Risultati del progetto di sostituzione delle pacciamature in

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Transcript Risultati del progetto di sostituzione delle pacciamature in

Risultati del progetto di
sostituzione delle
pacciamature in polietilene
con quelle biodegradabili in
Mater-Bi per colture
orticole e frutticole
sotto serra:
valutazioni agronomiche ed
economiche
Programma di Sviluppo Rurale
PSR CAMPANIA 2007/2013
ASSE I Miglioramento
della competitività
del settore agricolo e forestale
ISBN: 978-88-97081-82-1
Sommario
Capitolo 1
PSR Regione Campania 2007-2013, mis. 124 - Progetto “Introduzione della pacciamatura del terreno con teli biodegradabili a base di Mater-bi per colture orticole e frutticole (PA.BI.OR.FRU.)”
Capitolo 2
Cooperativa SOLE: un esempio di interazione tra ricerca e realtà produttiva
Capitolo 3
Plastiche Biodegradabili: Alleati per Agricoltura e Ambiente
Capitolo 4
Effetti della pacciamatura biodegradabile in Mater-Bi® su produzione, qualità organolettica e nutrizionale di fragola
Capitolo 5
Ortive a ciclo autunno-vernino. Effetti della pacciamatura in Mater-Bi® sulle rese produttive e la qualità di lattuga (Lactuca sativa L.) coltivata sotto tunnel
Capitolo 6
Ortive a ciclo vernino. Effetti della pacciamatura in Mater-Bi® sulle rese produttive di
cavolo rapa (Brassica oleracea L. var. gongylodes) allevato sotto tunnel
Capitolo 7
Ortive a ciclo primaverile-estivo. Rese produttive e qualità dei frutti di melone retato
(Cucumis melo L.) allevato sotto tunnel in prove del 2014 e 2015
Capitolo 8
Caratterizzazione dei processi produttivi - fragola, melone, cavolo rapa e lattuga
Capitolo 9
Convenienza per l’azienda coltura per coltura
Capitolo 10
Piano di comunicazione e divulgazione dei risultati del progetto
Capitolo 11
Considerazioni finali e prospettive di diffusione della pacciamatura biodegradabile
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PSR Regione Campania 2007-2013, mis. 124
Progetto “Introduzione della pacciamatura del terreno con
teli biodegradabili a base di Mater-bi per colture orticole e frutticole (PA.BI.OR.FRU.)”
di Luigi Morra (Coordinatore del Progetto)
Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA) – Unità di
Ricerca per la Frutticoltura di Caserta
Il partenariato del progetto è costituito da:
- Capofila: Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia
agraria (CREA) impegnato prima attraverso l’Unità per le Colture Alternative al Tabacco di
Scafati (CAT) poi, con l’Unità per la Frutticoltura di Caserta a seguito dell’accorpamento delle
due sedi alla fine del 2014.
- Cooperativa SOLE di Parete (CE): essa riveste il doppio ruolo di partner
Produttore agricolo e partner coinvolto nella fase di Commercializzazione. La cooperativa associa 95 aziende agricole ortofrutticole con una S.A.U. complessiva di circa 570 ha, di cui 256
ha in coltura protetta, 4 ha per colture di pieno campo e 310 ha dedicati alla frutticoltura. La
produzione commercializzata dalla “SOLE” nel 2012, ha raggiunto un fatturato complessivo di
oltre 20 milioni di €. L’assortimento produttivo vede tra i prodotti principali la fragola (65.100
q), la frutta estiva (38.100 q), i meloni (29.000 q) e la lattuga (17.500 q).
- Il terzo partner è il Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di
Napoli “Federico II”, sezione di Economia Agraria.
La ricerca sviluppata da Novamont S.p.a. negli ultimi venticinque anni ha messo a disposizione
dell’agricoltura materiali biodegradabili e compostabili che, trasformati in teli per pacciamatura
possono espletare le stesse funzioni di condizionamento microclimatico dell’ambiente di coltivazione, senza presentare il problema della gestione del fine vita (rimozione dai campi e smaltimento). Grazie alla biodegradabilità in suolo, i teli al termine dell’uso sono lavorati nel terreno
e qui vengono in contatto con i microrganismi che operano la loro completa biodegradazione. A
livello di sistema colturale, l’impiego di teli biodegradabili rappresenta un ulteriore tassello di
un’azione tesa a rendere realmente più ecosostenibile le tecniche colturali adottate dalle aziende
agricole.
Su scala territoriale, la riduzione dei rifiuti speciali (film per pacciamatura) del settore ortofrutticolo conseguente alla loro sostituzione con film biodegradabili rappresenterebbe una ricaduta
più ampia del progetto. Questo obiettivo dipende direttamente dal coinvolgimento di strutture
aggregative (Cooperative, OP) attraverso le quali più rapidamente certe innovazioni possono
raggiungere le singole aziende agricole. Purtroppo, la mancanza di dati certi sulle quantità in
entrata e in uscita di film plastici per uso agricolo, impedisce di dare una percezione più concreta
del problema.
Dato questa premessa generale, l’obiettivo del progetto è collaudare, attraverso una serie di
azioni sperimentali-dimostrative, film biodegradabili in Mater-Bi® di grado EF04P in modo da
disporre informazioni di tipo agronomico ed economico, sulla cui base estendere l’impiego di
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questi film su diverse colture orticole ed alcune frutticole.
Tre sono i gruppi di azioni previste nel progetto:
1) Valutazione agronomica dei film biodegradabili;
2) Valutazioni economiche sulla convenienza aziendale e ambientale all’uso dei teli biodegradabili;
3) Trasferimento e divulgazione dei risultati del progetto.
Il collaudo sperimentale, è stato impostato allo scopo di ottenere dati utili a esprimere valutazioni
in merito alla convenienza agronomica ed economica conseguente all’introduzione delle pacciamature in Mater-Bi nell’agrotecnica di specifiche colture, senza tener conto del sistema colturale
all’interno del quale si susseguono.
Valutazione agronomica dei film biodegradabili: I risultati sono discussi in tre capitoli dedicati
alle prove su melone, su fragola e a quelle su colture autunno-vernine quali lattuga e cavolo rapa.
Con la valutazione agronomica sono stati raccolti dati utili a stabilire in che misura i film innovativi possono garantire prestazioni, almeno, simili a quanto si ottiene con i film in PE (quali:
durata utile della copertura del terreno, controllo delle malerbe, risparmio idrico, controllo di
malattie, rese produttive, qualità dei prodotti, precocità di raccolta). Per conseguire questo scopo,
le attività di sperimentazione con i film hanno coinvolto sette aziende associate alla Cooperativa Sole. Le specie orto-frutticole interessate dalle prove dimostrative, in questo progetto, sono
state scelte sulla base della loro importanza economica nella composizione del fatturato della
Cooperativa.
Le prove sono state svolte sotto serra e hanno impegnato superfici per la valutazione di effetti su scala aziendale (1000-2000 m2 dedicati al confronto diretto tra pacciamature in PE e in
Mater-Bi). La scelta degli spessori dei film è stata calibrata sulla durata del ciclo della coltura
da pacciamare.
Valutazioni economiche sulla convenienza aziendale e ambientale all’uso dei teli biodegradabili: i risultati attengono alle valutazioni economiche che completano l’analisi della convenienza
all’adozione dell’innovazione. Essi sono discussi in tre capitoli, nel primo dei quali sono descritti
gli elementi relativi alle tecniche di produzione, alla struttura aziendale, ai rapporti contrattuali
e ai prezzi di riferimento. Si procede poi, alle elaborazioni utili alla formulazione dei giudizi di
confronto tra le due soluzioni con riferimento prima alle sole prove sperimentali, poi all’azienda.
Infine, le analisi economiche aziendali, saranno ampliate con quella ambientale. In quest’ultimo
caso l’analisi (tipo Life Cycle Assessement) è utile alle aziende che intendono qualificare le produzioni attraverso la certificazione del Sistema di Gestione Ambientale e agli operatori pubblici
per verificare gli effetti ambientali dei comportamenti imprenditoriali.
Trasferimento e divulgazione dei risultati del progetto: I risultati sono sintetizzati in uno specifico capitolo ove sono riassunte le iniziative proposte, il grado di adesione, i punti di forza e di
debolezza della comunicazione.
Infine, nel capitolo conclusivo sono fatte considerazioni di sintesi sui risultati ottenuti, sulla effettiva sostituibilità del Polietilene con i film in Mater-Bi e, sulle azioni necessarie per rimuovere
gli ostacoli posti dalle agrotecniche aziendali all’ingresso di questa innovazione.
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Cooperativa SOLE: un esempio di interazione tra ricerca e realtà
produttiva
di Pietro Ciardiello direttore Cooperativa Sole – Parete (CE)
1. Dimensione socio-economica della Coop
La SOLE Società Cooperativa Agricola (in seguito denominata SOLE) di Parete (Caserta) è
una cooperativa di secondo grado, specializzata nella produzione, nel condizionamento e nella
commercializzazione di prodotti ortofrutticoli destinati al consumo fresco e alla trasformazione
industriale. I prodotti sono destinati al mercato nazionale ed estero, con particolare riferimento
alla Grande Distribuzione Organizzata (GDO). Negli ultimi cinque anni la SOLE ha avviato
anche un’attività di esportazione verso operatori della GDO in Germania, Austria, Svizzera e
paesi dell’Est-Europa. La SOLE nasce nel 1962 da una storia di uomini e di terra; uomini che
con la propria passione e il proprio lavoro hanno creato una realtà che è cresciuta con il passare
degli anni e pian piano passo dopo passo è riuscita a diventare un punto di riferimento del settore primario regionale. Nei primi anni 80 fu acquistato il primo moggio di terreno e costruito il
primo capannone dove i soci conferivano i loro prodotti. Nel 1995 nasce la collaborazione con
l’APOFRUIT ITALIA con la partecipazione al Consorzio Mediterraneo. Quest’ultimo nel 1997
si evolve in MOC (Macro Organizzazione Commerciale). Con l’avvento della MOC Mediterraneo è finanziato il primo ammodernamento del centro di raccolta con la costruzione del primo
stabilimento che, nel periodo 2003 -2012 è stato ampliato fino a raggiungere l’attuale dimensione. L’intero centro, oggi, insiste su una superficie complessiva di circa mq 10.000.
La SOLE vanta un bilancio attivo con un fatturato che supera i 25 milioni di euro. Le aziende
associate, circa 100, hanno una potenzialità media annua di oltre 170.000 quintali di ortofrutta.
Dal punto di vista produttivo, ogni anno, mediamente, produce circa 70.000 quintali di fragole,
30.000q di meloni, 40.000q di frutta estiva, 20.000q di ortaggi autunno-vernini, 15.000q di altri
ortaggi primaverili-estivi.
Al fine di assicurare una migliore collocazione sui mercati Nazionali ed Europei, la direzione
della SOLE ha elaborato un documento di Politica Aziendale dove sono definiti gli impegni
assunti e le coordinate generali nell’attuazione dei processi operativi aziendali. Tale documento
coniuga la Politica della Qualità, della Sicurezza Alimentare, dell’Ambiente e per la Sicurezza
sul Lavoro ed Etica.
Per Qualità si intende la capacità di fornire un prodotto/servizio conforme alle specifiche contrattuali ovvero l’insieme delle caratteristiche che determinano la soddisfazione delle esigenze
esplicite ed implicite dei clienti.
Gli strumenti indispensabili per il raggiungimento degli obiettivi individuati dalla Politica Aziendale sono:
1. Le Certificazioni Volontarie di Prodotto e/o di Processo e l’adozione di un Manuale d’Autocontrollo della Qualità che attualmente sono: la certificazione Global G.A.P. (Good Agricoltural Practice) dove sono definite le buone pratiche agricole; il Modulo Grasp aggiuntivo agli
standard Global Gap in riferimento alla sicurezza sul lavoro e all’etica; la Certificazione IFS
dove sono individuati gli elementi specifici di un sistema di gestione focalizzato sulla qualità e
sicurezza igienico – sanitaria dei prodotti, che prende come riferimento per la pianificazione e
implementazione la metodologia HACCP;
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2. La completa tracciabilità e rintracciabilità della produzione commercializzata;
3. La programmazione della difesa fitosanitaria incentrata sul controllo integrato dei principali
fitofagi e crittogame di tutte le produzioni e sul controllo biologico dei principali fitofagi della
fragola e del peperone. Ne consegue la programmazione commerciale di Prodotto a RESIDUO
ZERO, biologico, a marchio IGP e a marchi Private Labe rispondenti a protocolli di intesa e vendita con la GDO nazionale ed estera. Per il controllo delle produzioni la SOLE si avvale di un ufficio tecnico, composto da tecnici competenti e specializzati nei diversi comparti, a servizio delle
aziende associate. In particolare, le produzioni ortofrutticole, conferite, sono ottenute impiegando metodi di coltivazione in cui l’uso dei fitofarmaci è controllato e limitato con preferenza per i
principi attivi compatibili con l’ambiente. Il quadro normativo di riferimento è dettato dal Piano
di Lotta Fitopatologia Integrata della Regione Campania, in particolare dagli aggiornamenti annuali delle Norme tecniche per la difesa fitosanitaria ed il diserbo integrato delle colture. Sono
tuttavia possibili variazioni in senso restrittivo in funzione di particolari esigenze dei clienti, ad
esempio n° limitato di p.a. residuali oppure dove la difesa fitosanitaria della coltura è incentrata
sul controllo biologico mediante il lancio degli insetti utili.
4. Il piano di analisi multiresiduale e dei metalli pesanti normati sul prodotto ante raccolta e
commercializzazione, a salvaguardia dei consumatori finali e, contemporaneamente a conferma
dell’efficacia del controllo di processo attuato.
5. Il piano di controllo dei principali parametri qualitativi (grado brixs, durezza, ecc.) a garanzia della qualità del prodotto commercializzato.
Sotto l’aspetto ambientale la SOLE svolge una attività continua suddivisa in diversi momenti
come, ad esempio, la scelta dei siti produttivi, l’ impiego di agrotecnica rispettosa del corretto
uso delle acqua di irrigazione, dei concimi, in particolare quelli azotati e fosfati, l’adozione
di cultivars resistenti, piantine microinnestate e diversificazione dei principi attivi utilizzati, la
riduzione delle quantità di rifiuti prodotti, favorendo il riciclaggio, il reimpiego delle plastiche
utilizzate e il corretto smaltimento dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi.
2. Progetto PA.BI.OR.FRU
La Sole è da sempre interessata alla possibile introduzione di tecniche innovative finalizzate a
ridurre l’impatto ambientale dei mezzi tecnici, come la plastica per la pacciamatura. Infatti da
anni persegue la riduzione dello spessore dei film di polietilene pacciamanti e al loro impiego per
più cicli produttivi. In questa ottica, si colloca la compartecipazione al progetto PA.BI.OR.FRU,
che prevede appunto l’impiego di pacciamatura biodegradabile, in pieno campo e in coltura protetta, su fragole, angurie, meloni, insalate e cavolo rapa. La SOLE, da sempre, è stata sensibile
ai temi ambientali e ha sempre riconosciuto il ruolo che riveste l’agricoltura, come mezzo di
cultura, legalità e di salvaguardia ambientale. La Sole, ha già partecipato e si è resa promotrice
di azioni tese a migliorare la vivibilità, il lavoro e la qualità del proprio territorio. La Cooperativa
nel progetto ha avuto un ruolo esecutivo, in quanto si è occupata della gestione amministrativa
e dell’assistenza tecnica nelle prove di campo. Ha collaborato, inoltre, alla raccolta dei dati
tecnico-economici, necessari al calcolo dei costi di produzione; all’organizzazione di incontri
per la divulgazione dei risultati sperimentali, sia verso le aziende agricole associate, che verso
altre realtà produttive campane.
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Plastiche Biodegradabili: Alleati per Agricoltura e Ambiente
Sara Guerrini, Novamont S.p.A, Novara
1. Introduzione
Le materie plastiche sono ampiamente usate in agricoltura, tanto da essere diventate un elemento
distintivo e caratteristico di alcuni paesaggi. Teli per coperture delle serre, pacciamature, reti,
manichette per irrigazione, vasetti per florovivaistica, teli per copertura di insilati sono solo alcuni degli esempi della grande versatilità che rende le materie plastiche da più di 50 anni preziosi
alleati dell’agricoltore. Le plastiche consentono di ottenere produzioni più elevate e di migliore
qualità, di ridurre l’utilizzo di mezzi chimici e acqua per irrigazione e di modificare il ciclo delle
colture per rispondere alle maggiori richieste di produzione di cibo della popolazione. Tuttavia,
esiste un “rovescio della medaglia”, sia per gli operatori che per l’ambiente: le plastiche devono
essere, a fine del loro uso, raccolte e smaltite correttamente. Per alcune tipologie di manufatti
questi passaggi possono essere poco convenienti e difficoltosi, tanto che ancora oggi non tutta
la plastica che entra nel sistema agricoltura viene recuperata alla fine dell’uso, dando vita a
frequenti fenomeni di dispersione incontrollata nell’ambiente. Per tutte quelle applicazioni di
plastiche in agricoltura “a rapida rotazione” in campo (pacciamature) o “a perdere” (supporti per
feromoni, pacciamature per colture pluriennali) i materiali biodegradabili costituiscono un’alternativa efficace, rispettosa per l’ambiente e soprattutto a produzione zero di rifiuto a fine uso.
2. I teli plastici in agricoltura: Luci e ombre
La domanda del settore dei teli plastici per agricoltura a livello globale è stata, nel 2013, di circa 4
milioni di tonnellate, prevalentemente allocate in Asia (70% circa) e, a seguire, in Europa (16%)
(AMI2014). Delle 510.000 tonnellate di film agricoli utilizzati in Europa, il 40% è concentrato
nei Paesi del sud (Spagna e Italia) per impieghi in orticoltura (copertura serre e pacciamatura)
(APE 2013). La pacciamatura è una tecnica colturale estremamente diffusa, in prevalenza per
ortaggi, poiché presenta indubbi vantaggi quali il contenimento delle erbe infestanti, la riduzione
dell’uso di erbicidi, l’incremento della produzione ed il miglioramento della qualità del prodotto,
la riduzione della quantità d’acqua di irrigazione, etc.
Le pacciamature plastiche sono prevalentemente realizzate in polietilene a bassa densità (LDPE)
e in Europa si stima che se ne utilizzino 80.000 ton (APE 2013). La loro vita utile media in
campo varia in funzione del ciclo delle colture: da pochi mesi (es. lattughe) a un paio di anni
(fragola).
I teli, al termine del periodo di coltivazione, devono essere rimossi dal campo e adeguatamente
smaltiti secondo le indicazioni generali fornite dalle direttive europee che hanno come oggetto la
gestione dei rifiuti (Direttive 99/31 EC, 2000/76 EC, Direttiva 2008/98/EC). Alcuni Paesi quali
Francia, Germania, Regno Unito, Svezia e Norvegia hanno organizzato schemi volontari di raccolta e smaltimento di questa specifica tipologia di rifiuto; altri, come Austria, Belgio, Germania,
Danimarca e Svezia hanno bandito il conferimento dei teli in discarica (AMI 2104).
Tuttavia i flussi della plastica in entrata e in uscita dal sistema agricoltura in Europa continuano
a non coincidere. Secondo quanto riportato nei risultati del progetto europeo LabelAgriWaste, in
Italia e Spagna si recupera al massimo il 50% dei film plastici usati; di questo 50%, circa la metà
viene conferita in discarica (LabelAgriWaste). Le pratiche illegali di smaltimento più diffuse delle plastiche in agricoltura comprendono: bruciature in campo, abbandono ai margini dei campi
coltivati, in discariche abusive, o lungo corsi d’acqua e la lavorazione nel terreno.
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Le ragioni vanno ricercate nei tempi e costi elevati per la rimozione di questi rifiuti, legati alla
“rapida rotazione” del loro utilizzo ed al loro essere molto sporchi (si stima che le impurità dei
teli a fine vita - suolo o residui di coltura - arrivino all’80% del peso iniziale del manufatto). E
purtroppo di questo gap ne fa le spese ancora una volta l’ambiente. Il più grande utilizzatore di
pacciamature, la Cina (20 milioni di ettari), oggi ha non pochi problemi dovuti proprio all’impropria gestione del fine vita di questi teli. I frammenti di plastica non raccolta hanno contaminato ampie superfici agricole ed è stato stimato che tra le conseguenze della presenza di questi
frammenti negli strati superficiali del suolo si hanno riduzioni di produzione dell’ordine del
20%. Si può proprio dire che la tecnologia della plastica definita “white revolution” in alcune
aree del mondo si sia trasformata completamente nella “white pollution” (China Plastic & Rubber, 2014; Y. J. Jiang et al., 2001).
3. I materiali biodegradabili in agricoltura: un nuovo modello al servizio di operatori e
ambiente
Il termine bioplastica è attualmente ampiamente utilizzato. Si definiscono bioplastiche (in accordo con l’European BIOPLASTIC2) tutte quelle provenienti da fonti rinnovabili, biodegradabili
o entrambe. Tuttavia, nonostante l’impegno profuso dalle associazioni, il termine Bioplastiche è
ancora soggetto a fraintendimenti. In pratica, il problema nasce dal fatto che le plastiche tradizionali ottenute da derivati del petrolio come PE, PET e PVC, possono anche essere prodotte a
partire da materie prime rinnovabili.
Le plastiche ottenute dal regno vegetale sono indistinguibili dalle materie plastiche di origine
fossile. Definire un prodotto realizzato con materiali plastici tradizionali, come il PE , “bioplastica” è abbastanza strano e ciò potrebbe causare molta confusione nel mercato. L’innovazione
in questo caso risiede nel processo di produzione piuttosto che nel prodotto. Pertanto, il termine
“provenienti da fonti rinnovabili” (o ‘a base di prodotti vegetali rinnovabili’), sembra più adatto
a descrivere plastiche tradizionali provenienti da risorse vegetali.
D’altra parte il termine”bioplastiche”, sembra più adatto a descrivere quei materiali innovativi
che sono provenienti da fonti rinnovabili e biodegradabili.
Spesso i termini Biodegradabilità e Biodegradazione vengono usati, erroneamente, come sinonimi. In realtà la Biodegradabilità si riferisce ad una potenzialità (cioè la capacità di essere degradata da agenti biologici) mentre Biodegradazione si riferisce ad un processo, che avviene. Il
significato dei due termini viene meglio specificato in tabella 1(Razza F. & Degli Innocenti F. 2012).
I teli per pacciamatura biodegradabili consentono, in particolare, di rispondere efficacemente
ad una serie di problematiche: non devono essere rimossi dal suolo, dove in seguito al loro utilizzo sono biodegradati ad opera dei microrganismi del suolo, consentendo di risparmiare costi
e tempi di rimozione e conferimento e di rendere i flussi di raccolta differenziata della plastica in
agricoltura più puliti, eliminando virtualmente una classe di materiali molto sporchi ed economicamente non redditizi in fase di riciclaggio.
Uno studio italiano del 2009 ha valutato nel dettaglio le implicazioni ambientali del passaggio
da pacciamature plastiche a biodegradabili analizzando il ciclo dei manufatti con un approccio
di LCA (Life Cycle Assessment). Per quanto riguarda l’emissione di gas serra nell’ambiente,
1 Il dato è stato ottenuto utilizzando uno scenario di fine vita considerato tipico della realtà italiana: 10 % di riciclaggio, 14 % incenerimento con recupero energetico e 78 % conferimento in discarica.
2(http://en.european-bioplastics.org/about-us/).
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l’utilizzo di pacciamature biodegradabili consente un risparmio di 500 kg di CO2 equivalente
per ettaro pacciamato (considerando una copertura dell’ettaro con teli del 60 %)1 (Razza F., et
al., 2010).
Negli ultimi anni l’utilizzo di pacciamature biodegradabili è diventato gradualmente sempre più
diffuso. Infatti, la stima della quantità di film pacciamanti, biodegradabili, usati principalmente
in Italia, Francia, Germania, Benelux e Spagna è di circa 3000 tonnellate/anno (Fonte: Novamont, 2014). La pacciamatura biodegradabile è usata sulle stesse colture per le quali era usata
la pacciamatura di plastica tradizionale. Questi materiali, infatti, presentano analoghe caratteristiche prestazionali, di gestione, agronomiche e di produzione dei teli di plastica. Le colture che
più si possono avvantaggiare dei teli biodegradabili sono quelle a ciclo colturale medio-breve:
orticole come zucchino, lattuga, pomodoro, peperone, melone e anguria. I film biodegradabili
possono essere usati anche su colture dal ciclo più lungo (fino a circa 10 mesi) le cui esigenze
di raccolta, la mancanza di erbicidi autorizzati, la tecnica agronomica, richiedono un materiale
con prestazioni diverse in termini di fine vita (ad es. fragola, lampone e mirtillo, pomodoro,
vite, altro). Come mostrato dalla Tabella 2, molti sono i soggetti e i territori, in Italia come in
altri Paesi, che hanno beneficiato di questo passaggio. Nella Tabella 3 sono elencati i produttori
e le caratteristiche dei materiali biodegradabili per le pacciamature biodegradabili attualmente
reperibili sul mercato.
Infine, in Tabella 4 sono elencati progetti di ricerca finanziati a livello europeo, recentemente,
incentrati su azioni legate alla valorizzazione del polimero della Novamont brevettato come
Mater-Bi®.
4. Prospettive future e azioni Comunitarie per incentivare l’uso del biodegradabile
Se le pacciamature biodegradabili di colture orticole sono una realtà crescente, ci sono ancora
nuovi orizzonti percorribili per questi materiali in agricoltura: pacciamatura di colture poliennali
ad elevato reddito come la vite, coperture per insilati, reti, coperture per rotoballe, imballaggi per
ortofrutta sono solo alcune delle molte applicazioni che si potranno sviluppare in un prossimo
futuro, grazie anche alla realizzazione di manufatti tecnicamente sempre più complessi e con
caratteristiche prestazionali crescenti. Se tanto è stato fatto in ricerca e sviluppo, alcuni passi
importanti sono stati fatti anche a livello legislativo, come riconoscimento dei prodotti biodegradabili quali strumenti della sostenibilità ambientale in agricoltura. Nella PAC 2007-2013 i teli
per pacciamatura biodegradabile sono stati inseriti tra le misure ambientali dell’Organizzazione
Comune di Mercato – OCM unica ortofrutta nei più importanti Paesi europei produttori di ortaggi (Italia, Francia e Spagna).
La nuova PAC per 2014-2020, con il suo orientamento fortemente ambientale e di promozione
dell’innovazione, potrà sicuramente fornire strumenti di supporto importanti per le plastiche
biodegradabili. Sarebbe auspicabile pensare che in pochi anni il paesaggio agricolo possa essere
meno popolato di quegli elementi di turbamento non solo visivo, ma anche e soprattutto di degrado e inquinamento, che poco hanno a che fare con il ruolo di produzione di cibo e presidio del
territorio che dovrebbe caratterizzare l’attività agricola.
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Tabella 1. Definizioni
BIODEGRADAZIONE: processo degradativo causato dall’attività biologica, specialmente dall’azione enzimatica,
che porta ad un cambiamento significativo nella struttura chimica di un materiale.
BIODEGRADABILE: Sostanza organica in grado di venire decomposta dall’attività di organismi viventi. Se detta
biodegradazione è completa, porta alla totale conversione della sostanza organica in molecole inorganiche, quali
anidride carbonica, acqua, metano (in funzione dell’ambiente). Nella definizione di biodegradabile devono essere
inclusi fattori quali l’ambiente di biodegradazione ed orizzonte temporale. In altre parole, occorre definire in quali
condizioni e in quale tempo il processo biodegradativo ci si aspetta possa avvenire. Senza la definizione di questi
elementi il termine biodegradabile diventa vago e poco utile, dal momento che virtualmente ogni sostanza organica
è biodegradabile se non viene definito un tempo stabilito.
Tabella 2. Alcuni case histories di pacciamature biodegradabili
Area
Cosa è stato fatto
Italia: Piemonte
Progressiva sostituzione di pacciamature plastiche con biodegradabili nei
campi dell’OP Ortofruit Italia: 100 % di sostituzione su lattuga; impiego di
teli biodegradabili anche per colture tradizionalmente non pacciamate: lampone e mirtillo.
Italia: Campania
Su fragola sotto tunnel, ampie prove commerciali. Ottime rese quantitative
(anche superiori a teli plastici tradizionali) e qualitative (incremento del grado zuccherino e del contenuto di vitamina C nei frutti).
Grecia: Peloponneso
Su pomodoro da industria: con Pummarò (Unilever), progressiva introduzione di teli biodegradabili su ampio comparto, per annullare la possibilità di impatti ambientali sul suolo da parte di plastiche; buone rese e qualità; consente
la raccolta meccanica dei frutti.
Spagna: Navarra
Su pomodoro da industria: sostituisce i teli per pacciamatura in plastica;
consente raccolta meccanica del pomodoro, non fattibile con teli in plastica;
mantiene i terreni puliti a termine del ciclo (importante per terreni in affitto);
produttività analoga a teli in plastica tradizionale.
Tabella 3. Tipi di materiali presenti sul mercato e ditte
produttrici
Ditta
produttrice
BASF
Biotec
Limagrain
Novamont
FKUR
Tipo di materiale
PLA/copoliestere
Copoliestere e
Amido
Copoliestere e
plastica di amido
PLA/Copoliestere
Nome commerciale
ECOVIO
BIOLICE
MATER-Bi
BIOFLEX
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Tabella 4. Progetti Europei sulla pacciamatura biodegradabile
Nome del progetto
Tipo di progetto
BIOPLASTICS
V Programma
Quadro R&D
BIOMASS
Scienze della vita
-Ambiente
AGROBIOFILM
Sviluppo, avanzato di film
biodegradabili per attività
agricole
VII Programma
Quadro; R & S
per le PMI
Periodo
2001 –
2005
2010 2013
Partners &
Nazione
Università di
Atene (GR); VTT
(Fin); PATI, CNR,
Università di Bari
Novamont (IT),
Cemagref (F),
Plastica Kritis
(Gr), Università di
Hannover (D)
Novamont, Regione Liguria, Camera di Commercio
Savona, diverse
aziende agricole e
cooperative
PMI del Portogallo e Finlandia;
utenti finali
provenienti da
Francia, Spagna
e Portogallo;
istituti di ricerca e
Università provenienti da Francia,
Spagna, Portogallo e Danimarca
Obiettivi principali del
progetto e prodotti
Sviluppo e ottimizzazione
di film da pacciamatura
biodegradabile e compostabile e piccoli tunnel
per le applicazioni in
orticoltura
Dimostrazione dell’uso
di prodotti biodegradabili
e compostabili per l’orticoltura: film da pacciamatura e contenitori(vasi)
Sviluppo di una nuova
generazione di pacciamatura biodegradabile,
personalizzata per
colture specifiche, e per
regioni. Integrazione
del rendimento e del
controllo delle malattie.
