Progetto C.A.L.Me - Contratti di Fiume

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Transcript Progetto C.A.L.Me - Contratti di Fiume

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Sommario
Da dove siamo partiti: il progetto C.A.L.Me. ................................................................................ 4
I risultati del progetto C.A.L.Me. ...................................................................................................... 4
Il paesaggio .......................................................................................................................................... 4
Il corso d’acqua .................................................................................................................................... 5
La fauna ............................................................................................................................................... 6
La vegetazione ..................................................................................................................................... 7
Il masterplan di fattibilità ..................................................................................................................... 8
Il Contratto di Fiume ............................................................................................................................ 9
IL PROGETTO C.A.L.Me. 2 .................................................................................................................13
1
CONTESTO PROGETTUALE .........................................................................................................13
Affondi di analisi del contesto territoriale ...............................................................................................13
Punti di forza del contesto progettuale ...................................................................................................17
Elementi di criticità del contesto progettuale ..........................................................................................18
Progetti/pianificazioni collaterali e interazioni con C.A.L.Me. 2. ..............................................................22
2
OBIETTIVI DEL PROGETTO ........................................................................................................24
UN PROGETTO PER IL TERRITORIO, UN PROGETTO PARTECIPATO.................................24
3
STRATEGIE DI INTERVENTO .....................................................................................................26
Azione 1 – Opere di riqualificazione ambientale a Pieve Emanuele (MI) ....................28
Azione 2 – Opere di riqualificazione ambientale a Locate di Triulzi (MI) ....................29
Azione 3 – Opere di riqualificazione ambientale a Siziano (PV) ....................................31
Azione 4 – Opere di riqualificazione ambientale a Landriano (PV) ...............................32
Azione 5 – Opere di riqualificazione ambientale a Torrevecchia Pia (PV)...................34
Azione 6 – Opere di riqualificazione ambientale a Marzano (PV) ..................................36
Azione 7 – Opere di riqualificazione ambientale a Villanterio (PV) ...............................38
RIPARTIZIONE DELLE RISORSE ..................................................................................................40
DISPONIBILITÀ DELLE AREE ........................................................................................................41
PIANO DI MONITORAGGIO............................................................................................................44
PIANO DI COMUNICAZIONE .........................................................................................................51
MANUTENZIONI ................................................................................................................................58
RISULTATI ATTESI, CRITERI DI VALUTAZIONE E BENEFICIARI ......................................60
4
ORGANIGRAMMA E DISTRIBUZIONE DELLE COMPETENZE ............................................63
5
ORGANIZZAZIONE .......................................................................................................................65
2
ENTE CAPOFILA.................................................................................................................................65
PARTNER .............................................................................................................................................65
ENTI COFINANZIATORI ..................................................................................................................68
6
ALLEGATI ........................................................................................................................................71
3
Da dove siamo partiti: il progetto C.A.L.Me.
Nel 2013 il progetto C.A.L.Me. (Connettività Ambientale Lambro Meridionale) ha ricevuto il
cofinanziamento da parte di Fondazione Cariplo nell’ambito del bando Ambiente “Connessione
Ecologica”.
Il progetto (2014-2015) ha visto il coinvolgimento del Comune di Pieve Emanuele (ente
capofila), dei Comuni di Locate di Triulzi e di Siziano, nonchè della Provincia di Lodi e
dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca (partner), di Regione Lombardia – D.G. Ambiente,
Energia e Sviluppo Sostenibile (cofinanziatore), di A.I.P.O. in qualità di Ente territorialmente
interessato e fattivamente partecipe alla fase di progettazione.
Lo staff tecnico ha visto il coinvolgimento di numerosi professionisti di diversa estrazione:
architetto paesaggista (Studio SAP-Arch. Luigini Pirola), idrogeologo (Coop. Soc. REA, Dott.
Mino D’Alessio), botanico (Dott. Patrizia Digiovinazzo – Unimib), faunista (Dott. Simone Masin
– Unimib), comunicatore e sito web (Dott. Marco Tessaro), sociologo (prof. Giampiero
Nuvolati).
Il coordinamento tecnico è stato affidato all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, in
particolare alla dott.ssa Patrizia Digiovinazzo.
Il progetto si è concluso con due importanti risultati:


la realizzazione di un masterplan complessivo per la fattibilità di opere lungo tutto il
fiume Lambro Meridionale, che comprende in totale 15 comuni;
l’attuazione del Contratto di Fiume “Lura-Olona-Bozzente-Lambro Meridionale”,
sottoscritto da ben 10 comuni.
Questi due risultati non sarebbero stati possibili senza un continuo coinvolgimento degli
stakeholders, attraverso focus group mirati, sopralluoghi congiunti e una progettazione
condivisa con i diretti interessati, sia per le aree pubbliche che per quelle private.
In quest’ultimo senso è stata fondamentale la relazione con gli agricoltori proprietari dei terreni
e la mediazione da parte delle amministrazioni comunali.
I risultati del progetto C.A.L.Me.
Il paesaggio
Il paesaggio del progetto C.A.L.Me. non è, a prima vista, un paesaggio omogeneo. L’area in
qualche modo interessata comprende una ampia fascia del sud Milano, affiancata, ad ovest,
alla valle del Lambro Settentrionale, dalla periferia metropolitana al Colle di San Colombano,
sui territori di una ventina di Comuni e tre Province: Milano, Lodi e Pavia. Su una estensione
dell’ambito, verso sud, di circa 30 km, il primo terzo soccombe all’urbanizzato o ne contiene a
fatica l’avanzata sulla campagna, mentre gli altri due terzi riconducono, con una certa
gradualità, al paesaggio agricolo della media pianura idromorfa e della pianura sabbiosa.
Si veda il tipo di utilizzazione agricola prevalente dei terreni dell’area, che rappresentano il
margine orientale dell’area di massima espressione della risaia (in grigio nella figura seguente,
da SIARL) nel contesto della pianura pavese e milanese
L’estensione dell’area di pertinenza dell’ambito di interesse può variare dal minimo dei 40 km 2
della fascia di 1 km di larghezza geometricamente definita a cavallo dell’asse del fiume, ai 400
km2 di un contorno geografico esteso.
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Dal punto di vista dimensionale e del paesaggio visibile, il fiume Lambro Meridionale non è un
elemento di forte impatto; soprattutto considerate le dimensioni della sua valle e, nella parte
centro-meridionale incisa, la sua presenza discreta, limitata ad una fascia verde.
Il corso d’acqua
Il Fiume Lambro Meridionale, altrimenti definito torrente, impropriamente, vista la costanza
delle sue portate ampiamente alimentate dalla città, o colatore, in riferimento alla sua funzione
originaria e attuale di scolo, è in realtà un fiume oggi importante, per funzioni e per caratteri
idrologici, forse finora trascurato o sottovalutato.
L’intero corso del fiume è stato oggetto di ridefinizione cartografica, sia per riconoscere le
dinamiche idrologiche attuali, sia per valutare le effettive superfici vallive, con e senza acqua.
Da Conca Fallata, in Milano, alla confluenza nel Lambro Meridionale, lo sviluppo dell’alveo è
pari a 46,4 km. L’ampiezza della porzione bagnata, rilevata sulla base di immagini satellitari
del marzo 2015, in condizioni di portate significative, risultava di complessivi 1,26 km 2, per
larghezze d’alveo variabili tra 20 e 40 m, eccezionalmente 50-60.
Il fondovalle è però ricco anche di altre aree idriche perifluviali pari a 0,2-0,3 km2 e di tracce di
percorsi abbandonati, ben riconoscibili sul 10-15% della superficie della valle. Questa
caratteristica è fonte di incremento della qualità naturalistica e vincolo alle trasformazioni
d’uso.
Si tratta, in buona parte, di tracce di percorsi fluviali disattivati sia dalla evoluzione naturale
del fiume, sia dall’intervento antropico di regolazione, molto spesso eccessivo. Soprattutto
nelle aree interne o al margine della conurbazione milanese, la artificializzazione del fiume è
molto spinta e l’alveo risulta totalmente rettificato.
In questi tratti il fiume non può più utilizzare gli spazi morfologicamente attribuibili alla valle e
risulta, a meno di eventi alluvionali eccezionali, confinato nel suo alveo artificiale. Più oltre, il
fiume diviene molto attivo, con forte dinamica erosiva spondale, limitata però a divagazioni
attorno al suo tracciato storico e con apparentemente modesta capacità di incidere i bordi
esterni della sua valle. Peraltro i rilievi effettuati segnalano circa 15 km di sponde dell’alveo in
erosione e una decina di km ( su 60 totali in destra e sinistra idrografica) di bordi esterni della
valle pericolosamente avvicinati dalle divagazioni del corso del fiume.
A proposito della dinamica idrologica, occorre sottolineare che sono tuttora diffuse situazioni di
pericolosità idraulica lungo il fiume nelle aree arginate, per rischio di sormonto degli argini e
per allagamenti retroarginali, e nelle aree di transizione tra area urbanizzata del sud Milano e
porzione incisa del fiume in ambito agricolo, anche per la scarsa funzionalità del reticolo idrico
minore e la eliminazione graduale degli spazi di laminazione locale delle piene.
La situazione più grave e nota di rischio di inondazione è concentrata attorno all’abitato e ad
alcuni edifici produttivi della frazione Il Moro di Locate di T., dove è stato nel tempo
completamente ostruito o riempito lo spazio utile al deflusso della acque di piena nella fascia
perifluviale e alla raccolta delle acque in eccesso provenienti dalle campagne circostanti.
Infine da sottolineare anche gli aspetti relativi ai processi antropici di degradazione della
qualità delle acque, valutati nel corso del progetto Calme, in relazione alla diffusione di punti di
scarico di acque reflue o miste nel fiume. Nonostante le molte incertezze relative alla materia
sono stati raccolti dati relativi a 112 punti di scarico idrico nel fiume, comprensivi di sfioratori
fognari consortili e comunali/locali, scarichi di depuratori e scarichi indistinti, talvolta
presumibilmente di acque miste o anche meteoriche non riconosciute. La gran parte dei dati
proviene dal censimento effettuato fino al 2012 da ARPA per il “Progetto Fiumi”. Gli indici di
qualità sintetici attualmente adottati dalle metodiche regionali di monitoraggio, utilizzando dati
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provenienti dalle stazioni di Locate di Triulzi e Sant’Angelo L., indicano un progressivo
miglioramento dell’indicatore dello “stato chimico” delle acque, ma un livello da scarso a
cattivo degli elementi di qualità biologica e dell’indicatore LIMeco, rappresentativo degli
elementi chimico-fisici a sostegno dei biologici.
La fauna
Per quanto concerne l’aspetto faunistico, il corso del fiume Lambro Meridionale si configura
come un quadro piuttosto disomogeneo, che assomma tratti del corso caratterizzati da
comunità faunistiche di indubbio valore conservazionistico, con presenza di specie di avifauna
acquatica che esigono habitat complessi e non degradati come svasso maggiore (Podiceps
cristatus) e tuffetto (Tachybaptus ruficollis), assieme a tratti di minore qualità e caratterizzati
da comunità animali assai più banalizzate e impoverite.
La situazione è quindi piuttosto eterogenea lungo tutta l’asta fluviale, anche se, dalle analisi
eseguite (elaborato B3.Fauna del progetto C.A.L.Me.), il tratto fluviale più settentrionale,
approssimativamente compreso tra i Comuni di Milano e Opera, è caratterizzato da una minor
qualità faunistica media, con un popolamento faunistico più povero.
Di migliore qualità risultano il tratto intermedio, tra Opera e Landriano, e il tratto meridionale
fino alla confluenza con il fiume Lambro.
I contesti ambientali di migliore qualità risultano invariabilmente quelli definiti da aree di lanca,
di morta o comunque tutti i tratti fluviali a corrente debole, nei quali le variazioni del livello
sono modeste e la morfologia spondale più sagomata e digradante consente all’avifauna di
trovare cibo e riparo nella vegetazione ripariale. La comunità di uccelli nidificanti è ricca e
variegata, comprendendo specie comuni ed ubiquitarie come germano reale (Anas
plathyrhynchos) e gallinella d’acqua (Gallinula chloropus), fino a specie decisamente più rare
come tarabuso (Botaurus stellaris), falco di palude (Circus aeruginosus) e mestolone (Anas
clypeata).
Notevole è la presenza di una garzaia, una colonia riproduttiva di ardeidi, di medie dimensioni
presente in una lanca nel Comune di Gnignano, dove il conteggio dei nidi attivi ha permesso di
stimare la presenza di circa 200 coppie nidificanti di aironi, tra i quali airone cenerino (Ardea
cinerea), garzetta (Egretta garzetta), nitticora (Nyctycorax nictycorax), airone guardabuoi
(Bubulcus ibis) e airone bianco maggiore (Ardea alba).
Una garzaia di dimensioni minori è stata identificata in posizione più meridionale, nel territorio
comunale di Villanterio.
Almeno due siti di nidificazione di colonie di gruccione (Merops apiaster) sono altresì state
identificate nel tratto centro-meridionale dell’asta fluviale del Lambro Meridionale: questa
specie, molto visibile e dal piumaggio variopinto, potrebbe rappresentare un valido spunto per
le attività di educazione ambientale nei confronti della popolazione. In conclusione, tra le
specie ornitiche di interesse comunitario prioritario incluse in Allegato I della Direttiva
79/409/CE “Uccelli” e rilevate nei siti di indagine lungo l’asta fluviale del fiume Lambro
Meridionale possiamo anche elencare: cicogna bianca (Ciconia ciconia), falco di palude (Circus
aeruginosus), cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus) e martin pescatore (Alcedo atthis).
Per contro, l’analisi sulle comunità di fauna alloctona vertebrata e invertebrata ha rivelato
come i tratti che si configurano a maggiore diversità faunistica siano anche quelli
maggiormente colonizzati da fauna alloctona. Le analisi sono state condotte su tre specie,
scelte tra quelle maggiormente invasive e problematiche: nutria (Myocastor coypus),
testuggini americane appartenenti al genere Trachemys e gambero rosso della Louisiana
(Procambarus clarckii). Tutti e tre i taxa risultano presenti lungo l’asta fluviale, seppur
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distribuiti in modo disomogeneo nei vari tratti: la distribuzione
sorprendentemente, quella delle comunità di avifauna acquatica.
ricalca,
non
La vegetazione
Il paesaggio seminaturale che circonda il Lambro Meridionale è caratterizzato da fasce riparie
che, soprattutto nel tratto più a sud (da Siziano alla foce), seguono il percorso meandriforme
del fiume. Le immediate vicinanze sono inoltre costituite da lanche, canali irrigui e da un
paesaggio agricolo che, tuttavia, si presenta monotono e poco diversificato.
Le rive del fiume sono particolarmente penalizzate in termini di conservazione dell’ecosistema
fluviale nel primo tratto, tra Milano e Fizzonasco (in Comune di Pieve Emanuele), laddove
l’impermeabilizzazione delle sponde e l’eccessiva urbanizzazione impediscono lo sviluppo di
una vera e propria fascia riparia, teoricamente costituita da saliceti, ontanete e boschi misti
con olmo, quercia e pioppi.
Più a sud e fino alla foce, gli habitat seminaturali talvolta rappresentano fasce residuali a
margine del coltivo stesso e, anche per la loro rarità, mantengono un elevato potenziale a
livello ambientale. Ci si riferisce in particolare a due tipologie di habitat:


le fasce riparie;
le zone umide.
Le fasce riparie hanno un’estensione talvolta ridotta, in termini sia di continuità lungo il corso
d’acqua sia di spessore. Solitamente le fasce riparie hanno una profondità di circa 15 m e sono
caratterizzate soprattutto da robinia nello strato arboreo, a cui si accompagnano pioppi
(Populus nigra), olmi (Ulmus minor), più raramente farnia (Quercus robur) e pioppo bianco
(Populus alba).
Tratto di sponda a Torrevecchia Pia
7
Lo strato arbustivo è caratterizzato dall’alta frequenza e abbondanza di rovo, a cui seguono il
sambuco nero (Sambucus nigra), la robinia arbustiva, il biancospino (Crataegus monogyna),
l’acero americano (Acer negundo), l’ailanto (Aiilanthus altissima). Nello strato lianoso, accanto
all’edera, dominano Parthenocissus quinquefolia, Sicyos angulatus, ossia specie esotiche
infestanti, che tendono a soffocare il sottobosco impedendo l’instaurarsi della vegetazione
potenziale.
In alcuni punti di rilievo si sono osservati interessanti nuclei boschivi residuali che mantengono
le specie legnose proprie del contesto ecologico: a Magherno e Siziano piccole fasce riparie con
ontani neri (Alnus glutinosa) e salici (Salix alba e Salix caprea), a Opera in prossimità dell’oasi
del Lamberin una fascia a ontano nero lungo la pista ciclopedonale, nonché altre fasce con
pioppo nero (Populus nigra) e salici, a Landriano e Torrevecchia Pia piccoli nuclei con salici
arborei ed arbustivi. Sono state inoltre osservate alcune stazioni di Leucojum aestivum, una
geofita molto rara e tipica dei boschi umidi di pianura, a Marzano e a Vidigulfo.
Le zone umide sono molteplici e identificate per lo più con le lanche. Lungo il corso del fiume
si può parlare di un vero e proprio sistema di lanche (se ne sono contate 22 attive lungo il
corso d’acqua), moltissime delle quali ricche di vegetazione, che rappresentano un patrimonio
di biodiversità con un potenziale elevatissimo, dal momento che garantiscono la sopravvivenza
di una comunità igrofila molto complessa e in via di rarefazione, proprio a causa della
diminuzione delle zone umide.
Alcune di esse sono caratterizzate lungo le sponde da Juncus conglomeratus, diversi carici
(Carex flacca, Carex acutiformis), Phragmites australis, talvolta Typha latifolia. Tuttavia nella
maggior parte dei casi, trattandosi di habitat molto ombrosi e quindi poco adatti allo sviluppo
di una vegetazione erbacea igrofila, le specie maggiormente frequenti sono quelle del
sottobosco delle vegetazioni in cui sono avvolte, come l’onnipresente rovo, il sambuco, ma
talvolta anche il nocciolo (Corylus avellana), il biancospino (Crataegus monogyna)e il corniolo
(Cornus mas).
Il masterplan di fattibilità
Uno dei risultati principali del progetto C.A.L.Me. è stato la redazione di studi di fattibilità che,
per il tipo di documentazione prodotta, sono assimilabili a progettazioni preliminari. Con tale
titolo quindi gli studi sono stati inseriti nella documentazione definitiva inviata a Fondazione
Cariplo.
Per la stesura di questi studi ci si è avvalsi dei rilievi e dei sopralluoghi preliminarmente
condotti dai tecnici professionisti di diverse aree tematiche: geologia, paesaggio, vegetazione,
fauna.
Per ogni area tematica è stata redatta una carta in grado di sintetizzare sia le criticità che le
potenzialità riscontrate lungo il fiume, per un buffer di circa 500 m dalla sponda.
Dalle singole carte tematiche è stata dedotta una carta di sintesi delle potenzialità, redatta
secondo la metodologia expert-based, tenendo quindi conto sia dei dati oggettivi ottenuti dai
sopralluoghi, sia dal giudizio dei singoli professionisti che hanno partecipato al progetto. Tale
metodo ha dato come risultato aree con superfici e con un grado di potenzialità talvolta diversi
tra loro. Si passa così da superfici piccole con una potenzialità molto significativa, a superfici
ampie con una potenzialità ridotta, ma comunque degna di rilievo.
Sulla base delle carte così ottenute si è proceduto alla redazione dello studio di fattibilità: data
la portata dei dati raccolti e l’interesse da parte dei comuni si è infatti deciso di proporre un
unico studio in grado di coprire l’intera asta fluviale.
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Lo studio così ottenuto è stato progettato per essere scomposto in moduli di lavoro in modo
che, a seconda del finanziamento a disposizione o dell’interesse del comune/Area
Metropolitana/Regione, sia possibile effettuare interventi a lotti, senza perdere di vista
l’obiettivo di riqualificazione nel suo insieme.
E’ sembrata quest’ultima la scelta di progettazione più adeguata, data la complessità degli
interventi e il loro costo totale.
I Comuni interessati dal masterplan di fattibilità sono: Opera, Locate di Triulzi, Pieve
Emanuele, Siziano, Landriano, Torrevecchia Pia, Magherno, Villanterio, Marzano.
Inoltre, d’accordo con le amministrazioni comunali della parte nord del territorio in esame, in
particolare Rozzano, Opera, Locate di Triulzi e Pieve Emanuele, ci si è concentrati sugli aspetti
di pianificazione territoriale di livello superiore. Nel corso dei sopralluoghi e dei tavoli di lavoro
si è infatti convenuto che la risoluzione dei problemi ambientali salienti di questi territori
(esondazioni, scarichi inquinanti, regimazione delle sponde, scarsa permeabilità degli spazi
laterali al corso d’acqua) deve passare attraverso una pianificazione sovracomunale.
I tecnici incaricati del progetto C.A.L.Me. sono stati invitati a diversi momenti di confronto con
Regione Lombardia, sia la DG Ambiente che a DG Territorio, con A.I.P.O. e con il Consorzio
Villoresi, durante i quali sono state sollevate le criticità legate sia agli aspetti idrogeologici che
ambientali.
Da questi tavoli tecnici sul Lambro Meridionale sono emersi spunti e ipotesi di lavoro che
Regione Lombardia inserirà nello studio idraulico che sta coordinando (approvato con DGR
4996 del 30/03/2016) e di cui A.I.P.O. ha tenuto conto nella redazione del proprio masterplan
progettuale su tutta l’asta del fiume.
Il Contratto di Fiume
Un importante risultato del progetto è stato l’avvio del Contratto di Fiume da parte dei
comuni che si affacciano sul Lambro Meridionale.
I Contratti di fiume sono strumenti di programmazione negoziata volti alla riqualificazione dei
bacini fluviali. Il processo che caratterizza i Contratti di Fiume si basa sulla co-pianificazione,
ovvero su un percorso che vede un concreto coinvolgimento e una sostanziale condivisione
degli obiettivi da raggiungere da parte di tutti gli attori coinvolti. Il concetto di "riqualificazione
dei bacini", nell'ambito dei Contratti di Fiume, è inteso nella sua accezione più ampia e
riguarda tutti gli aspetti paesistico-ambientali del territorio.
Dal punto di vista amministrativo, il Contratto di Fiume si configura come un Accordo Quadro
di Sviluppo Territoriale (AQST) la cui sottoscrizione porta all'adozione di un sistema di regole
(utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale e sostenibilità ambientale) che
persegue gli obiettivi di:

riduzione dell'inquinamento delle acque;

riduzione del rischio idraulico;

riqualificazione dei sistemi ambientali e paesistici e dei sistemi insediativi afferenti ai
corridoi fluviali;

