Barcellona, spacciatore di monete false in
Cecoslovacchia, ha affrontato i «mostri nascosti dalla notte» che
difendevano l’ingresso in Italia, ha passeggiato tra i bordelli di un
Belgio intemperante e sornione, sempre fuggendo dai soldati nazisti, in Austria e in Germania, in Polonia e in Iugoslavia.
Genet il milite, il mendicante, il ladro. Genet il girovago, la prostituta, l’angelo precipitato. Genet il santo che anela alla beatitudine terrestre, attraverso le sue nuove virtù teologali – furto,
tradimento e sodomia –, e scrive il libro della propria Genesi, consacrandolo al culto del turpiloquio e dell’indecenza.
Una storia spesso falsata, quella di Genet, dallo sguardo sublime
dello stesso narratore che continuamente e imprevedibilmente la
scompone e rimonta, spostando le cronologie, inventando i fatti,
riscrivendo versioni sempre diverse che si contraddicono pagina
dopo pagina, manipolando e correggendo gli eventi alla luce di
una più grande verità: la letteratura mistifica la vita per avverarla.
Ne emenda gli errori, ne nobilita le brutture, le deformità, le sproporzioni. Spezza il destino per consegnarci al mito, alla santità
eterna degli eroi.
«Il pericolo per me non esiste soltanto quando rubo, ma in ogni
momento della mia vita, perché ho rubato.»
–
«La narrativa di Genet si ha l’impressione, e azzarderei la certezza, di ritrovarla immobile e fulgida laddove la si era lasciata,
remota sebbene abbagliante.»
Enzo Di Mauro, Alias
In libreria dal 9 febbraio
Gustav Mahler
Caro collega
Lettere a compositori, direttori
d’orchestra, intendenti teatrali
€ 42,00
pp. 440
Gustav Mahler (1860 -1911) è stato un compositore e direttore d’orchestra austriaco.
Traduzione di Silvia Albesano
Il Saggiatore prosegue l’indagine sulla vita e le opere di Gustav
Mahler, protagonista del passaggio dal postromanticismo alla musica moderna.
Prezioso epistolario a una voce, Caro collega custodisce le lettere
che Gustav Mahler inviò, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo,
a personalità come Bruckner, Dvorák, Strauss, Busoni, Schönberg,
Walter, Bülow e Cosima Wagner. Sono lettere intense, che costantemente fondono vita e arte, preoccupazioni professionali e
riflessioni estetiche, e che hanno il dono prodigioso di far rivivere
al lettore la storia di uno dei musicisti che più hanno segnato la
contemporaneità e di proiettarlo nell’articolata vita musicale della
colta élite mitteleuropea di fine Ottocento.
In questa corrispondenza, che si estende dagli anni dell’apprendistato fino al grande successo americano della Metropolitan Opera House, si sente vibrare la voce di Mahler: velata di timidezza
ma pregna del più sincero entusiasmo nei primi anni di carriera,
quando ventenne si presenta al mondo della musica, si fa di lettera in lettera sempre più sicura nel gestire i continui problemi e
imprevisti che un affermato direttore d’orchestra deve affrontare:
dalla scelta dei cantanti ai rapporti con i colleghi, dalla richiesta
di consigli e informazioni alle relazioni con istituzioni, giornalisti
e mecenati.
Accompagnate da un rigoroso apparato critico che restituisce il
substrato di uno dei periodi più fecondi della storia della musica,
queste lettere avvincono per la forza con cui da ogni riga traspaiono, inconfondibili, il garbo dell’intellettuale, la passione del
direttore d’orchestra, l’intraprendenza del direttore di teatro e soprattutto la grandezza poliedrica del compositore, che nemmeno
di fronte alle pur pressanti esigenze economiche impostegli dal
suo ruolo viene meno alla fedeltà all’arte e al genio dell’ispirazione che sempre lo contraddistinse.
La tetralogia del Red Riding Quartet
viene proposta per la prima volta al mondo
in un unico volume
In libreria dal 9 febbraio
David Peace (Ossett, 1967)
è uno scrittore inglese.
Con i suoi libri ha vinto numerosi
premi e riconoscimenti.
Vive a Tokyo con la moglie e i figli.
Traduzioni di Giuliana Zeuli
e Marco Pensante
€ 45,00 | pp. 1488
«David Peace
è uno dei più grandi romanzieri
inglesi viventi. I suoi noir nudi e bruschi
sono paragonabili a quelli di James
Ellroy.»
Antonello Guerrera, la Repubblica
«Con uno stile ossessivo, in cui le stesse
parole ritornano per scandire in modo
maniacale lo smarrimento e l’incertezza,
David Peace osserva il fluire degli
eventi fino a farne materia palpitante.
Le sue pagine sono intrise di
sangue, sudore, lacrime.»
Guido Caldiron, il Manifesto
«Un’opera brutalmente
autentica.»
«Il Red Riding Quartet è una poesia
apocalittica.»
«Thriller, monologo,
documentario,
sceneggiatura teatrale. David Peace ha
scritto un romanzo
epico
e ambizioso
che non ha eguali.»
The Independent
The Guardian
The Times
«David Peace, uno dei maggiori autori
inglesi viventi, sceglie di andare contro
le regole del bello scrivere, usando una tecnica ripetitiva e martellante, più vicina alla
poesia che alla narrativa.»
Marco Imarisio, Corriere della Sera