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PRIMO PIANO
Venerdì 13 Gennaio 2017
Ai grillini non conviene precisare i loro programmi per non dividere il loro elettorato
Meno hanno idee, più sono forti
Ecco perché il testa-coda in Europa non avrà conseguenze
I
DI
po verde/Alleanza libera europea”) e Marco Zanni a Le
Pen+Salvini (ufficialmente
“Gruppo Europa delle nazioni e della libertà”) non avrà
alcuna conseguenza politica
nazionale. I due personaggi,
sconosciuti all’universo fino a
domenica scorsa, torneranno
nella generale ignoranza domenica prossima. Semmai, la
contrapposta nuova collocazione indica come i cinque stelle
siano completamente trasversali, pescando ovunque. I loro
eletti, però, sono maggiormente
schierati sulla sinistra: lo attesta la circostanza che altri due
eurodeputati erano disposti a
entrare fra i verdi.
In effetti, molti temi sollevati dai pentastellati sono
qualificabili a sinistra, specie
nell’ambientalismo spinto.
Quando il gruppo europarlamentare era disponibile a
entrare in blocco nei verdi
esprimeva proprio la connotazione, verde tendente al rosso,
propria a parecchi portavoce,
come vengono chiamati gli
eletti. Più difficile, oggettivamente, era trovare elementi
comuni con i democratici e liberali, i quali, infatti, hanno respinto i pentastellati bollandoli anche di comunismo. È però
altrettanto vero che la lotta
a quello che Salvini dipinge
come liberismo spinto (dimen-
CESARE MAFFI
l prezzo pagato da Beppe
Grillo per l’avanti e indietro europeo non sarà,
probabilmente, rilevante,
come invece potrebbe apparire dall’eco mediatica suscitata.
Fra i commentatori , pressoché
unanime è la previsione che
non vi saranno evidenti scossoni nella popolarità, acquisita o potenziale dal partito del
comico genovese.
Del resto, il livello già raggiunto dal seguito virtuale alle
elezioni politiche è così elevato
da far dubitare che possa salire
molto di più. Il M5s ci rimetterà in termini di finanziamenti,
personale e posizioni di potere
interno all’Europarlamento:
difficilmente si potrebbe pensare che siano elementi atti a
procacciare voti; questo vale
non soltanto per i grillini, perché l’irrilevanza del Parlamento Europeo nelle elezioni nostrane è assodata. Che volete
che conti la mancata conquista
di una vicepresidenza in una
commissione a Bruxelles? Due
eurodeputati se ne sono andati: poteva perfino andar peggio,
visto che altri due sono stati
trattenuti a stento.
Si può riflettere proprio
su questi abbandoni. Che
Marco Affronte sia passato
ai verdi (ufficialmente “Grup-
tico degli spunti liberisti della
Lega nei primi anni novanta)
accomuni i pentastellati ai leghisti. Similmente, l’accentuazione delle polemiche contro i
migranti assimila i grillini a
svariati movimenti di destra.
Agitando ora l’una ora
l’altra bandiera, in un caotico susseguirsi di proposte del
tutto scoordinate, i pentastellati riescono a interessare ora
un segmento elettorale ora un
altro. Dove però riescono magnificamente è nella protesta
pura e semplice. Meno individuano propri contorni, più
possono attirare.
GIANNI MACHEDA’S TURNAROUND
Alemanno e Storace tornano insieme in un nuovo movimento. Che si collocherà a destra dell’atomo.
***
In Cina passerella galleggiante sul fiume lunga 50
chilometri. Più che Christo, stavolta c’entra Dio direttamente.
***
Referendum per abrogare i voucher: la Consulta dice sì
e la Cgil plaude. Un chiaro caso di bipolarismo.
***
Verhofstadt senza cuore. Mollare così M5s dopo tutta
la fatica di Grillo per far capire alla rete come si pronuncia.
© Riproduzione riservata
Il Papa mette in guardia dagli imbroglioni
Papa, udienza generale, 11 gennaio 2017
«Porgo un cordiale benvenuto ai fedeli
di lingua italiana. In particolare saluto i
sacerdoti insegnanti nei Seminari Maggiori o Istituti affiliati alla Pontificia
Università Urbaniana; la società sportiva
“Fidelis Andria” e i ragazzi dell’Istituto Caetani di Cisterna di Latina. Tutti
esorto a vivere generosamente il proprio
impegno ecclesiale con spirito di umile
dedizione verso i fratelli.
Adesso devo dirvi una cosa che non
vorrei dire, ma devo dirla. Per entrare
alle udienze ci sono i biglietti nei quali
è scritto in una, due, tre, quattro, cinque
e sei lingue che “Il biglietto è del tutto
gratuito”. Per entrare all’udienza, sia in
aula sia in piazza, non si deve pagare,
è una visita gratuita che si fa al Papa
per parlare con il Papa, con il vescovo
di Roma.
