tre questioni con cui misurarsi

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Avvenire - 14/01/2017
14 Gennaio 2017
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Pagina : A02
A proposito dell’impegno politico dei cattolici italiani
L’ANNIVERSARIO
TRE QUESTIONI
CON CUI MISURARSI
di Carlo Costalli*
«C
osta Concordia, cinque anni dopo
inque anni dalla tragedia della Costa Concordia, è vivo il ricordo di
operò per aiutare i naufraghi, degli abitanti dell’isola del Giglio e dei
nici che realizzarono un progetto mai sperimentato: il trasferimento
l’enorme nave da crociera dalla Toscana a Genova. Ieri si sono
olte le celebrazioni per ricordare le vittime: 32 passeggeri e un
mmozzatore. Nella foto Ansa quel che resta della nave.
EGUE DALLA PRIMA
ERE ANEMIE D’ITALIA E L’ANTIDOTO
L
e conseguenze sono il rinvio di molte operazioni chirurgiche differibili, il prosciugamento delle scorte e qualche situazione particomente critica, risolta però con raccolte straordinarie e scambio di sace da un capo all’altro delle singole regioni o del Paese.
oggi non siamo costretti a registrare né decessi né irreparabili carennell’assistenza ai malati lo dobbiamo certamente alla qualità del noo sistema sanitario, che da anni ormai ha raggiunto l’autosufficienza
anto a copertura del fabbisogno di globuli rossi, plasma e altri comnenti. Ogni anno, infatti, vengono raccolte oltre 3 milioni di sacche di
ngue da circa 1,7 milioni di donatori tra i 18 e i 65 anni. E se in tre Reoni – Lazio, Sardegna e Sicilia – permangono criticità, in quelle del
rd generosità ed efficacia della raccolta permettono di supplire alle
renze in maniera solidale. La nostra sanità pubblica – ricordiamocesempre – non è solo barelle che mancano, disinteresse di qualcuno
prechi: è anche questo, è soprattutto questo. È un sistema che funna e assicura salute a tutti i cittadini. E non è un caso che il sistema
gestione del sangue (assieme a quello dei trapianti) rappresenti una
lle eccellenze, perché in questo segmento si realizza un incontro viroso fra generosità dei donatori, professionalità mediche e volontariaassociativo. È questa sinergia benefica a fare la differenza, a generare
bene comune immenso: salute che torna, speranza che si riaccende
ntro malattie e incidenti, vita donata che viene re-infusa. Bene, fatto
ne che genera bene.
criticità nella quale ci troviamo probabilmente è solo contingente, denata a passare come i mali di stagione, ma deve farci riflettere sul duce rischio di "anemia" che corriamo. Una mancanza "fisica" di sane dovuta al calo demografico e all’invecchiamento della popolazione
e peggiora il rapporto tra potenziali donatori e popolazione ricevente.
a più ancora il rischio di un’anemia "morale", di un affievolirsi della gerosità, del crescere di disinteresse e chiusure egoistiche – «ci penserà
alcun altro, deve assicurarlo lo Stato...» – fino a quello che è forse il rihio peggiore: l’inconsapevolezza di sé e degli altri, della salute propria
i quella del prossimo. È vero, in ogni emergenza – un incidente ferrorio, un terremoto – cresce in maniera costante la spinta emozionale a
nare. Ed è confortante vedere quante persone, quanti giovani corronegli ospedali per offrire il sangue. Slanci bellissimi, ma che purtrophanno spesso vita breve, non si trasformano in impegno costante. Più
cora che per mancanza di buona volontà, spesso per ignoranza delle
nseguenze di tanti comportamenti che mettono a rischio il benesseoro e degli altri. Alcol, droghe, promiscuità, infezioni varie... sono tane "cattive abitudini" a cui sono esposti in particolare i giovani, che indono sulla loro salute e impediscono poi la donazione di sangue.
ndere il braccio per donare il sangue non è solo una bella generosità eodica, è soprattutto impegno di solidarietà, è condivisione sofferta con
è malato. È una "partita di giro", non truffaldina ma virtuosa: chi può,
è in salute ne riversa un po’ a chi non è sano. Consapevole di aver riceto un dono – lo "stare bene" è questo, prima che un merito – lo condide in maniera anonima e in cambio ne riceve un’autodisciplina. Dondo si comprende il valore di quel che si dona, si impara a "conservala grazia di essere in salute, cercando di fare attenzione a ciò che si fa.
prattutto, chi dona il sangue diventa consapevole che quella salute, quel
nessere non sono solo "suoi", ma sono una responsabilità che porta nelvene. La responsabilità verso l’altro. Verso il ragazzo che cade con la moil bambino emofiliaco, l’anziano che dev’essere operato. È provare a pensi sempre come un "noi", mai solo come un "io", nel più profondo di
stessi. È l’anemia che non vince, è il fluire della vita condivisa.