Preparazione del terreno
e/ o fertilizzazione
Riferimenti Bibliografici:
AMI, Agricultural Film - 2014 – International industry conference on silage, mulch greenhouse and tunnel films used in agriculture, Barcellona, Settembre 2014.
APE Europe, European non packaging agriplastics market survey- 2013. (http://www.apeeurope.eu/statistiques.php).
China Plastic & Rubber, Fully biodegradable agricultural mulch films offer special advantages over conventional plastic films, Maggio 2014, Plastic Engineering, p. 24-27
Jiang Y. J. et al., - 2001- Effects of remnant plastic film in soil on growth and yield of cotton,
Agro-environmental protection.
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Razza F., Farachi F., Tosin M., Degli Innocenti F., Guerrini S. – 2010 – Assessing the environmental performance and eco-toxicity effects of biodegradable mulch films. VII International Conference on Life Cycle Assessment in the Agri-food Sector Bari, 2010, p.22-24.
(wileyonlinelibrary.com) DOI: 10.1002/apj.164.
15
16
RISULTATI DELLE PROVE DI CAMPO:
QUANTITÀ E QUALITÀ DELLE PRODUZIONI
Gli autori dei capitoli sui risultati agronomici hanno contribuito alla redazione in base alle
competenze specificate di seguito:
- l’impostazione delle prove di campo, la raccolta dei dati sperimentali e la loro elaborazione
sono state curate da Luigi Morra, Eugenio Cozzolino, Domenico Cerrato, Maurizio Bilotto,
Emiliana Mignoli, Raffaella Coppola, Vincenzo Leone;
- le analisi di laboratorio sui frutti, la raccolta e l’elaborazione dei dati sono state curate da
Milena Petriccione, Maria Silvia Pasquariello, Rita Parillo, Filippo Lanna,
Francesco Mastrobuoni, Luigi Zampella.
17
18
Effetti della pacciamatura biodegradabile in Mater-Bi®
su produzione, qualità organolettica e nutrizionale di fragola
1. Premessa
L’ex Unità di ricerca per le colture alternative al tabacco (CRA-CAT), recentemente confluita
nell’attuale CREA-FRC, dall’anno 2008 collabora con Novamont SpA allo sviluppo e alla sperimentazione di teli pacciamanti in Mater-Bi biodegradabili. I saggi di applicazione sono stati
effettuati per colture di melone, zucchino, lattuga e pomodoro da industria e finanziati dalla Regione Campania con il programma del Centro Orticolo Campano. Nell’ultimo triennio, le prove
sperimentali sono state estese sulla fragola presso la Coop Sole di Parete (CE). Il complesso delle
indicazioni raccolte, spesso di segno positivo ma ottenute in contesti sperimentali limitati, ha
supportato la convinzione di dover procedere ad una fase sperimentale su una scala dimensionale
di tipo aziendale (Cozzolino et al., 2010; 2011; 2013; 2014). Inoltre, le osservazioni condotte
nelle suddette sperimentazioni, circa un’influenza dei film biodegradabili nel migliorare alcuni
aspetti qualitativi di prodotti come melone o fragola, richiedono una verifica analitica accurata.
Per quanto concerne la fragola, è noto che il suo frutto presenta un elevato contenuto di flavonoidi, polifenoli ed antociani, che se compresi nella dieta hanno ripercussioni positive sulla
salute umana, dal momento che possono ridurre il rischio o modificare la gravità delle malattie
infiammatorie come l’artrite, il diabete, le malattie cardiovascolari, l’ipertensione ed il cancro
(Sanchez-Moreno et al., 2000). Le tecniche colturali, inclusi i diversi sistemi pacciamanti, giocano un ruolo chiave sullo sviluppo e sulla qualità dei frutti di fragola come precedentemente
dimostrato (Anttonen et al., 2006; Neuweiler et al., 2003).
Con il progetto PABIORFRU, sono state condotte due attività sperimentali-dimostrative in altrettante aziende agricole associate alla Cooperativa SOLE. In questo capitolo presentiamo i
risultati relativi alle produzioni e ai parametri qualitativi e nutraceutici ottenuti su due cultivar di
fragola (Fortuna e Sabrina) coltivate su di un telo pacciamante convenzionale costituito da polietilene LDPE e su di un telo realizzato con materiale biodegradabile (Mater-Bi). Le due prove
sono state condotte presso l’azienda agricola dei Fratelli Pezone Nicola e Pasquale (Test 1), sita
nel Comune di Giugliano in Campania (NA), e l’azienda del Sig. Cantone Domenico (Test 2),
sita nel comune di Parete (CE).
2. Materiali e metodi
2.1 Prove di collaudo in campo
Le prove sperimentali sono state condotte su varietà di fragola a giorno corto che ben si adattano
al clima mediterraneo, le cvs Sabrina e Fortuna; la prima coltivata nell’azienda Pezone (Test 1),
la seconda nell’azienda Cantone (Test 2). In entrambe le aziende, le piante sono state coltivate su
due aree di 1000 m2, una pacciamata con film biodegradabile e compostabile a base di Mater
Bi® grado EF04P prodotto da Valota con il marchio BIODREAM®, spessore 20 µ, e l’altra con
il tradizionale film plastico in LDPE, spessore 50 µ. Le principali caratteristiche fisico-chimiche
dei suoli delle aziende coinvolte sono riportate nella Tabella 1 di seguito:
19
Tabella 1. Caratteristiche fisico-chimico dei suoli nelle aziende Pezone e Cantone
Unità di misura Az. F.lli Pezone
Sabbia
Limo
Argilla
%
%
%
Tessitura
pH
Conducibilità elettr. µS/cm a 20 °C
Calcare attivo
% CaCO3
Sostanza organica %
N totale
g/kg
C/N
Fosforo assimilabile mg/kg
Az. Cantone
63
26
11
Franco-sabbiosa
(sec. USDA)
7,2
314
1,1
2,0
1,07
10,7
72,6
43
28
29
Franco-argillosa
(sec. USDA)
6,4
285
0,5
1,7
1,01
10,1
85,7
2424
2717
156
150
Potassio scambiab. mg/kg
Magnesio scambiab. mg/kg
Calcio scambiab.
mg/kg
2300
1682
Sodio scambiabile
Mg/kg
414
315
Le analisi evidenziano, per entrambi i suoli, una dotazione di sostanza organica e azoto totale
ai limiti per il mantenimento di una adeguata fertilità, una dotazione normale di calcio e una ricca
dotazione di fosforo e potassio.
Per le prove sono state utilizzate piante fresche provenienti dai vivai d’altura, piantate a radice
nuda durante il mese di ottobre in tunnel coperti con film plastico Multisolar, con dimensioni di
35 × 5 m, che hanno ospitato 4 prode con interasse di 110 cm, alte almeno 30 cm rispetto al piano
di campagna. Le piante sono state disposte a file binate a quinconce, distanziate 35 cm tra le file
e almeno 20 cm sulla fila, per una densità di impianto di circa 8,6 piante m-2. Il trapianto è stato
effettuato il 10 e 20 ottobre dell’anno 2014 rispettivamente per Fortuna (Test 2) e Sabrina (Test
1). L’agrotecnica aziendale applicata per le operazioni di fertilizzazione, irrigazione, sfogliatura,
difesa antiparassitaria contro insetti e crittogame, non è stata modificata rispetto alla prassi standard aziendale e viene descritta in questo volume nel capitolo curato da Gorgitano e Ferrante.
Al fine di stimare la produzione unitaria, sono state individuate venti parcelle/repliche distribuite
in modo casuale in ognuna delle due aree pacciamate. Ad ogni raccolta i frutti sono stati ripartiti
in due categorie commerciali, prima e seconda, in base alle norme tecniche comunitarie relative
alla commercializzazione della fragola suggerite dai tecnici della Coop SOLE. Nello scarto è stato quantificato tutto il materiale che non rispondeva ai requisiti minimi di qualità. In tre raccolte
effettuate a metà dei mesi di marzo, aprile e maggio, sono stati campionati 10 frutti per parcella
allo stadio di maturazione commerciale da sottoporre alle analisi di laboratorio, al fine di valutarne gli aspetti qualitativi attraverso la determinazione dei parametri chimico-fisici (durezza,
pH, residuo secco rifrattometrico, acidità titolabile, colore) e dei composti bioattivi ad attività
20
antiossidante (contenuto totale in polifenoli, flavonoidi, carotenoidi ed attività antiossidante totale) di cui la fragola è particolarmente ricca. Per quanto riguarda il Test 1, nel periodo che va dal
10 dicembre 2014 al 16 aprile 2015, sono stati effettuati quattro rilievi inerenti la valutazione
della biomassa epigea mediante la misura del peso fresco e del peso secco, dopo essiccazione
in stufa ventilata a 70°C. A tal fine si è provveduto a prelevare dodici piante per rilievo per ogni
area diversamente pacciamata, in posizioni predeterminate e adiacenti alle parcelle produttive,
distinguendo la parte vegetativa dalle fruttificazioni. Le raccolte hanno avuto inizio il 9 febbraio
per concludersi il 3 giugno dopo 18 passaggi. Per quanto riguarda il Test 2, la valutazione della
biomassa epigea è stata condotta in quattro rilievi effettuati nel periodo compreso tra il 19 dicembre ed il 16 aprile. In ogni rilievo sono state prelevate 12 piante da ogni area pacciamata con
modalità analoghe al Test 1. I frutti della cv Fortuna sono stati raccolti a partire dal 9 febbraio
fino al 26 maggio 2015 per un totale di 15 stacchi.
2.2 Analisi di laboratorio per la qualità dei frutti
Determinazione dei parametri chimico-fisici
Il succo utilizzato per la valutazione dei parametri chimici (RSR, acidità titolabile e pH) è stato
ottenuto dalla omogeneizzazione di 10 frutti per ogni replica, sia per i frutti coltivati sul polietilene che per quelli coltivati sul Mater-Bi ed in entrambe le cultivar studiate, per un totale di 20
determinazioni analitiche.
Il residuo secco rifrattometrico (RSR) è stato valutato mediante un rifrattometro digitale (Sinergica Soluzioni, DBR35, Pescara) ed i risultati espressi in °Brix.
L’acidità titolabile è stata determinata mediante titolazione di 10 ml di succo con NaOH 0.1 N
seguendo il metodo di Wills and Greenfield (1983) utilizzando blu di bromotimolo come indicatore. I risultati sono stati espressi in g di acido citrico/L di succo.
Il pH del succo è stato determinato con metodo potenziometrico mediante pHmetro digitale,
(Jenway, modello 3540-Staffordshire, UK).
La valutazione della durezza e/o consistenza del frutto è stata effettuata mediante un penetrometro digitale con puntale da 8 mm (TR, snc, Forlì- Italia), su 5 frutti per ogni replica, sia per i
frutti coltivati sul polietilene sia per quelli coltivati sul Mater-Bi in entrambe le cultivar studiate.
I risultati sono stati espressi in Newton.
Il colore è stato valutato mediante colorimetro Minolta (CR5, Minolta Camera Co., Japan) su
entrambi i lati di 5 frutti per ogni replica, sia per i frutti coltivati sul polietilene sia per quelli coltivati sul Mater-Bi ed in entrambe le cultivar studiate. Lo spazio di colore usato come riferimento
è stato il CIELAB ed i risultati espressi mediante i parametri C* (Chroma) ed h° (angolo di Hue)
calcolati seguendo il metodo riportato da McGuire (1992).
Determinazione dei composti bioattivi ad attività antiossidante
L’estrazione dei composti bioattivi ad attività antiossidante è stata effettuata omogeneizzando
2.5 g di frutto con 10 ml di una soluzione metanolo/acqua 80:20 (v/v) seguendo il metodo di
Tomás-Barberán and Espín(2001) apportando alcune modifiche. L’estrazione ed i saggi di determinazione dei composti bioattivi ad attività antiossidante sono stati effettuati su 20 repliche per
ciascun sistema pacciamante considerato e per entrambe le cultivar studiate.
Il contenuto totale in polifenoli è stato valutato secondo il metodo colorimetrico di Folin-Ciocalteu (Singleton & Rossi, 1965), usando l’acido gallico come standard. I risultati sono stati espressi
come mg GAE/100 g p.f. (mg di acido gallico equivalenti/100 g di peso fresco).
Il saggio dei flavonoidi è stato condotto seguendo il metodo di Zhishen et al. (1999) con alcu-
21
ne modifiche, utilizzando la catechina come standard. Il contenuto totale in flavonoidi è stato
espresso come mg CAE/100 g p.f. (mg di catechina equivalenti/100 g di peso fresco).
Il contenuto totale in antociani è stato determinato seguendo il metodo spettrofotometrico del
pH differenziale di Giusti & Wrolstad, (2001) apportando alcune modifiche. I risultati sono stati
espressi come mg CGE/100 g p.f. (mg cianidina-3-glucoside-equivalenti/100g di peso fresco).
L’attività antiossidante totale nei frutti di fragola, è stata misurata mediante il saggio del 1,1diphenyl-2-picryl-hydrazil (DPPH) seguendo il metodo di Brand-Williams et al. (1995) apportando alcune modifiche. I valori ottenuti sono stati interpolati con quelli di una retta di taratura
costruita usando il Trolox come antiossidante di riferimento ed i risultati espressi come µmoli
TE/g p.f. (µmoli di Trolox/ g peso fresco).
2.3 Elaborazione statistica dei dati
L’analisi statistica dei dati produttivi e qualitativi è stata condotta attraverso una preliminare
verifica della conformità ai presupposti richiesti per l’analisi della varianza o l’applicazione del
test T di Student (omoschedasticità delle varianza dei gruppi, distribuzione normale dei dati e
loro indipendenza). I dati produttivi sono stati analizzati con il test T per due tesi a confronto
su 20 repliche. I risultati dei parametri qualitativi sono stati espressi come medie ±SE (errore
standard). L’analisi della varianza dei test è stata effettuata mediante un modello che includeva
i fattori pacciamatura, data di raccolta e la loro interazione. In caso di interazioni significative le
medie sono state analizzate con il test di Tukey per p≤0.05. Le elaborazioni statistiche sono state
realizzate mediante l’utilizzo del software JMP Statistical, 2005, Discovery from SAS.
3. Risultati
Come per l’esperimento sul melone anche in questo caso è emersa qualche criticità con il telo
biodegradabile che negli anni precedenti di sperimentazione sulla fragola non si era mai verificata. L’inconveniente si è manifestato maggiormente con la cultivar Sabrina e si riferisce alla
scarsa tenuta di maturazione dei frutti che poggiavano sulla parte centrale della proda. Una delle
possibili cause potrebbe essere l’eccessiva frondosità di Sabrina rispetto a Fortuna che contribuirebbe a formare nell’area centrale una zona eccessivamente umida e poco penetrabile ai raggi del
sole. La permeabilità all’acqua del film biodegradabile, specialmente dopo le irrigazioni sotto
telo, potrebbe essere l’altra concausa del fenomeno di scarsa tenuta dei frutti contribuendo ad
aumentare la frazione di scarto. Con la cultivar Fortuna il problema è stato molto contenuto.
3.1 Aspetti agronomici e produzioni nel Test 1
I teli in Mater-Bi non hanno mostrato lesioni o rotture sul colmo delle prode per l’intera durata del ciclo colturale; solo sui fianchi delle baulature erano presenti piccole lesioni dovute al
passaggio degli operatori sia per l’espletamento delle operazioni colturali nel periodo autunnoinvernale che per le raccolte. La biomassa fresca misurata al momento dei singoli prelievi, riportata in Fig. 1, evidenzia che all’ultimo prelievo del 16/4/15, il peso raggiunto era maggiore per
le piante su LDPE, probabilmente perché favorite dal maggiore innalzamento della temperatura
del terreno sottostante. Tuttavia, la biomassa secca rilevata in ciascuna epoca ha mostrato un
andamento analogo tra le piante allevate sulle due tesi. Questo dato potrebbe essere legato alle
caratteristiche di permeabilità idrica del Mater-Bi, che consentirebbero il normale svolgimento
della fotosintesi, nonostante un minore apporto idrico dalle radici. Il vapore acqueo che dal
suolo attraversa il telo crea nell’intorno della pianta un microclima più umido tale da limitare la
traspirazione. Analogo comportamento si osserva per i frutti.
22
Figura 1. Effetto del tipo di pacciamatura sul peso fresco e secco della parte vegetativa e dei frutti della cv Sabrina,
espressi in g per pianta di fragola fino a circa 50 giorni dalla fine delle raccolte.
La produzione, ripartita per raccolte, ha evidenziato una produttività precoce maggiore per i
frutti di prima categoria coltivati sul telo in polietilene (Fig. 2). Da questo momento in poi, tranne un picco in corrispondenza della decima raccolta a favore del LDPE, la produzione si può
considerare equivalente e con assenza di differenze significative nei valori produttivi, come si
evince dalla tabella 2. Nel caso dei frutti di seconda categoria, invece, si evidenzia un leggero
anticipo produttivo fino alla terza raccolta per il telo biodegradabile; poi la situazione si inverte
a favore di LDPE fino alla fine delle raccolte con un incremento del 40%. In questo caso, il
valore produttivo finale evidenzia differenze statistiche altamente significative. La produzione
commerciabile totale, alla fine del ciclo produttivo, è stata significativamente diversa tra le due
modalità di pacciamatura con il valore del telo polietilenico di circa il 15% più elevato. Quanto
evidenziato non si è mai verificato in precedenti lavori sperimentali (Cozzolino et al, 2010; Veneto Agricoltura, 2007; Scarascia Mugnozza et al., 2003; Magnani et al, 2005). Il particolare andamento meteorologico che ha caratterizzato la stagione di raccolta (frequenti ritorni di freddo)
potrebbe aver condizionato negativamente il comportamento del telo biodegradabile. È noto che
quest’ultimo riscalda meno il terreno rispetto al telo LDPE e presenta un più elevato valore di
23
evaporazione effettiva (Magnani et al., 2005) con la conseguenza negativa di probabili periodici
stress per le piantine allevate su di esso.
Figura 2: Produzione ripartita per categoria e date di raccolta nell’azienda Pezone.
24
Tabella 2: Rese produttive delle cvs di fragola Sabrina e Fortuna allevate in
due aziende agricole su teli pacciamanti in LDPE e in Mater-Bi.
azienda Pezone; cv Sabrina
-----------------Produzione (t ha-1)--------------
Produzione (g) Peso medio frutto (g)
Film pacciamante
Categ.
I
Categ.
II
Totale commerciale
Scarto
totale commerciale per
pianta
Categ. I
Categ.
II
Mater-Bi
29,4
7,5
36,9
4,1
461
26,4
17,4
Polietilene
32,1
10,5
42,6
3,4
533
24,7
17,6
n.s.
<0,001
<0,01
<0,05
<0,01
<0,001
n.s.
Significatività
azienda Cantone; cv Fortuna
Mater-Bi
42,9
14,4
57,3
1,1
651
33,4
18,7
Polietilene
36,3
15,5
51,8
1,8
584
32,5
18,7
0,01
n.s.
0,01
n.s.
0,01
0,01
n.s.
Significatività
Legenda:in corsivo sono presentate le differenze tra le medie dei due gruppi a confronto in
base al test t di Student per gruppi con uguali varianze
3.2 Aspetti agronomici e produzioni nel Test 2
La posa in opera del telo biodegradabile nell’azienda Cantone ha presentato qualche problema
legato ad una imperfetta preparazione del terreno per avverse condizioni meteorologiche. Anomalie nella stesura evidenziate da prode irregolari, qualche strappo per eccessiva tensione e i
periodici allagamenti dei tunnel per eventi temporaleschi non hanno condizionato il buon esito
della prova. I teli hanno retto fino alla fine del ciclo colturale pur con evidenti segni di lacerazioni
anticipate ma localizzate quasi sempre in corrispondenza delle anomalie prima descritte. Il telo a
fine ciclo mostrava ancora una discreta elasticità e resistenza allo strappo (Foto 1). La biomassa
fresca misurata al momento dei singoli prelievi, riportata in Fig. 3, evidenzia che il peso fresco
e secco della pianta registrato nell’ultimo campionamento sui due teli pacciamanti è stato del
tutto simile, a differenza di quanto osservato per il Test 1. Nel caso dei frutti, contrariamente a
quanto evidenziato nel Test 1, il peso fresco su Mater-Bi è risultato più elevato di circa il 30%
rispetto al LDPE, mentre nessuna differenza anche in questo caso si evidenzia per la biomassa
secca. Questo dato sembra indicare un maggiore equilibrio tra fase vegetativa e riproduttiva delle
piante su Mater-Bi® mentre su LDPE sembra prevalere la spinta vegetativa in accordo con quanto
indicato da Cozzolino et al. (2010).
25
Figura 3. Effetto del tipo di pacciamatura sugli incrementi in peso fresco e secco della parte vegetativa e dei frutti,
espressi per pianta di fragola fino a ca 50 giorni dalla fine delle raccolte
La produzione ripartita per raccolte ha evidenziato (Fig. 4) per i frutti di prima categoria una
sostanziale equivalenza fino al 20 di aprile. Successivamente le rese per questa categoria di frutti
sono state sempre più elevate sul telo biodegradabile con una produzione finale superiore di circa
il 20% e valori differenti statisticamente. Per i frutti di seconda categoria, invece, si evidenzia
un leggero anticipo produttivo per il telo polietilenico. Successivamente, l’andamento produttivo si equivale con una leggera differenza nella parte finale a favore sempre dello stesso tipo di
telo che presenta valori produttivi più elevati rispetto al telo in Mater-Bi di circa l’8% ma non
differenti dal punto di vista statistico. La produzione commerciabile totale e per pianta della cv
Fortuna, alla fine del ciclo produttivo è stata significativamente superiore per il telo in Mater-Bi
(Tab.2) in particolare per la maggiore quantità di frutti di prima categoria, con valori più elevati
di circa l’11% in accordo con quanto riscontrato da Cozzolino et al, 2010; Veneto Agricoltura,
2007; Scarascia Mugnozza et al., 2003.
26
Figura 4. Produzione ripartita per categoria e date di raccolta nell’azienda Cantone
3.3 Aspetti qualitativi e nutraceutici delle fragole nei Test 1 e 2
Parametri chimico-fisici
I risultati emersi dalle analisi chimico-fisiche effettuate sui frutti di fragola appartenenti alle
cultivar Fortuna e Sabrina coltivate rispettivamente nelle aziende Cantone e Pezone, dimostrano
che i due sistemi pacciamanti non influenzano la consistenza del frutto, dal momento che non si
evidenziano differenze statisticamente significative nei valori ottenuti. Variazioni significative
dell’indice penetrometrico si verificano invece nel corso delle tre diverse date di raccolta, probabilmente correlate ai cambiamenti strutturali che si verificano a carico della parete cellulare col
progredire del processo di maturazione (Stow, 1988), (Tabelle 3 e 4). Il tipo di pacciamatura utilizzato non ha determinato evidenti differenze dell’acidità titolabile e del residuo secco rifrattometrico (RSR) i cui valori risultano molto simili tra loro. Differenze statisticamente significative
si registrano, invece, nei valori di RSR nel corso delle tre epoche di raccolta; tale comportamento
27
potrebbe essere attribuito alla maggiore esposizione luminosa dei frutti nel corso dei tre mesi di
raccolta, dal momento che i diversi stacchi hanno interessato un periodo che ha avuto inizio a
marzo ed è terminato a maggio, nel corso del quale sia la temperatura ambientale che la durata
delle ore di luce hanno subito un graduale aumento (Tabelle 3 e 4).
Un importante fattore nella percezione della qualità delle fragole è il colore. Nelle tabelle 3 e
4 sono riportati i valori relativi al Chroma (che definisce l’intensità del colore) e all’angolo di
Hue (che indica la tinta/tonalità superficiale del frutto) rispettivamente per le cultivar Fortuna e
Sabrina. Per quanto riguarda Fortuna il tipo di pacciamatura e l’epoca di raccolta non determinano differenze significative nel valore di C*. Relativamente ai valori di h°, nel corso delle tre
date di raccolta è stato registrato un colore superficiale dei frutti più scuro. Andamento diverso
si è verificato per la cultivar Sabrina; in questo caso sia il fattore pacciamatura che l’epoca di
raccolta hanno determinato differenze statisticamente significative nei parametri colorimetrici i
cui valori indicano che le fragole coltivate sul Mater-Bi erano dotate di un colore rosso (C*) più
chiaro rispetto a quelle coltivate sul film in LDPE. Nel corso delle tre date di raccolta il valore
di h° tendeva a diminuire indicando il graduale viraggio del colore dei frutti verso un rosso di
tonalità più scura. Quest’ultimo fenomeno potrebbe essere attribuito ad una più intensa attività
biosintetica degli antociani, nel corso dei tre mesi, favorita dalla maggiore radiazione luminosa
(Lopes da Silva, 2007).
Composti bioattivi ad attività antiossidante
I composti antiossidanti sono prodotti dal metabolismo secondario delle piante, noti sia per il
conferimento del colore ai frutti (antociani) che per l’influenza positiva sulla salute umana grazie
alle molteplici funzioni biologiche che essi svolgono (Puupponen-Pimiä et al., 2005). La pacciamatura in mater-Bi ha influenzato in maniera statisticamente significativa il contenuto totale in
polifenoli, flavonoidi, antociani ad attività antiossidante, dal momento che i valori relativi a tali
composti sono risultati sempre più alti rispetto a quelli ottenuti sul telo in LDPE, sia nell’azienda
Cantone che nell’azienda Pezone (Fig.5, 6, 7 e 8). Inoltre, nelle stesse figure è illustrato come
per entrambe le cultivar il contenuto totale in composti bioattivi ad azione antiossidante abbia
avuto sempre un trend in crescita nel corso dei tre mesi, con valori più alti nelle fragole coltivate
sul Mater-Bi rispetto al polietilene LDPE. La spiegazione di questo andamento è da ricondurre
ai cambiamenti delle condizioni climatiche (temperatura ed intensità luminosa) nel corso dei tre
mesi di raccolta e che, come confermato da precedenti studi, influenzano positivamente l’accumulo dei composti ad attività antiossidante (Wang, 2009). L’influenza positiva che il film
biodegradabile esercita sull’accumulo dei composti antiossidanti rispetto al telo in polietilene,
potrebbe essere dovuta alle migliori condizioni del microclima circostante la pianta create dal
film biodegradabile. Precedenti studi hanno dimostrato che il contenuto totale in composti bioattivi è influenzato dal grado di dei frutti, dalle condizioni pedoclimatiche, dalle tecniche colturali
applicate e da fattori genetici (Shahidi, 2004; Feng, 2014;) Le fragole studiate in questo lavoro
sono state coltivate in aziende diverse ma geograficamente vicine tra loro, le condizioni colturali
e pedoclimatiche sono state pressoché simili, per cui le differenze nel contenuto in composti
bioattivi, nelle due cultivar esaminate, sono da ricondurre probabilmente alla diversità genetica
e quindi essere cultivar dipendenti.
28
Tabella 3. Valori medi (±SE) relativi ai parametri chimico-fisici (durezza, pH, RSR, acidità titolabile, chroma, angolo
di Hue) nella cultivar Fortuna coltivata sui due sistemi pacciamanti: Mater-Bi® e LDPE ed in tre diverse date di
raccolta (azienda Cantone).
Fattori
Durezza
(Newton)
pH
RSR
(°Brix)
Acidità
titolabile
(g/L
acido
citrico)
Mater Bi
6.3±0.14
3.3±0.023
5.8±0.07
LDPE
6.1±0.14
3.4±0.02
16/3/2015
6.5±0.18
13/4/2015
20/5/2015
Pacciamatura
Data di raccolta
Caratteristiche analizzate
Chroma
(C*)
Angolo di
Hue
(h°)
6.1±0.19
34.1±0.32
29.9±0.16
5.5±0.07
6.4±0.19
34.2±0.32
29.6±0.16
3.2±0.035
6.0±0.09
6.2±0.24
34.8±0.4
31.6±0.2
6.9±0.17
3.2±0.029
5.4±0.08
6.4±0.23
33.6±0.39
27.9±0.19
5.2±0.17
3.7±0.029
5.5±0.08
6.1±0.23
34.0±0.39
29.8±0.19
p<0.0001
p=0.0007
p=0.0462
p=n.s.
p=n.s.
p=n.s.
p=n.s.
p=n.s.
p=n.s.
p<0.0001
p=n.s.
p=n.s.
Significatività
Data di raccolta
Pacciamatura
Data di
raccolta*pacciamatura
p<0.0001
p=n.s.
p=n.s.
p<0.0001
p=0.005
p<0.0001
Tabella 4. Valori medi (±SE) relativi ai parametri chimico-fisici (durezza, pH, RSR, acidità titolabile, chroma, angolo
di Hue) nella cultivar Sabrina coltivata sui due sistemi pacciamanti: Mater-Bi® e LDPE ed in tre diverse date di
raccolta (azienda Pezone).
Fattori
Pacciamatura
Data di raccolta
Caratteristiche analizzate
Durezza
(Newton)
pH
RSR
(°Brix)
Acidità
titolabile
(g/L acido
citrico)
Chroma
(C*)
Angolo di
Hue
(h°)
Mater Bi
7.0±0.12
3.5±0.01
7.1±0.08
6.6±0.16
35.1±0.28
29.5±0.15
LDPE
7.1±0.12
3.5±0.01
7.3±0.08
6.6±0.16
32.1±0.27
27.3±0.15
12/3/2015
7.8±0.16
3.4±0.02
6.8±0.1
6.1±0.21
30.2±0.37
29.2±0.2
16/4/2015
7.9±0.14
3.4±0.02
7.8±0.09
7.5±0.2
34.9±0.32
27.3±0.17
13/5/2015
6.8±0.14
3.8±0.02
7.1±0.09
6.4±0.2
35.6±0.32
28.6±0.17
p<0.0001
p=n.s.
p=n.s.
P<0.0001
p=n.s.
p=n.s.
P<0.0001
P<0.0001
p=n.s.
p<0.0001
p<0.0001
p<0.0001
Significatività
Data di raccolta
Pacciamatura
Data di
raccolta*pacciamatura
p<0.0001
p=n.s.
p=n.s.
p<0.0001
p=n.s.
p=0.022
29
Figura 5. Effetto dell’ interazione “pacciamatura x data di raccolta” sul contenuto di polifenoli totali nelle due cultivar di fragole testate, Fortuna e Sabrina, coltivate rispettivamente nelle aziende Cantone e Pezone. Lettere diverse
differiscono statisticamente per p≤0.05 (Test di Tukey).