Ma ho saputo che ci sono dei furboni,
che fanno pagare i biglietti. Se qualcuno
ti dice che per andare in udienza dal Papa
c’è bisogno di pagare qualcosa, ti sta truffando: stai attento, stai attenta! L’ingresso
è gratuito. Qui si viene senza pagare, perché questa è casa di tutti. E se qualcuno
si fa pagare per farvi entrare all’udienza
commette un reato, come un delinquente,
e fa qualcosa che non si deve fare!».
L’IPER-ATTIVISMO DEL GOVERNATORE IRRITA QUALCHE SINDACO MA ASSICURA UN RITORNO DI IMMAGINE
Michele Emiliano si è scatenato sotto la neve
L’emergenza freddo in Puglia trasformata in una vetrina
DI
A
GIOVANNI BUCCHI
tacco dello Stivale ne è un valido
esempio. Da quando il gelo si è abbattuto sulla regione mettendo in
ginocchio diversi Comuni, da Bari
fino ai centri dell’Alta Murgia,
Emiliano non è rimasto fermo un
istante.
Ha girato mezza Puglia, partecipato a riunioni, incontrato sindaci e amministratori, contribuito a spalare la neve e liberare le
strade, tranquillizzato i cittadini,
firmato decreti di urgenza, stanziato soldi (1,5 milioni di euro per
le attività urgenti), distribuito
promesse a destra e a manca (la
Regione pagherà le assenze dal
Michele Emiliano il ruolo di presidente di Regione è sempre stato un po’
stretto. Troppo distante
dal contatto diretto con i cittadini, i quali percepiscono quell’ente
come lontano, costoso e poco efficace. Non è un caso dunque se alle
regionali del 2015 l’allora candidato del centrosinistra in quota Pd,
poi divenuto governatore, si inventò una lista civica in suo sostegno
ribattezzata «Emiliano Sindaco di
Puglia».
L’obiettivo? Far capire agli elettori che il nuovo numero uno della Regione
SCOVATI
si sarebbe comportato
come un sindaco qualsiasi, trasmettendo il
messaggio che in fin
dei conti Emiliano
avrebbe continuato a
fare il primo cittadino
non solo di Bari (città
che ha amministrato
per dieci anni) bensì
dell’intera Puglia.
L’ i p e r - a t t i v i s m o
di cui l’ex pm ha
dato prova durante
l’emergenza neve degli ultimi giorni nel
NELLA RETE
lavoro dei volontari di Protezione
civile), rassicurato gli imprenditori danneggiati.
Visto il personaggio, non potevano mancare le polemiche, come
quelle contro il sindaco di Santeramo in Colle Michele d’Ambrosio,
peraltro compagno di partito nel
Pd, accusato di aver fatto partire
tardi la macchina dei soccorsi per
fronteggiare l’emergenza e di aver
bisogno di sostegno psicologico.
Inutile dire quanto le gesta
di Emiliano siano state puntualmente documentate: ogni sua
mossa è stata raccontata con video
postati su Facebook, con tanto di
montaggio dinamico,
mentre all’arrivo del
presidente di Regione
nei Comuni più colpiti
dalla neve, spesso ad
attenderlo c’erano le
telecamere e il microfono di una qualche
emittente locale.
Senza dimenticare
la proliferazione di
messaggi su Twitter,
manco dovesse fare
il live tweeting di un
evento. Insomma, una
campagna di storytelling da fare invidia
alla narrazione ren-
ziana.
Il protagonismo dell’eccentrico Emiliano non è piaciuto all’opposizione, che ha scelto anche la via
dell’ironia per punzecchiarlo.
La sua voglia di matta di comunicare pragmatismo e concretezza per
risolvere una situazione di emergenza lo ha tenuto per alcuni giorni
lontano dalle polemiche nazionali,
dato che fino a qualche settimana
fa veniva dato come potenziale candidato al congresso del Pd contro
Matteo Renzi, ma poi gli sfidanti
antirenziani sono diventati un po’
troppi e lui è rimasto nel limbo.
Sotto la neve però Emiliano si
è scatenato, fino a firmare lo stato di emergenza regionale che gli
affida il coordinamento di tutte le
attività di Protezione civile per superare la crisi. Così che, una volta
sciolto anche l’ultimo fiocco, nella
testa dei cittadini pugliesi rimarrà impresso un messaggio chiaro:
l’ondata di maltempo è passata
(anche) per merito del governatore. Il quale prima ha scaricato
tutte le responsabilità dei disservizi sui sindaci, poi ha avuto buon
gioco a presentarsi nei panni del
salvatore della patria portando in
dote mezzi e uomini per affrontare
l’emergenza.
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