condivisione delle informazioni e diffusione della cultura dell'acqua.
Il bacino idrografico Lambro-Seveso-Olona è stato individuato da Regione Lombardia come
area prioritaria di intervento e, ad oggi, sono stati sottoscritti il Contratto di Fiume Olona-
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Bozzente-Lura (2004), il Contratto di Fiume Seveso (2006) e il Contratto di Fiume Lambro
Settentrionale (2012).
Il Lambro Meridionale rappresenta il quarto ambito vallivo del bacino Lambro-Seveso-Olona
individuato nel documento “ATLANTE del territorio del sottobacino idrografico del Po
Lambro/Olona” che rappresenta lo scenario di riferimento dei Contratti di Fiume.
Tale ambito vallivo parte dalle Groane (torrenti Guisa, Nirone, Pudiga, Garbogera) le cui acque
confluiscono nel nodo idraulico di Milano e prendono poi il nome, a sud della città, di Fiume
Lambro Meridionale il cui territorio è chiaramente divisibile in due parti distinte. La prima,
adiacente a Milano, comprende i territori urbanizzati dei comuni di Rozzano, Opera, Pieve
Emanuele e Locate Triulzi che costituiscono l’estremità meridionale di un’estesa area
sottoposta ad una forte pressione insediativa. La seconda parte, più a sud, è, invece, ancora
decisamente caratterizzata dal paesaggio agrario tipico della pianura irrigua che segue
l’andamento originario del Lambro Meridionale fino al Po. La continuità di tale ambito, seppur
fortemente modificata da interventi di trasformazione definitisi in epoca antica, conserva
ancora oggi tracce riconoscibili della propria condizione originaria ed è stato, pertanto,
analizzato nella sua interezza.
Ad oggi, il comparto dei comuni delle Groane ha già in gran parte sottoscritto il Contratto di
Fiume Olona-Bozzente-Lura.
Il progetto C.A.L.Me ha posto le basi conoscitive necessarie per l’avvio di un processo
di definizione di un quadro di attività finalizzate alla tutela e al potenziamento del
corridoio ecologico fluviale del Lambro Meridionale attraverso il coinvolgimento
attivo delle parti interessate a valorizzare e preservare il bacino fluviale.
In tal senso l’adesione al Contratto di Fiume Olona-Bozzente-Lura dei comuni che hanno
partecipato al progetto C.A.L.Me si configura come la naturale prosecuzione delle attività
avviate nel corso del progetto e come la presa in carico dei risultati dello stesso.
Riunione per promuovere l’avvio dell’adesione al Contratto di Fiume Olona-Lura-Bozzente, a Pieve
Emanuele
10
Allo stato attuale (febbraio 2016) il progetto C.A.L.Me., con il coordinamento di riunioni e
momenti di confronto anche on line, ha ottenuto l’importantissimo risultato di portare
all’adesione del Contratto di Fiume Olona-Bozzente-Lura i seguenti comuni:
COMUNE
N° DELIBERA di GIUNTA COMUNALE
Rozzano
DGC n° 208 del 22/12/2015
Locate di Triulzi
DGC n° 5 del 20/01/2016
Pieve Emanuele
DGC n° 4 del 18/01/2016
Siziano
DGC n° 183 del 25/11/2015
Vidigulfo
DGC n° 84 del 16/12/2015
Torrevecchia Pia
DGC n° 18 del 09/02/2016
Villanterio
DGC n° 17 del 22/02/2016
Landriano
DGC n° 12 del 26/01/2016
Marzano
DGC n° 13 del 29/02/2016
Su richiesta delle amministrazioni aderenti, il nome del CdF nello Statuto verrà cambiato in
“Contratto di Fiume Olona-Bozzente-Lura-Lambro Meridionale” per dare risalto a queste
importanti adesioni, che completano la volontà di riqualificazione del bacino dell’Olona, “ferma”
fino a questo momento alla parte nord di Milano.
I tavoli di lavori non si sono conclusi con il progetto CALMe: in vista del presentazione del
progetto CALMe 2, e nell’ottica di un proficuo proseguimento con i CdF, altri comuni sono
venuti a conoscenza dell’AQST e sono intenzionati a partecipare. Uno di essi è il
comune di Torre d’Arese, che ha preso contatti con la dott.ssa Digiovinazzo per
approfondimenti in tal senso.
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Estratto della tavola “A.Tavola complessiva- C.A.L.Me. 2”, in cui sono evidenziati i Comuni che hanno
sottoscritto l’AQST Contratto di Fiume (agg. Aprile 2016)
12
IL PROGETTO C.A.L.Me. 2
1
CONTESTO PROGETTUALE
Il filo conduttore della proposta di progetto è il percorso del fiume che attraversa i territori
comunali o li lambisce lungo i loro confini, ma che in ogni caso modella il paesaggio, ora come
nel passato, rendendolo unico.
Tutte le azioni di progetto, siano esse interventi per il miglioramento degli ecosistemi oppure
attività di comunicazione e partecipazione, mirano a consolidare questo filo conduttore e a
ristabilire un corretto rapporto uomo-fiume.
Come esplicitato nel capitolo iniziale, il fiume modella e contestualizza in modo molto diverso
la parte nord dalla parte sud del territorio che attraversa. Nei primissimi comuni che bagna, a
nord (Milano, Rozzano e parte di Pieve Emanuele e di Locate di Triulzi), il Lambro Meridionale
è rettificato, deviato dal suo naturale andamento, con argini laterali e canali scolmatori su
entrambi i lati per smorzare gli effetti delle esondazioni periodiche.
L’inurbamento e la cementificazione impediscono l’instaurarsi della fascia di vegetazione
riparia, la quale non è accessoria, ma parte integrante dell’ecosistema fluviale. Senza la
vegetazione ripariale e il proprio suolo, il corso d’acqua non può svolgere le funzioni
ecosistemiche che gli sono proprie, non è in grado di autosostenersi e di contrastare i disturbi
e le pressioni sia esogeni che endogeni, di origine naturale o antropica.
Poco più a sud, partendo da Locate di Triulzi e da Pieve Emanuele e proseguendo per tutti gli
altri comuni del pavese e del lodigiano, il Lambro Meridionale torna ad essere un ecosistema
più completo: oltre all’alveo fluviale vero e proprio, il fiume gode di maggior spazio
lateralmente alle sponde e mantiene una fascia ripariale più o meno conservata.
Affondi di analisi del contesto territoriale
A) il territorio di Locate di Triulzi
Il PTCP vigente della Città metropolitana di Milano (approvato con deliberazione del Consiglio
Provinciale n. 93 del 17 dicembre 2013) individua l’area di intervento di Locate di Triulzi
all’interno dell’unità tipologica di paesaggio delle “Valli fluviali e valli dei corsi d’acqua minori”,
nello specifico nella sotto-unità della “Valle dell’Olona e del Lambro Meridionale” (come
riportato nel PTCP precedentemente vigente). “I principali sistemi vallivi rappresentano
soluzioni di continuità nella pianura sia dal punto di vista morfologico che dell’uso del suolo. In
queste valli fluviali le tipologie di suolo sono molto variabili, legate alla dinamica e all’età di
deposizione, nonché alla natura dei materiali trasportati. In qualche caso il corso d’acqua è
stato fortemente compromesso dall’urbanizzazione e dalle opere di regimazione dell’ingegneria
idraulica che hanno fatto scomparire totalmente la dinamica naturale del fiume.” [Relazione
generale del PTCP]. Il Lambro Meridionale, la cui valle è considerata proseguimento della valle
dell’Olona, presenta nicchie di panoramicità qualificata, dovute alla sinuosità del suo corso. Il
tratto interessato è uno dei primi in cui il corso d’acqua assume le caratteristiche di fiume vero
e proprio, poiché nel tratto iniziale ha prevalenti caratteristiche di colatore, con conseguente
presenza di aree degradate.
La Tavola 2 Sezione 6 – Ambiti, sistemi ed elementi di rilevanza paesaggistica del PTCP,
individua diversi elementi di valore nell’intorno dell’area d’interesse. Tra gli ambiti ed elementi
13
di prevalente valore storico e culturale, diversi insediamenti rurali di rilevanza paesistica e
d’interesse storico, oltre ad architetture religiose; sono inoltre evidenziati estesi ambiti agricoli
di rilevanza paesaggistica e i pioppeti che caratterizzano diffusamente le sponde del Lambro
Meridionale. Tra gli ambiti ed elementi di prevalente valore simbolico sociale fruitivo e visivopercettivo si segnalano diversi percorsi di interesse storico e paesaggistico, corrispondenti a
strade bianche o secondarie ma comunque immerse all’interno della pianura agricola del basso
milanese.
Tra le azioni strategiche proposte dal PTCP per il recupero e la valorizzazione di tale unità di
paesaggio, figurano il recupero del patrimonio naturalistico e storico-culturale del sistema
fluviale, la valorizzazione paesistica dei luoghi della memoria storica, la riqualificazione a scopi
naturalistici-ricreativi delle aree degradate, l’impiego di sistemi di fitodepurazione e di
ecosistemi filtro, il sostegno alle iniziative volte alla riqualificazione paesistico-ambientale del
Lambro-Seveso-Olona.
Si evidenzia inoltre che la restante parte del territorio comunale di Locate di Triulzi fa parte
dell’unità di paesaggio “Bassa pianura irrigua”, caratterizzata da una maggior conservazione
del paesaggio nelle aree più vicine alla città di Milano, e una progressiva degradazione dello
stesso via via che si procede verso est, con perdita di elementi significativi. Nello specifico, la
zona è caratterizzata dalla conurbazione Milano-Rozzano-Opera, sviluppatasi a partire dagli
anni ’50 e a sviluppo lineare, prevalentemente residenziale e terziario produttivo, che oggi
arriva sino all’abitato di Siziano, in provincia di Pavia; questo grande reticolo di urbanizzazione
si trova intercluso tra le autostrade A7 e A1, e comprende al suo interno l’insediamento
residenziale di Milano 3. Non strutturandosi su assi storici ben definiti (come accade ad altre
conurbazioni, ad esempio lungo i navigli o la via Emilia), questa conurbazione appare
abbastanza frastagliata e disomogenea, acquisendo i caratteri di periferia metropolitana.
Per quanto riguarda gli elementi naturali e paesaggistici, il PGT del Comune di Locate di Triulzi,
soprattutto nella Tavola 05 – Il sistema ambientale stato di fatto del Documento di Piano,
riprende ed evidenzia gli elementi già riportati negli elaborati del PTCP, e individua inoltre la
fascia in fregio al fiume caratterizzata da boschi; tuttavia, la vegetazione in questa zona si
presenta alquanto rarefatta, con diffusi esemplari arborei residui, ed è ormai prevalente lo
strato erbaceo-arbustivo.
B) Territorio di Landriano
Il PTCP vigente della Provincia di Pavia (approvato con deliberazione del Consiglio Provinciale
n. 30/26209 del 23 aprile 2015), in accordo con i contenuti del Piano del Paesaggio Lombardo,
individua le aree di intervento di Landriano all’interno dell’unità tipologica di paesaggio “Ambito
del pavese tra Ticino e Olona”, comprendendo quest’ultimo all’interno delle cosiddette “aree
della evoluzione paesaggistica”; si tratta di aree i cui tratti caratteristici del paesaggio
sono stati relativamente modificati nel corso del tempo, caratterizzate dalla presenza di alcuni
segni e usi anche se in quantità e qualità minori rispetto al passato, tali da non costituire più
dominanti paesaggistiche. Per queste aree il PTCP prevede una normativa di indirizzo “volta
alla individuazione degli elementi di valore preesistenti al fine di una loro conservazione e/o
reinterpretazione nelle future trasformazioni paesaggistiche e territoriali. Tali ambiti sono
pertanto quelli per i quali è necessario un approfondimento pianificatorio di tipo paesaggistico,
e pertanto rappresentano ambiti primari di copianificazione con i comuni. Gli eventuali
interventi di trasformazione di segni permanenti del paesaggio, quando ritenuti necessari, li
14
rispettano ed interpretano ammettendone una evoluzione previa specifica applicazione di
adeguate misure di minimizzazione o di compensazione.” [Relazione generale del PTCP].
Il PTCP delinea alcuni indirizzi aggiuntivi suggeriti attuabili per le diverse unità tipologiche di
paesaggio, tra cui, in generale: la tutela, il consolidamento e il coerente incremento strutturale
degli elementi residuali di naturalità e paranaturalità presenti; la salvaguardia dell’assetto
spaziale degli ecomosaici caratterizzanti i territori comunali; la previsione di una rete ecologica
locale in attuazione alla REP; lo sviluppo di servizi ecosistemici di livello locale e sovralocale,
attraverso l’integrazione delle questioni ecologico-naturalistiche all’interno della pianificazione,
della programmazione e della progettazione. Inoltre, per le unità di paesaggio con presenza di
corpi idrici, il PTCP raccomanda la promozione della pioppicoltura come elemento caratteristico
del paesaggio, di pari passo però con la presenza di unità ecosistemiche di interesse ecologiconaturalistico, sfruttando in particolar modo le aree demaniali; la realizzazione di interventi
polifunzionali per il miglioramento della funzionalità ecologica e per l’equilibrio idromorfologico,
rimuovendo i fattori di pressione attuali; il contenimento del continuo fenomeno di saldatura
conurbativa lungo i corsi d’acqua, tutelando i residui varchi di permeabilità esistenti,
garantendo la continuità tra il sistema ripariale e gli spazi liberi esterni ad esso.
La Tavola 2.b – Previsioni del sistema paesaggistico-ambientale del PTCP, non rileva particolari
caratteri distintivi del paesaggio corrispondenti alle aree d’interesse, né nell’immediato intorno,
se non alcune siepi e filari sparsi nella piana agricola circostante il centro storico dell’abitato di
Landriano, e le scarpate morfologiche definite che delimitano il corso del Lambro Meridionale.
C) Territorio di Torrevecchia Pia
Il PTCP vigente della Provincia di Pavia (approvato con deliberazione del Consiglio Provinciale
n. 30/26209 del 23 aprile 2015), in accordo con i contenuti del Piano del Paesaggio Lombardo,
individua le aree di intervento di Torrevecchia Pia all’interno dell’unità tipologica di paesaggio
“Pianura irrigua a est di Pavia – ambito agricolo foraggero”, comprendendo quest’ultimo
all’interno delle cosiddette “aree della trasformazione paesaggistica”; queste aree hanno subito
trasformazioni radicali alla propria struttura, non presentando più gli usi tradizionali di un
tempo. La normativa di indirizzo predisposta per queste aree, prevede una reintroduzione di
elementi di qualità capaci di qualificare sia la loro immagine che la condizione ecologica, pur
tenendo presente le logiche economiche che le governano attualmente; gli interventi previsti si
possono declinare così in due maniere differenti: interpretando le preesistenze residuali ancora
presenti, oppure proponendo una nuova definizione dei paesaggi, dimostrandone però la
coerenza con il contesto paesaggistico in cui andranno ad inserirsi.
Il PTCP delinea alcuni indirizzi aggiuntivi suggeriti attuabili per le diverse unità tipologiche di
paesaggio, tra cui, in generale: la tutela, il consolidamento e il coerente incremento strutturale
degli elementi residuali di naturalità e paranaturalità presenti; la salvaguardia dell’assetto
spaziale degli ecomosaici caratterizzanti i territori comunali; la previsione di una rete ecologica
locale in attuazione alla REP; lo sviluppo di servizi ecosistemici di livello locale e sovralocale,
attraverso l’integrazione delle questioni ecologico-naturalistiche all’interno della pianificazione,
della programmazione e della progettazione. Inoltre, per le unità di paesaggio con presenza di
corpi idrici, il PTCP raccomanda la promozione della pioppicoltura come elemento caratteristico
del paesaggio, di pari passo però con la presenza di unità ecosistemiche di interesse ecologiconaturalistico, sfruttando in particolar modo le aree demaniali; la realizzazione di interventi
polifunzionali per il miglioramento della funzionalità ecologica e per l’equilibrio idromorfologico,
rimuovendo i fattori di pressione attuali; il contenimento del continuo fenomeno di saldatura
conurbativa lungo i corsi d’acqua, tutelando i residui varchi di permeabilità esistenti,
garantendo la continuità tra il sistema ripariale e gli spazi liberi esterni ad esso.
15
Tra gli ambiti, sistemi e/o elementi di rilevanza paesaggistica riportati nella Tavola 2.b –
Previsioni del sistema paesaggistico-ambientale del PTCP, si segnalano, nell’intorno delle aree
di interesse, siepi e filari residui che contraddistinguono il parcellario agricolo, classificati come
prevalenze di valore storico e culturale, e, insistenti sulle aree di progetto o immediatamente
adiacenti, le scarpate morfologiche definite del fiume Lambro Meridionale e il PLIS del Lambro
Meridionale e del Ticinello, entrambi identificati come elementi di prevalente valore naturale.
La Tavola 13 – Carta del Paesaggio del Documento di Piano del PGT del Comune di
Torrevecchia Pia riporta diversi elementi di valore paesaggistico ed emergenze puntuali
nell’intorno delle varie aree di interesse, tra i quali: formazioni vegetazionali lineari lungo il
corso del fiume, pioppeti/arboricoltura da legno, ambiti del PLIS, una parte del territorio
dell’Oasi Naturalistica di Torrevecchia Pia.
D) Territorio di Villanterio
Il PTCP vigente della Provincia di Pavia (approvato con deliberazione del Consiglio Provinciale
n. 30/26209 del 23 aprile 2015), in accordo con i contenuti del Piano del Paesaggio Lombardo,
individua le aree di intervento di Villanterio all’interno dell’unità tipologica di paesaggio
“Pianura irrigua a est di Pavia – ambito agricolo foraggero”, comprendendo quest’ultimo
all’interno delle cosiddette “aree della trasformazione paesaggistica”; queste aree hanno subito
trasformazioni radicali alla propria struttura, non presentando più gli usi tradizionali di un
tempo. La normativa di indirizzo predisposta per queste aree, prevede una reintroduzione di
elementi di qualità capaci di qualificare sia la loro immagine che la condizione ecologica, pur
tenendo presente le logiche economiche che le governano attualmente; gli interventi previsti si
possono declinare così in due maniere differenti: interpretando le preesistenze residuali ancora
presenti, oppure proponendo una nuova definizione dei paesaggi, dimostrandone però la
coerenza con il contesto paesaggistico in cui andranno ad inserirsi.
Il PTCP delinea alcuni indirizzi aggiuntivi suggeriti attuabili per le diverse unità tipologiche di
paesaggio, tra cui, in generale: la tutela, il consolidamento e il coerente incremento strutturale
degli elementi residuali di naturalità e paranaturalità presenti; la salvaguardia dell’assetto
spaziale degli ecomosaici caratterizzanti i territori comunali; la previsione di una rete ecologica
locale in attuazione alla REP; lo sviluppo di servizi ecosistemici di livello locale e sovralocale,
attraverso l’integrazione delle questioni ecologico-naturalistiche all’interno della pianificazione,
della programmazione e della progettazione. Inoltre, per le unità di paesaggio con presenza di
corpi idrici, il PTCP raccomanda la promozione della pioppicoltura come elemento caratteristico
del paesaggio, di pari passo però con la presenza di unità ecosistemiche di interesse ecologiconaturalistico, sfruttando in particolar modo le aree demaniali; la realizzazione di interventi
polifunzionali per il miglioramento della funzionalità ecologica e per l’equilibrio idromorfologico,
rimuovendo i fattori di pressione attuali; il contenimento del continuo fenomeno di saldatura
conurbativa lungo i corsi d’acqua, tutelando i residui varchi di permeabilità esistenti,
garantendo la continuità tra il sistema ripariale e gli spazi liberi esterni ad esso.
Tra gli ambiti, sistemi e/o elementi di rilevanza paesaggistica riportati nella Tavola 2.b –
Previsioni del sistema paesaggistico-ambientale del PTCP, si segnalano, nell’intorno delle aree
di interesse, appartenenti alle prevalenze di valore storico e culturale: siepi e filari residui che
contraddistinguono il parcellario agricolo; la Cascina Tombone e la Chiusa Tombone,
identificate come nucleo rurale di particolare interesse storico/tipologico; la ex SS235,
classificata come viabilità storica, poiché già in epoca romana collegava le città di Brescia
(Brixia) e Pavia (Ticinum). Tra gli elementi di prevalente valore naturale, si segnalano le
scarpate morfologiche definite del fiume e il geosito che riguarda la deviazione del fiume
Lambro Meridionale.
16
L’elaborato PR.9 – Rilevanza paesaggistica: beni costitutivi del paesaggio del Piano delle
Regole del PGT del Comune di Villanterio, classifica le aree oggetto d’interesse come pioppeti o
boschi di latifoglie, quasi tutte interamente identificate come “Aree di elevato contenuto
naturalistico” e/o “Aree di consolidamento dei caratteri naturalistici”, a testimonianza della
residua naturalità da tutelare presente lungo il corso del Lambro Meridionale. Alcune aree sono
anche identificate come coni visuali.
Punti di forza del contesto progettuale
Il contesto territoriale presenta livelli di interesse a diverse scale, come descritto nella proposta
di progetto C.A.L.Me. (2013). In particolare:

Buona parte dell’asta del fiume è inserita nell'Area prioritaria per la biodiversità n° 29,
da Carpiano fino alla foce (circa 40 Km), per la presenza di habitat peculiari, specie di
interesse conservazionistico a livello europeo ed endemismi.
E' presente un Habitat inserito in Direttiva Habitat come prioritario, ossia l'Habitat
91E0* - Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion
incanae, Salicion albae), nonchè formazioni d'idrofite rizofite (Potamogeton spp.),
elofite e cariceti di piccola taglia, saliceti a Salix cinerea. La riqualificazione (o la
ricostituzione) di questo habitat importantissimo è oggetto delle opere a verde
proposte, con il titolo di “riqualificazione delle vegetazione ripariale”.
Habitat e specie citate nello
studio per la definizione
dell’Area prioritaria per la
biodiversità
Importanza
conservazionistica e/o
regime di tutela
L’habitat o la specie sono oggetto
di proposta di intervento in
C.A.L.Me. 2 ?
SI’
*Foreste alluvionali di Alnus
glutinosa e Fraxinus excelsior
(Alno-Padion, Alnion incanae,
Salicion albae) - (Alnetea
glutinoso-incanae)
Habitat prioritario 91E0* della
Direttiva Habitat 92/43 CEE
Formazioni a Potametea
pectinati
Vegetazione che contribuisce
alla formazione degli Habitat
3150 e 3260 della Direttiva
Habitat 92/43 CEE
Vegetazione erbacea a grandi
carici (Magnocaricion,
Phragmition)
Vegetazione che contribuisce
alla formazione dell'Habitat
7230 della Direttiva Habitat
92/43 CEE
Riqualificazione vegetazione ripariale
lungo l’asta fluviale, con la messa a
dimora di Alnus glutinosa e Salix ssp.
(concordate con l’Autorità
competente per il rilascio delle
autorizzazioni)
SI’
Riqualificazione delle lanche e messa
a dimora piante acquatiche
SI’
Riqualificazione vegetazione ripariale
delle rogge e dei canali scolmatori
SI’
Merops apiaster (gruccione)
in Direttiva Uccelli
Alcedo atthis (martin
pescatore)
Allegato I della Direttiva Uccelli
Realizzazione di barene per la
nidificazione
SI’
Realizzazione di barene per la
nidificazione
17

L'area è inserita in massima parte nella Rete Ecologia Regionale (RER), secondo la DGR
VIII/10962 del 30 dicembre 2009. In particolare le categorie di elementi che riguardano
il corso d'acqua sono:
Elemento di primo livello della RER. Comprende la maggior parte del corso d'acqua, tra
Siziano, Landriano, Torrevecchia Pia, Marzano, Torre d'Arese, Magherno, Villanterio, S.
Angelo Lodigiano;
Corridoio regionale primario a bassa o moderata antropizzazione, con funzione di
collegamento di livello primario tra elementi ecologicamente rilevanti della RER.
Comprende il tratto intermedio del corso d'acqua tra Landriano, Torrevecchia Pia,
Marzano.
Elemento di secondo livello. Tali elementi costituiscono ambiti complementari di
permeabilità ecologica in ambito planiziale in appoggio alle Aree prioritarie per la
biodiversità, forniti come orientamento per le pianificazioni di livello sub-regionale.
Comprende il tratto di fiume iniziale tra Rozzano, Locate di Triulzi e Pieve Emanuele.
Varco. Come da definizione del documento regionale, i varchi rappresentano situazioni
particolari in cui la permeabilità ecologica di aree interne a elementi della RER viene
minacciata o compromessa da interventi antropici. Il tratto di Landriano è definito come
"varco da mantenere e da deframmentare", ovvero è necessario preservare l'area da
ulteriore consumo di suolo e simultaneamente intervenire per ripristinare la continuità
ecologica presso interruzioni antropiche esistenti.