Figura 6. Effetto dell’ interazione “pacciamatura x data di raccolta” sul contenuto di flavonoidi totali nelle due cultivar di fragole testate, Fortuna e Sabrina, coltivate rispettivamente nelle aziende Cantone e Pezone. Lettere diverse
differiscono statisticamente per p≤0.05 (Test di Tukey).
30
Figura 7. Effetto dell’ interazione “pacciamatura x data di raccolta” sul contenuto di antociani totali nelle due cultivar di fragole testate, Fortuna e Sabrina, coltivate rispettivamente nelle aziende Cantone e Pezone. Lettere diverse
differiscono statisticamente per p≤0.05 (Test di Tukey).
Figura 8. Effetto dell’ interazione “pacciamatura x data di raccolta” sull’attività antiossidante totale nelle due cultivar di fragole testate, Fortuna e Sabrina, coltivate rispettivamente nelle aziende Cantone e Pezone. Lettere diverse
differiscono statisticamente per p≤0.05 (Test di Tukey).
4. Conclusioni
Il film in Mater-Bi, ha garantito un’accettabile tenuta meccanica e la copertura del suolo per
circa 9 mesi durante i quali le funzioni richieste ad una pacciamatura (controllo malerbe, riscaldamento terreno, favorevoli condizioni di crescita per la coltura) sono state garantite. I livelli
produttivi conseguiti, seppur variabili con la cultivar , denotano una sostanziale equivalenza.
Il sistema pacciamante costituito dal film biodegradabile (Mater-Bi) ha prodotto effetti simili a
quello convenzionale in polietilene (LDPE) sulle caratteristiche chimico-fisiche delle due cultivar di fragola analizzate. Per quanto riguarda gli aspetti nutraceutici, è stato dimostrato che il
31
film in Mater-Bi favorisce l’accumulo di composti bioattivi ad attività antiossidante rispetto al
film in polietilene. Tale evidenza potrebbe costituire non solo una valida motivazione nel consigliare l’uso in coltura del film biodegradabile per la pacciamatura della fragola, ma anche un
input per la valorizzazione merceologica di fragole prodotte su pacciamature biodegradabili in
Mater-Bi.
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32
Ortive a ciclo autunno-vernino. Effetti della pacciamatura in Mater-Bi sulle rese produttive e la qualità di lattuga (Lactuca sativa
L.) coltivata sotto tunnel.
1. Premessa
In questo capitolo sono presentati i risultati delle prove condotte su lattuga a cappuccio nel 20142015 presso l’azienda della società agricola Alessia, ubicata nel Comune di Marcianise (CE) ed
associata alla Cooperativa Sole di Parete (CE). Scopo delle prove è stata la valutazione della
produzione di lattuga coltivata su pacciamatura in polietilene ad alta densità (LDPE) e su film
biodegradabile in Mater-Bi® a parità di tutti gli altri input agrotecnici applicati nella gestione
ordinaria della coltura.
2. Materiali e metodi
Nella prova è stato saggiato un solo fattore sperimentale, la pacciamatura del terreno in due
varianti: a) film plastico nero in LDPE dello spessore 40 µm; b) film biodegradabile a base di
Mater-Bi®, di colore nero, largo 1.4 m e spesso 15 µm . La scelta di non procedere ad una distribuzione dei trattamenti in blocchi randomizzati è stata conseguente alla necessità di semplificare
l’operatività. Le principali caratteristiche fisico-chimiche del suolo su cui è stata effettuata la
prova sono riportate nella tabella 1.
Parametro
Sabbia
Limo
Argilla
Unità di misura
%
%
%
65
25
10
Franco-sabbiosa
(sec. USDA)
7,4
220
Non rilevato
Tessitura
pH
Conducibilità elettrica
Calcare attivo
Sostanza organica
N totale
C/N
Fosforo assimilabile
Potassio scambiabile
Magnesio scambiabile
Calcio scambiabile
Sodio scambiabile
µS/cm a 20 °C
% CaCO3
%
g/kg
1,7
1,0
10,2
50,0
783
110
3219
Non rilevato
mg/kg
mg/kg
mg/kg
mg/kg
Mg/kg
L’analisi evidenzia che trattasi di un suolo franco-sabbioso, sub-alcalino, sufficientemente dotato
in sostanza organica, con normale contenuto di azoto totale ed equilibrato rapporto C/N.
Per la realizzazione della prova, sono stati impegnati due tunnel di una struttura serricola a
corpi multipli, per una superficie complessiva di circa 900 m2 [(m 9 x m 48,5) x 2]. In entrambi
i tunnel, nell’ottobre 2014, sono stati effettuati i lavori di preparazione del terreno (rippatura,
fresatura, livellatura) e nel successivo mese di novembre si è proceduto alla stesura dei teli
pacciamanti forati, previa sistemazione delle ali gocciolanti. In particolare, nel caso del telo in
33
Mater-Bi® sono state usate sei strisce ravvicinate della larghezza di 1,40 m a totale copertura del
terreno. Per quanto riguarda il telo in LDPE sono state utilizzate tre strisce larghe 3 m, sempre a
copertura dell’intera superficie del tunnel. Ogni striscia era costituita, rispettivamente, da quattro
e dieci file forate. A pacciamatura ultimata, in data 12 novembre 2014, si è proceduto al trapianto
della lattuga cv. Mizio, con sesto 0,30 x 0,30 metri, pari ad una densità d’investimento di 11,1
piante/ m2. La tecnica colturale, non modificata rispetto alla prassi aziendale, è descritta in questo volume nel capitolo sui processi produttivi. Ai fini della prova, in ciascuno dei due tunnel
diversamente pacciamati, sono state selezionate 20 aree di saggio costituite da due file di cinque
piante cadauna, pari ad una superficie parcellare di 0,9 m2. In tali aree, omogeneamente dislocate
e opportunamente evidenziate, si è proceduto alla raccolta dei cespi in data 19 gennaio 2015.
Sulle lattughe raccolte sono stati eseguiti rilievi quantitativi e qualitativi quali, il peso totale,
il peso medio ed il diametro del cespo, la sostanza secca del cespo e delle radici, il diametro e
l’altezza del caule ed i parametri colorimetrici (luminosità, cromaticità e tonalità) sulle foglie
interne ed esterne dei cespi.
3. Elaborazione statistica dei dati
I dati quantitativi e qualitativi, rilevati sulla lattuga raccolta nei due tunnel pacciamati con LDPE
e Mater-Bi®, sono stati esaminati, preliminarmente, per verificare la sussistenza dei requisiti di
omogeneità delle varianze dei due gruppi di dati. Ove accertata, si è proceduto all’elaborazione
dei dati mediante l’applicazione del test T di Student su 20 repliche per ciascun trattamento.
4. Risultati
4.1 Parametri quantitativi
I dati relativi ai parametri quantitativi misurati, comprensivi dell’analisi statistica, sono riportati
nella tabella 2.
Tabella 2 - Parametri produttivi e biometrici della lattuga rispetto ai due sistemi di pacciamatura.
Resa
Commerciale
Peso cespo
Diametro
cespo
Altezza
caule
Diametro
caule
Sostanza
secca cespo
Sostanza secca
radici
t/ha
g
cm
cm
cm
%
%
Mater-Bi®
42,4
382,1
32,88
3,29
1,62
2,8
11,69
LDPE
46,5
418,7
32,78
4,31
2,06
2,2
13,63
**
**
n.s.
***
***
***
**
*
** *** n.s.
Differenze statisticamente significative per p ≤ 0,05.
Differenze statisticamente significative per p ≤ 0,01.
Differenze statisticamente significative per p ≤ 0,001.
Differenze statisticamente non significative.
I risultati evidenziano che la resa commerciale media della lattuga pacciamata con LDPE (46.5 t/
ha) è stata significativamente superiore a quella pacciamata con Mater-Bi® (42.4 t/ha). Andamento analogo si è registrato per il peso medio del cespo, che è risultato di 418 g su LDPE e 388 g
su Mater-Bi®. I dati relativi al diametro del cespo hanno evidenziato differenze non significative
tra i due teli pacciamanti. L’altezza e il diametro del caule della lattuga pacciamata con LDPE
(4,31 e 2.06 cm rispettivamente) sono risultati significativamente superiori a quanto misurato
nelle lattughe pacciamate con Mater-Bi®.
Differenze statisticamente significative sono emerse nei valori relativi alla sostanza secca che è
34
risultata leggermente più bassa nelle lattughe pacciamate con il telo in LDPE rispetto al telo in
Mater-Bi. Per quanto riguarda le radici, invece, i dati della sostanza secca sono risultati anche
in questo caso significativamente diversi ma con valori più alti nelle lattughe coltivate sul telo
in LDPE.
4.2 Parametri qualitativi
I dati relativi ai parametri qualitativi valutati, comprensivi dell’analisi statistica sono riportati
nella tabella 3.
Tabella 3 – Elementi che descrivono il colore delle foglie interne ed esterne della lattuga: L*(luminosità), c* (cromaticità), h° (angolo di Hue) rispetto ai due sistemi di pacciamatura.
Foglie esterne
Foglie interne
L (Cie-L)
c*
h°
L (Cie-L)
c*
h°
Mater-Bi®
54,83
59,02
113,55
80,71
63,13
106,97
LDPE
48,33
46,41
119,89
67,6
56,85
116,08
***
***
***
***
**
***
**
Differenze statisticamente significative per p ≤ 0,01.
*** Differenze statisticamente significative per p ≤ 0,001.
I parametri considerati nella descrizione del colore delle foglie interne ed esterne della lattuga
sono stati: luminosità (L*), cromaticità (C*) e tonalità (h°-Angolo di Hue). I valori della luminosità e cromaticità sono significativamente maggiori sia per le foglie esterne che per quelle interne
della lattuga coltivata su Mater-Bi®.
La tonalità, invece, è significativamente maggiore per LDPE per entrambe le tipologie di foglie.
5. Discussione e conclusioni
In questa prova svolta nell’autunno-inverno 2014/2015 sono stati confermati aspetti e peculiarità già osservate nelle altre attività del progetto “PABIORFRU”. In particolare, il film pacciamante in Mater-Bi® è risultato essere resistente al calpestio degli operatori non mostrando alcun
segno di lacerazione. Questa evidenza lascia ad una futura sperimentazione, la valutazione della
capacità delle plastiche biodegradabili di garantire, nel tempo, la copertura del terreno e di poter
prolungare il loro periodo di utilizzazione per colture a ciclo breve in successione, al fine di
ammortizzare il costo iniziale.
Nel merito dei risultati produttivi e dei rilievi biometrici effettuati, si è accertato che resa commerciale, peso del cespo, altezza e diametro del caule della lattuga pacciamata con LDPE sono
risultati significativamente superiori a quella pacciamata con Mater-Bi® (tab. 2). Questo risultato
potrebbe essere attribuito ad una maggiore capacità del telo LDPE di favorire temperature del
terreno più alte e più stabili nel tempo e quindi più favorevoli allo sviluppo della lattuga. Nessuna
differenza significativa è stata evidenziata tra le due tipologie di film a confronto relativamente al
diametro del cespo. Per la sostanza secca del cespo, il dato della lattuga pacciamata con LDPE è
35
risultato statisticamente inferiore al Mater-Bi®, mentre la sostanza secca delle radici è favorevole
alla lattuga pacciamata con LDPE. La minore capacità del film in Mater-Bi® di riscaldare il terreno, specialmente nella stagione fredda, potrebbe spiegare il dato rilevato sulla sostanza secca
del cespo. Una limitata attività radicale, dovuta ad una bassa temperatura del terreno, comporta
un minore assorbimento di acqua ed elementi nutritivi e quindi una minore idratazione dei tessuti
fogliari e una maggiore concentrazione relativa di sostanza secca. In conclusione questa prova
conferma che il Mater-Bi® può essere impiegato con successo nella coltivazione della lattuga,
in quanto la minore resa commerciale e il minor peso medio, a parità di diametro del cespo, non
sono pregiudizievoli per la commercializzazione. Quanto detto trova ulteriore conferma quando
si considerino le caratteristiche legate al colore delle foglie e cioè: luminosità cromaticità e tonalità , I dati del colore evidenziano che le foglie esterne dei cespi di lattuga coltivati su Mater-Bi®
risultavano di un colore verde più chiaro e più luminoso rispetto a quelle coltivate su LDPE.
Elementi questi che orientano la scelta del consumatore unitamente ai modi e all’ambiente di
produzione.
36
Ortive a ciclo vernino. Effetti della pacciamatura in Mater-Bi sulle
rese produttive di cavolo rapa (Brassica oleracea L. var. gongylodes) allevato sotto tunnel.
1. Premessa
In questo capitolo sono presentati i risultati della prova di cavolo rapa condotta nell’anno 2015
nell’azienda Ciardiello, ubicata nel Comune di Giugliano (NA), associata alla Cooperativa Sole
di Parete (CE). Scopo della prova è stata la valutazione della produzione di cavolo rapa coltivato
su pacciamatura in Polietilene a bassa densità (LDPE) e su film biodegradabile in Mater-Bi® a
parità di tutti gli altri input agrotecnici applicati nella gestione ordinaria della coltura.
2. Materiali e metodi
Nella prova è stato saggiato un solo fattore sperimentale, la pacciamatura del terreno in due
varianti: a) film plastico nero in LDPE dello spessore 40 µ; b) film biodegradabile a base di
Mater-Bi®, di colore nero, largo 1.4 m e spesso 15 µ. La scelta di non procedere a una distribuzione dei trattamenti in blocchi randomizzati è stata conseguente alla necessità di semplificare
l’operatività. Le principali caratteristiche fisico-chimiche del suolo su cui è stata effettuata la
prova sono riportate nella tabella 1:
Parametro
Sabbia
Limo
Argilla
Unità di misura
%
%
%
Tessitura
pH
Conducibilità elettrica
Calcare attivo
Sostanza organica
N totale
C/N
Fosforo assimilabile
Potassio scambiabile
Magnesio scambiabile
Calcio scambiabile
Sodio scambiabile
µS/cm a 20 °C
% CaCO3
%
g/kg
mg/kg
mg/kg
mg/kg
mg/kg
mg/kg
73
20
7
Franco-sabbiosa
(sec. USDA)
6,7
140
0,5
1,5
0,96
8,9
134,7
2525
75,6
1032
174
L’analisi evidenzia che trattasi di un suolo franco-sabbioso, neutro, mediamente dotato in sostanza organica, con normale contenuto di azoto totale ed un rapporto C/N che indica una tendenza
alla mineralizzazione della sostanza organica. Per la realizzazione della prova sono stati utilizzati sei tunnel di una struttura serricola a corpi multipli, delle dimensioni ciascuno di 5,1 x 35
m per una superficie complessiva di 178,5 m2. In ogni tunnel sono state preparate due baulature
rialzate pochi centimetri rispetto al piano di campagna, larghe ciascuna 2,2 m. Per la copertura
delle baule, nei tre tunnel destinati alla pacciamatura in LDPE sono state impiegate due strisce di
film plastico larghe 2,5 m mentre nei tunnel pacciamati con Mater-Bi® sono state impiegate quat-
37
tro strisce della larghezza di 1,4 m giustapposte due a due, a totale copertura del terreno. In data
10 gennaio 2015, si è proceduto al trapianto del cavolo rapa cv. Cadira, con sesto di 0,30 x 0,30 m
pari a una densità d’investimento di 11,1 piante/ m2. La tecnica colturale, non modificata rispetto
alla prassi aziendale, è descritta in questo volume, nel capitolo sui processi produttivi. Ai fini
della prova, per ogni tesi sono state perimetrate 20 aree di saggio (omogeneamente dislocate e
opportunamente evidenziate in ogni tunnel); ogni area aveva un’estensione di 1,35 m2 (1,50 x 0,9
m) e conteneva 15 piante. Durante il ciclo colturale, su ogni area di saggio sono state individuate
tre piante, in posizioni pre-determinate sulle quali sono stati effettuati tre rilievi non distruttivi
con cadenza settimanale, a partire dal 9 marzo 2015, al fine di determinare il tasso giornaliero di
accrescimento della torsa attraverso la misura delle variazioni del suo diametro. Il 2 aprile 2015,
sulle 40 aree selezionate, è stata effettuata la raccolta di tutto il materiale presente mediante separazione del cavolo rapa, completo di foglie, dalle sole radici. Nel corso di tale operazione, per
ogni parcella, si è proceduto al conteggio delle torse (parte inferiore del fusto ingrossato) e alla
loro suddivisione in tre classi di calibro: ˂ 8 cm (scarto); 8 – 10 cm; 10,1 – 12 cm. Dal materiale
raccolto in ogni area, sono state campionate tre piante, due prelevate nella classe di calibro più
numerosa e in una in quella meno numerosa. Su di esse sono stati rilevati, separatamente, il peso
delle tre torse, lunghezza e peso delle foglie.
3. Elaborazione statistica dei dati
I dati produttivi rilevati sul cavolo rapa raccolto nei tunnel pacciamati con LDPE e Mater-Bi®,
sono stati esaminati, preliminarmente, per verificare la sussistenza dei requisiti di omogeneità
delle varianze dei due gruppi di dati. Ove accertata, si è proceduto all’elaborazione dei dati mediante l’applicazione del test T di Student con 20 repliche per ciascuno dei due trattamenti. Nel
caso delle misure sull’accrescimento del cavolo rapa nel tempo, l’elaborazione dei dati è stata
effettuata sulla base di un modello fattoriale con la pacciamatura e l’epoca di rilievo come fattori
sperimentali.
4. Risultati
L’accrescimento del diametro del fusto, rilevato settimanalmente a partire dal 9 marzo 2015, è
riportato in Figura 1.
Figura 1. Evoluzione nel tempo del diametro del cavolo rapa in relazione al tipo di pacciamatura.
Il valore del diametro delle torse di cavolo rapa è aumentato in funzione del tempo senza che si
evidenziassero delle differenze di accrescimento in funzione della pacciamatura. Infatti, il tasso
38
medio di crescita del diametro nel periodo considerato, è stato mediamente di 2,08 mm/giorno
su Mater-Bi® e 2,04 mm/giorno su LDPE.
La ripartizione in classi di calibro, del prodotto raccolto nelle parcelle, riferita ad ettaro è riportata nella tabella 1.
Tabella 1- Ripartizione del numero di cavoli rapa prodotti per classi di calibro.
Pacciamatura
classi di calibro
8-10 cm
LDPE
Mater-bi
®
10-12 cm
scarto (<8 cm)
(n/ha)
(n/ha)
(n/ha)
76296
14074
12593
77037
12593
14815
n.s.
n.s.
n.s.
Significatività
Legenda: n.s.= differenze non significative tra le medie
Il numero di cavoli rapa per ettaro, suddiviso in classi di calibro, non evidenzia differenze statisticamente significative tra le due tesi in esame. A titolo descrittivo, però, possiamo notare che su
Mater-Bi® è maggiore il numero di cavoli rapa appartenenti alla classe di calibro 8-10 cm, mentre
su LDPE si ottiene il maggior numero di torse appartenenti alla classe 10-12 cm e il minor numero di torse di scarto. I dati sulla biomassa fresca, comprensiva di peso del fusto ingrossato e
fogliame, riferiti ad ettaro, sono riportati nella Tabella 2.
Tabella 2 - Biomassa fresca (t/ha) prodotta dalla coltura.
Pacciamatura
Fusto ingrossato
fogliame
Totale
(t/ha)
(t/ha)
(t/ha)
LDPE
36,6
17,9
54,4
Mater-bi
34,5
18,5
53,0
n.s.
n.s.
n.s.
®
Legenda: n.s.= differenze non significative tra le medie
Le medie dei valori ottenuti non sono statisticamente significative; in particolare, sul telo LDPE
il peso dei cavoli rapa per ettaro, è stato superiore rispetto al Mater-Bi®, mentre il peso del fogliame è risultato inferiore.
5. Discussione e conclusioni
L’elaborazione dei dati rilevati non ha mostrato differenze significative imputabili ad effetti esercitati dai due tipi di pacciamatura sulle piante. I film in Mater-Bi® hanno retto bene al calpestio
durante le fasi di raccolta. La brevità del ciclo colturale (meno di 90 giorni) può, tuttavia, aumentare l’incidenza del maggior costo della pacciamatura biodegradabile rispetto a quella in LDPE
tenuto anche conto che il risparmio sui costi per la rimozione dei teli in plastica non è elevato
trattandosi di un’operazione più veloce di quanto accade, ad esempio, per la fragola. Questa considerazione, suggerisce di valutare l’efficacia dei film biodegradabili impiegati in cicli colturali
brevi autunno-vernini, alla luce della possibilità di riutilizzarli per almeno due cicli consecutivi.
39
Ortive a ciclo primaverile-estivo. Rese produttive e qualità dei
frutti di melone retato (Cucumis melo L.) allevato sotto tunnel in
prove del 2014 e 2015
1. Premessa
In questo capitolo sono presentati i risultati di tre prove condotte nel 2014 e nel 2015 presso
aziende di agricoltori soci della Cooperativa Sole. L’azienda del sig. Carmine Micillo sita nel
Comune di Giugliano in Campania (NA) ha ospitato la prova del 2014 (di seguito Test 1); nel
2015 le prove sono state eseguite in due aziende, rispettivamente, l’azienda del sig. Raffaele
Ferrara sita nel comune di Villa Literno (CE) (di seguito Test 2), e l’azienda del sig. Francesco
Pellegrino nel Comune di Giugliano in Campania (NA) (di seguito Test 3). Tutte le prove sono
state impostate con l’obiettivo di valutare, a parità di tutti gli altri input agrotecnici applicati
alla coltura secondo la prassi aziendale, la produzione quanti-qualitativa del melone allevato,
tradizionalmente, su pacciamatura in Polietilene ad alta densità (LDPE) a confronto con quello
coltivato su film biodegradabile in Mater-Bi (MB). Negli ultimi 10 anni, numerose ricerche
condotte in Italia e all’estero hanno affrontato la problematica aperta dall’esigenza di ridurre i
materiali plastici di scarto derivanti dalle attività agricole. In particolare, i teli per pacciamatura hanno ricevuto maggiori attenzioni grazie alla disponibilità di manufatti innovativi quali il
Mater-Bi completamente biodegradabile e compostabile. Le valutazioni condotte nel caso del
melone hanno messo in evidenza, in prove condotte in pien’aria, che l’introduzione di teli in
MB esplica una buona azione pacciamante, non riduce le produzioni di melone e migliora alcuni
parametri qualitativi quali il grado Brix (legato alla concentrazione di zuccheri nella polpa) e la
vitamina C (Cozzolino et al., 2010a, 2010b; Morra et al., 2013). Sostanziali conferme di quanto
trovato in Italia, sono venute dai risultati dell’Agrobiofilm Consortium, una rete tra enti di ricerca, produttori agricoli e di film plastici di Spagna, Portogallo, Francia e Danimarca finanziata da
fondi europei (v. Capitolo di Guerrini in questo volume). Tra i risultati conclusivi di un’attività
condotta tra il 2010 e il 2013, è stato affermato che il film in MB più adatto al melone deve essere
di colore nero, con spessore di 15 µm. A queste condizioni, nessuna differenza di produzione e
qualità rispetto al PE è stata evidenziata (Agrobiofilm Consortium, 2013).
2. Materiali e metodi
2.1 Prove di collaudo in campo
In tutte le prove, è stato saggiato un solo fattore sperimentale, la pacciamatura del terreno in due
varianti:
a) film plastico non biodegradabile in LDPE tecnica consolidata presso i soci della Cooperativa,
un telo in LDPE di colore trasparente e spessore 50 µm, è stato steso su tutta la superficie del
tunnel e sovrapposto al telo in LDPE di colore nero adoperato nella precedente coltivazione di
cavolo rapa. Nei Test 2 e 3, invece, è stata adottata la pacciamatura con film in LDPE di colore
nero e spessore 30 µm, steso su strisce larghe 1.6 m;
b) telo in film biodegradabile a base di Mater-bi® della Novamont, grado EF04P, di colore nero,
spessore 15 µm, disposto, in tutti i tre Test, in strisce da 1.6 m di larghezza alternate a terreno
nudo.
40
Le principali caratteristiche fisico-chimiche dei suoli delle aziende coinvolte nei Test 2 e 3 sono
riportate nella Tabella 1 di seguito:
Parametro
Sabbia
Limo
Argilla
Unità di misura
%
%
%
Tessitura
pH
Conducibilità elettr.
Calcare attivo
Sostanza organica
N totale
C/N
Fosforo assimilabile
Potassio scambiab.
Magnesio scambiab.
Calcio scambiab.
Sodio scambiabile
µS/cm a 20 °C
% CaCO3
%
g/kg
mg/kg
mg/kg
mg/kg
mg/kg
Mg/kg
Az. Ferrara (Test 2)
38
29
33
Franco-argillosa
(sec. USDA)
7,7
246
1,1
1,9
0,97
11,3
67,6
2393
255
2760
257
Az. Pellegrino (Test 3)
71
17
12
Franco-sabbioso
(sec. USDA)
7,3
109
0,7
1,6
1,08
8,6
96,6
2135
119
2320
322
Le analisi evidenziano, per entrambi i suoli, una scarsa dotazione in sostanza organica e azoto
totale, una dotazione normale di calcio, una ricca dotazione di fosforo e potassio.
Al fine di rendere semplice la gestione delle prove nelle aziende agricole, è stato deciso di non
procedere a una distribuzione dei trattamenti in blocchi randomizzati. Trattandosi di strutture
serricole a corpi multipli, un ugual numero di strutture adiacenti è stato pacciamato in successione prima con un telo e poi con l’altro. Il disegno sperimentale è approssimabile a quelli del
tipo a randomizzazione completa. Nella Tabella 2 è riportato il quadro relativo ai tre Test con
le informazioni su: dimensioni e numero dei tunnel/replica dedicati a ciascun trattamento; area
parcellare di raccolta; varietà trapiantate. Inoltre, vengono riportate le date di trapianto, i sesti di
impianto e gli investimenti unitari.
Tabella 2.
Test 1
Dimensioni
tunnel
(m)
40 x 5
N° tunnel /
replica per
tesi *
3+2
Area di
raccolta
(m2)
200
Test 2
29,3 x 5,2
5+4
Test 3
42 x 5
4
Varietà di
melone
Data Trapianto
Sesto impianto (m)
Investimento
(piante/ha)
Soliman
11/04/14
2,5 x 0,8
5000
34.2
Pregiato
25/03/15
2,1 x 0,85
5600
105
Soliman
28/04/15
2,5 x 0,85
5000
* Il primo numero dei due indicati, si riferisce alle repliche oggetto delle raccolte; il secondo si
riferisce a tunnel di bordo impiegati per il campionamento di piante in fasi successive del ciclo
colturale
È da notare che il confronto tra le due pacciamature è stato condotto su aree dimostrative di rilevante estensione, in genere intorno ai 1000 m2 per tesi. I tunnel in dotazione alle diverse aziende
erano tutti di piccola cubatura con un’altezza massima al colmo di 2.5 m. In ogni tunnel erano
disposte due file di meloni.
L’agrotecnica aziendale applicata per le operazioni di fertilizzazione, irrigazione, cimatura, difesa antiparassitaria contro insetti e crittogame, non è stata modificata rispetto alla prassi standard
41
aziendale e viene descritta in questo volume nel capitolo curato da Gorgitano e Ferrante.
Nel Test 1, nel periodo che va dal 14 maggio all’11 giugno 2014, sono stati effettuati rilievi inerenti la valutazione della biomassa epigea mediante la misura del peso fresco e del peso secco,
dopo essiccazione a 70°C. A tal fine si è provveduto a prelevare con cadenza settimanale, due
piante per ogni tesi, distinguendo la parte vegetativa dalla parte produttiva (frutti). La raccolta
dei meloni è iniziata il 3 luglio ed è terminata il 10 luglio, per un totale di quattro passaggi. La
produzione di meloni è stata valutata raccogliendo tutto il prodotto di ogni tunnel/replica. Sono
stati contati il numero dei frutti commerciabili, misurato il peso complessivo, il peso medio del
frutto e lo scarto. La qualità organolettica e nutrizionale dei frutti è stata studiata su un campione
complessivo di 18 frutti, selezionati nella seconda e terza raccolta da ciascuna delle due aree
pacciamate.
Nel Test 2, i rilievi sullo sviluppo vegetativo sono stati effettuati nei tunnel non interessati dalle
misure di produzione. Sono stati eseguiti 3 rilievi, distanziati di 15 giorni, che consistevano
nell’estirpazione di 1 pianta per ogni tunnel, sempre, in posizioni predeterminate per un totale
di 4 piante prelevate per ogni epoca e pacciamatura. I rilievi hanno riguardato il peso fresco e
secco dei frutti e della parte vegetativa. Le raccolte hanno avuto inizio l’8 giugno per concludersi il 24/6/2015 dopo cinque passaggi. I rilievi produttivi hanno riguardato 5 tunnel/replica
per ogni pacciamatura e sono stati condotti su 2 file adiacenti, ricomprese in un’area parcellare
di 34,2 m2. I rilievi effettuati hanno riguardato: il numero dei frutti commerciabili, il loro peso e
il peso dei frutti di scarto (deformi, marci, peso < 700 g). La qualità organolettica e nutrizionale
dei frutti è stata valutata su un campione totale di 15 frutti (3 per ogni replica) selezionati nella
terza raccolta.
Nel Test 3, sono state campionate a 30, 48 e 56 giorni dal trapianto, in posizioni predeterminate,
quattro piante, una per ciascuno dei tunnel/replica; su di esse sono stati determinati il peso della
biomassa fresca e secca separata in rami più foglie (parte vegetativa) e frutti. Le raccolte sono
avvenute dal 6 al 20 luglio 2015 e hanno interessato un’intera fila delle due presenti in ciascun
tunnel (Tab. 2). Anche in questo caso, la qualità organolettica e nutrizionale dei frutti è stata
valutata su un campione totale di 15 frutti prelevati nella raccolta del 14 luglio.
Inoltre durante i cicli colturali condotti nei Test 2 e 3, a partire dal 24 aprile e dal 23 maggio
2015, rispettivamente, sono state effettuate misure delle temperature nel terreno coperto con i
film in Mater-Bi e LDPE. A tal fine, sono state messe in opera delle stazioni meteo, alimentate da
pannelli fotovoltaici, per la raccolta dei dati in automatico e loro trasmissione via GPRS su server online. Sono state messe in posto due sonde per tipologia di teli pacciamanti alla profondità
di 10-15 cm, più una sonda per il monitoraggio di temperatura e umidità sotto tunnel.
