Il NotiziAlsippe del 20 gennaio 2017

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AL.SI.P.PE ALLEANZA SINDACALE POLIZIA PENITENZIARIA VIA DEGLI ARCELLI 00164 (ROMA) TELEFONO 3931383562 EMAIL [email protected] SITO INTERNET WWW.ALSIPPE.IT AFFILIAT I O.S.A.P.P
NUMERO
1779 DI
VENERDI
20 GENNAIO
2017 A
Carenza
d’organico
di
Polizia
penitenziaria,
i
sindacati invocano misure
più efficaci al carcere San
Michele di Alessandria
CURA
DELLA
SEGRETERIA GENERALE
AD USO INTERNO
detto disponibile e ora siamo in attesa del
nulla osta di una organizzazione
sindacale. Da Alba, poi, mi risulta che
arrivino
solo
sette
uomini.
E’
inaccettabile che si dispongano 24 unità a
Saluzzo e altrettante ad Asti e che non si
tenga conto di Alessandria. Insomma,
riteniamo che il personale meriti maggior
attenzione.”(Radio Gold)
APERTO AL CONTRIBUTO
DÌ
TUTTI_
Sottoposti a monitoraggio
ad opera del Nucleo
Investigativo
Centrale
della polizia penitenziaria
alcuni detenuti di origine
araba nel carcere di
Ferrara
Agenti
della
polizia
penitenziaria e direzione
stanno
facendo
un
miracolo nella gestione del
carcere , serviranno 6 o 7
anni per il nuovo
Carcere San Michele: i sindacati invocano
misure più efficaci contro la carenza
d’organico
ALESSANDRIA – Sulla carenza di almeno
70 unità al carcere San Michele di
Alessandria i sindacati degli agenti di
Polizia Penitenziaria hanno chiesto di
incontrare direttamente il provveditore
regionale
dell’amministrazione
penitenziaria Luigi Pagano. Un appello
formulato martedì nel faccia a faccia di tutte
le parti sociali, Cgil, Uilpa, Sappe, Osap,
Sinappe, Uspp e Cna Fsa, col direttore
dell’istituto penitenziario, Domenico Arena.
Quest’ultimo ha esposto i provvedimenti
stabiliti la scorsa settimana con lo stesso
Luigi Pagano: l’arrivo di alcuni agenti dalla
Casa Circondariale di Alba e dal Cantiello e
Gaeta di Alessandria, il ritorno al San
Michele di 10 unità distaccate fuori regione
e l’introduzione di un sistema di
videosorveglianza e di automazione di
cancelli,
oltre
a
una
differente
organizzazione del lavoro: non più un
agente fisso preposto al monitoraggio di
una sezione ma pattuglie di tre unità
attrezzate per un controllo itinerante tra le
varie aree.
“Sono misure insufficienti, molto lontane
dalle aspettative del personale emerse
nell’ultima assemblea del 9 gennaio” ha
detto Salvatore Carbone, Uilpa “intanto
perché solo alcune unità delle 10 richiamate
da fuori regione potranno rientrare, visto
che 7 si sono trasferiti per motivi familiari.
A proposito dei 3 che arriverebbero dalla
Casa Circondariale di Alessandria si tratta
di scelte “d’ufficio” visto che nessuno si era
Nuovo carcere a Brescia: «Serviranno 6 o
7
anni»«Il
nuovo
carcere
a
Brescia? Credo in sei o sette anni». Lo ha
detto il consiegliere regionale del
Pd Gianni
Girelli lasciando
Canton
Mombello dopo la vista con la
commissione
regionale
«situazione
carceraria in Lombardia».
«Serve una nuova struttura» è il pensiero
comune degli esponenti regionali.Oggi a
Canton Mombello i detenuti sono più di
300 con il 60% di stranieri. «Si sono
ridotti i numeri rispetto a qualche anno
fa, ma la situazione resta critica», spiega
il presidente della Commissione Fabio
Fanetti. «Gli agenti della polizia
penitenziaria e la direzione stanno
facendo un miracolo nella gestione dei
detenuti».