La Carta delle Potenzialità (“B6.Carta di sintesi delle potenzialità e delle criticità”
Progetto C.A.L.Me.), realizzata a seguito dei sopralluoghi e dei censimenti faunistici,
vegetazionali e idrogeologici negli anni 2014 e 2015, ha messo in evidenza i
numerosissimi punti di forza del territorio preso in esame che, a partire dal tratto meno
rettificato (ossia da Pieve Emanuele in poi) conserva habitat potenzialmente
interessantissimi per la conservazioni della biodiversità, a tutte le scale (di specie, di
ecosistema, di paesaggio). L
Le aree potenziali dei diversi tematismi spesso coincidono, talvolta con tutti e tre i
tematismi coinvolti.
Al riguardo si veda, a titolo di esempio, il confronto tra le tre aree incluse nei Comuni di
Landriano, Torrevecchia Pia e Marzano, dove si ha corrispondenza tra le aree potenziali
dal punto di vista vegetazionale (voce lanca + mosaico di ambienti e voce mosaico di
ambienti) e la presenza di avifauna significativa. Di pari passo, le criticità idrogeologiche
rilevate in corrispondenza delle stesse aree non sono così massicciamente presenti
come altrove.
Nell'ambito del panorama che quindi si è delineato, in ragione delle possibilità
offerte dalle contingenze e opportunità, si sono poi individuate alcune aree di
intervento: si tratta delle aree che hanno dato forma alle progettazioni del
progetto C.A.L.Me. e che sono confluite nella parte “C. stralcio delle
progettazioni preliminari”, allegata al bando.
Elementi di criticità del contesto progettuale
Si richiamano in questo paragrafo alcuni punti critici, a loro volta discussi in modo approfondito
nell’allegato D – Libretto delle buone pratiche, all’interno del Progetto C.A.L.Me.
18
Ci si sofferma in particolare sugli elementi di criticità che la proposta di progetto intende
contribuire a risolvere, sia attraverso gli interventi, sia attraverso le attività di comunicazione.

Discontinuità dell’ecosistema fluviale laterale al corso d’acqua, talvolta esiguo sia per
lunghezza che per profondità.
Nonostante il contesto paesaggistico sia per lo più di tipo agro-forestale, e quindi
coerente con lo sviluppo di un ecosistema ben conservato, il protrarsi delle coltivazioni
spesso fino al limite della scarpata fluviale impedisce di fatto la continuità della fascia
ecosistemica lungo il corso d’acqua.
I risultati di una tesi di campo coordinata dall’Università di Milano – Corso di Laurea in
Scienze Naturali, sebbene parziali perché condotti su 20 punti distribuiti lungo tutto il
corso del fiume, mostrano che l’ampiezza della fascia boscata è piuttosto limitata, non
supera in media i 18 metri, con picchi minimi di 6 m. Il “bosco”, se così lo si può
definire, è quindi presente solo a ridosso del corso d’acqua e raramente si amplia nelle
aree limitrofe, a causa della presenza di coltivi, di abitazioni o infrastrutture viarie.
Tratto spondale a Torrevecchia Pia, in cui si ha discontinuità delle fasce ecosistemiche laterali e
fotosimulazione del ripristino che si intende perseguire con gli interventi in progetto

Composizione semplificata dell’ecosistema fluviale laterale al corso d’acqua, spesso
paucispecifica sia dal punto di vista della fauna che della flora, quando non dominato da
specie esotiche.
Tratto di sponda in Comune di Magherno. La vegetazione è costituita da specie ruderali arbustive
(rovo) e da specie esotiche erbacee (bambù); fotosimulazione del ripristino che si intende
perseguire con gli interventi in progetto
19
La vegetazione che caratterizza la maggior parte delle sponde del fiume Lambro
Meridionale non è composta da specie igrofile, ma da un miscuglio di specie esotiche o
comunque poco coerenti con le caratteristiche ecologiche e stazionali in cui si trovano.
Nella maggior parte dei casi le sponde, quando sono vegetate, sono costituite da fasce
boschive a Robinia pseudoacacia sia nello strato arboreo che in quello arbustivo, e da
un sottobosco caratterizzato da Rubus sp. e da poche altre specie, per le quali si
rimanda alla tabella e alla descrizione apposita, nel capitolo sopra citato. Altra forte
criticità è l’abbondanza di specie esotiche rampicanti che soffocano la vegetazione
esistente, depauperando ulteriormente la compagine floristica dell’area (per questo
tema si rimanda alla scheda specifica).
I nuclei di vegetazione ripariale individuati nel corso dei sopralluoghi sono esigui e poco
ampi, limitati a lembi di ontano nero (Alnus glutinosa), strette fasce con salici
(soprattutto Salix alba e Salix caprea) e pioppi (Populus alba, P. nigra), o sporadiche
anse di meandro in cui il canneto (Phragmites australis) trova condizioni ecologiche
ideali per vegetare.
 Specie esotiche invasive.
Un’altra criticità in questo senso è data dall’abbondanza di alcuni animali alloctoni
invasivi, concausa dell’attuale destrutturazione dell’ecosistema fluviale. Basti pensare
alle nutrie e al gambero della Louisiana, censiti nel corso del progetto C.A.L.Me. e
risultati presenti/abbondanti nella maggior parte dei punti di campionamento.
La nutria è un grosso roditore che seleziona microhabitat lacustri e fluviali, non
disdegnando però anche il reticolo idrico minore, per costruire le proprie tane che
possono essere anche molto complesse e spingersi profondamente all'interno delle
sponde e negli argini di fiumi, canali e aree vicinali alle raccolte d'acqua.
A titolo di esempio, si può riportare la densità di popolazione accertata nello Stato della
Florida, pari a 24,7 ind/ha rispetto a valori più bassi, ma consistenti pari a 3.28 ind/ha
registrati in una zona lacustre umbra (Cocchi e Riga, 20011).
La presenza di questa specie invasiva esotica risulta nociva sia per le fitocenosi che,
indirettamente, per le zoocenosi tipiche delle aree fluviali. L'intenso pascolamento
messo in atto dalla nutria a carico principalmente della vegetazione igrofila, con
predilezione particolare per le essenze tuberose o rizomatose, causa la scomparsa e la
riduzione del fragmiteto e in generale la banalizzazione dei microhabitat di ripa,
privando l’avifauna legata alle formazioni vegetali igrofile di siti di riproduzione e
svernamento.
Passeriformi come il cannareccione (Acrocephalus arundinaceus), uccelli palustri come
la folaga (Fulica atra), la gallinella d'acqua (Gallinula chloropus) il germano reale (Anas
plathyrhynchos) il tarabusino (Ixobrichus minutus) sono tutte specie che vengono
danneggiate dalla presenza di questo roditore.
Lungo il corso del Lambro Meridionale, popolazioni di questo roditore sono state
accertate praticamente in tutte le stazioni di censimento considerate, con l'eccezione
dei siti in cui il corso del fiume è raddrizzato e la cementificazione delle sponde, unita
alla notevole turbolenza delle acque, rende il sito non idoneo a questa specie.
1
Cocchi R. e F. Riga, 2001 - Linee guida per il controllo della Nutria (Myocastor coypus). Quad. Cons. Natura, 5, Min.
Ambiente - Ist. Naz. Fauna Selvatica.
20
Per questo motivo, accanto all’implementazione degli ecosistemi perifluviali prevista nel
progetto C.A.L.Me. 2, sarà necessario prevedere azioni di contenimento delle principali
specie esotiche animali e vegetali, sia in fase ante operam che post operam.
Per le specie vegetali si procederà con le lavorazioni preliminari delle aree, comprensive
di decespugliamento e di eradicazione delle specie invasive, mentre per le specie
animali, nel caso particolare le nutrie, verranno contattati gli organi preposti al
controllo, come già sperimentato con successo nell’ambito di altri progetti di
riqualificazione ambientale da parte di alcuni partner (es. Comune di Pieve Emanuele e
Comune di Locate di Triulzi).
Sarà quindi cura del coordinatore tecnico-scientifico incaricato della supervisione del
progetto, prendere contatti in modo tempestivo con gli organi competenti per il
contenimento delle specie invasive, diversi a seconda della provincia di appartenenza.

Artificializzazione delle sponde
Il Lambro Meridionale è già oggi un fiume totalmente artificializzato nella sua parte
settentrionale, compresa tra il nodo idraulico di Conca Fallata e il ponte della SP28, al
Moro di Locate di Triulzi.
Qui, l’occupazione urbana di quasi tutti gli spazi di valle circostanti il corso d’acqua,
soprattutto a Rozzano e Fizzonasco di Pieve Emanuele, in sponda destra, ha poi
determinato l’inevitabile realizzazione di difese arginali sempre più continue e di
crescente altezza, a fronte anche dell’incremento delle portate del fiume per consentire
di alleggerire i carichi idraulici gravanti sull’area milanese. Gli argini in terra sono
continuamente da adeguare e rinforzare, soprattutto con massicciate a scogliera
disposte sui paramenti bagnati interni dell’edificio arginale. A questi interventi
strutturali, si sommano anche i vincoli che, non senza ragione, limitano gli interventi di
rinaturalizzazione degli argini alle piantagioni erbacee e arbustive, per evitare il carico
eccessivo e i danni da ribaltamento e caduta di alberi. In ogni caso, le possibilità di
rinaturalizzazione degli argini e delle fasce di rispetto del demanio idrico, estese per
4/10 m a partire dal limite esterno dei rilevati d’argine, sono scarsamente considerate e
praticate.
In questo tratto di fiume sono anche presenti molte altre opere idrauliche e opere di
difesa (briglie, muri, derivazioni…) che complessivamente interrompono e riducono la
naturalità dell’alveo e delle rive.
Gli interventi di contenimento della erosione spondale sono frequenti anche nella parte
incisa del fiume, da Pieve-Locate a Sant’Angelo L. Ferme restando le esigenze della
sicurezza idraulica, che impongono interventi di contenimento dell’erosione e
rafforzamento delle rive, c’è la tendenza a realizzare difese spondali, in genere in
scogliera, in molti tratti aperti, se sottoposti a fenomeni significativi di erosione. In molti
casi, le opere lineari realizzate divengono poi inutili, perché aggirate, demolite o rese
inefficaci.
Le analisi condotte fino ad oggi hanno definito i tratti in erosione e quelli in cui l’alveo
intacca i margini esterni della valle. Solo le situazioni realmente pericolose per
insediamenti antropici, in valle e fuori di essa, non diversamente localizzabili,
dovrebbero essere oggetto di intervento, mentre altrove si propone la limitazione degli
interventi di artificializzazione e la evoluzione naturale dell’alveo.
La riduzione, in tutti i casi non di grave e provata necessità, degli interventi di controllo
artificiale della erosione e della naturale mobilità dell’alveo rappresenta il presupposto
21
per l’incremento della complessiva naturalità della fascia perifluviale e della valle intera
del Lambro Meridionale, pur tenendo presente che la dinamica morfogenetica può
localmente e momentaneamente sfavorire l’insediamento vegetale e animale.

Gestione non finalizzata delle aree del demanio idrico
Le aree attribuite al demanio idrico, comprese cioè nelle fasce di rispetto dei corpi idrici
e tutte quelle che sono state create e/o abbandonate dal fiume, in particolare negli
ultimi 20 anni, dovrebbero essere oggetto di ricognizione e censimento ai sensi dell’art.
32 delle Norme PAI. Ciò invece non capita e rimane in genere incerta la individuazione
del demanio idrico e ampiamente sottoutilizzate le sue potenzialità ai fini
dell’incentivazione dei processi di rinaturalizzazione previsti, in linea generale, dalle
norme PAI, in particolare con riferimento alle aree sottoposte a rischio esondativo. Si
noti che, con la Variante PAI in corso di approvazione (Delib. C.I. Autorità di Bacino Po
n.5/2015), le fasce a diversa pericolosità idraulica definite sul Lambro M. dal Piano
Gestione Rischio Alluvioni sono equiparate alla normativa delle fasce fluviali del PAI.
Nel corso del progetto e nell’ambito delle azioni del CdF si dovrà procedere alla
ricognizione delle aree di demanio e alla individuazione di quelle sottoposte a
pericolosità idraulica media e alta, per destinarle a soli fini di ricostituzione del corridoio
ecologico. Inoltre all’esistenza e durata di eventuali concessioni, per rivederne le
condizioni in atto da finalizzate alla massima efficacia a fini naturalistici.
Progetti/pianificazioni collaterali e interazioni con C.A.L.Me. 2.
Gli interventi proposti in C.A.L.Me. 2 si inseriscono in un contesto più ampio, che comprende
progettazioni e pianificazioni a diversa scala territoriale ed evidenziati nella “tavola generale”
allegata.
Nel corso del progetto C.A.L.Me. sono state impiegate molte energie per promuovere tavoli
tecnici di confronto tra le diverse progettualità in atto, così da evitare sovrapposizioni e inutili
dissipazioni di risorse, e, di contro, favorire sinergie costruttive con i diversi attori e
stakeholders.
Anche in questo caso il momento della comunicazione è stato un passaggio fondamentale, per
amplificare positivamente gli effetti di una progettazione e costruire una proposta di
riqualificazione territorialmente significativa.

P.L.I.S. Parco del Lambro Meridionale e del Ticinello. Il PLIS vede come ente capofila il
Comune di Siziano e come altri comuni aderenti Vidigulfo e Torrevecchia Pia. Per la
posizione centrale rispetto al Lambro Meridionale e per il ruolo di ente capofila del PLIS,
il Comune di Siziano si è proposto come ente capofila del progetto CALMe 2.
Il PLIS comprende circa 616 ettari di superficie che si estende lungo i comuni pavesi
costeggiando le rive del Lambro Meridionale e del cavo Ticinello. Il parco è costituito
prevalentemente da coltivi, impianti forestali e da alcuni lembi di ambienti con
caratteristiche più spiccatamente naturali con vegetazione erbacea igrofila. All'interno
del parco sono presenti sia testimonianze agricole di cascine storiche che alcuni biotopi
come tifeti, residui di ontaneti e boschi ripariali nei quali vengono tutelate alcune specie
animali, quali la licena delle paludi (rara farfalla estinta nella maggior parte del
territorio europeo), il cavaliere d'Italia, il martin pescatore ed il falco di palude.
22




Il Parco Agricolo Sud Milano sta coordinando il progetto di compensazione a seguito
della realizzazione di un importante e imponente nuovo insediamento commerciale
previsto in comune di Locate di Triulzi. Le compensazioni saranno distribuite sui tre
territori comunali che si ritiene potranno subire maggiore impatto ambientale a seguito
della realizzazione della struttura: oltre a Locate di Triulzi, Opera e Pieve Emanuele.
I territori oggetto di compensazione sono ricompresi nel PASM e possono essere
sintetizzati in opere di miglioramento della fruizione: infrastrutture leggere per favorire
la ciclabilità, ponti pedonali, pannellistica.
Oltre a ciò, il progetto di compensazione recepisce le progettualità formulate in passato
nei tre Comuni. In questo senso, anche il progetto R.A.R.E. sulla riqualificazione degli
spazi aperti (Cofinanziamento Fondazione Cariplo-Bando Spazi Aperti 2010) e il
progetto C.A.L.Me. (per gli interventi non oggetto della presente proposta di progetto)
sono stati inseriti come opportunità di riqualificazione del territorio.
I comuni di Rozzano, Opera, Pieve Emanuele, Locate di Triulzi, (oltre a Basiglio e la
Zona 5 del Comune di Milano) hanno partecipato al progetto NaturalMente –
connettiamo Milano alla natura, cofinanziato con un bando di Fondazione Cariplo (Bando
Connessione Ecologica 2014) e volto alla riqualificazione ed alla connessione delle oasi
presenti in questi comuni. In questo senso, le opere proposte nel progetto NaturalMente
si compenetrano con quelle proposte nel progetto C.A.L.Me.: gli ambiti di intervento
non si sovrappongono e in alcuni casi si completano, andando a realizzare una rete di
connessioni ecologiche in direzione nord-sud (con gli interventi previsti in C.A.L.Me. 2)
ed est-ovest (con gli interventi previsti in NaturalMente).
Il Comune di Torrevecchia Pia intende realizzare un tratto di pista ciclopedonale che
colleghi l’Oasi comunale (inserita anche nel P.L.I.S.) con il centro del comune stesso. La
riqualificazione ambientale che si intende presentare con la proposta di C.A.L.Me. 2 si
inserisce perfettamente con la progettazione di infrastruttura leggera promossa
dall’Amministrazione Comunale.
Il Comune di Marzano ha in atto una progettazione (in fase definitiva) per la
riqualificazione idraulica di una lanca di proprietà comunale, per la quale si è già
confrontata con A.I.P.O. ai fini del provvedimento di compatibilità idraulica.
La lanca si riempie in parte durante i fenomeni di esondazione del Lambro Meridionale,
e in parte dalla roggia Roggiolo dalla quale, tramite una chiusa, è possibile regolare
l’entrata di acqua.
La lanca si trova immediatamente a valle dell’ambito oggetto di riqualificazione di
C.A.L.Me. 2 e si configura come completamento della riqualificazione naturalistica di
tutto il comparto.
23
2
OBIETTIVI DEL PROGETTO
UN PROGETTO PER IL TERRITORIO, UN PROGETTO PARTECIPATO
In questo progetto salta immediatamente all’occhio la consistente rete di parternariato e di
cofinanziatori: sette Amministrazioni Comunali, l’Università Milano-Bicocca, Regione
Lombardia-DG Ambiente, l’Agenzia Interregionale per il fiume Po, le Aziende Agricole che si
impegnano nelle lavorazioni iniziali sui propri terreni o che in ogni caso dimostrano interesse e
condivisione per le opere stesse.
Siamo ben consapevoli che una simile rete di soggetti sia più complessa da gestire, sia in
termini di coordinamento che di rendicontazione, abbiamo tuttavia ritenuto fondamentale
valorizzare il sincero interesse che questi soggetti mostrano per l’idea che sta alla
base del progetto C.A.L.Me., e quindi anche del progetto C.A.L.Me. 2.
Sebbene infatti l’obiettivo primario sia, naturalmente, potenziare il corridoio ecologico
fluviale, ad esso se ne affianca uno altrettanto fondamentale per la buona riuscita delle opere
e per il loro mantenimento nel tempo: potenziare la sinergia che si è creata tra i Comuni
che si affacciano sul fiume, animati da un vero interesse per la conservazione del fiume e
pronti a collaborare in prima persona per quanto di propria competenza.
Potenziare il corridoio ecologico.
Il potenziamento del corridoio ecologico si attua su due
livelli: il ripristino di singole stepping stones e la realizzazione di un corridoio di naturalità
diffusa. Entrambe le opzioni hanno valore dal punto di vista conservazionistico e si
compenetrano tra loro con feedback positivi.


