Clamoroso-Rubata maglia storica di Maradona, ecco chi è il colpevole

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Clamoroso-Rubata maglia storica di Maradona,
ecco chi è il colpevole
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mente il dubbio regnerà per sempre. Dunque, seguiteci. Cena in onore di Diego Armando
Maradona dopo il suo recital al teatro San Carlo di lunedì scorso. L’hotel sul lungomare
che ospita Diego è pieno di tifosi adoranti e non è facile per il giovane Antonio Luise
farsi largo. Stringe la maglietta numero 10 dell’Argentina, cimelio della sfida contro
l’Inghilterra del 1986. Questo almeno asserisce il giovanotto e c’è la possibilità che
sia nel vero perché il trofeo gli era stato donato anni fa, in segno di amicizia, da un
altro attaccante di quel Napoli, Andrea Carnevale. Che naturalmente aveva ricevuto la
reliquia direttamente dalle mani di Maradona, col quale c’era un eccellente feeling.
Bene, alla maglia manca ora l’autografo del protagonista di quella sfida, caratterizzata
da una doppietta: un gol realizzato con la mano e l’altro attraverso uno slalom di
cinquanta-sessanta metri giudicato da molti il più bel gol della storia del calcio
mondiale.
Il colpevole — Maradona soddisfa volentieri la richiesta di autografo e il nostro Luise
estende l’esercizio anche alle scarpette da gioco dell’epoca che aveva provveduto a
portare insieme con la maglia. Peccato che nella confusione di lì a poco il giovanotto
abbia smarrito sia la maglia che le scarpe. Oddio proprio smarrito no… Diciamo che
qualcuno particolarmente lesto è riuscito ad entrare in possesso del prezioso (in ogni
senso: almeno centocinquantamila euro al mercato dei collezionisti) bottino. Uno
scugnizzo? Un topo d’albergo? Macché, alle forze dell’ordine presenti sul posto bastano
poche indagini per risalire al colpevole: sorpresona, trattasi di un noto avvocato! Sì,
un principe del foro di Castellammare di Stabia, A.V., patito del Napoli e quindi capace
di fare carte false (o magari di farsi aiutare da un esperto del settore che gli doveva
uno sconto di pena) pur di entrare in possesso di quella mitica maglietta.
Perdono? — Possesso durato ben poco, va detto.Il legale è stato denunciato a piede
libero, si è scusato, maglia e scarpe sono tornate nella proprietà di Luise che adesso
dovrà decidere se procedere o perdonare. Intanto A.V. avrà il tempo per prepararsi
l’arringa autodifensiva: certamente la migliore della sua brillante carriera. A meno che
non invochi da subito la seminfermità mentale: . In fondo il tifo è anche una malattia
Riportato da Gazzetta.it