Per l'esponente del Pd Gianni Girelli «il
Ministro Orlando ha promesso che a
Brescia sarà realizzata una nuova
struttura carceraria. Passi avanti sono
stati fatti dal punto di vista burocratico. I
tempi? Credo in sei o sette anni»(
www.giornaledibrescia.it)
Islam
radicale,
detenuti
sospetti
all'Arginone .Alcuni carcerati di origine
araba sono costantemente controllati.
L’appello dei sindacati: "Corsi di arabo
per gli agenti" Ferrara, 18 gennaio 2017 La via per il califfato islamico passa
sempre più spesso per le carceri. È infatti
dietro alle sbarre dei nostri penitenziari
che, secondo molti analisti, l’ideologia del
terrore si trasmette con maggiore facilità.
Al punto da rendere necessari controlli ad
hoc sui detenuti che manifestano i primi
segni di radicalizzazione. L’allarme,
arrivato dal primo ministro Paolo
Gentiloni («Il pericolo viene dalle
carceri») e ribadito dai sindacati di
polizia penitenziaria, riguarda tutti.
Ferrara
compresa.
Anche
all’Arginone infatti
ci
sarebbero
alcuni detenuti sotto controllo per alcuni
loro
comportamenti
‘sospetti’.
Si
tratterebbe di poche unità, tutte di
origine araba. Soggetti che negli ultimi
tempi, per varie ragioni, sono stati
sottoposti a un monitoraggio speciale ad
opera del Nic (Nucleo Investigativo
Centrale della polizia penitenziaria). Il
controllo sul possibile avvicinamento alla
galassia jihadista dei detenuti, avviene in
due modi. O su segnalazione del Nic, il
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SINDACALE POLIZIA PENITENZIARIA-------------------------------------------
quale informa le autorità che un
determinato carcere sta ospitando un
soggetto a rischio. Oppure attraverso gli
occhi e il fiuto degli stessi agenti
penitenziari. I poliziotti che lavorano nelle
case circondariali devono ormai essere in
grado di riconoscere al primo sguardo i
segnali di avvicinamento all’Islam radicale.
Mutamenti che si manifestano sia
nell’aspetto fisico che nel comportamento.
Frasi dette a mezza bocca con connazionali
o frizioni nei rapporti con i carcerati di altre
nazionalità. I primi ‘sintomi’ sono quelli
esteriori. La barba viene lasciata crescere,
ma senza baffi. Ai vestiti occidentali si
sostituisce l’abito lungo, tipico della cultura
islamica. Segni che, sia chiaro, potrebbero
significare soltanto un avvicinamento alla
lettura più tradizionalista della religione ma
che comunque non vanno sottovalutati. Ci
sono poi i campanelli d’allarme ‘sociali’.
Detenuti che smettono all’improvviso di
guardare la televisione o che esultano per
gli attentati firmati dall’Isis. Oppure che
smettono di avere rapporti con carcerati di
altre fedi e si chiudono a riccio insieme ai
loro connazionali. Insomma, un ginepraio
nel quale i poliziotti devono sapersi
destreggiare e cogliere al volo ogni
mutamento. Cosa di per sé non facile se si
pensa che all’Arginone su quasi 330
detenuti, un centinaio sono musulmani.
Altro aspetto da tenere d’occhio sono gli
insegnamenti dell’imam. I detenuti di fede
islamica, si riuniscono tutti i venerdì in una
sala in cui possono pregare insieme. A
guidarli, un altro recluso, che svolge la
funzione di imam. Sui suoi insegnamenti,
visto l’elevato rischio proselitismo, il livello
di attenzione non può che essere
massimo.(il resto del Carlino)
Intervista
al
ministro
Orlando: "il carcere da solo
non può bastare a garantire
sicurezza"
Il Guardasigilli: "Noi abbiamo deciso di
procedere per la strada delle pene
alternative, dello studio e del lavoro".
"La nostra idea è che occorra usare il
carcere laddove strettamente necessario e
non come strumento di propaganda
ideologica. Però al tempo stesso occorre
pensare e realizzare un ordinamento
penitenziario che abbia caratteristiche
completamente diverse. Dire carcere e basta
non è sufficiente a garantire la sicurezza,
anzi
rischia
persino
di
essere
controproducente".