Interventi di tipo A). Il miglioramento di ampie aree eterogenee dal punto di vista
ecosistemico (zone umide e boschi; prati e fasce boschive ripariali,…) permette di
realizzare vere e proprie stepping stones in cui il corridoio ecologico rappresentato dal
fiume si configura come un corridoio “a salti” con punti chiave rafforzati dal punto di
vista naturalistico. Le stepping stones rappresentano quindi dei punti caldi in cui si
concentra biodiversità a più livelli: specifico, sia faunistico che floristico, ecosistemico,
perché si vanno a implementare contemporaneamente più habitat, e paesaggistico
perché si potenzia un contesto che non sarebbe più solo strettamente agricolo.
Interventi di tipo B). Dall’altra parte, interventi più puntuali e diffusi lungo il fiume
favoriscono il miglioramento di tanti microhabitat diversi e, verosimilmente, maggior
resilienza all’ecosistema fluviale nel suo complesso.
Potenziare la sinergia tra le parti coinvolte.
La rete di attori coinvolti è composita e
talvolta non abituata a dialogare con le altre parti. Eppure, c’è un punto che accomuna tutti
questi soggetti: il progetto di riqualificare una porzione di territorio per loro così importante
(“vitale”, come alcuni amministratori l’hanno definita).
Anche in questo caso siamo ben consapevoli del fatto che mantenere viva l’attenzione sui temi
ecologici non sia semplice, per questo abbiamo deciso di concentrare molte energie sul piano
della comunicazione. Nel capitolo ad esso dedicato vengono esposte le proposte e le attività
che poi verranno modulate nei singoli comuni, a seconda delle aree in cui si interverrà (parchi
pubblici, aree private, oasi comunali, PLIS). I momenti di conoscenza, ludici e di confronto
sono stati pensati per accrescere la consapevolezza del territorio nella cittadinanza e per far
capire che il tema che si sta portando avanti è una pianificazione che accoglie in toto l’asta
fluviale e i suoi abitanti. Fondamentale sarà il coinvolgimento degli amministratori locali,
24
profondi conoscitori non solo del territorio ma anche di chi ci vive, in grado di coinvolgere le
associazioni e i privati e di mettere in moto un fenomeno virtuoso di riavvicinamento al fiume.
Il Lambro Meridionale ha infatti un alto valore ecologico/ambientale, ma è aggredito
quotidianamente da un modello di sviluppo del territorio che non considera l’ambiente come
una risorsa. A causa del degrado e del mutamento degli stili di vita le comunità locali hanno
spesso rimosso il fiume dal proprio immaginario. Questi fattori hanno innescato una dinamica
viziosa in cui cause ed effetti si autosostengono: + distacco + degrado + distacco…La
riqualificazione del fiume deve procedere anche a livello di percezione collettiva.
Il piano della comunicazione, per essere efficace, deve RI-avvicinare la cittadinanza al fiume e
disinnescare quel meccanismo circolare che in questi ultimi decenni ha invece allontanato
l’uomo dal fiume stesso.
La strategia di comunicazione deve quindi essere in grado di ricreare il legame emozionale
tra l’elemento naturale e la collettività, affinchè le opere stesse di riqualificazione siano
durature e, anzi, costantemente monitorate dalla cittadinanza stessa.
Airone guardabuoi fotografato alla garzaia di Villanterio
25
3
STRATEGIE DI INTERVENTO
Potenziare il corridoio ecologico. Questo macro-obiettivo viene perseguito attraverso:
a) l’implementazione di “sistemi di ecosistemi” di area vasta (stepping stones), per
favorire la presenza di habitat con flora e vegetazione igrofila, avifauna acquatica,
insetti (in particolare odonati, usati come specie target di aree umide).
Tale strategia si concretizza con la rinaturalizzazione di grossi nuclei in cui coesistono
diversi habitat (fasce riparie arbustate o boscate, prati umidi e zone umide per gli
odonati, prati da sfalcio, barene e garzaie per l’avifauna).
b) la riqualificazione di habitat puntuali nell’ottica di migliorare la naturalità diffusa del
corridoio ecologico, attraverso la messa a dimora di specie nemorali in boschi congrui,
la riqualificazione di fasce boscate e di fasce riparie, anche con la messa a dimora di
erbacee igrofile.
La riqualificazione della vegetazione ripariale è sicuramente la strategia di intervento
prioritaria: la maggior parte delle sponde è priva di vegetazione congrua con i contesto
ecologico, talvolta è addirittura inesistente. L’intento è quello di ricostituire l’Habitat delle
Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae,
Salicion albae), segnalato come habitat di massima importanza anche nella definizione
dell’Area Prioritaria per la Biodiversità (si veda a tal proposito il paragrafo introduttivo).
Questa strategia di intervento coinvolge le sponde del fiume dei Comuni di Pieve Emanuele,
Locate di Triulzi, Landriano, Torrevecchia Pia, Marzano, Villanterio.
La riqualificazione della fascia di transizione è una strategia di intervento che interessa il
solo Comune di Landriano, l’unico infatti dove sono state osservate le condizioni sufficienti per
procedere con questo delicato e importante intervento, ossia ampliare la fascia propria degli
Habitat tipicamente alluvionali (Alno-Padion e Salicion albae) con la riqualificazione di un
arbusteto a rovo e del saliceto esistente.
L’implementazione di zone umide lungo il corridoio fluviale si focalizza sulla realizzazione di
zone umide utili ad esempio per l’avifauna limicola e per gli odonati e sull’implementazione di
alcune lanche attive, attraverso la messa a dimora di piante acquatiche nello specchio d’acqua
e igrofile lungo le sponde. Coinvolge i Comuni di Villanterio e Torrevecchia Pia.
Un intervento ibrido è quello proposto a Pieve Emanuele, dove il canale scolmatore,
attualmente costituito da vegetazione infestante ai bordi e di rifiuti trasportati durante le piene
(frigoriferi, pannolini per bambini, sacchetti di plastica) nell’alveo, si configura sia come una
zona umida che come una fascia ripariale. L’acqua infatti ristagna, proprio come in una zona
umida, nei periodi di magra del fiume, e alcuni ardeidi sfruttano il luogo per procacciarsi il cibo.
per questo motivo, accanto alla riqualificazione della fascia fluviale, in sede di progettazione
definitiva si procederà alla valutazione di mettere a dimora anche specie erbacee igrofile che
possano resistere a brevi periodi di asciutta.
L’implementazione della biodiversità degli habitat boschivi (querco-ulmeti di Alno-Ulmion e
querco-carpineti di Carpinion betuli) prossimi all’asta fluviale, attualmente praticamente
inesistenti nel territorio o, se presenti, fortemente compromessi, è una strategia di intervento
che si concretizza con la realizzazione di una fascia di mitigazione (galleria verde) arboreo-
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arbustiva e con la messa a dimora di specie erbacce nemorali in boschi congrui, ben
conservati.
Si intende in questo modo accrescere la funzionalità ecologica e la capacità di resilienza di un
ecosistema che, nel territorio considerato, è molto frammentato, ridotto a pochi nuclei e non
collegato da corridoi ecologici in grado di consentire scambi e flussi di specie.
Questa strategia di intervento coinvolge i Comuni di Marzano, Siziano, Landriano, Villanterio.
La riqualificazione degli habitat aperti è una strategia di intervento non facile da attuare
perché, diversamente dalle fasce riparie o dalle lanche, richiede la disponibilità di aree
potenzialmente utili a fini produttivi.
Il Comune di Torrevecchia Pia ha acquistato un’ex area a coltivo che intende destinare a spazio
aperto a scopo naturalistico: su di essa si concentrerà quindi la realizzazione di un prato fiorito,
in grado di attirare piccola fauna, soprattutto entomofauna e avifauna.
L’incentivazione della presenza di avifauna acquatica è una strategia di intervento che
indirettamente coinvolge la maggior parte delle tipologie di intervento sopra descritte (fascia
riparia, fascia di transizione, zone umide), e che direttamente si focalizza sulla realizzazione di
barene per la nidificazione dell’avifauna e sulla riqualificazione di una garzaia e della lanca
annessa. Gli interventi coinvolgono i Comuni di Torrevecchia Pia e di Villanterio.
Potenziare la sinergia tra le parti coinvolte
Le strategie adottate per il potenziamento delle sinergie degli stakeholders vengono descritte
nel capitolo dedicato al Piano di Comunicazione. Ci si focalizzerà in particolare su:




forme di partecipazione attiva dei cittadini durante le opere di riqualificazione (es.
giornate a tema di “cantiere condiviso");
Momenti ludico-fruitivi (es. "carovana itinerante").
Momenti di confronto tra stakeholders (convegni, seminari tematici).
Animazione del web (social e sito) e realizzazione di video clip.
Oltre alle attività descritte nel Piano della Comunicazione, è prevista anche la realizzazione di
pannelli didattico-informativi, la cui posizione sarà concordata in fase di progetto definitivo con
le amministrazioni comunali, e la realizzazione di una strada ad uso misto di fianco alla fascia
di vegetazione riparia a Torrevecchia Pia, che collegherà l’Oasi con il centro del paese (è
prevista dall’amministrazione la realizzazione di una ciclabile lungo la S.P. 9) e con la strada
bianca che porta a Landriano (e quindi alle aree riqualificate comunali).
Le strategie di intervento si concretizzano nelle Azioni descritte di seguito e sono
visualizzabili nella parte “C.stralcio della progettazione preliminare” allegata al
presente bando.
27
Azione 1 – Opere di riqualificazione ambientale a Pieve Emanuele (MI)
Descrizione dell’ambito – elementi di criticità
Il tratto di fiume che interessa il Comune di Pieve Emanuele è in parte rettificato e
parallelamente alle sponde, in alcuni tratti, è stato realizzato un canale scolmatore con
funzione idraulica, in caso di esondazioni.
Gli argini laterali al corso d’acqua sono rinverditi e costituiti da una fascia boscata a robinia,
sambuco e rovi, mentre nelle immediate vicinanze il paesaggio è tipicamente agricolo: prati da
sfalcio, risaie, nonché lanche contornate da vegetazione arbustiva e arborea. Si veda a tal
proposito la relazione di inquadramento del “progetto R.A.R.E. - Riqualificazione Aree Residuali
tra i comuni di Pieve Emanuele e Locate di Triulzi: riutilizzazione di un tratto fluviale intercluso”
(Cofinanziamento Fondazione Cariplo-Bando Spazi Aperti 2010) in cui sono stati censiti tutti gli
spazi aperti, i loro punti di forza e le loro criticità.
In particolare, dai colloqui con A.I.P.O., è emerso che sono in corso progettazioni per la
sistemazione idraulica degli argini, mentre nulla è in previsione per la riqualificazione dei canali
laterali.
Intervento di tipo A – rafforzamento di stepping stones esistenti
Riprofilatura alveo. L’intervento previsto riguarda la riqualificazione di un tratto di circa 230 m
del colatore laterale destro del Lambro M., affiancato all’argine fluviale, tra il ponte della SP28
e l’attuale recapito dello stesso colatore nel Lambro. In questo tratto, il colatore riceve anche,
in destra idrografica, gli apporti di colatura della Roggia Marchina, che prende origine dallo
stesso colatore circa 1 km più a monte e irriga i terreni della valle qui prevalentemente
utilizzati come prati permanenti.
L’alveo del colatore risulta fortemente degradato, soggetto a sensibile interrimento da fanghi
limosi carichi di materiali organici, con rive interessate da cedimenti spondali e intenso
disturbo per l’attività delle nutrie. Abbondante materiale vegetale legnoso cade in alveo per la
scarsa manutenzione della vegetazione dell’argine e viene occasionalmente asportato
dall’agricoltore che ha in gestione i terreni bagnati dalla roggia Marchina.
L’intervento previsto è destinato a favorire la ripresa del normale deflusso idrico nel colatore e
la sua capacità di ricevere le acque irrigue e scaricarle in Lambro. Si dovrà procedere, nelle
stagioni adatte ad evitare il disturbo alla fauna acquatica, a dragaggi del fondo con pulizia e
migliore definizione, con modesto arretramento, della sponda sinistra e, soprattutto, a
riprofilatura della sponda destra interessata da cedimenti ed erosioni. Il tutto preceduto da
asportazione dei materiali estranei e di rifiuto presenti, nonché da verifica della disattivazione
di piccoli scarichi di reflui domestici recapitanti in passato in corpi idrici secondari.
Vegetazione ripariale. Lungo il canale precedentemente recuperato (riprofilatura sponde)
recuperato verranno messe a dimora specie igrofile arbustive (es. Salix caprea, Salix cinerea,
Salix viminalis) ed erbacee (Alisma plantago-aquatica, Butomus umbellatus, Iris pseudacorus,
Carex pendula).
Soggetti coinvolti
Comune di Siziano, Comune di Pieve Emanuele, privati proprietari dei terreni, A.I.P.O.,
Regione Lombardia, Università Milano-Bicocca, imprese per la realizzazione delle opere,
fornitori di specie autoctone.
Iconografia
Tratto di canale scolmatore in destra idrografica del Lambro Meridionale.
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Si osservi la sponda destra priva
di vegetazione e i rifiuti all’interno
del canale.
Azione 2 – Opere di riqualificazione ambientale a Locate di Triulzi (MI)
Descrizione dell’ambito territoriale – elementi di criticità
Il Comune di Locate di Triulzi è lambito per un lungo tratto dal Lambro Meridionale. Le aree
prospicienti il fiume sono ambiti agricoli condotti a grano o a riso: gli agricoltori sono piuttosto
attenti alla componente ambientale e spesso lasciano margini non coltivati tra la sponda e il
campo vero e proprio, in modo da permettere alla vegetazione ripariale di insediarsi.
Spesso, tuttavia, la vegetazione “spontanea” è costituita da rovo, rampicanti esotiche (Sicyos
angulatus, Parthenocissus quinquefolia, Humulus scandens), robinie e talvolta sambuchi e
salici arborei (Salix alba). Rari sono gli esemplari di olmo (Ulmus minor), e rarissimi quelli di
ontano nero (Alnus glutinosa).
Le sponde naturaliformi sono spesso abitate da specie di notevole interesse conservazionistico
quali il tuffetto (Tachybaptus ruficollis), la folaga (Fulica atra), lo svasso maggiore (Podiceps
cristatus), il martin pescatore (Alcedo atthis) ed il tarabuso (Botaurus stellaris).
La sponda idrografica sinistra, inoltre, è stata negli anni passati oggetto di riqualificazione sia
da parte del Parco Agricolo Sud Milano (PASM), sia da parte dell’Amministrazione Comunale
stessa. Lungo la sponda sinistra infatti si incontrano, partendo da nord, il laghetto della
Decima, gestito da una associazione di volontari, l’area umida della Pizzabrasa, oggetto di
riqualificazione da parte del PASM e, più a sud presso la Cascina Resentera, una lanca e un
meandro naturaliformi e ricche di avifauna. E’ inoltre già presente un piccolo capanno di
avvistamento nell’area meandriforme a Cascina Resentera, spesso utilizzata da esperti di
fotografia naturalistica.
Le opere del progetto CALMe 2 si concentrano in quest’ultimo ambito, l’unico non ancora
oggetto di riqualificazione.
Le tre aree (laghetto Decima-Cascina Pizzabrasa-Cascina Resentera), tra loro in sequenza, si
configurano quindi come stepping stones a forte valenza ecologica e sono facilmente
raggiungibili a piedi o in bicicletta grazie alle strade sterrate che costeggiano il fiume e sono
29
spesso fruite dalla cittadinanza: la riqualificazione in progetto ha perciò duplice valenza
ecologica e didattico-fruitiva.
Intervento di tipo A – rafforzamento di stepping stones esistenti
Si prevede la riqualificazione del tratto spondale prospiciente il meandro naturaliforme, che
vanta un ricco popolamento di cannuccia di palude (Phragmites australis), habitat ideale per il
tuffetto (Tachybaptus ruficollis), la folaga (Fulica atra), lo svasso maggiore (Podiceps
cristatus), il martin pescatore (Alcedo atthis) ed il tarabuso (Botaurus stellaris), tra le specie di
maggior pregio conservazionistico, nonché microhabitat d’elezione anche per molti
passeriformi legati ai canneti come cannareccione (Acrocephalus arundinaceus) e le varie
specie di cannaiola, piccoli uccelli che necessitano di aree a canneto per costruire i nidi.
Vegetazione ripariale. Il tratto di sponda è per la maggior parte caratterizzato da rovo, robinia
(spesso ammalorata), e solo talvolta da sambuco o da esemplari isolati e maestosi di pioppo o
olmo. Si prevede quindi una intensa lavorazione preliminare dell’area, con decespugliamento
ed eradicazione degli esemplari arborei esotici senescenti o deperenti, e la successiva messa a
dimora di piante legnose arboree e arbustive autoctone: lungo la fascia prossima al fiume
ontano nero (Alnus glutinosa) e salici arbustivi (Salix caprea, S. cinerea), mentre lungo la
fascia più esterna biancospino (Crataegus monogyna) e prugnolo selvatico (Prunus spinosa).
La presenza già verificata di esemplari arborei isolati di grandi dimensioni favorisce un
sottobosco molto ombroso, perciò verrà valutata in sede di progettazione definitiva-esecutiva
la messa a dimora di nuclei di specie erbacee nemorali.
Pannello didattico e osservatorio per l’avifauna. Data la significativa presenza di avifauna
acquatica, si prevede la sostituzione dell’attuale capanno di osservazione autocostruito e il
posizionamento di un pannello informativo.
Soggetti coinvolti
Comune di Siziano, Comune di Locate di triulzi, Università Milano-Bicocca, A.I.P.O., Regione
Lombardia, proprietari dei terreni (Fondazione Sviluppo Ca’ Granda) e conduttori dei terreni
(Fam. Fedeli). imprese per la realizzazione delle opere.
Iconografia
Meandro e zona umida a Locate di
Triulzi. In primo piano le formazioni a
Phragmites australis, sullo sfondo la
sponda che si intende riqualificare,
attualmente
priva
di
vegetazione
riparia.
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Azione 3 – Opere di riqualificazione ambientale a Siziano (PV)
Descrizione dell’ambito – elementi di criticità
La fascia perifluviale in Comune di Siziano è caratterizzata da ampie aree agricole appartenenti
perlopiù ad un unico proprietario, il quale si prende in carico anche la manutenzione delle fasce
spondali, costituite da fasce boschive, talvolta in buono stato di conservazione.
Accanto infatti a robinieti e boschi con rovo, sopravvivono boschi ripariali con ontano nero
(Alnus glutinosa), molto raro in questi territori sia per l’intenso sfruttamento del territorio, che
favorisce l’uso agricolo a discapito delle vegetazioni spontanee, sia per motivazioni ecologiche.
Il Lambro Meridionale, infatti, è un corso d’acqua con sponde molto profonde (il dislivello con il
piano campagna talvolta è di 6-8 m), ragion per cui le specie legnose che necessitano di acqua
nel suolo non riescono ad insediarsi. I soli punti dove sono state ritrovate cospicue fasce ad
ontano nero sono Siziano, Opera e Villanterio.
Per questi motivi si è deciso di intervenire rafforzando i lembi ad ontaneta, attualmente
caratterizzati da un sottobosco paucispecifico, con pochi esemplari di rovo, biancospino e
sambuco.
Intervento di tipo B - puntuale di naturalità diffusa
Specie nemorali. Nell’ontaneta si prevede il rafforzamento del sottobosco, attualmente
caratterizzato da poche specie legnose ed erbacee, attraverso la messa a dimora di specie
nemorali di bosco meso-igrofilo, tipiche delle foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus
excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae).
Tra esse: Leucojum aestivum, specie tutelata a livello regionale, Carex pilosa, Doronicum
pardalianches, Scilla bifolia, Polygonatum multiflorum.
In particolare Leucojum aestivum, tra quelle citate forse la meno comune, è stata rilevata in
piccoli popolamenti sia a Marzano che a Vidigulfo.
Le piante selezionate verranno acquistate presso vivai specializzati in piante autoctone
certificate, e verranno trapiantate nella medesima giornata del trasporto, al fine di evitare
traumi e stress idrici. In sede di sopralluogo preliminare si verificherà la necessità di un
decespugliamento/lavorazione preventivo dell’area.
La messa a dimora seguirà il protocollo e le linee guida procedurali previste dalla L.R. del 31
marzo 2008 n. 10 "Disposizioni per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e
della vegetazione spontanea”.
Come descritto nel Piano della Comunicazione, la messa a dimora potrà avvenire anche tramite
“giornate aperte di cantiere condiviso” con adulti e bambini.
Soggetti coinvolti
Comune di Siziano, Università Milano-Bicocca, proprietario deil terreni (Fam. Bellomi), fornitori
di piante certificate autoctone, AIPO, Regione Lombardia.
Iconografia
31
Scorcio di fascia ripariale ad ontano nero
presso Siziano
Azione 4 – Opere di riqualificazione ambientale a Landriano (PV)
Descrizione dell’ambito – elementi di criticità
Il territorio comunale di Landriano è lambito per un lungo tratto dal fiume Lambro Meridionale.
In alcuni punti, sia a nord che a sud dell’abitato, il fiume svolge un ruolo paesaggisticamente
ed ecologicamente rilevante. I terrazzamenti fluviali hanno modellato in modo inusuale il
paesaggio circostante, creando discontinuità tra i campi coltivati e favorendo, lungo le piccole
scarpate a ridosso dei terrazzamenti, il mantenimento di fasce boschive pressochè intatte.
L’andamento meandriforme del fiume, qui non costretto in percorsi rettilinei, ha dato luogo
nell’arco di secoli a lanche e piccole zone umide, molte delle quali ancora attive e ambito
privilegiato di fauna e flora igrofile altrimenti introvabili.
L’amministrazione comunale negli ultimi anni ha incentivato molto l’aspetto naturalistico e di
fruizione, realizzando ex novo un parco pubblico (denominato Camp a Bass e dedicato ad
Antonio Cederna) a vocazione conservazionistica, una fattoria didattica in cui sono stati fatti
interventi di piantumazione (Parco “Paolo e Francesca Taverna”) e gestendo un’oasi (Oasi “La
Busa del Rat”).
Infine a sud, oltre l’abitato, alcuni lembi boschivi contornano le lanche e le anse del fiume.
Tutti questi ambiti di forte naturalità sono tra loro collegati o da piste ciclopedonali o da strade
bianche ad uso misto, ma sostanzialmente chiuse al traffico ad eccezione dei mezzi agricoli.
Sono queste condizioni ideali sia per interventi di rafforzamento di un’area molto ampia che si
presenta già come una stepping stone, sia per interventi più puntuali.
Intervento di tipo A – rafforzamento di stepping stones esistenti
Le potenzialità da valorizzare con opere di riqualificazione sono molteplici, ci si è soffermati
perciò su quelle che al momento si sono ritenute le più urgenti.
Fascia di transizione. Nel Parco Pubblico Cederna è presente un bellissimo anfiteatro creato
dall’incisione del fiume, attualmente occupato alla base da una fascia perifluviale a salici e
pioppi, nonchè da una piccola zona umida, mentre lungo la scarpata la fascia a salici lascia via
via spazio ad un cespuglieto a rovo, talvolta poco strutturato.
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I cespuglieti a rovo rivestono una notevole rilevanza ecologica, dal momento che nel periodo di
fioritura attirano moltissimi insetti pronubi (il Comune di Landriano sta attivando anche
progetti di apicoltura pubblica!).
Si intende quindi mantenere intatta la fascia a rovo più distante rispetto all’asta fluviale, e
riqualificare la fascia di roveto prossima al fiume, dove si mescola con le specie più igrofile.ù
Si procederà quindi con lavorazioni del terreno che comprenderanno il decespugliamento del
rovo nei tratti meno conservati, l’eliminazione di eventuali robinie senescenti o deperenti e la
realizzazione di chiarie di circa 5X5 m dove verranno messi a dimora salici (Salix caprea, S.
alba, S. cinerea, S. viminalis), ontani neri (Alnus glutinosa), pioppi neri (Populus nigra),
frassini maggiori (Fraxinus excelsior), ossia specie pioniere, igrofile o meso-igrofile e
tendenzialmente eliofile.
Specie nemorali. Sempre nel Parco Cederna nel a partire dal 2007 sono stati messi a dimora
numerosi alberi autoctoni (es. Quercus robur, Carpinus betulus, Prunus avium, Acer
pseudoplatanus, Acer campestre) con l’intenzione di realizzare un bosco planiziale di una
dimensione ed una struttura tali da potersi autosostenere senza l’ausilio di eccessive
manutenzioni da parte dell’uomo.
Il risultato è un bel bosco ad alto fusto, tuttavia con un sottobosco inevitabilmente povero di
specie legnose ed erbacee, dal momento che nelle aree limitrofe non ci sono né boschi maturi
in cui esse siano presenti, nè corridoi ecologici adatti a garantirne il flusso.
Si è quindi deciso mettere a dimora nuclei di specie erbacee nemorali al fine di rendere
ecologicamente funzionale uno dei pochi nuovi lembi boschivi assimilabili al querco-carpineto
planiziale (Carpinion betuli). Tra esse Leucojum vernum, Vinca minor, Primula vulgaris. Le
piante selezionate verranno acquistate presso vivai specializzati in piante autoctone certificate,
e verranno trapiantate nella medesima giornata del trasporto, al fine di evitare traumi e stress
idrici. In sede di sopralluogo preliminare si verificherà la necessità di un
decespugliamento/lavorazione preventivo dell’area.
La messa a dimora seguirà il protocollo e le linee guida procedurali previste dalla L.R. del 31
marzo 2008 n. 10 "Disposizioni per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e
della vegetazione spontanea”.
Come descritto nel Piano della Comunicazione, la messa a dimora potrà avvenire anche tramite
“giornate aperte di cantiere condiviso” con adulti e bambini. La maggior parte di queste piante
presenta radici a fittone o rizomi ingrossati piuttosto semplici da trapiantare.
Capanno osservazione avifauna/pannello informativo. Completeranno le opere a verde la
messa a dimora di un capanno di osservazione dell’avifauna in prossimità della fascai di
transizione riqualificata e di un pannello didattico in un punto da concordare con
l’amministrazione comunale in sede di progettazione definitivo-esecutiva.
Intervento di tipo B – intervento puntuale di naturalità diffusa
Vegetazione ripariale. A sud della S.P. 2 il Comune di Landriano è caratterizzato da ambiti
agricoli, lanche e lembi residuali di vegetazione ripariale.
L’intervento prevede la riqualificazione di un tratto di vegetazione ripariale attualmente
caratterizzata da robinie cedue, specie ruderali ed esotiche rampicanti e rovi.
Si procederà con le lavorazioni preliminare dell’area, con decespugliamento ed eradicazione
degli esemplari arborei esotici senescenti o deperenti, e la successiva messa a dimora di piante
legnose arboree e arbustive autoctone: lungo la fascia prossima al fiume ontano nero (Alnus
glutinosa) e salici arbustivi (Salix caprea, S. cinerea), mentre lungo la fascia più esterna
biancospino (Crataegus monogyna) e prugnolo selvatico (Prunus spinosa). Ipotesi di sesto di
33
impianto sono riportate nell’allegato C e saranno comunque definite in fase di progettazione
esecutiva.
Soggetti coinvolti
Comune di Siziano, Comune di Landriano, Università Milano-Bicocca, A.I.P.O., Regione
Lombardia, fornitore di specie erbacee autoctone, imprese per la realizzazione delle opere.
Iconografia
Anfiteatro fluviale. In primo piano il
roveto e sulla sinistra il saliceto alla
base della scarpata fluviale.
Sullo sfondo le piantumazioni di specie
legnose che richiamano il bosco
planiziale.
Azione 5 – Opere di riqualificazione ambientale a Torrevecchia Pia
(PV)
Descrizione dell’ambito – elementi di criticità
Il Comune di Torrevecchia Pia ha aderito, insieme ai Comuni di Siziano e Vidigulfo, al PLIS del
Lambro Meridionale e del Ticinello. La maggior parte del territorio lambito dal fiume Lambro
Meridionale è ricompresa nel PLIS, e nel PGT essa è azzonata anche come “area a Oasi”.
L’amministrazione comunale ha puntato molto su di essa, acquistando buona parte della
superficie o ottenendola in concessione.
Nell’Oasi sono presenti habitat eterogenei e in parte ben conservati. In prossimità del fiume si
trova una lanca piuttosto ampia e tuttora attiva, circondata da un bosco misto con dominanza
di robinia.
Nell’Oasi sono ricompresi un prato che attualmente versa in condizioni non ottimali, ricco di
graminacee esotiche (es. Setaria glauca, Cynodon dactylon) e povero di specie a fiore vistoso
che potrebbero attirare insetti pronubi, importanti per la biodiversità tanto quanto per la
produttività in agricoltura; un ciliegeto in concessione che il Comune intende mantenere con
una finalità didattico-fruitiva; una piccola zona umida circondata da bosco e derivante da una
“risalita” periodica di acqua; una serie di filari di alberi ad alto fusto.
La gestione dell’Oasi è affidata ad un gruppo di volontari esperti in fotografia naturalistica, che
si occupa di controllare la fruizione in modo che sia rispettosa, organizza eventi per la
cittadinanza e coadiuva le attività di manutenzione ordinaria.
Il Comune intende inoltre investire in una fruizione sostenibile, attraverso la realizzazione di
una pista ciclopedonale che colleghi il centro di Torrevecchia Pia con Zibido al Lambro, la
34
frazione comunale più prossima all’Oasi. La pista ciclopedonale si collegherebbe inoltre alla
strada bianca che da Torrevecchia Pia porta all’adiacente comune di Landriano (ed alle
molteplici stepping stones descritte nella scheda precedente) e al sentiero ad uso misto che si
intende realizzare in questo progetto, a completamento delle opere di riqualificazione
naturalistica.
Intervento di tipo A – rafforzamento di stepping stones esistenti
Vegetazione ripariale. Il tratto di fiume che lambisce l’Oasi è fortemente destrutturato e
caratterizzato da sponde erose, spesso prive di vegetazione, o con vegetazione costituita da
fasce a rovo, vite del Canadà (Parthenocissus quinquefolia), zucchino spinoso (Sicyos
angulatus) e luppolo del Giappone (Humulus scandens). Si è ritenuto quindi urgente
riqualificare il tratto più compromesso attraverso il decespugliamento e la lavorazione profonda
del terreno lungo un tratto di riva di circa 500-600 m, con conseguente realizzazione di una
fascia di vegetazione ripariale, costituita in massima parte da salici arbustivi (Salix caprea, S.
viminalis, S. cinerea) e da ontani neri (Alnus glutinosa).
Sentiero ad uso misto. A completamento della riqualificazione del tratto di sponda, si realizzerà
una piccola strada ad uso misto, che potrà essere utilizzata sia dai pedoni che dai mezzi
agricoli, ma non dagli altri veicoli a motore. Questa strada costeggerà la fascia ripariale da
Zibido al Lambro (la frazione dove il Comune ha in previsione la realizzazione di una pista
ciclopedonale e dove termina la strada bianca diretta alle oasi di Landriano) fino all’Oasi-PLIS
di Torrevecchia Pia.
Prato fiorito. Attualmente l’area a prato di proprietà comunale versa in uno stato di
conservazione non ottimale: come anticipato nel paragrafo descrittivo la vegetazione è ricca
soprattutto di graminacee esotiche, l’intenzione è invece quella di realizzare un prato fiorito,
ossia una vegetazione erbacea perenne in cui, oltre alle graminacee, siano presenti anche
specie a fiore vistoso in grado di attirare insetti pronubi (fondamentali anche per la produttività
agricola).
Si procederà con un sopralluogo preliminare al fine di identificare con esattezza tutte le specie
presenti e rilevare lo stato di conservazione dell’habitat, si passerà a lavorazioni preliminari del
terreno al fine di dissodare almeno i primi centimetri di suolo. In presenza di un’eccessiva
abbondanza di specie ruderali od esotiche si procederà a lavorazioni preliminari più profonde,
al fine di soffocare le piante indesiderate.
Si procederà poi con l’acquisto di miscugli di sementi certificati, in cui ci sia una buona
percentuale di graminacee e piante a fiore vistoso. Viste le condizioni di umidità del suolo a
disposizione, si opterà per specie semi-igrofile (da verificare comunque in fase di sopralluogo
preliminare), come il fior di cuculo (Lychnis flos-cuculi), l’erba cucco (Cucubalus baccifer), il
ranuncolo bulboso (Ranunculus bulbosus) o di prati pingui (es. Achillea millefolium, Centaurea
spp.)
Nuova area umida. L’area è caratterizzata da una zona umida naturale, la lanca, ricca di
avifauna acquatica tipica di aree boscate e vegetate. Tale lanca, per le sue condizioni di
profondità, trofìa e insolazione, risulta attrattiva ed idonea per la comunità degli ardeidi e per
alcune specie di rallidi e anatidi, ma scarsamente attrattiva per specie che prediligono ambienti
aperti, con acqua a bassa profondità, elevato soleggiamento e vegetazione prevalentemente
erbacea, come i limicoli.
La realizzazione di una zona umida assolata, nel caso specifico una sorta di prato umido
permanentemente inondato, potrà favorire la presenza di limicoli di pregio come il cavaliere
d’Italia (Himantopus himantopus), la pavoncella (Vanellus vanellus), il combattente
(Philomachus pugnax) e altre specie di piccoli uccelli migratori, legati a prati inondati e raccolte
d’acqua di bassa profondità.
Barena. La costruzione di una barena sabbiosa vegetata solo su un lato, risulterebbe altresì
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interessante per aggiungere alla matrice di habitat presenti, alcuni microhabitat sfruttabili da
specie di sicuro interesse sia conservazionistico che educativo, specie assai affascinanti e
spesso colorate e cospicue, che si prestano ottimamente come soggetti per la pratica della
fotografia naturalistica e l’educazione ambientale, come il martin pescatore (Alcedo atthis), il
gruccione (Merops apiaster), e le colonie di topino (Riparia riparia). Tutte questa specie sono
accomunate dalla necessità di disporre di barene sabbiose prospicienti all’asta fluviale nelle
quali scavare i loro nidi. Al tempo stesso, il lato vegetato e meno acclive della barena potrebbe
offrire opportunità di riproduzione per i limicoli descritti in precedenza
Soggetti coinvolti
Comune di Siziano, Comune di Torrevecchia Pia, Università Milano-Bicocca, A.I.P.O., Regione
Lombardia, fornitori di specie autoctone erbacee, imprese per la realizzazione delle opere.
Iconografia
Tratto di sponda in sinistra
idrografica completamente
invasa da rampicanti esotiche
(Humulus scandens).
Azione 6 – Opere di riqualificazione ambientale a Marzano (PV)
Descrizione dell’ambito – elementi di criticità
La fascia perifluviale in Comune di Marzano è caratterizzata da una serie di meandri, e di
lanche, attive o asciutte, che modulano il paesaggio creando delle piccole scarpate.
A nord del Comune, presso la frazione Spirago, l’Amministrazione Comunale ha acquistato
negli anni passati un tratto di terreno in prossimità della sponda, dove è presente una bella
lanca la cui riqualificazione è oggetto di progettazione da parte del Comune e dove è già stata
realizzata una pista ciclopedonale molto fruita.
Quest’ultima è caratterizzata da una fascia di vegetazione boschiva in diretta continuità con i
boschi che caratterizzano l’intorno della lanca, tuttavia tale fascia si trova in uno stato di
conservazione non ottimale. Accanto a farnie e carpini bianchi ad alto fusto, infatti, abbondano
la robinia, alcune specie esotiche tipiche di ambienti soggetti a disturbo antropico come la
fitolacca (Phytolacca americana), l’ailanto (Ailanthus altissima) o l’acero americano (Acer
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negundo).
Un tratto delle sponde che caratterizza questa porzione di comune è particolarmente ricca di
specie esotiche o ruderali, nello specifico bambù (Phyllostachys sp.) e ortica (Urtica dioica),
oltre all’onnipresente robinia. In prossimità di quegli stessi tratti l’Amministrazione Comunale
sta pianificando la realizzazione di orti comunali. In questo senso, quindi,la riqualificazione del
tratto di sponda, avrebbe la duplice valenza ecologica e didattica.
Intervento di tipo B – intervento puntuale di naturalità diffusa
Si intende intervenire sia nella fascia di vegetazione boschiva ai lati della pista ciclopedonale,
sia lungo il tratto di sponda di proprietà comunale.
Galleria verde. La fascia che ombreggia la pista ciclopedonale sarà riqualificata attraverso
lavorazioni iniziali di pulitura dalle specie esotiche più invasive e dalla successiva messa a
dimora di alberi autoctoni a pronto effetto, al fine di raggiungere il triplice scopo paesaggistico,
didattico ed ecologico.
Si utilizzeranno piante legnose tipiche dei boschi maturi planiziali, ad oggi completamente
assenti nel territorio preso in esame, al fine di implementare i boschi a quercia e carpino tipici
della pianura padana (si veda il paragrafo sulle strategie d’azione).
Tra le specie: il ciliegio selvatico (Prunus avium), il pado (Prunus padus), l’olmo (Ulmus
minor), il tiglio (Tilia cordata), gli aceri (Acer pseudoplatanus, A. campestre), nonché le specie
tuttora presenti lungo il percorso come la già citata farnia e il carpino bianco. Verranno invece
lasciate le bordure a rovo, che vengono utilizzate dagli uccelli (e dalla cittadinanza!) durante il
periodo di fruttificazione.
Vegetazione ripariale. Come si evince dalla descrizione introduttiva, un tratto della sponda è
caratterizzato da specie esotiche e ruderali infestanti. Si intende riqualificarlo attraverso il
decespugliamento e la lavorazione profonda del terreno, con conseguente realizzazione di una
fascia di vegetazione ripariale, costituita in massima parte da salici arbustivi (Salix caprea, S.
viminalis, S. cinerea) e da ontani neri (Alnus glutinosa). Ipotesi di sesto di impianto sono
riportate nell’allegato C e saranno comunque definite in fase di progettazione esecutiva.
Soggetti coinvolti
Comune di Siziano, Comune di Marzano, Università Milano-Bicocca, A.I.P.O., Regione
Lombardia, imprese per la realizzazione delle opere.
Iconografia
Tratto di pista ciclopedonale
oggetto di riqualificazione in
frazione Spirago.
37
Azione 7 – Opere di riqualificazione ambientale a Villanterio (PV)
Descrizione dell’ambito – elementi di criticità
Il Comune di Villanterio è il territorio maggiormente lambito dal corso d’acqua (in totale circa
10,2 km di lunghezza). Qui il fiume crea meandri paesaggisticamente suggestivi e nel tempo
ha formato numerose lanche, molte delle quali tuttora attive.
I terreni in prossimità del fiume nel tratto a monte dell’abitato sono di proprietà privata, di una
Società Agricola che si è dimostrata da subito molto interessata alla riqualificazione delle
lanche e delle sponde, dal momento che tra le finalità dell’Azienda ci sono anche la fruizione e
il turismo.
L’area è molto vasta e si presta a innumerevoli spunti di riqualificazione. Oltre a quattro lanche
attive, nella proprietà si trova anche una garzaia, un bosco piantumato con specie legnose
autoctone, diverse scarpate che i proprietari gestiscono a bosco ceduo e caratterizzate da
robinia e sambuco, filari di alberi.
In particolare la garzaia risulta di notevole interesse, sia per la sua posizione, che la rende
facilmente osservabile e monitorabile, sia per la sua condizione di garzaia incipiente, con
notevoli prospettive di ampliamento. Al momento, una stima dei nidi attivi si attesta attorno ai
50-60 nidi, con una comunità dominata da garzetta (Egretta garzetta) e airone cenerino
(Ardea alba), ma vi sono ampie possibilità di insediamento per specie meno comuni.
Anche una parte dei terreni in prossimità del fiume nel tratto a valle dell’abitato è di proprietà
della medesima Società Agricola, in particolare è stato individuato un piccolo ma significativo
affluente del Lambro Meridionale (la Roggia Roggiolo), le cui sponde sono boscate, ma versano
in condizioni non ottimali, poiché sono dominate da robinia, sambuco e rovo. Rari, ma
presenti, sono gli esemplari di ontano nero e salice bianco.
Intervento di tipo A – rafforzamento di stepping stones esistenti
A monte dell’abitato si prevedono i seguenti interventi:
Garzaia. Riqualificazione della garzaia tramite l’abbattimento degli alberi ammalorati o
senescenti e la sostituzione con esemplari a pronto effetto.
Si procederà con le lavorazioni preliminari, tramite decespugliamento ed eradicazione degli
esemplari arborei esotici senescenti o deperenti, e la successiva messa a dimora di piante
legnose arboree e arbustive autoctone
In fase di progettazione esecutiva si potrà valutare l’ipotesi di posizionare apposite piattaforme
artificiali in legno trattato che consentano alla comunita’ di ardeidi di sfruttare nuove postazioni
per la nidificazione e allargare la colonia.
Vegetazione ripariale. L’intervento prevede la riqualificazione di un tratto di vegetazione
ripariale attualmente caratterizzata da robinie cedue, specie ruderali ed esotiche rampicanti e
rovi.
Si procederà con le lavorazioni preliminare dell’area, con decespugliamento ed eradicazione
degli esemplari arborei esotici senescenti o deperenti, e la successiva messa a dimora di piante
legnose arboree e arbustive autoctone: lungo la fascia prossima al fiume ontano nero (Alnus
glutinosa) e salici arbustivi (Salix caprea, S. cinerea), mentre lungo la fascia più esterna
biancospino (Crataegus monogyna) e prugnolo selvatico (Prunus spinosa). Ipotesi di sesto di
impianto sono riportate nell’allegato C e saranno comunque definite in fase di progettazione
esecutiva.
Lanca. All’interno della lanca più grande verranno messe a dimora specie erbacee acquatiche,
come Nuphar luteum, Nymphaea alba, nonché specie igrofile come Iris pseudacorus, Butomus
umbellatus, Alisma plantago-aquatica, Caltha palustris, Lythrum salicaria.
Nemorali. Nel bosco piantumato con specie legnose tipiche dei boschi planiziali si prevede il
rafforzamento del sottobosco, attualmente caratterizzato da poche specie legnose ed erbacee,
attraverso la messa a dimora di specie nemorali di bosco mesofilo (querco-caprineto
38
planiziale).
Le piante selezionate verranno acquistate presso vivai specializzati in piante autoctone
certificate, e verranno trapiantate nella medesima giornata del trasporto, al fine di evitare
traumi e stress idrici. In sede di sopralluogo preliminare si verificherà la necessità di un
decespugliamento/lavorazione preventivo dell’area.
La messa a dimora seguirà il protocollo e le linee guida procedurali previste dalla L.R. del 31
marzo 2008 n. 10 "Disposizioni per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e
della vegetazione spontanea”.
Come descritto nel Piano della Comunicazione, la messa a dimora potrà avvenire anche tramite
“giornate aperte di cantiere condiviso” con adulti e bambini.
Ripristino sottobosco. Lungo alcune scarpate mantenute a bosco ceduo, in prossimità del corso
d’acqua, verrà ripristinato il sottobosco, previa eliminazione delle robinie ammalorate o della
vegetazione arbustiva infestante. Verranno quindi messe a dimora specie legnose tipiche dei
boschi planiziali, tra cui Cornus sanguinea, Corylus avellana, Crataegus monogyna, Viburnum
opulus.
Intervento di tipo B – intervento puntuale di naturalità diffusa
A valle dell’abitato, presso la Roggia Roggiolo, si prevedono i seguenti interventi:
Vegetazione ripariale. Decespugliamento e contenimento delle specie invasive, sia legnose che
rampicanti, tramite decespugliamento e la rimozione di eventuali robinie ammalorate o
senescenti.
Successivamente messa a dimora di specie di vegetazione boschiva igrofila: ontani neri, salici,
olmi, nonché di piante erbacee igrofile: Iris pseudacorus, Carex pendula, Butomus umbellatus.
Soggetti coinvolti
Comune di Siziano, Comune di Villanterio, privati proprietari dei terreni, A.I.P.O., Regione
Lombardia, Università Milano-Bicocca, imprese per la realizzazione delle opere, fornitori di
specie autoctone.
Iconografia
Tratto di lanca in cui mettere a dimora
specie acquatiche e igrofile
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RIPARTIZIONE DELLE RISORSE
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DISPONIBILITÀ DELLE AREE
Al fine di garantire l’immediata fattibilità degli interventi proposti in fase di stesura della
presente proposta, l’Ente capofila (Comune di Siziano) e i partner di progetto territorialmente
competenti hanno provveduto ad ottenere un primo formale assenso, da parte dei proprietari,
alle realizzazione delle opere proposte.
Tale formale assenso è rappresentato da lettere di intenti finalizzate alla successiva stipula di
bonari accordi per la realizzazione degli interventi (Siziano, Pieve Emanuele, Locate di Triulzi,
Villanterio), allegate al bando.
La disponibilità delle aree non si pone laddove i terreni siano di proprietà comunale (Landriano,
Torrevecchia Pia, Marzano) o del Demanio (Landriano, Torrevecchia Pia). In quest’ultimo caso,
i comuni stanno provvedendo alla formale richiesta di concessione di aree al Demanio.
Particolarmente importante è stato il contributo che A.I.P.O. ha fornito in fase di stesura dei
progetti preliminari e che fornirà nel corso della progettazione esecutiva e della realizzazione
delle opere. Nel corso degli anni passati, infatti, durante i tavoli di lavoro si sono concordare
strategie comuni per salvaguardare la biodiversità e garantire la sicurezza idraulica: le linee
guida progettuali (tradotte nel “libretto delle buone pratiche C.A.L.Me.”) sono state recepite
dalla documentazione che A.I.P.O. sta predisponendo in qualità di masterplan progettuale
lungo tutto il Lambro Meridionale.
Lungo le fasce di rispetto del corso d’acqua la collaborazione di A.I.P.O. consentirà di effettuare
valutazioni in merito alla dotazione arboreo-arbustiva delle sponde, alla compatibilità con la
sicurezza idraulica, alla rinaturalizzazione delle stesse ed all’eventuale rimozione di barriere
artificiali poste abusivamente lungo i corsi d’acqua.
Ulteriore importante contributo è stato fornito da parte di Regione Lombardia DG Ambiente
Energia e Sviluppo Sostenibile in fase di concertazione di una progettualità comune da parte
degli enti locali, promuovendo e partecipando in prima persona ai momenti di confronto con gli
amministratori comunali e promuovendo la loro partecipazione nell’ambito dei Contratti di
Fiume. Tale contributo proseguirà nel corso di C.A.L.Me. 2, dal momento che i funzionari della
DG Ambiente-Settore Risorse idriche e Programmazione si occuperanno di accompagnare i
progettisti e le amministrazioni comunali nella fase di progettazione esecutiva, in modo che
tale progettazione sia coerente con le strategie di riqualificazione ambientale promosse dal
Settore stesso.
Le relative visure catastali sono inserite nella parte “C.stralcio della progettazione
preliminare” allegata al bando.
LOCATE DI TRIULZI _ NOTA SU DOCUMENTAZIONE CATASTALE
Nel riquadro rosso della figura sottostante è indicato presumibilmente il numero di mappale
23, (inserito nella lettera di intenti della Fondazione Sviluppo Ca’ Granda) che è stato forse
oggetto di frazionamenti o accorpamenti da cui deriva l’attuale individuazione di quella stessa
area con il mappale 163. Non è però leggibile chiaramente.
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42
43
PIANO DI MONITORAGGIO
Le azioni di monitoraggio saranno definite entro un apposito “Piano di monitoraggio” redatto e
concretizzato da esperti botanici e faunisti, che verranno incaricati dall’Ente capofila (Comune
di Siziano).
Saranno inoltre predisposti materiali di carattere divulgativo (immagini e testi divulgativi) da
utilizzare sul sito web del progetto, durante le serate di presentazione, nel corso delle giornate
ludico-fruitive concordate con i partner locali, nei leaflets e nei pannelli divulgativi approntati. I
testi saranno concordati con il comunicatore, in modo da integrare la componente strettamente
scientifica con le esigenze di carattere divulgativo.
Flora e vegetazione
Punto di partenza delle nuove indagini saranno i dati floristici contenuti nel documento allegato
al Progetto C.A.L.Me. : “B.2 - Analisi della vegetazione”, che fungeranno da indicazione preopera circa l’attuale assetto delle biocenosi presenti presso gli ambiti di intervento.
Tutti i dati floristici e vegetazionali raccolti saranno presentati al termine del progetto tramite
specifiche relazioni tecniche.
Il monitoraggio della flora e della vegetazione può essere di tipo qualitativo (elenchi floristici,
presenza/assenza di specie), quantitativo (misurazione della fitomassa) o quali-quantitativo
(misura della copertura e dell’abbondanza/dominanza delle specie in una comunità).
L’approccio dipende anche dalla scala di indagine che si intende perseguire: a scala
dell'organismo (flora), dell'ecosistema (fitomassa e vegetazione), del bioma (vegetazione e
complessi di vegetazione).
I principali metodi di monitoraggio, tratti dalle “Linee Guida per la predisposizione del Piano di
Monitoraggio Ambientale” redatte dal Ministero dell’Ambiente, consistono in:
- Rilievo fitosociologico: è un metodo quali-quantitativo e consiste nell’analisi della
composizione floristica e si basa sul presupposto che al ripetersi delle medesime condizioni
ecologiche la vegetazione è rappresentata dalla stessa combinazione di specie. Le vegetazioni
vengono rilevate attraverso un elenco di specie, per ciascuna delle quali, attraverso un indice
numerico, è indicata la quantità relativa nell'area occupata (Braun-Blanquet,19282). Grazie a
questo approccio quali-quantitativo la fitosociologia mette in relazione le cenosi vegetali con le
condizioni ambientali, osservandone la dinamica, consentendo di ricostruire la storia di un
ambiente e di prevederne l’evoluzione
- Rilievo floristico: è un metodo qualitativo, in cui si stila un elenco floristico delle specie
presenti in una determinata area. In questo modo è possibile effettuare analisi di tipo
corologico (es. percentuale di alloctonia/autoctonia delle specie) ed ecologico (es. spettro
biologico delle specie presenti);
- Analisi fisionomica: è anch’esso un metodo qualitativo, che fornisce una descrizione delle
formazioni vegetali presenti (es. tipologia di bosco o di prato), senza tuttavia fornire un elenco
completo delle specie;
- Quadrati permanenti: è un’analisi quantitativa che consente di monitorare nel tempo in modo
preciso la presenza e l’abbondanza delle specie in un’area fissa. Consiste nel posizionamento di
un quadrato, all’interno di un popolamento elementare, di dimensioni variabili a seconda del
tipo di vegetazione, e periodicamente rilevato nel corso delle stagioni vegetative.
2
Braun-Blanquet J., 1928. Pflanzensoziologie. Springer, Berlin.
44
Nel caso specifico, data l’entità e la tipologia delle opere, che si presume apportino significativi
miglioramenti a livello di biodiversità di specie e di comunità biologiche, si opta per un
monitoraggio a livello di specie (sia quelle messe a dimora, sia le possibili esotiche collaterali in
fase di cantiere) e di comunità di vegetazione (bosco/zona umida/prato/ fascia ripariale).
Si prevede di effettuare monitoraggi ante operam e post operam tramite rilievi floristici per le:


specie nemorali messe a dimora nel sottobosco (es. Siziano, Villanterio).
Periodo: febbraio-marzo 2017 ante operam; marzo-aprile 2018 post operam. Le specie
nemorali iniziano la stagione vegetativa nella prima parte del periodo primaverile.
piante acquatiche nelle lanche (es. Villanterio).
Periodo: giugno 2017 ante operam; giugno e settembre 2018 post operam. Le piante
acquatiche iniziano la stagione vegetativa nella seconda parte del periodo primaverile e in
piena estate.
Si prevede di effettuare monitoraggi ante operam e post operam tramite rilievi fitosociologici per:






la vegetazione riparia di nuova realizzazione/riqualificata (Locate di Triulzi, Pieve Emanuele,
Landriano, Torrevecchia Pia, Villanterio).
Periodo: aprile-maggio 2017 ante operam; aprile-maggio e settembre-ottobre 2018 post
operam (la seconda fase di campo serve per la verifica della presenza di specie esotiche,
che hanno una stagione vegetativa tardiva).
la vegetazione di transizione (Landriano).
Periodo: aprile-maggio 2017 ante operam; aprile-maggio e settembre-ottobre 2018 post
operam (la seconda fase di campo serve per la verifica della presenza di specie esotiche,
che hanno una stagione vegetativa tardiva).
la riqualificazione fasce boscate (Villanterio).
Periodo: aprile-maggio 2017 ante operam; aprile-maggio e settembre-ottobre 2018 post
operam (la seconda fase di campo serve per la verifica della presenza di specie esotiche,
che hanno una stagione vegetativa tardiva).
Il prato da sfalcio (Torrevecchia Pia).
Periodo: maggio-giugno 2017 ante operam; maggio-giugno e settembre-ottobre 2018 post
operam (la seconda fase di campo serve per la verifica della presenza di specie esotiche,
che hanno una stagione vegetativa tardiva).
I contenuti di massima del piano di monitoraggio della flora e della vegetazione sono di seguito
elencati.

Monitoraggio delle specie esotiche
Come si evince dalla relazione finale sulla vegetazione del progetto C.A.L.Me., le sponde del
Lambro Meridionale sono per la maggior parte “libere”, ossia non vincolate dall’urbanizzato o
da infrastrutture che ne costringono o ne alterano il percorso. Tuttavia la vegetazione che le
contraddistingue risulta spesso di ampiezza scarsa e con una composizione specifica spesso
semplificata e limitata ad elementi esotici. Partendo dallo stato di fatto, quindi, si intende
monitorare l’evoluzione del tratto di sponda riqualificato, con particolare attenzione
45
all’eventuale ri-proliferazione delle specie esotiche eradicate oppure a nuove specie esotiche
per potrebbero insediarsi in seguito ai movimenti terra in fase di cantiere.
Per questo motivo sarà determinante che il botanico incaricato segua le fasi di progettazione
esecutiva, ed affianchi la Direzione Lavori in fase di cantiere, segnalando tempestivamente
procedure poco consone.
Il metodo utilizzato sarà quindi quello del rilievo floristico e particolare attenzione nel piano di
monitoraggio dovrà inoltre riguardare:
- lo stoccaggio del terreno e/o del cotico erboso eventualmente rimosso e da riposizionare il
sede al termine delle lavorazioni;
- la scelta delle specie sia erbacee che legnose da mettere a dimora, per evitare importanti
errori tecnici, come talvolta accade, mettendo a dimora cultivar od essenze simili a quelle
spontanee nel territorio;
- il contenuto dei miscugli per sementi da prato da sfalcio, nel momento in cui verrà realizzato
il prato fiorito, al fine anche in questo caso di evitare la proliferazione di specie indesiderate o
poco consone con il contesto ecologico e geografico.

Monitoraggio delle specie autoctone messe a dimora
Le opere prevedono la messa a dimora di specie autoctone su una superficie molto vasta di
territorio, per quanto riguarda sia le specie erbacee che quelle legnose arboree ed arbustive.
Le specie erbacee messe a dimora sono nemorali (nel sottobosco riqualificato o già ben
conservato), acquatiche (nelle lanche), igrofile (in prossimità delle sponde fluviali, delle lanche
o delle rogge che si andranno a riqualificare), di prato (riqualificazione di prati fioriti).
Per ognuna di queste categorie verranno posizionati dei quadrati di monitoraggio permanenti,
che dovranno avere una dimensione e una posizione congrua con l’ambito oggetto di
riqualificazione. Si eseguirà quindi un rilievo floristico, così come descritto nel paragrafo
precedente.
Particolare attenzione nel piano di monitoraggio dovrà inoltre riguardare:
- la scelta delle specie sulla base delle condizioni ecologiche dell’habitat, dal momento che la
corologia, e quindi l’autoctonia, di una specie non è il solo parametro da tenere in
considerazione nella scelta delle piante da mettere a dimora. Un altro parametro necessario da
considerare è infatti anche il contesto ecologico in cu si sta lavorando (umidità, grado di
assolazione etc).
- il posizionamento degli shelter e dei tutori per ciascun esemplare di pianta legnosa messa a
dimora, al fine di evitare danneggiamento da parte della fauna erbivora talvolta molto presente
nel territorio. Gli shelter si sono dimostrati efficaci nel preservare le piante messe a dimora in
altre occasioni di riqualificazione (progetto R.Am.P.E., Bando 2008 Fondazione Cariplo - Area
Ambiente - Tutelare e Valorizzare la Biodiversità), ricadenti nel Comune di Pieve Emanuele e
quindi in un ambito territoriale assolutamente confrontabile con la presente proposta di
progetto.
Anche in questo caso quindi sarà determinante che il botanico incaricato segua le fasi di
progettazione esecutiva, ed affianchi la Direzione Lavori in fase di cantiere.
46

Monitoraggio della vegetazione ripariale e delle fasce boschive.
Il monitoraggio della vegetazione ripariale riguarda tratti territoriali importanti, poiché per la
quasi totalità dei Comuni partner si prevede la riqualificazione di tratti spondali e il
conseguente ripristino della vegetazione ripariale.
Fatte salve le misure di monitoraggio elencate nei punti precedenti, nel contesto ripariale si
punterà particolare riguardo non solo sulla flora, ma anche sulla vegetazione.
Dovrà quindi essere predisposto un piano che preveda anche rilievi sulla vegetazione, ad
esempio di tipo fitosociologico, particolarmente usati nei Piani di Monitoraggio pubblici e nelle
valutazioni di compatibilità delle opere anche a livello regionale.
Il rilievo fitosociologico, per le caratteristiche descritte nel paragrafo precedente, si dimostra
particolarmente efficace. Esso fornisce dati sintetici, che racchiudono non solo informazioni
sulla presenza/assenza di una specie, ma anche informazioni ecologiche inerenti lo stato di
conservazione o di evoluzione della fitocenosi.
Fauna
a) Fauna vertebrata omeoterma, avifauna svernante e nidificante: piani di
monitoraggio
Premesse. La valutazione sullo stato delle biocenosi di un habitat su scala ridotta, non
possono prescindere da un piano di monitoraggio accuratamente concepito, che sia in grado di
restituire un dato il più possibile attendibile dell’evoluzione delle biocenosi stesse, in relazione
ai cambiamenti di habitat. Il monitoraggio dovrà perciò essere effettuato nel periodo più
appropriato, ripetuto un numero idoneo di volte, al fine di evitare i rischi complementari di
sovrastima o di sottostima del popolamento e eseguito con la metodologia più corretta in
relazione al tipo di habitat in cui ci si trova ad operare.
La valutazione del popolamento su avifauna acquatica, sia essa nidificante o svernante,
intendendo con tale definizione la comunità di uccelli che gravita attorno agli invasi e ai corsi
d’acqua e che necessita di acqua e/o vegetazione igrofila per completare il suo ciclo
riproduttivo, e che comprende specie appartenenti a generi e famiglie diverse, può essere
effettuata in modo efficiente e speditivo attraverso la metodica del conteggio diretto su
transetto lineare , metodica che prevede l’individuazione preliminare di un numero adeguato di
percorsi lineari di campionamento, denominati transetti, di lunghezza standard, che risultino
rappresentativi dell’intera area da campionare. Tali transetti vanno quindi posizionati sul
territorio nel modo più uniforme possibile, a coprire l’intera area sulla quale effettuare il rilievo.
A differenza di altri tipi di transettazione (transetto quadrato), il transetto lineare risulta
particolarmente idoneo a campionare corsi d’acqua e fiumi, nei quali la fauna tende a
distribuirsi lungo le rive o comunque in un intorno lineare coerente con la disposizione del
transetto stesso. Per questa ragione è bene che i transetti di ogni tratto di fiume siano doppi:
uno per ciascuna sponda, in modo da evitare il rischio di sottostima del popolamento. Una
volta identificati e collocati sul territorio i transetti, attraverso opportuna georeferenziazione, si
procederà alla progettazione logistica del campionamento, che solitamente deve essere
effettuato nelle stagioni e negli orari nei quali maggiore è l’attività degli animali.
Ai fini di questa campagna di monitoraggio si identificheranno transetti lineari di lunghezza pari
ad 1 km, con un intorno considerato di 250m.
47
Nel caso dell’avifauna acquatica solitamente si procede a due campagne di campionamento
annuali: una localizzata nel periodo invernale, idealmente compresa tra i mesi di dicembre e
gennaio, al fine di identificare la comunità degli uccelli svernanti nel sito.
La seconda campagna di campionamento usualmente si colloca nel periodo compreso tra i mesi
di maggio e luglio, al fine di identificare e conteggiare tutti gli individui in riproduzione nel sito
stesso.
In entrambi i casi il campionamento deve essere effettuato sui due versanti spondali nella
stessa giornata di campo, onde evitare sovrastime del popolamento. Per convenzione si
considera, ai fini del rilievo, anche un cosiddetto “intorno” del transetto stesso, cioè un’area
ridotta adiacente al fiume entro la quale ricercare eventuali individui di avifauna nidificante da
includere nel conteggio: ciò per includere nel censimento anche specie acquatiche che
nidificano a qualche distanza dal corso d’acqua o che frequentano anche le fasce boscate
adiacenti al fiume. L’ampiezza di tale fascia, è di circa 250 m per transetti di 1km.
I transetti così identificati dovranno essere percorsi a piedi, a passo lento, con l’ausilio di
apposita strumentazione ottica (binocolo e cannocchiale): ogni individuo appartenente
all’avifauna acquatica che sia presente sull’acqua, sulle sponde e in volo dovrà essere annotato
su apposite schede prestampate e identificato.
Ai fini dell’identificazione della comunità di passeriformi canori nidificanti, congiuntamente al
campionamento mediante osservazione diretta, verranno eseguiti anche punti d’ascolto ogni
200m lungo il transetto considerato, per censire le specie presenti e non visibili, attraverso il
canto.
Cronologia e logistica monitoraggio. Al fine di ottenere dati che possano essere comparati
tra loro, e con il dato estrapolabile dal progetto CALMe 1, il calendario dei monitoraggi sui siti
interessati da opere di riqualificazione ambientale dovrà essere effettuato una prima volta in
condizioni di ante-operam, sia per i rilievi sulla comunità svernante che per quelli sulla
comunità nidificante e una seconda volta a lavori conclusi, per la registrazione del dato di
presenza al sito in stato di post-operam. Pertanto, coerentemente con il cronoprogramma di
progetto, la temporizzazione delle quattro campagne di monitoraggio su tutti i siti sarà la
seguente indicata in tabella
MONITORAGGIO ANTE-OPERAM
MONITORAGGIO POST-OPERAM
Avifauna svernante: gennaio 2017
Avifauna svernante: dicembre 2018
Avifauna nidificante: giugno 2017
Avifauna nidificante: giugno 2018
I dati, quali-quantitativi, saranno comparati statisticamente tra loro, e, limitatamente al dato
sulla comunità nidificante, verrà effettuata una analisi comparativa con il dato del progetto
CALMe1.
b) Indagine sulla comunità odonatologica
Premessa. Gli odonati costituiscono un taxa faunistico particolarmente adatto a fungere da
bioindicatore dello status ecologico di ambienti umidi oggetto di ripristino ecologico. Le libellule
infatti, essendo insetti predatori, buoni volatori capaci di colonizzare rapidamente nuovi
territori a seguito di cambiamenti delle condizioni ecologiche, ed avendo un ciclo vitale
strettamente legato all’ambiente acquatico, possono offrire indicazioni sulle dinamiche
biologiche in atto entro un ambiente umido riqualificato già nel medio-breve periodo.
48
Diverse specie di libellule, negli ultimi decenni, hanno subito in Lombardia un forte declino, a
causa soprattutto dell’inquinamento idrico e della distruzione/alterazione degli ambienti umidi
naturali, in particolare per quanto riguarda i biotopi fluviali in ambito planiziale.
Al fine di valutare la buona qualità ecologica delle aree umide oggetto di riqualificazione
nell’ambio del progetto C.A.L.Me. 2, si propone perciò un monitoraggio biennale volto alla
caratterizzazione faunistica delle stesse e dei settori limitrofi, mediante un’indagine
odonatologica di campo.
Obiettivo della ricerca sarà caratterizzare la struttura della comunità di odonati presenti in
alcuni siti di intervento, fornendo un inventario biologico con particolare attenzione verso
eventuali specie di interesse ecologico o conservazionistico. Il monitoraggio inoltre potrà
fornire importanti indicazioni sull’evoluzione dei diversi ecosistemi acquatici, sulla qualità
ecologica dell’ecotono ripario e sull’eterogeneità dell’habitat, offrendo spunti concreti su
eventuali buone pratiche di manutenzione e/o attività gestionali da intraprendere in tutti i
biotopi di progetto, e più in generale lungo le aste fluviali in ambito planiziale, per la
conservazione degli odonati.
I siti prescelti per il monitoraggio, rappresentativi di tutte le tipologie di intervento e di
ambienti umidi interessati dal progetto C.A.L.Me. 2 sono: Pieve Emanuele (riqualifica del
canale scolmatore), Torrevecchia Pia (prato umido) e Villanterio (lanca e roggia Roggiolo).
Attività di campo Sarà realizzato un censimento qualitativo e semi-quantitativo delle
popolazioni di odonati presenti nei 3 siti di indagine, tramite la ricerca e l’identificazione degli
stadi immaginali e delle esuvie. L’utilizzo congiunto di queste due metodologie permetterà di
ottenere informazioni dettagliate sul ciclo vitale di questi insetti e sull’ecologia delle differenti
popolazioni negli habitat considerati.
Le zona umide saranno monitorate attraverso la percorrenza di transetti standard, da visitare
nelle ore centrali della giornata (indicativamente 10-17), in presenza di idonee condizione
meteorologiche (tempo assolato e vento debole o assente). Durante ciascuna uscita saranno
ricercati a vista sia gli adulti (anche con l’ausilio di ottiche specifiche), sia le esuvie degli
odonati, attraverso un apposito protocollo tratto e adattato dalla metodologia proposta da
Smallshire, D. e Beynon, T. all’interno del manuale “Dragonfly Monitoring Scheme Manual”
edito nel 2010 dalla British Dragonfly Society. Le specie che richiedano, per la corretta
identificazione a livello di specie, l’osservazione di particolari anatomici non rilevabili a
distanza, saranno oggetto di fotografie con obiettivo macro e/o di cattura temporanea con
retino entomologico, analisi in campo e successivo immediato rilascio. Le esuvie saranno
invece raccolte e successivamente attribuite in laboratorio, utilizzando chiavi dicotomiche
standard.
La presenza tra gli odonati sia di specie precoci, che sfarfallano a fine aprile – inizio giugno, sia
di specie tardive, osservabili con maggiori consistenze da agosto fino all’autunno inoltrato,
rende necessaria l’esecuzione di un minimo di 3 uscita annuali per sito, al fine garantire
un’adeguata copertura della stagione di volo di tutte le specie.
Il calendario di svolgimento dei rilievi, che potrà subire nel corso delle due annualità leggere
variazioni in ragione delle condizioni metrologiche e ambientali, è presentato in sintesi nella
seguente tabella.
49
Periodo
uscita
indicativo
Obiettivo
Maggio – 15 Giugno
Osservazione specie precoci
15 Giugno - Luglio
Osservazione comunità odonatologica nel periodo di massima
abbondanza
Agosto – 15 Settembre
Osservazione specie tardive
I dati raccolti saranno analizzati, anche con l’uso di indici statistici di sintesi e confluiranno in
un’apposita relazione finale di monitoraggio, che, oltre a rendere conto delle osservazioni,
offrirà una prima valutazione circa l’efficacia delle azioni di progetto.
50
PIANO DI COMUNICAZIONE
Ruolo e finalità del Piano
Nel caso del Progetto C.A.L.Me. 2, il Piano di “Comunicazione e partecipazione” riveste un
ruolo particolare e più impegnativo rispetto ad altri contesti di progetto di rete, quali le attività
di studio/educazione ambientale o la promozione di azioni partecipate, ad esempio legate alla
resilienza della comunità, o le attività di progettazione vera e propria.
In questo caso, il ruolo centrale delle attività programmate è ricoperto dalle operazioni pratiche
destinate alla realizzazione delle opere, cioè da azioni tecniche di progettazione ed esecuzione
specializzata. La gran parte di queste attività non può che essere, di fatto, compiuta da
soggetti tecnici allo scopo incaricati, nelle forme e nei tempi imposti dalla normativa relativa
agli incarichi professionali e fiduciari e/o alle opere pubbliche, con tutte le limitazioni e le
rigidità che ne conseguono. Fatte salve, peraltro, le situazioni in cui è stato possibile
coinvolgere nelle realizzazioni soggetti locali, proprietari o gestori di aree, con le necessarie
competenze e attrezzature, che intervengano direttamente su propri terreni o terreni vicini.
Inoltre, le opere da realizzare sono già definite nella entità, tipologia e localizzazione, per
quanto non necessariamente nel dettaglio, dalla fase di preparazione e progettazione realizzata
in precedenza e presentano margini di manovra e possibilità di variazione limitati.
Le finalità delle azioni proposte non sono dunque centrate sulla partecipazione alla
progettazione già realizzata e da realizzare, anche se anche di questa si occupano, ma su
obiettivi di più ampio respiro e di più lunga prospettiva. Vogliono cioè portare i cittadini :

