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commentary Commentary, 18 gennaio 2017 KOSOVO-SERBIA: IL “TRENO DEL PASSATO” CHE MINA LE BASI DEL FUTURO FRANCESK FUSHA L e tensioni tra Kosovo e Serbia sono tornate a che si sono verificati nel nord del fiume Ibar. Basti ri- salire ai massimi livelli. L’ultimo episodio de- cordare la costruzione da parte del governo locale gno di nota risale all’estate del 2011 quando serbo di un muro lungo tutta la parte nord del fiume, Hashim Thaçi, ai tempi primo ministro, ordinò dividendo così a metà la città di Mitrovica2. alle forze speciali di polizia di riprendere il controllo In questo quadro già complicato il governo di Priština dei due punti di frontiera con la Serbia di Jarinje e Brn- ha bollato l’atto di far entrare il treno serbo in Kosovo jak1. Questa volta la pietra dello scandalo è stato il pas- come una deliberata provocazione da parte di Belgrado saggio di un treno serbo, partito lo scorso 14 gennaio e ha ordinato di bloccare l’accesso del convoglio nel da Belgrado in direzione di Mitrovica, distretto situato paese con la minaccia dell’uso delle forze speciali, già nel nord del Kosovo, dove la componente etnica serba mobilitate e dislocate nel valico di frontiera del nord. costituisce la maggioranza della popolazione locale. Il passaggio di un treno passeggeri non dovrebbe su- Il convoglio, tutto dipinto con i colori della bandiera scitare nessuna reazione tra due paesi che riconoscono serba, riportava tra le varietà delle decorazioni e dei ed esercitano la rispettiva sovranità su di un territorio, simboli del passato anche la scritta “Kosovo è Serbia” ma quando questo accade in una regione come quella in venti lingue diverse. Ciò ha contribuito ad aggravare ©ISPI2016 ulteriormente la tensione già alta per via di altri episodi 1 La crisi nel nord del Kosovo, Dossier, Osservatorio Balcani 2 Wall in Mitrovica is illegal, says Tahiri, Gazeta Express, De- e Caucaso Transeuropa (OBCT), http://www.balcanicau- cember 11, 2016, http://www.gazetaex- caso.org/Dossier/La-crisi-nel-nord-del-Kosovo. press.com/en/news/wall-in-mitrovica-is-illegal-says-tahiri171618/. Francesk Fusha, ISPI Research Assistant 1 Le opinioni espresse sono strettamente personali e non riflettono necessariamente le posizioni dell’ISPI. Le pubblicazioni online dell’ISPI sono realizzate anche grazie al sostegno della Fondazione Cariplo. commentary dei Balcani e tra due paesi usciti da un sanguinoso con- livello di tensione tra i due paesi già prima che arri- flitto che non solo non si riconoscono come sovrani ma vasse la decisione di Aleksandar Vučić, primo ministro combattano ancora con le ombre del passato, tutto della Serbia, di far entrare un treno serbo in territorio prende un’altra piega. kosovaro. Il 15 gennaio in Kosovo si sarebbero dovute comme- Il premier kosovaro Isa Mustafa, dopo aver espresso morare le vittime del massacro di Reçak, dove 18 anni preoccupazione e timori per il futuro del paese ai rap- fa le milizie serbe commisero atrocità tali da sfiorare presentanti di Stati Uniti e Unione europea, ha affer- un’altra strage come quella di Srebrenica, del 1995. La mato che la decisione di bloccare l’accesso del convo- decisione di Belgrado di far partire questo convoglio glio serbo nella Repubblica del Kosovo è stata appro- proprio alla vigilia di questa data, non poteva non es- priata in quanto ritenuta una provocazione contro la so- sere considerata come una provocazione esplicita dal vranità e l’integrità territoriale dello stato. Dall’altra governo kosovaro. parte Vučić, dopo aver condannato la decisione kosovara di bloccare il treno, ha affermato che l’ordine di Inoltre, per contestualizzare al meglio tutta la vicenda, fermare il locomotore nella città serba di Raska è par- un altro fattore da tenere presente è il fatto che il 5 gen- tito proprio da lui, in quanto era stato informato in naio l’ex premier kosovaro, Ramush Haradinaj, consi- tempo reale che le autorità kosovare avrebbero presu- derato in tutto il Kosovo come un eroe nazionale in mibilmente arrestato il conducente e tutti i passeggeri. quanto ex leader guerrigliero dell’Uçk, è stato fermato Inoltre, il 15 gennaio, il presidente della Repubblica e arrestato in Francia sulla base di un vecchio mandato Tomislav Nikolić, in una riunione con il massimo or- di cattura del 2004, rilasciato ai tempi dall’Interpol ju- gano della sicurezza del paese, dopo aver accusato goslavo. Al di là del comportamento delle autorità Priština di “giochi di guerra”, ha dichiarato che la com- francesi che sembrerebbe in contrasto con le norme del ponente etnica serba del Kosovo era in pericolo perché diritto internazionale e le Convenzioni di Vienna sulle minacciata dagli albanesi e che, se fosse stato necessa- relazioni diplomatiche, dato che Haradinaj viaggiava rio, si sarebbe recato di persona insieme all’esercito per in possesso di un passaporto diplomatico, il Tribunale difendere il suo popolo3. penale internazionale per i crimini per l’ex Jugoslavia dell’Aja – riconosciuto da Serbia e Francia– ha assolto Per meglio comprendere il confronto/scontro tra Bel- dalle accuse per crimini di guerra l’ex premier koso- grado e Pristina è necessario fare un passo indietro, en- varo nel 2012. Ciò dimostra quanto sia ancora alto il trando ad analizzare brevemente il contesto politico e ©ISPI2016 sociale di ambo i paesi in questo