Il ministro della Giustizia Andrea Orlando
su questo tema ha idee chiare e condivise da
quasi tutti gli "agenti" che si occupano di
esecuzione penale. Dalle associazioni ai
magistrati, dai sindacati di polizia
penitenziaria
alle
camere
penali.
"Perché questo è l'unico modo - dice - per
avere un carcere utile e non una semplice
parentesi fra attività di carattere illegale,
rappresentando in alcuni casi addirittura
un salto di qualità criminale".
Dopo le misure che negli anni scorsi
hanno permesso di migliorare la
situazione del sovraffollamento dei nostri
istituti di pena e uscire così dal regime
sanzionarono dell'Unione Europea, ora i
numeri segnalano un nuovo progressivo
aumento della popolazione carceraria.
Cosa
sta
succedendo?
"L'aumento è dovuto alla crescita
significativa degli accessi nelle strutture
carcerarie legata ad una forte attività di
contrasto della criminalità delle forze di
polizia. Però va segnalato che il sistema
ha tenuto. Essenzialmente per tre
ragioni: l'aumento del ricorso alle pene
alternative, quello del numero dei
detenuti tossicodipendenti affidati alle
comunità e quello dei posti disponibili. I
detenuti sono di più ma sono di più anche
posti disponibili nelle strutture: nel 2013
erano 45mila, oggi sono 50.200 e
aumenteranno di ulteriori 800 unità nei
prossimi mesi arrivando così a quota
51mila con un numero di detenuti che si è
più o meno assestato sui 54mila contro i
65mila del 2013".
Nessun
allarme,
quindi?
"In definitiva possiamo dire che se è vero
che esiste un trend di crescita nel numero
dei reclusi è altrettanto vero che questa
tendenza non mette a rischio la tenuta del
sistema. Occorre però anche ammettere
che
pur
avendo
oggettivamente
migliorato le condizioni generali, a fronte
di un aumento costante degli accessi non
abbiamo raggiunto il punto di equilibrio a
cui invece puntiamo ad arrivare
innalzando il numero dei posti negli
istituti, aumentando il numero dei
detenuti tossicodipendenti affidati alle
strutture riabilitative, perseguendo con
determinazione l'attività di rimpatrio dei
reclusi stranieri e lavorando all'utilizzo
delle colonie agricole".
La
delega
per
la
modifica
dell'ordinamento penitenziario è ferma
da qualche mese, assieme alla riforma
della Giustizia, al Senato. A cosa aspirano
le
nuove
norme?
"Il nostro proposito è di insistere sulla
forte
accentuazione
del
carattere
riabilitativo della pena. Non solo per
aderire al dettame costituzionale ma
anche come strumento per realizzare
sicurezza. Abbiamo un sistema penale
che costa ogni anno ai contribuenti 3
miliardi di euro eppure siamo costretti a
registrare tassi di recidiva fra i più alti
d'Europa. Il nostro obiettivo è di
procedere per garantire una vera attività
trattamentale che guardi non solo al
momento dell'accesso negli istituti ma
anche e soprattutto a quello dell'uscita. E
la chiave di volta di questo ragionamento
è la personalizzazione del trattamento,
perché noi oggi abbiamo un carcere che
tratta detenuti con profili diversi tutti allo
stesso modo. E in questo maniera non
riusciamo sempre a ottenere risultati seri
in fatto di riabilitazione. Invece dobbiamo
lavorare
sul
fronte
della
personalizzazione,
aumentando
la
responsabilizzazione del detenuto e
garantendo così l'accesso ai benefici in
base ai comportamenti positivi tenuti nel
corso dell'esecuzione della pena. Penso al
lavoro o allo studio, ad esempio. Il
sistema oggi, invece, produce una
infantilizzazione che deresponsabilizza il
detenuto e non produce effetti accettabili
sulla riabilitazione".
