Marciapiedi pieni di neve, scuole con difficile accesso, strade al

Download Report

Transcript Marciapiedi pieni di neve, scuole con difficile accesso, strade al

anno ii- n° 0 venerdi’ 13 gennaio 2017
www.gazzettamolisana.com
E-mail: [email protected]
Peppe Notartomaso
L’Oscar del giorno lo assegniamo
a Peppe Notartomaso. Il sindaco di
Campodipietra, sulla questione
Egam e acqua pubblica, ha mantenuto la barra dritta ricorrendo al Tar
e, oggi, raccoglie la positiva sentenza del Tar che va a favore dei
cittadini molisani. Un plauso per la
forte azione svolta.
L’Ardire
L’acqua
ai molisani
di Giuseppe Saluppo
I
l Tar che riconosce valide le motivazioni di quei Comuni molisani
che non si sono sottomessi alla logica della Regione Molise, per la
costituzione dell'Egam, cavallo di Troia
per la privatizzazione della nostra
acqua, della nostra unica risorsa, mi ha
portato a due considerazioni. La prima,
in questi giorni le copiose nevicate finiranno per tornare ad alimentare le nostre sorgenti. Grazia di Dio. Ma la neve
l'abbiamo dovuta spalare noi molisani
senza l'aiuto di nessuno e il becco di un
quattrino. A riscaldarci, abbiamo dovuto pensarci da soli, pagando anche le
accise più alte su gas e carburanti. Scusate, ma si sbaglia a pensare che, forse,
quell'acqua finita nuovamente nelle nostre sorgenti dovrà essere profumatamente pagata dalle altre regioni che ne
andranno ad usufruire a ristoro dei molisani? Secondo ragionamento: la Regione Molise deve riaprire il fascicolo
delle convenzioni con la Puglia, la
Campania e l’Abruzzo, per riconsiderare, in una prospettiva diversa, quei
milioni di metri cubi di acqua sorgiva
del Molise che finiscono nelle tubature
dei napoletani, dei pugliesi e degli
abruzzesi in contropartita dei quali non
c’è nulla che possa giustificare il mantenimento di una condizione da cui il
Molise economicamente non ricava
granché. Qualcosa come una 50ina di
milioni di euro l'anno. Grazia di Dio per
la sanità, le infrastrutture, i giovani molisani. Va posto fine allo sberleffo politico e amministrativo al quale i
molisani sono costretti a sottostare a
causa dell’inerzia politica di chi li amministra oggi, al pari di chi li ha amministrati ieri. Ora, bisogna andare ancia
in resta a discutere una revisione delle
concessioni e, se necessario, a paventare, la chiusura dei rubinetti che forniscono acqua (gratis o semigratis) alla
Campania, alla Puglia e all’Abruzzo.
Noi, solidali lo siamo stati senza avere
nulla a ristoro. Ricordo: “La solidarietà
non è dare, ma agire contro le ingiustizie". E più ingiustizie di quelle avutesi
contro questa terra! Basta. Si chiudano
i rubinetti.
Seguici anche Su Facebook e
IL NOSTRO
TAPIRO
IL NOSTRO
OSCAR
Quotidiano - Registrato al Tribunale di Campobasso atto in attesa di registrazione
Direttore Responsabile: giuseppe Saluppo
viMarFa ediZioni sede legale via Normanno, 14 86100 campobasso
redazione tel: 0874.484486
email: [email protected]
twitter
Al nevoso signor Nessuno
Il Tapiro a “Nessuno”, visto che non ci sono
responsabili per le difficoltà che, causa
neve, hanno paralizzato Campobasso, mettendola in ginocchio. Dopo nove giorni,
però arriva la soluzione. L'ordinanza con cui
i cittadini vengono precettati a rimuovere
neve e ghiaccio dai cornicioni, a camminare
in mezzo alla strada, e i dirigenti scolastici
a spalare.... aspettando che piova.
Marciapiedi pieni di neve, scuole
con difficile accesso, strade al limite
Centro storico e periferie, amen
a
t
a
l
e
bb
ta
a
c
n
ia
o
s
s
a
b
mpo
a
Piano neve,
Battista
bocciato
Servizio a pag.3
IL FATTO
pagina 2
Il Tar boccia la Regione
Per l’Egam, tutto da rifare
Il Tar ha accolto il ricorso presentato da alcuni sindaci molisani contro
la costituzione dell’Egam che avrebbe dovuto gestire il processo verso
la privatizzazione dell’acqua. Un’altra tegola sulla Regione Molise che
ha ritenuto di dovere procedere senza ascoltare nessuno.
www.gazzettamolisana.com
2
TAaglio
lto
13 gennaio 2017
Sono stati diversi sindaci molisani ad impugnare il provvedimento regionale
Egam, il Tar boccia la Regione Molise
sulla privatizzazione dell’acqua
Va rivalutata la funzione di Molise Acque portata ad un deficit pesante
CAMPOBASSO. "Egam,
il Tar ha accolto i ricorsi e
annullato gli atti impugnati! È tutto da rifare!