2.2 Analisi di laboratorio per la qualità dei frutti
I frutti di melone retato sono stati sottoposti alla valutazioni degli aspetti qualitativi attraverso
la determinazione dei parametri chimico-fisici (durezza, residuo secco rifrattometrico, acidità
titolabile, pH, colore della polpa) e dei composti bioattivi ad attività antiossidante (contenuto totale in polifenoli, flavonoidi, carotenoidi ed attività antiossidante totale). Le metodiche applicate
sono descritte in questo volume, nel capitolo sui risultati delle prove condotte su fragola, a seguire si riportano soltanto le modifiche apportate ad alcune analisi per questa tipologia di frutto.
Determinazione dei parametri chimico-fisici
Il succo utilizzato per la determinazione dei parametri chimici (RSR, ac. titolabile, pH) è stato
ottenuto dall’omogeneizzazione della polpa di 3 frutti per ciascuna delle cinque repliche di campo considerate per un totale di 15 determinazioni.
42
Il residuo secco rifrattometrico è stato determinato mediante un rifrattometro digitale (Sinergica
Soluzioni, DBR35, Pescara) I risultati sono stati espressi in °Brix.
La misura dell’acidità titolabile è stata effettuata in accordo al metodo di Wills and Greenfield,
(1983), utilizzando come indicatore la fenolftaleina. I risultati espressi come g di acido citrico/L
di succo. Il pH del succo è stato determinato con metodo potenziometrico mediante pHmetro
digitale, (Jenway, modello 3540-Staffordshire, UK).
La durezza è stata determinata su 3 frutti per ognuna delle 5 repliche, mediante un penetrometro
digitale con puntale da 8 mm (TR, snc, Forlì- Italia). I risultati sono stati espressi in Newton.
Il colore è stato valutato su porzioni di polpa provenienti da 15 frutti mediante un colorimetro
Minolta (CR5, Minolta Camera Co., Japan). Lo spazio di colore usato come riferimento è stato
il CIELAB, in cui L* sta per Luminosità, a* (indice di verde-rosso) e b* (indice di giallo-blu)
rappresentano gli indici di cromaticità. Mediante i due indici di cromaticità è stato possibile
calcolare i parametri C* (Chroma) ed h° (Angolo di Hue) come precedentemente riportato da
McGuire (1992).
Composti bioattivi ad attività antiossidante
L’estrazione dei composti bioattivi dai frutti di melone retato, è stata effettuata apportando alcune modifiche al metodo di Tomás-Barberán e Espín (2001). L’estrazione ed i saggi di determinazione dei composti bioattivi ad attività antiossidante sono stati effettuati in 15 determinazioni
per ciascuna pacciamatura in tutte le prove considerate.
La determinazione del contenuto in polifenoli totali è stata effettuata secondo il metodo colorimetrico di Folin-Ciocalteu (Singleton & Rossi, 1965) utilizzando nel saggio 100 µL di estratto.
I risultati sono stati espressi come mg GAE/100 gr p.f. (mg di acido gallico equivalenti/100 g di
peso fresco).
Il saggio dei flavonoidi è stato condotto in accordo al metodo di Zhishen et al. (1999) e i valori
sono stati espressi come mg CAE/100 g p.f. (mg di catechina equivalenti/100 g di peso fresco).
Il contenuto totale in carotenoidi è stato determinato seguendo il metodo e le equazioni di Wellburn (1994). La polpa del frutto (1g) è stata omogenizzata con 10 ml di metanolo puro ed il
campione è stato incubato al buio ed in agitazione per 12 ore. Successivamente, l’omogenato è
stato centrifugato a 12000 rpm per 10min a 4°C ed il surnatante ottenuto è stato poi filtrato. La
presenza dei carotenoidi è stata valutata e quantificata spettrofotometricamente misurando i valori di assorbanza di un’aliquota di estratto (1 ml) alle lunghezze d’onda di 470, 653, 666 nm.
L’attività antiossidante totale dei meloni è stata misurata mediante il saggio dell’ 1,1-diphenyl2-picryl-hydrazil (DPPH) seguendo il metodo di Brand-Williams et al. (1995) utilizzando 10 μL
di estratto metanolico. I risultati sono stati espressi come µmoli TE/g p.f. (µmoli di Trolox/ g
peso fresco).
2.3 Elaborazione statistica dei dati
L’analisi statistica dei dati produttivi e qualitativi è stata condotta attraverso una preliminare verifica della conformità ai presupposti richiesti per l’analisi della varianza (omoschedasticità delle
varianza dei gruppi, distribuzione normale dei dati e loro indipendenza). L’analisi della varianza
a una via (= un fattore di variazione) è stata effettuata per i dati produttivi di campo; le misure
sull’accrescimento delle piante sono state analizzate con ANOVA a due vie (pacciamatura, epoca
campionamento); infine i dati sulla qualità sono stati analizzati rispetto alle pacciamature ma
tenendo conto di un numero di repliche pari al numero di replicati biologici analizzati. In caso
di effetti principali significativi al test di Fisher dell’ANOVA ne viene riportato il livello di si-
43
gnificatività, in caso di interazioni significative, le medie sono state separate con il test di Tukey
per P < 0.05.
3. Risultati
Prima di iniziare la disamina dei risultati raccolti nei tre Test condotti, è da segnalare la comparsa
in tutte le prove di un fenomeno di degrado accelerato dei film in Mater-Bi finora mai osservato
nelle prove condotte in pieno campo negli anni precedenti. In particolare, l’area del film su cui
appoggiavano i frutti di melone in accrescimento, ha presentato una degradazione spinta che nel
Test 1 del 2014 è stata manifesta quando il frutto aveva raggiunto la sua maturazione, mentre
nei due Test del 2015 era già evidenziabile sotto i frutti in accrescimento del peso di 400-500
g. Questo fenomeno ha raggiunto una frequenza quasi del 100 %, suscitando i timori degli agricoltori per eventuali perdite di produzione dovute a marciumi. Ciò non si è verificato grazie ad
una serie di accortezze messe in campo dai conduttori agricoli (piccoli teli di PE sotto i frutti,
spostamento periodico degli stessi in punti non degradati). Accortezze che evidentemente hanno
rappresentato degli aumenti nei costi di lavoro improponibili. Quanto segue, dunque, rappresenta il comportamento delle colture al netto del fenomeno descritto per il quale si ipotizza che
le particolari condizioni microclimatiche sotto serra potrebbero avere favorito la degradazione
delle zone del film più soggette a un forte contatto con il terreno. Probabilmente, l’impiego di
film di maggiore spessore (20 micron) potrebbe essere utile a rallentare il fenomeno che di per sé
appare in grado di pregiudicare la sostituibilità dei film in PE con quelli in Mater-Bi.
3.1 Aspetti agronomici, produzioni e qualità dei frutti nel Test 1
La pacciamatura in Mater-bi® non ha mostrato segni evidenti di lacerazioni anticipate o sviluppo
di malerbe pregiudizievole alla coltura prima che questa coprisse naturalmente la superficie a
disposizione nel tunnel. La biomassa fresca e secca cumulata nel tempo, riportata in Fig. 1, evidenzia che l’incremento in peso della parte vegetativa epigea (fusti e foglie) è stato maggiore per
le piante su LDPE, probabilmente, perché favorite dalla doppia copertura in plastica del terreno
e dal conseguente maggiore innalzamento della sua temperatura. Tuttavia, l’accrescimento di
biomassa, fresca e secca, concentrata nei frutti ha mostrato un andamento analogo tra le piante
allevate sulle due tesi. Questo dato sembra indicare un maggiore equilibrio tra fase vegetativa
e riproduttiva delle piante su Mater-bi® mentre su LDPE sembra prevalere la spinta vegetativa
anche nell’ultimo rilievo effettuato. Il lieve anticipo di sviluppo su LDPE è coerente con quanto
osservato all’esordio delle raccolte del 3 luglio. Infatti, la produzione commerciabile al primo
stacco è stata significativamente superiore su LDPE (Fig. 2). Tuttavia, nelle raccolte successive,
realizzate nell’arco di una settimana, è osservabile la progressiva inversione con un significativo
incremento della produzione complessiva da piante allevate su Mater-bi®. La produzione commerciabile totale, alla fine del ciclo produttivo è risultata non essere significativamente diversa
tra le due modalità di pacciamatura; fa eccezione l’entità dello scarto che è stata sensibilmente
maggiore su LDPE (Tab. 3).
44
Figura 1. Effetto del tipo di pacciamatura sugli incrementi in peso fresco (a) e secco (b) della parte vegetativa e dei
frutti, espressi per pianta di melone fino a 20 giorni dall’inizio delle raccolte nel 2014
branche + foglie
frutti
45
Figura 2: Produzione ripartita per raccolta di melone nel ciclo
colturale effettuato nel 2014
Produzione commerciabile
(THA1 )
9
8
7
a
a
6
b
5
4
3
bc
bc
c
c
2
c
1
0
03-lug
05-lug
07-lug
10-lug
Legenda: interazione P <0 ,000 1 ; per ciascuna coppia di m edie in ogni epoca di raccolta,
Legenda:
interazione P<0,0001; per ciascuna coppia di medie in ogni epoca di raccolta,
le lettere diverse indicano differenza significativa al test di Tukey perP<0 ,0 5
le lettere diverse indicano differenza significativa al test di Turkey perP<0,05
Tabella 3. Produzione commerciabile, scarto e peso medio del melone cv Soliman in relazione al tipo di pacciamatura
del terreno
Pacciamatura
Produzione comm.
le
Peso medio frutto
Scarto
(t ha-1)
(g)
(t ha-1)
LDPE
16,6 n.s.
1443 n.s.
1,14 ***
Mater-Bi
20,3
1447
0,25
Legenda: n.s. differenza non significative; *** differenza
significativa per P< 0,001
Numerosi parametri relativi alla qualità dei frutti sono risultati significativamente migliorati dalla coltivazione sui teli biodegradabili. La componente più direttamente apprezzabile, in quanto
investe il gusto del frutto, è legata alla maggiore concentrazione di solidi solubili totali nel frutto
(°Brix), ma di rilievo è anche l’incremento di componenti nutrizionali ad azione provitaminica e
antiossidante (Tab. 4). Invariati sono risultati i parametri legati alla durezza e al colore della polpa (Tab. 5). Numerose prove condotte in Campania negli ultimi sette anni hanno evidenziato il
miglioramento di alcune componenti qualitative, in modo particolare il °Brix di frutti di melone,
fragola e pomodoro. Questo aspetto, evidentemente legato a cambiamenti di tipo eco-fisiologico
indotti dai teli in Mater-bi, richiede che ulteriori studi vengano appositamente dedicati all’individuazione delle cause delle risposte osservate nelle piante.
46
Tabella 4: Influenza del tipo di pacciamatura del terreno sulle caratteristiche organolettiche e nutrizionali di frutti di
melone retato (cv Soliman)
Pacciamatura
M ater-Bi
L DPE
°Brix
pH
Acidità
Polifenoli totali
Flavonoidi totali
Carotenoidi tot.
DPPH
(g Ac. Citr. l-1 succo) (mg GAE 100 g-1 p.f.) (mg catechina 100 g -1 p.f.) (mg 100g -1 p.f.) (mmoli trolox g-1 p.f.)
13,1 *** 6,4 n.s.
10,6
6,2
1,90 n.s.
1,87
26,3 n.s.
23,4
0,31 ***
0,10
712,9 ***
581,6
2,02 **
1,85
Legenda: *, **, *** indicano una differenza significativa al test di Fisher dell'ANOVA per P<0,05 ; P<0,01 ; P<0,001 rispettivamente; n.s.: differenza non significativa;
p.f.: peso fresco della polpa
Tabella 5: Influenza del tipo di pacciamatura del terreno sulla
durezza e sul colore della polpa di melone retato (cv Soliman)
Durezza polpa
Luminosità polpa
Indice di colore
rosso
Indice di colore
giallo
(Newton)
(Cie-L)
(a*)
(b*)
67,4 n.s.
25,4 *
42,7 n.s.
66
22,4
41,2
Mater-Bi
LDPE
23,8 n.s.
23,3
3.2 Aspetti agronomici, produzione e qualità dei frutti nel Test 2
In questa prova svolta nella primavera-estate 2015, è stato monitorato l’andamento delle temperature nell’ambiente tunnel (Fig. 3) e nel terreno sotto i teli pacciamanti. Purtroppo, il discontinuo funzionamento delle sonde poste nel terreno, a partire dal 24 aprile, non ha permesso di
raccogliere dati in tutto il periodo di monitoraggio. Pertanto, a titolo indicativo è stato riportato
l’andamento delle temperature minime, massime e medie, nonché le loro differenze sotto i due
teli, solo per il periodo di maggio, coincidente con il campionamento delle piante per la stima
del loro accrescimento (Figg. 4 e 5). Entrambe le pacciamature hanno determinato andamenti
termici nel suolo piuttosto stabili rispetto a quelli osservati nell’ambiente tunnel. Tuttavia, nella
tesi con teli in LDPE si sono registrate temperature medie intorno ai 25°C a differenza di quelle
oscillanti tra 22 e 25 °C registrate sotto Mater-Bi (Fig. 4). Nella Fig. 5 è rappresentato l’andamento delle differenze di temperatura misurate tra LDPE e Mater-Bi; gli incrementi medi sotto
LDPE hanno oscillato tra 1 e 4 °C e ben evidenziano il maggiore riscaldamento del terreno sotto
i teli plastici. Questo dato è coerente con il più rapido accrescimento osservato per le piante su
LDPE in termini di peso fresco e secco sia negli organi vegetativi (fusti e foglie) che nei frutti,
rilevato tra l’8 e il 21 maggio (Fig. 6).
47
Figura 3. Andamento giornaliero delle temperature minime, medie e massime sotto
tunnel in Azienda Ferrara (Test 2) rilevate tra il 25 aprile e il 31 maggio 2015.
40
35
Temperatura (˚C)
30
25
20
15
10
5
15
5/
15
Figura 4. Andamento delle temperature minime, medie e massime nel terreno
a 10-15 cm di profondità sotto i teli in PE o in Mater-Bi nel periodo tra il 5 e il 19 maggio 2015.
48
/0
31
15
5/
5/
/0
29
15
5/
/0
27
15
/0
25
15
5/
/0
23
15
5/
5/
/0
21
15
5/
/0
19
15
/0
17
15
5/
5/
/0
15
15
/0
13
5/
/0
15
T med
11
15
5/
5/
/0
09
15
5/
/0
07
/0
15
T max
05
15
5/
/0
03
15
5/
/0
01
15
4/
4/
4/
/0
29
27
/0
25
/0
15
T min
Figura 5. Andamento giornaliero delle differenze di temperatura minime,
medie e massime registrate sotto PE rispetto al Mater-Bi nel periodo 5 – 19 maggio 2015.
Figura 6. Incremento medio per pianta del peso fresco e secco
della parte vegetativa e dei frutti di melone Pregiato in azienda Ferrara.
La produzione ripartita per raccolte ha evidenziato un andamento con qualche analogia a quanto
osservato nel Test 1 (v. fig. 2). Nelle prime raccolte, le maggiori quantità sono realizzate su PE,
indice di una precocità leggermente più accentuata in coerenza con il più rapido accrescimento
vegetativo (fig. 7). La raccolta finale, invece, è stata più abbondante nelle aree pacciamate con
49
Mater-Bi. Tuttavia, la produzione commerciabile per pianta e per ettaro è stata simile tra le due
tesi raggiungendo livelli bassi per un ciclo colturale sotto serra. L’ammontare dei frutti di scarto
è stato più alto su Mater-Bi a causa principalmente di ridotte pezzature. In questa prova, è da
precisare che i livelli produttivi bassi sono da attribuire all’infestazione sulle radici da nematodi
galligeni (Meloidogyne spp.) che si è palesata tardivamente nel mese di giugno, quando le piante
erano in piena fruttificazione. Ingiallimenti fogliari diffusi seguiti poi da disseccamenti delle
piante sono stati i sintomi prevalenti, essi erano tali da compromettere le capacità produttive
della coltura, che fino a maggio aveva mostrato un buono stato vegeto-riproduttivo.
Figura 7. Produzione cumulata di melone cv Pregiato con il
procedere delle raccolte di campo
Tabella 6. Aspetti della produzione totale di melone alla fine del ciclo colturale in
relazione al tipo di pacciamatura
Produzione
per pianta
Peso medio frutto
Produzione commerciabile
Scarto
Pacciamatura
(kg)
(g)
(t/ha)
(t/ha)
Mater-Bi
4,8
1170
26,8
3,9
Polietilene
4,2
1190
23,8
1,7
n.s.
n.s.
n.s.
**
Significatività
Legenda: Se la significatività è segnalata con le lettere “ns” non vi sono differenze significative tra le tesi;
** indicano una differenza significativa per un livello di P< 0,01
La pacciamatura in Mater-bi® rispetto al film in PE ha influenzato alcuni dei parametri chimicofisici e qualitativi nei frutti di melone (Tabb. 7 e 8). Essa ha determinato un aumento del contenuto di solidi solubili e dell’acidità titolabile e una diminuzione del pH. Inoltre, ha indotto una
diminuzione significativa (P ≤ 0.05) dei tre parametri di cromaticità indice di una minore luminosità della polpa associata ad una colorazione dell’arancio più intensa. Al contrario, parametri
quali la durezza della polpa e la percentuale di sostanza secca non hanno mostrato differenze
statisticamente significative tra le due tipologie di pacciamatura testate.
La pacciamatura in Mater-bi® ha incrementato in maniera statisticamente significativa (P ≤ 0.05)
il contenuto di composti bioattivi in particolare di polifenoli totali e di conseguenza ha determinato anche un aumento della capacità antiossidante dei frutti (Tab. 9).
50
Tabella 7. Influenza del tipo di pacciamatura del terreno sui parametri fisico-chimici (durezza, pH, RSR, acidità titolabile, % di sostanza secca) nelle cultivar di melone ‘Pregiato’ e ‘Soliman’ coltivate nelle aziende Ferrara e Pellegrino,
rispettivamente.
Acidità
Durezza
RSR
titolabile
Residuo
Pacciamatura
pH
Cultivar
(Newton)
(°Brix)
(g/L acido
secco (%)
citrico)
Mater Bi
23.3±1.28
6.6±0.03
14.0±0.3
2.39±0.08
15.0±0.5
PREGIATO
LDPE
23.9±1.20
6.8±0.03
12.6±0.28
1.81±0.08
15.5±0.47
Significatività
n.s.
p=0.03
p=0.006
p=0.0003
n.s.
SOLIMAN
Mater Bi
26.0±0.92
6.7±0.04
13.3±0.20
1.91±0.13
13.1±0.25
LDPE
27.9±0.92
6.7±0.04
11.5±0.20
2.31±0.13
12.6±0.25
n.s.
n.s.
p<0.0001
p=0.05
n.s.
Significatività
Legenda: I valori medi sono seguiti da ± errore standard della media; n.s.: differenze non
significative; i livelli di probabilità ‘p’ indicano differenze altamente significative quanto più
piccolo è il valore di p
Tabella 8. Influenza del tipo di pacciamatura del terreno sui parametri fisico-chimici (altezza e diametro frutto, L*,
C*, H*) nelle cultivar di melone ‘Pregiato’ e ‘Soliman’ coltivate nelle aziende Ferrara e Pellegrino, rispettivamente.
Chroma
(C*)
141.4±2.0
Diametro
frutto
(mm)
Luminosità
(L*)
Mater Bi
Altezza
frutto
(mm)
120.0±1.5
52.8±0.94
34.6±1.18
61.6±0.54
LDPE
141.73±1.9
123.3±1.4
61.9±0.88
41.5±1.11
63.4±0.5
Pacciamatura
AZIENDA
FERRARA
Significatività
AZIENDA
PELLEGRINO
Angolo
di Hue
(H°)
n.s.
n.s.
p<0.0001
p=0.001
p=0.02
Mater Bi
133.5±1.3
137.5±2.2
54.3±1.1
38.1±0.92
61.2±0.39
LDPE
135.8±1.3
137.1±2.2
57.9±1.1
44.5±0.92
61.2±0.39
n.s.
n.s.
p=0.04
p=0.0004
n.s.
Significatività
Legenda: I valori medi sono seguiti da ± errore standard della media; n.s.: differenze non
significative; i livelli di probabilità ‘p’ indicano differenze altamente significative quanto più
piccolo è il valore di p
Tabella 9. Influenza del tipo di pacciamatura del terreno sull’attività antiossidante e sul contenuto totale di polifenoli,
flavonoidi e carotenoidi nelle nelle cultivar di melone ‘Pregiato’ e ‘Soliman’ coltivate nelle aziende Ferrara e Pellegrino, rispettivamente.
Polifenoli
Pacciamatura
Mater Bi
LDPE
Significatività
AZIENDA
FERRARA
AZIENDA
PELLEGRINO
(mg
GAE/100g
p f)
30.2±1.3
23.8±1.2
p=0.003
Flavonoidi
Carotenoidi
Attività antiossidante
(mg CAE/100g p f)
(µg
Carot./100g pf)
(µmoli TE/g pf)
0.63±0.03
0.54±0.03
p=0.05
513.3±25.3
494.6±23.6
n.s.
2.06±0.09
1.58±0.09
p=0.003
Mater Bi
33.1±1.8
0.66±0.03
546.9±21.1
2.44±0.15
LDPE
26.7±1.8
0.44±0.38
562.5±21.1
1.95±0.14
p=0.02
p=0.002
n.s.
p=0.04
Significatività
Legenda: I valori medi sono seguiti da ± errore standard della media; n.s.: differenze non
significative; i livelli di probabilità ‘p’ indicano differenze altamente significative quanto più
piccolo è il valore di p
51
3.3 Aspetti agronomici, produzione e qualità dei frutti nel Test 3
Le temperature sotto tunnel sono state misurate fino all’esordio delle raccolte (Fig. 9). Le medie
sono oscillate tra 20 e 25 °C con massime quasi sempre sopra i 30 °C e minime intorno ai 15°C.
Condizioni ottime per la coltura. Le temperature minime, medie e massime misurate nel terreno
sotto pacciamature mettono in evidenza, ad un’occhiata generale, l’esistenza di differenze tra i
due teli nel periodo che va dal 24 maggio al 7 giugno per poi sovrapporsi progressivamente (Fig.
10). Esse sono attestate in un range tra 25 e 30 °C. Nella figura 11, è possibile apprezzare l’entità
delle differenze intuite nella Fig. 10. Nel primo periodo di rilevazione, sotto PE sono registrate
T medie di 1,5-2 °C più alte che sotto MB. Successivamente le differenze medie tendono a 1°C
ma le differenze tra le minime sono ancora più ridotte, attorno a 0,5 °C. Questi andamenti termici mettono in evidenza come in un ciclo colturale primaverile-estivo le prestazioni termiche
dei film pacciamanti non riescono a influenzare lo sviluppo delle piante che, come mostrato in
Figura 12, è stato del tutto analogo sia per la parte vegetativa che per quella rappresentata dalle
fruttificazioni. Le produzioni di melone ottenute su MB o su PE sono state del tutto equivalenti
(Tab. 10). In questa prova sono stati raggiunti livelli produttivi per pianta e per ettaro decisamente più alti di quanto riportato nei Test 1 e 2. I teli biodegradabili, rispetto al film in PE, hanno
influenzato alcuni dei parametri chimico–fisici, determinando un aumento del contenuto di solidi
solubili e una diminuzione significativa (P ≤ 0.05) dei parametri di cromaticità con una minore
luminosità della polpa e una maggiore intensità del colore (Tabb. 7 e 8). Gli altri parametri non
hanno mostrato differenze statisticamente significative tra le due tipologie di pacciamatura testate. La pacciamatura su film biodegradabile ha indotto un aumento dei composti nutraceutici
ad azione antiossidante, in particolare determinando un aumento significativo dei polifenoli e
flavonoidi totali e di conseguenza dell’attività antiossidante (Tab. 9).
Figura 9: Temperature minime, medie e massime misurate in uno dei tunnel che ha
ospitato la prova presso l’azienda Pellegrino.
52
Figura 10. Confronto tra le temperature minime, medie e massime rilevate sotto
le pacciamature in Mater-Bi (MB) o in Polietilene (PE) dal 24 magio al 5 luglio.
Figura 11: Differenze tra le temperature minime, medie e massime misurate sotto le
pacciamature in Polietilene e Mater-Bi.
53
Figura 12. Incrementi della massa fresca vegetante ripartiti tra rami più foglie e
frutti. I dati sono espressi in riferimento a una pianta media.
Tabella 10. Produzione di melone Soliman nel ciclo condotto nell’azienda Pellegrino.
Frutti
Peso medio
frutto
Produzione comm.le per
pianta
Produzione commerciabile
Scarto
Pacciamatura
(n/ha)
(g)
(kg)
(t/ha)
(t/ha)
Mater-Bi
27.976
1272
7,4
35,6
0,7
LDPE
27.162
1227
7
33,4
0,6
n.s.
n.s.
n.s.
n.s.
n.s.
Significatività
Legenda: n.s.= differenze statisticamente non significative al Test di Fisher
dell’ANOVA
Discussione
La pacciamatura in Mater-bi, dal punto di vista agronomico, ha evidenziato delle peculiarità costantemente osservate in tutte le prove. Lo spessore del film biodegradabile (15 µ) impiegato, ha
garantito la copertura integrale della striscia di terreno pacciamata per tutto il ciclo ad eccezione
delle aree su cui insistevano i frutti in accrescimento, in cui si è verificato un rapido e accentuato
degrado del film, fino a lasciare i frutti a contatto con il terreno. Questo problema, fino ad oggi
mai osservato, se non risolto pone un serio limite alla sostituzione del PE con il Mater-bi.
Un’altra considerazione da fare, riguarda il riscaldamento del terreno sotto pacciamatura biodegradabile. I cicli colturali effettuati sono stati tutti piuttosto tardivi, con trapianti tra fine marzo e
fine aprile. Lo sviluppo delle piante sui teli in PE rispetto a quelli in Mater-Bi è apparso sempre
maggiore nei trapianti di fine marzo-inizio aprile, indice di un maggiore riscaldamento del terreno, come riscontrato nel Test 2. Nel Test 3 in cui il trapianto è avvenuto, piuttosto tardi, a fine
aprile, le differenze di accrescimento tra le piante diversamente pacciamate, pur evidenti nelle
prime fasi del ciclo, sono state rapidamente annullate nel corso del mese di giugno, in concordanza con la progressiva riduzione delle differenze tra le temperature misurate sotto PE e sotto
Mater-Bi (v. Fig. 9). In generale, dunque, i teli in Mater-Bi sono caratterizzati, rispetto al PE, da
54
minore impermeabilità alla perdita di calore emesso dal suolo come radiazione infrarossa lunga.
Inoltre, essendo permeabili all’acqua di irrigazione, alla pioggia, nonché al vapore acqueo proveniente dal suolo, ne favoriscono il conseguente raffreddamento. Queste caratteristiche, in caso
di cicli più precoci sotto tunnel con specie macroterme, possono determinare accrescimenti più
lenti e ritardo nell’entrata in produzione. Non è stato questo il caso dei cicli di melone tardivi seguiti in questo progetto. Infatti, considerata l’epoca di produzione non precoce (giugno-luglio),
le rese commerciabili e le pezzature dei frutti raccolti sulle due pacciamature a confronto, sono
sempre state del tutto equivalenti, né d’altra parte i primi stacchi di frutti, quantitativamente più
consistenti su PE, possono avere determinato sensibili vantaggi nella Produzione Lorda Vendibile complessiva.
La pacciamatura in Mater-Bi® influenza alcune delle caratteristiche organolettiche e nutraceutiche dei frutti, determinando un incremento del contenuto di solidi solubili, polifenoli, flavonoidi
e carotenoidi e dell’attività antiossidante. Il contenuto di solidi solubili è un parametro qualitativo importante in quanto positivamente correlato al grado di dolcezza della polpa e quindi all’accettabilità del prodotto da parte del consumatore. È noto dalla letteratura che la preferenza dei
consumatori per il melone è determinata principalmente da diversi parametri quali la dolcezza,
l’aroma, la consistenza della polpa e più recentemente il contenuto di fitonutrienti.
Studi recenti hanno dimostrato che i fitonutrienti svolgono un ruolo nutrizionale poiché questi
composti, durante la digestione, vengono assorbiti e esercitano numerosi ruoli regolatori del
metabolismo cellulare. Il melone contiene principalmente polifenoli, un gruppo di composti fitochimici che hanno capacità antiossidante, antimutagenica, antiproliferativa, antimicrobica e
esercitano effetti nel trattamento e la prevenzione di diverse patologie. Inoltre il frutto è ricco
di carotenoidi (α-carotene, β-carotene, p-cryptoxantina, luteina, zeaxantina) responsabili della
colorazione arancio della polpa che rappresentano una fonte naturale di antiossidanti. Diversi
studi hanno dimostrato che l’uso dei film pacciamanti migliora il contenuto di solidi solubili
e il contenuto totale di flavonoidi, polifenoli e antociani nei frutti di diverse specie frutticole,
quali la vite (Vitis vinifera L.) (Liu et al., 2008), la fragola (Fragaria × ananassa Duch.) (Wang
e Millner, 2009), il pesco [Prunus persica (L.) Batsch] (Layne et al., 2001) e il melo (Malus ×
domestica Borkh.) (Iglesias e Alegre, 2009).
Inoltre l’influenza della pacciamatura sulle caratteristiche organolettiche e nutraceutiche dei frutti è strettamente correlata alla tipologia di film pacciamante utilizzato (Kasirajan e Ngouajio,
2012).
Pochi studi sono stati condotti per valutare l’influenza della pacciamatura sui meccanismi metabolici e fisiologici in grado di migliorare la qualità dei frutti.
Pur non essendo ancora state individuate le ragioni eco-fisiologiche, il miglioramento dei parametri elencati, rilevato costantemente in condizioni diverse nel tempo, nello spazio e in varietà
diverse, rappresenta un elemento molto interessante nell’ottica di un’azione di promozione dei
prodotti per la loro qualità associabile a tecniche più eco-sostenibili.
55
Bibliografia di riferimento
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http://cordis.europa.eu/result/rcn/141371_en.html),
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Cozzolino E., Leone V., Carella A., Piro F., (2010a). Pacciamare il melone con telo biodegradabile: un’alternativa
possibile, L’Informatore Agrario, 40: 51-55
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comparabili al polietilene nella pacciamatura del melone, Colture Protette, 7/8: 76-80
Kasirajan S., Ngouajio M., 2012. Polyethylene and biodegradable mulches for agri-cultural applications: a review. Agron. Sustain. Dev. 32, 501–529.