Ha parlato di recidiva. I numeri
dimostrano che i detenuti che lavorano
hanno tassi di ritorno al crimine
decisamente più bassi (meno del 10%
contro il 67% circa), eppure i numeri dei
detenuti impiegati è ancora molto basso,
specie di quelli che lavorano fuori dagli
istituti.
"Lavorare nel corso dell'esecuzione della
pena non solo consente di scontarla in
modo più produttivo e quindi finalizzato
alla riabilitazione ma consente inoltre al
detenuto di acquisire competenze
professionali che gli permettono, una
volta uscito, di non ricadere nella spirale
delinquenziale. Il numero dei detenuti
lavoratori in questi anni è aumentato
costantemente, tuttavia non possiamo
ancora essere soddisfatti. Per questo
stiamo portando avanti un piano per il
recupero delle colonie agricole e nei
prossimi giorni ne vareremo uno per le
case lavoro. Al momento è allo studio la
creazione di una struttura che si occupi di
procacciare lavoro e di distribuirlo
all'interno degli istituti. Poi, con
l'attuazione della legge Smuraglia,
abbiamo creato delle condizioni di
vantaggio per chi impiega detenuti".
Il tema del lavoro dei detenuti, assieme a
quello delle pene alternative, si scontra
però spesso con un'opinione pubblica che
su questi temi è ancora troppo spesso
legata a concezioni legalitarie sbagliate
quando
non
controproducenti.
"Per molti anni si è raccontato che il
carcere fosse lo strumento con il quale si
realizzava sicurezza e nonostante i fatti
abbiano dimostrato che la detenzione da
sola non basta si è comunque continuato
su questa strada. Noi invece ne abbiamo
scelta un'altra che non passa per i "piani
carcere" e un incremento esponenziale
dei posti disponibili. Noi abbiamo deciso
di procedere per la strada delle pene
alternative, delle comunità come luogo in
cui i tossicodipendenti possano scontare
la propria pena, dell'incremento del
lavoro dietro alle sbarre e dello studio.
Per quest'ultimo strumento lo scorso
anno abbiamo firmato un protocollo con
il Miur che aumenta le possibilità di
accesso
all'istruzione
superiore
e
all'università da parte dei detenuti".
È di questi ultimi mesi l'allarme sulla
radicalizzazione islamica in cella. Cosa
sta
facendo
il
ministero
e
l'amministrazione
penitenziaria
per
affrontare
questo
pericolo?
"Va detto innanzitutto che a quanto ci
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consta questo è un fenomeno ancora in fase
incipiente e comunque non comparabile
rispetto a quanto avviene in altri paesi
europei. Però, nonostante questo, noi
abbiamo deciso in ogni caso di mettere in
campo da subito le misure necessarie a
partire da un dettagliato monitoraggio.
Posso dire che in questo momento abbiamo
E quadro esatto del fenomeno e dei
comportamenti delle persone che hanno
dato
segnali,
anche
marginali,
di
comportamenti che a nostro avviso vanno
classificati
e
seguiti.Però
contemporaneamente ci siamo spesi per
garantire l'accesso al culto in modo da
togliere qualunque pretesto ai predicatori
d'odio. Per questo, ad esempio, abbiamo di
recente firmato un accordo con l'Unione
delle comunità islamiche e lo stesso faremo
con altri soggetti che sono in grado di
garantire la predicazione nelle carceri. Nel
frattempo stiamo lavorando con l'università
di Padova per emanare delle linee guida
sulla de-radicalizzazione. Pensiamo che
questo rappresenti un importante salto di
qualità: una volta individuato il detenuto
potenzialmente a rischio studiamo il modo
per intervenire a livello culturale e
psicologico in modo da spezzare il
meccanismo di radicalizzazione ed evitare
che il soggetto diventi una cellula di
contaminazione rispetto al resto della
comunità dei detenuti e fuori dal carcere".
La situazione degli Istituti
penitenziari in Campania
non è delle migliori
Sovraffollamento carcerario, allarme in
Campania.La situazione degli Istituti
penitenziari in Campania è sempre la
stessa, da anni. E da anni gli appelli dal
Ministero di Giustizia e curati dall'Ufficio
stampa del Garante delle persone
sottoposte a misure restrittive della libertà
personale, aggiornati al 31 dicembre 2016.