Grazie ai Sindaci che ci
hanno creduto e agli avvocati che ci hanno supportato. Una prima vittoria su
una questione che seguirò
fino alla fine perché siamo
nel giusto". Così, il sindaco di Campodipietra,
Giuseppe Notartomaso a
seguito della sentenza del
Tar sulla costituzione dell'Egam voluto dalla Regione in materia di acqua.
L'Egam, l'ente che dovrebbe gestire le risorse
idriche molisane è stato
istituito attraverso la delibera di Giunta n.285 del
15 giugno 2015. Non
pochi Comuni molisani
hanno rifiutato di farvi
parte e sono stati commissariati. Altrettanti hanno
ritenuto che in quella delibera approvata ci siano
non pochi motivi di illegittimità. Il rischio concreto,
palesato da più parti, è
quello di incorrere nella
privatizzazione
dell’acqua, un bene primario che
deve rimanere nella disponibilità della gestione pubblica, soprattutto in un
territorio geograficamente
configurato come il nostro, dove l’acqua rappresenta
un
bene
fondamentale e una risorsa
accessibile. Di fatto l’istituzione dell’EGAM po-
trebbe rappresentare il
primo tassello di un processo legalizzato di privatizzazione
dell’acqua
pubblica.
Allo
stesso
modo occorre fare chiarezza su un altro aspetto
assai delicato della questione, soprattutto per salvaguardare i diritti dei
cittadini molisani: l’istituzione dell’EGAM provocherà l’aumento delle
tariffe? È importante che
su questo punto il Governatore Frattura e l’Assessore Nagni diano risposte
chiare, considerando che il
fisco ha oramai raggiunto
un peso insostenibile per
le famiglie molisane, e
l’aggravio determinato da
un eventuale aumento
delle tariffe non potrebbe
che comportare ulteriori
difficoltà.
Infine, bisogna sapere
anche quale sarà il destino
e il ruolo di Molise Acque,
società che attualmente si
occupa delle gestione
delle risorse idriche regionali: sarà un doppione di
funzioni? Ci sarà un ridimensionamento
dell’Azienda
speciale,
confinata a un ruolo marginale?
“Caduchi anche gli altri provvedimenti”
Con sentenze nn. 5 e 6/2017, depositate il 12.1.2017, il Tar Molise ha accolto i ricorsi presentati dagli avv.ti
Margherita Zezza, Giuseppe Ruta e
Massimo Romano nell’interesse di numerosi comuni molisani (comuni di
Campodipietra, Montefalcone del Sannio, Busso, S. Agapito, Sepino, Bonefro,
Belmonte
del
Sannio,
Campochiaro, San Polo Matese, Roccamandolfi, Pescolanciano, Acquaviva
d’Isernia, Civitanova del Sannio, Guardiaregia e Cantalupo del Sannio) ed annullato tutti gli atti con i quali la Giunta
Regionale del Molise aveva disposto,
con la delibera G.R.n.285 del
15.6.2015, sia la costituzione dell’Egam (Ente di Governo dell’Ambito
del Molise per il Servizio Idrico) sia la
obbligatoria partecipazione/adesione a
tale struttura di tutti i comuni molisani.
“Una scelta, quella della Regione sostengono in una nota i tre legali:
Ruta, Roman o e Zezza - che era stata
subito contestata da più parti, sia per la
procedura seguita (che aveva di fatto
estromesso il Consiglio regionale) sia
per il contenuto, posto che, ad avviso
di molti e degli stessi comuni ricor-
Soddisfazione dei legali difensori Ruta, Romano e Zezza
renti, era stata adottata, per la gestione
di un servizio strategico quale quello
idrico, una soluzione organizzativa che
non appariva condivisibile sia dal
punto di vista funzionale sia dal punto
di vista erariale, con evidenti rischi di
disfunzioni e di maggiori spese anche
e soprattutto per le piccole realtà territoriali.
A fronte di tali censure il TAR ha annullato i provvedimenti della Regione
ritenendo, innanzitutto, che una scelta
così strategica, concernente non solo
l’organizzazione dell’EGAM ma anche
la sua attività, il suo funzionamento e
la governance dell’ente governo dell’Ambito non poteva di certo essere assunta dalla Giunta, risultando, invece
statutariamente riservata al Consiglio
Regionale, illegittimamente estromesso
da tale decisione.
Pertanto, “ravvisata l’incompetenza
della Giunta regionale essendo la materia attratta nell’ambito delle prerogative del Consiglio che non ha ancora
esercitato il relativo potere” il giudice
amministrativo ha accolto i ricorsi e
non solo ha annullato il provvedimento
a monte (la predetta delibera di
G.R.n.285 del 15.6.2015, con la quale è
stato istituito l’ente EGAM ed il relativo disciplinare), ma anche disposto la
caducazione di tutti gli altri “provvedimenti a valle impugnati con i motivi
aggiunti”, ovvero i decreti presidenziali
volti ad imporre l’adesione coattiva dei
comuni. In breve, tutto da rifare”.
