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Mercoledì

11 Gennaio

2017

Mercati

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GLI ANALISTI DI CREDIT SUISSE INDIVIDUANO QUATTRO SCENARI PER IL FUTURO DEL GRUPPO

Tutte le spine dei piani di Vivendi

Mentre si attende il primo giudizio dell’Agcom, che si riunirà in settimana, a Parigi sono decisi a non mollare. Anche se in caso di paletti regolamentari cederanno quote di Mediaset e non di Telecom

di Andrea Montanari

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ella partita Vivendi-Me diaset c’è per ora una so la certezza: i Berlusconi non intendono cedere il passo, rispetto all’assalto del gruppo di Vincent Bolloré. Per questo Fininvest, che può contare sul 39,77% del capitale votante, è convinta di avere alleati suffi cienti a raggiungere uno sbarra mento al 52% nel caso in cui da Parigi parta l’offensiva finale, ossia la convocazione di un’as semblea per l’ingresso in cda o un cambio nella governance del la tv. Intanto bisognerà attendere le prime mosse dell’Agcom, che ha aperto un’istruttoria sul blitz di Vivendi e che, tra oggi e doma ni riunirà il direttivo per le prime valutazioni. Difficile capire al momento cosa possa produr re l’autorità guidata da Angelo Marcello Cardani, anche perché i francesi, nonostante il 24,7% di Telecom Italia, non controllano l’azienda di tlc (l’Antitrust Ue non si è mai espressa). E quin di c’è il rischio che poi, in caso di un’eventuale decisione anti Bolloré, quest’ultimo dia inizio a una controffensiva con ricorsi al Tar e all’Ue. Ma ieri sul grup po transalpino è arrivata la scure del Credit Suisse. Gli analisti elvetici hanno giudicato «incer ta» la strategia di lungo termine della società guidata da Arnaud de Puyfontaine. E non solo per i «rischi» derivanti dall’attività di m&a (Telecom, Mediaset, Ga meloft, Ubisoft) e «le limitate sinergie tra i nuovi investimenti e il core business» (Universal Music e Canal+). Il Credit Suis se ipotizza quattro scenari, poco favorevoli a Vivendi: il primo è la sconfitta in tribunale con il Bi-

A fi ne novembre boom di spot sulla Go Tv

di Manuel Costa

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a fruizione della televisione in mobilità cresce in Italia. Lo certificano i dati relativi al periodo gennaio-novembre 2016 diramati ieri dall’Osservatorio Fcp-Assogotv. Il settore Go Tv (Telesia, società interamente controllata da Class Editori e pros sima a quotarsi in borsa sul listino Aim Italia, è il leader di mer cato) nel solo mese di novembre ha registrato un fatturato di 2,22 milioni di euro (+110% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente). Da inizio anno il giro d’affari ammonta a 14,1 mi lioni (+0,2%). «Dopo la brillante crescita di ottobre, il risultato di novembre è davvero strepitoso: per la prima volta nell’anno il fatturato complessivo della Go Tv supera abbondantemente i due milioni di euro/mese, oltre il doppio del fatturato dell’omologo mese dell’anno precedente, portando così la performance del bi mestre ottobre-novembre a oltre il +50%. E anche il dato parziale di dicembre è stimato in positivo con una crescita a doppia cifra», ha commentato Angelo Sajeva, presidente Fcp-Assogotv. «Sono orgoglioso di constatare che la Go Tv è l’unico media in Italia che nell’ultima parte dell’anno riesce ad accelerare gli investimenti. Le nostre analisi di marketing ci mostrano la solidità del percorso che stiamo facendo: infatti non sono solo aumentati il numero dei clienti che pianificano la Go Tv, ma è cresciuto l’investimento medio», conclude Sajeva. (riproduzione riservata) scione, il pagamento degli ingen ti danni richiesti (1,5 miliardi) e l’obbligo di acquistare il 100% della pay tv Premium. L’alterna tiva è il solo versamento dei soldi chiesti da Mediaset. Altrimenti, le parti potrebbero trovare un accordo extragiudiziale prima di marzo (il 21 è attesa l’udien za in tribunale), anche perché poi in aprile scatterà l’asta per i diritti tv della Champions Lea gue. Infine, per gli analisti sviz zeri, l’Agcom potrebbe obbliga-

Artsana cede Lycia a Sodalis per 63 mln

di Andrea Giacobino

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rtsana, il gruppo di prodotti sanitari e per l’infanzia control lato dalla Investindustrial di Andrea Bonomi e dalla famiglia Catelli, ha perfezionato la cessione a Sodalco, controllata del Sodalis Group di Fabio Granata, dei prodotti cosmetici e per l’igiene personale a marchio Lycia. Il prezzo del deal, anunciato nello scorso ottobre, è stato determinato in 63,1 milioni. Soda lis Group, assistito nell’operazione da Vitale&Co in qualità di advisor finanziario e dall’avvocato Marco Fazzini dello Studio Cartella per la parte legale, è un gruppo italiano leader nei mercati personal, beauty and home care. Attivo nel settore da più di 25 anni, Sodalis Group si è sviluppato nel corso degli anni attraver so la crescita organica di marchi di proprietà e acquisizioni di nuovi marchi da multinazionali estere. Il gruppo oggi detiene un portafoglio marchi altamente attrattivo (Tesori d’Oriente, Vidal, Denim, Biopoint, Fresh&Clean, Strep, Leocrema, Wash&Go e L’Arbre Vert) ed è uno dei principali player europei nel mondo nel settore della cura della persona e della casa con un fatturato di circa 400 milioni, di cui oltre il 30% all’estero tramite la filiale francese Novamex e un fitto network di distributori strategici. Il gruppo Artsana è stato assistito nell’operazione da Lazard in qualità di advisor finanziario e da Lombardi Molinari Segni e Associati per la parte legale. (riproduzione riservata)