Solo numeri, poche parole perché al di là
dei motivi per cui una persona viene privata
della libertà personale, la situazione delle
carceri italiane non è delle migliori. E non è
storia recente tanto che, in molti ricordano,
baluardo di questa situazione fu Marco
Pannella, storico leader dei radicali italiani
che, dalla popolazione carceraria, non a
caso, è sempre stato definito il "Santo
protettore dei detenuti".6887 detenuti in
Campania nei 15 diversi Istituti che possono
ospitare al massimo 6114. 773 in più di
quanto permesso. Che la situazione debba
migliorare è a tutti ovvio, ma la burocrazia,
si sa, ha i suoi tempi. Non è basta una vita,
quella di Pannella, per vedere soddisfatta la
sua richiesta: dignità ai carcerati.
"Le condizioni all'interno delle carceri,
sono migliorate sia dal punto di vista
dell'affollamento, che delle attività
intraprese, alcune previste dai garanti
altre dal Dap". Così la garante dei
detenuti in Campania Adriana Tocco,
durante la conferenza stampa svoltasi
questa mattina al Centro Direzionale di
Napoli, per illustrare l'attività svolta nel
2016 e il report della popolazione
penitenziaria
campana.Attività
trattamentali, sportive, musicali e di
lettura e un corso di educazione alla
genitorialità "come richiesto dal direttore
di Nisida, Gianluca Guida, per - prosegue
la Garante - i detenuti molto giovani, ma
già genitori di bambini di 5 e 6 anni". E
ancora
"la
mostra
del
mercato
dell'artigianato in carcere, dove - ricorda
ancora Tocco - gli oggetti prodotti, sono
stati venduti. I corsi di cucito creativo,
organizzati dal mio ufficio e a breve corsi
di formazione professionale e l'apertura,
come già avviene in altri istituti
penitenziari campani e non solo, di una
pizzeria a Poggioreale che, dopo un primo
periodo di rodaggio, potrebbe aprire
anche all'esterno".Senza dimenticare le
tante attività musicali, svoltesi in quasi
tutti gli istituti penitenziari in Campania,
dove "il coro giovanile del San Carlo,
diretto dal Maestro Carlo Morelli, ha prosegue la Garante dei detenuti coinvolto i detenuti, rendendoli partecipi
delle numerose esibizioni ". E infine
"Stiamo lavorando - annuncia Tocco all'istituzione degli spazi gialli, ossia i
luoghi dove poter accogliere i figli dei
detenuti in maniera più consona. Uno si
sta
aprendo
a
Poggioreale
con
l'attrezzatura fornita dalla chiesa e libri
dal nostro Ufficio noi. Lo stesso avverrà a
Santa Maria, Carinola e Benevento". Una
serie di attività per positivizzare,
rieducare e reinserire i detenuti. "Un
detenuto - sottolinea Tocco - non lo si
può lasciare solamente alla punizione
altrimenti dal carcere ne esce peggiorato.
Se invece riesce ad avere un trattamento
umano penserà che lo Stato lo ha punito,
ma lo ha anche accolto come un essere
umano che ha la sua dignità".(Il Denaro)
Viterbo: Bernini (M5S)
"sovraffollamento
delle
carceri, il ministro batta
un colpo"
I dati parlano chiaro in Regione Lazio ci
sono 871 detenuti in eccesso, considerato
che 6.108 risultano essere i detenuti
reclusi nei 14 istituti del Lazio, rispetto ad
una capienza regolamentare di detenuti
prevista di 5.237 (al 31 dicembre 2016).
Va anche rimarcato che la Cassazione ha
accolto il ricorso di un italiano recluso nel
carcere di Spoleto affermando il principio
per cui "per spazio minimo individuale in
cella collettiva va intesa la superficie della
camera detentiva fruibile dal singolo
detenuto ed idonea al movimento, il che
comporta la necessità di detrarre dalla
complessiva superficie non solo lo spazio
destinato ai servizi igienici e quello
occupato dagli arredi fissi ma anche
quello occupato dal letto", per cui i dati in
nostro possesso andrebbero anche
rivisiti.Di sovraffollamento soffre in
modo particolare il carcere di Viterbo sul
quale, secondo le autorità competenti,
sono scaricate tutte le criticità regionali.