TAaglio
lto
3
13 gennaio 2017
Nelle vicinanze delle scuole marciapiedi ancora con la neve e strade con carreggiate ristrette
Scusate, ma perchè in una città civile come Varese nel Piano neve si
legge: "...Inoltre, in ciascuna zona
è prevista un’ulteriore sotto zona
per la pulizia dei marciapiedi, vialetti e piazzali delle scuole con altri
12 mezzi piccoli e 24 spalatori
complessivi". A Campobasso, la
città che il sindaco, vuole restituirci, leggiamo nell'Ordinanza a
sua firma la n.124: "La rimozione
e la pulitura di tutte le vie di esodo
e dei punti di raccolta presenti negli
edifici scolastici, sarà a cura dei Dirigenti scolastici". E' questa la città
a misura di cosa non si sa? E' questa la città che si offre allo studio?
E' questa la città europea? La situazione reale per raggiungere le
scuole è a dir poco preoccupante.
La scuola sui Monti, dal Terminal
verso il liceo Classico Mario Pagano o per l'Università, marciapiedi
ancora ricolmi di neve proprio nelle
vicinanze dei plessi scolastici. Vista
la fretta di volere riaprire le scuole
da parte del Comune di Campobasso, non sarebbe stato il caso, allora, di utilizzare il caricamento
neve per fare pulizia proprio nei
pressi delle scuole? Se, per davvero, era una priorità riaprire le
scuola prioritario doveva essere
Neve, Battista bocciato
Ma i cumuli non andavano caricati partendo, proprio, dalle scuole?
Giornalisti, la Sea
fa dietro front
l'impegno di procedere in tal senso. Ma tante, troppe
cose non hanno funzionato nel
piano neve fino alla protesta di abitanti e commercianti di via Mazzini. Strada tra quelle principali che
avrebbe dovuto conoscere ben altri
interventi. Invece, marciapiedi
colmi di neve, gente costretta a
camminare lungo la strada assai pe-
ricolosa di per sè, impossibilità di
fermarsi. Senza parlare di altre realtà stradali. E' pur vero che la neve
è stata copiosa ma, ancora una
volta, nonostante pure l'abnegazione di quanti hanno operato, i risultati sono stati prossimi al
fallimento. L'amministrazione comunale ne esce sonoramente bocciata
CAMPOBASSO. “La "Sea - Servizi e Ambiente SpA",
preso atto delle criticità riscontrate in merito all'indagine
di mercato per il servizio di comunicazione esterna, nutrendo massimo rispetto per l'Ordine dei Giornalisti e per
il lavoro dei suoi iscritti, ha deciso di procedere alla revoca del bando pubblicato sul sito ufficiale della società
municipalizzata. Si informa, inoltre, che la necessità del
reperimento della figura richiesta dal bando sarà oggetto
di un riesame da parte della struttura amministrativa
della società". Così, il comunicato dell'azienda della
quale socio unico è il comune di Campobasso. Sicuramente, sarebbe stato preferibile che quell'indagine di
mercato non fosse stata mai avviata. Meraviglia, però,
che il sindaco di Campobasso, Antonio Battista, non
abbia fatto sentire la sua voce essendo la società di diretta emanazione dell'Amministrazione. "Prendiamo
atto, con soddisfazione, della decisione della Sea Spa di
revocare l'avviso ad evidenza pubblica per l'affidamento
del servizio di comunicazione esterna. Ci auguriamo che
in futuro la Sea e tutti gli altri enti, pubblici e non, possano rapportarsi con gli organismi di categoria (anche se
in questa circostanza i sottoscritti consiglieri dell'Odg
Molise sono intervenuti individualmente) per procedere
alla stesura di avvisi e bandi per l'affidamento di incarichi a giornalisti professionisti e pubblicisti". Così, i consiglieri dell'Ordine dei Giornalisti del Molise: Giovanni
Di Tota, Enzo Luongo e Pina Petta che avevamo già denunciato l'operato della Società unitamente al consigliere
nazionale, Vincenzo Cimino.
“Pronto soccorso,
situazione al collasso”
La Uil Fpl, torna a denunciare le carenze
che mettono in ginocchio le strutture
La situazione dei pronto soccorso è al
collasso
Da anni la Uil Fpl sta denunciando la situazione esplosiva in molte strutture
ospedaliere italiane, a partire dai Pronto
Soccorso con lo stazionamento dei malati
nelle barelle (nelle migliori delle ipotesi)
nelle corsie e nei vari corridoi in attesa di
essere trasferiti altrove; una situazione al
limite che espone il personale medico ed
infermieristico a turni massacranti e ad
operare in condizioni proibitive.
Lo dichiarano in una nota il Segretario
Generale della Uil Fpl Michelangelo Librandi ed il Coordinatore Nazionale Uil
Fpl Medici Roberto Bonfili.