particolare momento 3 Serbian Leader Accuses Kosovo of ‘Wanting War’ After 2017, https://www.nytimes.com/2017/01/15/world/eu- Train Is Turned Back, The New York Times, January 15, rope/serbia-kosovo-border-train.html. 2 commentary storico. Da un lato c’è la Serbia, guidata da un primo prevedono l’istituzione di un nuovo organo, l’Associa- ministro solo all’apparenza solido politicamente come zione delle municipalità nel nord Kosovo, che avrebbe Vučić, che, nonostante il forte risultato elettorale otte- concesso un ampio margine di autonomia ai comuni a nuto nelle elezioni politiche dell’aprile 2016 (48,25% maggioranza etnico-linguistica serba, l’iter legislativo e in leggero calo rispetto al precedente turno), sta attra- previsto per la ratifica di questi Accordi viene costan- versando un momento difficile a causa sia di una situa- temente bloccato dall’opposizione kosovara in parla- zione economica interna poco felice sia del forte e mento con svariate forme di protesta fino ad arrivare a pragmatico percorso europeista impresso al paese dallo lanciare più di una volta del gas lacrimogeno dentro stesso premier. Questo background socio-politico fa l’aula. A causa di queste profonde fratture e divisioni meglio comprendere il fuoco incrociato istituzionale a tra il governo e l’opposizione, il parlamento kosovaro cui Vučić è sottoposto da parte dello spettro politico non sembra più in grado di svolgere la sua funzione parlamentare (radicali, nazionalisti e nostalgici dell’ex legislativa e quindi incapace di rispondere adeguata- Jugoslavia, in primis), della propria coalizione di go- mente a questioni di carattere politico perché ancora verno (in particolare diventano sempre più netti i con- fortemente lacerato al suo interno – o almeno in qual- trasti con i socialisti del suo ministro degli Esteri, Ivica che sua componente più radicale – dal ricordo non an- Dačić, in merito alle tensioni kosovare e alle relazioni cora metabolizzato della guerra con la Serbia. con la Russia) e, infine, con il presidente Nikolić, che, Apparentemente in condizioni normali o almeno in sebbene sia un leader dello stesso partito di maggio- quelle nelle quali sembrava stessero indirizzandosi i ranza di Vučić, è rimasto sul dossier Kosovo ancora percorsi di stabilizzazione delle relazioni bilaterali molto sensibile a certi richiami nazionalisti dell’era sotto l’attento monitoraggio di Bruxelles è estrema- Milošević e per certi versi più vicino alle posizioni di mente complesso riuscire a comprendere il comporta- Dačić. ©ISPI2016 mento “provocatorio” delle ultime settimane di BelSul versante kosovaro, parallelamente, le tensioni po- grado. Ciononostante potrebbe esistere un’ulteriore litiche risultano altrettanto forti e per certi versi desta- chiave di lettura: la Serbia, che è in attesa dell’apertura bilizzanti. Il parlamento, di fatto, risulta bloccato dei negoziati di adesione con l’Unione europea, ulti- dall’ostruzionismo dell’opposizione composta dai par- mamente sta per opportunità ritornando ad approfon- titi nazionalisti Lëvizja Vetëvendosje! (Autodetermi- dire il dialogo strategico con il Cremlino, il quale punta nazione), Nisma (Iniziativa per il Kosovo) e AKK (Al- a restaurare una propria influenza nell’Europa orien- leanza per il futuro del Kosovo). Dall’estate del 2015, tale e nei Balcani, anche alla luce dello sfondamento quando, grazie alla mediazione dell’Unione europea, della Nato nell’area (si veda il duro scambio di battute Kosovo e Serbia riuscirono a firmare gli accordi che tra l’organizzazione del nord Atlantico e Mosca in occasione dell’associazione del Montenegro alla prima). 3 commentary Il ritorno dell’influenza russa nella regione sta prendendo forma ogni giorno, diventa sempre più crescente e rischia di minare la Serbia e il suo percorso euro-atlantico. Negli ultimi cinque anni i due paesi hanno riallacciato di nuovo i rapporti che si sono poi tradotti in una serie di accordi bilaterali sia in campo militare sia economico4. Approfittando sia dell’attuale fase di debolezza politica che stanno attraversando alcuni membri di peso dell’Unione europea sia dei problemi interni agli Usa legati alla transizione da una presidenza ad un’altra, l’asse russo-serbo con il “treno del passato” sta probabilmente mettendo di nuovo alla prova Bruxelles e puntando, indirettamente, a restaurare la propria influenza in tutta l’area dell’Europa orientale e balcanica. Così le retoriche nazionalistiche tornano di nuovo in scena nella regione e accendono gli animi di quei popoli che si sono storicamente lacerati tra loro. Il rischio è quello di aprire nuovi spiragli di violenza in nome di una retorica arcaica dell’identità nazionale e strumentale al soddisfacimento dell’obiettivo politico perseguito da alcuni paesi della regione. Ancora una volta quindi la pace nei Balcani rischia di frantumarsi tristemente a causa del riemergere di alcune ombre del passato che vivono nel presente. ©ISPI2016 4 Per approfondire il rapporto tra Belgrado e Mosca si veda http://www.ispionline.it/it/pubblicazione/il-percorso-di- la voce Serbia nella nota Il percorso di stabilizzazione nei stabilizzazione-nei-balcani-occidentali-i-casi-di-bosnia-erze- Balcani occidentali: i casi di Bosnia Erzegovina, Serbia e Ko- govina-serbia-e-kosovo-15980. sovo, di G. Dentice, in Note Osservatorio di Politica Internazionale Camera e Senato, n. 70, 11/2016, 4