Secondo le testimonianze di alcuni
esponenti sindacali reperibili online si
sarebbero verificati gravi atti di
autolesionismo, alcuni anche per protesta
all'invivibilità e al degrado, e diversi
sarebbero i detenuti con problematiche di
natura psichiatrica che richiederebbero
particolari
attenzioni.Con
l'interrogazione chiediamo al ministro di
fare luce su questi episodi ma più in
generale quali iniziative si stanno
prendendo per risolvere nel più veloce
tempo possibile la situazione di
sovraffollamento denunciata, anche alla
luce della sentenza sovra richiamata ed
implementando
ove necessario
la
presenza nella carcere viterbese di
personale qualificato, nonché se non
ritenga opportuno assumere iniziative
anche di carattere normativo atte a
garantire una sicura e più serena vita
lavorativa al personale di pubblica
sicurezza operante nelle strutture.
Massimiliano
Bernini
Deputato Movimento Cinque Stelle
Annullata la prova scritta
del Concorso per 559
agenti di Polizia
Revocate le prove scritte e la commissione
d’esame del Concorso per 559 agenti di
Polizia, si ripetono i quiz. Il Capo della Polizia
ha ufficialmente annullato la prova scritta (e
la commissione d’esame precedentemente
nominata.Il prossimo 24 gennaio 2017 verrà
pubblicato in Gazzetta Ufficiale il diario delle
nuove prove scritte. Di seguito il
provvedimento pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale 4ª Serie Speciale - Concorsi ed
Esami numero 3 del 13 gennaio 2017
Ministero dell’Interno Dipartimento della
Pubblica Sicurezza Revoca del decreto del
Capo della Polizia - direttore generale della
Pubblica Sicurezza n. 333-B/12.E.7.16 del 26
febbraio 2016 di nomina della commissione
esaminatrice e di tutti gli atti relativi alla
prova scritta dalla stessa posti in essere,
inerenti al concorso pubblico, per titoli ed
esami, per il reclutamento di 559 allievi
agenti della Polizia di Stato, riservato ai sensi
dell'articolo 2199, comma 4, lettera a), del
decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, ai
volontari in ferma prefissata di un anno o
quadriennale ovvero in rafferma annuale i
quali, se in servizio, abbiano svolto alla data
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di scadenza del termine di presentazione della
domanda almeno sei mesi in tale stato o, se
collocati in congedo, abbiano concluso tale
ferma di un anno indetto con D.M. 12 gennaio.
(GU 4a Serie Speciale - Concorsi ed Esami n.3
del 13-1-2017) In merito al concorso pubblico
per il reclutamento di n. 559 allievi agenti della
Polizia di Stato, riservato ai sensi dell'art.2199,
comma 4, lettera a), del decreto legislativo 15
marzo 2010, n.66, ai volontari in ferma
prefissata di un anno o quadriennale ovveroin
rafferma annuale i quali, se in servizio, abbiano
svolto alla data di scadenza del termine di
presentazione della domanda almeno sei mesi
in tale stato o, se collocati in congedo, abbiano
concluso tale ferma di un anno, indetto con
decreto ministeriale 12 gennaio 2016 e
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana - 4ª Serie speciale
«Concorsi ed esami», n. 8 del 29 gennaio 2016,
si comunica che il Capo della Polizia - direttore
generale della pubblica sicurezza con decreto n.
333- B/12E.8.16/20112 del 12 dicembre 2016 ha
cosi' disposto: «Art. 1. 1. Per sopravvenuti
motivi di pubblico interesse, e' revocato il
proprio decreto in data 26 febbraio 2016 di
nomina della commissione esaminatrice del
concorso pubblico per titoli ed esami, per il
reclutamento di n. 559 allievi agenti della
Polizia di Stato di cui alle premesse. 2.