Nonostante le contenute dimensioni della
spesa sanitaria (in rapporto al Pil e in va-
lore assoluto), il Ssn è stato sottoposto
ormai da troppo tempo a notevoli restrizioni (finanziarie, di personale, tecnologiche e strutturali), soprattutto nelle
regioni sottoposte a Piano di Rientro, che
hanno contribuito –proseguono Librandi
e Bonfili - a contenere la spesa ma che
stanno producendo effetti preoccupanti
sulla capacità di erogare i servizi e sul
funzionamento stesso, contribuendo
anche ad alimentare le importanti disomogeneità presenti tra le varie Regioni e
di conseguenza l’equità del sistema.
Per questo non possiamo più accettare
che, ogniqualvolta si verifichino in sanità
gravi episodi si punti il dito sempre e solo
su infermieri e medici.
Gli ultimi avvenimenti sono l’ennesima
prova che ad oggi ancora poco si è fatto:
manca una rete efficiente tra territorio e
strutture sanitarie; è stato effettuato negli
anni un continuo taglio dei posti letto ( da
aggiungere che spesso negli ospedali i
posti letto disponibili sono in numero inferiore a quelli attribuiti a causa della
mancanza di personale e degli accorpamenti di reparti causati da opere di ristrutturazione interminabili); il numero
degli accessi nei pronto soccorso è aumentato senza riuscire a trovare soluzioni
concrete per filtrare i casi meno urgenti;
il blocco del turn over; mancanza di investimenti idonei in queste strutture e
cosi via.
Tutto questo sta producendo un disservizio a scapito dei cittadini.
Basta prendersela con il personale medico, infermieristico, tecnico ed ausiliario - concludono Librandi e Bonfili -; noi
tutti dovremmo rivolgere un plauso e ringraziarli per aver svolto sino ad oggi il
proprio lavoro con estrema professionalità nonostante le condizioni di estremo
disagio. Piuttosto si intervenga concretamente attraverso misure efficaci che
diano rilancio al nostro Servizio Sanitario Nazionale considerato, nonostante
tutto, il fiore all’occhiello dell’Italia.
4
TAaglio
lto
13 gennaio 2017
Il referendum sul lavoro si annuncia particolarmente teso
I voucher hanno rubato il futuro
a milioni di persone e non ha aiutato
l’Italia a crescere e a essere
competitiva sui mercati
Indispensabile una mobilitazione politica straordinaria per respingere una prassi
di mercificazione e spoliazione dei diritti dei lavoratori
L’Italia non è una Repubblica
fondata sul lavoro, ma sui voucher. La distorsione va eliminata.
Si annuncia un referendum particolarmente teso, reso monco dalla
mancata ammissione da parte
della Corte Costituzionale del
quesito proposto dalla CGIL sul
ripristino dell’articolo 18 dello
Statuto dei lavoratori, con l’obbligo di reintegro sul posto di lavoro in caso di licenziamento
privo di giusta causa e giustificato
motivo. Il Governo dei voucher e
della precarizzazione ha due
modi per evitare di portare gli italiani di nuovo alle urne referendarie entro il mese di giugno.
Uno, esercitando il diritto del Parlamento ad intervenire in sede legislativa sul merito delle
questioni assecondandole; due,
sciogliendo anticipatamente le
Camere. Vedremo. Ma intanto la
Cgil che ha promosso il referendum vedendoselo approvare con
due quesiti su tre (l’abrogazione
dei voucher e la responsabilità solidale nel sistema degli appalti),
mancando il terzo (il ripristino
“Quando un’associazione di categoria si trova a dover intervenire a supporto
dei
pendolari
che
quotidianamente si recano a Campobasso e che da più di un mese stanno
segnalando un problema di sicurezza
al quale nessuno da delle risposte,
vuol dire che qualcosa in una comunità non funziona“. Lo sostiene Confesercenti Termoli. “Partiamo dai
fatti.
La stradina che collega
piazza del Papa al Terminal Bus è illuminata fino alla mezzanotte. A
quell’ora, non essendoci autobus in
partenza, le luci si spengono e
quando si spengono la strada è completamente al buio, come dimostra un
video girato alcuni giorni fa e diffuso
dagli organi di stampa. Alle 6 del
mattino le corse verso Campobasso e
le altre direzioni riprendono ma le
luci non si riaccendono ed i pendolari
dell’articolo 18) per il quale è
pronto il ricorso alla Corte Europea, ha aperto la campagna referendaria mettendo sul tavolo le
motivazioni che lo hanno generato e chiamando a raccolta il popolo italiano a ristabilire un
maggior senso di giustizia e di
equità nel mondo del lavoro e
della produzione. La prima reazione politica nel Molise è stata
di Michele Petraroia (ex Pd). Suo
il commento soppesato nei termini e nelle valutazioni, in cui
riemergono prepotenti i sentimenti dell’ex cigiellino e l’animus dell’amministratore tornato
ai valori storici della Sinistra
dopo l’amara esperienza nel Pd
della Fanelli e di Frattura, e nella
giunta regionale. Petraroia ritiene
che “Sulla materia del lavoro è
indispensabile riprendere una
mobilitazione politica straordina-
ria a tutti i livelli per respingere
una prassi di mercificazione e
spoliazione dei diritti che è andata
consolidandosi nell’ultimo ventennio, dal Pacchetto Treu del
1997 al Jobs Act di Renzi”. Altrettanto netto e perentorio il richiamo sul declino del
lavoro: “Da elemento costitutivo
della democrazia, è stato utilizzato come il capro espiatorio
della mancata crescita economica
e dello scarso livello di competitività del nostro paese sul mercato
globale.
