"Con-Versari" : giovedì 19 gennaio 2017.

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Transcript "Con-Versari" : giovedì 19 gennaio 2017.

L'istituto d'Istruzione Superiore “Iris Versari”
invita a partecipare a
…un percorso affascinante tra Scienza e Arte
Giovedì 19 Gennaio 2017
ore 20:30
Negli occhi dell’altro, colti in un frame
Relatore: Giovanni Vumbaca, Fotografo e Ritrattista
Auditorium “Paolo e Davide Disarò” Cesano Maderno
Ri....tratto, per tracciare - tirandolo fuori dal modello, dall’imitazione della morfologia, dalla
forma dei contorni - per riprodurlo - rubando l’anima o costruendone una nuova anche senza
volerlo - scongiurando la morte e il passare del tempo, conservando il corpo nel presente
“Ti immortalo con superbia e presunzione”,si fa il linguaggio, per allontanare la nostra
impermanenza, coscienti della caducità della vita e del trascorrere del tempo. Con la fotografia
ho così l’illusione di fermare il tempo, catturandolo, non fosse solo che per un istante, per
essere sempre presenti.
Nel ritratto chi viene fotografato è consapevole di essere davanti ad un obiettivo, è come
apporsi l’etichetta : “visto in tv” , ponendosi col proprio corpo sempre più vicini al proprio Io,
in un’aderenza a cui non si sfugge. Si riproduce, si interpella, si delega e nella finzione si crea
una figura, emblema di un’espressione di una forma che ci si impone. E’ dell’oscurità in fondo
ai suoi occhi, ed è verso questa oscurità che è teso il gesto del ritrattista. Verso uno sguardo che
torna verso se stesso e non nel modo di un riflesso, ma in quello di una penetrazione nel Sè, che
rende visibile qualcosa al di là del suo aspetto.
Nello sguardo rovesciato, che ha come punto estremo il selfie , in questo narcisismo, che non
diviene soltanto narcisismo, ma va oltre e diventa l’unica percezione possibile di noi, così come
a chiedersi chi sono? Specchiarsi in un ruscello sognato, dove quello che vorresti essere si
sovrappone a quello che sei. Alla fine ricordiamo perfettamente solo le foto più care, perché le
stesse raccontano del passato trasformandolo nel futuro, intrecciandoci nell’eterna domanda
che il ritratto sembra rivolgerci: “chi siamo?”.