Conseguentemente sono revocati anche tutti gli
atti, relativi allo svolgimento delle operazioni
della prova scritta e i relativi esiti, posti in
essere dalla Commissione esaminatrice di cui al
comma 1. 3. Con separato provvedimento si
provvede alla nomina della nuova Commissione
esaminatrice che curera' la ripetizione della
prova scritta e gli altri successivi adempimenti
per la conclusione del concorso. Art. 2. 1. Il
direttore della Direzione centrale per le risorse
umane del Dipartimento della pubblica
sicurezza
e'
incaricato
dell'immediata
esecuzione del presente provvedimento,
provvedendo anche agli adempimenti necessari
alla pubblicazione del solo dispositivo nella
Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e nel
sito istituzionale della Polizia di Stato. Avverso
il presente provvedimento e' ammesso ricorso al
Tribunale amministrativo regionale entro il
termine di sessanta giorni ovvero ricorso
straordinario al Presidente della Repubblica
entro il termine di centoventi giorni dalla
pubblicazione.». Si comunica che il diario della
reiterazione della prova scritta d'esame del
concorso sara' pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica italiana - 4ª Serie
speciale «Concorsi ed esami» - del giorno 24
gennaio 2017. Segreteria Generale
Comparto
Sicurezza
–
sospensione
contributo
straordinario L. 208/2015, art.
1,
c.
972.(Contributo
straordinario di 80 euro)
dirigenziale, è sospeso a decorrere dalla
mensilità di Gennaio 2017, in attesa delle
determinazioni di cui all¿art. 1, comma
365, della Legge 11 dicembre 2016, n. 232
(Legge di Stabilità 2017).
Circolari ministeriali e
note D.A.P. gennaio 2017
http://www.alsippe.it/it/category/conven
zioni/
oppure CONVENZIONI del sito :
www.alsippe.it
Per ulteriori richieste ed informazioni
contattate l’indirizzo email:
[email protected]
Ministeriale
18.1.2017
GDAP-0017997
del
Personale del Corpo di polizia
penitenziaria FESI Anno 2017 –
Convocazione per il giorno 31
gennaio 2017 alle ore 10.00
Segreteria Generale
Segreteria Generale
Convenzione per la stipula
di polizze assicurative RC
auto per gli iscritti Alsippe
e propri familiari
Ti piace scrivere e vuoi
pubblicare articoli notizie
e pareri invia un email ad
Alsippe
Se vuoi pubblicare un articolo un parere,
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problema scrivi a :
[email protected]
La Segreteria Generale Alsippe ha
definito una convenzione per la stipula di
polizze assicurative RC auto e moto per
gli iscritti Alsippe ed i propri familiari.
Per eventuali preventivi e ulteriori
informazioni chiamare al numero di
telefono 3931383562 oppure inviare la
documentazione
direttamente
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email:[email protected]
Documenti richiesti per il preventivo
1)Fotocopia del libretto di circolazione
fronte e retro
Segreteria Generale
Convenzioni nazionali e
regionali per gli iscritti
Alsippe
Si comunica che il contributo straordinario
di 80 euro mensili, pari a 960 euro su base
annua, riconosciuto ai sensi dell’art. 1,
comma 972, della Legge 28 dicembre 2015,
n. 208, al personale appartenente ai Corpi
di Polizia, al Corpo Nazionale dei Vigili del
fuoco e alle Forze Armate, non destinatario
di
un
trattamento
retributivo
La Segreteria Generale in collaborazione
con i rappresentanti regionali provinciali
e locali presenti sul territorio ha stipulato
una serie di convenzioni per gli iscritti
Alsippe e i propri familiari , per usufruire
di servizi con sconti particolari. Per
usufruire dei predetti sconti bastera’
esibire la
Tessera Servizi Alsippe che
potra’ essere richiesta ai responsabili delle
Segreterie Sindacali . Cliccando il link
sotto potrete visionare i servizi offerti
2) Documento di riconoscimento
Nel caso in cui sia un familiare
intestatario
della
polizza
un
autocertificazione che ne attesti la
parentela ai sensi della normativa
vigente, per altre informazioni contattare
l’ufficio ai numeri indicati sopra
Segreteria Generale
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