Anziché aggredire i veri nodi dell’arretratezza del sistema produttivo nazionale, potenziando gli
investimenti in innovazione e ricerca, migliorando l’efficienza
del sistema creditizio, rendendo
più efficace la pubblica amministrazione, intervenendo sulla dotazione infrastrutturale primaria,
investendo nella digitalizzazione
dell’economia e raccordando la
struttura del mercato del lavoro
alle necessità delle imprese, si è
preferito vessare il fattore lavoro
comprimendone i diritti e disin-
centivando la fidelizzazione a
tempo indeterminato tra dipendente ed azienda, che è esattamente l’opposto della legge
183/2014 (Jobs act ). Sicché:
“Persa la valvola della svalutazione della moneta, l’Italia ha
pensato di sopperire liberalizzando i rapporti di lavoro, non
rinnovando i contratti collettivi,
tagliando un milione di posti a
tempo indeterminato nel pubblico
impiego e nella sanità, e abbattendo le tutele previdenziali, sociali e legislative dei lavoratori”.
Conclusione incontrovertibile:
“Questa strada ha rubato il futuro
a milioni di persone, non ha aiutato l’Italia a crescere e a tornare
competitiva sui mercati, ha reso il
paese meno sicuro ed ha accentuato le disuguaglianze ed i divari
di reddito tra le classi sociali”.
Possibile rimedio: “Lottare per
invertire la rotta, fermare la mercificazione del lavoro e restituire
dignità alle persone che lavorano”.
Dardo
Termoli, possibile tante disfunzioni al Terminal?
percorrono un tragitto di circa due
minuti completamente al buio con il
rischio di essere aggrediti, scippati o
di inciampare e finire in ospedale.
Da tre giorni, come ci è stato segnalato, la strada è infatti completamente
ghiacciata.
I pendolari si sono rivolti
al Comune di Termoli che “ponziopilatamente” se ne è “lavato le mani”
scaricando le responsabilità sull’azienda GTM che gestisce il Terminal e dunque anche l’illuminazione di
quel tratto. Il Sindaco pertanto, da
massima autorità sanitaria del Territorio, lavandonsene le mani, almeno
dal punto di vista igienico può ritenersi a posto con la coscienza.
I pendolari allora si rivolgono all’azienda GTM ma, per ben tre volte,
dalla biglietteria si sono rifiutati di
fornire il contatto di un responsabile
dell’amministrazione. Il filtro almeno
in azienda funziona.
Dopo circa 15 giorni con il
permanere del buio, del rischio aggressioni e del rischio infortuni, i pendolari fanno un altro tentativo
rivolgendosi alla stampa che interviene e strappa una promessa al signor Larivera: “Stiamo lavorando
con un tecnico per ripristinare l’illuminazione. Su quel tratto il timer è
impostato a mezzanotte per lo spegnimento e per l’accensione più tardi
rispetto alle 6 del mattino. Provvederemo ad anticipare di un’ora l’accensione così da ripristinare la luce”. Era
il 4 gennaio 2017. Oggi, 11 gennaio
2017, alle 6 del mattino, le luci sono
ancora spente. Stiamo provando ad
immaginare il tecnico che dal 4 gennaio sta lavorando per anticipare di
un’ora l’accensione del timer e, visti
i risultati, deduciamo che sia una cosa
complicata.
La Confesercenti di Termoli pertanto si rende disponibile a:
1)
inviare un proprio tecnico a
supporto del tecnico della GTM che
non sta riuscendo ad anticipare di
un’ora l’accensione del timer;
2)
Avviare una colletta tra i pendolari per raccogliere i fondi per le
maggiori spese che la GTM dovrà
sostenere per anticipare di un’ora
l’accensione del timer o in alternativa
avviare una richiesta al Comune affinchè spenga per solidarietà le luci
bianche, rosse e verdi accese tutta la
notte sulla facciata del Comune e devolva il ricavato del risparmio alla
GTM;
3)
Inviare un proprio consulente
legale che possa spiegare alla GTM
quali danni comporterebbe all’azienda l’eventuale scivolone di un
pendolare abbonato durante il tragitto
al buio nel periodo in cui si attende
che il tecnico anticipi di un’ora l’accensione del timer;
Nel frattempo ci sembra opportuno
informare il Prefetto ed il Comando
Carabinieri dei problemi di sicurezza
legati a quanto segnalato dai pendolari, affinchè intervengano nei confronti del Comune di Termoli e
dell’azienda GTM sollecitando una
pronta risoluzione“.