Iglesias I., Alegre S., 2009. The effects of reflective film on fruit color, quality, canopy light distribution, and profitability of ‘Mondial GalÀ apples. HortTechnology 19,488–498.
Layne D.R., Jiang Z., Rushing J.W., 2001. Tree fruit reflective film improves red skin coloration and advances
maturity in peach. HortTechnology 11, 234–242.
Liu L., Xu X.F., Wang Y., Li T.Z., Han Z.H., 2008. Effect of different reflecting films on berry quality and sucrose
metabolism of grape in greenhouse. J. Fruit Sci. 25,178–181.
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56
Caratterizzazione dei processi produttivi
fragola, melone, cavolo rapa e lattuga
di Maria Teresa Gorgitano, Roberto Ferrante, Maria Pirilli
Lo studio di un processo produttivo consente di precisare la sequenza delle fasi produttive, la
natura e la successione delle singole operazioni, la natura e il livello di impiego dei fattori.
Per un dato prodotto, una volta definiti rese e qualità da ottenere, il suo processo produttivo si
caratterizza per un determinato profilo temporale, per precisi rapporti di impiego tra i fattori
(relazioni input-input) e per le relazioni fattore prodotto (relazioni input-output). In agricoltura
i processi produttivi sono caratterizzati da una sequenza tecnologica obbligata, che conferisce
loro una rigidità in fase di realizzazione. Ciò nonostante le caratteristiche operative dei fattori
produttivi disponibili in azienda, così come le scelte di gestione tecnica, organizzative, commerciali e strategiche compiute dall’imprenditore determinano la diversità osservabile per una stessa
produzione in aziende diverse.
Soluzioni innovative che determinano modifiche nelle tecniche già attuale in azienda richiedono
sempre un adattamento per verificarne la fattibilità nel particolare contesto operativo dell’azienda. In agricoltura questo risultato è ottenuto seguendo lo schema noto in letteratura come del
collaudo delle tecniche produttive. Secondo questo schema in una azienda, in genere già impegnata nella produzione di quella coltivazione, sono individuati due appezzamenti contigui
di identica estensione condotti secondo le alternative tecniche da valutare, impiegando il parco
macchine aziendale, rispettando la sequenza delle operazioni e le modalità ordinariamente praticate dall’imprenditore.
Le due modalità di produzione saranno associati a due processi produttivi che costituiranno le
alternative da confrontare. Una volta verificata la fattibilità, è possibile eseguire l’analisi economica finalizzata al giudizio di convenienza per indivuare quella da preferire.
Nel progetto le alternative tecniche poste a confronto sono costituite da due teli pacciamanti di
diverso materiale; il primo in polietilene a bassa densità (in seguito LD-PE) il secondo a base di
amido complessato con poliesteri resi biodegradabili, commercialmente identificato in un telo
ottenuto dalla famiglia di gradi brevettati dalla Novamant sotto il nome di Mater-bi (in seguito
MBi-base). I processi produttivi sono riferiti a ciascuna delle due modalità alternative, mentre le
colture sono quelle della fragola, melone, cavolo rapa e lattuga. Per le sole colture della fragola
e del melone, inoltre, sono state considerate due varietà: la Fortuna e la Sabrina per la fragola, il
Pregiato e il Soliman per il melone. Tutte le coltivazioni sono in coltura protetta.
Il piano di sperimentazione è stato definito dagli agronomi. Per quattro delle sei contivazioni
–fragola varietà Fortuna e varietà Sabrina, cavolo rapa e lattuga - una delle prove di collaudo
concide con quella tipicamente realizzata in azienda. Per le varietà Pregiato e Soliman del melone anche il processo produttivo in cui è previsto l’impiego del LD-PE differisce da quello di
norma seguito in azienda. Infatti, nella prova di collaudo il telo ha una larghezza inferiore (cm
150) e uno spessore minore (30 µm) rispetto a quello utilizzato di norma in azienda che è di 250
centrimetri di larghezza e 40 µm di spessore. Questa varietà tecnica di situazioni e la necessità di
considerare la gestione seguita dai materiali plastici nelle aziende hanno indotto ad affiancare ai
processi produttivi delle prove sperimentali quelli eseguiti di norna in azienda.
57
I processi produttivi sono il risultato di un’attività di rilevazione articolata nelle fasi di acquisizione dei dati, elaborazione del processo produttivo e sua validazione.
La rilevazione ha coinvolto gli imprenditori agricoli che hanno attuato il collaudo delle alternative tecniche e i consulenti della cooperativa. L’acquisizione dei dati è ottenuta combinato l’intervista diretta (imprenditori e consulenti) integrata da periodici rilievi in campo in particolare per
seguire le operazioni più importanti ai fini dell’indagine quali la stesura dei teli e il loro recupero
a fine ciclo produttivo.
Per gli appezzamenti interessati dal collaudo, le rese sono ottenute combinando le produzioni medie a pianta rilevate dall’Unità del CREA nel corso della sperimentazione agronomica e
la densità di investimento che dipende unicamente dalla foratura del telo e dalla sistemazione
adottata sotto serra. Oltre alla determinazione delle rese ottenute sulle parcelle delle prove di
collaudo, è stata rilevata anche la quantità media ad ettaro prodotta da ciascuna azienda nella
stessa annata di coltivazione. Un dato questo fornito dall’ufficio commerciale della cooperativa e
riferito unicamente alla stessa varietà oggetto della sperimentazione. Le rese medie ad ettaro così
ottenute costituiscono un ulteriore dato - statisticamete più robusto - da prendere a riferimento
nella fase di valutazione delle alternative tecniche poste a confronto.
In particolare la rilevazione dell’agricoltore a mezzo di intervista ha permesso di precisare:
- la dimensione del tunnel e le caratteristiche tecniche dell’impianto irriguo (micro-aspersione
e a goccia)
- la posizione della coltivazione nella precessione colturale e le regole di gestione dei materiali
seguite in azienda
- la pratica di sistemazione interna al tunnel e le caratteristiche e il tipo di foratura del telo pacciamante
infine, per ogni operazione colturale sono state rilevate:
- le ore di lavoro uomo e, per le operazioni meccanizzate, le ore di impego della macchina (di
proprietà o in contoterzi)
- le caratteristiche tecniche e operative delle macchine
- la natura e quantità di impiego per ciascun mezzo tecnico (acqua, concimi, antiparassitari,
piantine, ...).
Le indicazioni fornite dai consulenti della cooperativa hanno permesso di articolare il programma di lotta alle avversità, il piano di irrigazione e di fertirrigazione seguito in ciascuna azienda.
Conclusa la fase di acquisizione è stata elaborata una prima riproposizione del processo produttivo sottoposto alla validazione da parte sia degli imprenditori che dei consulenti.
Al fine di consentire il confronto tra i processi produttivi essi sono riferiti ad una stessa superficie
di 10.000 m2 coperti e sono proposti secondo una stessa struttura articolata in lavori preliminari,
lavori preparatori al trapianto, operazioni speciali pre-trapianto, trapianto, cure colturali, raccolta
e trasporto, infine, operazioni speciali successive alla raccolta.
In particolare le operazioni speciali pre-trapianto consistono nella pacciamatura e nella sistemazione delle componenti mobili dell’irrigazione a goccia (ali o manichette). Solo per la fragola
queste operazioni sono eseguite da una macchina complessa che realizza contemporaneamente
la sistemazione a baule e la posa sia delle manichette che dei teli pacciamanti. Le operazioni
speciali post-raccolta sono, invece, l’insieme delle operazioni eseguite per liberare il campo sia
dalla pacciamatura che dall’impianto di irrigazione. Solo quando la stesura del telo pacciamante è eseguita a macchina (fragola), le operazioni speciali post-raccolta sono più impegnative e
58
articolate.
L’analisi della struttura di ciascun processo produttivo permette di cogliere la diversa complessità dell’itinerario tecnico proprio di ogni coltura, come è evidente confrontando ad esempio la
fragola e il cavolo rapa.
Sebbene così diversi per grado di complessità, il confronto tra i processi produttivi evidenzia
alcuni elementi comuni che sono il risultato della ricerca di miglioramenti che combinino buoni
risultati produttivi ed economici a effetti ambientali il più possibile contenuti:
- la gestione delle colture ricerca la semplificazione con una riduzione delle lavorazioni esaltando quanto già la pacciamatura rende possibile
- il ridotto impiego delle unità fertilizzanti e di principi attivi per ettaro
- la integrazione delle modalità di lotta ottenuta combinando i derivati chimici con l’impiego
degli insetti predatori e dei derivati biotecnologici
- il miglioramento dell’impollinazione e dell’allegagione attraveso l’impiego di insetti
- la gestione dei materiali plastici ispirata al riuso con l’obiettivo di allungare la loro vita utile
in azienda.
Di seguito è proposta la descrizione più dettagliata dei processi produttivi evidenziando le diversità che caratterizzano i processi produttivi.
Fragola
Caratterizzazione del processo produttivo
Le lavorazioni preliminari del terreno sono eseguite tipicamente in estate e prevedono una rippatura e due fresature a diversa profondità. Tra la rippatura e la prima fresatura e tra le due fresature
sono realizzate due irrigazioni finalizzate a favorire le lavorazioni.
Successivamente, se è ritenuta necessaria, è eseguita la geodisinfestazione eseguendo una solarizzazione o impiegando la cloropicrina. Qualunque sia la modalità tecnica seguita, l’operazione
è completata da una fresatura del terreno.
La sistemazione del terreno, della parte mobile dell’impianto irriguo (posa e allaccio delle manichette) e la stesura del telo sono realizzate in un’unica operazione ausiliata da una macchina
operatrice che realizza contemporaneamente le bauli, sistema le manichette dell’impianto irriguo
e stende il telo pacciamante. La macchina operatrice è collegata a una trattrice e prima di essere
utilizzata viene tarata in modo adeguato in relazione alle caratteristiche del telo pacciamante. Il
cantiere è composto da due persone: il trattorista e un operatore che controlla la buona esecuzione della operazioni di stesura dell’impianto irriguo e del telo pacciamante.
Una volta terminata la stesura si passa a livellare gli spazi di passaggio interni ed esterni ai tunnel; in questa fase si tagliano i tubi e i teli che ricadono nelle aree di passaggio esterne (gli stradoni di accesso ai tunnel) e si allacciano le ali gocciolanti all’impianto principale. Successivamente
le aree di passaggio esterne ai tunnel sono lavorate con l’ausilio di una fresatrice.
Il trapianto viene eseguito manualmente in modo scalare a partire dalla metà di settembre e si
conclude entro il mese di ottobre. Nella settimana successiva al trapianto viene eseguita la verifica dell’attecchimento e la sostituzione delle fallanze.
Prima e dopo il trapianto si praticano almeno due irrigazioni per aspersione necessarie a favorire
lo sviluppo radicale delle piantine.
Il controllo della temperatura interna alla serra avviene fin della fine dell’estate coprendo i tunnel
con il primo telo e successivamente, entro fine dicembre, vengono aggiunti anche il secondo
59
telo di copertura e il frangivento. I due teli sono rinnovati tipicamente ogni due anni, molto più
raramente ogni tre anni, grazie ad una accorta gestione dei materiali plastici che prevede il loro
recupero all’inizio dell’estate per essere protetti dall’irraggiamento solare.
A partire da dicembre fino a fine inverno quotidianamente viene eseguita manualmente l’operazione di apertura (al mattino) e chiusura (alla sera) dei frangivento. Durante il dì, quando le
temperature solitamente tendono ad aumentare, la serra è aperta al fine di favorire l’arieggiamento. Nelle ore notturne, viste le temperature basse tipiche del periodo invernale, la serra viene
chiusa.
La fragola richiede un impiego di acqua abbastanza elevato.
Nel periodo che va dal trapianto fino a dicembre, infatti, l’irrigazione viene effettuata tipicamente una volta ogni dieci giorni per una durata massimo di 10 minuti. Da dicembre e fino a
metà febbraio, la frequenza d’irrigazione aumenta (in media una volta a settimana), poi aumenta
ulteriormente nel periodo successivo fino a metà marzo così come la sua durata (massimo di 15
minuti); infine, da metà marzo fino alla fine del ciclo, le irrigazioni sono eseguite due volte a
settimana e per una durata di 15 minuti ad irrigazione.
La fertirrigazione viene effettuata limitatamente al periodo che va da febbraio a maggio. Prima e
dopo questo periodo si eseguono unicamente irrigazioni.
Le aziende seguono due differenti piani di fertirrigazione. Il primo è adottato tra il trapianto e
marzo ed è finalizzato a ottenere una buona vigoria della pianta, in questo caso la componente
minerale azotata prevale sulle altre. Il secondo, eseguito da fine marzo in poi, è orientato a favorire la fruttificazione e ad aumentare la shelf life del prodotto; tale risultato è perseguito riducendo
gli apporti di azoto a favore di quelli del potassio.
La lotta alle avversità riguarda tipicamente le nottue, l’oidio, gli afidi, il ragnetto rosso, i tripidi,
la muffa grigia e gli aleurodidi.
Il piano di lotta prevede l’integrazione tra i derivati chimici, quelli di origine biologica e l’impiego di insetti predatori. In particolare modo si lottano il ragnetto rosso ed il tripide con l’ausilio degli insetti entomofagi. Per il ragnetto vengono utilizzati i Fitoseidi, (circa 15 individui
per metro quadro), che a partire da dicembre vengono distribuiti con frequenza settimanale per
un totale di quattro distribuzioni. Contro il tripide invece dall’inizio di febbraio viene lanciato
l’Orius (circa 4 individui per metro quadro), distribuito ancora una volta a settimana per un totale
di quattro ripetizioni.
Gli impollinatori utilizzati sono i bombi e le api. I primi vengono inseriti a partire da dicembre
una volta ogni tre settimane, per un totale di tre inserimenti. Ogni ettaro vengono messe mediamente 4 arnie di bombi. Le api invece vengono inserite a marzo e si fa un solo inserimento
mettendo 4 nidi da 5 telai ogni 3.000 metri quadrati di serre.
In relazione all’epoca di trapianto e all’andamento stagionale, i frutti sono raccolti lungo un
periodo che può andare da fine inverno a fine primavera con una concentrazione tra aprile e maggio. La raccolta è eseguita a mano e, come è ben noto, è l’operazione più intensiva di lavoro di
tutto il processo produttivo, inoltre, richiede un livello di cura e attenzione adeguato in particolar
nella selezione del prodotto.
Le operazioni speciali in post-raccolta consistono nella eliminazione dei teli pacciamanti e nel
recupero dei materiali.
Per la fragola la modalità di esecuzione delle operazioni prevedono un iniziale doppio taglio
longitudinale del telo sulla zona centrale della baule e la asportazione della fascia di telo. Successivamente viene eseguita una irrigazione abbondante e, trascorso il tempo adeguato (circa 12
ore), avviene il completo recupero dei materiali; inizialmente sono recuperate le manichette per
60
l’irrigazione successivamente, una molta disancorato in testa e in coda, il telo pacciamante è sollevato e asportato. Un buon livello di umidità nel terreno e la cura con cui è liberato il telo sono
fondamentali affinché il telo sia asportato integro. Una fresatura per interrare i residui vegetali
completa il processo di produzione.
Confronto tra le due prove del collaudo delle tecniche
I due teli differiscono per lo spessore e il materiali (40 µm per i teli in LD-PE, 20 µm per quelli
in MBi-base), mentre per tutte le altre caratteristiche sono identici. Ne segue che la densità di
piantine media per ettaro è identica (78.430 piante ad ettaro). In queso caso le prove di collaudo
in LD-PE è del tutto simile a quella di norma seguita in azienda nella quale si ritrova una identica
densità di investimento.
Le principali differenze tra le due tecniche del collaudo riguardano la stesura dei teli e la loro
rimozione. In entrambi i casi la stesura è eseguita a macchina e per il telo MBi-base richiedere
una maggiore cura che determina uno scostamento nei tempi di lavoro necessari per eseguire
l’operazione. Più marcate le differenze nella fase di rimozione del telo. La pacciamatura eseguita
usando i teli in LD-PE richiede che la superficie sia completamente liberata e prevede la rimozione dalle ali gocciolanti e dei teli. Per i teli di MBi-base l’operazione richiede il recupero delle
sole ali gocciolanti, mentre il telo rimane sulla baule e sarà interrato insieme ai residui vegetali.
Le due operazioni saranno diverse per i tempi di lavoro uomo e per i costi associati.
Confronto tra le due aziende coinvolte nella sperimentazione
I due processi produttivi sono riferiti a distinte varietà di fragole (Fortuna e Sabrina) ciascuna
realizzata in una delle aziende.
La struttura produttiva delle aziende si caratterizza per un parco macchine costituito da una
trattrice da identica categoria (potenza media-alta) utilizzata per tutte le operazioni meccanizzate
(lavorazioni, distribuzione degli antiparassitari). Anche la dotazione degli attrezzi è del tutto
simile (ripper, fresa e atomizzatore). Diversi i generatori di potenza utilizzati per eseguire l’irrigazione; tale diversità condiziona la durata e i consumi energetici dell’operazione.
In entrambe le aziende è utilizzato un impianto di irrigazione a gocce dalle caratteristiche identiche per diametro delle manichette, frequenza degli ugelli e loro portata.
Solo nella azienda in cui è stata coltivata la varietà Sabrina è presente un secondo impianto di
micro-aspersione e la operazione di baulatura, posa delle manichette e pacciamatura è eseguita
con una macchina di proprietà.
Nella azienda in cui è stata coltivata la varietà Fortuna l’impianto di micro-aspersione manca
mentre è disponibile un impianto di irrigazione per aspersione utilizzato unicamente per favorire la esecuzione delle operazioni preliminari della coltivazione. Questa stessa azienda, inoltre,
ricorre ai servizi dei contotezisti per l’operazione di baulatura e paccimatura realizzati secondo
modalità del tutto simili tra le aziende.
Le operazioni di cura alla coltura eseguite per la varietà Fortuna sono più intensive di lavoro
per la esecuzione della operazione di sfioratura realizzata al fine di ottenere una concentrazione
della produzione e una maggiore regolarità nella pezzatura dei frutti. L’operazione è ripetuta due
volte; in una prima i fiori vengono rimossi tutti indistintamente, nella seconda si selezionano e si
eliminano solo i fiori ascellari.
61
Tabella 1 – Fragola varietà Fortune
FRAGOLA
Fortuna
Luglio - Giugno
Ottobre (1a metà)
COLTURA
Varietà
Durata del ciclo produttivo (mesi)
Ciclo di produzione
Epoca di trapianto
UNITA' DI OSSERVAZIONE
SPERIMENTAZIONE
Superficie della sperimentazione (SAU m2)
Materiale
Larghezza (cm)
Caratteristiche generali
Spessore (micromètri)
File per telo (numero)
Telo pacciamante
Sesto - Distanza tra le file (cm)
Densità investimento
Sesto - Distanza sulla fila (cm)
Teli per tunnel (numero)
Utilizzazione (mesi totali di impiego massimo)
Regole di gestione
Fine vita
ITINERARIO TECNICO
OPERAZIONI
PRODUTTIVE
SUB-OPERAZIONI
ELEMENTARI
1000
MBi-Base
160
20
2
35
20
4
11
10.000
LD-PE
160
50
2
35
20
4
11
Smaltimento
Interramento
in campo
Smaltimento
INPUT
Natura dell'input - unita' di misura
Noleggio
Acqua (m3)
Energia
Lavori
Disgregazione e Amminutamento suolo
Quantità dell'input / 10.000 m
Affinamento e Livellamento suolo
Lavoro
Macchine agricole (ore)
Energia
Altre Macchine (ore)
Carburante (Litri)
Uomo (ore)
Lavoro
Lavori preparatori
al trapianto
Energia
Macchine agricole (ore)
Carburante (Litri)
Lubrificante (Litri)
Sistemazione
Noleggio
724
Tubi microirrigazione (Kg)
Materiali
Stesura tubi microirrigazione
Telo pacciamante (Kg)
Stesura telo pacciamante
Uomo (ore)
660
Materiali
Piantine (n)
Lavoro
Uomo (ore)
Materiali
Controllo
clima serra
Lavoro
Acqua (m3)
Irrigazioni
Telo di intercapedine (Kg)
Uomo (ore)
Energia
Carburante (Litri)
Lavoro
Uomo (ore)
Altre Macchine (ore)
Acqua (m3)
Energia
Carburante (Litri)
Azoto (UF totali - Kg)
Posforo (UF totali - Kg)
Potassio(UF totali - Kg)
Fertirrigazioni
Altri elementi (UF totali - Kg)
C-organico (UF totali - Kg)
Lavoro
Acqua (m3)
Energia
Cure colturali
Uomo (ore)
Altre Macchine (ore)
Carburante (Litri)
Lubrificanti (Litri)
Meptyldinocarp (Kg totali di p.a.)
Quinoxifen (Kg totali di p.a.)
Zolfo puro (Kg totali di p.a.)
Materiali
chimici
Lotta biologica e integrata
Pirimicarb (Kg totali di p.a.)
Spinosad (Kg totali di p.a.)
Penconazolo (Kg totali di p.a.)
Emamectina (Kg totali di p.a.)
Abamectine (Kg totali di p.a.)
Bacillus amyloliquefaciens (Kg totali di p.a.)
Materiali
biologici
Beuveria bassiana (Kg totali di p.a.)
Orius laevigatus (n. invidui)
Fitoseide (n. invidui)
Controllo fioritura e
impollinazione
Lavoro
Uomo (ore)
Macchine agricole (ore)
Insetti
Arnie insetti (unità)
Uomo (ore)
Lavoro
Produzione vendibile (Quintali)
Carburante (Kg)
Energia
Uomo (ore)
Lavoro
Macchine agricole (ore)
Raccolta e Consegna
Altre Macchine (ore)
458
77
3.682
11
Acqua (m3)
Energia
Irrigazione
Lavoro
Operazioni speciali
post-raccolta
Recupero tubi irrigazione
Recupero telo pacciamante
Interramento del telo e dei residui vegetali
Interramento dei residui vegetali
Noleggio
Carburante (Litri)
Uomo (ore)
Altre Macchine (ore)
27
78.430
174
465
287
928
70
46
26
561
39
37,6
39,5
15,4
88,6
0,5
22
14
10
74
3
0,18
0,33
21,68
0,72
0,13
0,10
0,02
0,02
0,50
1,40
40.000
140.000
130
13
15
200
511
79
4.105
11
204
14
1
5
6
Lavoro
Uomo (ore)
Energia
Carburante (Kg)
81
Uomo (ore)
16
8
Lavoro
Macchine Agricole (ore)
62
660
2,5
Macchine agricole (ore)
Trapianto
388
150
Lavoro
Passaggi ai e nei tunnel
Copertura tunnel
2
448
261
64
38
79
16
8
25
1
Carburante (Litri)
Uomo (ore)
Irrigazioni per aspersione
Operazioni speciali
pre-trapianto
AZIENDA
1000
LD-PE
160
50
2
35
20
4
11
488
77
3.925
11
27
Tabella 2 – Fragola varietà Sabrina
FRAGOLA
Sabrina
Luglio - Giugno
Ottobre (1a metà)
COLTURA
Varietà
Durata del ciclo produttivo (mesi)
Ciclo di produzione
Epoca di trapianto
UNITA' DI OSSERVAZIONE
SPERIMENTAZIONE
Superficie della sperimentazione (SAU m2)
Materiale
Larghezza (cm)
Caratteristiche generali
Spessore (micromètri)
File per telo (numero)
Telo pacciamante
Sesto - Distanza tra le file (cm)
Densità investimento
Sesto - Distanza sulla fila (cm)
Teli per tunnel (numero)
Utilizzazione (mesi totali di impiego massimo)
Regole di gestione
Fine vita
ITINERARIO TECNICO
OPERAZIONI
PRODUTTIVE
Natura dell'input - unita' di misura
SUB-OPERAZIONI ELEMENTARI
10.000
LD-PE
160
50
2
35
0
4
11
Smaltimento
Interramento
in campo
Smaltimento
Acqua (m3)
Energia
Quantità dell'input / 10.000 m2
Macchine agricole (ore)
340
271
35
19
52
6
5
Carburante (Litri)
381
Carburante (Litri)
Uomo (ore)
Irrigazioni per aspersione
Affinamento e Livellamento suolo
Lavoro
Macchine agricole (ore)
Energia
Altre Macchine (ore)
Carburante (Litri)
Uomo (ore)
Lavoro
Lavori preparatori
al trapianto
Energia
Sistemazione
Materiali
Stesura tubi microirrigazione
Operazioni speciali
pre-trapianto
10.000
MBi-Base
160
20
2
35
20
4
11
INPUT
Disgregazione e Amminutamento suolo
Lavori
preliminari
Stesura telo pacciamante
Passaggi ai e nei tunnel
Lavoro
Trapianto
Controllo
clima serra
Irrigazioni
Telo pacciamante (Kg)
Uomo (ore)
Materiali
Telo di intercapedine (Kg)
Lavoro
Acqua (m3)
Uomo (ore)
Energia
Carburante (Litri)
37
118
465
197
1.988
222
30
Uomo (ore)
37
Macchine agricole (ore)
Carburante (Litri)
Azoto (UF totali - Kg)
Posforo (UF totali - Kg)
Altri elementi (UF totali - Kg)
C-organico (UF totali - Kg)
Lavoro
Acqua (m3)
Cure colturali posttrapianto
Uomo (ore)
Macchine agricole (ore)
Energia
Carburante (Litri)
Meptyldinocarp (Kg totali di p.a.)
Quinoxifen (Kg totali di p.a.)
Materiali
chimici
Zolfo puro (Kg totali di p.a.)
Pirimicarb (Kg totali di p.a.)
Spinosad (Kg totali di p.a.)
Penconazolo (Kg totali di p.a.)
Emamectina (Kg totali di p.a.)
Abamectine (Kg totali di p.a.)
Lotta biologica e integrata
Bacillus amyloliquefaciens (Kg totali di p.a.)
Materiali
biologici
Beuveria bassiana (Kg totali di p.a.)
Orius laevigatus (n. invidui)
Fitoseide (n. invidui)
Controllo fioritura e
impollinazione
Lavoro
Uomo (ore)
Macchine agricole (ore)
Insetti
Arnie insetti (unità)
Uomo (ore)
Lavoro
Produzione vendibile (Quintali)
Carburante (Kg)
Energia
Uomo (ore)
Lavoro
Altre Macchine (ore)
Raccolta e Consegna
418
63
3.360
9
Acqua (m3)
Energia
Irrigazione
Lavoro
Recupero tubi irrigazione
Recupero telo pacciamante
Affidata a
terzi
Interramento del telo e dei residui vegetali
Interramento dei residui vegetali
Carburante (Litri)
Uomo (ore)
Macchine agricole (ore)
Lavoro
Uomo (ore)
Energia
Carburante (Litri)
Lavoro
Uomo (ore)
Macchine Agricole (ore)
63
653
78.430
Potassio(UF totali - Kg)
Fertirrigazioni
388
192
Macchine agricole (ore)
Lavoro
Energia
653
Uomo (ore)
Piantine (n)
Lavoro
717
Tubi microirrigazione (Kg)
Materiali
Acqua (m3)
Operazioni speciali
post-raccolta
AZIENDA
10.000
LD-PE
160
50
2
35
20
4
11
25
255
39
37,6
39,5
15,4
88,6
0,5
22
11
10
78
0,18
0,33
21,68
0,72
0,13
0,10
0,02
0,02
0,50
1,40
40.000
140.000
133
11
15
5
362
54
2.915
8
170
31
1
4
6
52
6
5
474
71
3.810
11
25
Melone
Caratterizzazione del processo produttivo
Le lavorazioni preliminari del terreno e quelli preparatori al trapianto sono tipicamente costituiti
da una rippatura di media profondità cui seguono due fresature, eseguite in modo più o meno
ravvicinato a seconda delle condizioni meteorologiche.
La sistemazione delle manichette per la irrigazione a goccia è manuale. Successivamente si
passa a coprire il terreno e le manichertte con il telo pacciamante steso anch’esso manualmente
e bloccato grazie all’interramento dei bordi.
Le ali gocciolanti vengono collegate alla testata e di norma viene eseguito il test del funzionamento dell’impianto di irrigazione.
Il trapianto è eseguito a mano e le operazioni colturali successive consistono nel controllo
dell’umidità e della temperatura sotto serra, eseguendo opportunamente l’apertura e la chiusura
dei frangivento.
La gestione dell’irrigazione prevede somministrazioni di breve durata (10 minuti o 15 nei periodi
più caldi) con una frequenza che asseconda le esigenze della pianta.
Inizialmente (prime tre settimane dal trapianto) le irrigazioni e le fertirrigazioni si alternano regolarmente, poi le fertirrigazioni diventano più frequenti e sono le uniche a essere eseguite. Più
precisamente gli apporti di fertilizzanti nel periodo che va dal trapianto fino a fine aprile sono
più ricchi di sostanza organica. Successivamente i concimi somministrati cambiano; inizialmente assicurano un buon apporto di azoto, poi essi sono sostituiti da concimi che assicurano un
maggior apporto di potassio.
Le principali avversità da combattere su melone sono gli afidi e l’oidio. Per i primi vengono utilizzati diversi principi attivi in fertirrigazione mentre per l’oidio si utilizza lo zolfo ventilato.
Per favorire la impollinazione a fine aprile sono utilizzate le api (4 nidi da 5 telai ogni 3000 metri quadrati di serre). La raccolta è eseguita a mano. Concluso il ciclo colturale si allontanano a
mano i residui colturali e si procede a liberare il terreno dalla pacciamatura e a recuperare le ali
gocciolanti che sono sfilate e legate ai piantoni dei tunnel.
Confronto tra le due prove del collaudo delle tecniche
I due teli delle prove di collaudo differiscono per lo spessore e il materiali. Anche in questo
caso i due processi produttivi sostanzialmente seguono uno schema simile, ma differiscono per
lo spessore dei teli pacciamanti (30 µm per il LD-PE, 15 µm per il MBi-base) e le operazioni
di recupero dei materiali. Per il telo di LD-PE il recupero riguarda le manichette, che poi sono
legate ai piantoni della serra per essere riutilizzari, e il telo pacciamante. Per il telo di MBi-base
è eseguita unicamente il recupero delle manichette mentre il telo rimane sul terreno e viene interrato con una fresatura eseguita secondo le modalità usuali adottate in azienda.
