Usa, nuovo scandalo emissioni: coinvolta la Fca

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Usa, nuovo scandalo emissioni: coinvolta la Fca | 1
giovedì 12 gennaio 2017, 18:35
Esteri: il Punto
Usa, nuovo scandalo emissioni: coinvolta la Fca
Libia, gruppi fedeli a Ghweil assaltano diversi ministeri a Tripoli
di Daniele Petroselli
Un nuovo Dieselgate o scandalo sui dati delle emissioni falsate è pronto ad esplodere. Dopo la Volkswagen, nel mirino delle
autorità Usa finisce nientemeno che la Fca, il gruppo automobilistico che vede a capo Sergio Marchionne. Secondo la
'Associated Press', che cita altre fonti, la Agenzia per la Protezione ambientale americana (che poi ha confermato il tutto) ha
ufficializzato di aver notificato a Fca violazioni del Clear Air Act, ovvero delle norme sulle emissioni, su circa 104.000 veicoli.
Nel mirino in particolare i Jeep Grand Cherokee e i Dodge Ram, con i motori diesel 3.0 degli anni 2014, 2015 e 2016. La Fca
potrebbe incorrere in sanzioni civili. Secondo la Epa, Fca «ha schivato le regole ed è stata scoperta. Ancora una volta una
casa automobilistica ha assunto una decisione per schivare le regole ed è stata scoperta». Una scoperta che è arrivata
proprio dopo i maggiori controlli dovuti al primo scandalo che aveva visto coinvolta la Volkswagen. La Fca intanto fa sapere
che intende contestare le accuse e, secondo la 'Cnbc', sosterrà che le emissioni non sono state violate e che intende
collaborare con le autorità. In una nota la Fca «auspica fortemente di poter avere quanto prima la possibilità di incontrare
l'enforcement division dell'Epa e rappresentanti della nuova amministrazione, per dimostrare che le strategie di controllo di
Fca sono giustificate e pertanto non costituiscono 'defeat devices' in base alla normativa applicabile e risolvere prontamente
la questione». «I motori diesel di Fca Us sono equipaggiati con hardware di controllo delle emissioni all'avanguardia, ivi
incluso la tecnologia Selective catalytic reduction (Scr). Ogni costruttore automobilistico deve utilizzare varie strategie per
controllare le emissioni al fine di realizzare un equilibrio tra le prescrizioni di Epa relative al controllo delle emissioni di ossidi
di azoto (NOx) e le prescrizioni relative alla durata, prestazioni, sicurezza e contenimento dei consumi. Fca Us ritiene che i
propri sistemi di controllo delle emissioni rispettino le normative applicabili. Fca Us ha speso mesi nel fornire una mole di
informazioni all'Epa e ad altre autorità governative e in diverse occasioni ha cercato di spiegare le proprie tecnologie di
controllo delle emissioni ai rappresentanti dell'Epa. Fca Us ha proposto diverse iniziative per risolvere le preoccupazioni
dell'Epa, incluso lo sviluppo di estese modifiche del software delle proprie strategie di controllo, che potrebbero essere
immediatamente applicate nei veicoli in questione, per ulteriormente migliorarne le prestazioni in termini di emissioni». E
pensare che proprio al Salone di Detroit, negli Usa, qualche giorno fa, sembrava essere partita una nuova fase di
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/usa-nuovo-scandalo-emissioni-coinvolta-la-fca/
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collaborazione con il governo americano, con Trump che aveva elogiato la Fca per la mole di investimenti nel Paese. E il
titolo della Fca intanto crolla a Wall Street: in serata -11,8%, mentre ancor più netto a Milano il tracollo. Ieri sera prima
conferenza stampa di Donald Trump e il neo presidente si è difeso dalle nuove accuse piovutegli addosso nelle ultime ore:
«Fuori dagli Stati Uniti ho sempre tenuto comportamenti ineccepibili». E sul presunto dossier nei suoi confronti
accusa: «Informazioni false diffuse forse dalla stessa intelligence. Sarebbe una macchia». Mentre sugli hackeraggi russi:
«Penso che dietro l'hackeraggio della campagna presidenziale americana ci sia la Russia. Putin non avrebbe dovuto
hackerare gli Usa e credo che non lo farà più». Spera in rapporti migliori con Mosca e lancia un appello: «La Russia può
aiutarci a combattere l'Isis. L'attuale amministrazione ha creato l'Isis andandosene dall'Iraq e creato un vuoto di potere che
ha dato vita all'Isis. Io non so se avrò un rapporto migliore con Vladimir Putin, ma me lo auguro». Sulla vicenda hacker
interviene ancora una volta il portavoce di Putin Dmitri Peskov: «Le accuse che gli Usa rivolgono a Mosca sono una vera
isteria e durante una crisi isterica è impossibile cercare dei segnali razionali, bisogna aspettare che l'isteria finisca». Trump
intanto corre ai ripari e ha nominato Rudy Giuliani alla guida di una task force che si occuperà della sicurezza informatica.