TAaglio
lto
5
13 gennaio 2017
Conferenza stampa del rettore Palmieri in proiezione 2017
L’università, il progetto di crescita,
e la radicalizzazione sul territorio
Dalla relazione si potrà capire anche il livello di partecipazione della Regione nel percorso
di sviluppo dell’Ateneo
Cosa ha fatto e cosa farà l’università del Molise per il futuro.
Lo si saprà oggi (ore 10,30) per
bocca del rettore Palmieri nel
corso della conferenza stampa indetta presso la Sala del Consiglio
del Rettorato, al II Edificio Polifunzionale di Via De Sanctis. Le
anticipazioni annunciano argomenti di rilievo, quindi una conferenza /relazione sulle attività
accademiche (realizzate e da realizzare). Lo stato d’animo del rettore supponiamo sia dei migliori
potendo poggiare sulla notizia
che ha visto l’Ateneo di Campobasso crescere nella considerazione tra gli Atenei italiani, è ciò,
di per sé, è un dato significativo
dei meriti che il rettorato e l’intera organizzazione accademica e
amministrativa sono stati in
grado di allestire. Questo è ciò
ch’è lecito interpretare sul piano
oggettivo, leggendo a ritroso la
vita universitaria. Poi magari ci
saranno anche aspetti non proprio
fluidi da mettere in conto (il diritto alla studio, ad esempio), o
altri inghippi che possono condizionare la professione di ottimi-
smo “urbi et orbi”. Ma è del tutto
prevedibile (e lecito) che il rettore
si lasci andare ad un racconto
ricco e articolato soprattutto su
quanto è nelle previsioni per fare
dell’università molisana una realtà costantemente in ascesa.
L’esplicazione della programmazione sarà il primo punto di riferimento, soprattutto nella parte in
cui si potrà capire il livello di partecipazione della Regione nel-
l’assecondare il percorso di crescita dell’Ateneo. L’adesione
della giunta regionale espressa
alla nascente Fondazione dell’università, benché affidata alla
FinMolise, è un segnale di buona
predisposizione, al pari della partecipazione finanziaria al progetto
universitario diretto a favorire
l’integrazione degli studenti musulmani. Certo, non è facilmente
assorbibile l’idea di affidare ad
una Finanziaria il compito e il
ruolo di rappresentare la Regione
in un contesto prevalentemente
culturale e scientifico. La giunta,
su relazione del presidente Frattura, ha ritenuto invece la scelta
confacente allo scopo. E se lo dicono Frattura e gli assessori
Nagni, Facciolla e Veneziale, chi
può mai contraddirli! Tornando
alla conferenza/relazione del rettore Palmieri e ai suoi contenuti,
sarà ancora una volta l’occasione
per verificare in presa diretta la
determinazione dell’amministrazione universitaria di rendersi
ponte con le realtà amministrative
territoriali: il front office installato ad Agnone lo farebbe supporre. Ma su questo fronte sono
tante le possibilità per tessere un
rapporto sistematico che porti
l’università ad essere il referente
cardine per un’assistenza scientifica e culturale delle realtà locali.
Attesa, dunque, per le novità dell’offerta didattica di quest’anno;
per la lettura dei dati delle immatricolazioni; per le iniziative di
sostegno e le politiche di supporto per favorire un’ampia
gamma di servizi agli studenti;
per le anticipazioni sul programma e sulla data della prossima cerimonia d’inaugurazione
dell’anno accademico; per le attività di orientamento nell’arco del
lavoro e dell’occupazione. Un
misto, ripetiamo, di cose realizzate e cose da realizzare.
Dardo
Assessore Nagni, bisogna
cambiare il passo
Egr. Assessore,
mentre attendiamo e sollecitiamo la convocazione per
aprire un nuovo confronto sui
problemi del settore dei trasporti
regionali , per il quale ci attende
un futuro difficile, non possiamo evitare di chiedere subito
un cambio di passo nel rapporto
con Ferrovie dello Stato e Trenitalia in particolare.
I motivi di esasperante contrarietà sono noti: Trenitalia ha ricevuto quanto ad essa dovuto
ma l’atteggiamento di offensiva
non considerazione degli utenti
molisani da parte di FS sono
molti e ricorrenti, in ultimo l’aggravamento della situazione del
binario 20 bis di Roma Termini,
l’unico bus sostitutivo del Cam-
pobasso - Roma in situazione
d’emergenza dell’altro ieri.
Noi siamo anche stanchi di segnalare disservizi senza ricevere
scuse e riparazioni. Notiamo
che anche Lei, Assessore, esasperato, ultimamente alza la
voce, ma non basta, non basta la
sua indubbia capacità mediatrice per ottenere qualcosa in
condizione di debitoria della
Regione.
