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Approfondimento
Le chiese a pianta circolare in Italia
A sinistra e al centro:
Figg. 1, 2
Chiesa di San Tommaso
in Lémine (San Tomé),
XII sec. Almenno
San Bartolomeo
(Bergamo). Pianta
e veduta dell’esterno.
Fig. 3
Rotonda di San Lorenzo,
fine XI sec. Mantova.
Veduta esterna.
Sotto:
Figg. 4, 5
Duomo Vecchio,
ufficialmente
Concattedrale invernale di
Santa Maria Assunta,
fine XI – inizio XII sec.
Brescia. Veduta interna
e pianta.
Nei secoli XI e XII, edifici a pianta circolare sono
presenti in molte aree dell’Italia, a dimostrazione
della fedeltà a un tipo architettonico ben radicato
fin dall’Età paleocristiana: è il modello desunto
dal Santo Sepolcro di Gerusalemme, come ricordano alcune dedicazioni, già sperimentato nei
battisteri, che, però, erano concepiti di fronte e
in asse con una basilica longitudinale.
Numerosi sono gli esempi nell’area lombardo-emiliana, riferibili ai secoli XI e XII: San Tommaso in Lémine ad Almenno San Bartolomeo,
presso Bergamo; la Rotonda di San Lorenzo a
Mantova; il Duomo Vecchio a Brescia; il Santo
Sepolcro presso Santo Stefano a Bologna. Il modello più frequente presenta la sovrapposizione
di due ambienti circolari, di cui l’inferiore con un
ambulacro anulare e il superiore – soprattutto
negli esempi padani – con un matroneo.
San Tommaso in Lémine (San Tomé) ricostruito su un precedente edificio, si compone di tre
volumi cilindrici disposti in successione e culminanti nella lanterna. Il corpo principale è scandito
regolarmente all’esterno da semicolonne, collegate in alto da una sequenza di archetti pensili,
mentre lo spazio interno è generato da un doppio
1
ordine di colonne. Realizzato utilizzando ampiamente materiale di recupero, l’edificio presenta,
nell’ambulacro al piano terreno, colonne e capitelli diversamente datati, con intrecci e figure
umane, zoomorfe e vegetali.
A Mantova, la Rotonda di San Lorenzo, nella
centrale Piazza delle Erbe, secondo la tradizione,
venne eretta alla fine dell’XI secolo per volontà di
Matilde di Canossa per evocare l’Anàstasis del
complesso del Santo Sepolcro a Gerusalemme
(vedi pag. 322). Se ciò è stato, si tratta di un recupero di un precedente edificio romano del IV
secolo con funzione templare o funeraria.
A Brescia il cosiddetto Duomo Vecchio fu edificato a partire dall’XI secolo su una precedente
costruzione, di cui conserva la cripta. Oggi non
è possibile godere della vista originale, in quanto l’innalzamento della sede stradale costringe
ad accedere all’ambulacro superiore, da cui si
scende sulla platea circolare.
Colpisce l’ariosità e la monumentalità del grande
vano circolare, che si completa con un’abside
semicircolare. Otto pilastri di grande sezione si
concatenano mediante un’archeggiatura unitaria,
sulla quale si erge la cupola.
© Istituto Italiano Edizioni Atlas
A sinistra:
Fig. 6
Chiesa di San Giusto.
San Maroto di Pievebovigliana
(Macerata).
A destra:
Fig.7
Chiesa del Santo Sepolcro,
fine XI – inizio XII sec. Pisa.
In Italia centrale, la tipologia circolare si diffuse
in particolare alla fine del XII secolo, con la Chiesa di San Giusto a San Maroto presso Macerata
e la Cappella di San Galgano sul Monte Siepi nel
territorio di Siena. In Puglia, spicca San Giovanni al Sepolcro a Brindisi.
La Chiesa di San Giusto a San Maroto si compone di un solo vano circolare, che si dilata radialmente in quattro cappelle semicircolari collegate visivamente da archeggiature pensili. La
cupola emisferica, pur gravando direttamente
sui muri perimetrali, viene nascosta da un vano
conico. L’innesto delle varie parti entro un unico organismo complesso appare un retaggio
dell’architettura tardo imperiale romana.
Altra chiesa a vano unico absidato è San
Galgano sul Monte Siepi, presso Siena, consacrata nel 1185. Costruita sul luogo dove il cavaliere Galgano visse da eremita fino alla morte
(1181), ne conserverebbe la spada da questi
infissa nella roccia. Presenta una rigorosa forma cilindrica, introdotta da una sorta di prònao
quadrilatero e con una sola abside semicircolare. L’esterno e la faccia interna della cupola
emisferica sono realizzati in fasce cromatiche
alternate, come nella tradizione del Romanico
senese.
Pur se ottagonale, la Chiesa del Santo Sepolcro a Pisa (già esistente nel 1113) va citata nel
novero delle planimetrie assimilabili a un invaso
rigorosamente centrico.
Pur se a lungo creduta opera dell’Ordine dei
Templari, la chiesa, in realtà, faceva parte di un
complesso destinato agli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme e sorgeva in un quartiere
commerciale della città. Il progettista è in genere ricondotto al nome di Diotisalvi, autore del
Battistero di Pisa, con il quale, peraltro, l’edificio
condivide alcuni aspetti. All’interno otto pilastri
sormontati da archi a sesto acuto separano
l’ambulacro dal vano centrale su cui si eleva un
tamburo coperto da una cuspide piramidale. Le
forme sono di una tale purezza che l’edificio è
perfettamente inscrivibile in un cubo di quasi
30 metri di lato.
A sinistra: Figg. 8, 9
Cappella (o Rotonda) di San Galgano, 1185 ca.
Monte Siepi presso Chiusdino (Siena).
Veduta esterna e della cupola.
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