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MEDIASET

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10 ott ’16

IERI

4,12 € 0,24%

quotazioni in euro 10 gen ’17 re Vivendi a vendere parte della quota detenuta nel broadcaster dei Berlusconi, mettendo così fine al progetto di creazione del polo sud-europeo. Certamente, se questo dovesse essere l’esito finale della contesa, Bolloré pre ferirebbe vendere azioni Media set piuttosto che titoli Telecom Italia. Del resto finora, a fronte di un investimento totale di 3,7 miliardi nell’incumbent telefoni co, la minusvalenza latente, che fino a qualche mese fa sfiorava il miliardo e mezzo, è ancora eccessiva: 5-600 milioni.

Infine, su Premium va registrato il nuovo record storico di ascolti, registrato domenica scorsa, dal canale Sport: 299mila spettato ri medi (share del 2,32%). Da settembre a dicembre, Premium Sport ha consolidato il primato di canale sportivo più visto in Italia. (riproduzione riservata)

Quotazioni, altre news e analisi su www.milanofinanza.it/vivendi

STUDIO MEDIOBANCA

È IL PARTNER IDEALE INDICATO DA CAPROTTI. IN ITALIA BOOM DEI DISCOUNT

Gdo, solo Ahold tiene il passo di Esselunga

di Barbara Pianese

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chi venderebbe? «A qualcuno che sa fare bene questo mestiere». Così il patron di Esselunga, Bernardo Ca protti, rispondeva nel 2014, in una delle sue rare interviste. E sempre in quell’anno, nel redigere il testamento, venuto poi alla luce lo scorso ottobre dopo la scomparsa dell’imprenditore lombardo, ha messo nero su bianco quello che reputava esse re il destino migliore per la sua catena di supermercati: «Occorre trovare, quando i pessimi tempi italiani saranno migliorati, una collocazione internazionale, Ahold sarebbe ideale». Analizzando il rapporto dell’Area Studi di Mediobanca pubblicato ieri sulle principali organizzazioni della grande distribuzione organizzata si evince che il gruppo olandese, che lo scorso anno ha perfezionato l’aggregazione con la bel ga Delhaize, formando un gruppo da oltre 62 miliardi di ricavi, è tra i più efficienti del lotto. Nel 2015 gli olandesi hanno gui dato la classifica delle vendite, elemento chiave per valutare l’efficienza di una gdo, con 8.350 euro per metro quadro, valo re che sale a 12.775 euro considerando i soli negozi in Olanda. Solo la catena di Caprotti fa meglio con 15.730 euro nel 2015, miglior performance in assoluto tra gli operatori anche nel raffronto interna zionale. L’efficienza di Ahold si misura anche nel tasso di rigiro del magazzino, altro indicatore di efficienza gestionale: 16 giorni contro una media del settore di 30 giorni (20 per Esselunga).

Guardando solo all’Italia sempre nel 2015 Esselunga ha registrato una redditività con un Roi al 16%, inferiore a quello di Lidl Italia (23,7%) ed Eurospin (20,6%). Tra i punti di forza di quest’ultima spicca il veloce riciclo del magazzino a 19 giorni, il rapido pagamento dei fornitori a 70 giorni, la bassa incidenza dei costi del personale pari al 5,8% del fatturato. Simile il qua dro di Lidl Italia che ha però registrato un costo del lavoro più elevato al 9,6% del fatturato avendo una rete commerciale composta esclusivamente da punti vendita diretti. Per questo motivo il fatturato per addetto di Eurospin, 623 mila euro, è circa il doppio di quello di Esselunga a 328 mila e di Lidl Italia a 337 mila. Eurospin conta 7.100 dipendenti contro i 21.900 di Esse lunga e gli 11 mila di Lidl Italia. In ogni caso il fatturato dei maggiori operatori ita liani della Gdo è cresciuto del 4,5% nel periodo 2011-2015 e dell’1,9% nell’ul timo anno. Il record di crescita spetta ai discount come Lidl Italia (+43%), Euro spin Italia (+42,9%), seguiti da Esselunga (+11,6%) e Iper-Unes (+7%). Le Coop so no rimaste stabili, mentre il gruppo Pam ha perso terreno (-4,9%). In particolare, gli operatori francesi sono arretrati molto dal 2011 con un calo del 19,6% per Auchan Sma e del 9,3% per Carrefour. Nel 2015 Lidl Italia (+9,6%) ed Eurospin (+6,7%) hanno confermato la propria leadership di crescita, precedendo Carrefour (+6,1%) ed Esselunga (+4,7%). L’aggregato delle Coop ha messo a segno ricavi per 10,9 miliardi di euro ma Esselunga resta il pri mo operatore individuale per dimensioni, con vendite pari a 7,2 miliardi, seguita da Carrefour a 4,9 miliardi e da Eurospin che con 4,4 miliardi ha scalzato Auchan-Sma scesa a 4,15 miliardi. Inoltre dal 2011 Eurospin ha cumulato utili netti per 635 milioni, circa il triplo di Lidl Italia con 206 milioni ma poco oltre la metà di quanto realizzato da Esselunga che ha toccato 1,1 miliardi. Profondo rosso poi per Carrefour a 2,5 miliardi e di Auchan a 559 milioni. Il sistema della maggiori Coop ha invece chiuso il 2015 con un fatturato aggregato a 10,9 miliardi, in perdita operativa, ma con un risultato corrente positivo grazie al contributo della gestione finanziaria. (riproduzione riservata)