Lo ha annunciato la stessa squadra del neo presidente eletto. Tensione in Libia, dove secondo i media locali alcuni gruppi
armati hanno assaltato e preso il controllo dei ministeri della Difesa, Giustizia ed Economia a Tripoli. Si pensa che questi
gruppi siano legati a Khalifa Ghweil, l'ex premier del dissolto governo libico islamista di salvezza nazionale e protagonista
nell'ottobre scorso del fallito di colpo di stato contro il Gna di Tripoli. Secondo fonti libiche, i gruppi armati avrebbero fatto
irruzione anche nella sede del ministro del Lavoro, dei Martiri e dei Feriti e Ghweil avrebbe chiesto agli impiegati del governo
di unità nazionale di Fayez al Sarraj di lasciare le sedi ministeriali. L'ex premier potrebbe tenere un discorso in serata dalla
sede del ministero della Difesa. Che la situazione fra Occidente e Russia sia tesa lo dimostra il fatto che oggi soldati
americani della Nato sono entrati in Polonia. Per l'esattezza si tratta di 80 carri armati e 3.000 militari americani, che si
vanno aggiungere ai già mille che erano presenti sul territorio. Una sorta di forza di deterrenza. Immediata la risposta di
Mosca: la Russia considera 'una minaccia' l'ingresso di carri armati e militari americani, dice il portavoce di Putin, Dmitri
Peskov: «Sono passi che minacciano i nostri interessi, la nostra sicurezza, soprattutto perché si tratta di un terzo Paese che
sta aumentando la propria presenza militare vicino ai nostri confini in Europa». Andiamo in Siria, dove secondo Vladimir
Putin e Recep Tayyip Erdogan la tregua regge.«Gli accordi raggiunti con la mediazione russa e turca tra il governo della
repubblica araba siriana e l'opposizione moderata sulla cessazione delle ostilità è generalmente osservata», si legge nel
comunicato. Il Cremlino sottolinea poi che Putin ed Erdogan sono concordi nel «continuare gli sforzi congiunti per preparare i
colloqui tra le parti ad Astana». Movimenti anche in Iraq, dove l'aviazione turca ha compiuto, per il secondo giorno
consecutivo, nuovi raid contro il Pkk curdo: distrutti, secondo gli ultimi bollettini, almeno 4 obiettivi dei ribelli, tra cui rifugi e
postazioni armate. Spostandoci in Afghanistan, gli Stati Uniti ora ammettono, dopo una lunga inchiesta, di essere stati
responsabili della morte di 33 civili in un bombardamento aereo in novembre durante uno scontro con i talebani a Kunduz
City. «Le cifre sui ricollocamenti sono troppo basse, davvero inaccettabili». Vincent Cochetel, a capo dell'ufficio europeo
dell'Unhcr, parla così durante un'audizione alla commissione Libertà civili (Libe) del Parlamento europeo. E sul regolamento
di Dublino avverte: «L'aspetto geografico da solo non può essere ciò che determina il Paese responsabile. Purtroppo è
ancora così». Per questo propone una riforma del sistema di asilo europeo: «In alcuni casi la Commissione non ha preso in
sufficiente considerazione ciò che è successo e ciò che invece non è stato fatto negli ultimi due anni. Serve un sistema
comune di registrazione, affinchè tutti i migranti siano registrati nello stesso sistema e che i loro dati siano completi e
condivisi in modo rapido». Il sistema di registrazione europeo taglierebbe i tempi, accelerando protezione e rimpatri,
permettendo risparmi, migliorando gli screening sulla sicurezza. E arriva anche un appello urgente all'Ue per i minori non
accompagnati e maggiori investimenti per l'integrazione. E il ministro degli esteri Angelino Alfano, incontrando il
commissario Ue Dimitris Avramopoulos, è tornato sull'argomento, affermando la «doppia necessità di una ambiziosa
politica di lungo periodo verso l'Africa e di una solidarietà certa verso e tra gli Stati membri in prima linea». Rimanendo in
Europa, sale la tensione per il voto sulla presidenza del Parlamento. E Manfred Weber, capogruppo popolare, tira un
sospiro di sollievo: «Per noi è un importante messaggio che Matteo Salvini abbia detto ieri che non voteranno il nostro
candidato Antonio Tajani. Escludo qualsiasi contatto tra me e Tajani con questi gruppi euroscettici e populisti. Questo non
vale per altri gruppi: Pittella (candidato S&D, ndr) ha contattato il Gue (Gruppo della Sinistra unitaria, ndr) e anche se non
tutti tra loro sono anti-Ue alcuni lo sono». Chiudiamo con l'apertura in Vaticano dell'ambasciata della Palestina. Ad
inaugurarla il presidente Abu Mazen, che sabato incontrerà Papa Francesco. Un colloquio durante il quale Abu Mazen
dovrebbe ribadire la opposizione dei palestinesi al possibile trasferimento da Tel Aviv a Gerusalemme dell'ambasciata
americana in Israele, che potrebbe minare il processo di pace in corso, e spingerà il pontefice ad un messaggio forte in tal
senso.
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