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Per una visita bìsogiìa aspi' ire il 2018
Peggiorano ancora le liste di attesa regionali: per 47 esami si va oltre i 300 giorni
Un anno per una prenotazione specialistica al Peroni e al Nuovo Regina Margherita
È appena iniziato, mail calendario del 2017 già non basta più per le debordanti liste
d'attesa per esami diagnostici
e visite specialistiche, ulteriormente peggiorate rispetto
all'anno scorso secondo i dati
forniti dallo stesso Recup regionale: 106 appuntamenti
vanno oltre i 100 giorni, 55 superano i 200 giorni e 47 oltrepassano i 300 giorni.
Fra questi ultimi ben 6 arrivano all'anno di attesa: al Nuovo Regina Margherita, al Pertini e all'ospedale di Rieti per
un'ecografia
dell'addome
(esame "fuorilegge": nessuna
sa da far venire l'orticaria ancheaTerracinaprimadi riuscire a farsi vedere daun dermatologo: 332 giorni.
Quasi 11 mesi, raschiando il
fondo delle liste, anche per il
semplice esame delfondo oculare in Via Lampedusa: 323
giorni. Ed è statica la fila anche
per chi deve effettuare un elettrocardiogramma dinamico a
Formia, con 317 giorni di attesa. Undici mesi instand-byanche per effettuare l'esofagogastroduodenoscopia al Pertini,
con 332 giorni d'attesa, uno in
più per poter effettuare una
Tac del massiccio facciale
Nessuna struttura pubblica riesce
afissare esami nei tempi massimi
strutturapubblica della Regione è in grado di fissare un appuntamento entro i tempi
massimi, ossia i 2 mesi previsti
dalla legge), per un'ecografia
del capo a Civitavecchia, per
l'ecodoppler degli arti nel poliambulatorio romano di Via
Lampedusa o quello dei tronchi sovraortici a Frosinone.
Ma si deve tirare il irato per
ben 337 giorni anche ad Anagni prima di poter soffiare per
l'esame spirometrico. Un'atte-
all'ospedale
di Rieti.
E devono
passare più
di sette mesi
nel distretto
romano di
Piazza Santa
Maria della Pietà prima di riuscire a "vedere" un oculista:
217 giorni.
La gravità della situazione è
stata ammessa anche nell'ultima seduta straordinaria della
Pisana dedicata ai problemi
della salute: già «nel 2015 il 50
per cento delle prestazioni sanitarie dentro questa Regione
non è prestato e non è offerto
nei tempi previsti dalla legge:
un numero immenso. Leggermente migliorato, ricordo, per-
ILE
L'ultimo decreto è del 21 giugno
Ma il servizio è ancora in alto mare
ché nel 2016 questapercentuale è arrivata al 62 per cento, ma
ripeto, non siamo soddisfatti.
Su questo occorre, a questo
punto, una svolta. Per questo
stiamo preparando un nuovo
decreto». Ma l'ultimo decreto
sulla riorganizzazione delle liste d'attesa la Regione lo ha
pubblicato il 21 giugno scorso.
E giàin quell'atto avevariconosciuto che, «per ragioni di
natura diversa, la domanda
espressa di prestazioni specialistiche ambulatoriali supera
oggi la potenzialità dell'offerta delle stesse prestazioni e
che, quindi, viene inevitabilmente a crearsi una coda di pazienti che attendono di essere
serviti». E, dunque, «occorre
provvedere a potenziare la rete dell'offerta laddove essa sia
effettivamente inadeguata ai
bisogni della popolazione».
Un obiettivo che la Regione
aveva già indicato oltre 2 anni
fa, nell'ottobre del 2014, quan do annunciò «un'operazione
divas tissimaportata mai nemmeno tentata nella Regione:
per demolire la vergogna delle
liste di attesa, tara storica del
sistema sanitario regionale,
mettiamo in campo oltre 100
mila ulteriori prestazioni, che
devono essere eseguite entro
un arco temporale di 3 mesi».
E ora i "fin troppo pazienti"
del Lazio già sono costretti ad
iniziare a sfogliare il calendario del 2018.
Ant. Sbr.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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