E’ tempo di mettere la palla a
centro e, per quanto ci riguarda,
non intendiamo prendere parte a
guerre pacioccone. E’ tempo di
attrezzarsi: si faccia una valutazione di tutte le inadempienze di
FS rispetto al contratto di servizio, si faccia una valutazione finanziaria e si presenti il conto.
Per il futuro la Regione si attrezzi con una struttura tecnica
dedicata, attrezzata per il monitoraggio del servizio, si valutino
i danni in caso di disservizi per
erogare multe non di facciata.
Soprattutto se si va verso il rinnovo del contratto di servizio si
usi il metodo eguale a quello di
Trenitalia non per ritorsione ma
per efficienza e funzionalità.
Nel contempo si attivi l’ Osservatorio regionale dei trasporti
(art.20 L.R. n.19 del 24 maggio
2000) per svolgere appunto i
compiti che abbiamo citati di
monitoraggio, gestione della
banca dati, supporto tecnico ,
programmazione delle politiche
di settore come recita la legge.
La Regione emani una disposi-
zione applicativa di quanto disposto dalla legge n.244 del 24
– 12 – 2007 (Finanziaria 2008)
art.2, comma 461, lettere a e b,
che prevede l’obbligo per i soggetti gestori di attivare le misure di monitoraggio e controllo
previste dalla legge in questione.
Tante volte, da anni, abbiamo
chiesto l’osservanza di queste
disposizioni di legge, negli incontri e pubblicamente, oggi
anche e innanzitutto per il ri-
spetto dello Stato di diritto. E’
evidente che noi non siamo “antagonisti” ma non c’è dubbio
che lo Stato e le Istituzioni che
non rispettano le loro proprie
leggi non meritano il rispetto da
parte dei cittadini.
Questo ci appare il percorso, ci
ascolti, per avviare un rapporto
di reciproco rispetto nell’interesse dei cittadini utenti.
Filippo Poleggi
6
TAaglio
lto
13 gennaio 2017
La missione di Sinistra Italiana: organizzare e unire chi non ha voce
D’Angelo, Ferri e Minotti: irrompere nell’agone politico
impantanato negli stereotipi liberal-populisti, per un verso,
e per l’altro nel vacuo e fasullo riformismo del Pd
renzizzato e fratturizzato, e scuoterlo alle radici
Sull’abbrivio dell’agenda politica
stilata dalla Commissione nazionale di Sinistra Italiana, i coordinatori per il Molise Gigino
D’Angelo, Sara Ferri e Angelo
Minotti hanno materiale a iosa
per irrompere nell’agone politico
molisano impantanato negli stereotipi liberal-populisti, per un
verso, e per l’altro nel vacuo e fasullo riformismo pilotato dal Pd
renzizzato e fratturizzato, e scuoterlo alle radici. I tre sono portavoce di un messaggio destinato a
richiamare in campo le energie
ancora disponibili a battersi contro l’illegalità, l’evasione fiscale,
la criminalità, le mafie, contro il
“sovversivismo delle classi dirigenti” che ha infettato il corpo
della società italiana, inquinato
l’economia e devastata l’etica
pubblica, contro il giustizialismo
cavalcato da destre e populismi,
di fronte alle insicurezze generate
da emarginazione, crisi economica, flussi
migratori. Per stanare gli opportunisti di tutte le risme politiche
proporranno di certo di confrontarsi sulla necessità di un massiccio intervento pubblico, di
sicurezza sismica e idrogeologica, di tutela del paesaggio, del
territorio, del patrimonio ambientale, in una regione che detiene significativi reperti storici e
archeologici e culturali. Chiede-
“Proteggere la salute dei cittadini e la qualità dell’ambiente, contenendo il livello
delle sostanze inquinanti entro i limiti di
legge, è per noi obiettivo di prioritaria importanza e rappresenta un momento cardine
attraverso cui filtrare tutte le politiche volte
allo sviluppo sostenibile del territorio”. Lo
dichiarano il presidente della Regione Molise Paolo di Laura Frattura, e il vicepresidente Vittorino Facciolla, assessore
all’Ambiente, in merito alla manifestazione
per la tutela dell’ambiente in programma a
Venafro e promossa da movimenti civici locali. “Rispettiamo ogni forma pacifica di
manifestazione che miri a tenere alta l’attenzione sulle tematiche ambientali e ne cogliamo valore e significato, tuttavia –
precisano –, non sono condivisibili e, per
questo, meritano una doverosa replica alcune affermazioni riportate testualmente
dagli organi di stampa che chiamano in
causa direttamente l’operato e l’azione amministrativa dell’Assessorato all’ambiente e
di altre strutture tecniche regionali”.
“Ci lasciano perplessi – così Frattura e Facciolla –, i giudizi espressi, probabilmente
senza i dovuti approfondimenti, sul Piano rifiuti, sul Piano della qualità dell’aria e sul
Piano energetico etichettati come «tra i peggiori che si potessero approvare». Parimenti
ranno che venga fermato il consumo irrazionale del suolo, che si
intensifichi la lotta alle rendite
fondiarie e immobiliari. Su questo specifico punto hanno di
fronte una città capoluogo di regione che non desiste da metterli
in atto e, quindi, da combattere.