a sperimentare e toccare con mano

a comprendere e sapere di più e/o più approfonditamente

ad individuare obiettivi e intraprendere azioni future
Non è infatti la semplice abbondanza e appetibilità dell’informazione o la sola disponibilità di
occasioni di controllo e critica che possono produrre efficaci e duraturi cambiamenti sulla
gestione dell’ambiente e sulla sensibilità collettiva, ma l’incremento della conoscenza
scientifica e tecnica, la comprensione dei problemi pratici ed economici e la
partecipazione ad un progetto e una prospettiva ricca di idealità.
In particolare il presente Piano intende operare per il rafforzamento di un obiettivo
sovracomunale di protezione/ miglioramento ambientale di tutto il corridoio ecologico del
Lambro Meridionale, ambito che si vorrebbe progettare, per le sue caratteristiche e dimensioni,
in chiave unitaria e con una visione di sottobacino. Pertanto, considerati i tempi di avvio e
realizzazione (2017-18), si ritiene che le attività del progetto coincideranno, almeno in parte, e
dovranno integrarsi con le altre azioni relative alla sistemazione idraulica e ambientale della
parte nord del bacino, da parte di Regione Lombardia, e auspicabilmente, con l’avvio delle
prime azioni proposte per il Lambro Meridionale nel Contratto di Fiume.
Obiettivi e azioni di progetto
Per ciascuno dei temi di sensibilizzazione, in precedenza elencati, si individuano strumenti
d’azione e si propongono specifiche attività, tenuto conto che i programmi formulati oggi,
proprio perché presuppongono partecipazione e condivisione, sono soggetti, necessariamente,
ad una successiva ampia revisione e a possibili sostanziali rivisitazioni. La scelta tra le varie
opzioni individuate, come la scelta della tempistica e della collocazione sul territorio delle
attività di seguito proposte in un ampio elenco di opzioni, potranno essere precisate solo ad
avvio delle attività di progetto, sulla base delle opportunità, preferenze, propensioni e
disponibilità di mezzi di ciascun partner, con il contributo degli stakeholders locali.
51
1)
Condivisione e partecipazione attiva
Si intende privilegiare le forme di partecipazione diretta e fattiva dei cittadini, attraverso la
visita ai cantieri e la attivazione di momenti di lavoro pratico/manuale e in campo nelle
situazioni che lo consentono. Le attività vengono definite anch’esse “cantieri” e vengono
lanciate e realizzate nelle varie aree di intervento, in collaborazione con i Comuni, cercando di
accorpare più siti vicini e lasciando la scelta della tipologia d’azione e delle occasioni alle
amministrazioni e agli stakeholders locali
Cantiere “cartellonistica e segnaletica”
Consiste in un cantiere di progettazione di cartelli informativi e della segnaletica tipo da
utilizzare in tutti i siti. Può anche comprendere la realizzazione di una prima serie di cartelli
segnaletici per uno o più dei siti di intervento
Cantiere “piantagione”
Vengono organizzate una o più giornate di lavoro manuale in campo per piantagione di specie
erbacee nemorali in siti di bosco
Cantiere “prepara il terreno”
Si realizza con una o più giornate di pulizia dei terreni destinati all’intervento o loro
preparazione per gli interventi di piantagione o sistemazione
Visita guidata ai cantieri
Consiste in mezze giornate di visita a cantieri aperti e in fase operativa, con la presenza degli
operatori incaricati. Deve corrispondere alla fase avanzata delle realizzazioni.
Visita guidata ai cantieri
2)
Conoscenza e responsabilità
Con questo tipo di azioni si punta a fornire strumenti di conoscenza e comprensione dei
problemi e degli aspetti interessanti delle diverse aree e del fiume nel suo complesso
relativamente a temi di interesse ambientale e di pianificazione e approfondimenti specifici
relativi a questioni gestionali. Inoltre questa azione rappresenta lo spazio di conoscenza e
informazione sul progetto e il suo avanzamento
52
Quaderni approfondimento
Sono contributi tematici di taglio scientifico e/o tecnico, assemblati dallo staff di progetto su
temi relativi alla connessione ecologica in genere e alle conoscenze acquisite o comunque
disponibili riguardo al Lambro Meridionale, all’area del sud Milano e Pavese, o ad aree
paragonabili per ambiente o per approccio partecipativo e strumenti messi in campo. Un tema
importante di approfondimento potrà essere rappresentato dal Contratto di Fiume OlonaBozzente – Lura - Lambro Meridionale e dalla possibilità di operare con lo strumento del Piano
di Sottobacino dedicato al LM. Un altro, certamente dall’approfondimento sulla normativa dei
vincoli, idraulici, paesaggistici, geologici e sulla gestione attuale della aree demaniali.
Laboratori di idee con stakeholders, prevalentemente a tema
Incontri partecipati con le associazioni e i cittadini e, in genere, gli stakeholders, compresi i
rappresentanti del settore agricolo, raggruppati per macroaree, piuttosto che intervento per
intervento (2 incontri complessivamente ?) e centrati su temi specifici. Es. Bozza di Quaderno
condiviso delle buone pratiche e delle regole per tipo di azione o area. Criteri per impostazione
sistema dei percorsi ciclopedonali. Criteri per la gestione delle aree agricole perifluviali, ecc.
Laboratorio con i tecnici delle amministrazioni
Incontri con tecnici delle amministrazioni ed esperti, aperti comunque al pubblico, su questioni
rilevanti di gestione del territorio, come la gestione delle aree di vincolo perifluviale e la
corretta gestione delle aree di vecchio e nuovo demanio idrico.
3)
Costruzione e condivisione di obiettivi
Lo scopo principale di questa serie di azioni è la costruzione di una immagine e di una
prospettiva unitaria nella pianificazione e gestione dell’area di progetto da parte delle comunità
che la sostengono
Carovana itinerante
Consiste nella programmazione di più tappe di informazione-animazione nelle piazze delle città
coinvolte per la conoscenza del proprio territorio e quello dell’intero “sistema fiume”. Si utilizza
un furgone attrezzato che porta in piazza l’intero territorio su immagine di dimensioni circa
4x16 m e propone attività di animazione per riconoscimento siti, valutazione e proposta (es.
foto sotto).
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Informazione e animazione in piazza (uso di grandi mappe del territorio)
Gran tour ciclistico
Escursione progettata con il contributo delle associazioni e cittadini, via social e mail,
rappresenta la sperimentazione di almeno alcuni dei tracciati ciclopedonali che dovranno
costituire l’ossatura futura del sistema di fruizione
Convegno generale di chiusura
Il convegno/festa è l’occasione per la ripresentazione della maximappa generale del fiume e
per il suo aggiornamento sia in base a quanto fatto nel progetto, sia con nuove proposte e
lancio di tesi per il futuro. Con il metodo dei tavoli di lavoro tematici, in ipotesi, si discutono e
approvano:
il quaderno delle buone pratiche e la sezione “regole”, un accordo sul censimento e i criteri di
gestione delle aree del demanio idrico, la bozza della mappa generale dei sentieri e dei percorsi
ciclabili, la mappa dei “luoghi della natura” e il documento sullo stato di avanzamento delle
attività di sottobacino nell’ambito del Contratto di Fiume.
Ipotesi di programmazione delle azioni di comunicazione/partecipazione
Fase 1 (inizio 2017)
Perfezionamento, tramite contatti diretti, dell’elenco degli stakeholders e dei soggetti
interessati (es. primo contatto scuole per espressioni di interesse)
Avvio degli spazi nei social con segnalazione delle fasi di progettazione, delle fonti di
informazione e dati, della possibilità di richiedere interventi ad hoc, ecc.
Aggiornamento del sito web del progetto Calme, con messa a disposizione di tutte le
informazioni sugli interventi in fase di progettazione esecutiva con link ai siti comunali in spazi
dedicati.
Predisposizione di un pacchetto illustrativo semplificato delle opere progettate per la
diffusione via mail agli stakeholders, scuole e cittadini che ne fanno richiesta
Fase 2 (primavera 2017)
Realizzazione della settimana della carovana itinerante con attività informative e di
animazione con la maximappa del Lambro Meridionale per il lancio del “sistema fiume”.
54
Raccolta delle osservazioni, dei progetti nuovi e della percezione diffusa riguardo alla
importanza, significato e futuro del fiume e della sua valle in una ottica unitaria.
Fase 3 (autunno 2017)
Stagione dei cantieri, sia in forma di attività pratiche manuali e creative, sia come visite ai
cantieri delle opere secondo un calendario e modalità da perfezionare in fase esecutiva. Si può
pensare a 3 cantieri di lavoro tematici e a 1 visita ad ognuno dei cantieri di lavoro in date da
concordare localmente
Fase 4 (inverno 2017-18)
Approfondimento/consolidamento delle conoscenze e delle competenze su argomenti e
temi scientifici e tecnici. Incontri con stakeholders a tema/i. Incontro con i tecnici delle
amministrazioni
Fase 5 (primavera/estate 2018)
Tour ciclistici (ipotesi 2 tour) di visita e progettazione percorsi in una prospettiva di
connessione e unità del corridoio di natura e fruizione del Lambro Meridionale
Convegno festa chiusura con rivisitazione della maximappa del fiume, approvazione tesi e
regole, rilancio dei progetti nel Contratto di Fiume
In tutte le fasi di attività prosegue l’attività informativa condotta attraverso gli strumenti web
e social con dettagli operativi da definire in fase esecutiva.
Tutte le attività che comportano il coinvolgimento dei cittadini e delle amministrazioni saranno
progettate in collaborazione con queste tenendo conto prioritariamente dei calendari delle
attività pubbliche e/o private di rilievo sociale, definendo di volta in volta l’opportunità di
agganciare le iniziative di progetto ad eventi esistenti e sentiti dalle comunità, piuttosto che
evitare le date concorrenti. L’ipotesi attuale è quella di far coincidere più possibile gli eventi di
progetto con i calendari degli eventi locali di rilevanza sociale.
Gli strumenti tecnici di comunicazione
Realizzazione e/o alimentazione e animazione della piattaforma on line rappresentata dal sito
web di progetto, prosecuzione di quello di Calme1, e da uno o più indirizzi social, in particolare
facebook con funzioni informative relative a:
-
Risultati delle analisi di approfondimento e dei materiali di progettazione
-
Documentazione tecnica e scientifica relativa all’area di nuova o recente produzione
-
Osservatorio dello stato di avanzamento dei progetti e delle realizzazioni
-
Forum cittadini sui temi di assetto complessivo
In più, il responsabile della comunicazione si occupa dei rapporti con la stampa in stretta
collaborazione con il coordinatore del progetto, l’ente capofila e i partner.
Dati utili (enti, spazi, date, ecc.)
In fase di predisposizione del progetto e durante le attività del precedente Progetto CALMe
sono stati presi contatti con singoli operatori, associazioni ed enti vari. Inoltre è stato
55
effettuato, con l’aiuto delle Amministrazioni comunali, un primo censimento degli enti
registrati, delle strutture di interesse per eventi, feste e incontri di lavoro e, infine, una verifica
dei calendari delle iniziative previste o tradizionali del paese. Se ne riporta un breve e
preliminare riassunto come premessa ad un lavoro di ricerca di tutte le possibili sinergie con le
realtà locali e le loro “buone pratiche”.
Comune di Pieve Emanuele
Il Comune di Pieve è impegnato in diversi progetti di opere e educazione ambientale, avendo
come riferimento principale l’oasi dei laghetti del Tolcinasco, presso la quale si svolgono
attività e visite. Con la Protezione Civile si effettua la Giornata dei fiumi puliti. Molti eventi
culturali e ricreativi sono concentrati nella “Primavera Pievese (mese di maggio). E’ attivo il
Progetto del “Cantiere Culturale Pievese” cofinanziato da Fondazione Cariplo. La terza o
l’ultima domenica di settembre si festeggia il santo patrono, S. Alessandro
Comune di Locate di Triulzi
Il Comune di Locate festeggia il santo patrono S. Vittore, l’8 maggio. Nel mese di maggio si
svolgono quest’anno altre iniziative interessanti come La Festa delle Corti (28-29/5) e la Sfilata
delle Biciclette in Fiore (28 maggio).
Comune di Landriano
Il Comune e le associazioni locali organizzano varie iniziative soprattutto tra primavera ed
estate. In aprile è stata realizzata l’iniziativa “Vivere i parchi urbani” con presenza di scuole e
esperti. All’interno della estate landrianese si svolgono, tra l’altro, la marcia “Stralandriano” e
la “Festa di fine estate”, il 20 settembre. Diverse iniziative riguardano percorsi e marce dal
centro alle frazioni, in particolare Pairana. Recentemente è stata organizzata una mostra su
“Landriano e il suo territorio”. Landriano dispone di una Fattoria didattica, presso il Lambro,
molto frequentata e dotata di una sala da 100 posti. Il Comune stampa anche un giornalino
comunale di notizie. Il santo patrono è S. Vittore (8 maggio).
Comune di Siziano
Il comune, che è Ente gestore del PLIS del Lambro Meridionale e del Ticinello, stampa un bel
periodico di informazioni. Rilevante è il “Maggio Sizianese” con vari eventi tra cui la “Festa
degli orti”, la “Festa di Primavera”, la “Mostra di fotografia naturalistica”, una gara ciclistica, la
manifestazione “Medioevo nel Borgo”, ecc. Inoltre si segnalano: “Puliamo il mondo” e la festa
patronale nella seconda settimana di settembre (San Bartolomeo). Sono presenti molte
associazioni ed enti di vario indirizzo: Legambiente, Fotoreporter, il GAS “A tutto GAS”, la Pro
Loco Siziano, la Università della Terza Età (UNITRE Siziano), ed altre. Il Comune dispone di un
teatro da 250 posti e dell’area attrezzata all’aperto del “Gesiolo”.
Con il contributo di Fondazione Cariplo (Bando Biodiversità 2010), inoltre, il Comune ha
realizzato le “vetrine della biodiversità”, importanti luoghi all’interno dell’abitato in cui sono
state ricostruiti gli habitat naturali principali del territorio (zone umide, vegetazione riparia,
prato da sfalcio)
Comune di Torrevecchia Pia
Il Comune ha, appena avviato, un progetto “pedibus” cofinanziato da Regione Lombardia. Sono
presenti varie associazioni tra cui un Gruppo Acquisto Solidale (GASGAS) e alcuni circoli e
associazioni culturali. La festa patronale si svolge in corrispondenza della ricorrenza della
Natività di M.V., l’8 settembre.
Comune di Marzano
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Il santo patrono del paese è S. Mauro che si festeggia il 15 gennaio. Sono presenti alcune
associazioni tra cui i Volontari per Marzano, con obiettivi di cura della sicurezza.
Comune di Villanterio
Anche nel Comune di Villanterio sono presenti diverse realtà di volontariato, come associazioni
genitori, l’Associazione Podistica Tripè, con cui si organizzano camminate e corse per strade
bianche, il “Circolo socio-culturale”, il “Gruppo culturale Iniziative sociali”. Inoltre una
Accademia Musicale e un Corpo bandistico. Il patrono, S. Giorgio, viene festeggiato nella sagra
con mercatino in piazza del primo maggio. Viene organizzata annualmente la Festa delle
Associazioni di Volontariato (17/7). Il prossimo 13 novembre si dovrebbe tenere la prima
edizione della manifestazione podistica “Corsa del Lambro”. Tra gli spazi utili, da segnalare il
Cortile del castello, sede comunale, con annessa piccola arena, una palestra e un centro
sportivo con tribune per spettatori e il salone del teatro dell’oratorio con annesso campo
illuminato.
57
MANUTENZIONI
Manutenzioni nel corso del progetto. Tutti gli interventi in progetto saranno appaltati con
capitolati tecnici che prevedano la manutenzione delle opere di nuova realizzazione per la
durata del progetto.
In particolare saranno effettuati interventi di manutenzione ordinaria (almeno 2 interventi
annuali) e, ove necessario straordinaria (irrigazioni di soccorso in presenza di estati siccitose),
al fine di garantire il corretto attecchimento e sviluppo delle opere a verde.
Il processo di gestione diretta dell’appalto delle opere da parte di ciascun Comune, nonché il
coinvolgimento degli Enti territorialmente competenti (A.I.P.O. e Regione Lombardia),
rappresentano inoltre idonee garanzie alla corretta redazione dei capitolati tecnici.
Per aver una ulteriore garanzia di corretta realizzazione delle opere e delle manutenzioni nel
solo periodo della durata del progetto, inoltre, la Direzione Lavori e l’eventuale Piano della
Sicurezza, verranno seguiti da ciascun Comune tramite l’ufficio tecnico competente. Parte del
cofinanziamento del personale è infatti dedicato a queste attività specifiche.
Per la gestione degli ambiti naturalistici sarà infine avviato, entro le azioni di divulgazione e
informazione previste nel progetto (si veda a tal proposito il capitolo sul piano della
comunicazione), un processo di partecipazione diretta e coinvolgimento delle comunità locali,
al fine di promuovere interventi dei cittadini per la tutela e la sorveglianza delle opere a verde
realizzate. Un esempio su tutti sono le attività di educazione ambientale già promosse da
alcune amministrazioni comunali (es. Landriano e Siziano), che verranno riprese anche nel
progetto C.A.L.Me. 2, nel corso delle quali i bambini e i ragazzi delle scuole sono stati coinvolti
nella messa a dimora di piante legnose. Un’estensione di questa attività potrà essere la messa
a dimora anche di alcune piante erbacee di facile posizionamento (es. sottobosco).
Manutenzioni post-progetto. Nel periodo successivo alla conclusione del progetto, per una
durata di almeno 3 anni, così come previsto dal Bando di Fondazione Cariplo, le manutenzioni
saranno a carico delle amministrazioni comunali o dei privati, a seconda dell’impegno
sottoscritto.
Le manutenzioni prevedono gli sfalci annuali delle opere a verde, laddove necessario (es.
vegetazione ripariale, fascia boscata, riqualificazione del sottobosco, prato fiorito) e così come
previsto nei capitolati di appalto per la gestione del verde pubblico, nonché le eventuali
irrigazioni di soccorso straordinarie in caso di estati siccitose.
Alcuni comuni prevedono inoltre di coinvolgere associazioni o enti locali, come la Protezione
Civile, molto attive ad esempio a Locate di Triulzi e a Pieve Emanuele, che già si occupano
periodicamente di alcune manutenzioni e che hanno le attrezzature adatte ad effettuare
lavorazioni di sfalcio e decespugliamento.
Si riportano a tal proposito le lettere di impegno firmate dai singoli Comuni o dai proprietari dei
terreni e riportate per esteso nella documentazione allegata al bando.
Comune
Documento redatto
Siziano
Lettera di impegno da parte dell’Amministrazione Comunale
Locate di Triulzi
Lettera di impegno da parte dell’Amministrazione Comunale
Pieve Emanuele
Lettera di impegno da parte dell’Amministrazione Comunale
Landriano
Lettera di impegno da parte dell’Amministrazione Comunale
Torrevecchia Pia
Lettera di impegno da parte dell’Amministrazione Comunale
Villanterio
Lettera di impegno sottoscritta dal proprietario (si veda la lettera di
manifestazione di intenti al progetto, in cui si specifica che il proprietario si
58
occuperà della manutenzione ordinaria almeno per i primi 3 anni dal termine del
progetto)
Marzano
Lettera di impegno da parte dell’Amministrazione Comunale
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RISULTATI ATTESI, CRITERI DI VALUTAZIONE E BENEFICIARI
Potenziare il corridoio ecologico
a) Riqualificazione/miglioramento degli habitat in 5 macroaree (Pieve Emanuele, Locate di
Triulzi, Landriano, Torrevecchia Pia, Villanterio) e in 2 aree puntuali (Marzano e
Siziano), tutte ugualmente importanti nell’ottica di un corridoio ecologico che copra
tutta l’asta fluviale
b) Rafforzamento di stepping stone di vasta area, attraverso il miglioramento di diversi
ecosistemi: bosco, zona umida/fascia di transizione tra fiume e bosco, fascia ripariale.
c) Aumento della biodiversità specifica in merito a flora (acquatica, igrofila, mesoigrofila),
vegetazione (boschi, fasce riparie, zone umide, prati da sfalcio), avifauna (acquatica e
limicola), entomofauna (odonati).
Potenziare la sinergia tra le parti coinvolte
d) a) Aumento della consapevolezza da parte dei cittadini e degli stakeholders in generale
(amministrazioni locali, associazioni, proprietari agricoli) sia dei problemi e delle
difficoltà di gestione, sia delle enormi potenzialità del corridoio ecologico.
e) b) Sinergia tra le amministrazioni locali e le autorità competenti per la pianificazione
sovraordinata e le autorizzazioni (es. ambientale, idraulica).
NEMORALI
VEGETAZIONE RIPARIALE
RISULTATI ATTESI
Ci si attende la riqualificazione dell’Habitat
delle Foreste alluvionali di Alnus glutinosa
e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion
incanae, Salicion albae).
Ci si attende un miglioramento
significativo della comunità di avifauna
presente al sito, sia in termini di numero
di specie presenti, svernanti e
riproduttive, sia in termini di fitness
riproduttiva degli individui nidificanti.
Implementazione della biodiversità
specifica, attualmente bassa, dei lembi di
ontaneta e dei boschi riconducibili al
querco-carpineto;
miglioramento della funzionalità ecologica
del bosco, dal momento che un aumento
delle specie vegetali favorisce un
conseguente aumento delle specie di
fauna.
CRITERI DI VALUTAZIONE





Km totali di fascia ripariale
riqualificata
Numero di piante legnose messe a
dimora
Vitalità delle specie messe a dimora
Incremento dell’avifauma e
dell’odonatofauna (rapporto tra il
numero di individui censiti in fase
ante e post operam di
avifauna/odonatofauna)
Incremento del numero di piante
messe a dimora, grazie a
propagazione autonoma (rapporto
tra il numero di individui censiti in
fase ante e post operam nei quadrati
permanenti)
60
BARENA
GALLERIA VERDE
GARZAIA
FASCIA DI TRANSIZIONE
PRATO
FIORITO
Ci si attende un aumento della diversità
specifica e, a conclusione lavori, dopo
adeguata naturalizzazione delle opere, la
presenza di una serie di specie, al
momento scarsamente rappresentate,
quali i limicoli e gli uccelli nidificanti su
barene sabbiose.

Numero di nidi presenti dopo la
realizzazione della barena


Mq di galleria verde realizzati
Numero di piante legnose messe a
dimora

Rapporto tra il numero di nidi
presenti ante e post operam
Numero delle specie presenti in
colonia (ante e post operam)
Miglioramento della funzionalità ecologica
del tratto di sponda e di pista
ciclopedonale riqualificati;
Ruolo didattico-educativo delle specie
messe a dimora, dal momento che l’area è
molto fruita e che l’Amministrazione
Comunale ha in previsione la realizzazione
di orti pubblici.
Comunità degli ardeidi: incremento del
numero di presenze nella stagione
riproduttiva. Incremento nel numero di
specie presenti e nidificanti.
Ci si attende la riqualificazione dell’Habitat
delle Foreste alluvionali di Alnus glutinosa
e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion
incanae, Salicion albae).
Ci si attende un miglioramento
significativo della comunità di avifauna
presente al sito, sia in termini di numero
di specie presenti, svernanti e
riproduttive, sia in termini di fitness
riproduttiva degli individui nidificanti.
Aumento degli habitat di spazio aperto,
con conseguente aumento della
biodiversità specifica sia della flora che
della fauna (in particolare entomofauna)







Mq di fascia di transizione realizzati
Numero di piante legnose messe a
dimora
Vitalità delle specie messe a dimora
Incremento dell’avifauma e
dell’odonatofauna (rapporto tra il
numero di individui censiti in fase
ante e post operam di
avifauna/odonatofauna).
Mq di prato fiorito realizzato
Incremento n° specie a fiore vistoso
(rapporto tra cenismento ante e post
operam)
61

ZONE UMIDE
Ci si attende un miglioramento della
complessità generale dell’ecosistema, sia
della componente erbacea igrofila ed
acquatica (che si andrà direttamente ad
implementare), sia della componente
faunistica (che avrà una implementazione
indiretta)


N di specie acquatiche e igrofile
erbacee messe a dimora
Incremento del numero di piante
messe a dimora, grazie a
propagazione autonoma (rapporto
tra il numero di individui censiti in
fase ante e post operam nei quadrati
permanenti)
Incremento dell’avifauma e
dell’odonatofauna (rapporto tra il
numero di individui censiti in fase
ante e post operam di
avifauna/odonatofauna).
Beneficiari. Complessivamente, grazie agli interventi realizzati ed alle attività di comuicazione
e divulgazione, potranno beneficiare dei risultati del progetto:





Cittadini (bambini e adulti);
amministratori locali;
altri stakeholders (proprietari dei terreni, agricoltori affittuari);
tecnici e professionisti che parteciperanno alle giornate di approfondimento;
simpatizzanti con le tematiche ambientali proposte, tramite l’animazione dei siti internet
(fb e sito web già attivo).
62
4
ORGANIGRAMMA E DISTRIBUZIONE DELLE
COMPETENZE
Comune di Siziano
ENTE CAPOFILA
Coordinamento locale, affidamento incarichi professionali, predisposizione accordo
bonario con i privati, predisposizione gare di appalto per l’esecuzione delle opere,
direzione lavori, responsabile unico procedimento ed eventuale piano sicurezza opere.
Spese correnti e acquisto di materiale promozionale
Gli incarichi professionali affidati riguarderanno:
Coordinamento progettuale scientifico e segreteria, declinato nella supervisione e
coordinamento del gruppo di lavoro, con assistenza diretta alla gestione delle varie fasi
operative per enti capofila e partner, professionisti ed imprese. Organizzazione e
reporting a cadenza annuale (2 report) di incontri di confronto e armonizzazione delle
azioni di progetto (si stima un minimo di 4 giornate/mese di lavoro nel biennio di
progetto)
Progettazione opere ambiti, che consiste nella progettazione definitiva ed esecutiva di
tutte le opere di riqualificazione ambientale previste dalle azioni 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 7
Comunicazione, con modalità di partecipazione attiva dei cittadini durante le opere di
riqualificazione, nel corso di momenti ludico-fruitivi e di confronto tra stakeholder
(convegni, seminari tematici). Animazione delle piattaforme web di condivisione più
usate (es. Facebook)
Grafica, promozione e internet, con aggiornamento trimestrale del sito esistente
(www.progettocalme.it); impostazione grafica e impaginazione dei leaflet e dei pannelli
divulgativi; cortometraggio video sulle potenzialità ambientali del Lambro Meridionale
Supporto amministrativo e report finanziario
che consiste nella consulenza
amministrativa agli enti capofila e partner, supporto ai processi di gestione dei flussi
finanziari tra capofila e partner, rendicontazione parziale e conclusiva di progetto.
L’acquisto di materiale promozionale dipende dalle attività specifiche concordate in
base al Piano della Comunicazione. Alcuni esempi: giga mappa in nylon del fiume con gli
ambiti di riqualificazione, da usare nelle giornate ludico-fruitive; leaflets promozionali
delle giornate di cantiere aperto, delle attività ludico-fruitive e dei convegni; cartelloni di
promozione alle iniziative; account del sito internet.
Comuni di: Locate di
Triulzi, Pieve Emanuele,
Landriano, Torrevecchia
Pia, Marzano, Villanterio.
PARTNER
Le spese correnti riguardano i materiali di consumo, la convocazione di riunioni di
coordinamento, i costi di segreteria, comprensivo di messa a disposizione di sala riunioni
per tutti gli incontri tra gli attori di progetto.
Coordinamento locale, predisposizione accordo bonario con i privati e/o domanda di
concessione per le aree demaniali, predisposizione gare di appalto per l’esecuzione
delle opere, direzione lavori, responsabile unico procedimento e predisposizione
dell’eventuale piano sicurezza opere.
63
PARTNER
Università Milano-Bicocca
COFINANZIATORI DI TIPO 1
Regione Lombardia DG
Ambiente; A.I.P.O.
COFINANZIATORI
DI TIPO 2
Soc. Agricola Tosi
Francesco e figli
s.s.
Valutazioni ecologiche, consistenti nella valutazione in itinere e finale in relazione alle
scelte e all'efficacia ecologica delle opere di riqualificazione in progetto, a cura del
Dipartimento di Scienze dell'Ambiente e del Territorio e di Scienze della Terra.
Affidamento di incarichi per i monitoraggi della fauna e della flora.
Fauna: monitoraggio biennale di taxa target (uccelli e odonati) indicatori ecologici per
una valutazione quantitativa e qualitativa dell'impatto delle opere di progetto sulla
biodiversità. Sono previste un totale di circa 45 giornate di campo. Comprese relazioni
finali di analisi dati e individuazione di eventuali criticità in corso e post operam
Flora e della vegetazione: monitoraggio biennale della flora: specie erbacee messe a
dimora (nemorali), piante acquatiche (lanche); monitoraggio biennale della vegetazione:
fasce riparie riqualificate; prato fiorito; nuova zona umida. Sono previste in totale circa
30 giornate di campo suddivise nei due anni. Comprese relazioni finali di analisi dei dati e
individuazione di eventuali criticità in corso e post operam .
Valutazioni idrauliche, che consistono nelle autorizzazioni di compatibilità idraulica,
partecipazione a tavoli tecnici e supporto con sopralluoghi in fase di progettazione
esecutiva e DL a cura di Uffici AIPO.
Valutazioni pianificatorie e normative. Affiancamento nella fase di progettazione e
realizzazione per coerenza con indirizzi normativi e pianificatori. Coerenza di indirizzo
con le azioni di progetto inserite nel Contratto di Fiume "Olona-Lura-Bozzente-Lambro
Meridionale", che recepisce anche gli studi preliminari del progetto C.A.L.Me. a cura di
Regione Lombardia, DG Ambiente - Struttura Pianificazione tutela e riqualificazione
risorse idriche.
Compartecipazione al progetto effettuando le lavorazioni preliminari nelle aree di
proprietà, mettendo a disposizione mezzi (che non figurano nel cofinanziamento) e
dipendenti della propria Società Agricola.
64
5
ORGANIZZAZIONE
ENTE CAPOFILA
Comune di Siziano
Il Comune di Siziano è ente capofila del PLIS “Parco del Lambro Meridionale e Ticinello”,
istituito con Delibera della Giunta Provinciale di Pavia n. 10 del 15/01/2009 e comprendente
attualmente i comuni di Siziano, Vidigulfo e Torrevecchia Pia.
Per la posizione centrale rispetto al Lambro Meridionale e per il ruolo di ente capofila del PLIS,
il Comune di Siziano si è proposto come ente capofila del progetto CALMe 2.
Negli anni passati l’amministrazione comunale ha partecipato a diversi bandi della Fondazione
Cariplo, sia in qualità di partner che di ente capofila.
In particolare si ricorda il cofinanziamento ricevuto da Fondazione Cariplo (Bando Biodiversità
2009) per il progetto dal titolo “Interventi di incremento della biodiversità nel PLIS di neoistituzione Parco del Lambro Meridionale e Ticinello”, che ha previsto la piantumazione e
rinaturazione di alcune zone all’interno del Parco, nonché la realizzazione di importanti punti
didattici chiamati “vetrine della biodiversità” per ricostruire habitat tipici del PLIS in ambito
urbano, dove la fruizione è maggiore. Si intende sfruttare le vetrine della biodiversità anche
nell’ambito della presente proposta di progetto (si veda a tal proposito il piano della
comunicazione).
Sul sito comunale il PLIS è ampiamente pubblicizzato e, in seguito al progetto cofinanziato nel
2009 da Fondazione Cariplo, sono stati pubblicati numerosi opuscoli didattico-informativi sulle
peculiarità sia di flora che di fauna dell’area protetta (www.comune.siziano.pv.it/
comune/comune_action.php).
Nell’ambito della presente proposta di progetto il Comune di Siziano si occuperà del
coordinamento locale, della predisposizione dell’accordo bonario con il privato, della direzione
lavori sul proprio Comune, di individuare un responsabile unico procedimento ed
eventualmente del piano della sicurezza. Si occuperà di affidare gli incarichi esterni per il
coordinamento tecnico-scientifico generale, la progettazione, i monitoraggi faunistici e floristici,
la comunicazione, la parte grafico-pubblicitaria e il supporto amministrativo e del report
finanziario.
PARTNER
Comune di Locate di Triulzi
E' ente territorialmente interessato per quanto riguarda il tratto di Lambro Meridionale situato
in provincia di Milano.
Il comune ha inoltre all'attivo la partecipazione a progetti promossi da Fondazione Cariplo,
alcuni aventi come soggetto il fiume Lambro Meridionale, in cui ha già svolto il ruolo di partner.
In particolare: Progetto R.A.R.E. - Riqualificazione Aree Residuali tra i comuni di Pieve
Emanuele e Locate di Triulzi: riutilizzazione di un tratto fluviale intercluso” (Bando Spazi Aperti
2010); il progetto C.A.L.Me.-Connettività Ambientale del Lambro Meridionale (Bando Ambiente
“Realizzare la Connessione Ecologica” 2013); il progetto NaturalMente – connettiamo Milano
alla natura, (Bando “Connessione Ecologica” 2014).
Il Comune è compreso nel Parco Agricolo Sud Milano che, nel 2013, ha terminato alcuni lavori
di riqualificazione presso la lanca vicino a Cascina Pizzabrasa. Sebbene catastalmente l’area sia
65
in Comune di Pieve Emanuele, tuttavia essa si trova in sponda idrografica sinistra del fiume
Lambro Meridionale e viene fruita soprattutto dalla cittadinanza locatese. Nel proprio territorio
vanta inoltre altre cascine storiche tuttora abitate: Cascina Nesporedo, Cascina Resentera,
Cascina Tappa, Cascina Flora, Cascina Venturina.
Locate si distingue inoltre per aver approvato un PGT con consumo di suolo molto ridotto che
salvaguarda la connessione ecologica del Lambro Meridionale e amplia dove possibile il
territorio tutelato dal Parco Agricolo Sud Milano.
Comune di Pieve Emanuele
Il comune di Pieve Emanuele è ente territorialmente interessato per quanto riguarda il tratto di
Lambro Meridionale situato in provincia di Milano.
Il PGT del comune di Pieve Emanuele, in fase di approvazione, descrive e valorizza le
componenti ambientali del Lambro Meridionale: nelle tavole di piano il PGT riporta e amplia i
vincoli ecologici e paesaggistici lungo le sponde del fiume.
Il Comune di Pieve Emanuele ha partecipato, insieme al Comune di Locate di Triulzi, ai progetti
cofinanziati da Fondazione Cariplo elencati nel paragrafo precedente, ed è stato inoltre Ente
Capofila dei progetti R.Am.P.E. e R.Am.P.E. 2 (Riqualificazione ambientale a Pieve Emanuele),
entrambi cofinanziati da Fondazione Cariplo, rispettivamente nel 2008 e nel 2010 (Bando
“Tutelare e valorizzare la Biodiversità”).
Il Comune è compreso nel Parco Agricolo Sud Milano ed ha nel proprio territorio diverse aree
naturalisticamente rilevanti: la cosiddetta “valle delle Volpi”, area agricola ricca di lanche e
prati da sfalcio, il Parco Natura, un’area pubblica molto ampia che in parte costeggia le rogge
Corio e Pizzabrasa e che si collega con l’Oasi dei laghetti del Tolcinasco, un’area di 9 ettari in
parte a tutela naturalistica e gestita dall’amministrazione comunale, in cui sono presenti
piccole zone umide, prati da sfalcio, filari e frutteti con cultivar di frutti antichi. Quest’ultima
area è molto fruita dalla cittadinanza e l’amministrazione comunale organizza eventi per la
promozione del territorio e delle peculiarità naturalistiche.
Comune di Landriano
Il Comune di Landriano rappresenta un territorio di confine tra gli ambiti che risentono della
pressione urbana milanese, soprattutto in termini di traffico e uso delle aree per insediamenti
produttivi e di servizi, e le aree lodigiane e pavesi sostanzialmente agricole. Questa
preoccupazione di conservazione e compatibilità è opportunamente espressa anche nel vigente
PTCP della Provincia di Pavia.
Il PGT del Comune, approvato nel 2011, prevede diversi interventi di compensazione
ambientale, correlati a significativi insediamenti terziari/produttivi e l’incremento del
patrimonio delle aree verdi e dei parchi. La presenza più significativa, da questo punto di vista,
è rappresentata dal Parco pubblico Cederna, area di poco meno di 10 ettari, collocata a fianco
del fiume subito a sud del centro cittadino e oggetto di vari interventi di incremento e
riqualificazione del patrimonio vegetazionale. Nel centro storico, sul Lambro, è presente anche
il notevole Castello di Landriano o Taverna, attualmente in abbandono, dotato di uno spazio
verde circostante recuperabile anche a funzioni ecologiche. Da segnalare inoltre l’Oasi
naturalistica “La Busa del Ratt”, lanca abbandonata del fiume, oggi alimentata da acque di
falda. La sua cura, avviata nel 2001 è affidata a Legambiente di Landriano e vede la
realizzazione di attività didattiche.
Il Comune di Landriano gestisce invece direttamente una fattoria didattica, anch’essa lungo il
Lambro, con spazi per incontri e per osservazione della fauna tipica e domestica. A Landriano
66
si svolgono e si sono svolte diverse iniziative, sia di sensibilizzazione ambientale, sia di rilievo
storico-culturale.
Comune di Torrevecchia Pia
Le aree di interesse progettuale del Comune di Torrevecchia Pia si trovano lungo il Lambro,
tutte all’interno del PLIS del Ticinello e del Lambro Meridionale, in un contesto agricolo e
naturale pregevole e in buona continuità sia con gli spazi circumfluviali posti a nord tra Zibido
al L. e Landriano, sia con quelli a sud, fino a Marzano. Il Comune, il cui nucleo principale si
trova in realtà discosto rispetto al corso del fiume, aderisce al PLIS Ticinello e all’interno di
esso, attraverso la azione di varie associazioni, in particolare attualmente di una associazione
di fotografia naturalsitica, cura la lanca detta Oasi La Morta, presso la quale sono già stati
effettuati in passato interventi di riqualificazione ed altri sono previsti dall’attuale progetto. Per
il PGT vigente, tutta l’area interessata dai progetti, in sponda sinistra a sud di Zibido al L.
presenta sensibilità paesaggistica molto alta e risulta in salvaguardia paesaggistica e
ambientale.
L’amministrazione comunale sostiene la gestione naturalistica dell’area e la sua fruizione
controllata, anche finanziando in proprio gli interventi di riqualificazione.
Comune di Villanterio
Il territorio di Villanterio si colloca, con quello di Magherno, a cavallo del tratto fluviale di
Lambro Meridionale caratteristico sia per gli aspetto naturalistici, sia per la geomorfologia
dell’alveo, che devia il suo corso improvvisamente verso NE per cause prevalentemente
geologiche. Questo tratto di fiume è, per questo, definito geosito di tipo geomorfologico e
interesse locale. Tutta la fascia fluviale è considerata di “consolidamento dei caratteri
naturalistici”, anche se in tutto l’abitato storico il fiume risulta costretto in una fascia
localmente molto limitata. Le aree di maggiore interesse naturalistico sono quelle a monte
dell’abitato, mentre il tratto a valle appare in gran parte storicamente rettificato. Sono anche
presenti, in questa zona ad est del paese, elementi ambientali di pregio, ad es. alcune opere
idrauliche, come pure alcuni interventi infrastrutturali (viabilistici) di forte impatto
paesaggistico ed ecologico.
Nonostante le dimensioni (3300 ab.), sono presenti diverse associazioni e si organizzano
attività culturali e visite ai luoghi interessanti del territorio.
Comune di Marzano
Il Comune di Marzano è un piccolo comune di 1700 abitanti, con gli abitati di Marzano, Spirago
e Castel Lambro collocati, non lontani uno dall’altro, presso la sponda del Lambro e in
posizione centrale e caratteristica rispetto a tutto l’ambito fluviale considerato, almeno per il
settore agricolo centro-meridionale del lambro Meridionale. Alcune porzioni abitate sono anche
interne alla valle morfologica, ma non sono sensibilmente interessate da aree di inondazione.
Il PGT comunale vigente, approvato nel 2013, vincola diverse aree perifluviali ad utilizzazioni
naturalistiche, con riferimento sia alla rete ecologica, sia a tutele introdotte dal vigente PTCP
della Provincia di Pavia.
67
Università degli Studi di Milano-Bicocca - Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del
Territorio e di Scienze della Terra (D.I.S.A.T.).
Il DISAT opera da diversi anni nel campo della progettazione e della riqualificazione
ambientale. In particolare:

2014-2015. Partecipazione al Progetto C.A.L.Me. Coordinamento tecnico-scientifico degli
studi di fattibilità lungo il Lambro Meridionale. Partner di progetto cofinanziato da
Fondazione Cariplo (Bando Ambiente 2013), assegno di ricerca alla dott.ssa Patrizia
Digiovinazzo.

2012-2013. Partecipazione al Progetto LIFE - Natura "Emonfur", per la stesura di un
protocollo per il monitoraggio della biodiversità vegetale ed animale nei boschi periurbani.
Ente capofila ERSAF Lombardia.

2011-2013: Progetto Rampe2. Progettazione e coordinamento nell’ambito della
riqualificazione ambientale ai Laghetti del Tolcinasco (Pieve Emanuele) – partner nel
progetto cofinanziato da Fondazione Cariplo (bando 2010 - Tutelare e valorizzare la
biodiversita') e Comune di Pieve Emanuele. assegno di ricerca alla dott.ssa Patrizia
Digiovinazzo e al dott. Simone Masin.

2007-2011: dott.ssa Luciana Bottoni è vicepresidente della Commissione per il Paesaggio
del Parco Agricolo Sud Milano

2008-2010: Progetto Rampe. Progettazione e coordinamento nell’ambito della
riqualificazione ambientale ai Laghetti del Tolcinasco (Pieve Emanuele) – partner nel
progetto cofinanziato da Fondazione Cariplo (bando 2008 - Tutelare e valorizzare la
biodiversita') e Comune di Pieve Emanuele

2010: stesura dei piani di gestione dei SIC “Fontanile Nuovo” e “Bosco di Cusago”

2010: Progetto Rare. Coordinamento nell’ambito del censimento sugli Spazi Aperti
promosso da Fondazione Cariplo – partner nel progetto "Spazi Aperti" cofinanziato da
Fondazione Cariplo, Comune di Pieve Emanuele e Locate di Triulzi

2007: partecipazione al progetto PRAGMA per il monitoraggio di specie esotiche infestanti.
Ente capofila: Provincia di Milano

2003-2005: Partecipazione al progetto finanziato dalla comunità europea (Concerted
Action, V° Framework Program EVK2-2001-00362) dal titolo “Framework for the
coordination of Biodiversity and Habitats”. In collaborazione con Istituto Alterra,
Wageningen e altri 12 istituti universitari e di ricerca europei

2004: studi propedeutici per la stesura del piano di gestione della Riserva Naturale
“Fontanile Nuovo”, all’interno del Parco Agricolo Sud Milano

2004: Studio propedeutico al piano di gestione dell’istituenda riserva naturale “Bosco di
Cusago” in Comune di Cusago (MI)
ENTI COFINANZIATORI
Regione Lombardia DG Ambiente
La Direzione Generale Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile di Regione Lombardia si
occupa di tutela dell’ambiente e sviluppo sostenibile, in particolare di qualità dell'aria, di risorse
68
idriche, di energia, di rifiuti, di parchi e paesaggio, valutazioni di impatto ambientale e, infine,
di attività estrattive e bonifiche.
L'Ente è inoltre coinvolto nella promozione e nel coordinamento dei Contratti di Fiume. In
particolare la Direzione Generale Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile è tra i firmatari dei
Contratti di Fiume di Olona-Bozzente-Lura (2004), Seveso (2006) e Lambro Settentrionale
(2012). Per quest'ultimo hanno sottoscritto il documento anche 54 Comuni, 5 Province, la
Comunità Montana del Triangolo Lariano, l'Autorità di Bacino del Fiume Po, l'Agenzia
Interregionale per il Po, ARPA Lombardia, ERSAF, 2 Parchi Regionali, 2 PLIS, 13 Associazioni
regionali e locali, Istituto Mario Negri, IRSA CNR, Fondazione Lombardia per l'Ambiente.
Nell'ambito di tale attività Regione Lombardia, con il supporto di ERSAF, ha sviluppato uno
scenario strategico denominato "Atlante del territorio del sottobacino idrografico del Po
Lambro-Olona" che rappresenta un allegato (cfr. Allegato 1) dell'AQST Contratto di Fiume
Lambro Settentrionale ma che dà una una descrizione interpretativa dell'intero territorio del
bacino Lambro-Seveso-Olona. In particolare l'Atlante individua Indirizzi e Misure multisettoriali,
declinati a varie scale, che permettono di sviluppare le strategie delineate nel Piano Territoriale
Regionale e nella Pianificazione di bacino per la valorizzazione, la riqualificazione e il
contenimento del degrado del territorio del sottobacino del Po Lambro-Olona con gli obiettivi di
qualità delle acque, difesa dei suoli, sicurezza idraulica, qualità ecosistemica e
neoruralizzazione.
La DG Ambiente Energia e Sviluppo Sostenibile ha già partecipato come cofinanziatore
progetto CALMe, e grazie ai tavoli di lavoro da esso promossi 10 comuni hanno deciso
aderire al Contratto di Fiume Olona-Bozzente-Lura-Lambro Meridionale. Sono in via
definizione, da parte dei Comuni sottoscrittori, le schede di azione e di programmazione con
quali le amministrazioni entreranno fattivamente a far parte dell’AQST.
al
di
di
le
Il cofinanziamento al progetto CALMe 2 rappresenta dunque il naturale proseguimento della
collaborazione della Direzione Generale con gli Enti Locali, al fine di realizzare le opere/attività
contenute nelle azioni programmatiche.
Agenzia Interregionale per il fiume Po
L'Agenzia Interregionale per il fiume Po è articolata in una Sede centrale, a Parma, e in Uffici
territoriali dislocati nelle quattro aree regionali di riferimento: Piemonte, Lombardia, EmiliaRomagna e Veneto.
L'art. 4 dell'allegato alla L.R. 5/2002 di istituzione indica che le funzioni svolte dell'Agenzia
Interregionale per il Po riguardano, limitatamente alle finalità della presente proposta, la
programmazione operativa degli interventi; la progettazione e l'attuazione degli interventi; la
polizia idraulica, la gestione del servizio di piena; l'istruttoria per il rilascio dei provvedimenti di
concessione delle pertinenze idrauliche demaniali; il monitoraggio idrografico.
Le principali attività consistono dunque nella progettazione ed esecuzione degli interventi sulle
opere idrauliche di prima, seconda e terza categoria sull’intero bacino del Po, per un tratto
complessivo di 3564 km.
L'Ufficio territoriale di Milano è competente per il rilascio di autorizzazioni per opere
direttamente adiacenti alle sponde del Lambro Meridionale e coordina le opere di sistemazione
e di manutenzione dell'argine e dell'alveo fluviale. A titolo di esempio si elencano alcune opere
in previsione per il periodo 2011-2013, inerenti l'area di progetto:

lavori di manutenzione e sistemazione idraulica del Fiume Lambro Meridionale con taglio
della vegetazione in alveo;

lavori di sistemazione delle sponde del fiume Lambro Meridionale in Comune di Milano;
69

lavori di ripristino della confluenza tra i fiumi Lambro Meridionale e Lambro
Settentrionale in Comune di Sant'Angelo Lodigiano (LO);

lavori di ripristino funzionale del sifone Lambro Meridionale all'intersezione con il
Naviglio Pavese, in loc. Conca Fallata in Comune di Milano.
A.I.P.O. ha già partecipato al progetto C.A.L.Me. mettendo a disposizione importanti
competenze professionali, come l'ingegnere idraulico e l’esperto biologo, e partecipando ai
tavoli di lavoro con i tecnici incaricati della stesura degli studi di fattibilità.
Soc. Agr. Tosi Francesco e figli s.s.
La Società Agricola Tosi Francesco e figli s.s. mette a disposizione alcune delle aree di
proprietà per la riqualificazione degli ambienti naturali.
Tra le finalità dell’azienda agricola, infatti, ci sono anche quelle fruitive. E’ quindi nell’interesse
dei proprietari riqualificare gli habitat improduttivi, come le lanche, le scarpate, le fasce fluviali,
le rogge, al fine di mantenere un buon livello di biodiversità, favorire la presenza di specie rare
e rendere il paesaggio visivamente più godibile anche per eventuali fruitori dell’area.
A tale scopo i proprietari si sono resi disponibili a cofinanziare le opere mettendo
a
disposizione messi e operai per le fasi delle lavorazioni inziali e impegnandosi nelle
manutenzioni post progetto (si veda la lettera di intenti firmata).
70
6
ALLEGATI
Alla presente relazione vengono allegati:

Curriculum vitae dei professionisiti. Al fine di organizzare il budget sono stati
preventivamente contattati alcuni liberi professionisti esperti in tematiche ambientali, di
cui si riportano le esperienze più significative funzionali al progetto C.A.L.Me. 2.
Si tratta dei tecnici e professionisti che hanno partecipato alla realizzazione degli studi
propedeutici e della progettazione preliminare delle opere di C.A.L.Me., attenti
conoscitori del territorio e delle problematiche disaminate nella presente relazione.
Si sottolinea tuttavia che l’amministrazione comunale non può ritenere vincolante la
presenza di tali professionisti, dal momento che è soggetta alla legislazione vigente in
merito all’affidamento degli incarichi esterni.

Shapefiles delle aree di intervento definite nel progetto preliminare consegnato al
termine del progetto C.A.L.Me. e gli stralci del progetto C.A.L.Me. 2.

Cronoprogramma.
71