Per il melone, la prova in LD-PE differisce rispetto a quanto utilizzato di norma dalle aziende sia
per spessore che per larghezza. In azienda infatti, è utilizzato un telo più largo (250 centimetri)
di 40 µm di spessore ed è accompagnato dall’impiego di un secondo telo bianco. Sia il telo per
la pacciamatura che il secondo telo bianco sono in realtà materiali plastici già presenti in azienda
e che vengono riutilizzati per realizzare la coltivazione del melone. In particolare il telo pacciamente di 250 centimetri è quello utilizzato nella coltivazione invernale precedente. Il secondo
telo bianco è quello di intercapedine delle serre che, conclusa la sua vita utile in quanto sottotelo,
viene ad avere una nuovo uso come telo pacciamante di supporto, con il risultato di allungare la
sua vita utile.
64
In sintesi, per questa coltura, i tre processi produttivi costituiscono 3 distinte soluzioni tecniche
alternative da confrontare.
Confronto tra le due aziende coinvolte nella sperimentazione
La differenza tra le due aziende risiede principalmente nella scelta delle due varietà di melone
coltivata (Pregiato e Soliman) e nella realizzazione dei un ciclo di coltivazione con trapianto più
anticipato nel caso della varietà Pregiato rispetto al Soliman. Inoltre per la diverse caratteristiche
di sviluppo delle due varietà e per la diversa epoca di trapianto è adottato un sesto di impianto
più stretto per il Pregiato rispetto al Soliman, da cui segue una diversa densità media di piantine
ad ettaro pari a 5.600 per la varietà Pregiato e 3.880 per il Soliman (Tabella 3 e 4).
Nessuna differenza rilevante esiste tra la dotazione di macchine agricole delle due aziende, così
come per le modalità di irrigazione e le caratteristiche delle manichette rispetto a diametro dei
tubici, numero di ugelli e loro portata.
65
Tabella 3 – Melone varietà Pregiato
MELONE
Pregiato
Marzo (2a metà) - Giugno (2a metà)
Marzo (2a metà)
SPERIMENTAZIONE
AZIENDA
COLTURA
Varietà
Ciclo di produzione
Durata del ciclo produttivo (mesi)
Epoca di trapianto
UNITA' DI OSSERVAZIONE
Superficie della sperimentazione (SAU m2)
Materiale
Caratteristiche generali
Larghezza (cm)
Spessore (micromètri)
Telo pacciamante
Densità investimento
File per telo (numero)
Sesto - Distanza tra le file (cm)
Sesto - Distanza sulla fila (cm)
Teli per tunnel (numero)
Utilizzazione (mesi di impiego)
Regole di gestione
Fine vita
ITINERARIO TECNICO
OPERAZIONI
PRODUTTIVE
Natura dell'input - unita' di misura
Energia
Lavoro
Stesura tubi microirrigazione
Stesura telo pacciamante
Test impianto irrigazione
Controllo
clima serra
Irrigazioni
Fertirrigazioni
Smaltimento
Interramento
in campo
Riuso
Quantità dell'input / 10.000 m2
Carburante (Litri)
154
Uomo (ore)
22
20
2
Carburante (Litri)
Materiali
Lavoro
Trapianto
10.000
LD-PE
250
40
1
70
2
3
Macchine agricole (ore)
Energia
Operazioni speciali
pre-trapianto
1000
MBi-Base
150
15
1
70
2
3
INPUT
SUB-OPERAZIONI ELEMENTARI
Rippatura
Lavori preliminari Lavori Disgregazione suolo
preparatori
Amminutamento suolo
Fesatura
al trapianto
Affinamento e Livellamento suolo
Fresatura
1000
LD-PE
150
30
1
70
2
3
Tubi microirrigazione (Kg)
Telo pacciamante (Kg)
Uomo (ore)
172
54
Macchine agricole (ore)
Materiali
Piantine (numero)
Lavoro
Uomo (ore)
Lavoro
Acqua (m3)
Uomo (ore)
Energia
Carburante (Litri)
Azoto (UF totali - Kg)
Posforo (UF totali - Kg)
Concimi
Potassio (UF totali - Kg)
Carbonio organico (UF totali - Kg)
Altri elementi (UF totali - Kg)
Uomo (ore)
Macchine agricole (ore)
Acqua per le soluzioni (Litri)
Lavoro
Carburante (Litri)
Energia
Lotta integrata
Imidacloprid (p.a. Kg)
Flonicamid (p.a. Kg)
Zolfo (p.a. Kg)
Spirotetramat (p.a. Kg)
Acetamiprid (p.a. Kg)
Lavoro
Uomo (ore)
Macchine agricole (ore)
Controllo fioritura e
impollinazione
Insetti
Arnie insetti (unità)
Lavoro
Uomo (ore)
Cure ai frutti
Uomo (ore)
Lavoro
Produzione (Quintali)
Carburante (Kg)
Energia
Uomo (ore)
Lavoro
Macchine agricole (ore)
Raccolta e Consegna
Operazioni speciali
post-raccolta
Materiali
chimici
Recupero tubi microirrigazione
Recupero telo pacciamante
Interramento del telo
318
119
54
0,25
5.600
26
98
443,38
100,62
63,5
119,9
3,4
179,5
44
17
20.000
123
0,1
0,1
9,9
0,2
0,1
20
14
4
1
50
308
71
262
10,5
360
74
Altre Macchine (ore)
252
59
199
7
Lavoro
Uomo (ore)
14,5
8,5
28
Energia
Carburante (Kg)
-
62
8,5
8
-
Uomo (ore)
Lavoro
Macchine Agricole (ore)
66
230
54
179
6,5
Tabella 4 – Melone varietà Soliman
MELONE
Soliman
Aprile (2a metà) - Luglio (2a metà)
Marzo (2a metà)
SPERIMENTAZIONE
AZIENDA
COLTURA
Varietà
Durata del ciclo produttivo (mesi)
Ciclo di produzione
Epoca di trapianto
UNITA' DI OSSERVAZIONE
Superficie della sperimentazione (SAU m2)
Materiale
Larghezza (cm)
Spessore (micromètri)
Caratteristiche generali
Telo pacciamante
File per telo (numero)
Sesto - Distanza tra le file (cm)
Sesto - Distanza sulla fila (cm)
Densità investimento
Teli per tunnel (numero)
Utilizzazione (mesi di impiego)
Regole di gestione
Fine vita
ITINERARIO TECNICO
OPERAZIONI
PRODUTTIVE
Lavori preliminari Lavori Disgregazione suolo
preparatori
Amminutamento suolo
Fesatura
al trapianto
Affinamento e Livellamento suolo
Fresatura
Natura dell'input - unita' di misura
Energia
Lavoro
Trapianto
Controllo clima serra
10.000
LD-PE
250
40
1
100
2
3
Smaltimento
Interramento
in campo
Riuso
Quantità dell'input / 10.000 m2
Carburante (Litri)
167
Uomo (ore)
17
16
-
Macchine agricole (ore)
Carburante (Litri)
Energia
Stesura tubi microirrigazione
Stesura telo pacciamante
Test impianto irrigazione
10.000
MBi-Base
150
15
1
80
2
3
INPUT
SUB-OPERAZIONI ELEMENTARI
Rippatura
Operazioni speciali
pre-trapianto
10.000
LD-PE
150
30
1
80
2
3
Materiali
Lavoro
Tubi microirrigazione (Kg)
Telo pacciamante (Kg)
Uomo (ore)
170
21
Macchine agricole (ore)
Materiali
Piantine (numero)
Lavoro
Uomo (ore)
Lavoro
Uomo (ore)
4.854
16
Acqua (m3)
Carburante (Litri)
Azoto (UF totali - Kg)
Posforo (UF totali - Kg)
Potassio (UF totali - Kg)
Carbonio organico (UF totali - Kg)
Altri elementi (UF totali - Kg)
Uomo (ore)
Lavoro
Macchine agricole (ore)
Acqua per le soluzioni (Litri)
Carburante (Litri)
Flonicamid (p.a. Kg)
Zolfo (p.a. Kg)
Spirotetramat (p.a. Kg)
Acetamiprid (p.a. Kg)
Energia
Lotta integrata
Lavoro
Uomo (ore)
Macchine agricole (ore)
Controllo fioritura e
impollinazione
Insetti
Arnie insetti (unità)
Lavoro
Uomo (ore)
Cure ai frutti
Uomo (ore)
Lavoro
Produzione (Quintali)
Carburante (Kg)
Energia
Uomo (ore)
Lavoro
Macchine agricole (ore)
Raccolta e Consegna
Operazioni speciali
post-raccolta
Recupero tubi microirrigazione
Recupero telo pacciamante
Interramento del telo
357
32
3.880
13
112
Energia
Irrigazioni
Fertirrigazioni
315
118
21
4.854
16
410
37
39,2
90,6
0,7
191,7
1.200
167
0,10
18,48
0,12
0,06
20
14
4
1
25
393
59
301
6,5
442
66
339
7
Altre Macchine (ore)
369
55
284
6
Lavoro
Uomo (ore)
18
10
28
Energia
Carburante (Kg)
-
84
8,5
8
-
Uomo (ore)
Lavoro
Macchine Agricole (ore)
67
Cavolo rapa
Caratterizzazione del processo produttivo
In azienda per il cavolo vengono effettuate tre lavorazioni: una prima fresatura, una rippatura
e una seconda fresatura. Tra la rippatura e la seconda fresatura vengono realizzati i canali di
drenaggio e dopo la seconda fresatura viene realizzata una sistemazione semplice a baule con
altezza ridotta.
L’impianto irriguo è costituito da una parte fissa (le condutture principali ed i tubi di testata) ed
una mobile (le ali gocciolanti). La prima operazione che viene effettuata è la slegatura dei tubi
di testata. Successivamente a mano vengono messe in posa le ali gocciolanti e l’acqua viene
pompata grazie ad un generatore di potenza alimentato a gasolio.
La pacciamatura è eseguita a mano e successivamente i bordi sono interrati.
Il trapianto viene eseguito a mano e le cure colturali sono molto semplificate e orientate al controllo dell’umidità e della temperatura interna ai tunnel (apertura e chiusura dei frangivento),
all’apporto di acqua di irrigazione e al controllo delle avversità.
In particolare, in azienda sono state eseguite unicamente irrigazioni senza alcun apporto di nutrienti, sfruttando la fertilità residua del terreno.
Anche il piano dei trattamenti antiparassitari è molto semplificato. Sono stati eseguiti solo tre
interventi; il primo una settimana dopo il trapianto, il secondo quindici giorni dopo e l’ultimo
circa quaranta giorni dopo la messa a dimora delle piantine. I prodotti utilizzati sono costituiti da
poltiglia rameica distribuiti con l’ausilio di un atomizzatore. La raccolta viene eseguita a mano
tagliando alla base del colletto.
Confronto tra le due prove del collaudo delle tecniche
La coltivazione del cavolo rapa è realizzato in una sola azienda e le due prove di collaudo a confronto sono diverse per le caratteristiche del telo (larghezza e spessore) e per il tipo di foratura.
Il telo di LD-PE ha una larghezza di 250 centimetri e uno spessore di 40 µm con una foratura su
8 file per telo con interfila di 27 centimetri e un passo sulla fila di 28 centimetri. I teli di MBibase sono laghi 140 centimetri e hanno uno spessore di 15 µm, ogni telo ha 4 file e il sistema di
foratura ha una interfila e un passo identico di 30 centimetri. Le due prove differiscono per la
densità di piante ad ettaro maggiore per il telo di LD-PE. Come per le altre colture, anche per
il cavolo rapa i due processi differiscono per le operazioni che coinvolgono i teli a fine ciclo
di coltivazione. Per il MBi-base le operaziono si limitano al recupero delle manichette seguito
dall’interramento del telo.
In questo caso la prova di collaudo con teli di LD-PE è esattamente uguale a quella seguita in
azienda. Anche per questa coltura l’azienda segue una attenta gestione dei materiali plastici e
provvede ad utilizzare nuovamente il telo nella coltivazione successiva.
68
Tabella 5 – Cavolo rapa varietà Morre
CAVOLO RAPA
Morre
COLTURA
Varietà
Gennaio (1a metà ) - Marzo (2a metà)
Durata del ciclo produttivo (mesi)
Ciclo di produzione
Gennaio (2a meà)
Epoca di trapianto
UNITA' DI OSSERVAZIONE
SPERIMENTAZIONE
Superficie della sperimentazione (SAU m2)
Materiale
Larghezza (cm)
Caratteristiche generali
Spessore (micromètri)
File per telo (numero)
Telo pacciamante
Sesto - Distanza tra le file (cm)
Densità investimento
Sesto - Distanza sulla fila (cm)
Teli per tunnel (numero)
Utilizzazione (mesi di impiego)
Regole di gestione
Fine vita
ITINERARIO TECNICO
OPERAZIONI
PRODUTTIVE
Lavori preliminari
Lavori preparatori al
trapianto
Operazioni speciali
pre-trapianto
Amminutamento suolo
Amminutamento del suolo
Sistemazione
Stesura tubi microirrigazione
Stesura telo pacciamante
Test impianto irrigazione
Rippatura
Fresatura
Fresature
Natura dell'input - unita' di misura
Energia
Controllo clima serra
Irrigazioni
10.000
LD-PE
250
40
2
27
28
2
3
Smaltimento
Interramento
in campo
Riuso
Quantità dell'input / 10.000 m2
204
Carburante (Litri)
21
Uomo (ore)
Lavoro
18,5
Macchine agricole (ore)
Energia
Carburante (Litri)
Materiali
Tubi microirrigazione (Kg)
Telo pacciamante (Kg)
Lavoro
Trapianto
10.000
MBi-Base
140
15
2
30
30
4
3
INPUT
SUB-OPERAZIONI ELEMENTARI
Disgregazione suolo
Uomo (ore)
1,5
361
67
Macchine agricole (ore)
Materiali
Piantine (numero)
Lavoro
Uomo (ore)
Lavoro
Acqua (m3)
Uomo (ore)
Energia
Carburante (Litri)
112.040
180
Uomo (ore)
Macchine agricole (ore)
Acqua per le soluzioni (Litri )
Lavoro
Carburante (Kg)
Rame metallo (p.a. Kg)
Zinco da solfato (p.a. Kg)
Acido peracetico (p.a. Litri)
Prodotti
Acido performico (p.a. Litri)
chimici
Acido acetico (p.a. Litri)
Acqua ossigenata (p.a.Litri)
Perossido di carbammide (p.a. Litri)
Uomo (ore)
Lavoro
Macchine agricole (ore)
Produzione vendibile (numero )
Produzione scarto (numero)
Carburante (Kg)
Energia
Uomo (ore)
Lavoro
Altre Macchine (ore)
Energia
Cure colturali
Controllo avversità
Raccolta e Consegna alla sede della cooperativa
Operazioni speciali postraccolta
Recupero tubi microirrigazione
Recupero telo pacciamante
Interramento del telo
AZIENDA
10.000
LD-PE
250
40
2
27
28
2
3
Lavoro
Energia
Uomo (ore)
Carburante (Kg)
Macchine Agricole (ore)
69
95.600
16.440
72
290
4
25
-
638
221
68
1
104.575
168
53
1.350
44
36
24
3.000
33
2,40
0,14
0,68
0,45
0,68
1,67
0,23
4,5
3
89.935
14.640
70
273
3,5
25,5
55
5
361
67
112.040
180
105.320
6.720
75
311
5
30
-
Lattuga
Caratterizzazione del processo produttivo
Le lavorazioni preliminari del terreno e quelli preparatori al trapianto sono tipicamente costituiti
da una rippatura e fresatura di media profondità. Una volta livellato il terreno sono stati sistemati
i tubi di irrigazione e successivamente stesi a mano i teli pacciamanti fissati al suolo con dei
chiodi di polietilene.
Il trapianto è stato effettuato agli inizi di novembre. Lo schema di lavorazione è estremamente
semplificato e prevede l’apertura e chiusura dei frangivento l’esecuzione di tre interventi di fertirrigazione utilizzando dei concimi complessi con composizioni minerali che variano in base al
periodo in cui vengono utilizzati e alle fasi fenologiche della pianta. Gli elementi minerali maggiormente somministrati sono azoto e fosforo, in minor quantità il potassio e gli altri elementi
minerali e organici.
I trattamenti con fitofarmaci eseguiti su lattuga riguardano principalmente i marciumi e le nottue
eseguiti tra la fine di novembre e non oltre gli inizi di dicembre. La raccolta avviene a partire
dalla metà di gennaio e prosegue per circa 15 giorni.
Liberato il terreno dalla coltura i tubi di irrigazione sono recuperati e legati ai piantoni. Il telo di
LD-PE viene allontanato, mentre quello MBi-base è lasciato in campo e interrato con le lavorazioni successive.
Confronto tra le due prove del collaudo delle tecniche
La coltivazione della lattuga è realizzato in una sola azienda e le due prove di collaudo a confronto sono diverse per le caratteristiche del telo (larghezza e spessore) e per il tipo di foratura. Il telo
di LD-PE ha una larghezza di 300 centimetri e uno spessore di 40 µm con una foratura su 10 file
per telo con interfila di 27 centimetri e un passo sulla fila di 30 centimetri. I teli di MBi-base sono
larghi 140 centimetri e hanno uno spessore di 15 µm, ogni telo ha 4 file e il sistema di foratura
ha una interfila e un passo identico di 30 centimetri. Le due prove differiscono per la densità di
piante ad ettaro che sarà minore per il telo di MBi-Base.
In questo caso la prova di collaudo usando LD-PE è esattamente uguale a quella seguita in
azienda. Anche per questa coltura l’azienda segue una attenta gestione dei materiali plastici e
provvede ad utilizzare nuovamente il telo nella coltivazione successiva.
Il parco macchine aziendale non è profondamente diverso da quello di tutte le aziende dalla
cooperative, non così per la struttura di protezione. In questo caso, infatti, la serra è una serra
professionale con i singoli tunnel larghi 9 metri, lunghi 47,25 metri, alti 4 metri nel punto massimo e 2 metri al minimo. Il materiale della struttura di sostegno è ferro zincato coperti con dei
teli in polietilene.
70
Tabella 6 – Lattuga varietà Mizio
LATTUGA
Mizio
COLTURA
Varietà
Ottobre (2a metà) - Febbraio (1a metà)
Durata del ciclo produttivo (mesi)
Ciclo di produzione
Novembre (1a metà)
Epoca di trapianto
UNITA' DI OSSERVAZIONE
SPERIMENTAZIONE
Superficie della sperimentazione (SAU m2)
Materiale
Larghezza (cm)
Caratteristiche generali
Spessore (micromètri)
File per telo (numero)
Telo pacciamante
Sesto - Distanza tra le file (cm)
Densità investimento
Sesto - Distanza sulla fila (cm)
Teli per tunnel (numero)
Utilizzazione (mesi di impiego)
Regole di gestione
Fine vita
ITINERARIO TECNICO
OPERAZIONI
PRODUTTIVE
Lavori preliminari
Lavori preparatori
Natura dell'input - unita' di misura
Disgregazione suolo
Rippatura
Energia
Affinamento
Livellamento suolo
Fresatura
Lavoro
Stesura tubi microirrigazione
Stesura telo pacciamante
Test impianto irrigazione
10.000
MBi-Base
140
15
4
30
30
6
3
Smaltimento
Interramento
in campo
Materiali
Lavoro
Trapianto
Energia
Lavoro
Trapianto
Controllo clima serra
102
Uomo (ore)
10
11
Macchine agricole (ore)
2
Carburante (Litri)
Tubi microirrigazione (Kg)
Telo pacciamante (Kg)
Uomo (ore)
368
109
Macchine agricole (ore)
Macchine agricole (ore)
Materiali
Piantine (numero)
Lavoro
Uomo (ore)
Lavoro
Acqua (m3)
Uomo (ore)
Energia
Carburante (Litri)
U.F. Totali Azoto (kg)
Concimi
111.110
146
U.F. Total Potassio (kg)
U.F.Totali altri elementi (kg)
U.F. Totali C-organico (kg)
Uomo (ore)
Macchine agricole (ore)
Acqua per trattamenti (Litri)
Cure colturali
Lavoro
Carburante (Kg)
Piraclostrobin (p.a. Kg)
Boscalid (p.a. Kg)
Metalaxil (p.a. Kg)
Chlorantraniliprole (p.a. Kg)
Uomo (ore)
Lavoro
Macchine agricole (ore)
Produzione vendibile (numero )
Produzione scartata (numero)
Carburanti (Litri)
Materiali
Uomo (ore)
Lavoro
Energia
Controllo avversità
Raccolta e Consegna alla
sede della cooperativa
Prodotti
Altre Macchine (ore)
Operazioni speciali
post-raccolta
Recupero tubi microirrigazione
Recupero telo
Interramento
Lavoro
Uomo (ore)
Energia
Carburante (Kg)
Lavoro
Macchine Agricole (ore)
71
677
188
115
1
28
368
109
1,3
Carburante (Litri)
Uomo (ore)
U.F. Totali Fosforo (kg)
Irrigazioni
Riuso
Quantità dell'input / 10.000 m2
Carburante (Litri)
Acqua (m3)
Irrigazione
AZIENDA
10.000
LD-PE
300
40
10
27
30
3
3
INPUT
SUB-OPERAZIONI ELEMENTARI
Energia
Operazioni speciali
pre-trapianto
10.000
LD-PE
300
40
10
27
30
3
3
107.770
3.340
186
1.240
18
30,0
-
1
0,5
88.880
115
196
56
2,5
5,1
8,0
1,3
2,6
5,8
2
1
2.400
42
0,97
0,25
3,2
0,04
5
4
85.330
3.550
150
935
14
20,5
55
5
111.110
146
107.770
3.340
186
1.240
18
46,0
-
Valutazione ECONOMICA della convenienza all’adozione
dei teli biodegradabili
di Maria Teresa Gorgitano, Maria Pirilli , Roberto Ferrante, Matteo Giaccone
la pacciamatura è una pratica agronomica che consente di semplificare le modalità di coltivazione con il vantaggio di preservare la struttura del suolo, controllarne la temperatura e ridurne l’evapotraspirazione, controllare la competizione esercitata dalle piante spontanee rispetto
a quelle coltivate, migliorare la pulizia dei prodotti e la loro sanità. I materiali utilizzabili per
eseguire la pacciamatura possono essere diversi; i teli in polietilene a bassa densità (in seguito
LD-PE) sono quelli generalmente più utilizzati. Una delle soluzioni alternative è l’impiego di teli
a base di Mater-bi (in seguito MBi-base).
I due teli pacciamanti saranno confrontati al fine di formulare un giudizio di convenienza economica con riferimento a un gruppo di sei coltivazioni di cui due a ciclo lungo (fragola varietà
Fortuna e fragola varietà Sabrina) e quattro a ciclo breve: lattuga, cavolo rapa, melone varietà
Pregiato e melone varietà Soliman. La fragola è il prodotto di punta dell’offerta della Cooperativa Sole, mentre le colture a ciclo breve caratterizzano le precessioni colturali più diffuse tra le
aziende associate alla cooperativa.
Le coltivazioni, tutte realizzate in coltura protetta, sono state realizzate in sei aziende diverse
per localizzazione geografica, estensione aziendale e disponibilità di fattori produttivi aziendali.
Per quanto riguarda le strutture di protezione, in cinque aziende i tunnel sono del tipo a struttura
snella dalla larghezza di 5 metri (o di poco superiore), lo standard prevalente tra i soci della cooperativa. La sesta azienda, invece, è la sola a disporre di serre tipo professionale, molto alte e
con un fronte di coltivazione di 9 metri di ampiezza.
Così come avviene regolarmente nella sperimentazione agronomica finalizzata al collaudo delle
tecniche produttive, in ogni azienda un gruppo di tunnel contigui è stato distinto in due settori
di pari estensione (circa 1.000 m2) destinati alla stessa coltivazione realizzata seguendo le due
modalità alternative di pacciamatura, diverse per la natura del materiale. Le modalità di realizzazione dell’operazione di stesura del telo, invece, sono quelle seguite normalmente dall’azienda:
stesura meccanizzata per la coltivazione delle fragole e manuale per le altre colture.
A seguito delle scelte di sperimentazione adottate dagli agronomi e delle diversità tra i prodotti
commerciali della ditta fornitrice, i teli pacciamanti utilizzati per le prove di collaudo differiscono, oltre che per il materiale, anche per larghezza, spessore e, in qualche caso, tipo di foratura. In
particolare, la larghezza del telo di LD-PE varia tra i 150 (melone) e i 300 centimetri (lattuga),
mentre il telo MBi-base ha una larghezza di 140 (lattuga e cavolo rapa) e massima di 160 centimetri (fragola). Per una stessa coltivazione l’attività di collaudo ha posto costantemente a confronto l’impiego di teli pacciamanti di spessore diverso, con il telo a base di Mater-bi sempre più
sottile (50% e 60% in meno) rispetto a quello in LD-PE. La larghezza dei teli e la loro foratura,
fattori che condizionano la densità di investimento della coltura, sono identiche nelle prove di
collaudo della fragola e del melone varietà Pregiato, al contrario differiscono per il cavolo rapa,
la lattuga e il melone varietà Soliman.
Nello schema sperimentale, la tecnica di collaudo relativa al telo in LD-PE in genere coincide
con il processo di norma seguito in azienda. Tuttavia, nelle due coltivazioni del melone questa
regola generale ha una eccezione, cosicché anche il telo di LD-PE ha larghezza e spessore inferiori a quelli dei teli utilizzati nella stessa azienda per la coltivazione.
72
La varietà di situazioni rilevate confrontando le prove di collaudo e queste con quelle di norma
adottata in azienda non ostacola in alcum modo l’analisi economica della convenienza ad adottare il telo a base di Mater-bi da parte dell’azienda. Al contrario, la varietà di circostanze rende più
articolata e interessante l’analisi economica. In contropartita, però, ne accresce di molto il grado
di complicazione, richiedendo una maggiore attenzione nell’identificazione degli effetti e nella
loro corretta valutazione economica.
È opportuno precisare, inoltre, che in queste circostanze di gran diversità tra le applicazione
dei materiali il giudizio economico non può essere interpretato come giudizio di superiorità del
livello di efficienza tecnica di una soluzione rispetto all’altra. Valutazione che, evidentemente,
richederebbe l’implementazione di altri e più articolati schemi sperimentali.
Infine è necessario far osservare che, proprio perché le condizioni di partenza sono state definite
in modo diverso (diversi spessori, pesi e rese operative dei teli alla pacciamatura), gli altri elementi dell’analisi, in particolare le rese produttive e i livelli di prezzo dei prodotti e dei fattori
produttivi, assumono un peso relativo maggiore. L’insieme di tali considerazioni motiva la necessità di adottare nel corso dell’analisi economica criteri di prudenza, facendo costantemente
attenzione ad applicare lo stesso critero alle alternative poste a confronto.
Giudizio di convenzienza economica all’adozione dell’innovazione: regole e criteri adottati
Passando a illustrare le modalità seguite per formulare il giudizio di convenienza, si ricorda che,
una volta verificata la fattibilità tecnica, il criterio economico è sempre costituito dal più elevato
reddito netto1. Tuttavia, in relazione alle circostanze specifiche di ciascun caso-studio e rispettando il criterio generale del reddito netto più alto, il parametro per formulare il giudizio può
essere semplificato. In particolare nel nostro caso-studio, le due alternative si differenzianano
unicamente per i materiali utilizzati, non hanno relazioni di interdipendenza tecnica con gli altri
processi produttivi aziendali, non richiedono cambiamenti della struttura produttiva aziendale.
Ne segue che l’analisi è riconducibile a uno schema del tipo breve periodo e di tipo parziale,
limitando l’attenzione ai processi produttivi oggetto dell’analisi (quali ad esempio rese produttive, operazioni di stesura del telo pacciamante e di rimozione). Pertanto, il parametro economico
utilizzato per il giudizio si configura come differenza tra i ricavi totali e le sole componenti di
costo che connotano la diversità tra le due alternative2.
Le fasi operative dell’analisi prevedono: i) la definizione dei processi produttivi adottati per
realizzare ciascuna alternativa, ii) il confronto per identificare le differenze a cui sono associate
diversi impieghi di fattori (qualità e quantità) e diversi livelli di produzione, iii) identificazione
dei prezzi di riferimento, iv) determinazione dei costi e dei ricavi associati a livelli diversi di
impiego o produzione, v) confronto tra i risultati per la formulazione del giudizio.
L’unità di riferimento è costituita da 10.000 m2 di superficie coperta dai tunnel sia per i dati
tecnici sia per quelli economici. La dimensione dei tunnel è quella media dell’azienda che ha
ospitato la sperimentazione e potrà essere diversa da azienda ad azienda. La dimensione media
del tunnel condiziona il numero di tunnel complessivi necessari per giungere a un ettaro di su1 Come è noto il reddito netto è costituito dall’insieme delle remunerazioni che spettano all’imprenditore anche
in considerazione dei fattori produttivi di sua proprietà destinati all’attività agricola. A seconda delle relazioni che
legano l’imprenditore alla proprietà dei fattori produttivi utilizzati nell’imprea, il reddito netto può essere costituito dal
solo profitto di impresa o a questo può aggiungersi una o più remunerazione per gli altri fattori produttivi di proprietà
(capitale fondiario, capitale di esercizio e lavoro manuale e di direzione).
2 In sintesi, nella formulazione del giudizio di scelta le operazioni di gestione della coltura e gli impieghi di fattori
comuni tra le alernative non avranno alcun peso.
73
perficie coperta3.
Poiché il giudizio deve essere formulato per l’azienda, l’analisi è articolata in due fasi; in una
prima sono stati posti a confronto i risultati dell’attività di collaudo, successivamente il giudizio
di convenienza è riformulato considerando i processi produttivi di norma seguiti in azienda. Due
le principali motivazioni di questa scelta. Prioritaria è la necessità per l’analisi economica di
esprimere un giudizio di convenienza disponendo di dati statisticamente robusti. Tale necessità è
meglio assicurata dalle rese medie aziendali per la stessa coltura, varietà e campagna produttiva
perché ottenute su superfici di coltivazione più ampie di quella della prove di collaudo. La seconda motivazione è la possibilità di eseguire una valutazione delle regole di gestione dei materiali
plastici seguite nelle aziende della sperimentazione, ispirate al costante riuso dei materiali che se
impegna lavoro manuale, accescendo i costi, sortisce l’effetto di allungare la loro vita utile.
I due giudizi economici (confronto tra i processi produttivi della sperimentazione e tra sperimentazione con telo Mbi-base e processo produttivo aziendale) sebbene formulati con riferimento
a processi che condividono lo stessa struttura operativa di base (processo produttivo rilevato in
azienda) consentono di valutare in modo distinto gli effetti dei mezzi tecnici (teli pacciamanti) e la gestione dei materiali seguita nelle aziende. La necessità di articolare l’analsi in due
fasi, dunque, risponde all’esigenza di verificare se e in che modo le scelte organizzative della
produzione in ambito aziendale condizionino il giudizio di convenienza formulato a livello di
appezzamento4.