Altro punto sensibile ad
un’azione di contenimento riguarda lo spopolamento della
montagna, aggravato dalla eliminazione delle Comunità montane
e dall’assenza di una politica a sostegno di quei territori. Sul fronte
dei diritti civili, sociali e del lavoro saranno fortemente motivati
a dare voce e sostanza alle proposte come quella della Cgil per
un nuovo Statuto dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, suffragata da più di un milione di
firme, e per un massiccio investimento finanziario e politico su
scuola, università e ricerca: ovvero, la curva di impoverimento
che dura da anni, e il modello
d’impresa che si vuole applicare
al sapere. Sinistra Italiana ha
scelto di schierarsi dalla parte di
chi “non ha ricchezza né potere,
di chi è oppresso e sfruttato, di
chi vive del proprio lavoro, di chi
vorrebbe farlo ma non può, e di
chi un lavoro neanche lo cerca
più”. Per questo, aver difeso la
Costituzione è stato necessario
ma non basta, c’è bisogno di bat-
tersi per farla rispettare e farla attuare a partire dall’articolo 1;
aver sostenuto la raccolta delle
firme sulle tre proposte referendarie in materia di lavoro promossa dalla Cgil è stato
necessario ma non basta, perché
c’è bisogno di continuare a lottare
per il ripristino dell’articolo 18 e
dell’obbligo di una giusta causa
per poter licenziare chi lavora;
aver sostenuto la mobilitazione in
difesa della scuola pubblica ha
evitato di lasciar soli docenti e
studenti, ma non basta; aver difeso le Province e i Comuni è
stato utile ma non basta, perché i
tagli apportati ai servizi pubblici
negli ultimi 20 anni sono stati devastanti e hanno compromesso la
qualità della vita delle persone
più deboli, e occorre invertire la
rotta. C’è bisogno di andare oltre
la protesta, di saper organizzare e
unire chi non ha voce e di sostenere un progetto politico e sociale
innovativo e solidale. Quello di
Sinistra Italiana
Dardo
“Ambiente, la Regione ha fatto i suoi passi”
Dopo la manifestazione di Venafro, intervengono Frattura e Facciolla
sono assolutamente infondate, e non vorremmo pensare anche frutto di confusione o
cattiva fede, espressioni prossime alla faciloneria con cui si afferma «non può partire
un Piano per la deviazione del traffico perché non arriva l’ok dalla Regione», assolutamente non è così”.
“Omettendo di entrare nel tecnicismo – proseguono –, è bene ricordare che la pianificazione ambientale costituisce un passaggio
imprescindibile per una efficace azione di
gestione del territorio e che la coerenza e il
sincronismo tra i diversi piani sono garanzia
di questo; la redazione di tantissimi Piani (rifiuti, nitrati, energetico, tutela delle acque,
qualità dell’aria, gestione delle alluvioni,
etc..) era attesa da almeno un decennio. In
poco più di tre anni abbiamo profuso tutti gli
sforzi necessari per colmare l’enorme gap
con le regioni virtuose, oltre ad aver dato
giusto riscontro a obblighi normativi comunitari e nazionali evitando anche onerose
procedure di infrazione”.
Una particolare precisazione occorre fare in
merito ai processi di consultazione che accompagnano la redazione del Piano per la
qualità dell’aria redatto dall’Arpa Molise –
peraltro senza aggravio di spesa per le casse
pubbliche – in quanto lo stesso, essendo in
fase di Vas (Valutazione ambientale strategica), può ancora recepire i suggerimenti e i
contributi costruttivi da parte di tutti i soggetti interessati. Per di più, la stessa Arpa garantisce il monitoraggio ambientale, il
controllo ispettivo presso le aziende che operano sul territorio oltre che la gestione delle
centraline di monitoraggio e l’elaborazione
dei dati attraverso i sistemi più evoluti per la
modellistica anche allo scopo di fornire l’in-
formazione di base per attivare le azioni massimamente efficaci nel caso in
cui occorrano particolari
motivi di criticità evitando interventi intempestivi,
velleitari,
amministrativamente
scorretti o per nulla adeguati.
“In definitiva – concludono il presidente Frattura
e
l’assessore
Facciolla –, ben vengano tutti i momenti di
sensibilizzazione della società ma a valle di
questi ci piacerebbe anche una concreta partecipazione al processo di redazione del
Piano per la qualità dell’aria con contributi
concreti, circostanziati e pertinenti. Le porte
delle nostre strutture tecniche dell’Assessorato all’ambiente sono sempre aperte e il
personale sempre disponibile per assicurare
ascolto, trasparenza, informazione e divulgazione. Alla tutela dell’ambiente siamo tutti
chiamati a contribuire con serietà e fatti, slogan e cortei da soli non bastano”.