Francesco Riccardi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
verità; anche con il coraggio di una
iò che oggi
profonda autocritica.
manca non è
Tre sono le questioni, a mio avviso,
certo la
con le quali misurarsi: l’Europa
visibilità
che vogliamo; «l’economia che
politica dei
uccide»; il necessario radicamento
cattolici, ma la rilevanza del
sul territorio della democrazia.
cattolicesimo per la politica». È la
Per quanto riguarda l’Europa è
frase chiave su cui gira l’analisi di
chiaro che «l’Europa che
Luca Diotallevi pubblicata su
vogliamo» non può essere
“Avvenire” del 6 gennaio 2017 che
un’Unione subalterna a una
riprende un tema presente da
cultura tecnocratica ed elitaria.
sempre sulle pagine di questo
Deve essere un’Unione che
giornale e approfondisce un filo di
riscopre le sue radici popolari,
ragionamento che, alla sua
solidale, politica, democratica
maniera, Francesco Gagliardi
vicina ai cittadini europei che
aveva cominciato a snodare poco
debbono potervisi riconoscere
più di un mese fa, il 7 dicembre
come in una preziosa «più grande
2016, all’indomani del referendum
patria».
costituzionale. Mi sembra un
Centrale è anche la questione
appello a rimettersi in gioco in
dell’economia. «L’economia che
modo pienamente politico al
uccide» non è un’espressione
quale un movimento, come il
provocatoria: è una dura realtà. La
Movimento Cristiano Lavoratori,
globalizzazione e l’egemonia della
nato nel cuore della tradizione e
finanza sull’economia reale hanno
della storia del cattolicesimo
sconvolto gli assetti sociali;
sociale in Italia, non può sottrarsi.
marginalizzato il lavoro
Va detto, in primo luogo, che è ben
rendendolo una variabile
condivisibile porre a quadro di
dipendente dal profitto; avviato lo
tutto il ragionamento la
smantellamento del Welfare;
straordinaria gravità delle
determinato una inaccettabile
condizioni del nostro Paese nella
lievitazione della disoccupazione,
interconnessione con le profonde
soprattutto giovanile; impoverito
difficoltà che attraversano
le classi medie e
l’Europa e la
ridotto alla miseria
società globale.
i ceti più deboli;
È giusto partire
L’Europa
che
vogliamo;
creato sacche di
dalla «gravità dello
vera povertà che
stato della
«l’economia
ormai, anche in
politica»: uno stato
che uccide»;
Italia, coinvolgono
di delegittimazione
milioni di famiglie.
così pesante come
il
radicamento
Tutto ciò mentre si
mai si era verificato
territoriale
approfondiscono le
prima. Altrettanto
diseguaglianze,
opportuno è,
della democrazia
aumenta la
anche, chiamare in
concentrazione
causa – discorso
della ricchezza e si
niente affatto
è bloccato ogni ascensore sociale.
nuovo sulle colonne di questo
Una situazione che dobbiamo
giornale – le responsabilità dei
affrontare con trasparenza e
cattolici italiani «perché in Italia e
coraggio.
in Europa solo con il contributo
Altrettanto impegno deve essere
dei cattolici ci si è ripresi dalle
posto sulla questione del
tragedie e dai fallimenti politici del
radicamento nel territorio e nella
Novecento»: ma diventa, anche,
riscoperta delle radici popolari.
essenziale, mettere a fuoco ciò che
Deve esser ben chiaro che una
oggi rende, più che mai strategico
democrazia sradicata dal
l’apporto dei cattolici: la questione
territorio, dai suoi valori e dai suoi
identitaria.
corpi intermedi – come quella
Questione che, strettamente
imposta in questi anni nel nostro
intrecciata allo sconvolgimento
Paese – diventa presto una
economico e all’impoverimento di
democrazia senz’anima e, alla fine,
massa determinati da una
una “non democrazia”. La
globalizzazione selvaggia, è il
democrazia virtuale e mediatica
principale cavallo di battaglia di
non esiste. Va ricreato il rapporto
tutti gli estremismi che, su questa
vitale tra politica, istituzioni,
situazione di disperazione,
territorio e popolo. Anche in
lucrano consensi. Ma le radici
questo l’apporto del cattolicesimo
dell’identità italiana ed europea
politico è determinante.
affondano nei princìpi e nei valori
Occorre il coraggio di ascoltare, di
della cristianità; e, proprio per
ascoltarci, e di andare avanti. Non
questo, chi più dei cattolici può
possiamo esimerci come cattolici
essere credibile nell’assumere una
di fare delle proposte, di farci
linea identitaria forte e
carico delle nostre responsabilità e
determinata, ma equilibrata,
indicare un percorso dal quale
solidale e capace di togliere,
partire: non una traccia astratta,
davvero, acqua al mulino degli
ma impegni concreti sui temi
estremismi? Ma tutto ciò diventa
sensibili, perché è nelle sfide della
possibile solo a patto di esprimere
realtà di tutti i giorni che si gioca la
una proposta politicamente
possibilità di camminare insieme.
rilevante, forte, capace di tornare a
connettere interessi e valori e di
*Presidente Nazionale Mcl
riportare in politica una parola di
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Gennaio 14, 2017 10:11 am (GMT -1:00)
vittime
oggi sarebbe da chiedergli «quanti
ne accoglie?». Legga di più e vedrà
che sono davvero tanti, in modi del
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