L’analisi include anche i trasferimenti pubblici così come previsti dall’OCM Ortofrutta che potrebbero ulteriormente influenzare il giudizio sulle due alternative.
Processi produttivi: l’impiego dei fattori e le rese produttive
La proceduta adottata per la rilevazione dei dati tecnici (processi produttivi) è quella dell’intervista dell’agricoltore, integrata dai rilievi diretti e dai dati delle rilevazioni periodiche eseguite
dai consulenti della cooperativa5. In particolare le rese produttive associate alle tecniche di collaudo sono ottenute combinando la produzione media a pianta rilevata dall’Unità del CREA nel
corso della sperimentazione agronomica di collaudo dello stesso progetto. Le rese ottenute dai
processi produttivi di norma seguiti in ciascuna azienda, infine, sono le quantità consegnate dal
socio alla cooperativa per la stessa coltura e varietà, nella stessa annata agraria. Le indicazioni
fornite dai consulenti della Cooperativa Sole hanno permesso di articolare sia il programma di
lotta realizzato che il piano di irrigazione e fertirrigazione seguito in ciascuna azienda. Inoltre,
gli imprenditori agricoli e i consulenti della cooperativa hanno partecipato alla fase di validazione del processo produttivo.
Il tipo di foratura e la larghezza del telo pacciamante, la sistemazione dell’area di coltivazione
3 Appare altresì chiaro che questa unità di riferimento (10.000 m2) costituisce la superficie agricola utilizzabile (in
sigla SAU) a cui deve corrispondere una superficie agricola totale (in sigla SAT) maggiore in misura delle tare dovute
alle aree di passaggio per i mezzi meccanici impiegati per i trattamenti e per il trasporto della merce. Per la coltivazione della fragola, in cui i teli sono stesi utilizzando una macchina pacciamatrice, questo aree di passaggio sono causa di
una perdita del materiale utilizzato per la pacciamatura e per le ali gocciolanti.
4 L’analisi condotta per il livello di appezzamento è condizionato unicamente dalla sequenza delle operazioni e
dalle capacità operative delle macchine aziendali. A livello aziendale, invece, le scelte di organizzazione della produzione sono condizionate da un gruppo più ampio di elementi (rispetto delle scelte strategiche, vincoli organizzativi,
obiettivi produttivi prefissati, successioni colturali, gestione dei materiali ed altro). Appare ovvio che i giudizi formulati
ai due distinti livelli possono sia essere concordi, con la conferma a livello aziendale del giudizio formulato a livello di
appezzamento, che discordi.
5 Le procedure adottate per rilevare i processi produtti e alla descrizone dei processi produttivi sono documentati
in modo articolato nel capitolo 8 dello stesso volume, a cui si rinvia il lettore per approfondimenti.
74
e le caratteristiche del tunnel assumono un ruolo determinante nell’analisi successiva, rappresentando gli elementi oggettivi che determinano la densità a ettaro di ciascuna coltivazione cui
sono associati le rese, impieghi dei mezzi tecnici quale piantine, acqua di irrigazione, concimi e
dunque i costi direttamente legati all’attività di produzione. Per l’importanza assunta da questi
elementi, la validazione della densità di investimento calcolata è stata sottoposta a una doppia
verifica, confrontandola con gli acquisti effettivi di piante da parte del socio e con la superficie
effettivamente messa a coltura in ciascuna azienda per la stessa varietà.
Prezzi dei mezzi tecnici e dei prodotti
Poiché la cooperativa esegue acquisti associati per conto dei soci, i rilievi di tutti i prezzi utilizzati per determinare i costi sono quelli effettivamente sostenuti dai soci presso il magazzino
della cooperativa, decurtati dell’IVA. Questi prezzi includono i costi di trasporto dalla sede del
produttore/distributore alla sede della cooperativa e sono più vantaggiosi degli acquisti da parte
dei singoli agricoltori (tabella 1).
Per i teli MBi-base, il prezzo utilizzato nell’analisi è quello praticato da una delle principali
ditte filmatrici indicate dalla Novamont. Anche in questo caso il prezzo non include l’IVA ma, a
differenza dei prezzi degli altri mezzi tecnici, neppure i costi di trasporto che dovrebbero essere
a carico dell’acquirente. Considerato che il prezzo del telo biodegradabile è condizionato da
insolite condizioni contrattuali, se confrontate con quanto avviene per gli altri mezzi tecnici (acquisti singoli e di quantità limitate), è stato scelto di non caricare sul prezzo indicato dal filmatore
i costi di trasporto a carico della cooperativa, assumendo che siano pari all’economia derivata
dagli acquisti associati anche per questo prodotto.
I prezzi di vendita di ciascun prodotto coincide con quelli medi penderati corrisposti dalla cooperativa all’imprenditore socio conferitore per le stesse varietà; anche questi prezzi sono al netto
dell’IVA (tabella 1).
Tabella 1 – Prezzi dei fattori produttivi e dei prodotti (IVA esclusa)
Unità di Misura (U.M.)
Prezzo unitario (Euro /
U.M.)
Fragola varietà Fortuna
quintale
115
Fragola varietà Sabrina
quintale
137
Melone varietà Pregiato
quintale
Melone varietà Soilman
quintale
45
pezzo
0,16
Lattuga
pezzo
B - Plastiche per la pacciamatura - larghezza (cm) per spessore (micron)
0,15
Descrizione
A – Prodotti destinata alla vendita
Cavolo rapa
LD-PE (1)
Telo 250 x 40 foratura a 8 file
40
chilogrammo
2,12
Telo 300 x 40 foratura a 10 file
chilogrammo
2,12
Telo 160 x 50 foratura a 2 file
chilogrammo
1,86
Telo 150 x 30 foratura a 1 fila
chilogrammo
1,95
chilogrammo
6,2
1.000 metri lineari
70
MBi-BASE (1)
Qualunque telo a confezione solo di 50 chili
C - Tariffe dei servizi eseguiti da terzi
Baulatura, pacciamatura e posa delle manichette
Fragola varietà Fortuna (telo LD-PE)
Fragola varietà Fortuna (telo Mbi-Base)
Rimozione ali e del telo pacciamante
Fragola varietà Fortuna
Fragola varietà Sabrina
Rimozione ali gocciolanti (solo)
Fragola varietà Fortuna
Fragola varietà Sabrina
D – Piantine per il trapianto
1.000 metri lineari
75
ettaro (coperto)
560
ettaro (coperto)
516
ettaro (coperto)
260
ettaro (coperto)
240
Fragola varietà Fortuna
piantina
0,19
Fragola varietà Sabrina
piantina
0,12
Melone varietà Pregiato
piantina
0,41
Melone varietà Soliman
piantina
0,44
Cavolo rapa
piantina
0,029
piantina
0,028
Trattorista (OTD Area 1- Livello 2)
ora
10,6
Raccoglitore ortaggi (OTD Area 3 - Livello 1)
ora
6,1
Lattuga
E – Lavoro paga oraria (CCPL Provincia di Caserta 2012-2015)
75
I trasferimenti pubblici previsti in applicazione all’OCM Ortofrutta
La circolare del MIPAF n. 5796 Determinazione degli importi forfettari e dei valori massimi ammissibili nei programmi operativi del 30 settembre 2013 (in vigore per il 2014 e prorogata nella
sostanza per tutto il 2015) riconosce con modalità diverse tre tipi di costi sostenuti dalle imprese:
i costi per la pacciamatura, quelli per la pacciamatura con materiale biodegradabile e quelli per
la gestione dei rifiuti inorganici non pericolosi. La circolare precisa le regole adottate per riconoscere ciascuna spesa per la quale poi è autorizzato il contributo che, ispirato al criterio della compartecipazione finanziaria, è pari al 50% della spesa ammessa. Nel dettaglio le regole seguite per
determinare i costi riconosciuti seguono due modalità: la quota forfettaria e il valore massimo
ammesso. La prima riconosce un importo di entità fissa indipendente dalla spesa effettiva sostenuta; la seconda vincola l’importo riconosciuto a un tetto massimo6. La stessa circolare definisce
che il contributo complessivo per la pacciamatura e il telo biodegradabile siano corrisposti una
sola volta per anno per la stessa parcella di superficie catastale coltivata. Infine ulteriori regole di
applicazioni sono modulate in relazione alla lunghezza del ciclo produttivo della coltura.
In particolare, come indicato nella tabella 2, il costo ammesso per l’intervento di pacciamatura è
quantificato in € 0,06 a m2 di telo pacciamante utilizzato (valore massimo) ed è riconosciuto solo
per le colture con un ciclo produttivo medio superiore ai 5 mesi e, per lo stesso appezzamento,
una sola volta nello stesso anno. Per la pacciamatura con materiale biodegradabile (certificato secondo la norma UNI 11183:2006) il costo riconosciuto è costituito da una quota forfettaria di 262
euro / ettaro e da una seconda componente il cui importo è di 378 euro / ettaro (valore massimo).
Anche in questo caso il costo è riconosciuto per la stessa particella catastale una sola volta nello
stesso anno. Infine, per la gestione dei rifiuti inorganici non pericolosi tra i quali ricadono anche
le plastiche per la pacciamatura è riconosciuto un importo forfettario di 0,10 euro a chilogrammo
di materiale plastico smaltito.
Nel corso dell’analisi è stato ipotizzato che i costi vincolati a un massimale siano riconosciuti
al livello più alto. Per la fragola (coltura a ciclo lungo) l’attribuzione del trasferimento pubblico
ricevuto (al livello massimo) è in modo pieno. Per le colture a ciclo breve, che potrebbero essere
in successione con più colture, l’entità del contributo si mantine entro una forchetta di valori il
cui valore massimo può essere al più uguale al contributo annuo concesso. È utile osservare che
attribuire in modo pieno l’importo del contributo corrisponde ad accettare l’ipotesi che la particella di terreno sia unicamente occupata da questa coltura a ciclo breve per essere lasciata incolta
per il resto del tempo, situazione possibile ma irrealistica almeno per le colture ortive protette.
6 La modalità a valore massimo prevede che se la spesa documentata sia inferiore al tetto massimo riconosciuto
venga riconosciuta solo quella effettivamente sostenuta, al contrario, se la spesa effettiva superi il vilello massimo
vienga riconosciuto unicamente nella misura del valore massimo.
76
Tabella 2 – Interventi in applicazione dell’OCM Ortofrutta
Importi forfettari e ammissibili in applicazione del Regolamento n.1234/2007 - Settore ortofrutta
Descrizione
Unità di Misura (U.M.)
Importo unitario (Euro / U.M.)
A – Uso pacciamatura in LD-PE (solo per colture a ciclo medio superiore a 5 mesi)*
Importo riconosciuto
0,06
m2 di telo
B – Gestione spese smattimento materiali plastici *
Recupero e pulizia
chilogrammo di materiale
Trasporto
chilogrammo di materiale
0,04
0,06
C - Pacciamatura biodegradabilie (tutte le colture)*
Costo aggiuntivo pacciamtura (1)
ettaro
378
Altri maggiorcosti riconosciuti (2)
ettaro
262
(1) Valore massimo riconosciuto
(2) Valore forfettario
*Le spese sono ricosciute una sola volta per anno e vengono coperte al 50% con fondi pubblici
Analisi dei risultati per singola coltura
L’analisi economica è stata eseguita per verificare quali delle due alternative di scelta è da preferire e precisare le determinanti che pesano su questo risultato. Il parametro economico del reddito netto (parziale) della coltura è ottenuto come differenza tra il valore della produzione e i costi.
Al fine di facilitare l’interpretazione dei risultati è utile ricordare che i ricavi identificano il valore
della produzione vendibile, mentre ai costi concorrono unicamente quelle voci i cui importi sono
risultati differenti tra le due alternative e che giocano, in virtù di questa differenza, un ruolo
determinante in fase di giudizio. In questo caso, la differenza tra ricavo e costi (bilancio parziale
della coltura) identifica una misura approssimata di come la singola attività produttiva contribuisca al reddito netto aziendale; più esattamente la differenza tra il reddito netto (approssimato)
e quello effettivo della coltura è costante per entrambe le alternative ed è pari al totale dei costi
comuni alle due alternative. In seguito identificheremo la differenza tra valore della produzione
e costi con il termine di reddito, utilizzato solo per rendere più agevole la esposizione.
Nelle pagine successive i risultati saranno presentati dettagliando i costi in due categorie. La
prima riunisce i costi per i mezzi tecnici e i servizi (i costi per i fattori a logorio totale). In questa categoria sono inclusi i costi per carburanti e lubrificanti dell macchine aziendali, quelli per
l’acquisto dei teli pacciamenti e per l’esecuzione dell’operazione di pacciamatura, posa delle
manichette e sistemazione a baule del terreno eseguita dai contoterzisti, i costi per i servizi forniti
da terzi per il recupero a fine coltivazione delle manichette e dei teli e quelli per lo smaltimento
del telo in polietilene.
La seconda componente è costituita dai costi per le remunerazioni corrisposte a coloro che hanno
fornito i fattori produttivi aziendali; questa componente è costituita dalle remunerazioni al lavoro
generico e specializzato e, solo per la fragola, dai costi di anticipazione7.
Infine alla differenza tra ricavi e costi sono aggiunti i trasferimenti pubblici in modo da disporre
di una doppia valutazione di “reddito senza e reddito con” contributi pubblici in modo da verifi7 I costi di anticipazione sono considerati solo per la fragola perché il ciclo produttivo di questa coltura non è mai
inferiore ai 10 mesi, pertanto il periodo di anticipazione è lungo e gli importi necessari per l’acquisto del telo pacciamante e l’esecuzione dell’operazione di pacciamatura anticipati per tutta la durata della coltivazione. Queste stesse
considerazioni hanno portato a ritenere irrilevanti i costi di anticipazione per tutte le altre colture.
77
care se e in che misura l’intervento pubblico influisca sul giudizio di convenienza.
Una volta individuato la soluzione più conveniente, è interessante migliorare la comprensione
degli elementi che hanno influito sul giudizio. A tal fine si esegue la scomposizione del differenziale di reddito tra delle due alternative, avendo come base di riferimento la scelta attuale (telo
in LD-PE). Operativamente per ciascuna voce (ricavi o costi) è misurata la differenza tra quelle
corrispondenti alle due attività, successivamente classificata, a seconda del risultato, tra effetti
di miglioramento del reddito (maggiori ricavi, minori costi) o tra quelli che ne hanno causato un
suo peggioramento (minori ricavi, maggiori costi).
Nella formulazione del giudizio di convenienza si è considerato che esista una situazione di
indifferenza qualora la differenza tra il reddito con telo biodegradabile e quello con il telo tradizionale non superi i 1.000 euro in valore assoluto; il giudizio sarà positivo se maggiore di questa
soglia e negativo nel caso contrario.
I risultati saranno discussi presentando prima le coltivazioni a ciclo lungo (fragola varietà Fortuna e fragola varietà Sabrina) e poi il gruppo di quelle a ciclo più breve (melone varietà Pregiato,
melone varietà Soliman, cavolo rapa e lattuga).
Fragola
Con riferimento al confronto tra le prove di collaudo, per la fragola varietà Fortuna il giudizio
di convenienza per il telo biodegradabile è positivo. Come appare evidente dal confronto tra i
risultati riportati nella tabella 3 la differenza di reddito tra i due processi di produzione è dovuta
principalmente ai maggiori ricavi (+6.045 euro) per metà destinati a coprire i maggiori costi
totali (lavoro e telo MBi-base). Infine è da rilevare come l’importo per il trasferimento pubblico
previsto per la pacciamantura in polietilene sia di poco superiore a quello per il telo biodegradabile, cosicché non modifica il giudizio, stabile anche considerando il reddito al lordo dei trasferimenti pubblici.
Adottando ora il punto di vista dell’azienda (tabella 3), il differenziale di reddito si riduce. La
struttura dei costi tra le due alternative è ora molto più simile così come la differenza tra i ricavi.
Il risultato è che il giudizio di convenienza cambia iindicando una indifferenza tra le due alternative
Tabella 3 – Giudizio di convenienza all’adozione per la fragola
CONVENIENZA AD ADOTTARE l'INNOVAZIONE
VALUTAZIONE ECONOMICA
CONVENIENZA AD ADOTTARE l'INNOVAZIONE
VALUTAZIONE ECONOMICA
CONFRONTO TRA I RISULTATI DELLA SPERIMENTAZIONE
Sperimentazione
Azienda
Sperimentazione
LD-PE
MBI-Base
56.170
26.970
2.665
1.225
625
560
95
24.305
58.730
28.805
3.490
2.400
670
260
25.315
2.725
29.200
29.925
725
-145
2.580
465
320
30.245
-145
580
Variazioni Positive di
reddito
LD-PE
MBI-Base
A - Valore della produzione vendibile (Euro / ettaro)
B - Costi (Euro / ettaro)
B1 - Costi per fattori a lorogio totale - Mezzi tecnici, servizi e altro
Telo pacciamante - Acquisto
Telo pacciamante - Stesura
Telo pacciamante - Rimozione
Telo pacciamante - Smaltimento
B2 - Costi per remunerazione - Lavoro e altri fattori produttivi aziendali
52.685
25.485
2.665
1.225
625
560
95
22.820
58.730
28.805
3.490
2.400
670
260
C - Differenza (A-B) (Euro / ettaro)
27.200
29.925
465
320
30.245
Maggiori
ricavi
CONFRONTO TRA AZIENDA e SPERIMENTAZIONE
Variazioni Negative di
reddito
Minori
costi
Minori
ricavi
Maggiori
costi
FRAGOLA varietà Fortuna
D - Trasferimenti pubblici (OCM Orfotrutta) (Euro)
E - Differenza (A-B) inclusi i trasferimenti pubblici (Euro / ettaro)
27.665
3.320
825
1.175
45
300
95
2.495
29.665
FRAGOLA varietà Sabrina
A - Valore della produzione vendibile (Euro / ettaro)
B - Costi (Euro / ettaro)
B1 - Costi per fattori a lorogio totale - Mezzi tecnici, servizi e altro
Telo pacciamante - Acquisto
Telo pacciamante - Rimozione
Telo pacciamante - Smaltimento
B2 - Costi per remunerazione - Lavoro e altri fattori produttivi aziendali
C - Differenza (A-B) (Euro / ettaro)
D - Trasferimenti pubblici (OCM Orfotrutta) (Euro)
E - Differenza (A-B) inclusi i trasferimenti pubblici (Euro / ettaro)
49.445
22.420
3.055
2.380
240
57.170
24.379
2.349
1.215
516
98
22.030
19.260
32.791
27.025
458
320
27.345
33.249
Minori
ricavi
Maggiori
costi
2.560
1.835
825
1.175
45
300
95
1.010
FRAGOLA varietà Sabrina
7.725
49.445
22.420
3.055
2.380
240
64.785
27.109
2.354
1.215
516
98
24.755
19.260
-5.766
37.676
27.025
-10.651
-138
-5.904
458
38.134
320
27.345
-138
-10.789
1.959
276
98
2.770
78
Minori costi
FRAGOLA varietà Fortuna
6.045
25.315
Variazioni Negative di
reddito
Variazioni Positive di
reddito
Maggiori
ricavi
706
1.165
15.340
4.689
276
98
5.495
701
1.165
Del tutto opposto il giudizio di convenienza nel caso della fragola varietà Sabrina.
Considerando inizialmente i risultati dei processi produttivi associati alle prove di collaudo (tabella 3),
il giudizio di convenienza è avverso al telo biodegradabile; i risultati di reddito per la coltivazione su telo MBi-base sono inferiori rispetto all’impiego del telo tradizionale, la differenza maggiore osservata tra le colture considerate. La ragione risiede nel basso livello dei ricavi legato
alle rese di produzione.
Se il confronto è condotto tra azienda e sperimentazione, il giudizio si conferma e si rafforza; la
differenza tra i ricavi diventa ancora più ampia.
Melone
Per la varietà Pregiato, il confronto delle prove sperimentali evidenzia ricavi e costi molto simili
(tabella 4). Il giudizio di convenienza per le coltivazioni su telo biodegradabile è di indifferenza
tra le alternative. Per la coltura a ciclo inferiore a 5 mesi, qual è il melone, il contributo pubblico
riconosce unicamente i costi sostenuti per l’acquisto del telo biodegradabile tuttavia il giudizio
di indifferenza tra le due alternative non cambia.
Passando al confronto tra i risultati medi dell’azienda (per la stessa varietà) e quelli per la sperimentazione con telo MBi-base, il giudizio diventa favorevole al telo biodegradabile, in questo
caso, infatti, la produzione vendibile supera quella media aziendale ottenuta sul telo in LD-PE.
Per la varietà Soliman il confronto tra i risultati della sperimentazione conduce ancora una volta
a un giudizio di indifferenza tra le due alternative (tabella 4) e come in precedenza i trasferimenti
pubblici a favore del telo biodegradabile non modificano il giudizio.
Molto diverso è il giudizio tra telo biodegradabile e azienda che penalizza il telo MBi-base. Le
motivazioni sono da individuare nel minore valore della produzione a fronte di costi equiparabili tra le due alternative. Il giudizio formulato considerando i reddito al lordo dei trasfrimenti
pubblici non cambia.
Tabella 4 - Giudizio di convenienza all’adozione per il melone
CONVENIENZA AD ADOTTARE l'INNOVAZIONE
VALUTAZIONE ECONOMICA
CONVENIENZA AD ADOTTARE l'INNOVAZIONE
VALUTAZIONE ECONOMICA
CONFRONTO TRA I RISULTATI DELLA SPERIMENTAZIONE
Sperimentazione
LD-PE
MBI-Base
CONFRONTO TRA AZIENDA e SPERIMENTAZIONE
Variazioni Positive di
reddito
Variazioni Negative di
reddito
Maggiori
ricavi
Minori
ricavi
Minori
costi
Maggiori costi
Azienda **
Sperimentazione
LD-PE
MBI-Base
MELONE varietà Pregiato
A - Valore della produzione vendibile (Euro / ettaro)
B - Costi (Euro / ettaro)
B1 - Costi per fattori a lorogio totale - Mezzi tecnici, servizi e altro
Telo pacciamante - Acquisto
Telo pacciamante - Smaltimento
B2 - Costi per remunerazione - Lavoro e altri fattori produttivi aziendali
9.410
2.155
380
335
25
1.775
10.755
2.860
800
735
C - Differenza (A-B) (Euro / ettaro)
7.255
7.895
10
320
7.265
8.215
D - Trasferimenti pubblici (OCM Orfotrutta) (Euro)*
E - Differenza(A-B) inclusi i trasferimenti pubblici (Euro / ettaro)
10.755
2.860
800
735
640
6.540
7.895
1.355
310
950
10
320
310
6.550
8.215
1.665
285
MELONE varietà Soliman
15.290
4.585
2.600
330
25
1.985
16.165
5.655
3.055
730
C - Differenza (A-B) (Euro / ettaro)
10.705
10.510
10
320
10.830
D - Trasferimenti pubblici (OCM Orfotrutta) (Euro)*
E - Differenza (A-B) inclusi i trasferimenti pubblici (Euro / ettaro)
10.715
2.130
2.060
775
425
405
25
350
19.125
4.655
2.225
380
25
2.430
16.165
5.655
3.055
730
-195
14.470
10.510
-3.960
310
115
10
320
10.830
310
-3.650
1.070
455
400
25
615
* Il contibuto per il telo biodegradabile è attribuito alla coltura al valore massimo
**Il telo in LD-PE è riusato per una seconda coltura
Maggiori
costi
MELONE varietà Soliman
875
2.600
Minori
ricavi
Minori
costi
8.625
2.085
375
330
25
1.710
705
420
400
25
A - Valore della produzione vendibile (Euro / ettaro)
B - Costi (Euro / ettaro)
B1 - Costi per fattori a lorogio totale - Mezzi tecnici, servizi e altro
Telo pacciamante - Acquisto
Telo pacciamante - Smaltimento
B2 - Costi per remunerazione - Lavoro e altri fattori produttivi aziendali
Variazioni Negative di
reddito
Maggiori
ricavi
MELONE varietà Pregiato
1.345
2.060
Variazioni Positive di
reddito
14.480
2.600
2.960
1.000
830
350
25
170
Cavolo rapa e lattuga
Il confronto tra le prove di collaudo per il cavolo rapa si conclude con un giudizio sfavorevole
79
per il telo biodegradabile, che consente un reddito minore rispetto a quello tradizionale. Ancora
una volta le minori rese e dunque il minore valore della produzione vendibile condiziona il risultato. Il giudizio rimane confermato anche considerando i reddito al lordo dei contributi (tabella
5).
Il confronto tra i risultati produttivi aziendali e quelli ottenuti utilizzando il telo biodegradabile
si conclude con lo stesso giudizio motivato ancora una volta dai minori ricavi ottenibili con il
telo biodegradabile rispetto a quello tradizionale. Per la lattuga il confronto tra i risultati delle
prove sperimentali è di indifferenza tra le due modalità alternative di pacciamatura. Il giudizio
formulato confrontando i risultati aziendali e il telo MBi-base cambia diventando sfavorevole
per il telo biodegradabile (tabella 5).
Tabella 5 - Giudizio di convenienza all’adozione per il cavolo rapa e la lattuga
CONVENIENZA AD ADOTTARE l'INNOVAZIONE
VALUTAZIONE ECONOMICA
CONVENIENZA AD ADOTTARE l'INNOVAZIONE
VALUTAZIONE ECONOMICA
CONFRONTO TRA I RISULTATI DELLA SPERIMENTAZIONE
Sperimentazione
Variazioni Positive di
reddito
LD-PE
MBI-Base
A - Valore della produzione vendibile (Euro / ettaro)
B - Costi (Euro / ettaro)
B1 - Costi per fattori a lorogio totale - Mezzi tecnici, servizi e altro
Telo pacciamante - Acquisto
Telo pacciamante - Smaltimento
B2 - Costi per remunerazione - Lavoro e altri fattori produttivi aziendali
15.770
7.435
4.060
765
35
3.375
14.390
7.910
4.410
1.370
C - Differenza (A-B) (Euro / ettaro)
8.335
6.480
20
320
6.800
Maggiori
ricavi
CONFRONTO TRA AZIENDA e SPERIMENTAZIONE
Variazioni Negative di
reddito
Minori
costi
Minori
ricavi
Maggiori
costi
Azienda **
CAVOLO RAPA varietà Morre
D - Trasferimenti pubblici (OCM Orfotrutta) (Euro)*
Sperimentazione
LD-PE
Variazioni Positive di
reddito
Variazioni Negative di
reddito
Maggiori
ricavi
Minori
ricavi
Minori
costi
CAVOLO RAPA varietà Morre
1.380
16.850
7.290
3.660
385
15
3.630
14.390
7.910
4.410
1.370
-1.856
9.560
6.480
-3.080
300
-1.556
10
320
9.570
6.800
310
-2.770
16.165
13.895
3.755
390
25
10.140
12.800
11.785
3.915
1.165
475
350
605
35
3.500
125
2.460
620
750
985
15
130
3.500
E - Differenza (A-B) inclusi i trasferimenti pubblici (Euro / ettaro)
8.355
A - Valore della produzione vendibile (Euro / ettaro)
B - Costi (Euro / ettaro)
B1 - Costi per fattori a lorogio totale - Mezzi tecnici, servizi e altro
Telo pacciamante - Acquisto
Telo pacciamante - Smaltimento
B2 - Costi per remunerazione - Lavoro e altri fattori produttivi aziendali
16.165
14.220
4.175
780
55
10.045
C - Differenza (A-B) (Euro / ettaro)
1.945
1.015
-930
2.270
1.015
-1.255
20
320
1.335
300
-630
10
320
2.280
1.335
310
-945
LATTUGA varietà Mizio
D - Trasferimenti pubblici (OCM Orfotrutta) (Euro)*
E - Differenza (A-B) inclusi i trasferimenti pubblici (Euro / ettaro)
1.965
12.800
11.785
3.915
1.165
LATTUGA varietà Mizio
2.435
260
3.365
385
55
2.175
7.870
Maggiori
costi
7.870
2.110
3.365
160
775
25
2.270
* Il contibuto per il telo biodegradabile è attribuito alla coltura al valore massimo
**Il telo in LD-PE è riusato per una seconda coltura
L’analisi dell’insieme dei risultati ottenuti in fase di formulazione dei giudizi di conveneinza
offre l’opportunità di formulare considerazioni in merito a tre aspetti: i) la stabilità dei giudizi
tra le due prove sperimentali e tra i risultati medi aziendali e l’innovazione del telo biodegradabile, ii) il ruolo dei trasferimenti pubblici, iii) gli elementi comuni che motivano i giudizi di
convenienza.
Il quadro di sintesi proposto nella tabella 6 evidenzia che nel confronto azienda-sperimentazione
nella metà dei casi il giudizio cambia rispetto a quello formulato per le prove sperimentali; in
particolare questo accade per le colture a ciclo breve per effetto sia di ricavi medi aziendali più
alti per i teli LD-PE che per il contenimento dei costi possibile riusando i materiali.
La completa stabilità dei giudizi rispetto ai trasferimenti pubblici evidenzia come gli interventi
previsti non modifichino il giudizio di conevienza. Infine, il giudizio formulato per i teli biodegradabili è ovviamente legato al valore della produzione, come è leggittimo attendersi, ma anche
dalla rigidità nella struttura dei costi dovuta a un costo per il telo doppio rispetto a quello dei teli
tradizionali, pesando ancor più sui risultati delle coltivazioni il cui valore della produzione è già
contenuto.
80
Tabella 6 – Giudizi di convenienza economica – sintesi dei risultati
GIUDIZIO DI CONVENIENZA ECONOMICA
CONFRONTO TRA I RISULTATI DELLA
SPERIMENTAZIONE
CONFRONTO TRA AZIENDA
e SPERIMENTAZIONE
Reddito al netto dei
trasferimenti pubblici
Reddito al lodo dei
trasferimenti pubblici
Reddito al netto dei
trasferimenti pubblici
Reddito al lodo dei
trasferimenti pubblici
Fragola varietà Fortuna
MBi-base
MBi-base
MBi-base / LD-PE
MBi-base / LD-PE
Fragola varietà Sabrina
LD-PE
LD-PE
LD-PE
LD-PE
Melone varietà Pregiato
MBi-base / LD-PE
MBi-base / LD-PE
MBi-base
MBi-base
Melone varietà Soliman
MBi-base / LD-PE
MBi-base / LD-PE
LD-PE
LD-PE
Cavolo rapa
Lattuga
LD-PE
LD-PE
LD-PE
LD-PE
MBi-base / LD-PE
MBi-base / LD-PE
LD-PE
MBi-base / LD-PE
Poiché il costo del telo biodegradabile è spesso indicato come uno degli ostacoli alla più ampia
adozione di questa innovazione, di seguito sono proposti i risultati di due simulazioni (scenario 1
e scenario 2) in cui i giudizi di convenienza sono riformulati sotto l’ipotesi che il prezzo del telo
biodegradabile subisca una riduzione di prezzo, rispettivamente del 15% e del 30%. I risultati di
questa analisi sono confrontati con quelli già ottenuti (scenario 0).
La tabella 7 riporta le differenze di reddito tra i processi con teli in MBi-base e quelli tradizionali per le due prove sperimentali8 sui quali si basa il giudizio di convenienza. In undici casi
sui dodici considerati il giudizio di convenienza già formulato nello scenario 0 non si modifica,
nonostante il prezzo si riduca da 6,2 euro al chilo a 4,34 euro al chilo.
La stessa analisi ripetuta per il confronto tra i risultati aziendali e l’alternativa dei teli in MBibase sono proposti nella tabella 8. Ancora una volta in dieci casi sui dodici considerati la riduzione di prezzo non comporta modifiche nei giudizi di conveneinza.
Tabella 7 – Confronto tra le prove sperimentali - giudizi di convenienza ipotizzando riduzioni del prezzo per i teli
MBi-base
CONFRONTO TRA I RISULTATI DELLA SPERIMENTAZIONE
Confronto al netto dei trasferimenti pubblici
Scenario 0
Prezzo attuale
6,2
Scenario 1
-15%
5,27
Scenario 2
-30%
4,34
Confronto al lordo dei trasferimenti pubblici
Scenario 0
Scenario 1
Scenario 2
Prezzo attuale
6,2
-15%
5,27
-30%
4,34
Fragola varietà Fortuna
2.725
3.080
3.440
2.580
2.941
3.302
Fragola varietà Sabrina
-5.766
-5.430
-5.070
-5.904
-5.543
-5.182
Melone varietà Pregiato
640
748
860
950
1.061
1.171
Melone varietà Soliman
-195
-85
22
115
225
334
-1.856
-1.635
-1.430
-1.556
-1.350
-1.145
-930
-760
-585
-630
-455
-280
Cavolo rapa
Lattuga
8 Le differenze sono calcolate sottraendo dal reddito dei processi produttivi in MBi-base quello dei processi du
teli tradizionali. Il giudizio a favore del telo biodegradabile è positivo se tale differenza superi i 1.000 euro, negativo
quando è inferiore a -1.000 euro ed è di indifferenza se in valore assoluto è minore ai 1.000 euro.
81
Tabella 8 – Confronto tra azienda e sperimentazione - giudizi di convenienza ipotizzando riduzioni del prezzo per i
teli MBi-base
CONFRONTO TRA AZIENDA E SPERIMENTAZIONE
Confronto al netto dei trasferimenti pubblici
Confronto al lordo dei trasferimenti pubblici
Scenario 0
Prezzo attuale
6,2
Scenario 1
-15%
5,27
Scenario 2
-30%
4,34
Scenario 0
Scenario 1
Scenario2
Prezzo attuale
6,2
-15%
5,27
-30%
4,34
Fragola varietà Fortuna
725
1.085
1.445
580
940
1.300
-10.065
Euro / chilo
Fragola varietà Sabrina
-10.651
-10.290
-9.930
-10.789
-10.428
Melone varietà Pregiato
1.355
1.465
1.575
1.665
1.775
1.885
Melone varietà Soliman
-3.960
-3.850
-3.740
-3.650
-3.540
-3.430
Cavolo rapa
-3.080
-2.875
-2.668
-2.770
-2.565
-2.358
Lattuga
-1.255
-1.080
-905
-945
-770
-595
Considerazioni conclusive
I teli pacciamanti biodegradabili costuiscono una alternativa a quelli in polietilene a bassa densità. La valutazione della loro convenienza è stata eseguita con riferimento alla coltura della fragola, del melone, cavola rapa e lattuga realizzate in aziende agricole socie della cooperativa Sole.
Sono stati proposti due distinti giudizi, un primo ponendo a confronto diretto le prove sperimentali, il secondo valutando in parallelo i processi produttivi aziendali e quelli della sperimentazione del telo MBI-base. Con riferimento alle peculiarità del caso-studio, lo schema adottato per
l’analisi della convenienza è del tipo breve periodo a bilancio parziale. Il parametro economico
utilizzato per il giudizio è costituito dalla differenza tra i ricavi totali e le sole componenti di
costo che connotano la diversità tra le due modalità produttive alternative.
I risultati caratterizzano una situazione articolata. Limitatamente al confronto tra le prove di collaudo, la convenzienza all’adozione dei teli biodegradabili è verificata solo per la fragola varietà
Fortuna; per un secondo gruppo di attività, costituite dal melone varietà Pregiato, melone varietà
Soliman e lattuga, i teli in LD-PE e quelli MBi-base possono essere ritenuti in buona sostanza
equivalenti in termini di convenienza. Il giudizio di convenienza in senso stretto è quello formulato confrontando i risultati aziendali con quelli della situazione alternativa (teli MBi-base). In
questo caso il giudizio di convenienza è più nettamente a favore del telo biodegradabile solo per
il melone varietà Pregiato mentre per la fragola varietà Fortuna è di equivalenza. In tutti gli altri
casi è quello tradizionale ad essere preferito. Questa diversità tra i due livelli di giudizio, evidenzia il ruolo determinante delle rese produttive e, dunque, dei ricavi sul giudizio di convenienza.
Gli interventi di politica agricola per il settore ortofrutticolo prevedono interventi a favore della
pacciamattura, i teli in materiale biodegradabile e lo smaltimento dei residui inorganici non
pericolosi, coprendo una parte dei costi. Le modalità di applicazione per le colture a ciclo breve
prevedono di fatto trasferimenti legati al solo impiego di teli biodegradabili, mentre per le colture
a ciclo lungo questa diversità scompare. Nonostante la modulazione prevista per gli interventi e
la scelta di attribuire i contributi al livello massimo e a quota intera per tutte le colture (anche per
quelle a ciclo breve), nel nostro caso-studio i giudizi di convenienza con e senza i trasferimenti
pubblici non variano.
Allo stesso modo l’ipotesi di una riduzione del prezzo del telo in MBi-base del 15% e del 30%
rispetto a quello attuale (6,2 euro a chilo) non modifica il giudizio formulato in base ai risultati
valutati a prezzo pieno.
82
Piano di comunicazione e divulgazione dei risultati del progetto
Giovanni Esposito, ADV SINOPIA Scarl
Luigi Morra, CREA-Unità di ricerca per la Frutticoltura di Caserta
La comunicazione e divulgazione dei risultati del progetto PABIORFRU è stata considerata
una prassi da mettere in campo durante lo svolgimento delle attività nel tentativo di suscitare
interesse e coinvolgere sulla tematica trattata, differenti target: gli agricoltori della Cooperativa
partner e non, tecnici e ricercatori di enti pubblici e privati di ricerca, associazioni di consumatori, nonché la Grande Distribuzione Organizzata e i funzionari e dirigenti dell’Assessorato
all’Agricoltura della Regione Campania.
La comunicazione gioca un ruolo determinante in quanto strumento funzionale a lanciare nuove
tecnologie e plasmare nuove consapevolezze collettive in materia di ambiente; a far conoscere
nuovi processi produttivi, usando linguaggi adeguati al tipo di pubblico a cui sono rivolti i messaggi da divulgare.
Pertanto, una prima scelta strategica condivisa tra tutto il partenariato è stata quella di affidare
ad un’azienda, esperta di comunicazione e marketing, il compito di creare un’immagine unitaria, coerente e immediatamente riconoscibile del progetto PABIORFRU, al fine di veicolarla
efficacemente presso i diversi target. Il soggetto preposto ha direttamente ideato e gestito, in
collaborazione con il coordinatore tecnico-scientifico del progetto, il programma degli eventi di
comunicazione e divulgazione. La Società incaricata, ADV SINOPIA, ha individuato due linee
di sviluppo del piano di comunicazione:
Identità del progetto, marchio ed elementi istituzionali: progettazione di un insieme, coerente
e significativo, di segni grafici ed elementi visuali che potevano dare un’identità unica e riconoscibile al progetto, in modo da ricondurre l’articolato piano di attività all’obiettivo primario del
progetto, ossia la promozione dei vantaggi della pacciamatura biodegradabile, qualificando la
produzione agricola in un’ottica di sostenibilità ambientale.
Ideazione, segni grafici, slogan della campagna di comunicazione: i valori dell’intervento, con
un forte accento su quelli della “cultura ambientale” e del territorio, sono riportati in ogni singolo
elaborato, sia esso composto da segni, foto e testi. La comunicazione, inoltre, tende a ottenere il
coinvolgimento positivo dei diversi target sugli obiettivi di miglioramento dell’ambiente e della
qualità dei prodotti.
83
Il piano di divulgazione è stato articolato attraverso le seguenti iniziative:
Fase progettuale
Evento
Periodo e luogo
Attività previste
1.
Prove di fragola, lattuga
e cavolo rapa in corso
Incontro di
presentazione del
progetto
30 gennaio 2015 a
Parete
Organizzazione dell’evento,
creazione di una mailing list,
cartelloni informativi, brochure,
acquisto di pagine pubblicitarie
2.
Presentazione progetto
Creazione del sito
web del progetto
Creazione e gestione del sito:
www.pabiorfru.it
Prove di fragola e melone in corso
Visite guidate alle
prove di campo
28 aprile, 12, 13 e
19 maggio 2015
Pullman a disposizione per il
movimento degli ospiti, brochure
illustrativa dei risultati parziali
delle prove, visita alle aziende e
allo stabilimento della Coop
Prove di fragola e melone in corso
Banchi di degustazione dei prodotti delle attività
sperimentali
23 maggio 2015
presso Supermercato Coop di Napoli,
30 maggio presso
IperCoop di Quarto
(NA)
Banchi dedicati per la degustazione di varie preparazioni a base
di fragola e melone; brochure di
presentazione del progetto
5.
Conclusione prove sperimentali, elaborazione
dati raccolti
Organizzazione convegni
conclusivi per la
presentazione dei
risultati
22 settembre 2015
presso CREA- Centro di Orticoltura di
Pontecagnano; 30
settembre presso
sede Coop Sole di
Parete
A Pontecagnano è stato organizzato un workshop per la presentazione dei risultati nell’areale
della Piana del Sele; a Parete il
convegno finale
6.
Conclusione prove sperimentali, elaborazione
dati raccolti
Distribuito al
momento degli
eventi convegnistici
conclusivi
Volume a stampa con ISBN con i
risultati delle valutazioni agronomiche ed economiche
7.
Conclusione prove sperimentali, elaborazione
dati raccolti
Distribuito al
momento degli
eventi convegnistici
conclusivi
Filmato descrittivo delle fasi del
progetto, dei principali risultati e
tutorial per il corretto uso dei film
biodegradabili in campo
3.
4.
Pubblicazione
volume con
i risultati del
progetto
Distribuzione
di un filmato in
DVD sul progetto
prodotto da Road
Media News
S.a.s.
84
- Convegno di presentazione del progetto PABIORFRU: Parete, 30 gennaio 2015
L’evento è stato articolato (Fig. 1) in una serie di interventi che avevano l’obiettivo di far cogliere le motivazioni e le attese del partner ‘Cooperativa SOLÈ verso le attività progettuali
previste. L’importanza e il ruolo del progetto, sul territorio in cui insiste la base associativa della
Cooperativa, sono stati tratteggiati dal Dr Di Gennaro. Il suo intervento ha messo in evidenza
il ruolo, centrale, che riveste l’agricoltura, sia da un punto di vista economico che di presidio
del territorio, in un’area dove apparentemente un disordinato sviluppo urbanistico sembrerebbe
aver ridotto in frammenti insignificanti le aree coltivate. Il seguito degli interventi programmati,
ha descritto le attività previste e le caratteristiche del materiale innovativo su cui si sono incentrate tutte le prove: il Mater-Bi® della Novamont S.p.a.. Tutti gli interventi sono reperibili sul
sito del progetto www.pabiorfru.it.
All’incontro hanno partecipato circa 80 persone.
Figura 1: Brochure con il programmadell’incontro
di presentazione
Figura 2: La sala del convegno
85
Figura 3: Sala convegno con in primo piano alcuni prodotti
stagionali della Cooperativa
Figura 4: Il tavolo dei relatori
- Le visite guidate alle prove sperimentali
Le visite, svolte secondo il calendario riportato nella locandina di presentazione (Figura 5), hanno avuto lo scopo di avvicinare, il mondo degli addetti ai lavori e non, alla realtà agricola della
Cooperativa e alle prove sperimentali condotte in alcune delle aziende associate . Prove il cui
fine era quello di raccogliere elementi per la implementazione di un prodotto innovativo che
implicava una modificazione dei processi produttivi. La valenza di questi incontri è stata particolarmente evidente, quando a partecipare sono stati gruppi di cittadini e di studenti universitari.
In entrambi i casi, seppur partendo da una conoscenza del mondo dell’agricoltura diversa, si è
86
potuto apprezzare l’impatto fortemente positivo, che la divulgazione della conoscenza del mondo della produzione e della ricerca, può dare. Nozioni di cui spesso si ignorano l’importanza
economica e la complessità organizzativa.
Il numero totale di partecipanti alle visite è stato di 66, dei quali 12 nel primo appuntamento, 11,
24 e 19 nei successivi.
Figura 6: La locandina di pubblicizzazio- Figura 7: Un gruppo di ospiti in un’azienda Cooperativa. Sullo sfondo il
ne delle visite guidate alle prove.
pullman a disposizione per gli spostamenti.
Figura 8: Un gruppo di studenti universitari del corso di laurea Magistrale presso il Dipartimento di Agraria
dell’Università Federico II di Napoli
87
Figura 8: Un momento di una visita presso un’
delle prove su Azienda coinvolta nelle prove.
Figura 9: presentazione di una fragola
- Banchi di degustazione presso punti vendita della Grande Distribuzione Organizzata
Presso due punti vendita, della catena di supermercati COOP, sono stati allestiti dei banchi di
degustazione dei prodotti coltivati nella prova. Il numero di persone interessate alla degustazione
ed ai prodotti è stato notevole. Sono stati serviti circa 9000 assaggi. Questo dato, ha messo in
evidenza la validità dello strumento di marketing ai fini divulgativi e commerciali. Per la Cooperativa SOLE, gli eventi hanno rappresentato un veicolo pubblicitario notevole per accreditarsi ad
un pubblico che, proprio in Campania, tende ad essere diffidente verso i prodotti agricoli locali,
in quanto considerati pericolosi perché associati alle notizie allarmistiche che i media veicolano a proposito dell’inquinamento dei territori agricoli. Portare all’attenzione popolare i propri
prodotti, proposti in preparazioni gastronomiche fantasiose e accattivanti è stata un’iniziativa di
successo. Meno semplice è stato veicolare notizie relative alla specifica realtà progettuale anche
perché nelle date in cui sono stati realizzati gli eventi, non erano ancora disponibili i dati sui valori organolettici e nutraceutici dei prodotti provenienti dalle pacciamature in Mater-Bi. Tuttavia,
con tempi più lunghi a disposizione, questo tipo di strumento può consentire una divulgazione
al grande pubblico con messaggi semplici, proposti in forme attraenti che possono realmente
“passare” senza filtri distorsivi.
Figura 10: Il banco di degustazione presso un
supermercato COOP dei prodotti provenienti dalle
prove aziendali.
88
figura 11: Frullati e spiedini con fragole e melone
Figura 12: Preparazioni gastronomiche a base di fragole
89
Considerazioni a margine sull’efficacia delle azioni di divulgazione
I tempi di realizzazione della maggior parte delle attività progettuali legate allo svolgimento
delle prove sperimentali-dimostrative di campo, sono stati concentrati in dieci mesi da ottobre
2014 a luglio 2015. Questo vincolo, posto dai tempi molto stretti per la realizzazione dei progetti
finanziati con l’ultimo bando per il PSR 2007-2013, ha determinato una compressione della tempistica di realizzazione delle varie attività di comunicazione. Alcune attività divulgative previste
sono state effettuate quando una parte del messaggio, che si voleva veicolare, non era ancora
disponibile poiché le attività sperimentali in corso non avevano ancora prodotto i risultati da
pubblicizzare. La stessa riflessione sulle informazioni acquisite dalle attività sperimentali e sul
modo migliore per presentarle non ha potuto beneficiare di tempi adeguati.
Al di là di questo limite, imposto dalle circostanze, il tentativo realizzato di darsi un piano di comunicazione affidandolo a persone con specifiche competenze è stato sicuramente un’intuizione
valida e da ripetere in futuri progetti. Infatti, per chi è impegnato a fare ricerca e sperimentazione
appare veramente difficile poter dedicare tempo al coordinamento e, soprattutto, all’elaborazione
delle modalità con cui veicolare i risultati, oltre che alla loro materiale organizzazione. Molto più
stimolante ed efficace è stato, invece, il confronto tra addetti alla ricerca, alla comunicazione/
marketing e imprenditori agricoli, nel comune sforzo di riempire dei contenuti offerti da un progetto di sperimentazione, messaggi tesi ad accreditare una realtà imprenditoriale agli occhi di un
pubblico fatto non solo di tecnici e ricercatori.
A dispetto delle premesse, il coinvolgimento nelle attività dimostrative e divulgative (visite guidate) dei soci della Cooperativa SOLE, ha avuto qualche difficoltà considerata l’assenza di
agricoltori alle visite effettuate presso le aziende di alcuni dei soci. D’altronde, il fatto che queste
siano state posizionate sempre di mattina dei giorni feriali ha rappresentato un serio ostacolo alla
piena partecipazione di agricoltori e tecnici impegnati nel loro lavoro. Pertanto, lo strumento
delle visite guidate in campo va ripensato non nella sua impostazione che si è rivelata valida
agli occhi di chi ha partecipato, ma nel suo posizionamento che va previsto nei fine settimana o
nel pomeriggio dei giorni feriali. La mattina dei giorni feriali può essere dedicata solo in caso di
visite organizzate con gruppi scolastici e universitari.
90
Considerazioni finali e prospettive di diffusione della pacciamatura biodegradabile
di Luigi Morra, CREA-Unità di ricerca per la Frutticoltura di Caserta
Pietro Ciardiello e Maurizio Bargagni, Cooperativa SOLE
Maria Teresa Gorgitano, Dip.to di Agraria dell’Università “Federico II” di Napoli
Le attività sperimentali e dimostrative previste nel progetto sono state tutte impostate sulla base
dell’ipotesi di sostituzione diretta della pacciamatura in PE con quella biodegradabile in MaterBi senza alcuna modifica della tecnica colturale impiegata nell’azienda, né tantomeno dell’organizzazione delle successioni colturali. Questo approccio, seppur utile per giungere ad una
prima valutazione per mezzo di un confronto immediato dei vantaggi/svantaggi dell’innovazione, sul piano agronomico ed economico, ha anche mostrato il suo limite poiché, come insegnato dall’esperienza di campo, gli elementi ostativi all’adozione di pacciamature biodegradabili
possono non essere legati alla pacciamatura in sé ma alla necessità di rimodulare le soluzioni
agrotecniche nella gestione delle sequenze temporali delle colture.
Pertanto, l’introduzione di un’innovazione di prodotto quale è il film biodegradabile in Mater-Bi,
non può prescindere anche da un’innovazione del processo tecnico di coltivazione della singola
coltura o della sequenza di colture nell’annata agraria. Il coordinamento continuo tra i partner di
progetto è stato il metodo di lavoro messo in campo al fine di raggiungere un risultato efficace.
La presenza costante dei ricercatori nelle aziende e in cooperativa durante le sperimentazioni
è stato un presupposto essenziale per lo sviluppo di un confronto con i tecnici della cooperativa e i produttori agricoli, decisivo per formulare una valutazione critica dei risultati tecnici ed
economici. L’identificazione delle condizioni nelle quali è verificata la convenienza, tecnica ed
economica, all’adozione dell’innovazione ha consentito di dettagliare i costi e i benefici associati
ad essa sia con riferimento alle prove sperimentali che al contesto delle aziende coinvolte nella
sperimentazione. I due giudizi, agronomico ed economico, sono distinti perché non finalizzati
allo stesso obiettivo. In particolare, l’analisi agronomica è orientata all’identificazione delle regole di produzione che assicurino il più alto livello produttivo in ciascun contesto pedo-climatico
(studio delle relazioni input-output efficienti), mente quella economica si fonda su queste indicazioni tecniche per formulare un giudizio di efficienza globale in modo che gli obiettivi produttivi
prefissati siano ottenuti assicurando il più alto reddito aziendale (efficienza economica globale). L’identificazione dell’insieme di tali scelte e di come possano condizionare la convenienza
all’adozione dell’innovazione di processo consente di identificare le condizioni per favorire la
sua diffusione a partire dalla realtà produttiva in cui il progetto è stato condotto.
Elementi generali di conoscenza sulla gestione e il comportamento dei film in Mater-Bi,
acquisiti alla fine del progetto:
1. Vita utile dei film in campo. La qualità dei film biodegradabili in Mater-Bi è stata soggetta fino
ad oggi a una continua evoluzione guidata dall’obiettivo, perseguito da Novamont, di produrre
un polimero base con una presenza sempre più ridotta di materie prime provenienti da fonti fossili non rinnovabili (ferma restando la loro completa biodegradabilità). Questa linea di sviluppo,
91
in sé apprezzabile per l’attenzione alla sostenibilità ambientale, pone però la necessità di aggiornare la valutazione delle prestazioni in campo delle diverse generazioni di film ottenuti rispetto
alla durata del loro ciclo di vita, alla permeabilità all’acqua, alla biodegradazione, etc.
Nel progetto PABIORFRU, i film utilizzati sono derivati da Mater-Bi® di grado EF04P, essi
sono prodotti da ditte che oltre ai film plastici convenzionali, acquistano il granulo di Mater-Bi
da Novamont e producono bobine di film biodegradabile con proprio marchio. In tutte le colture
pacciamate con i teli in Mater-Bi, la copertura del terreno è stata garantita per l’intera durata
del ciclo con un’efficace azione di controllo delle malerbe, riscaldamento del suolo, sostanziale
tenuta all’usura dovuta al calpestio. Per la fragola, i teli di spessore pari a 20 µm hanno coperto il terreno per 9 mesi fino a chiusura ciclo; anche i teli impiegati per cavolo rapa e lattuga
sull’intera superficie dei tunnel hanno sostenuto il calpestio, senza riportare lacerazioni tali da
pregiudicarne l’azione pacciamante; per il melone sono stati utilizzati teli di spessore 15 µm ma
in strisce larghe 1,6 . Tutte queste tre colture erano caratterizzate da cicli colturali brevi intorno
ai tre mesi.
2. Stesura meccanica e gestione dei film in campo. La stesura dei film in Mater-Bi in campo
richiede le stesse attrezzature meccaniche impiegate per i film plastici ma le procedure operative
vanno adattate. La fragola che viene trapiantata su baule alte 40 cm e sagomate a sezione di
trapezio isoscele, è certamente la coltura che richiede la maggiore attenzione a regolare, tenuto
anche conto dello spessore del film, la velocità di avanzamento del trattore come pure il grado di
tensione durante la stesura del film per evitare strappi. Questi aspetti sono stati messi in evidenza
nel video allegato a questo volume. Nel caso di colture con baulatura minima o nulla, invece, la
stesura appare più semplice e, se fatta a macchina, deve sempre prestare attenzione a ottimizzare
il contatto tra il film pacciamante e la superficie del suolo per migliorarne la performance. Allo
stesso modo, le operazioni di gestione delle colture che richiedono il passaggio tra e sulle file
pacciamate, devono essere fatte ponendo attenzione alla minore resistenza meccanica del film in
Mater-bi rispetto alle sollecitazioni concentrate su superfici ristrette (es. colpi con la punta delle
scarpe).
3. Effetti sulla qualità dei frutti. Nel progetto sono state particolarmente curate le analisi dei frutti
di fragola e melone al fine di confermare l’esistenza di un miglioramento di alcuni aspetti della
loro qualità organolettica osservato in precedenti esperienze in Campania. I dati raccolti hanno
chiaramente evidenziato un costante aumento nei contenuti in composti bioattivi antiossidanti
(polifenoli, flavonoidi, antociani) in tutte le prove condotte in differenti condizioni pedologiche
e con raccolte scalari. Nella prova melone è stato confermato l’incremento del contenuto in
solidi solubili, in particolare zuccheri. Le motivazioni di questo comportamento della coltura
di melone e della fragola, richiedono ulteriori indagini per comprendere in che modo il film in
Mater-bi influisce sull’ambiente di crescita e quindi sulla fisiologia delle piante. Questo aspetto
legato alla qualità dei frutti, per quanto non sia un fattore essenziale per la scelta a favore del
film biodegradabile, rappresenta, però, una ricaduta utilizzabile in una politica di marketing delle
produzioni aziendali in cui agli aspetti di sostenibilità colturale vengano associati anche quelli
sul miglioramento della qualità dei prodotti.
4. Effetti sulle quantità prodotte. Ad eccezione di lattuga e fragola “Sabrina”, le produzioni
ottenute sono state equivalenti a quelle ottenute su polietilene, talvolta superiori. Tenuto conto
anche dei risultati ottenuti in sperimentazioni condotte su fragola, melone, lattuga, pomodoro,
zucchino, melanzana negli anni precedenti in prove finanziate nel progetto regionale Centro
Orticolo Campano (vedi su http://www.agricoltura.regione.campania.it/erbacee/centro-orticoloindex.html) è possibile affermare che con i teli biodegradabili sono state ottenute rese produttive
92
per lo più simili o superiori ai teli in PE. Questo elemento ha un comprensibile peso nella valutazione della convenienza economica dell’innovazione poiché da esso dipende direttamente il
valore della produzione vendibile.
5. Valutazione della convenienza economica. La valutazione degli effetti economici complessi
delle due soluzioni alternative di teli pacciamanti rileva una situazione articolata. La convenienza
all’adozione dei teli biodegradabili è verificata per le colture del melone varietà Pregiato e della
fragola varietà Fortuna, entrambe caratterizzate da ricavi ad ettaro tali da coprire tutti i costi. Per
le altre coltivazioni ottenute con telo biodegradabile i risultati netti di reddito, sebbene in acluni
casi positivi, sono inferiori a quelli tradizionali. Per queste coltivazioni, dunque, l’equilibrio tra il
valore della produzione e i costi totali è condizionato dalle rese e dal costo del telo pacciamante
biodegradabile; nonostante i minori costi sia per il suo recupero a fine ciclo di coltivazione che
per lo smaltimento rispetto a un telo tradizionale. L’analisi è stata estesa a considerare i trasferimenti pubblici orientati a promuovere la adozione generalizzata della pacciamatura, dei teli
biodegradabili e dello smaltimento corretto delle plastiche. Le modalità di applicazione per le
colture a ciclo breve prevedono di fatto trasferimenti legati al solo impiego di teli biodegradabili,
mentre per le colture a ciclo lungo questa diversità scompare. Nonostante le modalità di articolazione delle regole di applicazione, i giudizi di convenienza con e senza i trasferimenti pubblici
all’azienda non variano anche attribuendo a tutte le coltivazioni (incluse quelle a ciclo breve) il
contributo al livello massimo ottenibile.
Punti critici per la diffusione del film biodegradabile:
Fragola. Marciumi dei frutti della cv Sabrina, anche immaturi, sono stati osservati non frequentemente nei punti di appoggio sul film già a partire dal mese di marzo con piante la cui vegetazione non copriva ancora la superficie della baula. La permeabilità del film all’evaporazione
di acqua dal suolo è probabilmente la causa cui attribuire i fenomeni osservati. Al marciume
del frutto non corrispondeva mai la precoce degradazione del telo sottostante ma la presenza di
un’area ‘apparentementÈ inumidita.
Melone. Durante la coltivazione il principale punto critico è stato rappresentato dalla precoce
degradabilità del film sotto i frutti in crescita, verificata con elevata frequenza con entrambe le
cultivar di melone saggiate. Tale fenomeno non è mai stato osservato negli anni precedenti in
cui sono state effettuate prove in pien’aria sempre con teli di spessore 15 µm; ciò lascia supporre
che le condizioni di temperatura e umidità del terreno più alte sotto tunnel possano aver favorito
l’innesco di un’accelerata biodegradazione dei teli nei punti di più forte contatto con il suolo.
Non è stato possibile, però, quantizzare l’eventuale incidenza di marciumi sui frutti per le azioni
protettive poste in essere dagli agricoltori. La soluzione di questo problema diventa la condizione preliminare per rendere accettabile l’introduzione del film biodegradabile. Tutti gli altri
aspetti agronomici, la buona risposta produttiva della coltura e gli esiti positivi sulla qualità dei
frutti hanno confermato l’efficacia dell’azione pacciamante.
Cavolo rapa e lattuga. In queste specie a ciclo invernale breve, l’effetto agronomico della pacciamatura biodegradabile è apparso del tutto analogo a quello determinato dal film plastico in
PE. Su queste colture i teli sono stesi a coprire l’intera superficie del tunnel e dunque sono soggetti al calpestio degli operatori agricoli. Nelle prove condotte per cicli di circa tre mesi, questa
sollecitazione non ha indotto danni al film in Mater-Bi.
Riuso dei teli in colture a ciclo breve. Su tutte le colture a ciclo breve come lattuga, cavolo-rapa
93
e melone, il costo del film biodegradabile sarebbe più facilmente ammortizzabile se, questo,
potesse essere riutilizzato per almeno due cicli in sequenza come già accade, nelle aziende della
cooperativa, per i teli in polietilene. Vanno dunque previste ulteriori attività sperimentali volte a
valutare la possibilità di impiego dei teli in Mater-Bi, anche con spessori maggiori di µm 15, per
più cicli al fine di ammortizzare l’incidenza del loro costo su più colture.
Effetti dei film in Mater-Bi sul terreno nel lungo termine. Ad oggi mancano dati sperimentali che
attestino della mancanza di effetti negativi sulla microflora del suolo dovuti al susseguirsi nel
tempo dell’uso e del conseguente interramento dei teli biodegradabili. Per acquisire queste informazioni sarà necessario impostare attività sperimentali che almeno per un triennio prevedano
una sostituzione totale dei film in PE con quelli in Mater-Bi di modo che possa essere studiato
l’effetto del loro ripetuto interramento nel tempo.
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Grafica e impaginazione
ADV Sinopia Scarl - Caserta
Settembre 2015
ISBN: 978-88-97081-82-1
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